Rassegna stampa. #Fattore K passa il messaggio



Documenti analoghi
GRUPPI DI INCONTRO per GENITORI

YouLove Educazione sessuale 2.0

Da dove nasce l idea dei video

Progetto educativo per bambini 2014 I NUOVI MEZZI EDUCATIVI I MASS-MEDIA: CONOSCIAMO BENE IL LORO OPERARE NELLA NOSTRA SOCIETA?

AIRC CAMPAGNA CONTRO IL CANCRO, IO CI SONO.

Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, aprile

Manifesto TIDE per un Educazione allo Sviluppo accessibile

EDUCAZIONE ALLA LEGALITÀ a.s. 2013/2014

Accogliere e trattenere i volontari in associazione. Daniela Caretto Lecce, aprile

Questionario conoscitivo ALSO

Corso ECM La medicina umanistica e narrativa (Roma, marzo 2015 I edizione)

LA RETE ONCOLOGICA LAZIALE

Nell ambito del progetto ECM Sinergie è in grado di offrire un intervento di formazione per medici di medicina generale e specialisti:

Relazione attività esercizio 2012

Proposta di intervento rieducativo con donne operate al seno attraverso il sistema BIODANZA

Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale - Mammella

PROMUOVERSI MEDIANTE INTERNET di Riccardo Polesel. 1. Promuovere il vostro business: scrivere e gestire i contenuti online» 15

L accompagnamento alla morte: la morte nella società moderna. Agenzia Formativa del Comune di Gorgonzola CORSO A.S.A. 2009

LA RETE LOCALE PER LE VITTIME DI VIOLENZA

EDUCAZIONE AMBIENTALE NEI PARCHI DEL LAZIO

I sentimenti causati da perdita e separazione. Dr.ssa Barbara Ottaviani

SOMMARIO TESTATA DATA LETTORI. Agenzie. Quotidiani. Web TOTALE ANSA 10/10/2011 per staff editoriale

know it! do it! IL NOSTRO TEAM

PROGETTO SCUOLA 150 anni Grande Italia

FILE. Esperienza nella Formazione. Fondazione FILE - Firenze

PLIDA Progetto Lingua Italiana Dante Alighieri Certificazione di competenza in lingua italiana

la comunicazione della diagnosi al malato di Alzheimer

1 LA GESTIONE INTEGRATA LA GESTIONE ATTUALE

LA TERAPIA DELLA RICONCILIAZIONE

Le storie sociali. Francesca Vinai e Clea Terzuolo

CHE COS E L AUTO MUTUO AIUTO

Giuseppe Cisari Professional coach

Alessandro Ricci Psicologo Psicoterapeuta Università Salesiana di Roma

I principi di Anffas Onlus sul tema della presa in carico precoce Michele Imperiali comitato tecnico anffas onlus

Calendario. di Padì - Parole Discrete A.R.T Il 2011 è l Anno Europeo del Volontariato. Scopriamo insieme quanto è bello essere volontari!

PROGETTO INCREASING EUROPEAN CITIZENSHIP ICE (MIGLIORARE LA CITTADINANZA EUROPEA)

Siamo un cambiamento in cammino

Chi sono. Progettista di Formazione. Giudice di Gara dal Giudice di Partenza Nazionale dal 1981

LABORATORIO PERMANENTE di NARRAZIONE AUTOBIOGRAFICA NEFROLOGIA E DIALISI PERITONEALE OSPEDALE SAN PAOLO SAVONA ASL2

LO SAPEVI? Le cure al malato inguaribile e il supporto alla sua famiglia sono un diritto e sono gratuite. Federazione Cure Palliative Onlus

RUOLO E PROBLEMATICHE DEL CAREGIVER NELLA DEMENZA

E nato per dare un impronta educativa/pastorale agli Oratori. Anno 2001

Convegno: La Sclerosi sistemica Progressiva I progressi diagnostici e terapeutici nel 2016

30 anni di HIV/AIDS. La parola delle persone con HIV. A cura di NPS Emilia Romagna Onlus

Università per Stranieri di Siena Livello A1

Il programma si compone di due ricerche internazionali sulle valutazioni legate all assistenza degli individui affetti da tali patologie.

LA FORMULA. TERZA PARTE: DOVE TROVARLI Indirizzi e recapiti per viaggiare sicuri. I QUADERNI SI ARTICOLANO IN TRE PARTI:

Dalla comunicazione alla Famiglia al prelievo in sala operatoria. Annarosa Saviozzi

L arte dell assistere per accompagnare: Il bisogno dei Pazienti

domenica 24 febbraio 13 Farra, 24 febbraio 2013

LO SAPEVI? Le cure al malato inguaribile e il supporto alla sua famiglia sono un diritto e sono gratuite. Federazione Cure Palliative Onlus

L.I.L.T. Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori Sezione Provinciale di Bologna

Quale futuro per il Welfare locale? 15 novembre 2013

STRUMENTO EDUCATIVO PER PAZIENTI CHE ASSUMONO FARMACI CHEMIOTERAPICI ORALI

Studio di ricerca clinica sul dolore da endometriosi. Il dolore che Lei sente è reale... anche se gli altri non possono vederlo.

IL COLLOQUIO DI COUNSELING

Accettazione della malattia diabetica e la famiglia. Dott.ssa Annalisa Tintori Psicologa

ANALISI DEI SERVIZI DI ASSISTENZA DOMICILIARE FORNITI AI PAZIENTI CON MALATTIA DI HUNTINGTON (ASADMDH)

La rete per la promozione della salute in Lombardia

Fondamenti e tecniche di comunicazione verbale

La comunicazione medico-paziente

I colloqui scuola-famiglia: le basi per una comunicazione efficace Dott.ssa Claudia Trombetta Psicologa e psicoterapeuta claudia.trombetta@ .

Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale.

INFERMIERE E PERCORSO FORMATIVO Storia, prospettive e metodi. Busca, 14 dicembre 2006 Ivana Tallone

Apriamo gli occhi sul mondo dei bambini. Per una nuova cultura della disabilità.

20 GENNAIO 2011 SCHEMA DELLA RELAZIONE DEL

ROMA - Si è tenuta questa mattina, negli studi Rai, la conferenza stampa di Braccialetti rossi, la nuova fiction di Rai Uno che andrà in onda da

Esercitazioni: guida alla conduzione

Rapporto di indagine con interviste ai volontari delle associazioni partecipanti a Riguardiamoci il Cuore 2011

!!"#$%&'"()!*"(+",'-./0-'"1%'.2-32$4/"5627'0-2"89:3$;.2"<=/32$42>"

Che cosa è l Affidamento?

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Istituto Comprensivo Statale «Gobetti» Via Tintoretto Trezzano Sul Naviglio

Luca Pianigiani (Coordinatore del Centro di Ascolto Regionale RT) Edi Santinelli (Refente Unico Aziendale

Counseling Breve. Rivolto agli infermieri

I MOMENTI DI CURA: SOLO SODDISFAZIONE DI BISOGNI DI ACCUDIMENTO FISICO?

La mediazione sociale di comunità

Un lascito alla Fondazione Salesi

Rimini Fiera 7-10 novembre 07 ECOMONDO

dal dentista senza paura

Avvicinare i giovani allo Sport fa bene all Impresa

MI ASCOLTO, TI ASCOLTO... CI ASCOLTIAMO.

DOLORE CRONICO E PERCORSI ASSISTENZIALI QUESTIONARIO RIVOLTO AI PAZIENTI CON PATOLOGIA CRONICA


QUALITÀ E SICUREZZA PER I NOSTRI PAZIENTI

Bocca e Cuore ooklets

Maria Anna Conte Hospice Il gabbiano San Vito al Tagliamento Rete cure palliative provincia di Pordenone

Percezione della sicurezza sul lavoro in Toscana: il caso dei lavoratori immigrati nel settore agro-boschivo - ANOLF/CISL FOCUS GROUP

Informazione per pazienti. Il Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) per tumore alla mammella

UN FARO A SALVAGUARDIA DELL INFANZIA (Diritti dell infanzia e dell adolescenza)

ASSOCIAZIONE GRUPPO VOLONTARI UNITI E SOLIDALI PER CONVIVERE CON IL PARKINSON - ONLUS GR.VOL.PARK. - ONLUS

Orientamento in uscita - Università

Il costo di partecipazione agli incontri di gruppo è di 10 a persona, per far fronte alle spese di gestione.

1. Presentazione del programma. 3. Metodologia didattica e contenuti. 4. L organizzazione della lezione in aula sincrona

Corso di Aggiornamento Obbligatorio per Medici di Medicina Generale Le Cure Palliative in Medicina Generale L etica dell accompagnamento

Le funzioni educative del consultorio familiare

centro servizi per la famiglia Mediazione Familiare e Laboratori Espressivi.

ANTEA ASSOCIAZIONE: le cure palliative a sostegno del malato oncologico anziano. Dott.ssa Chiara Mastroianni Infermiera Presidente Antea Formad

ALLINEARSI: IL DRIVER PER UNA INNOVAZIONE DI SUCCESSO!

Figure professionali «Mobilità sostenibile» COMUNICATORE AMBIENTALE. GREEN JOBS Formazione e Orientamento

Transcript:

Rassegna stampa #Fattore K passa il messaggio

https://www.youtube.com/watch?v=jfdrjw-ljp4

Medici a lezione di comunicazione Dieci regole che ogni oncologo dovrebbe tenere a mente prima di parlare con un paziente e dare una diagnosi di tumore. Le hanno stilate professionisti e pazienti dell'ospedale Businco di Cagliari Tiziana Moriconi La comunicazione è la prima medicina. Lo affermano con forza gli oncologi, gli infermieri e i pazienti dell Ospedale Businco di Cagliari che hanno realizzato lo spot della campagna #FattoreK-Passa il messaggio sostenuto da Sardegna Medicina e dal Gruppo Abbracciamo un sogno. E che hanno anche stilato un decalogo della buona comunicazione, con le regole che ogni medico dovrebbe tenere presenti prima di dare una diagnosi di tumore. Il Manifesto della comunicazione - dieci strumenti per comunicare una diagnosi di cancro: 1) Comunicazione su misura Non può esistere una regola valida per tutti, indistintamente. Ogni paziente è un individuo unico e diverso da qualunque altro. Le persone hanno differenti modi di affrontare la loro malattia e di adattarsi ad essa. Ogni persona ha bisogno di un suo tempo per passare dalla percezione di sé come individuo sano alla consapevolezza di avere una malattia che minaccia la vita. Pertanto le informazioni che non è in grado di tollerare al primo incontro possono essere rimandate a momenti successivi. 2) Mettere il paziente al centro I professionisti sociosanitari devono possedere le competenze (conoscenze, abilità tecniche e strategie) necessarie per condurre un buon processo comunicativo; anche se è un compito difficile e delicato, i professionisti hanno il dovere di comunicare le cattive notizie tenendo conto dei bisogni e delle capacità dei malati e non sulla base delle richieste dei familiari o dei propri convincimenti. 3) Comunicare nella giusta situazione, tempo e luogo Una cattiva notizia non andrebbe mai comunicata per telefono, in corridoio o in un luogo di passaggio. Il professionista sociosanitario dovrebbe accertarsi che il colloquio si svolga in un ambiente riservato e tranquillo, prendendo i dovuti accorgimenti per non essere interrotti e disturbati da telefonate, passaggi di persone e di avere a disposizione un tempo sufficiente per un colloquio di aiuto (minimo 10 minuti). 4) Usare un linguaggio chiaro Il professionista sociosanitario dovrebbe usare un linguaggio chiaro, semplice e comunque appropriato per la persona, evitando termini tecnici ed inutili eufemismi.

5) Empatia del processo comunicativo Il professionista sociosanitario dovrebbe saper entrare in relazione con il malato e sviluppare un rapporto empatico. Accogliere il malato, stabilire una buona relazione e chiarire le finalità del colloquio, chiedere se desidera che al colloquio assista anche una seconda persona che potrebbe consentirgli di ricevere un adeguato supporto favorendo il processo comunicativo all interno della famiglia. 6) Personalizzare le informazioni Esplorare la conoscenza che il malato ha dei suoi disturbi e della sua situazione clinica. In questo modo è possibile non solo raccogliere alcune notizie utili e correggere eventuali informazioni errate, ma anche valutare le percezioni, le aspettative e le difese del malato così da personalizzare i successivi passi del processo comunicativo. 7) Un passo alla volta Informare in modo onesto e graduale, valutando l effetto di ciò che si è comunicato e ricordandosi che non è necessario dire tutto e subito a meno che il malato non lo desideri. È opportuno affrontare una questione per volta piuttosto che sovrapporre i problemi. 8) Verificare la comprensione della reale situazione Il professionista sociosanitario dovrebbe assicurarsi che il malato abbia chiaramente inteso ciò che gli è stato comunicato e che non abbia una percezione della situazione più drammatica di quanto sia in realtà. Poi lasciare spazio alle domande del malato, incoraggiandolo a chiedere chiarimenti e ad esprimere dubbi o paure. 9) Aiutare il paziente a esprimere le proprie emozioni Non si può evitare l impatto negativo di una cattiva notizia, comunque essa venga data, e ciascuno reagisce in modo del tutto personale ad una tale comunicazione. Le reazioni emotive sono una parte integrante di questo tipo di colloquio e sono del tutto giustificate (a nessuno fa piacere sentirsi dire cose gravi e dolorose) e alla persona va lasciato il tempo necessario per esprimerle ed elaborarle, rispettando i suoi silenzi e le sue manifestazioni. 10) Non spegnere la speranza Il professionista sociosanitario dovrebbe mantenere comunque viva la speranza, senza dire nulla che non sia vero ma evitando altre sì di trasmettere il messaggio che ormai non ci sia più niente da fare. Il documento prende le mosse dal Manuale di valutazione della comunicazione in oncologia dell'istituto superiore di sanità, ed è stato presentato lo scorso 3 dicembre durante la tavola rotonda Condivisione e comunicazione: armi per la lotta al fattore K. Come spiega Daniele Farci, dirigente medico oncologo del Businco e coordinatore regionale dell'associazione italiana oncologia medica (Aiom) sul sito di Sardegna Medicina: Il problema non è solo nella giusta comunicazione della prima diagnosi, ma nella giusta comunicazione in tutte le fasi della malattia. La formazione del personale sanitario deve cominciare dai corsi universitari e deve prevedere una giusta valutazione anche in sede concorsuale. I pazienti stessi o i loro familiari devono esprimere delle periodiche valutazioni sul grado di soddisfazione circa il rapporto comunicativo con il singolo professionista sanitario. La verità, non dobbiamo dimenticarlo, è difficile da ascoltare ma anche da dire, aggiunge Maria Teresa Addis, direttore sanitario dell'ospedale Oncologico di Cagliari: Il processo comunicativo è un momento di relazione trasversale ed è gravato da un elevato carico emotivo, per il paziente, per i medici e tutto il personale. Leggi "Anche le parole curano" 5 gennaio 2015

L'Unione in Tv Inserto dell'unione Sarda

(AGI) - Cagliari, 3 dic. - L'adeguata comunicazione di una diagnosi e' la prima terapia nel percorso di lotta che ogni giorno i malati di tumore devono affrontare. E' il senso della campagna "Fattore K, passa il messaggio" nata da un'idea del gruppo "Abbracciamo un sogno", che riunisce le pazienti oncologiche dell'ospedale Businco di Cagliari, e dal sito specializzato Sardegna Medicina. Uno spot che evidenzia l'importanza della comunicazione medico-paziente nella diagnosi di cancro e' stato presentato nel pomeriggio durante una tavola rotonda cui hanno partecipato medici, infermieri, pazienti e l'assessore regionale alla Salute, Luigi Arru. Protagonisti del video, che ha il patrocinio della Asl 8 di Cagliari e dell'aiom (Associazione italiana oncologia medica), gli oncologi, le infermiere e i pazienti del Businco di Cagliari che con le scarpe da ginnastica ai piedi, affrontano una staffetta sul campo di atletica passandosi il testimone di un messaggio preciso: la buona comunicazione di tutti gli aspetti della malattia e' la prima medicina nella cura del cancro. "Comunicare una diagnosi di cancro e' un momento drammatico anche per i medici", ha sottolineato l'assessore, "e' necessario che gli operatori siano formati in questo senso". "La comunicazione e il supporto psicologico sono due elementi fondamentali in oncologia: ogni giorno il medico deve dare diagnosi e prognosi severe con conseguenti risvolti emotivi per il paziente e i parenti direttamente coinvolti", ha spiegato Manuela Dettori, dirigente medico oncologo del Businco. "Tutto questo viene gestito con la discrezionalita' del singolo medico. C'e' un difetto nella formazione degli operatori: ne' il corso di studi universitario, ne' il periodo di specializzazione prevedono degli esami specifici su questi importanti aspetti". In Sardegna ogni anno quasi settemila persone sono colpite da tumore (3.716 uomini e 3.281 donne) e 1.200 sono i nuovi casi di carcinoma mammario. In tutta Italia nel 2013 si sono registrate 48mila nuove diagnosi di tumore al seno e sono 12mila i nuovi casi di carcinoma mammario metastatico, cioe' quelli di pazienti gia' affette da carcinoma mammario che si diffonde ad altri organi. (AGI) Ca6/Rob.

(AGI) - Cagliari, 3 dic. - L'adeguata comunicazione di una diagnosi e' la prima terapia nel percorso di lotta che ogni giorno i malati di tumore devono affrontare. E' il senso della campagna "Fattore K, passa il messaggio" nata da un'idea del gruppo "Abbracciamo un sogno", che riunisce le pazienti oncologiche dell'ospedale Businco di Cagliari, e dal sito specializzato Sardegna Medicina. Uno spot che evidenzia l'importanza della comunicazione medico-paziente nella diagnosi di cancro e' stato presentato nel pomeriggio durante una tavola rotonda cui hanno partecipato medici, infermieri, pazienti e l'assessore regionale alla Salute, Luigi Arru. Protagonisti del video, che ha il patrocinio della Asl 8 di Cagliari e dell'aiom (Associazione italiana oncologia medica), gli oncologi, le infermiere e i pazienti del Businco di Cagliari che con le scarpe da ginnastica ai piedi, affrontano una staffetta sul campo di atletica passandosi il testimone di un messaggio preciso: la buona comunicazione di tutti gli aspetti della malattia e' la prima medicina nella cura del cancro. "Comunicare una diagnosi di cancro e' un momento drammatico anche per i medici", ha sottolineato l'assessore, "e' necessario che gli operatori siano formati in questo senso". "La comunicazione e il supporto psicologico sono due elementi fondamentali in oncologia: ogni giorno il medico deve dare diagnosi e prognosi severe con conseguenti risvolti emotivi per il paziente e i parenti direttamente coinvolti", ha spiegato Manuela Dettori, dirigente medico oncologo del Businco. "Tutto questo viene gestito con la discrezionalita' del singolo medico. C'e' un difetto nella formazione degli operatori: ne' il corso di studi universitario, ne' il periodo di specializzazione prevedono degli esami specifici su questi importanti aspetti". In Sardegna ogni anno quasi settemila persone sono colpite da tumore (3.716 uomini e 3.281 donne) e 1.200 sono i nuovi casi di carcinoma mammario. In tutta Italia nel 2013 si sono registrate 48mila nuove diagnosi di tumore al seno e sono 12mila i nuovi casi di carcinoma mammario metastatico, cioe' quelli di pazienti gia' affette da carcinoma mammario che si diffonde ad altri organi. (AGI) Ca6/Rob.

Tumori: in un video le tecniche per comunicare la malattia (ANSA) - CAGLIARI, 3 DEC - Una staffetta con i pazienti sui blocchi di partenza. E un grande reticolo di foulard usati dai pazienti. Sono alcune delle immagini chiave del video spot della campagna "FattoreK-passa il messaggio" nato da un'idea di Sardegna Medicina e del gruppo "Abbracciamo un sogno": protagonisti oncologi, infermieri e pazienti dell'ospedale Businco di Cagliari. Tema: Come comunicare una diagnosi di cancro? Lo hanno spiegato, in un incontro nella sala convegni del Businco, proprio le persone che hanno vissuto quell'esperienza. C'è chi è passato per due percorsi diversi. "Il primo consulto - ha detto una paziente che due anni fa ha scoperto di avere un tumore - sembrava una condanna a morte. Mi sono sentita quasi accusata di avere la malattia. Sono scappata. Un secondo consulto mi ha confermato la diagnosi. Ma la diagnosi è stata rivelata facendomi intravedere una speranza. Ci sono persone speciali pronte ad ascoltare con una luce di positività senza nascondere la realtà". In Sardegna si stima che alla fine del 2014 ci saranno settemila nuove diagnosi di tumore. "Il problema - ha spiegato Daniele Farci, dirigente medico oncologo del Businco e coordinatore regionale Aiom, associazione italiana oncologia medica - non è solo nella giusta comunicazione della prima diagnosi ma nella giusta comunicazione in tutte le fasi della malattia. La formazione del personale sanitario deve cominciare dai corsi universitari e deve prevedere una giusta valutazione anche in sede concorsuale". Presente all'incontro-dibattito anche l'assessore regionale alla Sanità Luigi Arru. "Puntiamo a dare una risposta umana e professionale di alto livello", ha sottolineato l'esponente della Giunta Pigliaru.

Tumori: in un video le tecniche per comunicare la malattia (ANSA) - CAGLIARI, 3 DEC - Una staffetta con i pazienti sui blocchi di partenza. E un grande reticolo di foulard usati dai pazienti. Sono alcune delle immagini chiave del video spot della campagna "FattoreK-passa il messaggio" nato da un'idea di Sardegna Medicina e del gruppo "Abbracciamo un sogno": protagonisti oncologi, infermieri e pazienti dell'ospedale Businco di Cagliari. Tema: Come comunicare una diagnosi di cancro? Lo hanno spiegato, in un incontro nella sala convegni del Businco, proprio le persone che hanno vissuto quell'esperienza. C'è chi è passato per due percorsi diversi. "Il primo consulto - ha detto una paziente che due anni fa ha scoperto di avere un tumore - sembrava una condanna a morte. Mi sono sentita quasi accusata di avere la malattia. Sono scappata. Un secondo consulto mi ha confermato la diagnosi. Ma la diagnosi è stata rivelata facendomi intravedere una speranza. Ci sono persone speciali pronte ad ascoltare con una luce di positività senza nascondere la realtà". In Sardegna si stima che alla fine del 2014 ci saranno settemila nuove diagnosi di tumore. "Il problema - ha spiegato Daniele Farci, dirigente medico oncologo del Businco e coordinatore regionale Aiom, associazione italiana oncologia medica - non è solo nella giusta comunicazione della prima diagnosi ma nella giusta comunicazione in tutte le fasi della malattia. La formazione del personale sanitario deve cominciare dai corsi universitari e deve prevedere una giusta valutazione anche in sede concorsuale". Presente all'incontro-dibattito anche l'assessore regionale alla Sanità Luigi Arru. "Puntiamo a dare una risposta umana e professionale di alto livello", ha sottolineato l'esponente della Giunta Pigliaru.

Decalogo di buona comunicazione Il video sul messaggio del FattoreK Un video che ha avuto come protagonisti pazienti, medici e infermieri del Businco di Cagliari è stato girato per la campagna di comunicazione sulla buona informazione. Una staffetta con i pazienti sui blocchi di partenza. E un grande reticolo di foulard usati dai pazienti. Sono alcune delle immagini chiave del video spot della campagna "FattoreK-passa il messaggio" nato da un'idea di Sardegna Medicina e del gruppo "Abbracciamo un sogno": protagonisti oncologi, infermieri e pazienti dell'ospedale Businco di Cagliari. Tema: Come comunicare una diagnosi di cancro? Lo hanno spiegato, in un incontro nella sala convegni del Businco, proprio le persone che hanno vissuto quell'esperienza. C'è chi è passato per due percorsi diversi. "Il primo consulto - ha detto una paziente che due anni fa ha scoperto di avere un tumore - sembrava una condanna a morte. Mi sono sentita quasi accusata di avere la malattia. Sono scappata. Un secondo consulto mi ha confermato la diagnosi. Ma la diagnosi è stata rivelata facendomi intravedere una speranza. Ci sono persone speciali pronte ad ascoltare con una luce di positività senza nascondere la realtà". In Sardegna si stima che alla fine del 2014 ci saranno settemila nuove diagnosi di tumore. "Il problema - ha spiegato Daniele Farci, dirigente medico oncologo del Businco e coordinatore regionale Aiom, associazione italiana oncologia medica - non è solo nella giusta comunicazione della prima diagnosi ma nella giusta comunicazione in tutte le fasi della malattia. La formazione del personale sanitario deve cominciare dai corsi universitari e deve prevedere una giusta valutazione anche in sede concorsuale". Presente all'incontro-dibattito anche l'assessore regionale alla Sanità Luigi Arru. "Puntiamo a dare una risposta umana e professionale di alto livello", ha sottolineato l'esponente della Giunta Pigliaru. Mercoledì 03 dicembre 2014 21:42

Fattore K, la giusta comunicazione Il Businco in pista con uno spot Durante un convengo che si terrà nell'ospedale cagliaritano verrà proiettato lo spot della campagna sul Fattore K. Una staffetta senza competizione. Un passaggio di testimone tra medici, infermieri e pazienti per trasferire un messaggio: la giusta comunicazione di una diagnosi di cancro è la prima medicina. Il testimone è il "fattore k", quel cancro che spesso si fa fatica a chiamare col suo nome. E' questo il tema dello spot della campagna "#FattoreK-Passa il messaggio" che vede protagonisti oncologi, infermiere e pazienti dell'ospedale Businco di Cagliari, che hanno indossato le scarpe da ginnastica e sono scesi nel campo di atletica per girare tutti insieme questo video. Lo spot aprirà l'incontrotavola rotonda "Condivisione e comunicazione: armi per la lotta al fattore K", il 3 dicembre 2014 alle 14,45 nella sala conferenze dell'ospedale oncologico Businco di Cagliari. Una campagna multimedia che nasce per sottolineare l'importanza della giusta comunicazione in oncologia. Professionisti della sanità, medici, operatori sanitari, associazioni, parenti, caregivers e pazienti del gruppo Abbracciamo un sogno si ritroveranno intorno allo stesso tavolo per individuare le strategie migliori per superare il periodo della chemioterapia, ribadire l'importanza del supporto psicologico per chi si trova tutti i giorni faccia a faccia col cancro e stendere un manifesto finale condiviso sulle regole per la migliore comunicazione. "In Sardegna ogni anno quasi 7mila persone sono colpite da tumore (3.716 uomini e 3.281 donne), 1.200 sono nuovi casi di carcinoma mammario. In Italia nel 2013 si sono registrate 48mila nuove diagnosi di carcinoma mammario, ogni anno ci sono 12mila nuovi casi di carcinoma mammario metastatico, ovvero pazienti già affette da carcinoma mammario che metastatizzano o, viceversa, nuove pazienti che esordiscono in fase metastastica. Nella nostra nazione vivono circa 525mila pazienti con una precedente o recente diagnosi di carcinoma mammario. Tra queste 30mila hanno una malattia metastatica", spiega Daniele Farci, dirigente medico oncologo del Businco di Cagliari e coordinatore regionale Aiom, Associazione italiana oncologia medica. "Ognuna di queste donne ha una serie di problematiche che non sono solo cliniche, ma anche psicologiche, sociali, economiche. Possono avere al loro fianco il marito o un compagno, i figli, altri familiari o amiche e amici, ma talvolta sono sole ad affrontare il carico di una malattia devastante". Comunicare una diagnosi di cancro o una prognosi negativa è un compito complesso e difficile che

richiede una preparazione specifica. Una cattiva notizia, in campo oncologico, coinvolge pregiudizi e rappresentazioni sociali negative sul cancro che esistono anche prima che l operatore incontri il malato. Il collegamento con la possibilità o la paura della morte rende la comunicazione ancora più difficile. Informare ed educare una persona che si ammala di cancro è un aspetto essenziale delle cure: i malati hanno bisogno di informazioni chiare per conoscere, valutare e reagire in modo consapevole alle conseguenze di interventi chirurgici, agli effetti collaterali delle terapie e dei controlli periodici. La comunicazione e il supporto psicologico sono due elementi fondamentali in oncologia: ogni giorno il medico deve comunicare diagnosi e prognosi severe con conseguenti risvolti emotivi nel paziente e nei parenti direttamente coinvolti dalla diagnosi di cancro, afferma Manuela Dettori, dirigente medico oncologo del Businco. Tutto questo viene gestito con la discrezionalità del singolo medico: vi è un difetto di formazione poiché né il corso di Laurea né il periodo di specializzazione prevedono degli esami specifici su questi importanti aspetti. Il supporto psicologico è un altro elemento essenziale. La psiconcologa Michela Cherchi sottolinea l'importanza dei gruppi di auto mutuo aiuto, costituiti da un insieme di persone, accomunate dallo stesso problema: Attraverso la comunicazione e l interazione spontanea si scambiano sostegno in modo cooperativo, motivate dal desiderio di voler contribuire attivamente al miglioramento della propria condizione di vita. Il gruppo di auto mutuo aiuto costituisce un importante cambiamento culturale perché la persona sofferente diventa capace di progetti e di iniziativa e ha la consapevolezza di poter essere una risorsa all interno del gruppo. L'evento è organizzato da Sardegna Medicina e Gruppo Abbracciamo un sogno con il patrocinio di Società italiana psiconcologia, Sipo, Associazione italiana oncologia medica, Aiom e Asl 8 di Cagliari. Riproduzione riservata Lunedì 01 dicembre 2014 16:56

Servizio di Roberta Ebau nel Tg delle 19 del 6 dicembre 2014

Diagnosi di un tumore, la giusta comunicazione si può imparare: la campagna "FattoreK" Una staffetta con i pazienti sui blocchi di partenza e un grande reticolo di foulard. Sono alcune delle immagini chiave del video spot della campagna "FattoreK-passa il messaggio" nato da un'idea di Sardegna Medicina e del gruppo "Abbracciamo un sogno": protagonisti oncologi, infermieri e pazienti dell'ospedale Businco di Cagliari. Tema: Come comunicare una diagnosi di cancro? Lo hanno spiegato, in un incontro nella sala convegni del Businco, proprio le persone che hanno vissuto quell'esperienza. C'è chi è passato per due percorsi diversi. "Il primo consulto - ha detto una paziente che due anni fa ha scoperto di avere un tumore - sembrava una condanna a morte. Mi sono sentita quasi accusata di avere la malattia. Sono scappata. Un secondo consulto mi ha confermato la diagnosi. Ma la diagnosi è stata rivelata facendomi intravedere una speranza. Ci sono persone speciali pronte ad ascoltare con una luce di positività senza nascondere la realtà". In Sardegna si stima che alla fine del 2014 ci saranno settemila nuove diagnosi di tumore. "Il problema - ha spiegato Daniele Farci, dirigente medico oncologo del Businco e coordinatore regionale Aiom, associazione italiana oncologia medica - non è solo nella giusta comunicazione della prima diagnosi ma nella giusta comunicazione in tutte le fasi della malattia. La formazione del personale sanitario deve cominciare dai corsi universitari e deve prevedere una giusta valutazione anche in sede concorsuale". Presente all'incontro-dibattito anche l'assessore regionale alla Sanità Luigi Arru. "Puntiamo a dare una risposta umana e professionale di alto livello", ha sottolineato l'esponente della Giunta Pigliaru 03 dicembre 2014 Redazione Tiscali

#FattoreK-Passa il messaggio, la comunicazione è la prima medicina Un gomitolo colorato, intreccio di storie di vita e di malattia. Pezzi di stoffa che racchiudono scampoli di quei visi, occhi, di quei sorrisi che il cancro non è riuscito a spegnere. Groviglio di dolori, paure, sofferenza, ma anche speranze, amore ed emozioni. Un grande reticolo dei foulard dei pazienti dell oncologico che si srolota per svelare il senso dell unione e della condivisione e lanciare un messaggio: la comunicazione è la prima medicina. È con questa immagine che si chiude lo spot della campagna #FattoreK-Passa il messaggio che vede protagonisti oncologi, infermiere e pazienti dell ospedale Businco di Cagliari, tutti con le scarpe da ginnastica per correre insieme una staffetta di solidarietà e speranza. Lo spot ha aperto l incontro-tavola rotonda Condivisione e comunicazione: armi per la lotta al fattore K che si è tenuto ieri pomeriggio nella sala conferenze del Businco. Il video, nato da un idea di Sardegna Medicina e gruppo Abbracciamo un sogno, è stato realizzato da Giulio Giambalvo e Massimo Pusceddu ed è parte di una campagna multimedia che viaggerà sui social e non solo. Oltre allo spot ci sarà il percorso per immagini con gli scatti delle fotografe Valentina Cardia e Giulia Marini, che hanno immortalato i momenti più belli e significativi dello shooting. Comunicare una diagnosi di cancro è un compito molto complesso e difficile, il cancro non riguarda soltanto l individuo malato ma coinvolge inevitabilmente tutta la sua famiglia e tutto il suo mondo. Si tratta di una prova esistenziale che riguarda tutti gli aspetti della vita. Oggi si opera in un nuovo contesto: il paziente ha maggiore consapevolezza, delega molto meno il medico sulle decisioni che riguardano la propria salute. Ma anche il mondo ospedale oggi ha recuperato una maggiore attenzione verso il paziente persona. Così Maria Teresa Addis, direttore sanitario dell ospedale Oncologico di Cagliari, all apertura dei lavori. Quindi la sottolineatura: Il processo comunicativo è un momento di relazione trasversale, è gravato da un elevato carico emotivo, per il paziente, per i medici e tutto il personale. #FattoreK-Passa il messaggio è anche manifesto elaborato da medici e pazienti, un decalogo delle dieci regole che prende spunto dal Manuale di valutazione della comunicazione in oncologia dell Istituto superiore di sanità, ministero della Salute. Un documento che è il primo step di una road map per il futuro.

3 dic. MEDICINA, Presentato lo spot Durante l incontro Condivisione e comunicazione: armi per la lotta al fattore K, tenutosi questo pomeriggio nella sala conferenze dell ospedale oncologico Businco di Cagliari, è stato presentato lo spot della campagna #FattoreK-Passa il messaggio, che vede oncologi, infermiere e pazienti dell ospedale Businco di Cagliari protagonisti nel campo di atletica per correre insieme una staffetta di solidarietà e speranza. Il video, nato da un'idea di Sardegna Medicina e del gruppo Abbracciamo un sogno, è stato realizzato da Giulio Giambalvo e Massimo Pusceddu ed è parte di una campagna multimedia che viaggerà sui social e non solo. Oltre allo spot ci sarà il percorso per immagini con gli scatti delle fotografe Valentina Cardia e Giulia Marini, che hanno immortalato i momenti più belli e significativi dello shooting. Comunicare una diagnosi di cancro è un compito molto complesso e difficile - ha spiegato Maria Teresa Addis, direttore sanitario dell'ospedale Oncologico di Cagliari - Il cancro (il fattore k) non riguarda soltanto l individuo malato ma coinvolge inevitabilmente tutta la sua famiglia e tutto il suo mondo. Si tratta di una prova esistenziale che riguarda tutti gli aspetti della vita. Oggi si opera in un nuovo contesto, il paziente ha maggiore consapevolezza, delega molto meno il medico sulle decisioni che riguardano la propria salute. Ma anche il mondo ospedale oggi ha recuperato una maggiore attenzione verso il paziente persona. Si è più attenti a ricercare e creare alleanze terapeutiche come ricerca comune del bene del paziente attraverso la relazione di cura: il curante porta le competenze scientifiche e umane, il paziente esprime la sua volontà sulla base dei suoi valori e del suo concetto di buona vita. La verità, non dobbiamo dimenticarlo è difficile da ascoltare, ma anche difficile da dire. Il processo comunicativo è un momento di relazione trasversale, è gravato da un elevato carico emotivo, per il paziente, per i medici e tutto il personale. Come sottolineato nello spot, informare ed educare una persona che scopre di avere il cancro è un aspetto essenziale della terapia: Il medico oncologo quotidianamente comunica diagnosi, percorsi terapeutici, prognosi ha spiegato Manuela Dettori, dirigente medico oncologo del Businco - Una corretta comunicazione sta alla base dell'assistenza oncologica: evidenze scientifiche mostrano come questa favorisca la soddisfazione dei pazienti, il loro coinvolgimento nel processo decisionale, la partecipazione a studi clinici e il miglioramento dei sintomi e del distress psicologico. Questo aspetto di fondamentale importanza si scontra con carenze di strumenti, materiali e risorse dedicati al processo informativo-educativo dei malati e delle loro famiglie e con le carenze formative del personale medico e non. Le linee guida Aiom 2014 raccomandano con forza la partecipazione degli oncologi a corsi specifici per migliorare le competenze comunicative. (red) (admaioramedia.it)

L'intervista di Maria Luisa Secchi su Radio Kalaritana a Maria Dolores Palmas Maria Luisa Secchi di Radio Kalaritana ha intervistato Maria Dolores Palmas, infermiera Oncologia Medica ospedale Oncologico Cagliari, leader gruppo Abbracciamo un sogno, sulla campagna "#FattoreK-Passa il messaggio" che prende il via il 3 dicembre con una tavola rotonda all'ospedale Oncologico di Cagliari e con la presentazione dello spot girato da medici, infermiere e pazienti del Businco di Cagliari, con lo scopo di ribadire il messaggio: la giusta comunicazione di una diagnosi di cancro è la prima medicina. http://www.spreaker.com/user/7878542/maria-dolores-palmas-campagna-fattore-k

Salute 3 Dicembre 2014 ore 18:41 Tumori, "FattoreK-passa il messaggio" in un video le tecniche per comunicare la malattia VIDEO Una staffetta con i pazienti sui blocchi di partenza. E un grande reticolo di foulard usati dai pazienti. Sono alcune delle immagini chiave del video spot della campagna nata da un'idea di Sardegna Medicina e del gruppo "Abbracciamo un sogno" Una staffetta con i pazienti sui blocchi di partenza. E un grande reticolo di foulard usati dai pazienti. Sono alcune delle immagini chiave del video spot della campagna "FattoreK-passa il messaggio" (GUARDA IL VIDEO) nato da un'idea di Sardegna Medicina e del gruppo "Abbracciamo un sogno": protagonisti oncologi, infermieri e pazienti dell'ospedale Businco di Cagliari. Tema: Come comunicare una diagnosi di cancro? Lo hanno spiegato, in un incontro nella sala convegni del Businco, proprio le persone che hanno vissuto quell'esperienza. C'è chi è passato per due percorsi diversi. "Il primo consulto - ha detto una paziente che due anni fa ha scoperto di avere un tumore sembrava una condanna a morte. Mi sono sentita quasi accusata di avere la malattia. Sono scappata. Un secondo consulto mi ha confermato la diagnosi. Ma la diagnosi è stata rivelata facendomi intravedere una speranza. Ci sono persone speciali pronte ad ascoltare con una luce di positività senza nascondere la realtà". In Sardegna si stima che alla fine del 2014 ci saranno settemila nuove diagnosi di tumore. "Il problema - ha spiegato Daniele Farci, dirigente medico oncologo del Businco e coordinatore regionale Aiom, associazione italiana oncologia medica - non è solo nella giusta comunicazione della prima diagnosi ma nella giusta comunicazione in tutte le fasi della malattia. La formazione del

personale sanitario deve cominciare dai corsi universitari e deve prevedere una giusta valutazione anche in sede concorsuale". Presente all'incontro-dibattito anche l'assessore regionale alla Sanità Luigi Arru. "Puntiamo a dare una risposta umana e professionale di alto livello", ha sottolineato l'esponente della Giunta Pigliaru.

RAS - Regione Autonoma della Sardegna ha aggiunto 4 nuove foto. SANITÀ Professionisti della sanità, medici, operatori sanitari, associazioni, parenti, cargivers e pazienti del gruppo Abbracciamo un sogno si sono incontrati all'oncologico di Cagliari con l'obiettivo di individuare le strategie migliori per superare il periodo della chemioterapia e ribadire il supporto psicologico per chi si trova tutti i giorni faccia a faccia col cancro. "Da parte di questa Giunta c'è massima attenzione e grande impegno per garantire un sostegno adeguato ai pazienti che attraversano questa difficile fase della loro vita", ha detto l'assessore della Sanità Luigi Arru portando il saluto al convegno "Condivisione e comunicazione: Armi per la lotta al fattore K".

Fattore K - Passa il messaggio! Dall'Oncologico di Cagliari un decalogo per la buona comunicazione operatore sanitario-paziente e quattro proposte: un tavolo di lavoro Università-Asl, questionari di gradimento per i pazienti, formazione specifica per i professionisti della sanità e un documento per creare le giuste condizioni ambientali Un gomitolo colorato, intreccio di storie di vita e di malattia. Pezzi di stoffa che racchiudono scampoli di quei visi, occhi, di quei sorrisi che il cancro non è riuscito a spegnere. Groviglio di dolori, paure, sofferenza, ma anche speranze, amore ed emozioni. Un grande reticolo dei foulard dei pazienti dell'oncologico che si srolota per svelare il senso dell'unione e della condivisione e lanciare un messaggio: la comunicazione è la prima medicina. E' con questa immagine che si chiude lo spot della campagna #FattoreK-Passa il messaggio che vede protagonisti oncologi, infermiere e pazienti dell ospedale Businco di Cagliari che hanno indossato le scarpe da ginnastica e sono scesi nel campo di atletica per correre tutti insieme questa staffetta di solidarietà e speranza. Lo spot ha aperto l incontro-tavola rotonda Condivisione e comunicazione: armi per la lotta al fattore K che si è tenuto questo pomeriggio nella sala conferenze dell ospedale oncologico Businco di Cagliari. Il video, nato da un'idea di Sardegna Medicina e gruppo Abbracciamo un sogno, è stato realizzato da Giulio Giambalvo e Massimo Pusceddu ed è parte di una campagna multimedia che viaggerà sui social e non solo. Oltre allo spot ci sarà il percorso per immagini con gli scatti delle fotografe Valentina Cardia e Giulia Marini, che hanno immortalato i momenti più belli e significativi dello shooting. Comunicare una diagnosi di cancro è un compito molto complesso e difficile, il cancro non riguarda soltanto l individuo malato ma coinvolge inevitabilmente tutta la sua famiglia e tutto il suo mondo. Si tratta di una prova esistenziale che riguarda tutti gli aspetti della vita. Oggi si opera in un nuovo contesto, il paziente ha maggiore consapevolezza, delega molto meno il medico sulle decisioni che riguardano la propria salute. Ma anche il mondo ospedale oggi ha recuperato una maggiore attenzione verso il paziente persona. Così Maria Teresa Addis, direttore sanitario dell'ospedale Oncologico di Cagliari, ha aperto il confronto. Si è più attenti a ricercare e creare alleanze terapeutiche come ricerca comune del bene del paziente attraverso la relazione di cura: il curante porta le competenze scientifiche e umane, il paziente esprime la sua volontà sulla base dei suoi valori e del suo concetto di buona vita. La verità, non dobbiamo dimenticarlo è difficile da ascoltare, ma anche difficile da dire. Il processo comunicativo è un momento di relazione trasversale, è gravato da un elevato carico emotivo, per il paziente, per i medici e tutto il personale. Poi la parola è passata alle pazienti. Dividendo il percorso in tappe accompagnate, passo per passo, da presenza e parole rasserenanti aiuta a creare condizioni per affrontare il tutto e trovare la forza, ha affermato Daniela Valdes. Penso prima di tutto all'importanza già dalla prima diagnosi della parola che faccia superare al paziente lo stato di numero e alla chiarezza del contenuto, del modo e dei tempi in cui viene trasmesso. Il testimone è passato a Silvia Deligia che ripercorre la sua esperienza: Una stessa diagnosi comunicata in due modi differenti mi ha fatto passare dall'incubo di avere nel mio corpo un male che non perdona, il cancro, alla consapevolezza di trovarmi davanti ad un male che, si mi porterà ad affrontare un periodo difficile, ma che deve e può essere combattuto e sconfitto. Attraverso un'informazione chiara e costante, senza false illusioni, la disponibilità all'ascolto e dare risposte, anche a quelle che possono apparire "banali" domande, ma che spesso ci permettono di conoscere il nostro nemico.

L'iniziativa, che è il primo passo per ribadire l'importanza della giusta comunicazione in oncologia, si è chiusa con un manifesto elaborato da medici e pazienti, un decalogo delle dieci regole che prende spunto dal Manuale di valutazione della comunicazione in oncologia dell'istituto superiore di sanità, ministero della Salute. Un documento che è il primo step di una road map per il futuro. Comunicazione medico-paziente: il problema non è solo nella giusta comunicazione della prima diagnosi, ma nella giusta comunicazione in tutte le fasi della malattia. La formazione del personale sanitario deve cominciare dai corsi universitari e deve prevedere una giusta valutazione anche in sede concorsuale, ha spiegato Daniele Farci, dirigente medico oncologo del Businco e coordinatore regionale Aiom, Associazione italiana oncologia medica. I pazienti stessi o i loro familiari devono esprimere delle periodiche valutazioni sul grado di soddisfazione circa il rapporto comunicativo con il singolo professionista sanitario. L evento di oggi dovrebbe proseguire con le seguenti iniziative: tavola rotonda con gli organismi dirigenziali dell Università e dell Asl con l intento di favorire idonei percorsi di formazione nella comunicazione per i futuri medici, per gli specializzandi e per quelli che già sono oncologi; con la proposta di fornire ai pazienti periodici questionari di gradimento circa le capacità comunicative del personale sanitario e creazione di un documento nel quale, soprattutto agli organismi dirigenziali dell Asl, si sottolinei la necessità di creare, a parte il processo formativo, le giuste condizioni ambientali che favoriscano il rapporto medico-paziente. Come sottolineato nello spot #FattoreK-Passa il messaggio, informare ed educare una persona che scopre di avere il cancro è un aspetto essenziale della terapia. Il medico oncologo quotidianamente comunica diagnosi, percorsi terapeutici, prognosi. Una corretta comunicazione sta alla base dell'assistenza oncologica: evidenze scientifiche mostrano come questa favorisca la soddisfazione dei pazienti, il loro coinvolgimento nel processo decisionale, la partecipazione a studi clinici e il miglioramento dei sintomi e del distress psicologico. Non ha dubbi Manuela Dettori, dirigente medico oncologo del Businco. Questo aspetto di fondamentale importanza si scontra con carenze di strumenti, materiali e risorse dedicati al processo informativo-educativo dei malati e delle loro famiglie e con le carenze formative del personale medico e non. Le linee guida Aiom 2014 raccomandano con forza la partecipazione degli oncologi a corsi specifici per migliorare le competenze comunicative. Un'iniziativa che prende spunto da un documento del ministero. Siamo partiti dal documento che il ministero della Salute, circa un anno e mezzo fa, ha dato al pubblico dove si richiedeva per gli operatori che lavorano all'interno di strutture oncologiche una formazione specifica sulla capacità di comunicare, entrare in dialogo con i pazienti, con chi vive l'esperienza della malattia dalla prima diagnosi, ai percorsi di cura, alle ricadute, ha sottolineato Maria Dolores Palmas, infermiera del reparto di Oncologia Medica dell'ospedale Oncologico Cagliari, leader gruppo Abbracciamo un sogno. Con le giornaliste di Sardegna Medicina ci siamo fermate a considerare cosa fosse necessario per comunicare in maniera adeguata e allora è nata l'idea di mettere intorno allo stesso tavolo tutte le figure che entrano in contatto col paziente e lo prendono in carico. Questo è il primo step che aprirà tutta una serie di tavoli di lavoro a vari livelli. Il fattore k è il cancro, la k è la lettera che spesso viene usata per abbreviare la parola cancro. Il fattore k è qualcosa che può creare isolamento, si fa fatica a entrare in relazione con chi ha questa malattia. Entra nella vita delle persone e le rovescia, chiude le finestre, chiude le porte. Ma noi passiamo un messaggio che il gruppo Abbracciamo un sogno ormai da 4 anni si impegna a portare in giro, che di cancro si vive, afferma la leader del gruppo. E questo non vuol dire che oggi, 2014, che si compie il miracolo della guarigione. Il cancro purtroppo fa parte della vita quotidiana delle persone e allora dobbiamo imparare ad affrontare, a conviverci, a parlarne serenamente. Il nostro compito è prendere in carico i malati, dedicare loro del tempo, cucire loro addosso la terapia per fare in modo che il paziente continui a sentirsi persona.

DA CAGLIARI SPOT PER LA BUONA COMUNICAZIONE ONCOLOGOPAZIENTE L'adeguata comunicazione di una diagnosi è la prima terapia nel percorso di lotta che ogni giorno i malati di tumore devono affrontare. E il senso della campagna "Fattore K, passa il messaggio" nata da un'idea del gruppo "Abbracciamo un sogno", che riunisce le pazienti oncologiche dell'ospedale Businco di Cagliari, e dal sito Sardegna Medicina. Uno spot che evidenzia l'importanza della comunicazione medico-paziente nella diagnosi di cancro e' stato presentato mercoledì scorso durante una tavola rotonda cui hanno partecipato medici, infermieri, pazienti e l'assessore regionale alla Salute, Luigi Arru. Il tema della comunicazione medico-paziente è centrale nella nostra professione - ha spiegato Daniele Farci Coordinatore regionale AIOM per la Sardegna -. La formazione del personale sanitario deve cominciare dai corsi universitari e deve prevedere una giusta valutazione anche in sede concorsuale. I pazienti stessi o i loro familiari devono esprimere delle periodiche valutazioni sul grado di soddisfazione circa il rapporto comunicativo con il singolo professionista sanitario. #FattoreK-Passa il messaggio proseguirà con nuove iniziative. Protagonisti del video, che ha il patrocinio della Asl 8 di Cagliari e dell'aiom gli oncologi, le infermiere e i pazienti del Businco di Cagliari che con le scarpe da ginnastica ai piedi, affrontano una staffetta sul campo di atletica passandosi il testimone di un messaggio preciso: la buona comunicazione di tutti gli aspetti della malattia e' la prima medicina nella cura del cancro.

essere combattuto e sconfitto. Attraverso un informazione chiara e costante, senza false illusioni, la disponibilità all ascolto e dare risposte, anche a quelle che possono apparire banali domande, ma che spesso ci permettono di conoscere il nostro nemico. L iniziativa, che è il primo passo per ribadire l importanza della giusta comunicazione in oncologia, si è chiusa con un manifesto elaborato da medici e pazienti, un decalogo delle dieci regole che prende spunto dal Manuale di valutazione della comunicazione in oncologia dell Istituto superiore di sanità, ministero della Salute. Un documento che è il primo step di una road map per il futuro. Comunicazione medico-paziente: il problema non è solo nella giusta comunicazione della prima diagnosi, ma nella giusta comunicazione in tutte le fasi della malattia. La formazione del personale sanitario deve cominciare dai corsi universitari e deve prevedere una giusta valutazione anche in sede concorsuale, ha spiegatodaniele Farci, dirigente medico oncologo del Businco e coordinatore regionale Aiom, Associazione italiana oncologia medica. I pazienti stessi o i loro familiari devono esprimere delle periodiche valutazioni sul grado di soddisfazione circa il rapporto comunicativo con il singolo professionista sanitario. L evento di oggi dovrebbe proseguire con le seguenti iniziative: tavola rotonda con gli organismi dirigenziali dell Università e dell Asl con l intento di favorire idonei percorsi di formazione nella comunicazione per i futuri medici, per gli specializzandi e per quelli che già sono oncologi; con la proposta di fornire ai pazienti periodici questionari di gradimento circa le capacità comunicative del personale sanitario e creazione di un documento nel quale, soprattutto agli organismi dirigenziali dell Asl, si sottolinei la necessità di creare, a parte il processo formativo, le giuste condizioni ambientali che favoriscano il rapporto medico-paziente. Come sottolineato nello spot #FattoreK-Passa il messaggio, informare ed educare una persona che scopre di avere il cancro è un aspetto essenziale della terapia. Il medico oncologo quotidianamente comunica diagnosi, percorsi terapeutici, prognosi. Una corretta comunicazione sta alla base dell assistenza oncologica: evidenze scientifiche mostrano come questa favorisca la soddisfazione dei pazienti, il loro coinvolgimento nel processo decisionale, la partecipazione a studi clinici e il miglioramento dei sintomi e del distress psicologico. Non ha dubbi Manuela Dettori, dirigente medico oncologo del Businco. Questo aspetto di fondamentale importanza si scontra con carenze di strumenti, materiali e risorse dedicati al processo informativo-educativo dei malati e delle loro famiglie e con le carenze formative del personale medico e non. Le linee guida Aiom 2014 raccomandano con forza la partecipazione degli oncologi a corsi specifici per migliorare le competenze comunicative. Un iniziativa che prende spunto da un documento del ministero. Siamo partiti dal documento che il ministero della Salute, circa un anno e mezzo fa, ha dato al pubblico dove si richiedeva per gli operatori che lavorano all interno di strutture oncologiche una formazione specifica sulla capacità di comunicare, entrare in dialogo con i pazienti, con chi vive l esperienza della malattia dalla prima diagnosi, ai percorsi di cura, alle ricadute, ha sottolineato Maria Dolores Palmas, infermiera del reparto di Oncologia Medica dell ospedale Oncologico Cagliari, leader gruppo Abbracciamo un sogno. Con le giornaliste di Sardegna Medicina ci siamo fermate a considerare cosa fosse necessario per comunicare in maniera adeguata e allora è nata l idea di mettere intorno allo stesso tavolo tutte le figure che entrano in contatto col paziente e lo prendono in carico. Questo è il primo step che aprirà tutta una serie di tavoli di lavoro a vari livelli. Il fattore k è il cancro, la k è la lettera che spesso viene usata per abbreviare la parola cancro. Il

fattore k è qualcosa che può creare isolamento, si fa fatica a entrare in relazione con chi ha questa malattia. Entra nella vita delle persone e le rovescia, chiude le finestre, chiude le porte. Ma noi passiamo un messaggio che il gruppo Abbracciamo un sogno ormai da 4 anni si impegna a portare in giro, che di cancro si vive, afferma la leader del gruppo. E questo non vuol dire che oggi, 2014, che si compie il miracolo della guarigione. Il cancro purtroppo fa parte della vita quotidiana delle persone e allora dobbiamo imparare ad affrontare, a conviverci, a parlarne serenamente. Il nostro compito è prendere in carico i malati, dedicare loro del tempo, cucire loro addosso la terapia per fare in modo che il paziente continui a sentirsi persona.

Fattore K, pazienti e medici uniti contro il cancro (Video) Pezzi di vita, storie di persone che hanno combattuto contto il cancro e lo hanno vinto. Anche grazie ad un ottimo rapporto medico-paziente. Fattore K è tutto questo ed anche di più: è il simbolo di come una malattia così grave possa essere approcciata anche grazie alla capacità di comunicazione di chi è malato e di chi deve curarlo. La campagna Fattore K- Passa il messaggio, vuole raccontare il cancro da un punto di vista differente da quello prettamente scientifico: unisce le vite dei protagonisti di questa malattia in un percorso istruttivo che mostra come medici ed infermieri siano parte integrante della vita dei loro pazienti, uno strumento di guarigione complementare alla chemioterapia o alla radioterapia. Non solo: nei contributi visivi creati appositamente è facile comprendere come la comunicazione tra le parti sia basilare per raggiungere l obiettivo comune di debellare la malattia. Quel che è necessario, secondo tutti gli esperti, è trovare un modo sicuro ed efficace di rivolgersi al paziente e di educarlo, facendo in modo tale che si possa fidare delle parole del suo medico e confidare nel suo operato. Tutto ciò sentendosi a suo agio con lo stesso e quindi condividendo con lui ogni particolare della sua patologia. Spiega Maria Teresa Addis, il direttore sanitario dell Ospedale Oncologico di Cagliari: Comunicare una diagnosi di cancro è un compito molto complesso e difficile, il cancro non riguarda soltanto l individuo malato ma coinvolge inevitabilmente tutta la sua famiglia e tutto il suo mondo. Si tratta di una prova esistenziale che riguarda tutti gli aspetti della vita. Si è più attenti a ricercare e creare alleanze terapeutiche come ricerca comune del bene del paziente attraverso la relazione di cura: il curante porta le competenze scientifiche e umane, il paziente esprime la sua volontà sulla base dei suoi valori e del suo concetto di buona vita. Costruendo un rapporto formato da tante piccole e comprensibili tappe, per quanto la diagnosi di cancro sia difficile da ascoltare e ricevere, essa può comunque divenire l inizio di un percorso non privo di pericoli, ma comunque gestibile dal paziente, proprio grazie al rapporto con il suo medico.

Cancro e cure E' necessario adattare le terapie al soggetto anziano e migliorare la comunicazione Un tumore su due colpisce uomini e donne durante la terza età, ma le sperimentazioni dei farmaci oncologici sono nel 99% dei casi svolte su persone con meno di 65 anni. Negli anziani, infatti, il rischio di ammalarsi di tumore è 40 volte più alto rispetto alle persone di 20-40 anni e 4 volte maggiore rispetto a quelle di 45-65 anni. Da questo dato di fatto nasce l'appello di oltre 300 specialisti riuniti in questi giorni nella Capitale per il 1ST Rome International Meeting in Geriatric Oncology: è necessario cambiare le linee guida internazionali sulle malattie tumorali e riadattare terapie e cure al loro vero paziente target: l'anziano. Un anziano infatti, a differenza di un paziente giovane, soffre di tutta una serie di malattie come ipertensione, diabete, insufficienza renale o scompenso cardiaco. Per essere efficaci le terapie devono tener conto del "fattore età" e di tutte le problematiche che può avere una persona con più di 65 anni. Inoltre l'organismo, durante la vecchiaia, non riesce a tollerare determinate tossicità di alcuni farmaci oncologici. Un aspetto diverso è stato toccato, invece, all'ospedale oncologico Businco di Cagliari, dove- nei giorni scorsi - oncologi, infermiere e pazienti hanno indossato le scarpe da ginnastica e sono scesi nel campo di atletica per correre tutti insieme per trasferire un messaggio: la giusta comunicazione di una diagnosi di cancro è la prima medicina. Il testimone è il "fattore k", quel cancro che spesso si fa fatica a chiamare col suo nome. È sempre questo il tema dello spot della campagna "#FattoreKPassa il messaggio", che ha aperto l'incontro-tavola rotonda "Condivisione e comunicazione: armi per la lotta al fattore K". Il video, nato da un'idea di Sardegna Medicina e gruppo Abbracciamo un sogno, è stato realizzato da Giulio Giambalvo e Massimo Pusceddu ed è parte di una campagna multimedia che viaggerà sui social e non solo. Oltre allo spot ci sarà il percorso per immagini con gli scatti delle fotografe Valentina Cardia e Giulia Marini, che hanno immortalato i momenti più belli e significativi dello shooting. Comunicare una diagnosi di cancro è un compito molto complesso e difficile: la patologia non riguarda soltanto l'individuo malato ma coinvolge inevitabilmente tutta la sua famiglia e tutto il suo mondo. Si tratta di una prova esistenziale che riguarda tutti gli aspetti della vita. Oggi si opera in un nuovo contesto, il paziente ha maggiore consapevolezza, delega molto meno il medico sulle decisioni che riguardano la propria salute. Ma anche il mondo "ospedale" oggi ha recuperato una maggiore attenzione verso il paziente persona L'iniziativa, che è il primo passo per ribadire l'importanza della giusta comunicazione in oncologia, si è chiusa con un manifesto elaborato da medici e pazienti, un decalogo delle dieci regole che prende spunto dal "Manuale di valutazione della comunicazione in oncologia" dell'istituto superiore di sanità, ministero della Salute. Un documento che è il primo step di una road map per il futuro, e che definisce quattro proposte: un tavolo di lavoro Università-Asl, questionari di gradimento per i

pazienti, formazione specifica per i professionisti della sanità e un documento per creare le giuste condizioni ambientali. Perché, come sottolineato nello spot "#FattoreK-Passa il messaggio", informare ed educare una persona che scopre di avere il cancro è un aspetto essenziale della terapia. Margherita De Nadai Venerdì 05 Dicembre 2014

28 Novembre 2014 ore 18:05 Lotta al cancro, video di medici e pazienti del Businco. Ogni anno 7 mila sardi si ammalano Oncologi, infermiere e pazienti dell'ospedale di via Jenner hanno indossato le scarpe da ginnastica e sono scesi nel campo di atletica per girare tutti insieme questo video redazione cagliaripad, redazione@cagliaripad.it Il video sul "Fattore K" Una staffetta senza competizione. Un passaggio di testimone tra medici, infermieri e pazienti per trasferire un messaggio: la giusta comunicazione di una diagnosi di cancro è la prima medicina. Il testimone è il "fattore k", quel cancro che spesso si fa fatica a chiamare col suo nome. E' questo il tema dello spot della campagna "#FattoreK-Passa il messaggio" che vede protagonisti oncologi, infermiere e pazienti dell'ospedale Businco di Cagliari, che hanno indossato le scarpe da ginnastica e sono scesi nel campo di atletica per girare tutti insieme questo video. Lo spot aprirà l'incontrotavola rotonda "Condivisione e comunicazione: armi per la lotta al fattore K", il 3 dicembre 2014 alle 14,45 nella sala conferenze dell'ospedale oncologico Businco di Cagliari. Una campagna multimedia che nasce per sottolineare l'importanza della giusta comunicazione in oncologia. Professionisti della sanità, medici, operatori sanitari, associazioni, parenti, caregivers e pazienti del gruppo Abbracciamo un sogno si ritroveranno intorno allo stesso tavolo per individuare le strategie migliori per superare il periodo della chemioterapia, ribadire l'importanza del supporto

psicologico per chi si trova tutti i giorni faccia a faccia col cancro e stendere un manifesto finale condiviso sulle regole per la migliore comunicazione. "In Sardegna ogni anno quasi 7mila persone sono colpite da tumore (3.716 uomini e 3.281 donne), 1.200 sono nuovi casi di carcinoma mammario. In Italia nel 2013 si sono registrate 48mila nuove diagnosi di carcinoma mammario, ogni anno ci sono 12mila nuovi casi di carcinoma mammario metastatico, ovvero pazienti già affette da carcinoma mammario che metastatizzano o, viceversa, nuove pazienti che esordiscono in fase metastastica. Nella nostra nazione vivono circa 525mila pazienti con una precedente o recente diagnosi di carcinoma mammario. Tra queste 30mila hanno una malattia metastatica", spiega Daniele Farci, dirigente medico oncologo del Businco di Cagliari e coordinatore regionale Aiom, Associazione italiana oncologia medica. "Ognuna di queste donne ha una serie di problematiche che non sono solo cliniche, ma anche psicologiche, sociali, economiche. Possono avere al loro fianco il marito o un compagno, i figli, altri familiari o amiche e amici, ma talvolta sono sole ad affrontare il carico di una malattia devastante". Comunicare una diagnosi di cancro o una prognosi negativa è un compito complesso e difficile che richiede una preparazione specifica. Una cattiva notizia, in campo oncologico, coinvolge pregiudizi e rappresentazioni sociali negative sul cancro che esistono anche prima che l operatore incontri il malato. Il collegamento con la possibilità o la paura della morte rende la comunicazione ancora più difficile. Informare ed educare una persona che si ammala di cancro è un aspetto essenziale delle cure: i malati hanno bisogno di informazioni chiare per conoscere, valutare e reagire in modo consapevole alle conseguenze di interventi chirurgici, agli effetti collaterali delle terapie e dei controlli periodici. La comunicazione e il supporto psicologico sono due elementi fondamentali in oncologia: ogni giorno il medico deve comunicare diagnosi e prognosi severe con conseguenti risvolti emotivi nel paziente e nei parenti direttamente coinvolti dalla diagnosi di cancro, afferma Manuela Dettori, dirigente medico oncologo del Businco. Tutto questo viene gestito con la discrezionalità del singolo medico: vi è un difetto di formazione poiché né il corso di Laurea né il periodo di specializzazione prevedono degli esami specifici su questi importanti aspetti. Il supporto psicologico è un altro elemento essenziale. La psiconcologa Michela Cherchi sottolinea l'importanza dei gruppi di auto mutuo aiuto, costituiti da un insieme di persone, accomunate dallo stesso problema: Attraverso la comunicazione e l interazione spontanea si scambiano sostegno in modo cooperativo, motivate dal desiderio di voler contribuire attivamente al miglioramento della propria condizione di vita. Il gruppo di auto mutuo aiuto costituisce un importante cambiamento culturale perché la persona sofferente diventa capace di progetti e di iniziativa e ha la consapevolezza di poter essere una risorsa all interno del gruppo.

Fattore K, la giusta comunicazione per diagnosi di cancro. Spot e convegno 1 dicembre 2014 Una staffetta senza competizione. Un passaggio di testimone tra medici, infermieri e pazienti per trasferire un messaggio: la giusta comunicazione di una diagnosi di cancro è la prima medicina. Il testimone è il fattore k, quel cancro che spesso si fa fatica a chiamare col suo nome. È questo il tema dello spot della campagna #FattoreK-Passa il messaggio che vede protagonisti oncologi, infermiere e pazienti dell ospedale Businco di Cagliari che hanno indossato le scarpe da ginnastica e sono scesi nel campo di atletica per girare tutti insieme questo video. Lo spot aprirà l incontrotavola rotonda Condivisione e comunicazione: armi per la lotta al fattore K, il 3 dicembre 2014 alle 14,45 nella sala conferenze dell ospedale oncologico Businco di Cagliari. La campagna multimedia nasce per sottolineare l importanza della giusta comunicazione in oncologia. Professionisti della sanità, medici, operatori sanitari, associazioni, parenti e pazienti del gruppo Abbracciamo un sogno, si ritroveranno intorno allo stesso tavolo per individuare le strategie migliori per superare il periodo della chemioterapia, ribadire l importanza del supporto psicologico per chi si trova tutti i giorni faccia a faccia col cancro e stendere un manifesto finale condiviso sulle regole per la migliore comunicazione. In Sardegna spiega Daniele Farci, dirigente medico oncologo del Businco di Cagliari e coordinatore regionale Aiom, Associazione italiana oncologia medica ogni anno quasi 7mila persone sono colpite da tumore (3.716 uomini e 3.281 donne), 1.200 sono nuovi casi di carcinoma mammario. In Italia nel 2013 si sono registrate 48mila nuove diagnosi di carcinoma mammario, ogni anno ci sono 12mila nuovi casi di carcinoma mammario metastatico, ovvero pazienti già affette da carcinoma mammario che metastatizzano o, viceversa, nuove pazienti che esordiscono in fase metastastica. Nella nostra Nazione vivono circa 525mila pazienti con una precedente o recente diagnosi di carcinoma mammario. Tra queste 30mila hanno una malattia metastatica. Ognuna di queste donne ha una serie di problematiche che non sono solo cliniche, ma anche psicologiche, sociali, economiche. Possono avere al loro fianco il marito o un compagno, i figli, altri familiari o amiche e amici, ma talvolta sono sole ad affrontare il carico di una malattia devastante. Comunicare una diagnosi di cancro o una prognosi negativa è un compito complesso e difficile che richiede una preparazione specifica. Una cattiva notizia, in campo oncologico, coinvolge pregiudizi e rappresentazioni sociali negative sul cancro che esistono anche prima che l operatore incontri il malato. Il collegamento con la possibilità o la paura della morte rende la comunicazione ancora più difficile. Informare ed educare una persona che si ammala di cancro è un aspetto

essenziale delle cure: i malati hanno bisogno di informazioni chiare per conoscere, valutare e reagire in modo consapevole alle conseguenze di interventi chirurgici, agli effetti collaterali delle terapie e dei controlli periodici. La comunicazione e il supporto psicologico afferma Manuela Dettori, dirigente medico oncologo del Businco sono due elementi fondamentali in oncologia: ogni giorno il medico deve comunicare diagnosi e prognosi severe con conseguenti risvolti emotivi nel paziente e nei parenti direttamente coinvolti dalla diagnosi di cancro. Tutto questo viene gestito con la discrezionalità del singolo medico: vi è un difetto di formazione poiché né il corso di Laurea né il periodo di specializzazione prevedono degli esami specifici su questi importanti aspetti. Il supporto psicologico è un altro elemento essenziale. La psiconcologa Michela Cherchi sottolinea l importanza dei gruppi di auto mutuo aiuto, costituiti da un insieme di persone, accomunate dallo stesso problema: Attraverso la comunicazione e l interazione spontanea si scambiano sostegno in modo cooperativo, motivate dal desiderio di voler contribuire attivamente al miglioramento della propria condizione di vita. Il gruppo di auto mutuo aiuto costituisce un importante cambiamento culturale perché la persona sofferente diventa capace di progetti e di iniziativa e ha la consapevolezza di poter essere una risorsa all interno del gruppo. L evento è organizzato da Sardegna Medicina e Gruppo Abbracciamo un sogno con il patrocinio di Società italiana psiconcologia, Sipo, Associazione italiana oncologia medica, Aiom e Asl 8 di Cagliari.

Eventi Tavola rotonda "Condivisione e comunicazione: armi per la lotta al fattore K" Mercoledì 3 dicembre ore 14,45 Sala conferenze ospedale Businco, Cagliari Una staffetta senza competizione. Un passaggio di testimone tra medici, infermieri e pazienti per trasferire un messaggio: la giusta comunicazione di una diagnosi di cancro è la prima medicina. Il testimone è il "fattore k", quel cancro che spesso si fa fatica a chiamare col suo nome. E' questo il tema dello spot della campagna "#FattoreK-Passa il messaggio" che vede protagonisti oncologi, infermiere e pazienti dell'ospedale Businco di Cagliari, che hanno indossato le scarpe da ginnastica e sono scesi nel campo di atletica per girare tutti insieme questo video. Lo spot aprirà l'incontrotavola rotonda "Condivisione e comunicazione: armi per la lotta al fattore K", il 3 dicembre 2014 alle 14,45 nella sala conferenze dell'ospedale oncologico Businco di Cagliari. Una campagna multimedia che nasce per sottolineare l'importanza della giusta comunicazione in oncologia. Professionisti della sanità, medici, operatori sanitari, associazioni, parenti, caregivers e pazienti del gruppo Abbracciamo un sogno si ritroveranno intorno allo stesso tavolo per individuare le strategie migliori per superare il periodo della chemioterapia, ribadire l'importanza del supporto psicologico per chi si trova tutti i giorni faccia a faccia col cancro e stendere un manifesto finale condiviso sulle regole per la migliore comunicazione. "In Sardegna ogni anno quasi 7mila persone sono colpite da tumore (3.716 uomini e 3.281 donne), 1.200 sono nuovi casi di carcinoma mammario. In Italia nel 2013 si sono registrate 48mila nuove diagnosi di carcinoma mammario, ogni anno ci sono 12mila nuovi casi di carcinoma mammario metastatico, ovvero pazienti già affette da carcinoma mammario che metastatizzano o, viceversa, nuove pazienti che esordiscono in fase metastastica. Nella nostra nazione vivono circa

525mila pazienti con una precedente o recente diagnosi di carcinoma mammario. Tra queste 30mila hanno una malattia metastatica", spiega Daniele Farci, dirigente medico oncologo del Businco di Cagliari e coordinatore regionale Aiom, Associazione italiana oncologia medica. "Ognuna di queste donne ha una serie di problematiche che non sono solo cliniche, ma anche psicologiche, sociali, economiche. Possono avere al loro fianco il marito o un compagno, i figli, altri familiari o amiche e amici, ma talvolta sono sole ad affrontare il carico di una malattia devastante". Comunicare una diagnosi di cancro o una prognosi negativa è un compito complesso e difficile che richiede una preparazione specifica. Una cattiva notizia, in campo oncologico, coinvolge pregiudizi e rappresentazioni sociali negative sul cancro che esistono anche prima che l operatore incontri il malato. Il collegamento con la possibilità o la paura della morte rende la comunicazione ancora più difficile. Informare ed educare una persona che si ammala di cancro è un aspetto essenziale delle cure: i malati hanno bisogno di informazioni chiare per conoscere, valutare e reagire in modo consapevole alle conseguenze di interventi chirurgici, agli effetti collaterali delle terapie e dei controlli periodici. La comunicazione e il supporto psicologico sono due elementi fondamentali in oncologia: ogni giorno il medico deve comunicare diagnosi e prognosi severe con conseguenti risvolti emotivi nel paziente e nei parenti direttamente coinvolti dalla diagnosi di cancro, afferma Manuela Dettori, dirigente medico oncologo del Businco. Tutto questo viene gestito con la discrezionalità del singolo medico: vi è un difetto di formazione poiché né il corso di Laurea né il periodo di specializzazione prevedono degli esami specifici su questi importanti aspetti. Il supporto psicologico è un altro elemento essenziale. La psiconcologa Michela Cherchi sottolinea l'importanza dei gruppi di auto mutuo aiuto, costituiti da un insieme di persone, accomunate dallo stesso problema: Attraverso la comunicazione e l interazione spontanea si scambiano sostegno in modo cooperativo, motivate dal desiderio di voler contribuire attivamente al miglioramento della propria condizione di vita. Il gruppo di auto mutuo aiuto costituisce un importante cambiamento culturale perché la persona sofferente diventa capace di progetti e di iniziativa e ha la consapevolezza di poter essere una risorsa all interno del gruppo. L'evento è organizzato da Sardegna Medicina e Gruppo Abbracciamo un sogno con il patrocinio di Società italiana psiconcologia, Sipo, Associazione italiana oncologia medica, Aiom e Asl 8 di Cagliari. http://www.comunecagliarinews.it/news.php?pagina=12873

29/11/2014 Cagliari. Incontro-tavola rotonda "Condivisione e comunicazione: armi per la lotta al fattore K" Una staffetta senza competizione. Un passaggio di testimone tra medici, infermieri e pazienti per trasferire un messaggio: la giusta comunicazione di una diagnosi di cancro è la prima medicina. Il testimone è il "fattore k", quel cancro che spesso si fa fatica a chiamare col suo nome. E' questo il tema dello spot della campagna "#FattoreK-Passa il messaggio" che vede protagonisti oncologi, infermiere e pazienti dell'ospedale Businco di Cagliari, che hanno indossato le scarpe da ginnastica e sono scesi nel campo di atletica per girare tutti insieme questo video. Lo spot aprirà l'incontrotavola rotonda "Condivisione e comunicazione: armi per la lotta al fattore K", il 3 dicembre 2014 alle 14,45 nella sala conferenze dell'ospedale oncologico Businco di Cagliari. Una campagna multimedia che nasce per sottolineare l'importanza della giusta comunicazione in oncologia. Professionisti della sanità, medici, operatori sanitari, associazioni, parenti, caregivers e pazienti del gruppo Abbracciamo un sogno si ritroveranno intorno allo stesso tavolo per individuare le strategie migliori per superare il periodo della chemioterapia, ribadire l'importanza del supporto psicologico per chi si trova tutti i giorni faccia a faccia col cancro e stendere un manifesto finale condiviso sulle regole per la migliore comunicazione. "In Sardegna ogni anno quasi 7mila persone sono colpite da tumore (3.716 uomini e 3.281 donne), 1.200 sono nuovi casi di carcinoma mammario. In Italia nel 2013 si sono registrate 48mila nuove diagnosi di carcinoma mammario, ogni anno ci sono 12mila nuovi casi di carcinoma mammario metastatico, ovvero pazienti già affette da carcinoma mammario che metastatizzano o, viceversa, nuove pazienti che esordiscono in fase metastastica. Nella nostra nazione vivono circa 525mila pazienti con una precedente o recente diagnosi di carcinoma mammario. Tra queste 30mila hanno una malattia metastatica", spiega Daniele Farci, dirigente medico oncologo del Businco di Cagliari e coordinatore regionale Aiom, Associazione italiana oncologia medica. "Ognuna di queste donne ha una serie di problematiche che non sono solo cliniche, ma anche psicologiche, sociali, economiche. Possono avere al loro fianco il marito o un compagno, i figli, altri familiari o amiche e amici, ma talvolta sono sole ad affrontare il carico di una malattia devastante". Comunicare una diagnosi di cancro o una prognosi negativa è un compito complesso e difficile che richiede una preparazione specifica. Una cattiva notizia, in campo oncologico, coinvolge pregiudizi e rappresentazioni sociali negative sul cancro che esistono anche prima che l operatore incontri il malato. Il collegamento con la possibilità o la paura della morte rende la comunicazione ancora più difficile. Informare ed educare una persona che si ammala di cancro è un aspetto essenziale delle cure: i malati hanno bisogno di informazioni chiare per conoscere, valutare e reagire in modo consapevole alle conseguenze di interventi chirurgici, agli effetti collaterali delle terapie e dei controlli periodici. La comunicazione e il supporto psicologico sono due elementi fondamentali in oncologia: ogni giorno il medico deve comunicare diagnosi e prognosi severe con conseguenti risvolti emotivi nel

paziente e nei parenti direttamente coinvolti dalla diagnosi di cancro, afferma Manuela Dettori, dirigente medico oncologo del Businco. Tutto questo viene gestito con la discrezionalità del singolo medico: vi è un difetto di formazione poiché né il corso di Laurea né il periodo di specializzazione prevedono degli esami specifici su questi importanti aspetti. Il supporto psicologico è un altro elemento essenziale. La psiconcologa Michela Cherchi sottolinea l'importanza dei gruppi di auto mutuo aiuto, costituiti da un insieme di persone, accomunate dallo stesso problema: Attraverso la comunicazione e l interazione spontanea si scambiano sostegno in modo cooperativo, motivate dal desiderio di voler contribuire attivamente al miglioramento della propria condizione di vita. Il gruppo di auto mutuo aiuto costituisce un importante cambiamento culturale perché la persona sofferente diventa capace di progetti e di iniziativa e ha la consapevolezza di poter essere una risorsa all interno del gruppo. L'evento è organizzato da Sardegna Medicina e Gruppo Abbracciamo un sogno con il patrocinio di Società italiana psiconcologia, Sipo, Associazione italiana oncologia medica, Aiom e Asl 8 di Cagliari.

home attualità sociale ospedale businco cagliari: le armi contro il fattore k Ospedale Businco Cagliari: le armi contro il fattore K Comunicazione e condivisione le armi per combattere il cancro 01.12.2014 Mercoledì 3 dicembre 2014 alle ore 14:45 nella sala conferenze dell'ospedale oncologico Businco di Cagliari si terrà una tavola rotonda dal titolo "Condivisione e comunicazione: armi per la lotta al fattore K",un incontro o meglio una staffetta, un passaggio di testimone all'interno di una squadra coesa e compatta che vede protagonisti medici, infermieri e pazienti uniti nel trasmettere un messaggio: la giusta comunicazione di una diagnosi di cancro è la prima medicina. Il testimone è proprio "fattore k", il cossiddetto tumore maligno. Il convegno si aprirà con lo spot della campagna "#FattoreK-Passa il messaggio" a cui hanno parteciapato oncologi, infermiere e pazienti dell'ospedale Businco di Cagliari, che hanno indossato le scarpe da ginnastica e sono scesi nel campo di atletica per girare tutti insieme questo video. Si tratta di una campagna multimediale che vuole raggiungere risultati virali e sensibilizzare l'opinione pubblica su quanto sia importante o meglio imprescindibile la giusta comunicazione in oncologia. Professionisti della sanità, medici, operatori sanitari, associazioni, parenti, caregivers e pazienti del gruppo Abbracciamo un sogno si ritroveranno intorno allo stesso tavolo per individuare

le strategie migliori per superare il periodo della chemioterapia, ribadire l'importanza del supporto psicologico per chi si trova tutti i giorni faccia a faccia col cancro e stendere un manifesto finale condiviso sulle regole per la migliore comunicazione. "In Sardegna ogni anno quasi 7mila persone sono colpite da tumore (3.716 uomini e 3.281 donne), 1.200 sono nuovi casi di carcinoma mammario. In Italia nel 2013 si sono registrate 48mila nuove diagnosi di carcinoma mammario", spiega Daniele Farci, dirigente medico oncologo del Businco di Cagliari e coordinatore regionale Aiom, Associazione italiana oncologia medica. "Ognuna di queste donne ha una serie di problematiche che non sono solo cliniche, ma anche psicologiche, sociali, economiche. Possono avere al loro fianco il marito o un compagno, i figli, altri familiari o amiche e amici, ma talvolta sono sole ad affrontare il carico di una malattia devastante". Così come è complicato per una paziente ricevere una diagnosi di cancro anche per un medico è non per nulla un compito semplice comunicare una cattiva notizia in campo oncologico. Quella malattia che tanto impressiona e di cui si ha una tremenda paura registra una percentuale altissima di guarigioni ed informare i propri pazienti su questa ed altre tematiche che sono spesso omesse è un aspetto essenziale delle cure: i malati hanno bisogno di nozioni chiare per conoscere, valutare e reagire in modo consapevole alle conseguenze di interventi chirurgici, agli effetti collaterali delle terapie e dei controlli periodici. "La comunicazione e il supporto psicologico sono due elementi fondamentali in oncologia: ogni giorno il medico deve comunicare diagnosi e prognosi severe con conseguenti risvolti emotivi nel paziente e nei parenti direttamente coinvolti dalla diagnosi di cancro", afferma Manuela Dettori, dirigente medico oncologo del Businco. L'evento è organizzato da Sardegna Medicina e Gruppo Abbracciamo un sogno con il patrocinio di Società italiana psiconcologia, Sipo, Associazione italiana oncologia medica, Aiom e Asl 8 di Cagliari, sotto segue il programma dell'evento: 14:45 Registrazioni 15 :00 - Saluti di benvenuto Maria Teresa Addis Direttore sanitario ospedale Oncologico Cagliari Efisio Defraia Responsabile Oncologia Medica ospedale Oncologico Cagliari Maria Dolores Palmas - infermiera Oncologia Medica ospedale Oncologico Cagliari, leader gruppo Abbracciamo un sogno. 15.15 Interventi Daniela Valdes, Silvia Deligia, Angela Nonnis e Antonio Leonardo Ghisu, pazienti oncologici Il cancro e la vita nella sua quotidianità: bisogni, domande e risposte. Il mondo attorno Parenti e caregiver Sentirsi ed essere soli in tempi di dolore e di precarietà Daniele Farci - Dirigente medico oncologo ospedale Oncologico Cagliari - Coordinatore regionale Aiom I numeri del cancro. Essere professionisti in Oncologia: limiti e potenzialità dell'oncologia oggi Manuela Dettori - Dirigente medico oncologo ospedale Oncologico Cagliari Comunicazione e supporto psicologico al paziente: luci e ombre della formazione Chantal Lussu e Michela Cherchi, psiconcologhe La multidisciplinarietà per la comunicazione della diagnosi e della prognosi. La validità dei gruppi di auto-mutuo-aiuto in ambito oncologico

Maria Rosaria Usai, associazione Uniti per la vita e Anna Maria Massetti, associazione Sinergia femminile L'importanza dell'associazionismo in realtà di dolore e di perdita, quando stare insieme supporta e guarisce 18.30 Dibattito 19.00 - Manifesto finale

FATTORE K-PASSA IL MESSAGGIO, DALL'ONCOLOGICO UN DECALOGO PER COMUNICARE LA DIAGNOSI DEL CANCRO - video Redazione CAGLIARI. Dall'Oncologico un decalogo per la buona comunicazione operatore sanitariopaziente. Lo spot della campagna vede protagonisti oncologi, infermiere e pazienti del Businco che hanno indossato le scarpe da ginnastica e sono scesi nel campo di atletica per correre tutti insieme questa staffetta di solidarietà e speranza. Comunicare una diagnosi di cancro è un compito molto complesso e difficile, il cancro non riguarda soltanto l individuo malato ma coinvolge inevitabilmente tutta la sua famiglia e tutto il suo mondo. Si tratta di una prova esistenziale che riguarda tutti gli aspetti della vita. Giù dell'articolo il video Dall'Oncologico un decalogo per la buona comunicazione operatore sanitario-paziente e arrivano quattro proposte: un tavolo di lavoro Università-Asl, questionari di gradimento per i pazienti, formazione specifica per i professionisti della sanità e un documento per creare le giuste condizioni ambientali Un gomitolo colorato, intreccio di storie di vita e di malattia. Pezzi di stoffa che racchiudono scampoli di quei visi, occhi, di quei sorrisi che il cancro non è riuscito a spegnere. Groviglio di dolori, paure, sofferenza, ma anche speranze, amore ed emozioni. Un grande reticolo dei foulard dei pazienti dell'oncologico che si srotola per svelare il senso dell'unione e della condivisione e lanciare un messaggio: la comunicazione è la prima medicina. È con questa immagine che si chiude lo spot della campagna #FattoreK-Passa il messaggio che vede protagonisti oncologi, infermiere e pazienti dell ospedale Businco di Cagliari che hanno indossato le scarpe da ginnastica e sono scesi nel campo di atletica per correre tutti insieme questa