Elaborato finale in: Corso Integrato in Chimica e Controllo degli Inquinanti, Monitoraggio Ambientale e Laboratorio.



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Transcript:

ALMA MATER STUDIORUM UNIVERSITA' DI BOLOGNA FACOLTA' DI CHIMICA INDUSTRIALE Corso di laurea in Tecnologie chimiche per l'ambiente e per la gestione dei rifiuti STUDIO DEL MONITORAGGIO DELLA RETE DI QUALITA' DELL'ARIA DI ARPA Elaborato finale in: Corso Integrato in Chimica e Controllo degli Inquinanti, Monitoraggio Ambientale e Laboratorio. Relatore Prof. Fabrizio Passarini Presentata da Stefania Valloni (III sessione) Anno Accademico 2008-2009 iii

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INDICE Frontespizio... iii Indice...v Ringraziamenti... vii Sommario - Abstract...ix 1. Introduzione e scopo della tesi...1 1.1 Meteorologia...2 1.2 Il monitoraggio dell aria...7 2. Normativa vigente...8 3. La Rete di Monitoraggio della Provincia di Rimini...10 3.1 Tipologia delle stazioni...10 3.2 La rete di monitoraggio in Provincia di Rimini...13 4. Inquinanti monitorati...15 4.1 Caratteristiche chimiche...15 4.2 Metodi di analisi degli inquinanti monitorati...17 5. Andamento degli inquinanti nelle diverse stazioni...20 5.1 Valutazioni dei dati annuali 2008...20 5.2 Biossido di Azoto NO 2...20 5.3 Andamento NO2 nelle stazioni Flaminia-Marecchia-Abete...24 5.4 Monossido di Carbonio CO...26 5.5 Andamento CO nelle stazioni Flaminia-Marecchia...28 5.6 Benzene C 6 H 6...30 5.7 PM 10...32 5.8 Ozono O 3...34 6. Correlazioni tra gli inquinanti...37 6.1 Introduzione allo studio delle correlazioni...37 v

6.2 Andamento NO2 vs O3 nella stazione Marecchia...38 6.3 Andamento NO2 vs PM10...45 7. Conclusioni...46 Allegato 1 Rete di monitoraggio per la qualità dell aria nel Comune di Rimini Allegato 2 Documentazione fotografica Allegato 3 Schede anagrafiche Rete di monitoraggio della qualità dell aria Provincia di Rimini Bibliografia vi

RINGRAZIAMENTI Desidero innanzitutto ringraziare il Professor Fabrizio Passarini per i preziosi insegnamenti, per la disponibilità oltre ad essermi stato vicino nella stesura della tesi. Inoltre, ringrazio sentitamente il Professor Riccardo Tarroni per il ruolo fondamentale che ha ricoperto durante il mio percorso formativo dei tre anni di corso. Un ringraziamento particolare all Arpa di Rimini, per avermi fornito testi e dati indispensabili per la realizzazione della tesi, sottolineando la particolare disponibilità del Dr. Marco Zamagni e dei suoi collaboratori, Leonardo e Flavio. Intendo ringraziare il mio Responsabile il Dr. Efrem Coltelli e tutti i miei colleghi per il sostegno che mi hanno offerto lungo il percorso accademico. Ringrazio tutti i collaboratori universitari per la gentile disponibilità: la segreteria amministrativa, Marco del Laboratorio Chimico, gli amici Gigi, Matteo e Robert del Laboratorio Linguistico Cliro. Inoltre, vorrei esprimere la mia sincera gratitudine ai miei compagni di corso e alla Allegra Compagnia di Paolo per i numerosi consigli durante gli anni accademici. Ho il desiderio di ringraziare con affetto i miei genitori e i miei fratelli, Andrea e Giorgia, che in questi anni, mi hanno sostenuto con infiniti sorrisi. Infine ringrazio Danilo, il mio fidanzato e compagno di tanti momenti, per il grande aiuto che mi ha dato e per l estrema pazienza con cui ha sopportato i miei sbalzi di umore e le mie paranoie. vii

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SOMMARIO Nel presente elaborato vengono presentati e discussi i livelli di concentrazione dei principali inquinanti atmosferici monitorati dall ARPA Provinciale di Rimini allo scopo di valutare la qualità dell aria in diversi contesti ambientali. La rete di monitoraggio comprende infatti diverse tipologie di siti, interessati in quantità differente da fonti di inquinamento: urbano, rurale e remoto. In questo modo, accanto ai risultati ottenuti dall attività ordinariamente condotta dai laboratori dell ARPA (il controllo giorno per giorno dell eventuale superamento dei limiti normativi), si è potuto rielaborare i dati, ottenendo informazioni riguardo agli andamenti medi dei singoli inquinanti nelle giornate tipo stagionali, un confronto della qualità dell aria tra tutti i siti considerati, considerando assieme il trend delle concentrazioni misurate nei diversi siti, una conoscenza delle correlazioni tra i diversi parametri indicatori dell inquinamento atmosferico. In definitiva, si è riscontrata una situazione di criticità per i parametri ossidi di azoto e particolato sottile in particolare nei siti urbani, con alcuni superamenti dei limiti giornalieri e dei target annuali. Negli altri siti, le concentrazioni degli inquinanti riscontrate rientrano negli obiettivi di qualità dell aria previsti dalla normativa. ABSTRACT In this report, the levels of main atmospheric pollutants monitored by ARPA of Rimini Province are presented and discussed, in order to assess air quality in different environmental frameworks. This monitoring network includes different categories of sites, differently affected by pollutant sources: urban, rural and remote. In this way, besides the outcomes ordinarily obtained by ARPA laboratories activity (day-by-day check of possible exceedance of law limits), data have been elaborated, obtaining information about the main daily behavior of single pollutants in the different seasons, a comparison of the air quality between all investigated sites, considering together the trends of concentrations measured in the different monitoring sites, a knowledge of the correlations existing between various parameters which indicate air pollution. In conclusion, a critical situation has been observed for nitrogen oxides and fine particulate, in particular in urban sites, with some exceedance of daily and annual limits. In the other sites, pollutant concentrations remain within the air quality targets indicated by law. ix

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1 INTRODUZIONE E SCOPO DELLA TESI È stato recentemente celebrata la ricorrenza del decimo anniversario dalla firma del Protocollo di Kyoto (11 dicembre 1997), attraverso il quale è stato posto un limite alle emissioni dei gas a riconosciuto effetto serra, in particolare: anidride carbonica (CO 2 ); Metano (CH 4 ); Ossido di azoto (N 2 O); idrofluorocarburi (HFC); perfluorocarburi (PFC) e esafluoruro di zolfo (SF 6 ). Riconoscendo che i paesi industrializzati sono i principali responsabili degli attuali livelli di emissioni di gas serra in atmosfera a seguito di oltre 150 anni di attività industriale, il protocollo impone un onere maggiore per le nazioni sviluppate in base al principio di responsabilità comuni ma differenziate. Questo avvenimento offre l occasione di riflettere su tutte le strategie volte a monitorare ed a limitare tutte le fonti di contaminazione presenti nella nostra società, non solo in relazione a cambiamenti globali, ma anche in funzione di una prevenzione del rischio ambientale e per la salute umana associato alle emissioni di inquinanti tossici ed aggressivi. Il presente lavoro offre una presentazione ed una discussione dei dati relativi all analisi di inquinanti atmosferici, effettuata dall ARPA Provinciale di Rimini mediante la propria rete di monitoraggio, nel corso dell anno 2008. L attenzione si è particolarmente focalizzata sulle concentrazioni giornaliere degli ossidi di azoto, del benzene, dell ozono, del monossido di carbonio e del particolato sospeso (PM 10 ), sulle caratteristiche degli andamenti tipici giornalieri e sulle correlazioni tra i diversi parametri, allo scopo di individuare eventuali elementi di criticità, in relazione ai target normativi. 1

1.1 METEOROLOGIA La concentrazione di un inquinante sul territorio è determinata principalmente da tre fattori: a) la quantità di sostanze inquinanti immesse in atmosfera dalle varie sorgenti, che possono essere situate nel territorio considerato, in territori limitrofi, o addirittura in alcuni casi particolari a grande distanza; b) la morfologia del territorio; c) le condizioni meteorologiche in atto in quella regione. I territori caratterizzati da situazioni meteorologiche particolarmente favorevoli all accumulo sono dunque più sensibili ai fattori di pressione rispetto ai territori che presentano una meteorologia di forte scambio di masse d aria, alti valori di altezze di rimescolamento ed elevato numero di episodi di rimozione. Ad esempio, la presenza di superfici urbanizzate, caratterizzate da particolari valori di rugosità e di emissione di calore, influenzano lo strato limite atmosferico sopra di esse. Ciò modifica la capacità di dispersione degli inquinanti immessi e crea una situazione di microclima legata a quella superficie. Tutti i processi che influiscono sulla concentrazione degli inquinanti avvengono nello strato limite atmosferico (Planetary Boundary Layer - PBL) che è lo strato di atmosfera maggiormente influenzato, in termini di turbolenza, dalla presenza della superficie terrestre. Le grandezze meteorologiche che influenzano maggiormente i processi di diffusione, di trasformazione per effetto di reazioni chimiche e di deposizione delle sostanze inquinanti in questo strato sono di seguito elencate: - idrometeore - vento - temperatura - irraggiamento solare La presenza di idrometeore (pioggia, neve, grandine e nebbia) influenza i meccanismi di esposizione e rimozione degli inquinanti. L assenza di precipitazioni riduce la capacità dell atmosfera di rimuovere, in particolare, le particelle sospese ed impedisce la dissoluzione di alcuni inquinanti gassosi. In particolare la nebbia è un fenomeno meteorologico che è favorito dalla presenza di inversioni termiche e nella 2

pianura padana questi due fenomeni sono spesso correlati. Condizioni di nebbia associate al persistere di un'inversione termica sono perciò associate anche all'aumento della concentrazione degli inquinanti. D altra parte le particelle d acqua che costituiscono la nebbia intrappolano gli inquinanti e possono determinarne la rimozione per deposizione umida, e quindi limitarne l'accumulo o addirittura favorirne la diminuzione, specie se la nebbia persiste per molti giorni. La nebbia ha quindi un duplice comportamento, con un effetto finale difficilmente prevedibile. La presenza di vento negli strati più bassi dell atmosfera influenza sia il trasporto degli inquinanti sia il fenomeno di sospensione di polveri precedentemente depositate a terra, determinando una ridistribuzione spaziale delle sostanze inquinanti. Una diminuzione o un aumento della temperatura nel PBL influenza i processi di rimescolamento di origine turbolenta. Generalmente, la temperatura dell aria nella troposfera, strato dell atmosfera in cui avvengono la maggior parte dei fenomeni meteorologici, decresce all aumentare della quota (circa 6.7 C per Km) e questo permette una salita delle masse d aria calde e una discesa delle masse d aria fredda con un rimescolamento continuo; tale fenomeno determina una diminuzione della concentrazione degli inquinanti in prossimità del suolo. Tab.1.1.1 Troposfera: regione d interesse caratterizzata da una diminuzione media della temperatura con la quota di circa 6.7 C/km. 3

Tuttavia possono avvenire delle situazioni particolari in cui la temperatura dell aria in alcuni strati del PBL, al contrario di quanto avviene normalmente, cresce all aumentare della quota; questi fenomeni atmosferici vengono detti inversioni termiche. In aree fortemente industrializzate ed urbane, l aria dello strato sottostante sale fino a che non si scontra con l aria nello strato di inversione; tale strato di inversione rappresenta quindi un impedimento alla possibilità di ulteriore salita dell aria e determina una riduzione del rimescolamento con conseguente ristagno dell aria negli strati più bassi delle sostanze inquinanti. Tab.1.1.2 Rimescolamento in aree fortemente urbanizzate. Le inversioni termiche avvengono in genere durante le serate limpide subito dopo il tramonto a causa del rapido raffreddamento del terreno, a cui viene a mancare il riscaldamento radiativo da parte del sole, e conseguentemente degli strati di aria più vicini al suolo. Al contrario alte temperature in prossimità del suolo favoriscono il rimescolamento dell atmosfera per effetto dell azione turbolenta. 4

Tab.1.1.3 Troposfera: andamento delle correnti d'arie nella troposfera. Dato che la concentrazione degli inquinanti è influenzata notevolmente dalle condizioni meteorologiche, è di uso comune la definizione di parametri, calcolati a partire dalle variabili meteorologiche stesse, che permettano una rapida comprensione della effettiva possibilità di accumulo o dispersione degli inquinanti in atmosfera. I parametri più interessanti da questo punto di vista sono due: - la classe di stabilità; - l altezza di rimescolamento. La classe di stabilità viene definita a partire da variabili meteorologiche considerate determinanti per la caratterizzazione dello strato superficiale logaritmico, ossia dello strato di atmosfera vicino al suolo in cui i fenomeni turbolenti risultano essere ancora più intensi di quelli convettivi. Le condizioni meteorologiche vengono classificate dal pre-processore CALMET in 6 categorie, in base alle metodologia di Pasquill e Gifford, ordinate da A a F. A è quella associata alle condizioni più convettive (instabili), C include le condizioni neutre, F invece le condizioni più stabili. La classe di stabilità F rappresenta la classe più favorevole all accumulo degli inquinanti, mentre la A quella più favorevole alla rimozione/dispersione. 5

L altezza di rimescolamento viene definita come l altezza dello strato di atmosfera al di sopra della superficie terrestre caratterizzato da rimescolamento dovuto a turbolenza meccanica (legata al vento) e a turbolenza termica (legata a fenomeni convettivi). L altezza di rimescolamento varia da un valore minimo di circa 50 m ad un valore massimo che si aggira attorno a 2.5 km. Questo parametro inoltre è fortemente sensibile al ciclo notte/giorno e ai cicli stagionali. In genere l altezza di rimescolamento risulta maggiore durante la stagione estiva a causa della maggiore quantità di radiazione solare che raggiunge il suolo e che provoca un più marcato riscaldamento dell aria in prossimità della superficie; un aumento dell altezza di rimescolamento si traduce in una riduzione della concentrazione degli inquinanti primari. D altra parte una maggiore quantità di radiazione solare durante il periodo primaverile ed estivo aumenta la produzione di ozono (inquinante secondario) per effetto di reazioni fotochimiche. La presenza del mare in Rimini, influenza il calcolo della altezza di rimescolamento, infatti esso risulta fisicamente dotato di una grande capacità termica per cui durante l inverno risulta essere sensibilmente più caldo della terraferma durante le ore notturne, mentre durante le ore diurne risulta sensibilmente più freddo. In estate si accentua la differenza di temperatura tra terra e mare durante le ore diurne, mentre durante le ore notturne il fenomeno si attenua. Tutte queste variabili comportano le variazioni di concentrazione degli inquinanti nell'ambiente urbano della Provincia di Rimini. 6

1.2 IL MONITORAGGIO DELL'ARIA L inquinamento atmosferico è causato principalmente dall immissione in atmosfera di sostanza chimiche di origine antropica, le cui le sorgenti più rilevanti sono costituite dalla produzione energia elettrica, attività industriali, trasporti. La rete di monitoraggio rappresenta la possibilità di conoscere il destino degli inquinanti emessi nell atmosfera, gli andamenti temporali, le loro concentrazioni e le tendenze oltre a comprendere la loro distribuzione sul territorio. L inquinante atmosferico è un importante fattore di rischio per la salute umana, la regione Emilia Romagna ha deciso di definire un indice di qualità dell aria IQA che rappresenti lo stato complessivo dell inquinamento atmosferico. Gli inquinanti inclusi nella definizione degli indici di qualità dell aria sono quelli che hanno effetti a breve termine (in genere di tipo cardiovascolare o respiratorio): monossido di carbonio CO biossido di azoto NO 2 ozono O 3 biossido di zolfo SO 2 particolato PM 10. Nel calcolo dell indice per l Emilia-Romagna si è deciso di includere solo il PM10, l NO 2 e l O 3 che tra gli inquinanti con effetti a breve termine sono quelli che nella nostra regione presentano le maggiori criticità. Sono stati invece esclusi il CO e l SO 2 che hanno conosciuto negli ultimi decenni una drastica diminuzione delle loro concentrazioni tanto da essere ormai stabilmente e ampiamente sotto ai limiti di legge. Inquinante Indice riferimento Valore PM10 Media giornaliera 50 μg/m 3 O 3 Valore max della media su 8 120μg/m 3 ore NO 2 Valore max orario 200μg/m 3 Tab. 1.2 Quadro normativo - limiti nazionali. 7

2. QUADRO NORMATIVO VIGENTE Il D.Lgs. n. 351/99 (recepimento della direttiva 96/62/CE) in materia di valutazione e gestione della qualità dell aria ambiente ha ridisegnato il quadro normativo a livello nazionale. Questo decreto pone le basi per il completo riordino dell intero schema legislativo sulla qualità dell aria provvedendo alla progressiva abrogazione di una serie di atti normativi ed in particolare demandando ad appositi decreti la definizione dei valori limite e delle soglie di allarme fissati in sede europea. Inoltre, esso introduce il concetto di gestione della qualità dell aria e non solo rilevamento dell inquinamento. Il decreto, infatti, fissa i criteri di base per: valutare la qualità dell aria ambiente in diverse zone di territorio; impostare le azioni atte a mantenere la qualità dell aria laddove essa è buona e migliorarla negli altri casi. Con l emanazione del D.M. 60/02 (recepimento della direttiva 1999/30/CE concernente i valori limite e di qualità nell aria ambiente per biossido di zolfo, ossidi di azoto, le particelle e il piombo e della direttiva 2000/69/CE relativa ai valori limite di qualità dell aria ambiente per il benzene ed il monossido di carbonio) e del D.Lgs. n. 183/04 (attuazione della direttiva 2002/3/CE relativa all ozono nell aria) si completa il quadro normativo. Nell ambito di tali decreti, in riferimento agli specifici parametri inquinanti, vengono stabiliti: diverse tipologie di limiti, riferiti alla protezione della salute, degli ecosistemi, della vegetazione ecc.; i termini entro i quali i limiti devono essere raggiunti e le modalità di monitoraggio del processo di raggiungimento; soglie di informazione, attenzione e allarme che, se raggiunte, prevedono interventi di informazione della popolazione. In attuazione del D.Lgs. n. 351/99 è stato successivamente emanato il DM 261/02 del 1 Ottobre 2002 Regolamento recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della qualità dell aria ambiente, i criteri per l elaborazione del piano e dei programmi di cui agli articoli 8 e 9 del decreto legislativo n. 351/99. Fornisce le direttive tecniche per la 8

valutazione preliminare della qualità dell aria, i criteri per l elaborazione dei piani o programmi per il raggiungimento dei valori limite nelle zone e negli agglomerati e le direttive sulla cui base vengono adottati i piani di mantenimento. Relativamente ai microinquinanti organici e ai metalli presenti in atmosfera è stato emanato il D. Lgs. n. 152 del 3 Agosto 2007 Attuazione della direttiva 2004/107/CE concernente l arsenico, il mercurio, il nickel e gli idrocarburi policiclici aromatici nell aria ambiente. A breve sono previste ulteriori modifiche del quadro normativo. Infatti entro il mese di maggio 2010 verrà recepita la nuova Direttiva 2008/50/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 21 maggio 2008, relativa alla qualità dell aria ambiente e per un aria più pulita in Europa. Questa ridefinisce tutto il quadro normativo relativamente al biossido di zolfo, biossido di azoto e ossidi di azoto, particolato (PM 10 e PM 2,5 ), piombo, benzene, monossido di carbonio e ozono. 9

3. LA RETE DI MONITORAGGIO DELLA PROVINCIA DI RIMINI 3.1 Tipologie di stazioni Il monitoraggio dell aria segue le linee guida della Delibera di Giunta Regionale n. 43/2004 Aggiornamento delle linee di indirizzo per l espletamento delle funzioni degli Enti locali in materia di inquinamento atmosferico, ha portato la Provincia di Rimini alla definizione della nuova linea di misura degli inquinanti (oggi ancora in evoluzione). La tipologia di ciascuna stazione si basa sulla micro localizzazione delle stazioni di monitoraggio della qualità dell aria limitatamente a quelle relative al territorio della Provincia di Rimini.: Stazioni urbane da traffico (TU) Stazioni urbane ubicate in prossimità di strade ad intenso traffico veicolare localizzate in aree con forti gradienti di concentrazioni di inquinanti. Il dato fornito dalla stazione di campionamento deve essere accompagnato dalla tipologia del traffico e dalla tipologia della strada che si vuole monitorare (strada larga, autostrada, street canyon, ecc.) al fine di normalizzare il più possibile l informazione fornita dal campionamento. Il flusso del traffico è suddiviso in tre differenti categorie: 1. largo volume traffico (veicoli giornalieri >10000), 2. medio volume di traffico (veicoli giornalieri compresi tra 2000-10000) 3. basso volume di traffico (veicoli giornalieri <2000). L area di rappresentatività deve essere di almeno 200m 2 secondo quanto stabilito per legge dal D.M. 60/2002. Le stazioni devono essere ubicate a circa 4m dal bordo stradale più vicino (ed entro i 5m dal bordo stradale se sono corredate di analizzatori per NO 2 e CO) ed almeno 25m da incroci, semafori, ecc. Stazione di fondo urbano (BU) Stazioni usate per monitorare i livelli medi di inquinamento, all interno di vaste aree urbane (tessuto urbano continuo, prevalentemente capoluoghi di regione e/o provincia), dovuti a fenomeni di trasporto provenienti dall esterno della città stessa e fenomeni prodotti all interno della città che si vuole monitorare. 10

Sono poste preferibilmente all interno di aree verdi pubbliche e aree pedonali (parchi, impianti sportivi, scuole, ecc.) non direttamente sottoposte a sorgenti di inquinamento specifiche quali il traffico veicolare e le emissioni industriali. La distanza minima della centralina da arterie stradali eventualmente presenti, con numero di veicoli giornalieri maggiore di 2500, deve essere almeno di 50 m. L area di rappresentatività deve essere individuata da un raggio compreso tra 100 m e 1 km. Stazione di fondo urbano residenziale (BU-Res) Stazioni usate per monitorare i livelli medi di inquinamento all interno di vaste aree urbane (tessuto urbano continuo) dovuti a fenomeni di trasporto provenienti dall esterno della città stessa e fenomeni prodotti all interno della città. Sono ubicate in aree urbane caratterizzate da un elevata densità abitativa di almeno 8000 ab/km², distribuzione quasi continua di abitazioni e non attraversate da strade ad elevata percorrenza. Le arterie stradali eventualmente presenti (numero di veicoli giornalieri >2500) devono essere poste ad una distanza di almeno 50 m dalla stazione di rilevamento. L area di rappresentatività è caratterizzata da un raggio compreso tra 100 m 5 km. Stazioni di fondo suburbano (BS) Stazioni usate per monitorare i livelli medi di inquinamento all interno di aree suburbane (tessuto urbano discontinuo, generalmente paesi limitrofi ai capoluoghi di provincia e/o regione) dovuti a fenomeni di trasporto provenienti dall esterno della città stessa e fenomeni prodotti all interno della città che si vuole monitorare. Poste preferibilmente all interno di aree verdi pubbliche (parchi, impianti sportivi, ecc.) e non direttamente sottoposte a sorgenti di inquinamento diretto. Le arterie stradali eventualmente presenti (numero di veicoli giornalieri > 2500) devono essere poste ad una distanza di almeno 500m. Se il numero di veicoli giornalieri < 500 la distanza deve essere compresa tra 100 m e 500 m. L area di rappresentatività è individuata da un raggio compreso tra 1 km e 5 km. Stazioni di fondo rurale (BRu) Stazioni atte a monitorare i livelli di inquinamento dovuti a fenomeni di trasporto su lungo raggio e da emissioni di inquinanti prodotti all interno della regione stessa. Le stazioni sono poste all esterno delle maggiori città e insediamenti, in aree prevalentemente rurali/agricole maggiormente soggette ad inquinamento da ozono e non situate all interno di un agglomerato, sottovento rispetto alla direzione del campo di vento più probabile e non nelle immediate vicinanze dell area di massima 11

emissione di inquinanti. L area di rappresentatività è caratterizzata da un raggio di almeno 5 km. Stazione di fondo remoto (BRe) Stazioni atte a monitorare i livelli di fondo degli inquinanti risultanti da sorgenti naturali e fenomeni di trasporto sul lungo raggio. Caratterizzate da un area di rappresentatività di almeno 1000 km 2 (r 18 km) e posizionate in aree naturali (ecosistemi naturali, foreste) a grande distanza da aree urbane ed industriali e distanti dall influenza delle emissioni locali. Devono essere evitate le zone soggette ad un locale aumento delle condizioni di inversione termica al suolo, nonché la sommità delle montagne. Sono sconsigliate le zone costiere caratterizzate da evidenti cicli di vento diurni a carattere locale. La scelta deve ricadere prevalentemente su terreni ondulati o, qualora questi siano di difficile reperibilità, le valli caratterizzate da deboli fenomeni di inversione termica al suolo. Ovviamente queste centraline sono localizzate sul territorio in funzione della zonizzazione adottata in ottemperanza al D.Lgs n. 351/99. 12

3.2 La rete di monitoraggio in Provincia di Rimini Partendo dai presupposti sopra richiamati, la revisione della rete della provincia di Rimini ha permesso di mantenere tre delle quattro postazioni storiche di misura e al contempo di pianificare il posizionamento di altre tre postazioni. In particolare, delle tre postazioni esistenti, per Parco Marecchia è stato previsto un leggero spostamento nella posizione diametralmente opposta rispetto al campo di calcio nei pressi del quale è attualmente installata. Quindi la centralina rimarrà sempre all interno del parco XXV Aprile ad una distanza di circa 300 metri rispetto alla posizione attuale. Questa scelta permette il mantenimento della serie storica dei dati rilevati. Lo spostamento è stato previsto in esito ad una richiesta di messa in sicurezza degli argini del fiume e della centralina, già avanzata nel 1988 da parte del Servizio Tecnico dei Bacini Conca e Marecchia (ex Genio Civile). Nella figura (fig. 3.2.1)successiva viene riportata la distribuzione aggiornata delle postazioni di misura della rete regionale sul nostro territorio provinciale. Fig. 3.2.1 - Distribuzione sul territorio provinciale delle postazioni di misura fisse della futura rete regionale. Per un maggior dettaglio del Comune di Rimini, vedasi la carta riportata in Allegato 1. Per quanto riguarda la configurazione della nuova rete, considerate anche le scelte di ottimizzazione sui CO e BTX relative alla stazioni non direttamente interessate dal traffico precedentemente richiamate, qui di seguito viene riportata la configurazione finale che viene prevista per la rete provinciale di Rimini. 13

Tab. 3.2.2 - Rete provinciale di monitoraggio della qualità dell aria. Inquinanti monitorati ZONA/ NOME PARAMETRI RILEVATI COMUNE AGGL0MERAT TIPOLOGIA STAZIONE O PM 10 PM 2,5 NO x CO O 3 BTX SO 2 Meteo Traff. Fondo Parco RIMINI R 13 Urbano (BU) Marecchia x x x x (Ex. Tipo A) RIMINI RIMINI S. CLEMENTE VERUCCHI O Via Abete Via Flaminia R 13 R 13 S. Clemente A Verucchio MONDAINO Mondaino B A Fondo Urbano Residenz.(Bu-Res) (Ex. Tipo B) x Traffico Urbano (TU) (Ex. Tipo C) x x x x Fondo Rurale (BRu) x x x x Fondo Suburbano (BS) x x x Fondo Remoto (BRe) x x x / Laboratorio Mobile / / x x x x x x x In funzione di quanto contenuto nella tabella sopra riportata, le attuali stazioni della rete che rimarranno attive anche nella nuova configurazione (Via Flaminia, Via Abete e Parco Marecchia) possono essere identificate secondo entrambe le tipologie, sia quella basata sulla precedente classificazione, sia quella basata sulla nuova classificazione. Quindi nel capitolo successivo del presente report, dedicato alla valutazione dei dati annuali, per queste centraline la tipologia di appartenenza può essere letta indifferentemente. In allegato 2 è riportata la documentazione fotografica relativa a una stazione tipo della Provincia di Rimini, mentre nell allegato 3 sono riportate le schede anagrafiche delle singole stazioni di monitoraggio. 14

4. INQUINANTI MONITORATI 4.1 Caratteristiche chimiche Monossido di carbonio (CO) Caratteristiche principali: è un gas inodore, insapore ed incolore, poco solubile in acqua, che si produce nelle reazioni di combustione in difetto di ossigeno dei composti contenenti carbonio. La principale sorgente antropogenica in ambito urbano è la combustione della benzina quando nel motore non si ottiene la condizione ottimale per la completa ossidazione del carbonio, ovvero per il CO le massime emissioni si verificano in condizioni di minimo del motore, in decelerazione e in fase di avviamento a freddo ( a differenza degli ossidi di azoto). Benzene C 6 H 6 Caratteristiche principali: è il composto organico aromatico più semplice. Si presenta liquido, incolore, volatile a temperatura ambiente, odore pungente. La presenza di questo inquinante in atmosfera è dovuta quasi esclusivamente alle attività umane, di cui il principale è il traffico cittadino, in quanto i motori a scoppio a benzina utilizzano benzene come antidetonante. Dal 1998 per ridurre l emissioni in atmosfera la concentrazione di benzene non supera l 1% in volume, ma ciò deve essere integrata da una marmitta catalitica al fine di intrappolare il composto organico anche nella fase di incompleta combustione. NO monossido di azoto -NO 2 biossido di azoto -NO X ossido di azoto Caratteristiche principali: il biossido di azoto è un inquinante secondario che viene prodotto da una complessa serie di reazioni chimiche che coinvolgono anche l ozono. Dal punto di vista ambientale, assorbe la radiazione solare influenzando la trasparenza e la visibilità atmosferica, determina il potere ossidante dell atmosfera e gioca una funzione chiave nel determinare la concentrazione di O 3. La concentrazione di NO 2 dipende dalla velocità di immissione di NO 2 e dal reagente NO, dalla velocità di conversione di NO in NO 2 ; di NO 2 in NO 3 e dalla meteorologia. Gli ossidi di azoto sono presenti nei gas di scarico delle automobili: la concentrazione di NO x negli scarichi è maggiore in condizioni di traffico veloce e alto numero di giri del motore. 15

Smog fotochimico: è un particolare inquinamento dell'aria che si produce nelle giornate caratterizzate da condizioni meteorologiche di stabilità e di forte insolazione. Gli ossidi di azoto NO x e i composti organici emessi nell'atmosfera da molti processi naturali od antropogenici, vanno incontro ad un complesso sistema di reazioni fotochimiche indotte dalla luce ultravioletta presente nei raggi solari. Il tutto porta alla formazione di ozono O 3, perossiacetil nitrato (PAN), aldeidi e altro. L' insieme di tali inquinanti secondari vengono indicati come smog fotochimico perchè generati da reazioni catalizzate dalla luce e costituiscono la componente principale dello smog che affligge molte città ed aree industrializzate. Ozono O 3 Caratteristiche principali:è un gas tossico di colore bluastro, costituito da molecole instabili formate da tre atomi di ossigeno queste scindono facilmente liberando O 2 ed un atomo di ossigeno reattivo. Per queste sue caratteristiche l'ozono è un energico ossidante. Viene prodotto nel corso di varie reazioni chimiche in presenza di luce a partire da inquinanti primari in particolare dal biossido di azoto (smog fotochimico). Nella troposfera è presente in modeste quantità e rappresenta un inquinante secondario insidioso. PM 10 Caratteristiche principali: il particolato è costituito da particelle sospese allo stato solido o liquido che, a causa delle loro piccole dimensioni, restano sospese in atmosfera per tempi più o meno lunghi. Esso è costituito da diverse sostanze: sabbia, ceneri, polveri, composti metallici, sostanze naturali e artificiali ( carbonio o piombo). In base alla natura e alle dimensioni delle particelle possiamo distinguere gli aerosol, le foschie, le esalazioni, il fumo, le polveri,le sabbie Dal punto di vista ambientale e sanitario vengono analizzate le polveri PM 10 che rappresentano il particolato che a un diametro inferiore o uguale a 10 micron; esse risultano inalabili (dal naso alla laringe), poiché in grado di penetrare il tratto superiore dell'apparato respiratorio ed in parte toraciche in quanto sono in grado di raggiungere i polmoni. Le polveri PM 2.5 rappresentano il particolato con un diametro inferiore o uguale a 2.5 micron; esse vengono definite respirabili ovvero possono penetrare nel tratto inferiore dell'apparato respiratorio( dalla trachea fino agli alveoli polmonari). 16

4.2 Metodi di analisi degli inquinanti monitorati Monossido di carbonio CO L aria campionata viene inviata di continuo in un sistema di campionamento in uno spettrometro NDIR, ovvero viene misurato l assorbimento del CO a 4.7 μm usando due raggi IR paralleli che attraversano la cella del campione e la cella di riferimento per arrivare ad un rivelatore selettivo. Il segnale del rilevatore viene trasmesso ad un amplificatore. La tecnica di misura a correlazione di filtro gassoso (GFC) si basa sul confronto tra la struttura dello spettro di assorbimento infrarosso di un gas altamente concentrato di CO rispetto il campione analizzato. La radiazione infrarossa proveniente dalla sorgente viene interrotta da un filtro gassoso a rotazione, che alterna CO e N 2 ; passa tra il filtro interferenziale a banda stretta ed entra nella cella ottica a passo multiplo, in cui avviene l assorbimento da parte del campione e viene misurata da un apposito rivelatore. Il filtro del gas CO produce un raggio di riferimento che non può essere attenuato nella cella, mentre N 2 del filtro è trasparente alla radiazione IR e può essere assorbito dal CO presente nella cella. Gli altri gas non causano modulazione del segnale in quanto assorbono in egual misura il raggio di riferimento e quello di misura, perciò questa tecnica è sensibile solo al CO. Limite rilevabilità 20 ppb, sensibilità fondo scala fino a 1 ppm, interferenze H 2 O- CO 2 - Idrocarburi- Polveri eliminazione con filtri ed essiccanti. Benzene C 6 H 6 La determinazione delle concentrazioni di Benzene, Toluene e Xilene (BTX) in aria ambiente è basata sulla tecnica gascromatografica. Il campione (volume variabile da 18.5 a 185 ml pre-concentrazione dei composti aromatici), viene aspirato attraverso la trappola di arricchimento a temperatura ambiente. I composti di interesse analitico vengono adsorbiti sulla trappola. Segue l analisi gascromatografica, in cui l introduzione del campione viene effettuata con due colonne in serie. Quando i BTX entrano nella colonna analitica, la pre-colonna viene esclusa e lavata in contro corrente per eluire allo scarico i componenti più pesanti. Dalla colonna analitica, gli aromatici BTX vengono eluiti nel rilevatore PID collegato all uscita della colonna analitica. Il gas di trasporto (azoto) fluisce attraverso la camera di ionizzazione da una lampada UV che emette fotoni ad una definita energia. La presenza di un componente separato dalla colonna cromatografica, avente potenziale di ionizzazione inferiore o uguale all energia dei fotoni emessi dalla lampada, dà luogo 17

al processo di ionizzazione che genera una corrente ionica proporzionale alla concentrazione del componente ricercato. Il sistema per essere pronto al ciclo successivo, esegue dopo la fase di adsorbimento, un riscaldamento fino a 180 C della trappola di arricchimento per consentirne la purificazione, poi viene raffreddata a temperatura ambiente. NO monossido di azoto -NO 2 biossido di azoto -NO X ossido di azoto La misura di NO e di NO 2 si basa sul principio della chemiluminescenza (emissione). Nell analizzatore l aria viene inviata di continuo in una camera di reazione dove è miscelata con un eccesso di ozono per la sola determinazione di NO. La radiazione emessa, proporzionale alla concentrazione di NO presente nell aria campionata è filtrata da un filtro ottico selettivo e convertita in segnale elettrico da un tubo fotomoltiplicatore. Per la determinazione della quantità di NO 2 deve essere trasformato in ossido di azoto (ridotto a NO), per poter essere misurato con questa tecnica. Per convertire l NO 2 in NO si impiega un convertitore al molibdeno riscaldato a 325 C, per cui quando la chemiluminescenza misurata nella camera di reazione rappresenta la concentrazione di NO X. La quantità di NO 2 è calcolata per differenza delle due specie. Il segnale elettrico è proporzionale alla concentrazione se vi è un eccesso di O 3 ed una buona efficienza di conversione. Ozono O 3 L aria campionata viene inviata di continuo in una cella di assorbimento ottico dove è irradiata da una radiazione monocromatica centrata a 253.7 nm ottenuta da una lampada a vapori di mercurio a bassa pressione stabilizzata. La radiazione UV che passa attraverso la cella di assorbimento è misurata da un detector costituito da un fotodiodo sensibile o da fotomoltiplicatore ed è convertita in segnale elettrico. L assorbimento della radiazione da parte del campione è una misura della concentrazione di ozono nell aria nell ambiente. E importante rimuovere il particolato perché potrebbe adsorbire in parte l ozono dal campione, il cammino del campione deve essere più corto possibile per minimizzare il tempo di residenza del gas nell analizzatore e tutte le connessioni e la cella di assorbimento devono essere rivestite di materiale inerte all ozono (teflon). 18

PM 10 Lo strumento campiona il particolato in sospensione attraverso la testa di prelievo con frazionatore granulometrico, a portata volumetrica costante, il cui valore deve essere impostato in funzione delle caratteristiche della testa e del taglio granulometrico. Il prelievo di tutto il campione di materiale particellare è accumulato su una singola membrana e su questa viene eseguita la misura di massa. Attraverso un sistema meccanico il filtro di fine giornata viene spostato e sostituito automaticamente da un filtro vergine. Durante il tempo di misura di ogni membrana, è attivo il campionamento sulla membrana successiva. La misura di massa viene effettuata attraverso il metodo di una sorgente attenuazione beta utilizzando una sorgente di C 14 a bassa attività inferiore 100 micro curie. Lo strumento viene calibrato con membrane a peso noto. 19

5. ANDAMENTO DEGLI INQUINANTI NELLE DIVERSE STAZIONI 5.1 Valutazioni dei dati annuali 2008 Nei prossimi paragrafi i dati di concentrazione di tutti gli inquinanti sono riferiti alla pressione di 101,3 kpa e alla temperatura di 293 K, mentre la concentrazione del PM 10 e PM 2,5 è espressa in peso contro volume campionato tal quale. I valori medi per i singoli parametri sono stati calcolati sui valori rilevati, indipendentemente dai limiti di rilevabilità caratteristici di ogni singolo strumento. 5.2 Biossido di azoto (NO 2 ) Siti di misura. Le stazioni della rete provinciale dotate di analizzatori automatici per gli ossidi di azoto durante il 2008 inizialmente erano tre: Parco Marecchia, Via Flaminia e Via Abete. Conseguentemente al processo di ristrutturazione della RRQA durante il 2007 e 2008 sono stati installati altri due analizzatori di ossidi di azoto presso le stazioni San Clemente e Verucchio. Questi forniscono dati validi rispettivamente dal 30/01/2008 e dal 23/09/2008. Biossido di azoto (NO 2 ) Parametri legislativi Il D.M. 60/02 prevede un valore limite orario per la protezione della salute umana, un valore limite annuale per la protezione della salute umana e un valore limite annuale per la protezione della vegetazione. Nella tabella e nei grafici successivi (tab. 5.2.1 e fig. 5.2.2.) sono riportati i valori limite, i relativi margini di tolleranza e le soglie di allarme previste per il biossido di azoto. Tab. 5.2.1 - NO 2 Parametri richiesti dal D.M. 60/02 Anno 2008 Anno 2010 Parametri richiesti Valore limite orario, come NO 2, per la protezione della salute umana (da 220 µg/m 3 200 µg/m 3 non superare più di diciotto volte per anno civile) Valore limite annuale, come NO 2, per la protezione della salute umana 44 µg/m 3 40 µg/m 3 Soglia di allarme, 400 [µg /m 3 ] come NO 2 (valore misurato per tre ore consecutive in una area di almeno 100 km 2 oppure in una intera zona o un intero agglomerato) 20

Nei grafici successivi (fig.5.2.2) vengono riportati i valori delle medie orarie rilevate nelle centraline della rete provinciale. Andamento medie orarie NO 2 Stazione Abete Andamento medie orarie NO 2 Stazione Flaminia 250 250 200 Valore limite 200 Valore limite 150 150 [µg/m3] [µg/m3] 100 100 50 50 0 gen-08 feb-08 mar-08 apr-08 mag-08 giu-08 lug-08 ago-08 set-08 ott-08 nov-08 dic-08 Anno 2008 0 gen-08 feb-08 mar-08 apr-08 mag-08 giu-08 lug-08 ago-08 set-08 ott-08 nov-08 dic-08 Anno 2008 Fig. 5.2.2.a Andamento valori orari 2008 Fig. 5.2.2.b - Andamento valori orari 2008 Andamento medie orarie NO 2 Stazione Marecchia Andamento medie orarie NO 2 Stazione San Clemente 250 250 200 Valore limite 200 Valore limite 150 150 [µg/m3] [µg/m3]] 100 100 50 50 0 gen-08 feb-08 mar-08 apr-08 mag-08 giu-08 lug-08 ago-08 set-08 ott-08 nov-08 dic-08 Anno 2008 0 gen-08 feb-08 mar-08 apr-08 mag-08 giu-08 lug-08 ago-08 set-08 ott-08 nov-08 dic-08 Anno 2007 Fig. 5.2.2.c Andamento valori orari 2008 Fig. 5.2.2.d - Andamento valori orari 2008 250 Andamento medie orarie NO 2 Stazione Verucchio 200 Valore limite 150 [µg/m3]] 100 50 0 gen-08 feb-08 mar-08 apr-08 mag-08 giu-08 lug-08 ago-08 set-08 ott-08 nov-08 dic-08 Anno 2007 Fig. 5.2.2.e.- Andamento valori orari 2008 21

Nella successiva tabella (tab. 5.2.3) sono riportate le concentrazioni medie mensili rilevate nelle cinque stazioni. ABETE FLAMINIA MARECCHIA S. CLEMENTE VERUCCHIO Media NO 2 Media NO 2 Media NO 2 Media NO 2 (µg/m 3 ) (µg/m 3 ) (µg/m 3 ) (µg/m 3 ) Media NO 2 (µg/m 3 ) Gennaio 58 70 41 * * Febbraio 60 72 37 22 * Marzo 45 59 31 * * Aprile 55 60 26 * * Maggio 52 62 21 38 * Giugno 50 59 20 36 * Luglio 40 54 21 22 * Agosto 39 57 21 26 * Settembre 42 60 22 * * Ottobre 43 * 38 30 9 Novembre 42 68 35 47 12 Dicembre 52 79 43 69 21 Tab. 5.2.3 - Medie mensili 2008 Concentrazione NO 2 * Le medie mensili vengono ricavate considerando solo i mesi con percentuale di dati validi superiori all 85% Nella stazione Flaminia, le concentrazioni si mantengono costantemente più elevate durante tutto l anno, in considerazione che risulta la centralina in prossimità di una importante arteria di traffico di Rimini e immersa in un contesto urbano importante. Dalla tab. 5.2.2 è possibile notare che nella stazione di via Abete si sono verificati due sforamenti del limite previsto 2010 (valore limite orario di 200 µg/m 3 ) nel periodo maggio e luglio così come nella stazione del Parco Marecchia si è verificato un anomalo sforamento nei primi giorni di gennaio. Si osserva che nelle stazioni mediamente, esclusa Flaminia, i valori mensili più alti si registrano in genere nei mesi invernali, quando probabilmente l'altezza di rimescolamento risulta bassa. Occorre precisare che l andamento della stazione di San Clemente mostra degli sforamenti, tuttavia l installazione di questo punto di indagine è nuovo per l anno 2008 per cui è difficile dare una giusta interpretazione. 22

Andamento medie mensili Anno 2008 90 80 70 60 µg/m 3 50 40 30 20 10 0 Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre ABETE FLAMINIA MARECCHIA SAN CLEMENTE VERUCCHIO Tab. 5.2.4 Andamento medio mensile. 23

5.3 Andamento NO 2 nelle stazioni Flaminia-Marecchia-Abete NO 2: serie storiche della concentrazione media annuale (in µg/m 3 ) 80 70 Valore limite annuale per la protezione della salute umana 60 Concentrazione NO 2 (µg/m 3 ) 50 40 30 20 10 0 2004 2005 2006 2007 2008 Abete 31 33 51 49 48 Flaminia 64 61 65 68 64 Marecchia 36 37 40 41 30 S. Clemente 34 Tab. 5.3.1 Andamento medie annuali stazioni. Dalla tab. 5.3.1 è possibile evidenziare come il monitoraggio di NO 2 nella stazione di via Flaminia sia costantemente più alto per tutto l'anno solare rispetto alle altre stazioni. Rispetto al valore limite per la protezione della salute umana, Flaminia risulta sempre al di sopra di tale limite ed in ogni caso superiori al valore limite previsto per il 2010. Si rileva una certa tendenza all innalzamento della concentrazione media annuale anche per le altre stazioni posizionate nell agglomerato che ha portato al superamento del valore limite anche per Via Abete e in qualche annualità anche per Parco Marecchia. I dati rilevati evidenziano come negli ultimi cinque anni i valori medi misurati non abbiano subito sostanziali modifiche, restando costantemente e anche abbondantemente sopra i 40 µg/m 3, valore limite della protezione della salute umana al 2010. Occorre osservare che in base alle norme sul monitoraggio ambientale è opportuno valutare anche gli NOx, considerata la somma di NO 2 e NO misurati. Lo stesso decreto prevede che i punti di campionamento (stazioni) destinati alla misura di questo dato siano ubicati a più di 20 Km dagli agglomerati o a più di 5 Km da aree edificate, impianti industriali e autostrade. La configurazione attuale della rete di monitoraggio della provincia di Rimini non ha una stazione con queste caratteristiche ma nel progetto di ristrutturazione della rete regionale è prevista l implementazione anche di questa tipologia di sito di campionamento (Mondaino). Il D.M. 60/02 prevede un valore limite per la protezione della vegetazione relativamente agli Ossidi di Azoto. Nella tabella successiva (tab. 5.3.2) è riportato il valore limite e la sua data di applicazione. 24

Parametri richiesti Dal 19/07/2001 Valore limite annuale per protezione della vegetazione 30 [µg /m 3 ] come NO x Tab. 5.3.2 - NO x Parametri richiesti dal DM 60/02. NOx - ABETE Valori orari NOx - FLAMINIA Valori orari 800 700 Valore limite media annuale Media annuale 800 700 Valore limite media annuale Media annuale 600 600 500 500 ug/m3 400 ug/m3 400 300 300 200 200 100 100 0 gen-08 feb-08 mar-08 apr-08 mag-08 giu-08 lug-08 set-08 ott-08 nov-08 dic-08 Anno 2007 0 gen-08 feb-08 mar-08 apr-08 mag-08 giu-08 lug-08 set-08 ott-08 nov-08 dic-08 Anno 2007 Fig. 5.3.3.a Valori orari, media annuale e limite della media Fig. 5.3.3.b Valori orari, media annuale e limite della media NOx - MARECCHIA Valori orari NOx - SAN CLEMENTE Valori orari 800 700 Valore limite media annuale Media annuale 800 700 Valore limite media annuale Media annuale 600 600 500 500 ug/m3 400 ug/m3 400 300 300 200 200 100 100 0 0 gen-08 feb-08 mar-08 apr-08 mag-08 giu-08 lug-08 set-08 ott-08 nov-08 dic-08 gen-08 feb-08 mar-08 apr-08 mag-08 giu-08 lug-08 set-08 ott-08 nov-08 dic-08 Anno 2007 Anno 2007 Fig. 5.3.3.c Valori orari, media annuale e limite della media Fig. 5.3.3.d Valori orari, media annuale e limite della media NOx - VERUCCHIO Valori orari 800 700 Valore limite media annuale Media annuale 600 500 ug/m3 400 300 200 100 0 gen-08 feb-08 mar-08 apr-08 mag-08 giu-08 lug-08 set-08 ott-08 nov-08 dic-08 Anno 2007 Fig. 5.3.3.e Valori orari, media annuale e limite della media Tab. 5.3.3 - NO x Valori medi annuali 2008. + Attraverso i dati forniti dalle centraline è possibile rilevare come le concentrazioni dei valori medi annuali, si può notare che tutte le stazioni risultano al di sopra del limite prefissato dalla norma, per cui è evidente una condizione di accumulo di questo inquinante. 25

5.4 Monossido di Carbonio (CO) Siti di misura. Le stazioni della rete provinciale dotate di analizzatori automatici per il monossido di carbonio durante il 2008 inizialmente erano tre: Parco Marecchia, Via Flaminia, Via Abete. Dal mese di maggio, in seguito al processo di ristrutturazione della rete regionale di monitoraggio della qualità dell aria, è rimasto attivo esclusivamente l analizzatore di monossido di carbonio installato presso la stazione Via Flaminia. Monossido di carbonio - Parametri legislativi Il D.M. 60/02 prevede un valore limite per la protezione della salute umana che doveva essere raggiunto già a partire dal 1 gennaio 2005. Nella tabella successiva (Tab. 5.4.1) è riportato il valore limite e la data di applicazione. Tab. 5.4.1 CO Parametri richiesti dal D.M. 60/02 Parametri richiesti Dal 01/01/2005 Valore limite per la protezione della salute umana come media massima giornaliera su 8 ore (media mobile) 10 mg/m 3 Nella figura successiva viene riportato l andamento delle concentrazioni del monossido di carbonio, ove non si è mai registrato il superamento del valore limite e i valori registrati risultano sempre molto inferiori al valore previsto. 26

CO (Monossido di carbonio) - FLAMINIA mg/m3 2,5 2 Conc. (mg/m3) 1,5 1 0,5 0 01/01/2008 15/01/2008 29/01/2008 12/02/2008 26/02/2008 11/03/2008 25/03/2008 08/04/2008 22/04/2008 06/05/2008 20/05/2008 03/06/2008 17/06/2008 01/07/2008 15/07/2008 29/07/2008 12/08/2008 26/08/2008 09/09/2008 23/09/2008 07/10/2008 21/10/2008 04/11/2008 18/11/2008 02/12/2008 16/12/2008 30/12/2008 data CO (Monossido di carbonio) - FLAMINIA mg/m3 Tab. 5.4.2 CO andamento 2008. 27

5.5 Andamento CO nelle stazioni Flaminia-Marecchia-Abete Il D.M. 60/02 prevede un valore limite per la protezione della salute umana che doveva essere raggiunto già a partire dal 1 gennaio 2005. Nella tabella successiva (tab. 5.5.1) è riportato il valore limite e la data di applicazione. Tab. 5.5.1 CO Parametri richiesti dal D.M. 60/02 Parametri richiesti Dal 01/01/2005 Valore limite per la protezione della salute umana come media massima giornaliera su 8 ore (media mobile) 10 mg/m 3 Nella figura successiva (fig. 5.5.2) vengono riportati i valori massimi giornalieri delle medie mobili sulle otto ore rilevate nelle centraline della rete provinciale. In nessuna stazione si è registrato il superamento del valore limite e i valori registrati risultano sempre molto inferiori a al valore previsto. Andamento CO Flaminia-Abete-Marecchia 3 2,5 2 Conc. (mg/m3) 1,5 1 0,5 0 01/01/2007 15/01/2007 29/01/2007 12/02/2007 26/02/2007 12/03/2007 26/03/2007 09/04/2007 23/04/2007 07/05/2007 21/05/2007 04/06/2007 18/06/2007 02/07/2007 16/07/2007 30/07/2007 13/08/2007 27/08/2007 10/09/2007 24/09/2007 08/10/2007 22/10/2007 05/11/2007 19/11/2007 03/12/2007 17/12/2007 31/12/2007 date CO (Monossido di carbonio) - FLAMINIA mg/m3 CO (Monossido di carbonio) - ABETE mg/m3 CO (Monossido di carbonio) - MARECCHIA mg/m3 Fig. 5.5.2 Andamento annuale CO nelle stazioni Flaminia-Marecchia-Abete 28