LO SPAZIO ECONOMICO EUROPEO (SEE), LA SVIZZERA E IL NORD



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LO SPAZIO ECONOMICO EUROPEO (SEE), LA SVIZZERA E IL NORD Lo Spazio economico europeo (SEE) è stato istituito nel 1994 allo scopo di estendere le disposizioni applicate dall'unione europea al proprio mercato interno anche ai paesi dell'associazione europea di libero scambio (EFTA). La legislazione dell'ue relativa al mercato interno diventa parte della legislazione dei paesi SEE una volta che questi ultimi accettano di recepirla. L'attuazione e la concreta applicazione sono quindi assoggettate al controllo di appositi organismi EFTA e di un Comitato parlamentare misto. L'UE è inoltre legata a due dei suoi partner SEE (la Norvegia e l'islanda) da varie «politiche settentrionali» e forum incentrati sulle aree più settentrionali dell'europa, in rapida evoluzione, e sulla regione artica nel suo insieme. La Svizzera, pur non facendo parte del SEE, resta un membro dell'efta. Gli oltre 120 trattati bilaterali settoriali che legano il paese all'ue includono per lo più le stesse disposizioni adottate dagli altri paesi SEE nei settori della libera circolazione di persone, beni, servizi e capitali. Le relazioni bilaterali sono state, tuttavia, messe a dura prova a seguito dell'iniziativa anti-immigrazione lanciata nel febbraio 2014 e il cui esito ha messo in discussione i principi della libera circolazione e del mercato unico su cui si fondano tali relazioni. BASE GIURIDICA Per il SEE: articolo 217 del trattato sul funzionamento dell'unione europea (accordi di associazione) Per la Svizzera: accordo in materia di assicurazione del 1989, accordi bilaterali I del 1999, accordi bilaterali II del 2004 IL SEE A. Obiettivi La finalità dello Spazio economico europeo (SEE) è estendere il mercato interno dell'ue ai paesi dell'associazione europea di libero scambio (EFTA) che non intendono aderire all'ue o che non l'hanno ancora fatto. B. Contesto Nel 1992 gli allora sette membri dell'efta negoziarono un accordo che consentiva loro di partecipare all'ambizioso progetto del mercato interno della Comunità europea, avviato nel 1985 e completato alla fine del 1992. L'accordo relativo allo Spazio economico europeo (SEE) fu sottoscritto il 2 maggio 1992 ed entrò in vigore il 1 o gennaio 1994. Il numero dei membri EFTA/SEE era però destinato a diminuire nel giro di breve tempo: la Svizzera scelse di non ratificare l'accordo a seguito dell'esito negativo di un referendum in materia, mentre l'austria, la Finlandia e la Svezia aderirono all'unione europea nel 1995. Rimanevano così nel SEE solo l'islanda, la Norvegia e il Liechtenstein. I dieci nuovi Stati membri che hanno aderito all'ue il Note sintetiche sull'unione europea - 2015 1

1 o maggio 2004 sono diventati automaticamente anche membri del SEE, così come la Bulgaria e la Romania quando hanno aderito all'unione nel 2007 e la Croazia nel 2013. Nel giugno 2009, anche l'islanda si è candidata ad aderire all'ue come via d'uscita dalla crisi finanziaria globale del 2008. Il Consiglio ha accettato la candidatura dell'islanda il 17 giugno 2010 e i negoziati sono iniziati nel giugno 2011. Tuttavia, a seguito delle elezioni parlamentari dell'aprile 2013, la nuova coalizione di centro-destra, formata dal Partito dell'indipendenza e dal Partito progressista, ha interrotto i negoziati subito dopo il suo insediamento, rilasciando una dichiarazione nel maggio 2013 e ritirando ufficialmente la domanda di adesione nel marzo 2015. Il governo ha sostenuto che la richiesta di adesione fosse stata solo una mossa da parte del precedente governo socialista, senza un ampio sostegno da parte della popolazione, e che gli interessi islandesi fossero meglio salvaguardati restando al di fuori dell'ue. Sebbene in quel momento il ritiro abbia scatenato grandi proteste avendo evitato l'iter parlamentare e il referendum il dibattito interno sulla questione sembra essersi affievolito e così sembra essere destinato a rimanere, se non per sempre, almeno fino alla fine dell'attuale mandato di governo. C. Ambito di applicazione del SEE Il SEE trascende i tradizionali accordi di libero scambio (ALS) in quanto estende l'insieme dei diritti e degli obblighi legati al mercato interno dell'ue ai paesi EFTA (ad eccezione della Svizzera). Il SEE include le quattro libertà del mercato interno (libera circolazione di beni, persone, servizi e capitali) e le relative politiche (concorrenza, trasporti, energia nonché cooperazione economica e monetaria). L'accordo include politiche orizzontali strettamente correlate alle quattro libertà: le politiche sociali (inclusi la sanità e la sicurezza sul lavoro, il diritto del lavoro e la parità di trattamento tra uomini e donne), le politiche in materia di protezione dei consumatori, ambiente, statistica e diritto societario, nonché una serie di politiche di accompagnamento come quelle relative alla ricerca e allo sviluppo tecnologico, che non sono basate sull'acquis dell'ue o su atti giuridicamente vincolanti, ma sono attuate mediante attività di cooperazione. D. I limiti del SEE L'accordo SEE non detta disposizioni vincolanti in tutti i settori del mercato interno o in riferimento ad altre politiche previste dai trattati dell'ue. Più specificamente, le sue disposizioni vincolanti non riguardano: la politica agricola comune e la politica comune della pesca (sebbene l'accordo contenga disposizioni in materia di scambi commerciali di prodotti agricoli e ittici); l'unione doganale; la politica commerciale comune; la politica estera e di sicurezza comune; il settore della giustizia e degli affari interni (anche se tutti i paesi EFTA fanno parte dello spazio Schengen); oppure l'unione economica e monetaria (UEM). E. Istituzioni e meccanismi del SEE 1. Integrazione della legislazione dell'ue I nuovi testi riguardanti il mercato interno dell'ue sono esaminati da un comitato misto SEE, composto dai rappresentanti dell'ue e dei tre paesi EFTA/SEE. Si tratta di un organismo che si riunisce una volta al mese e decide quali normative e, più in generale, quali atti dell'ue Note sintetiche sull'unione europea - 2015 2

(azioni, programmi, ecc.) debbano essere integrati nel SEE. Dal punto di vista formale l'integrazione della legislazione avviene mediante aggiunta degli atti interessati agli elenchi di protocolli e allegati dell'accordo SEE. Con tale sistema sono state integrate nell'accordo SEE diverse migliaia di atti. Il Consiglio SEE, composto da rappresentanti del Consiglio dell'ue e dai ministri degli Esteri dei paesi EFTA/SEE, si riunisce almeno due volte l'anno per fornire orientamenti politici al comitato misto. 2. Recepimento Una volta integrati nell'accordo SEE, gli atti dell'ue devono essere recepiti nel diritto nazionale dei paesi EFTA/SEE (ove previsto dalla legislazione nazionale del paese interessato). Il recepimento può avvenire sotto forma di semplice decisione del governo oppure può necessitare dell'approvazione del parlamento. Il recepimento è un esercizio formale e, in tale fase, gli atti possono subire unicamente adattamenti di natura tecnica. È espressamente prevista la partecipazione dei paesi EFTA all'elaborazione degli atti dell'ue. 3. Controllo Una volta estesa la normativa applicabile al mercato interno ai paesi EFTA/SEE, il recepimento e la concreta applicazione sono assoggettati al controllo dell'autorità di vigilanza dell'efta e della Corte EFTA. L'autorità di vigilanza dell'efta gestisce un quadro di valutazione del mercato interno che monitora l'attuazione della normativa nei paesi SEE. 4. Ruolo dei parlamenti Sia il Parlamento europeo (PE) che i parlamenti nazionali dei paesi EFTA/SEE sono strettamente coinvolti nel controllo relativo all'accordo SEE. L'articolo 95 dell'accordo istituisce il comitato parlamentare misto (CPM) SEE, che si riunisce due volte l'anno. Il Parlamento europeo e i parlamenti nazionali SEE ospitano tale comitato secondo un sistema di rotazione; alla presidenza del comitato si avvicendano annualmente un deputato al Parlamento europeo e un parlamentare di un paese SEE. Ciascuna delegazione è composta da 12 membri. I parlamentari dell'assemblea federale svizzera assistono alle riunioni in qualità di osservatori. Tutta la legislazione dell'ue che si applica al SEE è soggetta al controllo del CPM SEE, i cui membri hanno il diritto di rivolgere interrogazioni orali e scritte ai rappresentanti del consiglio SEE e del comitato misto SEE nonché di esprimere i loro punti di vista attraverso relazioni o risoluzioni. La stessa procedura si applica al controllo sull'attuazione delle disposizioni di legge. LA SVIZZERA In qualità di membro dell'efta, la Svizzera ha partecipato ai negoziati per l'accordo SEE e ha firmato l'accordo il 2 maggio 1992. Subito dopo, il governo svizzero ha presentato una domanda di adesione all'unione europea il 22 maggio 1992. Tuttavia, dopo il referendum del 6 dicembre 1992 che ha portato a un voto contrario alla partecipazione al SEE, il Consiglio federale svizzero non ha più perseguito l'adesione del paese all'ue e al SEE. Da allora, la Svizzera ha mantenuto lo status di osservatore all'interno del SEE e ha sviluppato le proprie relazioni con l'ue attraverso accordi bilaterali, al fine di salvaguardare la sua integrazione economica con l'ue. Le relazioni bilaterali sono state messe a dura prova a seguito dell'iniziativa anti-immigrazione lanciata nel febbraio 2014 e il cui esito ha messo in discussione i principi della libera circolazione e del mercato unico su cui si fondano tali relazioni. L'Unione europea e la Svizzera hanno firmato oltre 120 accordi bilaterali, compreso un accordo di libero scambio nel 1972 e due grandi serie di accordi bilaterali settoriali che hanno allineato una gran parte del diritto elvetico con quello dell'unione europea al momento della firma. Il primo pacchetto di accordi settoriali (noto come Bilaterali I) è stato sottoscritto nel 1999 ed Note sintetiche sull'unione europea - 2015 3

è entrato in vigore nel 2002. Essi sono costituiti da sette accordi che riguardano i temi della libertà di circolazione e della reciproca apertura del mercato [1]. Un ulteriore pacchetto di accordi settoriali (Bilaterali II) è stato firmato nel 2004 ed è entrato in vigore nel 2005. Essi sono fondamentalmente collegati al rafforzamento della cooperazione economica e all'allargamento della cooperazione in materia di asilo e libertà di circolazione all'interno dei confini di Schengen [2]. Nel 2010, è stato firmato un altro accordo sulla partecipazione della Svizzera ai programmi dell'ue in materia di istruzione, formazione professionale e giovani. Le relazioni UE-Svizzera sono ora disciplinate da più di 120 accordi settoriali e continuano a prosperare. Mentre gli accordi hanno intensificato i rapporti economici, hanno anche creato una rete complessa e talvolta incoerente di obblighi, che non sono facili da sostenere. A differenza dell'accordo SEE, la natura degli accordi bilaterali con la Svizzera è statica, dato che non esistono meccanismi idonei ad adeguare gli accordi all'evoluzione normativa dell'ue. Non vi sono altresì meccanismi di sorveglianza o di una efficiente risoluzione delle controversie. Dati il numero crescente di settori oggetto di questi accordi, e i nuovi accordi previsti in settori come l'energia elettrica, queste carenze sono diventate più pressanti. E' sempre più difficile gestire in modo efficace il numero significativo di accordi separati, oggetto di discrepanze, e il compito di mantenerli aggiornati richiede tempo e risorse. Per risolvere tali «questioni istituzionali», il 22 maggio 2014 sono stati avviati negoziati UE-Svizzera per un accordo quadro istituzionale, in seguito all'adozione dei mandati svizzero e dell'ue, rispettivamente nel dicembre 2013 e nel maggio 2014. I negoziati sono volti a risolvere i problemi derivanti dalla natura in continua evoluzione dell'acquis dell'ue relativo al mercato interno e ad introdurre un meccanismo di risoluzione delle controversie nella rete dell'attuale trattato bilaterale. I negoziati sul quadro istituzionale sono fondamentali perché il Consiglio dell'ue è deciso a non permettere alla Svizzera qualsiasi ulteriore accesso al mercato unico (ad esempio per quanto riguarda l'elettricità) senza questo accordo quadro. I negoziati sono in stallo dal gennaio 2015 a causa delle ripercussioni della crisi della libera circolazione e la loro conclusione dipenderà dalla capacità di trovare una soluzione a questa crisi. Il 9 febbraio 2014, una limitata maggioranza della popolazione svizzera (50,3%) ha votato a favore della modifica della Costituzione intesa ad introdurre contingenti annuali sul numero di cittadini non svizzeri e a dare la preferenza ai cittadini svizzeri nel mercato del lavoro. La messa in atto dei risultati del voto non solo sarebbe incompatibile con l'accordo sulla libera circolazione delle persone, (Free Movement of People Agreement FMOP) (parte dei Bilaterali I), ma pregiudicherebbe altresì l'intera serie di accordi bilaterali del paese con l'ue nel quadro della «clausola ghigliottina» se si pone termine ad un accordo, gli altri accordi cessano di essere applicati. Di fronte al fermo rifiuto dell'ue di rinegoziare l'accordo di libera circolazione, il governo svizzero registra difficoltà nel superare l'impasse politico e giuridico creato da questa iniziativa. Le consultazioni per superare l'impasse continuano tra la Commissione e le autorità svizzere. La questione dell'immigrazione e dei richiedenti asilo è stato un argomento sensibile per la popolazione svizzera in questi ultimi anni e sulla scia del recente afflusso di richiedenti asilo verso l'europa, il sentimento anti-immigrazione è aumentato ulteriormente, ponendo il tema al centro della scena durante la ultime elezioni parlamentari del 18 ottobre 2015. Di conseguenza, il Partito popolare svizzero (SVP), compagine populista di destra contraria all'immigrazione, all'origine dell'iniziativa anti-immigrazione del febbraio 2014, ha vinto la quota maggiore dei [1]I sette accordi riguardano la libera circolazione delle persone, il trasporto aereo, il trasporto terrestre, il commercio di prodotti agricoli, gli ostacoli tecnici al commercio, gli appalti pubblici e la cooperazione nella ricerca. [2]Tali accordi riguardano la partecipazione della Svizzera a Schengen e a Dublino, gli accordi sui risparmi fiscali, i prodotti agricoli trasformati, le statistiche e la lotta contro la frode, la partecipazione al programma MEDIA dell'unione Europea e all'agenzia europea per l'ambiente, e i contributi finanziari svizzeri alla coesione economica e sociale nei nuovi Stati membri dell'ue. Note sintetiche sull'unione europea - 2015 4

voti alle elezioni (29,4%), aumentando il proprio numero di seggi come il più grande partito della camera bassa del parlamento elvetico da 54 a 65 il più alto in assoluto registrato da quando il numero dei seggi è passato a 200 nel 1963. La forte posizione del partito SVP nel parlamento rischia di esercitare ulteriore pressione sul governo al fine di adottare una linea dura con l'ue e dare applicazione al voto anti-immigrazione. Quindi, trovare una soluzione ai problemi registrati nelle relazioni Svizzera-UE, in particolare in materia di FMOP, e raggiungere un accordo istituzionale, sembra sempre più difficile. POLITICHE SETTENTRIONALI L'UE ha partecipato attivamente anche a una serie di politiche e forum incentrati sulle aree più settentrionali dell'europa, in rapida evoluzione, e sulla regione artica nel suo insieme, contribuendo in particolare alle seguenti azioni: la «dimensione settentrionale», che dal 2007 funge da politica comune per UE, Russia, Norvegia e Islanda; si tratta di una politica che integra il dialogo UE-Russia e ha portato a efficaci partenariati di cooperazione settoriali nelle regioni del Baltico e di Barents; la dimensione settentrionale include un organo parlamentare il forum parlamentare della dimensione settentrionale di cui il Parlamento europeo è membro fondatore; il Consiglio degli Stati del Mar Baltico (CBSS), lanciato nel 1992 dall'ue e dagli Stati rivieraschi dopo la caduta dell'urss; tutti i paesi membri del CBSS partecipano alla Conferenza parlamentare del Mar Baltico (BSPC), di cui anche il Parlamento europeo è membro; la cooperazione con la regione di Barents, che riunisce le regioni settentrionali di Finlandia, Norvegia, Svezia e Russia nordoccidentale; si tratta di una cooperazione gestita attraverso il Consiglio euroartico di Barents (di cui la Commissione europea è membro), il Consiglio regionale di Barents (organo interregionale) e un'assemblea parlamentare (che include il Parlamento europeo); gli affari dell'artico circumpolare. La politica artica dell'ue si basa su comunicazioni della Commissione e del SEAE (2008 e 2012), su conclusioni del Consiglio (2009) nonché su risoluzioni del Parlamento europeo (2011 e 2014). Nel 2013, il Consiglio artico ha concesso lo status di osservatore provvisorio all'ue. Il Parlamento europeo è un membro fondatore della Conferenza dei parlamentari della regione artica. Nel 2014, il Parlamento europeo e il Consiglio hanno chiesto una nuova comunicazione sull'artico da parte di SEAE/Commissione che sarà emessa alla fine del 2015 o all'inizio del 2016. Aydan Bahadir / Pasquale de Micco / Fernando Garcés de los Fayos 10/2015 Note sintetiche sull'unione europea - 2015 5