VADEMECUM AZIONE 5.1 INCONTRI DEI GIOVANI CON I RESPONSABILI DELLE POLITICHE PER LA GIOVENTÙ



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VADEMECUM AZIONE 5.1 INCONTRI DEI GIOVANI CON I RESPONSABILI DELLE POLITICHE PER LA GIOVENTÙ Il vademecum intende aiutare i promotori di Incontri di giovani con i responsabili delle politiche per la gioventù nella realizzazione di un buon progetto, attraverso un processo logico di accompagnamento del lettore nelle tre macrofasi che lo caratterizzano: dall idea alla redazione del formulario di presentazione della domanda di sovvenzione, alla rendicontazione finale. Il vademecum non sostituisce in alcun modo la guida al Programma Gioventù in Azione che rimane il documento ufficiale della Commissione Europea cui dovete attenervi per la presentazione e realizzazione del progetto. Il presente opuscolo, da leggere solo dopo aver studiato con attenzione la guida ufficiale al Programma GiA, è così articolato: IDEAZIONE pag. 2 VALUTAZIONE EX-ANTE pag.39 IDENTIFICAZIONE pag.20 IL BUDGET pag.35 VISIBILITÀ pag. 29 DIFFUSIONE E VALORIZZAZIONE pag. 32 Azione 5.1

IDEAZIONE Cosa bisogna sapere prima di iniziare Azione 5.1

CONOSCIAMO L AZIONE 5.1 Incontri dei giovani con i responsabili delle politiche per la gioventù L azione 5 "Favorire la cooperazione europea nel settore della gioventù" si prefigge, per l appunto, di incoraggiare la collaborazione a livello europeo nell ambito delle politiche giovanili, in particolare promuovendo il dialogo tra i giovani e i responsabili politici delle stesse. L azione secondaria 5.1 Incontri dei giovani con i responsabili delle politiche per la gioventù sostiene l attuazione e lo sviluppo del dialogo strutturato tra i giovani, coloro che sono attivi nel settore dell'animazione giovanile e i responsabili delle politiche giovanili, a livello locale, regionale, nazionale e internazionale. Il dialogo strutturato rappresenta il principale strumento europeo di comunicazione tra giovani e decision-makers, creato e utilizzato per discutere le priorità della cooperazione europea nel settore delle politiche giovanili e relative aree di intervento e follow up. Senza di esso, i giovani non avrebbero alcuna possibilità di esercitare un influenza diretta e riconosciuta sulla formulazione e l esecuzione della strategia europea in materia di gioventù, né di divenire parte attiva e proponente dei processi decisionali che li riguardano in prima persona. Questo tipo di esperienza, che rende i giovani protagonisti, ha lo scopo di motivarli a interessarsi alla vita pubblica e a conoscere i meccanismi dei processi decisionali che spesso appaiono loro troppo complessi, inaccessibili e distanti dalla quotidianità. In sostanza, è offerta ai giovani l opportunità di influire sui processi decisionali delle istituzioni democratiche e di giocare un ruolo attivo come cittadini nelle proprie comunità locali e a livello europeo. L azione secondaria 5.1 è pertanto rivolta ad associazioni o organizzazioni senza scopo di lucro, enti pubblici locali, regionali o enti attivi nel settore della gioventù a livello europeo. I suddetti promotori devono coinvolgere nelle attività giovani tra i 15 e i 30 anni residenti in un Paese aderente al Programma, mentre non è previsto alcun limite di età per quanto concerne la partecipazione dei decision-makers. In sintesi, nell ambito dell Azione 5.1 vengono finanziate le seguenti attività: INCONTRI NAZIONALI Incontri a livello locale, regionale o nazionale organizzati da un promotore residente in un Paese aderente al Programma e che prevedono: a) spazi di dibattito e informazione su questioni relative al dialogo strutturato o alle politiche e alle tematiche europee; b) attività preparatorie per l evento ufficiale sui giovani organizzato da ciascuna Presidenza in carica dell UE; c) attività collegate alla Settimana Europea della Gioventù; d) attività di promozione del dialogo e della cooperazione tra i diversi settori dell educazione formale e non formale. SEMINARI TRANSNAZIONALI Incontri tra giovani e responsabili politici organizzati da promotori di almeno 5 Paesi aderenti al Programma per la discussione e lo scambio di idee e buone prassi in merito alle priorità e gli obiettivi del dialogo strutturato nell ambito del quadro rinnovato di cooperazione europea nel settore della gioventù (2010-2018). Azione 5.1 3

Gli Incontri Nazionali e i Seminari Transnazionali, potranno essere preceduti da attività di consultazione dei giovani circa le tematiche sulle quali verteranno gli incontri stessi (ad esempio consultazioni on-line, questionari, sondaggi d opinione, ecc.). Il presente vademecum si concentrerà in particolare sui Seminari Transnazionali per l indubbio valore aggiunto ravvisabile nel partenariato internazionale, nell apprendimento interculturale e nella possibilità per il progetto di raggiungere un impatto di più ampio respiro. I progetti di seminari transnazionali, realizzati in collaborazione con i partner, consentono ai giovani di condividere l'esperienza della propria realtà locale con i colleghi europei: una dimostrazione pratica di come i progetti transnazionali aumentino nei giovani la consapevolezza del proprio ruolo di cittadini europei attivi nel processo decisionale comunitario. Sia che partecipiate alla progettazione di un seminario giovanile nazionale che transnazionale, dovrete condividere con tutti i partner coinvolti ciascuna fase di elaborazione del progetto, a cominciare dalla sua ideazione e preparazione. Nella fase d ideazione s intersecano e si sovrappongono due momenti che possono essere definiti di studio del programma Gioventù in Azione e di studio preliminare del progetto: studio del programma Gioventù in Azione: è fondamentale familiarizzare con i principali documenti e linee guida del programma, in modo da aver chiari quali sono gli obiettivi generali e specifici che si pone, le priorità sulle quali i progetti devono concentrarsi, quali soggetti/beneficiari possono essere coinvolti; studio preliminare dell idea: consiste nel definire a livello generale l obiettivo del progetto, il tema del progetto e le competenze/conoscenze da acquisire, l idea di come pensate di realizzarlo, le priorità e gli obiettivi del quadro per la cooperazione in materia di gioventù cui aderire, la composizione del gruppo dei partecipanti. Per quanto concerne il profilo dei partecipanti che verrà valutato ai fini della concessione della sovvenzione - ricordatevi di assicurare l equa partecipazione di genere (maschi/femmine) e per Paese di origine (in caso di seminari transnazionali) e di rispettare le disposizioni relative al loro numero (come da Guida al Programma ). In particolare, i progetti incentrati sul dialogo strutturato sono concepiti per essere realizzati con e attraverso le organizzazioni giovanili attive nei dibattiti sulle tematiche giovanili a livello locale, regionale, nazionale o europeo. A questo proposito, il target naturale, ma non esclusivo, di questa Azione secondaria, è rappresentato dagli organismi rappresentativi dei giovani (es. Forum Nazionale Giovani, consulta giovanile, ecc.) e dalle organizzazioni non governative che operano nel settore della gioventù; questa tipologia di progetti dovrà comunque mirare a sviluppare strategie innovative ed efficienti per coinvolgere altri gruppi target, ad esempio giovani che sono impegnati nella società ma non sono collegati a nessuna organizzazione, nonché includere giovani provenienti da contesti svantaggiati e con minori opportunità (problemi di mobilità, problemi di salute, ecc.). In generale, i promotori dovrebbero lavorare assieme, per la realizzazione del proprio progetto, sulla tematica e la metodologia strettamente stabilite nell ambito dell Azione secondaria 5.1, incoraggiando il dialogo e l incontro interculturale con altri partecipanti provenienti da ambienti ed eventualmente Paesi diversi (in caso di seminari transnazionali). Promotori e partner dovrebbero poi tradurre tale tematica in un programma di attività concrete che promuovano lo sviluppo socio-educativo e personale di tutti i soggetti coinvolti in un contesto di apprendimento non formale. Tale processo dovrebbe anche essere analizzato nel corso del progetto: i promotori dovrebbero, infatti, pianificare uno spazio di riflessione sulle esperienze e i risultati dell apprendimento acquisiti, per ottenere feedback dai partecipanti e adattare il programma di conseguenza. Azione 5.1 4

APPROFONDIMENTO Il quadro rinnovato di cooperazione europea nel settore della gioventù per il periodo 2010-2018 E bene ricordare le priorità e gli obiettivi stabiliti dalla Risoluzione del Consiglio del 27 novembre 2009 su un quadro rinnovato di cooperazione europea in materia di gioventù (2010-2018), in quanto, un progetto nell ambito dell Azione secondaria 5.1, deve necessariamente aderirvi. Tale quadro rinnovato punta a migliorare l efficienza e l efficacia della cooperazione europea definendo una strategia per il prossimo decennio fondata sui progressi ottenuti e sulle lezioni apprese nell ambito del quadro precedente. La cooperazione europea in materia di gioventù per il periodo 2010-2018 punta a due obiettivi globali correlati: creare, all'insegna della parità, maggiori opportunità nell'istruzione e nel mercato del lavoro; promuovere la cittadinanza attiva, l'inclusione sociale e la solidarietà. A tal fine si sviluppano e si promuovono iniziative specifiche rivolte ai giovani e iniziative di integrazione per inserire le questioni relative ai giovani in altre politiche. Il quadro rinnovato delinea otto campi d azione in cui vanno avviate iniziative intersettoriali per sostenere i giovani: istruzione e formazione; occupazione e imprenditorialità; salute e benessere; partecipazione; volontariato; inclusione sociale; i giovani nel mondo; creatività e cultura. La cooperazione europea in materia di gioventù deve osservare alcuni principi guida e nello specifico: promuovere il principio delle parità di genere; combattere la discriminazione in qualsiasi forma; tenere presente le differenze tra i giovani, soprattutto di quelli più svantaggiati; prevedere la partecipazione dei giovani all elaborazione delle politiche. La cooperazione europea dovrebbe produrre risultati chiari e visibili che dovrebbero essere presentati, riesaminati e diffusi periodicamente. Il successo dipende dall impegno politico degli Stati membri e dall utilizzo di metodi di lavoro basati su: una serie di 3 cicli triennali (il primo ciclo coprirà il triennio 2010-2012); una priorità tematica generale per ogni semestre di Presidenza del Consiglio dell Unione Europea e priorità specifiche per ogni Paese della Presidenza che contribuiranno alla priorità tematica generale (le priorità del periodo 2010 - dicembre 2012 sono illustrate di seguito nella trattazione); strumenti di attuazione (acquisizione di conoscenze, apprendimento reciproco, relazioni sul- Azione 5.1 5

l'andamento dei lavori, divulgazione dei risultati, controllo del processo, dialogo con i giovani, mobilitazione dei programmi e fondi dell UE). Link di riferimento: http://eur-lex.europa.eu/lexuriserv/lexuriserv.do?uri=oj:c:2009:311:0001:01:it:html Tenendo presente questa premessa generale, vi invitiamo a inquadrare il vostro progetto di Incontri dei giovani con i responsabili delle politiche per la gioventù nell ambito dell obiettivo generale di GiA che mira a favorire la cooperazione europea nel settore della gioventù. Azione 5.1 6

CONOSCIAMO L OBIETTIVO GENERALE Favorire la cooperazione europea nel settore della gioventù" L'obiettivo generale dell Azione 5 del Programma GiA "Favorire la cooperazione europea nel settore della gioventù" si propone di: incoraggiare lo scambio di buone prassi e la cooperazione tra i decision-makers e gli operatori giovanili; favorire il dialogo strutturato tra i responsabili politici e i giovani; migliorare la conoscenza e la comprensione della gioventù. Il presente vademecum si concentrerà in particolare ai fini della presentazione della domanda di sovvenzione sui seminari transnazionali incentrati sul dialogo strutturato. Scopo del dialogo strutturato è fungere da sede di riflessione comune e permanente sulle priorità, l'attuazione e il monitoraggio della cooperazione europea in materia di gioventù. Esso mira a coinvolgere i giovani e le organizzazioni giovanili nelle consultazioni a tutti i livelli negli Stati membri, in particolare in occasione delle conferenze sulla gioventù organizzate a livello dell'ue e durante la Settimana Europea della gioventù. In concreto, per dialogo strutturato in materia di gioventù si intende il processo per cui i governi e le amministrazioni, comprese le istituzioni dell'unione europea, discutono alcune tematiche prioritarie scelte con i giovani, per permettere ai giovani stessi di incidere sul processo decisionale nell ambito delle politiche giovanili a livello europeo. Tale dibattito è strutturato in termini di temi e di tempi: gli eventi in cui i giovani possono discutere i temi tra di loro e anche con i politici UE, sono organizzati su base regolare e fissati a livello europeo. E stato infatti stabilito che il dialogo strutturato dovrebbe basarsi su cicli di lavoro di 18 mesi, ciascuno incentrato su una tematica generale corrispondente alle priorità della cooperazione europea, integrati eventualmente da una priorità specifica stabilita dalla Presidenza di turno dell UE. Il dialogo strutturato si traduce dunque in un meccanismo di consultazione su più livelli: consultazioni con i giovani e le organizzazioni giovanili a tutti i livelli negli Stati membri e consultazioni in occasione delle Conferenze UE sulla gioventù organizzate dalle Presidenze di turno e durante la Settimana Europea della gioventù. Per implementare tali processi di consultazione, sono state create nuove strutture a livello nazionale ed europeo. Al fine di raggiungere i giovani a livello locale, regionale e nazionale, gli Stati membri sono stati invitati a istituire Gruppi di lavoro nazionale, composti da rappresentanti dei ministeri della gioventù, dei Consigli nazionali della gioventù, dei consigli dei giovani locali e regionali, organizzazioni giovanili, soggetti attivi nell'animazione giovanile e ricercatori nel settore della gioventù. Questi gruppi di lavoro nazionali hanno il compito di organizzare le consultazioni dei giovani negli Stati membri sulla tematica generale stabilita a livello europeo per il ciclo di lavoro di 18 mesi, in modo da preparare contributi e raccomandazioni che verranno discussi durante le Conferenze UE sui giovani organizzate sullo stesso tema da ciascun Stato membro della troika presidenziale di turno. Il Comitato Direttivo Europeo (European Steering Committee) per il dialogo strutturato coordina, invece, l'attuazione del processo a livello europeo. Esso è composto da rappresentanti dei ministeri Azione 5.1 7

della gioventù degli Stati membri dei tre Paesi di turno della Presidenza UE, dei Consigli nazionali della gioventù e delle Agenzie Nazionali del programma Gioventù in Azione, da rappresentanti della Commissione europea e del Forum europeo della gioventù. Il Forum europeo della gioventù riveste la carica di presidente del Comitato Direttivo Europeo. Il seguente schema sintetico, elaborato dalla Polonia durante il suo semestre di Presidenza dell UE, rappresenta un utile strumento esplicativo per comprendere il complesso processo di attuazione del dialogo strutturato in materia di gioventù: LIVELLO DIPLOMATICO CONCLUSIONI DEL CONSIGLIO 27 MINISTRI GRUPPI DI LAVORO - FUNZIONARI PAESI UE (...) 4-5 meeting GRUPPI DI LAVORO - FUNZIONARI PAESI UE ADOTTANO RACCOMANDAZIONI SULLA POLICY ALTRI AMBITI DI POLICY CONCLUSIONI CONFERENZA EUROPEA SUI GIOVANI WORKSHOP E DOCUMENTI DI BACKGROUND LIVELLO UE RAPPRESENTANTI DEI MINISTRI E DELEGATI GIOVANILI COMITATO DIRETTIVO EUROPEO: COMMISSIONE EUROPEA, FORUM GIOVANI, 3 MINISTRI, 3 AGENZIE NAZIONALI, 3FORUM NAZIONALI GIOVANI PREPARANO INPUT PER POLICY-MARKING LIVELLO NAZIONALE GRUPPI DI LAVORO NAZIONALI MINISTERO E FORUM NAZIONALE GIOVANI GIOVANI CONSULTAZIONI X 27 ALTRI AMBITI DI POLICY NAZIONALI Azione 5.1 8

Nella risoluzione del Consiglio UE del giugno 2011 sul dialogo strutturato con i giovani, è stato stabilito che il dialogo proseguirà con un secondo ciclo di lavori di 18 mesi (1 luglio 2011-31 dicembre 2012) la cui priorità tematica generale della cooperazione europea in materia di gioventù sarà la partecipazione dei giovani, con un particolare accento sulla partecipazione alla vita democratica. Tale priorità, così come le priorità specifiche che andremo a indicarvi qui di seguito, costituiscono le tematiche guida con cui dovrà necessariamente confrontarsi un progetto nell ambito dell azione secondaria 5.1 Incontri dei giovani con i responsabili delle politiche per la gioventù. Le priorità specifiche per il trio di presidenza del secondo ciclo di lavori sono le seguenti: 1 luglio 2011-31 dicembre 2011 I giovani nel mondo Nella seconda metà del 2011 saranno evidenziati i seguenti punti: intensificare la cooperazione tra i giovani dell'unione europea e quelli dei paesi dell'europa orientale e del Caucaso, con particolare riguardo alla mobilità dei giovani; nell'ambito del quadro rinnovato di cooperazione europea in materia di gioventù, sensibilizzare alla situazione dei giovani e alla politica per la gioventù nei paesi dell'europa orientale e del Caucaso; riflettere sul ruolo che la promozione e il riconoscimento dell'apprendimento di tipo informale e non formale rivestono per i giovani, tenendo conto del contesto dell'anno europeo delle attività di volontariato che promuovono la cittadinanza attiva e dei risultati della valutazione intermedia del programma «Gioventù in azione». 1 gennaio 2012-30 giugno 2012 Creatività e innovazione Nella prima metà del 2012 saranno evidenziati i seguenti punti: incoraggiare la creatività, la capacità innovativa ed il talento dei giovani come strumento di partecipazione attiva nella società e di maggiore occupabilità sul mercato del lavoro; attingere alle varie iniziative lanciate durante l'anno europeo della creatività e dell'innovazione; scambiare buone pratiche sul modo di coinvolgere un maggior numero di giovani nel processo decisionale democratico. 1 luglio 2012-31 dicembre 2012 Partecipazione e inclusione sociale Nella seconda metà del 2012 saranno evidenziati i seguenti punti: rafforzare la partecipazione delle organizzazioni non governative (ONG) e dei giovani in generale al processo decisionale; potenziare ed incoraggiare la partecipazione dei giovani a livello locale; promuovere l'inclusione di tutti i giovani nella vita sociale e democratica. Azione 5.1 9

PER APPROFONDIRE Dopo cinque anni trascorsi dall adozione del Dialogo Strutturato Europeo come strumento per il raggiungimento degli obiettivi comuni dei Paesi UE per la partecipazione e l informazione dei giovani, l Agenzia Nazionale Giovani si propone di verificare la conoscenza dei principi alla base del processo tra gli stakeholders e di condividere le buone prassi eventualmente realizzate a livello locale, regionale e nazionale, con il fine di rilanciare il Dialogo Strutturato Europeo come strumento comune nella realizzazione delle politiche per i giovani. Per maggiori informazioni: http://ang.dialogostrutturato.it/ Per approfondire le tematiche e le priorità dell Azione: Il sito dell Agenzia Nazionale Giovani: http://www.agenziagiovani.it/home.aspx Il Portale europeo dei giovani: http://europa.eu/youth/index.cfm?l_id=it Il quadro rinnovato di cooperazione europea in materia di gioventù (2010-2018) http://eurlex.europa.eu/lexuriserv/lexuriserv.do?uri=oj:c:2009:311:0001:01:it:html Il dialogo strutturato europeo: http://ang.dialogostrutturato.it/ The European Youth Forum: http://www.youthforum.org/ European Citizenship Portal: http://www.european-citizenship.org Una volta presa confidenza con il programma Gioventù in Azione, riflettete su come la vostra idea sia attinente alle priorità permanenti del Programma: cittadinanza europea, partecipazione dei giovani, diversità culturale, inserimento dei giovani con minori opportunità. Ricordate che non è necessario che la vostra idea progettuale aderisca obbligatoriamente a tutte le priorità del programma GiA così come a tutti gli obiettivi: identificate, pertanto, le tematiche realmente pertinenti alle finalità del vostro progetto! Azione 5.1 10

LE QUATTRO PRIORITÀ PERMANENTI E L APPRENDIMENTO NON FORMALE Il motore del programma gioventù in azione Le quattro priorità e l apprendimento non formale rappresentano i pilastri su cui si basa il programma Gioventù in Azione. Occorre dunque impadronirsi di questi concetti chiave per poter realizzare un iniziativa efficace. Come vedrete, i temi affrontati sono fortemente legati tra loro. Partecipazione dei giovani La nozione di partecipazione dei giovani nella società è in continua evoluzione. La Carta europea della partecipazione dei giovani alla vita locale e regionale afferma che partecipare ed essere un cittadino attivo, vuol dire avere il diritto, i mezzi, il luogo, la possibilità, e, se del caso, il necessario sostegno per intervenire nelle decisioni, influenzarle e impegnarsi in attività e iniziative che possano contribuire alla costruzione di una società migliore. Questa definizione non limita dunque la partecipazione alla vita democratica di una comunità, qualunque essa sia, unicamente al fatto di votare o di presentarsi a delle elezioni, per quanto importanti siano tali elementi; evidenzia, invece, come partecipare, significhi esercitare influenza e responsabilità su decisioni e azioni che hanno un impatto sulla vita dei giovani o sono semplicemente importanti per loro. In questo approccio, che rispecchia anche le finalità del Programma Gioventù in azione, i giovani sono visti come attori attivi nelle proprie organizzazioni o nella vita delle proprie comunità e pertanto dovrebbero ricevere l opportunità di esprimere i propri bisogni e di trovare la strada per soddisfarli. Per introdurre i principi della partecipazione giovanile in una comunità possiamo utilizzare il modello ideato da Marc Jans e Kurt de Backer, che fa riferimento alle tre C per una partecipazione di successo : Challenge (Sfida), Capacity (Capacità), Connection (Connessione). Secondo questo approccio, per costruire un progetto di successo è necessario che i giovani trovino il giusto equilibrio tra i propri interessi, le proprie capacità e i propri limiti. In secondo luogo, bisogna che i giovani siano coinvolti in tutto il processo, in modo da accrescere il loro senso di appartenenza. Questo modello suggerisce dunque che: la partecipazione dovrebbe fondarsi su una sfida, ovvero su un attività stimolante, convincente e d interesse per i giovani; la partecipazione dovrebbe fondarsi sulla capacità: i giovani devono possedere le competenze necessarie per impegnarsi nella sfida, altrimenti potrebbero rinunciarvi con conseguente senso di sfiducia e frustrazione. Il progetto dovrà colmare le eventuali lacune dei giovani e offrire occasioni di apprendimento informale; la partecipazione dovrebbe fondarsi su una connessione, ovvero i giovani dovrebbero sentire un legame con l attività che deve essere adattata e compatibile con il loro mondo. L articolo 165 del trattato di Lisbona dispone che l azione dell Unione europea deve essere intesa a incoraggiare la partecipazione dei giovani alla vita democratica dell Europa. Azione 5.1 11

La partecipazione giovanile costituisce pertanto un elemento, un indicatore e un punto d inizio per il progresso democratico di una società in generale, laddove la democrazia prevede che tutti coloro che siano oggetto di decisioni siano anche parte attiva del processo decisionale stesso. Si può dire dunque che le sfide alla partecipazione giovanile si riflettono essenzialmente nella capacità di saper organizzare idee e azioni in modo da lavorare in gruppi di coetanei che condividano gli stessi obiettivi, pur prendendo in considerazione i diversi valori e bisogni di ciascuno, e così sviluppando un senso di responsabilità verso se stessi e nei confronti della comunità di appartenenza. Lo sviluppo di tali forme di organizzazione giovanile può assumere, dunque, un ruolo complementare rispetto alle misure pianificate dalle istituzioni per assicurare la piena partecipazione dei cittadini in una società democratica. La partecipazione giovanile può apportare benefici concreti e visibili non soltanto ai giovani stessi, ma anche alle organizzazioni/istituzioni e comunità in cui essi sono inseriti. Una partecipazione giovanile di qualità : produce un cambiamento positivo nella vita dei giovani. La partecipazione non deve essere vista soltanto come un fine cui tendere, ma come un mezzo per ottenere un cambiamento positivo della società. I giovani possono contribuire a questo cambiamento, specialmente quando ne riscontrano direttamente gli effetti positivi; fa in modo che si senta la voce dei giovani. I giovani chiedono di essere ascoltati e desiderano che i propri punti di vista siano presi in considerazione seriamente. Tramite la partecipazione attiva, essi possono esprimere le proprie opinioni in diversi ambiti e ricevere l opportunità che queste siano prese in considerazione; aiuta gli adulti a comprendere i bisogni e i punti di vista dei giovani. Lavorare direttamente con i giovani e coinvolgerli nei processi di consultazione può certamente creare opportunità per ricevere informazioni di prima mano sulle esigenze dei giovani; aiuta i giovani a sviluppare competenze che permettano loro di collaborare in modo efficiente con gli adulti. Lavorando con gli adulti i giovani hanno l opportunità di apprendere come debba essere impostato il rapporto di collaborazione; crea opportunità per gli adulti di condividere la propria conoscenza ed esperienza con i giovani in un ruolo non autoritario e gerarchico. I giovani in genere non amano che gli si dica ciò che devono fare, preferiscono esplorare e imparare facendo. Essi però sanno anche apprezzare chi ha più esperienza e conoscenze di loro. Se gli adulti saranno capaci di non imporre le proprie decisioni, i giovani saranno meglio predisposti a imparare da essi, e conseguentemente riusciranno a beneficiare della loro esperienza; rende i processi decisionali più rappresentativi. Se ai giovani viene concesso di partecipare ai processi decisionali, c è una probabilità maggiore che i loro punti di vista vengano presi in considerazione e soddisfatti i loro bisogni; stimola nuovi approcci e idee per risolvere problemi locali e regionali. I giovani sono tradizionalmente esclusi dalla maggior parte dei processi decisionali, mentre gli adulti esercitano la maggior parte del potere. Laddove i giovani sono stati invitati a collaborare per risolvere problemi locali che li riguardavano, essi hanno saputo apportare nuove idee e stimolare i decisori ad andare oltre gli approcci tradizionali. Azione 5.1 12

PER APPROFONDIRE Consiglio d Europa - Carta europea riveduta della partecipazione dei giovani alla vita locale e regionale http://www.coe.int/t/dg4/youth/source/coe_youth/participation/coe_charter_participation_it.pdf Put Your imprint on society http://www.salto-youth.net/downloads/4-17-1697/salto_mag_final.pdf La cittadinanza europea e la dimensione europea La cittadinanza europea è sia un processo sia uno status che idealmente permette agli individui di essere pienamente se stessi e allo stesso tempo essere una parte attiva delle proprie comunità in tutta Europa. Tutto questo senza rinunciare ad alcuna parte della propria identità o senso di appartenenza, quanto piuttosto approfondendoli. Nel concreto, il concetto di cittadinanza europea, alla luce dei continui cambiamenti sociali, politici e tecnologici, è un idea dinamica e under construction. Tale complessità va sempre tenuta a mente nella stesura dei progetti perché vi si chiede anche di indagare e arricchire il senso di appartenenza all Europa. In fondo la domanda semplice che ci dobbiamo porre è: abbiamo fatto l Europa, ora come facciamo gli europei? Essere cittadino europeo significa riconoscersi nei valori di libertà e democrazia su cui sono fondate le istituzioni europee. La democrazia è un modo di vivere insieme in una comunità, dove la partecipazione alle scelte da compiere deve vedere coinvolto il più ampio numero di persone. I progetti dovrebbero dunque promuovere una cittadinanza democratica. Ciò significa favorire tutte quelle attività che aiutino i giovani a partecipare attivamente alla vita politica e sociale, riconoscendo ed esercitando i propri diritti e le proprie responsabilità. Ma non solo, le iniziative ideate dovrebbero educare a una cittadinanza democratica, prevedendo di rispondere alle esigenze di conoscenza necessarie agli individui per esercitare i propri diritti e adempiere ai propri doveri nel contesto dei sistemi giuridici e politici che regolano la cittadinanza, a livello nazionale, europeo e internazionale. L educazione alla cittadinanza europea è dunque legata allo sviluppo della conoscenza dei sistemi politici e giuridici (ad es. diritti civili e politici, altri diritti umani, doveri civici), all acquisizione di competenze civiche e sociali e alla maturazione di atteggiamenti critici costruttivi e favorevoli alla democrazia. Un secondo elemento importante dell Azione, strettamente legato al precedente, è la dimensione europea. Un progetto nell ambito dell Azione secondaria 5.1 deve avere una dimensione europea, deve cioè affrontare temi di interesse europeo e/o problematiche comuni e/o i valori di riferimento dell UE. Ciò significa che nella scelta del tema che andrete a sviluppare nel progetto, oltre a definirlo chiaramente, dovrete rappresentare un esigenza/fabbisogno sia del vostro gruppo sia dell Unione Europea. Azione 5.1 13

PER APPROFONDIRE Programma di Partenariato sulla Formazione Giovanile Europea, T-kit: "In Costruzione...Cittadinanza, Gioventù ed Europa" http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/publications/t-kits/7/tkit_7_it What could European Citizenship in youth work look like? http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/documents/training/ec_valorisation_publication.pdf Inclusione di giovani con minori opportunità Il concetto di Inclusione definisce una situazione ideale nella quale tutte le persone che vivono in una determinata società hanno pari diritti di accesso e di partecipazione. Situazione ideale che non si realizza nella realtà, trasformando l inclusione in un obiettivo da perseguire: favorire una migliore e piena integrazione della persona nel contesto sociale ed economico nel quale vive, incentivare il suo inserimento e la sua partecipazione. Il Programma Gioventù in azione si pone questo obiettivo in riferimento ai giovani con minori opportunità, ovvero quei giovani che si trovano in una situazione di svantaggio rispetto ai loro coetanei. Non ci sono solo condizioni soggettive all origine dell esclusione (una disabilità, una dipendenza, ecc.) ma anche culture e contesti che generano esclusione sociale. Per rischio di esclusione si deve quindi intendere un concetto dinamico che consideri anche le condizioni che possono, in qualsiasi momento della vita di ciascuno, accrescere il rischio di essere esclusi (disoccupazione, basso reddito, basso livello d istruzione, dover emigrare, ecc.). Un progetto che si prefigge l obiettivo di favorire l inclusione dei giovani, nell ambito della normale definizione delle attività, deve porre l attenzione su tre elementi essenziali: il coinvolgimento: entrare in contatto con giovani emarginati oltre a essere complicato non è sufficiente. Occorre coinvolgerli, farli sentire protagonisti e beneficiari del progetto, dando valore al bagaglio di conoscenze che possono portare e offrendo loro qualcosa di attraente e stimolante, nuove opportunità che sino ad ora sono state per loro irraggiungibili. È auspicabile che ci sia un collegamento con la comunità locale, con l obiettivo di colmare il divario tra i giovani e la società. la socializzazione: è necessario innescare e favorire un processo di socializzazione, aiutando i giovani a comunicare e a collaborare tra loro. Messi nella condizione di conoscere e incontrare altri giovani, i loro pregiudizi, stereotipi e certezze verranno messi in discussione. Nonostante le differenze, scopriranno che altri giovani condividono le stesse speranze e aspirazioni per il futuro. I giovani capiscono più a fondo la vita degli altri quando vi è una connessione di tipo emotivo. l autostima: accrescere l autostima è obiettivo importante di tutti i progetti riguardanti i giovani, ancora di più quando sono volti all inclusione. La bassa autostima è spesso messa in collegamento con una vasta gamma di problemi sociali. L autostima viene da dentro noi stessi, ma un elemento chiave per il suo sviluppo è la costruzione personale del senso di adeguatezza che risulta dall interazione con gli altri e con l ambiente in cui si vive. I giovani svantaggiati, per definizione, hanno minori opportunità di sperimentare queste interazioni che generano fiducia, un feedback positivo, un senso di adeguatezza. PER APPROFONDIRE Programma di Partenariato sulla Formazione Giovanile Europea, T-Kit Inclusione Sociale http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/documents/publications/t_kits/8/italian/tkit8_italian.pdf Salto-Youth ID Booklet Idee per l inclusione e la diversità http://www.salto-youth.net/downloads/4-17-2069/idbookletit.pdf Azione 5.1 14

La diversità culturale e la dimensione interculturale Il preambolo della Carta dei diritti fondamentali dell'unione Europea afferma che: L'Unione Europea si fonda sui valori indivisibili ed universali di dignità umana, di libertà, di uguaglianza e di solidarietà; l Unione si basa sui principi di democrazia e dello Stato di diritto ( ). L'Unione contribuisce al mantenimento e allo sviluppo di questi valori comuni, nel rispetto della diversità delle culture e delle tradizioni dei popoli europei, dell'identità nazionale degli Stati membri". Il concetto di diversità costituisce dunque uno dei pilastri dell Unione Europea per conseguire i propri obiettivi strategici di cooperazione e integrazione e costruire un Europa più inclusiva. Seguendo questo approccio, la dimensione interculturale dei progetti costituisce uno strumento fondamentale per promuovere il dialogo tra diverse culture e per coinvolgere i giovani europei nella vita politica e sociale delle proprie comunità. La cultura viene considerata come il software che le persone usano nella vita di tutti i giorni; viene comunemente descritta come quell insieme complesso di conoscenze, idee, leggi, fedi, costumi, tradizioni e di tutte quelle capacità e abitudini che una persona acquisisce volontariamente o involontariamente nel suo essere parte di una nazione. La cultura può essere considerata come un iceberg di cui solo una piccola parte emerge dall acqua ed è visibile: architettura, arte, cucina, musica, lingua, ecc. La punta dell iceberg è però sostenuta da una parte molto più grande e solida che si trova sott acqua ed è perciò invisibile. Le fondamenta della cultura sono difficili da individuare: la storia del gruppo, le sue regole, i valori, le stesse idee sullo spazio, la natura, il tempo, ecc. Il modello iceberg sottolinea la difficoltà a capire i popoli con basi culturali diverse poiché è possibile individuare solo le parti visibili del loro iceberg, senza riuscire a vedere subito quali sono le basi sulle quali poggiano. Ci ricorda anche che negli incontri interculturali, quelle che a prima vista possono sembrare affinità, potrebbero basarsi su presupposti completamente diversi della realtà. L apprendimento secondo un approccio interculturale significa perciò rendersi conto di quella parte inferiore del proprio iceberg. C è una differenza abissale tra accettare un azione e capirla. Obiettivo del dialogo interculturale è quello di rendere possibile la comprensione delle idee e delle azioni di persone con differenti background culturali anche senza doverle necessariamente condividere. La sfida di ogni progetto nel campo della gioventù è di favorire l apprendimento interculturale dei partecipanti, attraverso esercizi e processi di educazione non formale che aiutino i giovani a rafforzare la propria identità individuale o di gruppo non in contrapposizione ma in comunicazione con gli altri; a sviluppare una personalità curiosa, attenta, disponibile, sensibile e rispettosa dell altro; a stimolare la riflessione su di sé, sugli altri, sugli stereotipi e i pregiudizi; a prendere coscienza della complessità dei punti di vista e quindi essere capace di cambiare il proprio essere; in conclusione, ad affrontare meglio le difficoltà delle società moderne. È infine utile conoscere le principali linee guida su cui poggia l apprendimento interculturale nel lavoro giovanile: l apprendimento interculturale si basa su un processo di apprendimento lento e continuo. Coinvolge sia la ragione sia i sentimenti; l apprendimento interculturale si basa sulla diversità e la differenza, sul pluralismo, su domande aperte e complesse e infine sulla riflessione e il cambiamento; l apprendimento interculturale si basa sul confronto tra me e te, sui legami e la solidarietà, sul prendere seriamente gli altri; l apprendimento interculturale si basa sulla formazione e il cambiamento dell identità personale, Azione 5.1 15

sulla comprensione dei cambiamenti di significato, sull accettazione di tensioni e contraddizioni; l apprendimento interculturale attribuisce grande importanza alle differenze e ai diversi contesti di vita; l apprendimento interculturale si basa sulla democrazia e la cittadinanza, porta a schierarsi contro l oppressione e l esclusione e i meccanismi sui quali si fondano. PER APPROFONDIRE Carta dei diritti fondamentali dell'unione Europea http://www.europarl.europa.eu/charter/default_it.htm Consiglio d Europa Commissione Europea T-Kit Apprendimento Interculturale http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/publications/t-kits/4/tkit_4_ita Arrivati a questo punto, chiedetevi in che modo il vostro progetto sia collegato alle priorità annuali (2012) del Programma Gioventù in Azione : Disoccupazione giovanile, Lotta contro la povertà e l'emarginazione, Creatività e imprenditorialità, Lo sport per promuovere stili di vita salutari, inclusione sociale e partecipazione attiva, Sfide ambientali globali e cambiamento climatico. Ancora una volta non è necessario focalizzarsi su tutte le priorità, ma scegliere soltanto quelle in linea con il vostro progetto. Ricordatevi che gli obiettivi generali, le priorità permanenti e annuali, vi spiegano perché il vostro progetto è importante nel quadro del Programma Gioventù in Azione. Azione 5.1 16

APPRENDIMENTO NON FORMALE L'apprendimento non formale è quello che ha luogo al di fuori del curriculum previsto dall istruzione formale. Le attività di apprendimento non formale si svolgono su base volontaria e sono accuratamente progettate per favorire lo sviluppo personale, sociale e professionale dei partecipanti. In Europa, la maggior parte dei cittadini ha ricevuto nella propria vita una qualche forma di scolarizzazione. Questa istruzione scolastica formale si basa normalmente su una relazione verticale tra studente e insegnante: colui che possiede la conoscenza e la trasmette (insegnante) e colui che la riceve (discente). L istruzione non-formale, al contrario, può essere spiegata con la formula learning by doing, ovvero imparare direttamente sul campo. La metodologia di apprendimento consiste nell interazione tra i discenti e le concrete situazioni di cui fanno esperienza. Non vi sono insegnanti che impartiscono lezioni ex-cathedra: i giovani, gli animatori giovanili, gli educatori (trainer) sviluppano insieme conoscenze e competenze, in una relazione orizzontale. I principi dell'apprendimento non formale: Utilizza metodi partecipativi, incentrati su chi apprende. Costruito in base agli interessi dei giovani. La valutazione di fallimento o successo non è mai individuale ma collettiva, diritto di sbagliare. Realizzato in ambienti e situazioni nelle quali la formazione e l'apprendimento non sono l'unica attività. Il contesto di apprendimento deve mettere a proprio agio i partecipanti. Le attività sono guidate da facilitatori dell apprendimento, sia professionisti sia volontari. Le attività sono pianificate in base a obiettivi e si rivolgono a gruppi target specifici. Le metodologie partecipative utilizzate nell educazione non formale sono molte e sono strettamente legate agli obiettivi che si intendono raggiungere attraverso il proprio progetto - un iniziativa focalizzata sull inclusione di giovani con minori opportunità, svilupperà strumenti di apprendimento diverse da attività che mirano a educare alla cittadinanza europea. Ogni situazione è diversa. Leggete i metodi presentati nelle varie pubblicazioni che vi consigliamo come approfondimento e in questa prospettiva sceglieteli, adattateli o create qualcosa di nuovo a secondo delle particolari esigenze del gruppo. I metodi presentati non sono verità assolute, sono degli esempi, una raccolta di esperienze utili. Nello sviluppo delle attività educative e nella definizione dei contenuti è importante spiegare chiaramente quali sono le competenze chiave sviluppate nel nostro processo di apprendimento. Gli elementi qualitativi da considerare nella realizzazione di un attività di apprendimento non formale sono: chiarezza degli obiettivi - qualità dello staff (volontari e professionali) - varietà dei metodi partecipativi utilizzati - equilibrio tra attività educative individuali e di gruppo - divisione appropriata del tempo tra studio, svago e tempo privato - equilibrio tra apprendimento cognitivo, emotivo e comportamentale nella definizione delle attività. Azione 5.1 17

Le competenze chiave per l apprendimento permanente L Unione Europea ha identificato e definito otto competenze che contribuiscono alla realizzazione personale, alla coesione sociale, alla cittadinanza attiva e all occupazione. Le istituzioni europee e i governi nazionali basano le loro strategie per una istruzione e formazione di qualità su tale raccomandazione. Per competenza si intende una combinazione di conoscenze, abilità e attitudini adeguate per affrontare una situazione particolare. Nello specifico i giovani dovrebbero acquisire tali competenze per poter affrontare al meglio la vita adulta. Esse sono: 1. Comunicazione nella madrelingua. 2. Comunicazione nelle lingue straniere. 3. Competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia. 4. Competenza digitale. 5. Imparare ad imparare. 6. Competenze sociali e civiche. 7. Spirito di iniziativa e imprenditorialità. 8. Consapevolezza ed espressione culturale. I progetti in campo giovanile contribuiscono, attraverso l educazione e l apprendimento non formale, in varia maniera all acquisizione delle competenze chiave. Un progetto può sviluppare, ad esempio, le competenze civiche e sociali, la comunicazione in una lingua straniera ecc. Nell ideazione della vostra iniziativa dovete sempre interrogarvi su quali competenze chiave svilupperete. È utile sapere che i centri risorse Salto-Youth mettono a disposizione un database denominato TOY di trainer esperti in educazione non formale che potete contattare direttamente o tramite Salto (http://www.salto-youth.net/tools/toy/). Per maggiori approfondimenti e per esplorare e sviluppare nuovi metodi a seconda della vostra situazione di apprendimento e formazione, vi suggeriamo: T-Kit Fondamenti della Formazione (per animatori): http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/documents/publications/t_kits/6/italian/tkit6_italian.pdf T-Kit Inclusione sociale : http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/documents/publications/t_kits/8/italian/tkit8_italian.pdf T-Kit Cittadinanza europea : http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/documents/publications/t_kits/7/italian/tkit7_italian.pdf Il sito sull educazione alla cittadinanza europea: http://www.european-citizenship.org/2008/04/project-characteristics/ Azione 5.1 18

T-Kit Apprendimento interculturale : http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/documents/publications/t_kits/4/italian/tkit4_italian.pdf Raccomandazione UE sulle competenze chiave: http://eur-lex.europa.eu/lexuriserv/lexuriserv.do?uri=oj:l:2006:394:0010:0018:it:pdf Azione 5.1 19

IDENTIFICAZIONE Azione 5.1

Identificazione del progetto Arrivati a questo punto, è ora di identificare il progetto, ovvero di sviluppare l idea che intendete realizzare. Nel far questo è necessario procedere seguendo un percorso logico che porti ad analizzare e sviluppare, in fasi successive strettamente legate, gli elementi fondamentali che costituiscono un progetto. Il percorso proposto si concentra sulle modalità di identificazione di un Seminario giovanile transnazionale incentrato sul dialogo strutturato, suggerendo un parallelo tra le diverse fasi che si affrontano nella progettazione e le sezioni del formulario per la richiesta di sovvenzione, in modo tale da favorirne la redazione. Il percorso è stato organizzato in quattro step successivi, sintetizzati e ordinati nello schema riportato a lato, adattabile, mutatis mutandis, anche nella definizione di progetti nell ambito di tutte le attività promosse dall Azione secondaria 5.1 Incontri dei giovani con i responsabili delle politiche per la gioventù. Si ricorda che la presentazione della domanda di sovvenzione dovrà avvenire per via telematica utilizzando l'apposito "E-FORM" (Electronic Application Form) disponibile sul sito dell'agenzia Nazionale Giovani secondo le modalità ivi indicate. Definizione della tematica Obiettivi del progetto Pertecipanti e partner Definizione delle attività Azione 5.1 21

COME COSTRUIRE UN SEMINARIO GIOVANILE TRANSNAZIONALE Definizione della tematica Priorità tematica generale e priorità specifiche semestrali Primo passo nell identificazione di un Seminario giovanile transnazionale è la definizione del tema da affrontare. Rispetto ad altre azioni del Programma GiA, nell Azione 5.1 - Incontri dei giovani con i responsabili delle politiche della gioventù, la tematica oggetto del seminario è suggerita dal programma stesso, che delinea implicitamente i confini entro i quali il progetto deve inserirsi. Confini rappresentati dalla priorità tematica generale della cooperazione europea in materia di gioventù, individuata, fino al termine del 2012, nella partecipazione dei giovani. La scelta del tema da affrontare nel corso del seminario e da discutere nel quadro del dialogo strutturato è quindi una scelta per certi versi vincolata, dovendo preferibilmente avvenire in un ambito ben delimitato (Q). Rimanendo in tale ambito, i principali fattori da tenere in considerazione nella scelta della tematica sono: il livello di conoscenza della tematica da parte dei promotori, essendo necessaria una conoscenza approfondita della materia oggetto del seminario per una sua adeguata organizzazione; l attinenza della tematica con l ambito in cui si opera all interno del settore dei giovani, valutando l eventuale possibilità di accrescere le competenze possedute; i partecipanti che s intendono raggiungere, le loro esigenze e i loro interessi; gli obiettivi che s intendono raggiungere. SUGGERIMENTI Q - CONTROLLO DI QUALITÀ Il tema del corso deve essere: coerente con la priorità tematica generale del quadro di cooperazione; coerente con le priorità permanenti del programma; chiaramente identificato; stabilito di comune accordo da tutti i promotori; aderente agli interessi e alle esigenze dei partecipanti. La priorità tematica generale della cooperazione europea in materia di gioventù per il periodo compreso tra il primo luglio 2011 e il 31 dicembre 2012 è la partecipazione dei giovani, con un particolare accento sulla partecipazione alla vita democratica dell'europa. In questi 18 mesi, la tematica viene discussa nel quadro del dialogo strutturato. Priorità specifiche semestrali che contribuiscono alla priorità tematica generale: 01/07/2011 31/12/2011: I giovani nel mondo 01/07/2012 30/06/2012: Creatività e innovazione 01/07/2012 31/12/2012: Partecipazione e inclusione sociale La definizione della tematica vi consentirà di rispondere, per la parte ad essa attinente, alle sezioni dell e-form relative ai contenuti del progetto e alla metodologia utilizzata. Azione 5.1 22

Obiettivi del progetto Obiettivi generali Obiettivi specifici Individuato l oggetto del seminario, dovete stabilire quali sono gli obiettivi che esso si prefigge. Al pari della tematica nella fase precedente, anche gli obiettivi generali sono per grandi linee prefissati, corrispondendo, oltre che agli obiettivi generali del Programma, agli obiettivi che si pone il dialogo strutturato: creare, su temi inerenti al settore giovanile, opportunità di discussione e confronto tra i giovani, le persone che lavorano nel mondo dei giovani e delle organizzazioni giovanili da una parte, le istituzioni e i responsabili delle politiche per la gioventù dall altra, al fine di giungere a risultati utili per i decisori politici (Q). Q - CONTROLLO DI QUALITÀ Gli obiettivi del progetto devono essere: chiaramente identificati; coerenti con gli obiettivi generali e le priorità permanenti del Programma; chiaramente identificati; coerenti con gli obiettivi specifici dell azione; coerenti con le priorità e gli obiettivi del dialogo strutturato. Dato l obiettivo generale del dialogo strutturato, dovete individuare gli obiettivi specifici che vi proponete di raggiungere attraverso il progetto, il risultato finale del seminario. Si tratta di obiettivi legati alla tematica affrontata e riconducibili ad esempio al risultato in termini di proposte concrete generate dalla discussione, ai risultati in termini di apprendimento dei singoli partecipanti, del loro sviluppo sociale, personale e di soddisfazione delle loro aspettative. Al termine di questa analisi avrete individuato gli obiettivi del vostro progetto e la loro rispondenza gli obiettivi del Programma GiA e sarete in grado di illustrarli e motivarli nell e-form nelle sezioni relative alla descrizione del progetto, degli obiettivi e delle priorità. Partecipanti e partner Target naturale ed elementi qualificanti del gruppo dei partecipanti Partnership del progetto I progetti incentrati sul Dialogo Strutturato, date le tematiche e le finalità che esso si pone, dovrebbero, nella definizione del profilo dei partecipanti e dei metodi di coinvolgimento adottati, favorire la massima partecipazione dei giovani, mirando in particolar modo a raggiungere giovani impegnati nella società ma non collegati a contesti strutturati, nonché giovani provenienti da Azione 5.1 23