presente Nel G. Caproni, Versicoli quasi ecologici, in Tutte le poesie, Garzanti, Milano 1991 nel presente SEZIONE II - PERCORSI POETICI volume B



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on line 1 nel presente SEZIONE II - PERCORSI POETICI 4 Nel presente Non uccidete il mare, la libellula, il vento. Non soffocare il lamento (il canto!) del lamantino. Il galagone, il pino: anche di questo è fatto l uomo. E chi per introito vile fulmina un pesce, un fiume, non fatelo cavaliere del lavoro. L amore finisce dove finisce l erba e l acqua muore. Dove, sparendo la foresta e l aria verde, chi resta piange nel sempre più vasto squallore vedendo la terra ridursi da un capo all altro a un misero paese guasto. G. Caproni, Versicoli quasi ecologici, in Tutte le poesie, Garzanti, Milano 1991 Pablo Picasso (1881-1973), Guernica, 1937, particolare.

CAPITOLO QUATTRO 2 on line Il 27 aprile 1937 la cittadina basca di Guernica fu distrutta dai bombardieri della Germania nazista, alleata del generale Franco durante la guerra civile spagnola. Ispirandosi a quel tragico evento, in circa due mesi Picasso realizzò quest opera monumentale (metri 3,5x8) per il padiglione della Spagna repubblicana all Esposizione internazionale di Parigi del 1937, come grido di denuncia contro la violenza dei regimi totalitari. Evitando ogni rischio di retorica ideologica, lavorando unicamente sulla gamma dei bianchi, dei neri e dei grigi, Picasso mette in scena, in uno spazio scomposto come in seguito a una deflagrazione, alcune figure, un cavallo morente e un toro, esasperatamente deformate e dalle forti valenze simboliche. Malgrado la modernità del linguaggio, la straordinaria forza d impatto di quest opera la rese immediatamente comprensibile anche dal grande pubblico.

on line 3 SEZIONE II - PERCORSI POETICI nel presente Il poeta e il nostro tempo IL RAPPORTO CON LA REALTÀ STORICA Nonostante la convinzione piuttosto diffusa che i poeti vivano avulsi dalla realtà, «con la testa tra le nuvole», nel tempo essi si sono mostrati osservatori attenti e interpreti critici del mondo circostante. Agli inizi del XIX secolo gli intellettuali italiani che subivano la dominazione politica di governi assoluti si servirono della poesia per criticare gli oppressori ed esortare i contemporanei a lottare per la libertà, sovente pagando in prima persona le conseguenze delle proprie scelte (vedi Foscolo, A Zacinto). Tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo un certo riconoscimento sociale permise ai poeti di esercitare una profonda influenza sui connazionali: alcuni di essi si proposero come modello di comportamento collettivo assumendo il ruolo di poeta-vate (vedi a p. 147) a cui, non molti anni dopo, altri opposero un atteggiamento di disincanto e di apparente distacco dalla contingenza storica (vedi Montale, Non chiederci la parola), frutto non solo della riflessione individuale ma anche del clima culturale che permeava l Europa (vedi Machado, Nuda la terra e l anima). Se il XX secolo vede la progressiva riduzione dell importanza sociale del poeta, ciò non implica tuttavia che egli si disinteressi del mondo che lo circonda; al contrario, a causa dei profondi e spesso violenti cambiamenti politici e sociali che caratterizzano la prima metà del Novecento, aumentano in molti intellettuali il senso di appartenenza alla comunità umana e la necessità di stabilire quella stretta interconnessione tra gli individui descritta già nel XVII secolo dallo Vedi Appendice scrittore inglese John Donne : «Nessun uomo è un isola, completo in se stesso; ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto; se anche una sola zolla fosse portata via dall onda del mare, all Europa mancherebbe qualcosa, come se le mancasse un promontorio, come se fosse privata della casa di un uomo, di un amico o della tua stessa casa. La morte di qualsiasi uomo mi diminuisce perché io sono una parte dell umanità; e dunque non chiedere mai per chi suona la campana: essa suona per te» (da Meditation XVII). IL PRESENTE A partire dal secondo dopoguerra, tratti distintivi di molta poesia contemporanea divengono la capacità di osservare criticamente la realtà e la scelta di assumersi la responsabilità di ciò che accade: facendosi domande sui mutamenti in atto e sottolineandone le incongruenze, il poeta mette a disposizione dei pochi che lo riconoscono ancora come voce autorevole il proprio non scontato punto di vista.

CAPITOLO QUATTRO il poeta e il nostro tempo 4 on line La guerra È soprattutto l insorgere di conflitti ad accrescere nel poeta la consapevolezza di condividere il proprio destino con gli altri uomini: l esperienza della guerra spinge molti autori a prendere una posizione netta e a servirsi dei propri versi per denunciare i massacri di cui sono testimoni e per celebrare i valori in cui hanno scelto di credere (vedi Neruda, Terre offese). Il boom economico L atteggiamento critico dei poeti si palesa con forza maggiore nei momenti in cui le trasformazioni della società si fanno così profonde e radicali da generare cambiamenti strutturali che segnano l inizio di una nuova epoca: è il caso del cosiddetto boom economico che tra la fine degli anni Cinquanta e gli inizi degli anni Sessanta impone alla società italiana tradizionalmente contadina una rapidissima industrializzazione, modificando in modo irreversibile l aspetto delle città e favorendo l avanzata di un capitalismo sempre più aggressivo e spregiudicato (vedi Majorino, O mia città). All euforia che accompagna la modernizzazione del paese, molti poeti contrappongono il rifiuto delle facili certezze di cui la nascente società di massa è incline ad accontentarsi, proponendo una interpretazione degli eventi critica e problematica, in cui essi, coinvolti come tutti nella trasformazione, scelgono di farsi portavoce del disagio e degli interrogativi di coloro che non hanno voce per esprimersi: una delle conseguenze di questa rivoluzione è infatti il forte senso di straniamento vissuto da chi vede sparire botteghe artigiane e attività tradizionali su cui aveva costruito la propria identità individuale e collettiva (vedi Luzi, Ma dove). Le migrazioni verso l Europa Nell ultimo decennio, il massiccio arrivo di immigrati provenienti dalle zone povere del mondo costituisce un altro passaggio cruciale per la società italiana, costretta a confrontarsi con culture e tradizioni radicalmente diverse. A coloro che reagiscono a questo fenomeno con indifferenza o aperta ostilità, difendendo i privilegi consolidati di cui godono i paesi occidentali, si contrappone la voce di chi decide di raccontare con forza il dramma dell esodo che quotidianamente conduce sulle coste italiane centinaia di disperati in cerca di una aleatoria forma di sopravvivenza: scegliendo di descrivere il viaggio, il momento più doloroso ma anche più ignoto del processo migratorio, fino all epilogo tragico ma frequente del naufragio (vedi De Luca, Naufragi), e di mettere in luce le condizioni umilianti e disumane in cui si svolgono gli spostamenti di questi uomini (vedi Majorino, stracci sulle ginocchia), la poesia si attribuisce il compito civile di rendere evidenti verità che spesso, per viltà ed opportunismo, vengono negate, ribadendo l idea che nessun uomo possa considerarsi un isola e che nessuna coscienza possa sentirsi esonerata dall assumersi le proprie responsabilità rispetto a un dramma che coinvolge i nostri simili.

on line 5 nel presente SEZIONE II - PERCORSI POETICI il significante le parole chiave i temi le figure retoriche la simbologia l intertestualità l extratestualità Pablo Neruda Terre offese LA POESIA In Spagna fin dal 1934 per un incarico diplomatico, il poeta cileno Neruda viene coinvolto dalla violenza della guerra civile scoppiata nel 1936 che oppone i repubblicani, fedeli al governo, ai ribelli nazionalisti guidati dal generale Francisco Franco (vedi L extratestualità). Neruda, che sposa apertamente la causa repubblicana, sceglie di celebrare con i suoi versi la resistenza del popolo spagnolo ai soprusi dei franchisti, soprattutto dopo la barbara uccisione da parte dei nazionalisti del poeta-amico Federico García Lorca (vedi Appendice) il 18 agosto 1936. In questo contesto nasce il poema La Spagna nel cuore (España en el corazón) che dopo una prima edizione pubblicata nel 1937 a Santiago del Cile, viene riedito in Spagna l anno successivo, nel pieno della guerra civile, in una stamperia di fortuna allestita nel monastero di Monserrat, nel quale gli stessi soldati repubblicani preparano i caratteri tipografici, dopo aver fabbricato la carta in un vecchio mulino abbandonato utilizzando materiali di ogni tipo, compresa una bandiera nemica e la divisa di un soldato morto. Nel componimento Terre offese (Tierras ofendidas) la sofferenza della Spagna viene rappresentata attraverso la rassegna dei luoghi amati dal poeta, un tempo fertili e ora insanguinati dai delitti, dove morte, violenza ed ira cieca provocano una desolazione tale da apparire insanabile, qualunque sia l esito della lotta. tratto da La Spagna nel cuore anno 1937 luogo Spagna 1. Galizia: regione a nord-ovest della Spagna, controllata dai nazionalisti fin dalle prime fasi della guerra civile. 2. Estremadura: regione situata nella parte centrale della Spagna, che comprende le province di Cáceres e adajoz. 3. adajoz: cittadina della regione dell Estremadura la cui occupazione da parte dei nazionalisti, avvenuta il 14 agosto del 1936, provocò 4000 vittime. 4. Malaga: città situata nella regione dell Andalusia nella quale, dopo l occupazione dei militari nazionalisti l 8 febbraio del 1938, furono fucilati più di 4000 repubblicani. 5. sferzavano la pietra con i figli appena nati: uccidevano i neonati scagliandoli sulle pietre. L inaudita violenza dell immagine ha la funzione di esprimere la follia degli sconfitti cui il terrore fa perdere ogni umanità. Terre offese Regioni affondate nell interminabile martirio, per infinito silenzio, battiti d ape e roccia sterminata, 5 terra che invece di grano e di trifoglio hai tracce secche di sangue e delitti: fertile Galizia 1, pura come la pioggia, salata per sempre dalle lacrime: Estremadura 2 sulla cui riva 10 di cielo e d alluminio, scuro come squarcio di proiettile, tradito e ferito e distrutto, adajoz 3 tra i suoi figli morti giace senza memoria guardando un cielo che ricorda: 15 Malaga 4 arata dalla morte e perseguitata in mezzo ai precipizi fino a che le madri impazzite sferzavano la pietra con i figli appena nati 5. Furore, ala di lutto, 20 e morte e collera, fino a che le lacrime e il dolore uniti, fino a che le parole, lo smarrimento e l ira METRO versi liberi

CAPITOLO QUATTRO il poeta e il nostro tempo 6 on line non saranno che un cumulo d ossa in una strada e una pietra seppellita dalla polvere. 25 Tante, tante, tombe, tanto martirio, tanto galoppo di bestie qui sulla stella 6! Nulla, né la vittoria cancellerà la ferita terribile del sangue: 30 nulla, né il mare, né il passare della sabbia e del tempo, né il geranio che brucia sulla tomba. Terre offese, in Poesie, Einaudi, Torino 1952 Regiones sumergidas Regiones sumergidas en el interminable martirio, por el inacabable silencios, pulsos de abeja y roca exterminada, 5 tierra que en vez de trigo y trébol traéis señal de sangre seca y crimen: caudalosa Galicia, pura como la lluvia, salada para siempre por las lágrimas: Extremadura, en cuya orilla augusta 10 de cielo y aluminio, negro como agujero de bala, traicionado y herido y destrozado, adajoz sin memoria, entre sus hijos muertos yace mirando un cielo que recuerda: Málaga arada por la muerte 15 y perseguida entre los precipicios hasta que las enloquecidas madres azotaban la piedra con sus recién nacidos. Furor, vuelo de luto y muerte y cólera, 20 hasta que las lágrimas y el duelo reunidos, hasta que las palabras y el desmayo y la ira no son sino un montón de huesos en un camino y una piedra enterrada por el polvo. Es tanto, tanta 25 tumba, tanto martirio, tanto galope de bestias en la estrella! Nada, ni la victoria borrará el agujero terrible de la sangre: 30 nada ni el mar, ni el paso de arena y tiempo, ni el geranio ardiendo sobre la sepultura. Pablo Neruda, pseudonimo di Neftalí Ricardo Reyes, nacque a Parral nel 1904 e morì a Santiago nel 1973. Viene considerato una delle più importanti figure della letteratura latino-americana. Nel 1923 pubblicò il suo primo in versi, Crepusculario, seguito nel 1924 da Venti poesie d amore e una canzone disperata, che divenne un best-seller e gli diede la notorietà. Ricoprì per il suo paese importanti incarichi diplomatici e politici e dal 1926 al 1943 girò il mondo come rappresentante del Cile; nel 1936-37 partecipò alla guerra civile spagnola, che determinò un mutamento profondo nell animo, nelle convinzioni, nella cultura, nella poesia del poeta. La sua poesia, infatti, divenne una poesia sociale, di lotta politica e di lotta alle ingiustizie. Nel 1944, tornato in Cile, s iscrisse al Partito Comunista cileno e venne eletto senatore. Dal 1948 al 1952 fu perseguitato e costretto all esilio per la sua presa di posizione contro il neodittatore Gonzalez Videla; così tornò a viaggiare per il mondo. Nel 1971 vinse il Premio Nobel per la Letteratura. Nel 1973 ritornò in Cile e morì poco dopo il colpo di stato che rovesciò Salvador Allende. Durante la sua lunga carriera letteraria, Neruda ha pubblicato più di quaranta libri di poesia, traduzioni e teatro in versi. Ricordiamo: Residenza sulla terra (1933); Spagna nel cuore (1937); Canto generale (1950); I versi del Capitano (1952); Le uve e il vento (1954); Stravagario (1958); Fine del mondo (1969). È del 1967 il dramma Splendore e morte di Joaquín Murieta. 6. galoppo di bestie qui sulla stella: tanti uomini trasformati in animali (galoppo di bestie) nel mondo (sulla stella).

on line 7 SEZIONE II - PERCORSI POETICI nel presente STRUMENTI DI LETTURA L extratestualità Tra il 1936 ed il 1939 la Spagna è lacerata da una sanguinosissima guerra civile che vede da una parte i repubblicani, costituiti dalle forze di sinistra coalizzate nel Fronte popolare che governano il paese dopo la vittoria elettorale del febbraio del 1936, dall altra i nazionalisti, guidati dal generale Francisco Franco e sostenuti dalla maggioranza dell esercito, che il 18 luglio 1936 insorgono contro il governo regolare approfittando di una lunga fase di disordini e tensioni interne. Per tre anni la Spagna è spezzata in due fronti radicalmente contrapposti, i cui eserciti controllano città ed intere regioni, e la grave situazione ha pesanti ripercussioni anche sul piano internazionale: a sostegno dei repubblicani si schierano infatti l URSS, il Messico e, a fasi alterne, la Francia, oltre a molti intellettuali provenienti da varie parti del mondo, mentre i nazionalisti sono appoggiati dall Italia fascista e dalla Germania guidata da Hitler. La guerra si conclude nel marzo del 1939 con la vittoria dei nazionalisti e l instaurazione di una dittatura, fondata sul potere personale del generale Francisco Franco (definito el Caudillo, il capo ) e sulla violenta repressione degli oppositori, che durerà fino al 1975 e causerà la morte di 200000 persone, centinaia di migliaia di condannati a pene varie e 300000 esiliati. Il significante Nel poema España en el corazón Neruda celebra la resistenza del fronte repubblicano in un opera dal carattere epico (dal greco épos, narrazione di gesta eroiche o leggendarie di singoli individui o interi popoli) che mostra con forza sia la tragicità della distruzione in atto sia la volontà del popolo di riscattarsi dal nemico. La traduzione del poeta Salvatore Quasimodo ci restituisce piuttosto fedelmente gli aspetti più significativi delle scelte stilistiche di Neruda: il linguaggio prosastico, atto ad esprimere lo sdegno e la condanna morale, arricchito da immagini cupe e suggestive (vv. 9-11 sulla cui riva / di cielo e d alluminio, scuro come squarcio / di proiettile); il tono enfatico con cui l autore si rivolge, come in un invocazione, alle terre offese, vittime della violenza (vv. 1-2 Regioni affondate / nell interminabile martirio, vv. 5-6 terra che... hai tracce secche di sangue e di delitti); il ritmo lento e solenne ottenuto grazie a simmetrie che pongono in reciproca relazione termini complementari (v. 12 figli morti / v. 18 figli appena nati; v. 13 senza memoria / v. 14 che ricorda), anafore (vv. 17, 21, 22 fino a che) e ripetizioni (vv. 25-27 Tante, tante, / tombe, tanto martirio, tanto / galoppo...) che nella parte finale del testo conferiscono ai versi un tono profetico (vv. 28-32 Nulla, né la vittoria / cancellerà la ferita terribile del sangue: / nulla, né il mare, né il passare / della sabbia e del tempo, né il geranio / che brucia sulla tomba.) Le parole chiave Il concetto di martirio, legato a quello di ferita (v. 29), attraversa tutto il testo: la collocazione del termine all inizio e alla fine della poesia (v. 2 nell interminabile martirio, vv. 25-26 Tante, tante / tombe, tanto martirio) dà ai versi un andamento circolare, al cui centro sta la tragica sorte delle città e del popolo spagnolo in lotta. Lo stravolgimento subìto da tutti gli aspetti della realtà si esprime attraverso la sistematica contrapposizione tra la passata vitalità dei luoghi e la loro attuale desolazione (vv. 5-6 terra che invece di grano e di trifoglio / hai tracce secche di sangue e delitti; vv. 7-8 fertile Galizia, pura come la pioggia, / salata per sempre dalle lacrime; v. 15 Malaga arata dalla morte). I temi La partecipazione alla guerra civile: nonostante il coinvolgimento nella guerra civile di Pablo Neruda sia più sentimentale che pratico, il poeta cileno si identifica nella lotta del popolo spagnolo, al quale si sente unito da una vibrante solidarietà già dichiarata nel 1934 quando, nel clima teso della Spagna pre-bellica, egli aveva espresso la volontà di partecipare ai drammatici cambiamenti in atto per conservarne la memoria attraverso la parola scritta: «Il mondo è cambiato e la mia poesia è cambiata. Una goccia di sangue caduta su queste righe resterà su di esse continuando a vivere, indelebile come l amore» (nota introduttiva al poema Las furias y las penas). Per Neruda le regioni di Galizia (v. 7) ed Estremadura (v. 9), le città di adajoz (v. 12) e Malaga (v. 15), martirizzate e offese dalla guerra, rappresentano il crollo dell illusione di una vita felice: un tempo floride e serene

CAPITOLO QUATTRO il poeta e il nostro tempo 8 on line (v. 5, v. 7, v. 15), esse offrono ora al poeta il panorama desolato di paesaggi sterili e luttuosi (v. 6 tracce secche di sangue e delitti), di rovine (vv. 23-24 un cumulo d ossa in una strada / e una pietra seppellita dalla polvere), di vite troncate dalla morte (v. 12 adajoz tra i suoi figli morti), creano uno scenario che anticipa in modo profetico l imminente tragedia della seconda guerra mondiale. La condanna morale: il brutale annientamento di esseri umani e la distruzione di città inermi provocano la ferma condanna morale del poeta, che definisce delitti (v. 6) le azioni di guerra, attribuendone la piena responsabilità alle milizie nazionaliste: in un crescendo di immagini dolorose (v. 6, vv. 10-11, vv. 15-16) l attenzione dell autore insiste soprattutto sulle vittime innocenti della guerra (vv. 17-18 madri impazzite / sferzavano la pietra con i figli appena nati), senza essere rischiarata da sprazzi di speranza, nella convinzione che nulla potrà ricucire la ferita (v. 29) che ha lacerato il tessuto umano e civile del popolo spagnolo (vv. 28-32). Le figure retoriche Per esprimere la violenza della guerra e la sofferenza che ne deriva Neruda si serve di numerose metafore: regioni affondate (v. 1) sono le città sconfitte che, sottomesse al nemico, appaiono sprofondate in una sopraffazione senza fine; salata (v. 8) a causa delle innumerevoli lacrime sparse e quindi non più fertile è la Galizia, mentre i campi rigogliosi di Malaga non sono più arati dai contadini ma dalla morte (v. 15 Malaga arata dalla morte) che scava la terra per seppellire i cadaveri. Ha valore metaforico anche la parola chiave ferita (v. 29) che allude sia ai colpi fisici inferti sulle popolazioni inermi che alla lacerazione morale di un popolo vittima di violenza fratricida. José Clemente Orozco (1883-1949), Combattimento, 1920, particolare.

on line Laboratorio 9 SEZIONE II - PERCORSI POETICI nel presente LESSICO LAORATORIO Comprensione Analisi LESSICO 1 2 3 4 Le parole chiave 5 6 Elenca tutte le espressioni che appartengono ai campi semantici della ferita (v. 29) e della morte (vv. 15, 20). Nella poesia sono presenti alcuni termini che richiamano sensazioni di gioia e di vita: individuali e spiegane la funzione all interno del componimento. Le figure retoriche 7 8 9 A quale situazione storica si riferisce il componimento? Che cosa accomuna i luoghi elencati nella poesia? Vedi a p. 50 Vedi a pp. 52-53 Quali sentimenti caratterizzano i protagonisti della guerra civile (vv. 19-22)? Che cosa prevede il poeta nella parte conclusiva del componimento (vv. 28-32)? Individua nel testo un esempio di sineddoche, di similitudine e di metafora. Nel verso galoppo di bestie qui sulla stella (v. 27), a chi si riferisce il poeta con i termini bestie e stella? Spiega il significato, secondo te, della contrapposizione tra le espressioni giace senza memoria (v. 13) e un cielo che ricorda (v. 14). Produzione 10 Il quadro riprodotto di seguito è Guernica, dipinto dal pittore spagnolo Pablo Picasso nel corso della guerra civile. Dopo aver letto con attenzione la breve scheda di presentazione, spiega, facendo un confronto extratestuale Vedi a p. 69 e 75, quali analogie tematiche trovi tra il dipinto di Picasso e la poesia di Neruda.

CAPITOLO QUATTRO il poeta e il nostro tempo 10 on line APPROFONDIMENTO Guernica Allo scopo di piegare la resistenza dei repubblicani, il 26 aprile del 1937 la città spagnola di Guernica, nella provincia di iscaglia, subisce il primo bombardamento aereo della storia da parte dell esercito franchista: la città viene totalmente rasa al suolo ma le incursioni si susseguono in massicce ondate con bombe esplosive e incendiarie di alto potenziale distruttivo che provocano 1600 morti e quasi 1000 feriti. Cinque giorni dopo, il pittore spagnolo Pablo Picasso Vedi Appendice (1881-1973) nel suo studio parigino inizia a dipingere il quadro che sarà il suo capolavoro, Guernica: è un opera alta più di 3 metri e lunga più di 7, gremita di figure enigmatiche, con i volti sconvolti e i corpi riversi a terra, in cui spiccano due immagini di animali, il toro, che simboleggia la brutalità e la tenebra della violenza e il cavallo, che rappresenta il popolo colpito dalla tragedia. L opera viene acquistata dalla Repubblica spagnola per 150000 franchi, ma la guerra civile viene vinta dai franchisti e per questa ragione Guernica viene inviata negli Stati Uniti dove, per volontà del pittore, rimane in prestito fino alla fine della dittatura. Dal 1981 il quadro è tornato in Spagna: attualmente è esposto al Centro Reina Sofia in una sala blindata in grado di reggere colpi di bazooka. Pablo Picasso (1881-1973), Guernica, prima stesura sulla tela, particolare. Prima della versione definitiva, Picasso abbozzò sulla tela sette redazioni di Guernica, tutte documentate fotograficamente da Dora Maar, all epoca compagna dell artista. Con procedimento fedele alla tradizione, Picasso ripartisce la rappresentazione in due grandi riquadri bilanciati rispetto all asse centrale, perno della composizione, la quale si articola poi per grandi diagonali, motivi giustapposti e proiezioni angolari che progressivamente s infittiscono dall alto verso il basso. Nell equilibrio generale l artista innesta continue tensioni interne, e segue il criterio medievale di dilatare le figure maggiormente significative.

on line 11 il significante le parole chiave i temi le figure retoriche la simbologia l intertestualità l extratestualità nel presente SEZIONE II - PERCORSI POETICI Giancarlo Majorino O mia città LA POESIA Il breve poema La capitale del Nord, pubblicato per la prima volta nel 1959, costituisce l opera di esordio di Majorino, che concentra la propria attenzione su Milano, capitale del Nord, nella convinzione che le trasformazioni della città provocate dal boom economico (vedi L extratestualità a p. 282) siano l emblema della situazione italiana. In questo testo il poeta presenta i mutamenti urbanistici di Milano, la sua espansione oltre il limite delle porte, tradizionali confini fisici dello spazio cittadino e il parallelo ampliamento delle periferie, collegandoli alla corrispondente metamorfosi del tessuto economico che vede l affermarsi del capitalismo finanziario delle banche, osservato con sguardo critico dall autore. Il ritmo incalzante della descrizione ci restituisce l immagine multiforme di una città in cui le diverse voci si appartengono reciprocamente e danno origine a un insieme unitario anche se contraddittorio, dai movimenti pulsanti e vivaci. tratto da La capitale del Nord anno 1959 luogo Milano METRO endecasillabi sciolti O mia città 1 vedo le porte gli archi 2 che un tempo limitavano il tuo cauto intrecciarsi di case strade parchi oggi spezzarti come una frontiera 5 o come una catena di pontili congiungere le tue zone più vili 3 ai box del centro dove grandi banche rivali o consociate in busta chiusa 4 dan vita o morte in crediti d usura 5 10 legate col cordone ombelicale del capitale e in loro trasformate e quelle in queste ritmica simbiosi 6 le sedi razionali dell industria con l asino alla mola 7 e i nuovi impianti 15 la rapida salita la discesa più rapida la sedia dei trent anni intorno curve schiene di negozi la Galleria col tronco fatto a croce 8 in fondo oltre la Scala 9 la gran piazza 20 Cavour congestionata la questura la pietra dell Angelicum trapassi violenti e luminosi in via Manzoni 10 il tufo 11 è ancora base ai grattacieli? O mia città, in La capitale del Nord, Edizioni dell Arco, Milano 1994 1. O mia città: il poeta si riferisce alla città di Milano dove è nato e vive tuttora. 2. le porte gli archi: le porte sormontate da archi che una volta separavano il centro urbano dalla campagna. 3. vili: prive di pregio in quanto periferiche. 4. in busta chiusa: in modo occulto. 5. dan vita o morte in crediti d usura: concedono prestiti a tassi di interesse altissimi, simili a quelli degli usurai (crediti d usura), determinando la vita o la morte delle aziende. 6. ritmica simbiosi: le grandi banche e le industrie prendono decisioni condizionandosi a vicenda e promuovendo il loro reciproco arricchimento (ritmica simbiosi). 7. asino alla mola: la mola è un disco di pietra che in passato veniva fatto ruotare dalla forza animale (asino) per macinare i cereali. 8. la Galleria col tronco fatto a croce: la galleria Vittorio Emanuele di Milano, un ampia strada pedonale coperta che pone in comunicazione il Duomo con il Teatro alla Scala; costruita nella seconda metà del XIX secolo ha la forma di croce latina, in cui l asse maggiore misura 210 metri e quello minore la metà. 9. la Scala: uno dei più importanti teatri lirici del mondo, realizzato dall architetto Giuseppe Piermarini nel 1778. 10. la gran piazza Cavour... Angelicum... via Manzoni: via Manzoni è una storica via milanese che collega piazza della Scala con piazza Cavour nei pressi della quale si trovano gli uffici della Questura e il teatro Angelicum. 11. tufo: roccia di origine vulcanica piuttosto resistente, utilizzata già dai Romani come materiale da costruzione.

CAPITOLO QUATTRO il poeta e il nostro tempo 12 on line Giancarlo Majorino nasce nel 1928 a Milano, dove vive tuttora. Inizia a scrivere molto presto, grazie anche all aiuto della famiglia, in particolare della madre autrice di romanzi e di novelle. Per un certo periodo si dedica anche alla pittura. Persona molto curiosa, svolge varie attività culturali e lavorative. Nel 1956 inizia a lavorare in una banca; nel 1959 esce la sua prima opera, La capitale del Nord; nel 1963 Elio Vittorini pubblicherà sulla sua prestigiosa rivista Il Menabò, un suo gruppo di poesie. Nello stesso anno inizia a insegnare storia e filosofia nei licei e lo farà fino al 1982. Impegnato di nuovo nell insegnamento agli inizi degli anni Novanta (ora insegna semiotica, analisi della scrittura ed estetica alla Nuova Accademia di elle Arti), pubblica vari libri di poesia, partecipa a numerosi incontri in Italia e all estero, sempre tuttavia concentrato su di un poema, iniziato nel 1969 e non ancora apparso. Ricordiamo tra le sue opere: Lotte secondarie (1967); Equilibrio in pezzi (1971); Sirena (1976); Provvisorio (1984); La solitudine e gli altri (1990); Tetrallegro (1995); Le trascurate (1999); Gli alleati viaggiatori (2001); Prossimamente (2004). STRUMENTI DI LETTURA Il significante Nel componimento, che l autore colloca in apertura del poemetto La capitale del Nord, coesistono elementi della tradizione letteraria e segnali di quella sperimentazione stilistica che diverrà più esplicita e radicale nelle opere successive (vedi Majorino, stracci sulle ginocchia a p. 296). La poesia si apre con un apostrofe dal tono aulico (v. 1 O mia città) con cui l autore si rivolge direttamente alla sua città, alla quale si sente profondamente legato, come dichiarato in più occasioni: «Provo amore per la città di Milano, mi interessa a fondo perché la conosco enormemente. Milano continua a rimanere per me quasi una casa mia, più grande». Il testo è costituito da 23 endecasillabi sciolti in cui sono presenti rime libere (vv. 1-3 archi / parchi; vv. 5-6 pontili / vili), allitterazioni (vv. 8-9 busta chiusa / usura) ed enjambement che conferiscono ai versi un ritmo serrato ed irregolare (vv. 2-3; vv. 6-7; vv. 10-11; vv. 15-16; vv. 19-20; vv. 21-22). Costituisce un elemento di innovazione stilistica l assoluta mancanza di punteggiatura, a eccezione del punto interrogativo conclusivo (v. 23 il tufo è ancora base ai grattacieli?), che mostra l influsso dei grandi romanzieri del Novecento sul poeta, il quale lascia fluire i suoi pensieri senza interruzioni accostando immagini concrete (v. 3 case strade parchi) a espressioni metaforiche (v. 17 curve schiene di negozi). Le parole chiave La rapida successione delle scene pone in risalto i concetti di separazione e coesione, due facce opposte ma complementari di un tessuto urbano caratterizzato da una profonda mutevolezza: nel testo si alternano infatti termini che definiscono i rapporti di connessione all interno dello spazio cittadino (v. 3 intrecciarsi, v. 5 catena di pontili, v. 6 congiungere) a espressioni che ne sottolineano la frattura (v. 2 limitavano, v. 4 spezzarti, frontiera). Anche il crescente potere economico delle banche appare come il frutto di un continuo rimescolarsi di antagonismi e alleanze (v. 8 rivali o consociate) il cui collante è costituito dalla segreta (v. 8 in busta chiusa) e comune volontà di arricchimento (vv. 10-11 legate col cordone ombelicale / del capitale). I temi Il mutamento della città: lo sguardo dell autore ripercorre i luoghi cittadini come se li osservasse da una prospettiva a volo di uccello (v. 1 vedo le porte gli archi), soffermandosi sugli elementi del paesaggio urbano che stanno cambiando aspetto e funzione travolti da una rapidissima trasformazione economica (vv. 4-7; vv. 18-22): la tradizionale pianta circolare di Milano, chiusa da bastioni interrotti dai varchi d accesso delle porte, appare come un organismo vivente animato da antiche qualità morali umane come il senso del limite e la cautela (vv. 2-3 un tempo limitavano il tuo cauto / intrecciarsi), tanto che dalla proverbiale laboriosità della città scaturisce l immagine visionaria dei negozi del centro con la schiena incurvata dalla fatica (v. 17 intorno curve schiene di negozi). Questi aspetti sono incalzati e messi in discussione dal progressivo mutamento provocato dalle nuove attività industriali

on line 13 SEZIONE II - PERCORSI POETICI nel presente e finanziarie (v. 7; v. 13): l ampliamento dei confini cittadini e il conseguente collegamento dei quartieri centrali alle zone periferiche (vv. 6-7 congiungere le tue zone più vili / ai box del centro), che ha come unica finalità la realizzazione di nuovi profitti, spinge le grandi banche a superare i vecchi concetti di alleanza e rivalità (v. 8) al fine di controllare totalmente le risorse finanziarie (v. 9 dan vita o morte in crediti d usura), rendendo via via più rapida la trasformazione economica (vv. 15-16 la rapida salita la discesa / più rapida). Il presente come storia: mosso da uno spiccato interesse per il presente e convinto che al poeta spetti il compito di dire davvero le cose come sono, Majorino guarda criticamente la realtà che lo circonda per coglierne i passaggi cruciali e problematici: se il cambiamento in atto appare inesorabile, non per questo viene supinamente accettato dall autore che con profonda lucidità intellettuale ne sottolinea gli aspetti amorali e feroci (v. 9 dan vita o morte in crediti d usura). Egli tuttavia non si colloca all esterno di ciò che sta osservando, al contrario mostra di essere pienamente coinvolto nel processo: la domanda che conclude la poesia, il tufo è ancora base ai grattacieli? (v. 23), costituisce la sintesi dell atteggiamento dell autore, complesso e contraddittorio come è la realtà da lui osservata poiché l interrogativo rimane privo di risposta, lasciando aperta sia la possibilità di una totale scomparsa della tradizione che quella della coesistenza tra il vecchio (il tufo) e il nuovo (grattacieli). Le figure retoriche Una strategia frequentemente utilizzata da Majorino per moltiplicare il significato di una parola consiste nel collocarla in una posizione tale per cui essa sia logicamente riferibile a concetti diversi: ne troviamo un esempio nei versi 19-20, la gran piazza / Cavour congestionata la questura, in cui l aggettivo congestionata è attribuibile sia alla piazza che alla questura. Con questa scelta il poeta mostra di privilegiare la funzione espressiva della parola poetica rispetto a quella comunicativa: egli appare infatti più interessato a suggerire l idea di affollamento che a definire in modo univoco a quale dei due luoghi sia associabile l attributo. Diverse metafore intensificano e rafforzano concetti-chiave presenti nel testo: lo stretto rapporto tra banche e società finanziarie apparentemente antagoniste è rappresentato dal cordone ombelicale (v. 10) che le lega reciprocamente; la pluriennale e laboriosa attività dei negozi storici genera l immagine delle curve schiene (v. 17), simbolo di sforzo e di fatica; il contrasto tra il passato e il presente passa attraverso la contrapposizione tra il tufo e i grattacieli (v. 23). L extratestualità Tra il 1958 e il 1963 la società italiana viene profondamente mutata dal cosiddetto miracolo economico, la fase di più rapida crescita nella storia del nostro sistema produttivo, caratterizzata dallo spostamento della forza lavoro dal settore agricolo a quello industriale, che diviene trainante e per la prima volta si lega alle dinamiche dei mercati europei attraverso la produzione di beni destinati all esportazione, e dal boom edilizio, che si concretizza nella massiccia attività di costruzione di nuove abitazioni e nell avvio di numerose opere pubbliche. Nel corso di questi anni la media italiana di crescita economica arriva al 6,3%, percentuale mai più raggiunta, la produzione industriale dei settori metalmeccanico e petrolchimico risulta più che raddoppiata, la disoccupazione scende sotto la soglia del 3%, il reddito per abitante raddoppia e il consumo di elettrodomestici e di auto cresce vertiginosamente. Oltre agli indubbi effetti benefici sullo sviluppo del paese, questa velocissima trasformazione porta alla luce nuovi problemi: innanzitutto la diffusione del benessere tra i cittadini crea una serie di nuovi bisogni, come scuole e ospedali, a cui il sistema economico italiano non è in grado di rispondere perché lo sviluppo ha riguardato soprattutto le grandi industrie del Nord orientate quasi esclusivamente all esportazione; si accresce poi il divario tra il Nord industrializzato e avanzato e il Sud agricolo e arretrato; infine l aumento di oltre un terzo della produttività operaia, che determina l arricchimento dei grandi gruppi industriali, non corrisponde a un incremento dei salari reali che rimangono su livelli più bassi di quelli europei, penalizzando proprio la classe sociale che ha reso possibile il miracolo economico.

Laboratorio LESSICO CAPITOLO QUATTRO LAORATORIO Comprensione 1 2 3 Analisi Il significante 4 il poeta e il nostro tempo 14 Riporta qualche esempio di rima interna e di allitterazione presente nel testo. Le parole chiave 5 6 Vedi a pp. 25-28 Vedi a p. 62 Quale scopo hanno avuto in passato le porte e gli archi della città di Milano e quale hanno nel momento in cui l autore scrive? Attraverso quale figura retorica il poeta esprime la loro nuova funzione? Chi sono gli attuali detentori del potere economico? Quale giudizio implicito sulla loro attività esprime il poeta? In quale luogo del centro di Milano l antico e il moderno si mescolano in modo più stridente? Individua e riporta le numerose opposizioni di termini attraverso cui l autore evidenzia nel testo le contraddizioni della città di Milano. Quali sottolineano il contrasto tra passato e presente? Spiega che cosa intende, secondo te, il poeta con l espressione ritmica simbiosi (v. 12), motivando la tua risposta con adeguati riferimenti testuali. on line Produzione 7 Riscrivi la poesia inserendo la punteggiatura che ritieni necessaria, poi valuta il risultato ottenuto: il tuo testo è più o meno chiaro dell originale, ha perso o acquistato incisività e forza suggestiva? Esponi per iscritto le tue considerazioni.

on line 15 il significante le parole chiave i temi le figure retoriche la simbologia l intertestualità l extratestualità nel presente SEZIONE II - PERCORSI POETICI Mario Luzi Ma dove L OPERA Con la raccolta Nel magma, pubblicata nel 1963, Luzi inizia a confrontarsi con le manifestazioni della realtà contemporanea, la cosiddetta società del benessere, di cui la sua poesia svela l illusorietà. Proprio le repentine e imprevedibili trasformazioni della sua epoca spingono il poeta a considerare la storia come una successione di fatti il cui senso non può essere spiegato dall individuo: il titolo della raccolta, che allude a questo stato di confusione e di incertezza, esprime l idea di un fluire ininterrotto, magmatico, della realtà contingente di cui l autore si sente partecipe e non semplice osservatore. Anche il linguaggio si trasforma e Luzi abbandona l endecasillabo, spesso utilizzato nelle raccolte precedenti, a favore di forme metriche spezzate e irregolari più adatte a denunciare l assurdità di una condizione esistenziale priva di certezze e di significato. LA POESIA Il testo, tratto dalla raccolta Nel magma (1961-1963), è ispirato dalle profonde trasformazioni che sconvolgono la tradizionale organizzazione delle città a partire dagli anni Sessanta. Coinvolto direttamente in questa fase cruciale, Luzi dà voce allo smarrimento di coloro che vedono avanzare il cambiamento subendone sulla propria pelle gli effetti in termini di espulsione dal tessuto produttivo: la sua poesia si interroga su ciò che sta accadendo ponendosi come una voce critica che, nell euforia collettiva, coglie i limiti e i rischi intrinseci in questo processo e si domanda quale sia il senso profondo del mutamento, senza riuscire a trovare risposte adeguate. tratto da Nel magma anno 1961-1963 luogo Italia Mario Luzi vedi Testo «Non è più qui» insinua una voce di sorpresa «il cuore della tua città» e si perde nel dedalo 1 già buio se non fosse una luce 5 piovosa 2 di primavera in erba 3 visibile al di sopra dei tetti alti. Io non so che rispondere e osservo le api di questo viridario 4 antico, i doratori d angeli, di stipi, 5 10 i lavoranti di metalli e d ebani 6 METRO versi liberi 1. dedalo: labirinto, dal nome di Dedalo, padre di Icaro e mitico costruttore del labirinto in cui il re cretese Minosse rinchiuse il Minotauro. 2. piovosa: che giunge dall alto come la pioggia. 3. primavera in erba: primavera incipiente. 4. viridario: latinismo che sta per giardino. Nell antica Roma il viridario era il giardino del peristilio, il portico a colonne situato su uno o più lati di un edificio. 5. stipi: mobili chiusi da ante, come armadi e madie. 6. lavoranti... d ebani: falegnami. L ebano è un legno scuro e pregiato utilizzato per costruire mobili e strumenti musicali.

CAPITOLO QUATTRO il poeta e il nostro tempo 16 on line chiudere ad uno ad uno i vecchi antri 7 e spandersi un po lieti e un po spauriti nei vicoli attorno. «Non è più qui, ma dove?» mi domando mentre l accidentale e il necessario 15 imbrogliano l occhio della mente 8 e penso a me e ai miei compagni, al rotto conversare con quelle anime in pena di una vita che quaglia poco, 9 al perdersi del loro brulicame 10 di pensieri in cerca di un polo. 20 Qualcuno cede, qualcuno resiste nella sua fede tenuta stretta. Ma dove, in Nel magma, Garzanti, Milano 1966 7. antri: caverne, con riferimento all oscurità delle vecchie botteghe. 8. mentre l accidentale e il necessario imbrogliano l occhio della mente: mentre non è più possibile distinguere tra gli aspetti importanti del cambiamento (il necessario) e quelli che hanno un peso minore (l accidentale). 9. una vita che quaglia poco: una vita che non si risolve, che realizza ben poco di ciò che si è prefissa. 10. brulicame: letteralmente significa moltitudine di insetti; in questo caso ha il senso di affollamento, massa disordinata. STRUMENTI DI LETTURA Il significante La poesia, in versi liberi, è costituita da tre strofe di lunghezza irregolare e da un verso isolato che funge da conclusione. Il brano di conversazione che apre la prima strofa (vv. 1-2 «Non è più qui»... «il cuore della tua città») viene ripreso dall anafora all inizio della terza e rappresenta la riflessione del poeta, nella quale confluiscono i dubbi e le incertezze derivanti dalle repentine ed inarrestabili trasformazioni della sua città (v. 13 «Non è più qui, ma dove?»). L inserimento nel testo di voci che concretizzano la drammaticità del contrasto tra passato e presente si interrompe nell ultimo verso in cui l autore si limita a constatare in modo oggettivo gli effetti del cambiamento sociale: la diversità del tono è sottolineata dallo spazio grafico che separa l affermazione conclusiva dalle strofe precedenti (v. 20 Qualcuno cede, qualcuno resiste nella sua fede tenuta stretta). Prevale un linguaggio fluido e diretto, ai limiti del parlato, privo di rime e di figure foniche particolari, in cui sono accostate, con un forte contrasto espressivo, parole colte come viridario (v. 8) ed espressioni quotidiane come quaglia poco (v. 18). Le parole chiave L irrecuperabilità del passato è espressa dagli aggettivi antico (v. 8) e vecchi (v. 11), che si riferiscono ai luoghi delle tradizionali attività artigianali e vengono rafforzati dall abbinamento a termini semanticamente affini come l elegante ma arcaico viridario (v. 8) con cui l autore definisce il quartiere degli artigiani e il cupo antri (v. 11) che trasforma le botteghe in caverne fuori dal tempo. Al mutamento della società sono collegati la perdita di certezze, posta in rilievo dalla frattura degli enjambement (vv. 2-3 e si perde / nel dedalo già buio; vv. 18-19 perdersi / del loro brulicame di pensieri), e il conseguente disorientamento di cui sono vittime i protagonisti del mondo artigiano (v. 19 pensieri in cerca di un polo). L atteggiamento sentimentale del poeta nei confronti di questa realtà al tramonto traspare nell espressione cuore della tua città (v. 2) in cui il termine cuore assume sia il significato di centro fisico, sia quello di anima, che evoca l intensità dei rapporti interpersonali tipici del contesto tradizionale (vv. 16-17).

on line 17 SEZIONE II - PERCORSI POETICI nel presente I temi Le trasformazioni della realtà: posto di fronte a un cambiamento che travolge l organizzazione del lavoro alterando anche la funzione degli spazi cittadini, Luzi interpreta la sorpresa (v. 1 insinua una voce di sorpresa) e lo spaesamento dei suoi contemporanei, attribuendo alla sua poesia il compito di osservare criticamente le trasformazioni in atto (v. 1 «Non è più qui... il cuore della tua città»): una metamorfosi così radicale e confusa può infatti essere detta dalla parola poetica, che ha come scopo principale interrogarsi e porre domande pur sapendo che esse sono destinate a rimanere senza risposta (v. 7 Io non so che rispondere; v. 13 «Non è più qui, ma dove?» mi domando) per l impossibilità dell uomo di cogliere il senso profondo degli eventi e di distinguere ciò che è essenziale da ciò che è transitorio e insignificante (vv. 14-15 mentre l accidentale e il necessario / imbrogliano l occhio della mente). Incapace di trovare spiegazioni soddisfacenti, la voce lirica continua a registrare gli eventi, lasciando che da essi scaturisca l indignazione di chi legge (v. 20 Qualcuno cede, qualcuno resiste nella sua fede tenuta stretta). Il fluire dell esistenza: lo smarrimento degli artigiani che abbandonano le loro botteghe e si disperdono con animo incerto in altri quartieri (vv. 9-12) diviene per il poeta l emblema del fluire ininterrotto della vita, cui egli partecipa pienamente, mescolando l osservazione critica al sentimento di dolente condivisione per la sorte dei suoi compagni (vv. 16-18 e penso a me e ai miei compagni, al rotto / conversare con quelle anime in pena / di una vita che quaglia poco): la sua posizione non è però frutto di una nostalgica idealizzazione del passato ma scaturisce dalla scelta di stare con quella parte di umanità tagliata fuori dal progresso, per la quale il cambiamento coincide con lo sradicamento da un mondo dotato di un cuore pulsante (v. 2). Le figure retoriche L operosità non meccanica ma creativa degli artigiani è resa dalla metafora che li paragona ad api che si muovono in un giardino (v. 8 le api di questo viridario antico); l immagine dello sciame di insetti viene ripresa nella parte conclusiva del componimento in cui, con uno spostamento semantico, la massa di pensieri incerti e confusi dei protagonisti viene definita brulicame (v. 19). Francesco Menzio (1899-1979), Autoritratto con la famiglia, 1961, particolare. Praticamente coeva alla raccolta Nel magma di Mario Luzi, quest opera di Francesco Menzio rappresenta, con trepida sensibilità, tutta la profondità degli affetti famigliari e al tempo stesso la loro fragilità rispetto al mondo esterno, all inesorabile trascorrere del tempo, all ineluttabilità del destino.

Laboratorio CAPITOLO QUATTRO LAORATORIO Comprensione 1 2 3 4 Analisi Il significante e le parole chiave 5 6 il poeta e il nostro tempo 18 Gli enjambement presenti nella poesia mettono in rilievo alcune parole chiave: individuale e spiega il loro valore all interno del contesto. In che modo la natura riesce a contrastare il lugubre senso di abbandono che proviene dal dedalo già buio (v. 3) delle vie del centro svuotate dai loro tradizionali abitanti? I temi Vedi a p. 66 e 76 Vedi a p. 15 e 62 Per quale motivo le oscure viuzze del centro (v. 3) non sono del tutto al buio? A quali attività artigianali tradizionali corrispondono le espressioni i doratori d angeli, di stipi / i lavoranti di metalli e d ebani (vv. 9-10)? Con quali contrastanti stati d animo gli artigiani affrontano il cambiamento del loro quartiere (v. 12)? Perché il poeta definisce i lavoratori del centro i miei compagni? Che cosa ricorda del suo rapporto con loro? (vv. 16-18) 7 A chi appartiene, secondo te, la voce di sorpresa (v. 1) che segnala al poeta la trasformazione irreversibile della sua città? 8 Quale fede consente ad alcuni artigiani di resistere al cambiamento (v. 20)? on line Produzione 9 A distanza di oltre quarant anni dal momento di cui parla la poesia di Luzi, una radicale trasformazione ha interessato sia i centri storici delle grandi città che quelli di molti piccoli comuni: fa una breve ricerca relativa al luogo in cui vivi e con l aiuto di vecchie foto (reperibili anche su Internet) descrivine brevemente i cambiamenti indicando quali attività hanno oggi preso il posto delle botteghe tradizionali.

on line 19 nel presente SEZIONE II - PERCORSI POETICI il significante le parole chiave i temi le figure retoriche la simbologia l intertestualità l extratestualità 1. canali d Otranto e Sicilia: i bracci di mare che separano l Italia rispettivamente dall Albania e dal nord Africa, rotte privilegiate di molti immigrati irregolari. Erri De Luca Naufragi LA POESIA Il dramma dell immigrazione clandestina, che spesso si conclude con la tragica morte dei suoi protagonisti, è il tema di questa breve poesia tratta da Opera sull acqua e altre poesie (2002), la prima raccolta di versi del narratore napoletano Erri De Luca. Nell immagine dei naufraghi sparsi nel mare come sementi, possiamo leggere la denuncia dell autore nei confronti dell indifferenza con cui i paesi verso i quali questi viaggiatori disperati sono diretti accolgono il quotidiano bollettino di morte. Nei canali di Otranto e Sicilia 1 migratori senz ali, contadini di Africa e di oriente affogano nel cavo delle onde. Un viaggio su dieci s impiglia sul fondo, 5 il pacco dei semi si sparge nel solco scavato dall ancora e non dall aratro. La terraferma Italia è terrachiusa. Li lasciamo annegare per negare. Naufragi, in Opera sull acqua e altre poesie, Einaudi, Torino 2002 tratto da Opera sull acqua e altre poesie anno 2002 luogo Italia METRO versi liberi Sandro Chia (1946), Zattera temeraria, 1982, particolare. Erri De Luca, scrittore e poeta italiano, è nato a Napoli nel 1950 da una famiglia della media borghesia. Nel 1968 entra nel movimento politico Lotta Continua, e ne diventa uno dei dirigenti attivi durante gli anni Settanta. In seguito svolge numerosi lavori in Italia e all estero, come operaio qualificato, camionista, magazziniere, muratore. Durante la guerra nella ex Jugoslavia è autista di convogli umanitari destinati alle popolazioni. Studia da autodidatta l ebraico e traduce alcuni libri della ibbia. È opinionista del Manifesto. Pubblica il suo primo libro nel 1989, a quasi quarant anni: Non ora, non qui, una rievocazione della sua infanzia a Napoli. Seguono: Una nuvola come tappeto (1991); Aceto, Arcobaleno (1992); In alto a sinistra (1994); Alzaia (1997); Tu, mio (1998); Tre cavalli (1999); Montedidio (2003); Il contrario di uno (2003); Mestiere all aria aperta (2004).

CAPITOLO QUATTRO il poeta e il nostro tempo 20 on line STRUMENTI DI LETTURA Il significante Il breve testo ha un ritmo narrativo, assimilabile a quello della scrittura in prosa, a cui si avvicina anche per la scelta di adottare metri di lunghezza diversa non spezzati da enjambement: la maggior parte dei versi, infatti, che il poeta definisce semplicemente «linee che vanno troppo spesso a capo», coincide con proposizioni sintatticamente compiute. Nonostante l andamento lineare e prosastico, diversi espedienti retorici enfatizzano alcune parole sottolineandone le caratteristiche foniche e conferendo musicalità al componimento: segnaliamo un assonanza (vv. 4, 5 fondo / solco), una consonanza (vv. 3, 4 onde / fondo) ed un allitterazione vocalica (v. 6 scavato dall ancora e non dall aratro). Sono inoltre presenti esempi di rima interna inclusiva, cioè quella in cui la parola in rima risulta foneticamente inclusa in un altra come canali / ali (vv. 1, 2), e di annominazione, che consiste nella ripetizione nello stesso verso di due parole con la medesima base etimologica come terraferma / terrachiusa (v. 7). Le parole chiave Nella poesia il termine terra assume un duplice significato: essa è il luogo fisico che promette sicurezza e possibilità di iniziare una nuova vita ai migranti (v. 7 terraferma), ma è anche l espressione metaforica dell egoismo e dell ostilità di coloro che, arroccati nella loro posizione di benessere (v. 7 terrachiusa), impediscono agli altri di accedervi. Alla immutabile stabilità della terra il poeta contrappone la fluida pericolosità del mare, simbolo di insicurezza e portatore di morte per coloro che vi si avventurano spinti dal bisogno (v. 3 affogano nel cavo delle onde; v. 4 un viaggio su dieci s impiglia sul fondo). È interessante notare come la stessa contrapposizione venga utilizzata dall autore per spiegare il suo passaggio dal luogo sicuro della prosa ai pericoli della scrittura in versi: «A cinquant anni un uomo sente di doversi staccare dalla sua terraferma e andarsene al largo. Per chi scrive storie all asciutto della prosa, l azzardo dei versi è il mare aperto». I temi In viaggio verso l Italia: l argomento della poesia di De Luca nasce da un fenomeno di drammatica attualità: l ininterrotto flusso delle carrette del mare, imbarcazioni di fortuna che attraversano il Mediterraneo sovraccariche di immigrati irregolari imbarcati da trafficanti senza scrupoli, che in cambio di cifre altissime promettono di condurli sulle coste di ricchi paesi europei come Italia, Spagna e Grecia. Fino a qualche anno fa molti immigrati irregolari giungevano in Italia dall Albania (v. 2 contadini... di oriente) dopo aver attraversato lo strettissimo canale di Otranto (v. 1), ma attualmente questo processo si è interrotto grazie ad accordi bilaterali sottoscritti dai governi italiano e albanese; oggi la maggior parte delle imbarcazioni che solcano il Mediterraneo trasportando esseri umani proviene dalla Libia. Esse raccolgono individui per i quali l attraversamento del canale di Sicilia (v. 1) è spesso l ultima tappa di un lungo esodo: partiti da villaggi lontanissimi, spesso nel cuore dell Africa (v. 2 contadini di Africa), i migranti superano a piedi il deserto per sfuggire a fame, guerre e carestie e raggiungono dopo mesi la costa libica dove vengono imbarcati clandestinamente su mezzi assolutamente inadeguati a reggere l impatto con il mare aperto, gommoni, scialuppe, pescherecci in disuso, spesso privi di acqua e cibo sufficienti per la traversata. Noi e i naufraghi: in queste condizioni il loro viaggio si conclude spesso tragicamente: talvolta i naufraghi sono tratti in salvo da navi di passaggio, più frequentemente invece essi muoiono e finiscono in fondo al mare (v. 3 affogano nel cavo delle onde) senza che se ne sappia più nulla, visto che nessuno è al corrente della rotta della loro imbarcazione né conosce il nome degli imbarcati: macabre tracce del loro passaggio sono quei brandelli di corpo affioranti nelle onde che stanno rendendo il mar Mediterraneo un enorme cimitero marino in cui i resti dei naufraghi si sparpagliano come semi (v. 5 il pacco dei semi si sparge nel solco). Quale posizione assume l autore rispetto a quest esodo inarrestabile che sempre più spesso si trasforma in tragedia collettiva? Dalle sue parole comprendiamo che egli sente di condividere la responsabilità di ciò che accade con tutti gli abitanti dei paesi ricchi e privilegiati (v. 8 Li lasciamo annegare per negare): è la chiusura egoistica dell Occidente ai bisogni primari delle popolazioni povere (v. 7 La terraferma Italia è terrachiusa) ad