MODELLO ORGANIZZATIVO AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO 8 GIUGNO 2001, N. 231



Documenti analoghi
Si elencano di seguito i reati attualmente ricompresi nell ambito di applicazione del D.Lgs. 231/2001:

APPENDICE 1. Reati commessi nei rapporti con la pubblica amministrazione (artt. 24 e 25 del Decreto);

S T U D I O L E G A L E A S S O C I A T O T O S E L L O & P A R T N E R S

ELENCO REATI PRESUPPOSTO PREVISTI DAL D. LGS. 231/2001 AGGIORNATO AL 7/7/2011

Meda Pharma SpA Modello di Organizzazione Gestione e Controllo - Allegato A Documento di mappatura dei processi sensibili

- ALLEGATO A E B (FATTISPECIE DEI REATI E ARTICOLI DEL CODICE PENALE RICHIAMATI DALL ART 4 DEL D.LGS. 231/2001)

Modello di ORGANIZZAZIONE GESTIONE e CONTROLLO

ELENCO DEI REATI PRESUPPOSTO

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO EX D.LGS. 231/01 1

ALLEGATO 1 TABELLA REATI/ILLECITI PRESUPPOSTO DELLA RESPONSABILITA' EX DLGS 231/01

Dlgs D.lgs. 231/01. e Modelli di organizzazione, gestione e controllo

APPENDICE 1. Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo D. Lgs. 231/2001 APPENDICE 1

ICT SECURITY N. 52 Gennaio/Febbraio 2007 Sicurezza informatica e responsabilità amministrativa degli enti. Autore: Daniela Rocca

Mappa delle attività a rischio reato nella Fondazione Torino Wireless 2015

Allegato 1 - I REATI PREVISTI DAL D.LGS. 231/2001

ALLEGATO 1 ELENCO REATI PRESUPPOSTO

Sezione Reati ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita

Avv. Carlo Autru Ryolo

ALLEGATO C AREE DI ATTIVITA A RISCHIO REATO, REATI ASSOCIABILI E PRESIDI ORGANIZZATIVI

Modelli ex d.lgs. 231/01 e Modelli di prevenzione della corruzione ex L. 190/2012. Massimo Malena & Associati 20 maggio 2015

Parte Speciale G : I reati transnazionali e di ricettazione, riciclaggio ed impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita

FATTISPECIE DI REATO PREVISTE DAL D.LGS. 231/01 E DALLA L. 190/ Truffa ai danni dello Stato (art. 640, comma 2, c.p.).

DECRETO LEGISLATIVO 231/01

DECRETO LEGISLATIVO 8 giugno 2001 n. 231 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 140 del 19 giugno 2001)

MAPPATURA DELLE AREE DI RISCHIO EX D. LGS. 231/01

Modello organizzativo 231 OTIS Servizi S.r.l. OTIS SERVIZI Srl. Sede Legale in Cassina de Pecchi (MI) Via Roma n. 108

ELENCO DEI REATI PREVISTI DAL D.LGS. 231/2001 E SS.MM.II. (aggiornato al 26 ottobre 2011)

TECNOLOGIE DIESEL E SISTEMI FRENANTI S.P.A. MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO EX DECRETO LEGISLATIVO 8 GIUGNO 2001, N.

ALLEGATO 1. SCHEDA EVIDENZA Rischio Reati ex D. Lgs. 231/2001

CEAM S.r.l. Sede Legale in Calderara di Reno (BO) Via Pradazzo 4/2 ALLEGATO 1 ELENCO REATI PRESUPPOSTO

ESTRATTO DEL MODELLO ORGANIZZATIVO AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO 8 GIUGNO 2001, N. 231

Decreto legislativo 231/01 e Sistemi di Gestione

IL PROGRAMMA MODULO I - I PRINCIPI GENERALI DEL DIRITTO PENALE DELL IMPRESA 1 22 gennaio

Modelli Organizzativi di controllo e di gestione ex D.Lgs. 231/01

La responsabilità penale dell amministratore e del legale rappresentante di una società

- I Modelli Organizzativi Dott. Lorenzo G. Pascali lorenzo.pascali@scons.it

BOTTO POALA S.p.A. BOTTO POALA S.P.A.

REGOLAMENTO INTERNO PER LA GESTIONE E LA COMUNICAZIONE ALL ESTERNO DI INFORMAZIONI RISERVATE E PRIVILEGIATE

Direttiva 98/84/CE del 20 novembre 1998, sulla tutela dei servizi ad accesso condizionato e dei servizi di accesso condizionato.

MODELLO ORGANIZZATIVO AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO 8 GIUGNO 2001, N. 231

MODELLO ORGANIZZATIVO AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO 8 GIUGNO 2001, N. 231

Corso di formazione Il ruolo e l adeguatezza dei modelli organizzativi previsti D. Lgs 231/2001. Presentazione

INCONTRO SUL TEMA: D. LGS. N. 81/2008, ART. 300

REATI NEI RAPPORTI CON LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Matteo Colombo Esperto in materia di Privacy e D.Lgs. 231/2001, Amministratore Delegato di Labor Project

Modello di organizzazione gestione e controllo ai sensi del D.Lgs 231/2001

REV. 2015/00 Pag. 1 di 5

Sistema Disciplinare e Sanzionatorio

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO. DI TRENITALIA S.p.A. Sintesi

PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E DELL ILLEGALITA

PARTE SPECIALE - Tredicesima Sezione Delitti contro l industria e il commercio

IL DIRETTORIO DELLA BANCA D ITALIA

INFORMATIVA FORNITORI

Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica,

Codice Deontologico. Centro di Coordinamento Nazionale Pile e Accumulatori

LA RESPONSABILITA DEGLI ENTI E DELLE SOCIETA EX D. LGS. 231/ aprile 2009

PARTE SPECIALE Sezione IV. Reati contro industria e commercio

MODELLO ORGANIZZATIVO AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO 8 GIUGNO 2001, N. 231

D.lgs. 231/2001 Modelli di Organizzazione. CONFAPI Bari, 19 novembre 2010

PARTE SPECIALE Illeciti ambientali

REV. 2015/00 Pag. 1 di 5

LIBRO SECONDO. Dei delitti in particolare TITOLO III. Dei delitti contro l'amministrazione della giustizia CAPO III

La responsabilità amministrativa degli enti si estende ai delitti in materia di trattamento dei dati personali. Novità introdotte dal D.l. n. 93/2013.

4. Modello in tema di tutela della sicurezza sul lavoro

PARTE SPECIALE Sezione II. Reati informatici

PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE DELLA FONDAZIONE MUSEO DELLA SHOAH ONLUS

REATI PENALI SPECIFICI PER LE SOCIETA QUOTATE IN BORSA. Hanno contribuito

DELITTI CONTRO L INDUSTRIA ED IL COMMERCIO MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO. CONSIP S.P.A. a socio unico ***** PARTE SPECIALE K

REV. 2016/00 Pag. 1 di 5

Il D.lgs. 231/2007 in materia di antiriciclaggio, tra novità legislative, ruolo degli Organi e delle Autorità di Vigilanza ed impianto sanzionatorio

L analisi dei rischi deve essere svolta con una chiara visione aziendale e deve richiedere la comprensione dei seguenti elementi:

- PARTE SPECIALE D- I REATI DI RICETTAZIONE, RICICLAGGIO E IMPIEGO DI DENARO, BENI O UTILITA DI PROVENIENZA ILLECITA

REGOLAMENTO SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

PARTE SPECIALE Sezione VIII. Reati in materia di violazione del diritto di autore

Modello Organizzativo D.Lgs. 231/01 COM METODI S.p.A.

A.P.A.M. S.P.A. (AZIENDA PUBBLICI AUTOSERVIZI MANTOVA S.P.A.) MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO DELLA SOCIETÀ D. LGS.

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E INTEGRITA ANNO

Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ex D. Lgs. 231/2001. Parte 01 PRESENTAZIONE DEL MODELLO

Approvato dal Consiglio di Amministrazione del 25 maggio 2012

Azienda Pubblica di Servizi alla Persona Opere Sociali di N.S. di Misericordia Savona

( PROCEDURA REGISTRO PERSONE RILEVANTI )

FONDAZIONE PIEMONTESE PER LA RICERCA SUL CANCRO - ONLUS. Modello di organizzazione, gestione e controllo ai sensi del D. Lgs.

ACAM Ambiente S.p.A.

Ministero dell economia e delle finanze Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato

Piano. Anticorruzione. Pianoro Centro SpA

PARTE SPECIALE F DELITTI CON LA PERSONALITA INDIVIDUALE

Documento in attesa di approvazione definitiva Nota per la Commissione Consultiva Permanente

AZIENDA SPECIALE CONSORTILE PER I SERVIZI ALLA PERSONA PROGRAMMA PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA

Adottato da TECAM Srl in ottemperanza al Decreto legislativo 231 del 2001

UNIONE BASSA REGGIANA. Programma triennale per la trasparenza e l integrità

DECRETO DEL SEGRETARIO GENERALE N. 17 DI DATA 27 MARZO 2015

SOCIETA PARMAZEROSEI S.P.A. PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE ANNO

PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE

Politica per la Sicurezza

Disposizioni per favorire l accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici

PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE DELL IPAB ISTITUTI DI SANTA MARIA IN AQUIRO (LEGGE N. 190 DEL 6 NOVEMBRE 2012).

DAMA DEMOLIZIONI E SMONTAGGI S.R.L.

DECRETO LEGISLATIVO 15 novembre 2012, n. 218

CODICE DI COMPORTAMENTO DEI DIPENDENTI DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI MANTOVA RELAZIONE ILLUSTRATIVA

D.LGS. 231/2001: ADEMPIMENTI NELL AMBITO DELLA COMPLIANCE AZIENDALE Torino, 1 dicembre 2011

Transcript:

MODELLO ORGANIZZATIVO AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO 8 GIUGNO 2001, N. 231 Adottato dal Consiglio di Amministrazione il 7 maggio 2008. Modificato nell adunanza del Consiglio di Amministrazione del 28 gennaio 2011 31 gennaio 2014 1 Aggiornamento deliberato nell Adunanza del 31 gennaio 2014 del Consiglio di Amministrazione

INDICE 1 IL DECRETO LEGISLATIVO n. 231/2001 6 1.1 Quadro normativo 6 1.2 Tipologie di reato previste dal D.Lgs. 231/01 7 1.2.1 Reati commessi nei rapporti con la Pubblica Amministrazione 7 1.2.2 Delitti informatici e trattamento illecito dei dati 8 1.2.3 Delitti in materia di criminalità organizzata 8 1.2.4 Reati di falsità in monete, in carte di pubblico credito, in valori 9 di bollo e in strumenti o segni di riconoscimento. 1.2.5 Delitti contro l industria e il commercio 9 1.2.6 Reati societari 10 1.2.7 Delitti aventi finalità di terrorismo o di eversione dell ordine 10 democratico previsti dal codice penale e dalle leggi speciali 1.2.8 Delitti contro la persona e delitti contro la personalità individuale 10 1.2.9 Delitti di abuso di informazioni privilegiate e di manipolazione 11 del mercato 1.2.10 Reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime 11 commesse con violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell igiene e della salute sul lavoro 1.2.11 Reati di riciclaggio, ricettazione, impiego di denaro, beni o utilità 12 di provenienza illecita e reati transnazionali 1.2.12 Delitti in materia di violazione del diritto d autore 12 1.2.13 Reato di induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere 14 dichiarazioni mendaci all Autorità Giudiziaria 1.2.14 Reati ambientali 14 1.2.15 Delitto di impiego di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno 15 è irregolare 2 Aggiornamento deliberato nell Adunanza del 31 gennaio 2014 del Consiglio di Amministrazione

2 MODELLO DI ORGANIZZAZIONE GESTIONE E CONTROLLO 16 2.1 Obiettivi perseguiti con l adozione del Modello 16 2.2 Modifiche e integrazioni del Modello 17 2.3 Destinatari del Modello 17 2.4 Individuazione dei rischi e sistema di governo delle procedure 17 2.4.1 Ruolo ed individuazione dei Process Owner 17 2.5 Aree di attività a rischio e relativi sistemi di presidio 19 organizzativo/gestionale 2.5.1 Attività a rischio in relazione ai reati contro la Pubblica 19 Amministrazione 2.5.2 Attività a rischio in relazione ai delitti informatici e trattamento 23 illecito dei dati 2.5 3 Attività a rischio in relazione ai delitti in materia di criminalità 25 organizzata 2.5.4 Attività a rischio in relazione ai reati di falsità in monete, in carte 26 di pubblico credito e in valori di bollo e in strumenti o segni di riconoscimento 2.5.5 Attività a rischio in relazione ai reati contro l industria e 27 il commercio 2.5.6 Attività a rischio in relazione ai reati societari 27 2.5.7 Attività a rischio in relazione ai delitti di terrorismo 30 ed eversione dell ordine democratico 2.5.8 Attività di rischio in relazione ai delitti contro la persona e delitti 31 contro la personalità individuale 2.5.9 Attività a rischio in relazione ai delitti di abuso di informazioni 31 privilegiate e di manipolazione del mercato 2.5.10 Attività a rischio in relazione ai reati di omicidio colposo e 32 lesioni colpose commessi in violazione della normativa antinfortunistica e sulla tutela dell igiene e della salute sul lavoro 2.5.11 Attività a rischio in relazione ai reati di riciclaggio e ricettazione 33 3 Aggiornamento deliberato nell Adunanza del 31 gennaio 2014 del Consiglio di Amministrazione

2.5.12 Attività a rischio in relazione ai reati in materia di violazione 34 del diritto d autore 2.5.13 Attività a rischio in relazione al reato di induzione a non rendere 35 dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all Autorità Giudiziaria 2.5.14 Attività a rischio in relazione ai reati ambientali 35 2.5.15 Attività a rischio in relazione al delitto di impiego di cittadini 36 di paesi terzi il cui permesso di soggiorno è irregolare 2.6 Adozione del Modello Organizzativo PosteMobile nell ambito del 37 Gruppo Poste Italiane 3 ORGANISMO DI VIGILANZA 37 3.1 Natura, qualificazione, nomina e durata in carica dell Organismo 37 di Vigilanza 3.2 Cause di ineleggibilità, decadenza e revoca dell Organismo di Vigilanza 38 3.3 Funzioni e poteri dell Organismo di Vigilanza 38 3.4 Attività di reporting dell Organismo di Vigilanza 39 3.4.1 Reporting nei confronti degli Organi Societari 39 3.4.2 Reporting nei confronti dell OdV della CapoGruppo 39 3.5 Flussi informativi nei confronti dell Organismo di Vigilanza 40 3.5.1 Segnalazioni da parte di esponenti aziendali o da parte di terzi 40 3.5.2 Obblighi di informativa relativi ad atti ufficiali 40 3.5.3 Sistema delle deleghe 40 4. SELEZIONE E FORMAZIONE DEL PERSONALE E DIFFUSIONE 40 DEL MODELLO 4.1 Selezione del personale 40 4 Aggiornamento deliberato nell Adunanza del 31 gennaio 2014 del Consiglio di Amministrazione

4.2 Formazione del personale e diffusione del Modello nel contesto 41 aziendale 4.3 Informativa a Collaboratori esterni, Partner e Fornitori 41 5. SISTEMA DISCIPLINARE 41 5.1 Principi generali 41 5.2 Sanzioni per i lavoratori dipendenti 42 5.3 Misure nei confronti dei dirigenti 42 6. ALTRE MISURE DI TUTELA IN CASO DI MANCATA OSSERVANZA DEL 42 MODELLO 6.1 Violazione del Modello da parte di Amministratori e Sindaci 42 6.2 Misure nei confronti di soggetti esterni 43 7. CODICI DI COMPORTAMENTO 43 5 Aggiornamento deliberato nell Adunanza del 31 gennaio 2014 del Consiglio di Amministrazione

1. IL DECRETO LEGISLATIVO N. 231/2001 1.1 Quadro normativo Il Decreto Legislativo n. 231/2001 dal titolo Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle Società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica (di seguito Il Decreto 231 ), ha introdotto nell ordinamento italiano un regime di responsabilità amministrativa (riferibile sostanzialmente alla responsabilità penale) a carico degli enti (da intendersi come Società, associazioni, consorzi, ecc., di seguito denominati enti e, singolarmente, ente ) per alcuni reati commessi, nell'interesse o a vantaggio degli stessi a) da persone fisiche che rivestano funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione degli enti stessi o di una loro unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale, nonché da persone fisiche che esercitino, anche di fatto, la gestione e il controllo degli enti medesimi; b) da persone fisiche sottoposte alla direzione o alla vigilanza di uno dei soggetti sopra indicati. Tale responsabilità si aggiunge a quella della persona fisica che ha realizzato materialmente il fatto. Le sanzioni previste sono pecuniarie ed interdittive (quali la sospensione o revoca di licenze e concessioni, il divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione (PA), l'interdizione dall'esercizio dell'attività, l'esclusione o la revoca di finanziamenti e contributi, il divieto di pubblicizzare beni e servizi). La responsabilità prevista dal Decreto si configura anche in relazione a reati commessi all estero, purché per gli stessi non proceda lo Stato del luogo in cui è stato commesso il reato. Il Decreto 231 prevede, all art. 6, una forma specifica di esonero dalla responsabilità amministrativa (c.d. esimente) qualora l ente sia in grado di dimostrare: a) di aver adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione di eventuali fatti illeciti, modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire la commissione di reati della specie di quelli verificatisi; b) che il compito di vigilare sul funzionamento e l osservanza dei Modelli nonché di curare il loro aggiornamento sia stato affidato a un organismo dell ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e controllo (di seguito, l Organismo di Vigilanza o OdV ); c) che le persone che hanno commesso il reato abbiano agito eludendo fraudolentemente i suddetti modelli di organizzazione e gestione; d) che non vi sia stata omessa o insufficiente vigilanza da parte dell Organismo di cui alla precedente lett. b). L adozione ed efficace implementazione di un Modello (di cui alla precedente lettera a) assume rilevanza anche in relazione al caso previsto nell art. 5, comma 1 lettera b) del decreto, rispetto al quale l ente è responsabile se la commissione del reato è stata resa possibile dall inosservanza degli obblighi di direzione o vigilanza posti a carico di chi riveste funzioni di rappresentanza, amministrazione o direzione dell ente o di una sua unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale o esercita anche di fatto la gestione e il controllo dello stesso. Infatti, è espressamente previsto che non ricorre detta inosservanza se l ente, prima della commissione del reato, ha adottato ed efficacemente attuato un modello di organizzazione, gestione e controllo idoneo a prevenire reati della specie di quello verificatosi. 6 Aggiornamento deliberato nell Adunanza del 31 gennaio 2014 del Consiglio di Amministrazione

Riguardo a tali ipotesi il Modello, tenuto conto della natura, della dimensione e del tipo di attività svolta, deve contenere misure idonee a: - garantire lo svolgimento dell attività nel rispetto della legge; - scoprire ed eliminare tempestivamente situazioni di rischio. L efficace attuazione del Modello richiede: - una verifica periodica e l eventuale modifica dello stesso quando sono scoperte significative violazioni delle prescrizioni ovvero quando intervengono mutamenti nell organizzazione o nell attività; - un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel modello. 1.2 Tipologie di reato previste dal Decreto 231 Le fattispecie di reato rilevanti, in base al Decreto e successive integrazioni, al fine di configurare la responsabilità amministrativa dell ente, possono essere comprese nelle categorie di seguito enunciate. 1.2.1 Reati commessi nei rapporti con la Pubblica Amministrazione Si riferisce alle seguenti tipologie di reato commesse nei rapporti con la Pubblica Amministrazione e disciplinate dagli artt. 24 e 25 del Decreto 231 1 : indebita percezione di contributi, finanziamenti o altre erogazioni da parte dello Stato o di altro ente pubblico o delle Comunità europee (art. 316-ter c.p.); truffa in danno dello Stato o di altro ente pubblico o delle Comunità europee (art. 640, 2 comma, n. 1 c.p.); truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (art. 640-bis c.p.); frode informatica in danno dello Stato o di altro ente pubblico (art. 640-ter c.p.); corruzione per l esercizio della funzione (art. 318 c.p.); corruzione per un atto contrario ai doveri d ufficio (art. 319 c.p.); corruzione in atti giudiziari (art. 319-ter c.p.); istigazione alla corruzione (art. 322 c.p.); concussione (art. 317 c.p.); induzione indebita a dare o promettere utilità (art. 319-quater c.p.); malversazione a danno dello Stato o di altro ente pubblico (art. 316-bis c.p.). La responsabilità amministrativa degli enti è prevista anche quando i delitti di cui ai commi da 1 a 3 dell art. 25 del Decreto 231 sono stati commessi dalle persone indicate negli articoli 320 c.p. (persona incaricata di pubblico servizio) e 322-bis c.p. (membri della Corte penale internazionale o degli organi delle Comunità europee e funzionari delle Comunità europee e di Stati esteri). La legge n. 190 del 2012, nel prevedere sostanziali modifiche ai reati contro la pubblica amministrazione, ha altresì introdotto nel codice penale il reato di traffico di influenze illecite (art. 346 bis c.p.). Pur non costituendo detto reato presupposto per la responsabilità amministrativa delle Società ai sensi del Decreto 231, si ritiene comunque che esso assuma - nel generale 1 I reati commessi nei rapporti con la Pubblica Amministrazione sono stati oggetto di ampia rivisitazione nell ambito della Legge 6 novembre 2012 n. 190, recante Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell illegalità nella Pubblica Amministrazione (cd. Legge anticorruzione ). 7 Aggiornamento deliberato nell Adunanza del 31 gennaio 2014 del Consiglio di Amministrazione

contesto delineato dal vigente quadro normativo, che recepisce gli orientamenti internazionali sul contrasto anche di comportamenti prodromici rispetto ad accordi corruttivi - particolare rilevanza, in quanto le relative condotte illecite potrebbero avere un carattere di connessione e/o contiguità rispetto a quelle corruttive, rilevanti in ottica 231 e, come tali, le stesse debbano, in via prudenziale, essere opportunamente considerate a livello aziendale. 1.2.2 Delitti informatici e trattamento illecito dei dati La legge 18 marzo 2008, n. 48 Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d Europa sulla criminalità informatica, fatta a Budapest il 23 novembre 2001, e norme di adeguamento dell ordinamento intero ha ampliato le fattispecie di reato che possono generare la responsabilità della società. L art. 7 del provvedimento, infatti, ha introdotto nel Decreto 231 l art. 24-bis per i reati di: a) accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico (art. 615-ter c.p.); b) detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso a sistemi informatici o telematici (art. 615-quater c.p.); c) - diffusione di apparecchiature, dispositivi o programmi informatici diretti a danneggiare o interrompere un sistema informatico o telematico (art. 615-quinquies c.p.); - intercettazione, impedimento o interruzione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche (art. 617-quater c.p.); - installazione di apparecchiature atte ad intercettare, impedire o interrompere comunicazioni informatiche o telematiche (art. 617-quinquies c.p.); - danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici (art. 635-bis c.p.); - danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici utilizzati dallo Stato o da altro ente pubblico o comunque di pubblica utilità (art. 635-ter c.p.); - danneggiamento di sistemi informatici o telematici (art. 635-quater c.p.); - danneggiamento di sistemi informatici o telematici di pubblica utilità (art. 635-quinquies c.p.); d) falsità in un documento informatico pubblico o privato avente efficacia probatoria (art. 491-bis c.p.); e) frode informatica del certificatore di firma elettronica (art. 640 quinquies c.p.) 1.2.3 Delitti in materia di criminalità organizzata La Legge del 15 luglio 2009, n. 94 recante Disposizioni in materia di sicurezza pubblica ha inserito nel Decreto 231 l art. 24 ter riguardante i delitti in materia di criminalità organizzata, con riferimento a: associazione per delinquere (art. 416 c.p.); associazione per delinquere finalizzata a commettere delitti di riduzione o mantenimento in schiavitù o in servitù, tratta di persone, acquisto e alienazione di schiavi ed ai reati concernenti le violazioni delle disposizioni sull immigrazione clandestina di cui all art. 12 del D. Lgs n. 286/1998 (art. 416 c.p., sesto comma); associazioni di tipo mafioso e delitti commessi avvalendosi delle condizioni previste dall articolo 416-bis c.p. o al fine di agevolare l attività delle associazioni previste dallo stesso articolo (art. 416-bis c.p.); scambio elettorale politico-mafioso (art. 416-ter c.p.); sequestro di persona a scopo di rapina o di estorsione (art. 630 c.p.); 8 Aggiornamento deliberato nell Adunanza del 31 gennaio 2014 del Consiglio di Amministrazione

associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope (art. 74. DPR 9 ottobre 1990, n. 309); illegale fabbricazione, introduzione nello Stato, messa in vendita, cessione, detenzione e porto in luogo pubblico o aperto al pubblico di armi da guerra o tipo guerra o parti di esse, di esplosivi, di armi clandestine nonché di più armi comuni da sparo (art. 407, comma 2, lett. a), n.5) c.p.p.). 1.2.4 Reati di falsità in monete, in carte di pubblico credito, in valori di bollo e in strumenti o segni di riconoscimento. L art. 6 della Legge 23 novembre 2001, n. 409, recante Disposizioni urgenti in vista dell introduzione dell euro, ha inserito nel Decreto 231 l art. 25-bis, che mira a punire il reato di falsità in monete, in carte di pubblico credito e in valori di bollo e precisamente: falsificazione di monete, spendita e introduzione nello Stato, previo concerto, di monete falsificate (art. 453 c.p.); alterazione di monete (art. 454 c.p.); spendita e introduzione nello Stato, senza concerto, di monete falsificate (art. 455 c.p.); spendita di monete falsificate ricevute in buona fede (art. 457 c.p.); falsificazione di valori di bollo, introduzione nello Stato, acquisto, detenzione o messa in circolazione di valori di bollo falsificati (art. 459 c.p.) e uso di valori di bollo contraffatti o alterati (art. 464 c.p.); contraffazione di carta filigranata in uso per la fabbricazione di carte di pubblico credito o di valori di bollo (art. 460 c.p.) e fabbricazione o detenzione di filigrane o di strumenti destinati alla falsificazione di monete, di valori di bollo, o di carta filigranata (art. 461 c.p.). La Legge 23 luglio 2009, n. 99 recante Disposizioni per lo sviluppo e l internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia ha riformulato il titolo dell art. 25 bis, estendendo la responsabilità attribuibile in capo agli enti per i reati di: contraffazione, alterazione o uso di marchi o segni distintivi ovvero di brevetti, modelli e disegni (art. 473 c.p.); introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi (art. 474 c.p.). 1.2.5 Delitti contro l industria e il commercio La Legge 23 luglio 2009, n. 99 recante Disposizioni per lo sviluppo e l internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia ha inserito nel Decreto 231 l art. 25 bis.1, che estende la responsabilità amministrativa degli enti per i reati di: turbata libertà dell industria o del commercio (art. 513 c.p.); frode nell esercizio del commercio (art. 515 c.p.); vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine (art. 516 c.p.); vendita di prodotti industriali con segni mendaci (art. 517 c.p.); fabbricazione e commercio di beni realizzati usurpando titoli di proprietà industriale (art. 517-ter c.p.); contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari (art. 517-quater c.p.); illecita concorrenza con minaccia o violenza (art. 513-bis c.p.); frodi contro le industrie nazionali (art. 514 c.p.). 9 Aggiornamento deliberato nell Adunanza del 31 gennaio 2014 del Consiglio di Amministrazione

1.2.6 Reati societari L art. 3 del decreto legislativo 11 aprile 2002, n. 61, in vigore dal 16 aprile 2002, nell ambito della riforma del diritto societario ha poi introdotto l art. 25 ter che estende il regime di responsabilità amministrativa ai seguenti reati societari: false comunicazioni sociali (art. 2621 c.c.); false comunicazioni sociali in danno dei soci o dei creditori (art. 2622, commi 1 e 3, c.c.); falsità nelle relazioni o nelle comunicazioni della Società di revisione (art. 2624, commi 1 e 2, c.c.) 2 ; impedito controllo (art. 2625, comma 2, c.c.); formazione fittizia del capitale (art. 2632 c.c.); indebita restituzione dei conferimenti (art. 2626 c.c.); illegale ripartizione degli utili e delle riserve (art. 2627 c.c.); illecite operazioni sulle azioni o quote sociali o della Società controllante (art. 2628 c.c.); operazioni in pregiudizio dei creditori (art. 2629 c.c.); indebita ripartizione dei beni sociali da parte dei liquidatori (art. 2633 c.c.); corruzione tra privati (art. 2635 c.c.) 3 ; illecita influenza sull assemblea (art. 2636 c.c.); aggiotaggio (art. 2637 c.c.); ostacolo all esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza (art. 2638, commi 1 e 2, c.c.); omessa comunicazione del conflitto di interessi (art. 2629 bis c.c.). 1.2.7 Delitti aventi finalità di terrorismo o di eversione dell ordine democratico previsti dal codice penale e dalle leggi speciali L art. 25-quater, introdotto dall art. 3 della legge 14 gennaio 2003, n. 7 di ratifica ed esecuzione della Convenzione internazionale per la repressione del finanziamento del terrorismo (New York, 9 dicembre 1999), opera un rinvio generale a tutte le ipotesi attuali e future di reati terroristici ed eversivi previsti dal codice penale e dalle Leggi Speciali. La disposizione di cui all'art. 1 della L. 6 febbraio 1980, n. 15 prevede una circostanza aggravante destinata ad applicarsi a qualsiasi reato sia "commesso con finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico. 1.2.8 Delitti contro la persona e delitti contro la personalità individuale L ambito dei delitti contro la persona è stato introdotto con la Legge del 9/01/06 n. 7 che ha aggiunto l art. 25-quater - 1 e riguarda il divieto delle pratiche di mutilazione genitali femminili. L ambito legislativo riguardante i delitti contro la personalità individuale è stato introdotto con L. 11/08/2003 n. 228 che ha aggiunto l art. 25-quinquies che richiama specifici articoli contenuti nella Sez. I, capo III, titolo XII, Libro II del codice penale: 2 Il D.Lgs. n.39/2010 sulla revisione legale dei conti ha abrogato l art. 2624 del Codice civile, ma, nel contempo, ha introdotto, nell art. 27, il reato di Falsità nelle relazioni o nelle comunicazioni dei responsabili della revisione legale dei conti per cui, allo stato, nell incertezza del quadro normativo di riferimento, il reato in parola viene prudenzialmente indicato quale presupposto della responsabilità amministrativa degli enti. 3 Reato introdotto dalla Legge n. 190 del 2012 con l art. 25 ter del Decreto 213. 10 Aggiornamento deliberato nell Adunanza del 31 gennaio 2014 del Consiglio di Amministrazione

riduzione o mantenimento in schiavitù e servitù (art. 600 c.p.); tratta di persone (art. 601 c.p.); acquisto o alienazione di schiavi (art. 602 c.p.); prostituzione minorile (art. 600-bis c.p.); pornografia minorile (art. 600-ter c.p.); detenzione di materiale pornografico (art. 600-quater c.p.); pedopornografia virtuale (art. 600-quater - 1 c.p.) 4 ; iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione minorile (art. 600-quinquies c.p.). 1.2.9 Delitti di abuso di informazioni privilegiate e di manipolazione del mercato In relazione alla disciplina sul Market Abuse (Parte V Titolo I bis, Capo II del T.U.F.), sono stati introdotti nel disposto del Decreto 231 (art. 25-sexies) i reati di abuso di informazioni privilegiate (art. 184 del TUF) e di manipolazione del mercato (art. 185 del TUF). In particolare, per abuso di informazioni privilegiate (insider trading) si intende il reato per il quale chiunque, essendo in possesso di informazioni non di pubblico dominio, le divulghi a terzi, o le utilizzi al fine di effettuare o indurre altri a compiere operazioni di compravendita o altre operazioni relative a strumenti finanziari. Tali informazioni permettono ai soggetti che ne facciano utilizzo una scelta basata su un'asimmetria informativa, privilegiandoli rispetto ad altri investitori operanti sul medesimo mercato. L ipotesi di reato di manipolazione del mercato si configura invece a carico di chiunque diffonda informazioni false o ingannevoli o pone in essere operazioni simulate o altri artifizi concretamente idonei a provocare una sensibile alterazione del prezzo degli strumenti finanziari. L articolo 187-quinquies del TUF introduce una specifica ipotesi di responsabilità amministrativa a carico degli enti per illeciti amministrativi in materia di abusi di mercato (artt. 187 bis e 187 ter del TUF) commessi nel loro interesse o a loro vantaggio da soggetti aziendali in posizioni apicali o a loro subordinati. 1.2.10 Reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime commesse con violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell igiene e della salute sul lavoro La Legge n. 123/07, ha introdotto due nuove tipologie di reato-presupposto all interno della disciplina di cui al Decreto 231. Nel Decreto è stato infatti inserito l art.25-septies, successivamente sostituito dall art. 300 del D.Lgs. 81/08, che prevede l estensione della responsabilità amministrativa dell ente ai reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime (artt. 589 e 590 del Codice Penale), commessi in violazione della normativa antinfortunistica e sulla tutela dell igiene e della salute sul lavoro. Il provvedimento legislativo, integrando il quadro delle norme di presidio in materia di salute e sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro stabilisce, come fattore di novità, la punibilità delle Società anche per i reati di natura colposa, diversamente da quanto previsto finora per i reati in ambito 231, che richiedevano il presupposto della sussistenza del dolo (coscienza e volontarietà dell azione criminosa). 4 Reato introdotto dalla Legge n. 38 del 2006 con l art. 25 quinquies del Decreto 231. 11 Aggiornamento deliberato nell Adunanza del 31 gennaio 2014 del Consiglio di Amministrazione

Da segnalare che ulteriori elementi di novità in materia di salute e sicurezza sul lavoro sono stati introdotti dal D.Lgs. n. 106 del 2009. 1.2.11 Reati di riciclaggio, ricettazione, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita e reati transnazionali Il D.Lgs. n. 231 del 21 novembre 2007, relativo all attuazione della direttiva 2005/60/CE concernente la prevenzione dell'utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento del terrorismo, nonchè della direttiva 2006/70/CE che ne reca misure di esecuzione, ha introdotto nel Decreto 231 l art.25-octies che estende l ambito della responsabilità amministrativa per gli enti in relazione ai reati di riciclaggio (art. 648 bis c.p.), ricettazione (art 648 c.p) e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita (art. 648 ter c.p.). L art. 648 del codice penale dispone che commette il reato di ricettazione chiunque, fuori dai casi di concorso nel reato, acquista, riceve od occulta, denaro o cose provenienti da un qualsiasi delitto al fine di procurare a se od ad altri un profitto. L art. 648-bis del codice penale dispone che, al di fuori dei casi di concorso nel reato, commette il delitto di riciclaggio chiunque sostituisce o trasferisce denaro, beni o altre utilità provenienti da un delitto non colposo ovvero compie in relazione ad essi altre operazioni, in modo da ostacolare l identificazione delittuosa della loro provenienza. L art. 648-ter del codice penale dispone inoltre che, al di fuori dei casi di concorso nel reato e dei casi previsti dagli articoli 648 (ricettazione) e 648-bis (riciclaggio), commette il delitto di impiego di denaro, beni o altre utilità di provenienza illecita chiunque impiega in attività economiche o finanziarie denaro, beni o altre utilità provenienti da delitto. Inoltre, la legge n. 146/2006, ha ratificato la normativa comunitaria contro il crimine organizzato transnazionale relativamente a quei reati posti in essere da un gruppo organizzato in più di uno Stato, ovvero a quelli commessi in uno Stato singolo, da parte di una organizzazione criminale operante su base internazionale. Tale legge comprende le seguenti tipologie di reato: associazione per delinquere (art. 416 c.p); associazione di tipo mafioso (art. 416bis c.p.); reati concernenti intralcio alla giustizia (art. 377bis e 378 c.p.); traffico di migranti (d. lgs. n. 286/98 e successive modifiche). 1.2.12 Delitti in materia di violazione del diritto d autore La Legge 23 luglio 2009, n. 99 recante Disposizioni per lo sviluppo e l internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia ha inserito nel Decreto 231 l art. 25 novies, che prevede l estensione della responsabilità amministrativa dell ente ai seguenti reati. Messa a disposizione del pubblico in un sistema di reti telematiche, mediante connessioni di qualsiasi genere e senza averne diritto, di un'opera o di parte di un opera dell'ingegno protetta (art. 171, co. 1, lett a-bis), L. 633/1941). Reato di cui al punto precedente commesso su un opera altrui non destinata alla pubblicazione, ovvero con usurpazione della paternità dell opera, ovvero con deformazione, mutilazione o altra modificazione dell opera stessa, qualora ne risulti offeso l onore o la reputazione dell autore (art. 171, co. 3, L. 633/1941). Abusiva duplicazione, per trarne profitto, di programmi per elaboratore; importazione, distribuzione, vendita, detenzione a scopo commerciale o imprenditoriale ovvero concessione in locazione di programmi contenuti in supporti non contrassegnati dalla SIAE; predisposizione di mezzi per consentire o facilitare la rimozione arbitraria o l elusione 12 Aggiornamento deliberato nell Adunanza del 31 gennaio 2014 del Consiglio di Amministrazione

funzionale di dispositivi di protezione di programmi per elaboratori (art. 171-bis, co. 1, L. 633/1941). Riproduzione su supporti non contrassegnati SIAE, trasferimento su altro supporto, distribuzione, comunicazione, presentazione o dimostrazione in pubblico, del contenuto di una banca dati al fine di trarne profitto; estrazione o reimpiego della banca dati in violazione delle disposizioni sui diritti del costitutore e dell utente di una banca dati; distribuzione, vendita o concessione in locazione di banche di dati (art. 171-bis, co. 2, L. 633/1941). Reati commessi a fini di lucro, per uso non personale, e caratterizzati da una delle seguenti condotte descritte all art. 171-ter, comma 1, L. 633/194: - abusiva duplicazione, riproduzione, trasmissione o diffusione in pubblico con qualsiasi procedimento, in tutto o in parte, di opere dell'ingegno destinate al circuito televisivo, cinematografico, della vendita o del noleggio, di dischi, nastri o supporti analoghi ovvero di ogni altro supporto contenente fonogrammi o videogrammi di opere musicali, cinematografiche o audiovisive assimilate o sequenze di immagini in movimento (lett. a); - abusiva riproduzione, trasmissione o diffusione in pubblico con qualsiasi procedimento, di opere o parti di opere letterarie, drammatiche, scientifiche o didattiche, musicali o drammatico-musicali, multimediali, anche se inserite in opere collettive o composite o banche dati (lett. b); - introduzione nel territorio dello Stato, detenzione per la vendita o la distribuzione, distribuzione, messa in commercio, concessione in noleggio o cessione a qualsiasi titolo, proiezione in pubblico, trasmissione a mezzo televisione con qualsiasi procedimento, trasmissione a mezzo radio, delle duplicazioni o riproduzioni abusive di cui alle lettere a) e b) senza aver concorso nella duplicazione o riproduzione (lett. c); - detenzione per la vendita o la distribuzione, messa in commercio, vendita, noleggio, cessione a qualsiasi titolo, proiezione in pubblico, trasmissione a mezzo radio o televisione con qualsiasi procedimento, di videocassette, musicassette, qualsiasi supporto contenente fonogrammi o videogrammi di opere musicali, cinematografiche o audiovisive o sequenze di immagini in movimento, o altro supporto per il quale è prescritta l'apposizione del contrassegno SIAE, privi del contrassegno medesimo o dotati di contrassegno contraffatto o alterato (lett. d); - ritrasmissione o diffusione con qualsiasi mezzo di un servizio criptato ricevuto per mezzo di apparati o parti di apparati atti alla decodificazione di trasmissioni ad accesso condizionato, in assenza di accordo con il legittimo distributore (lett. e); - introduzione nel territorio dello Stato, detenzione per la vendita o la distribuzione, distribuzione, vendita, concessione in noleggio, cessione a qualsiasi titolo, promozione commerciale, installazione di dispositivi o elementi di decodificazione speciale che consentono l'accesso a un servizio criptato senza il pagamento del canone dovuto (lett. f); - fabbricazione, importazione, distribuzione, vendita, noleggio, cessione a qualsiasi titolo, pubblicizzazione per la vendita o il noleggio, o detenzione per scopi commerciali, di attrezzature, prodotti o componenti ovvero prestazione di servizi aventi impiego commerciale o prevalente finalità di eludere efficaci misure tecnologiche di protezione ovvero progettati, prodotti, adattati o realizzati con la finalità di rendere possibile o facilitare l'elusione di tali misure (lett. f-bis); - abusiva rimozione o alterazione di informazioni elettroniche sul regime dei diritti di cui all'articolo 102-quinquies, ovvero distribuzione, importazione a fini di distribuzione, diffusione per radio o per televisione, comunicazione o messa a disposizione del 13 Aggiornamento deliberato nell Adunanza del 31 gennaio 2014 del Consiglio di Amministrazione

pubblico di opere o altri materiali protetti dai quali siano state rimosse o alterate le informazioni elettroniche stesse (lett. h). Reati caratterizzati da una delle seguenti condotte descritte all art. 171-ter, comma 2, L. 633/1941: - riproduzione, duplicazione, trasmissione o diffusione abusiva, vendita o commercio, cessione a qualsiasi titolo o importazione abusiva di oltre 50 copie o esemplari di opere tutelate dal diritto d'autore e da diritti connessi (lett. a); - immissione a fini di lucro in un sistema di reti telematiche, mediante connessioni di qualsiasi genere, di un'opera o parte di un opera dell'ingegno protetta dal diritto d'autore, n violazione del diritto esclusivo di comunicazione al pubblico spettante all autore (lett. a-bis); - realizzazione delle condotte previste dall art. 171-ter, co. 1, L. 633/1941, da parte di chiunque eserciti in forma imprenditoriale attività di riproduzione, distribuzione, vendita o commercializzazione, ovvero importazione di opere tutelate dal diritto d'autore e da diritti connessi (lett. b); - promozione od organizzazione delle attività illecite di cui all art. 171-ter, co. 1, L. 633/1941 (lett. c). Mancata comunicazione alla SIAE dei dati di identificazione dei supporti non soggetti al contrassegno, da parte di produttori o importatori di tali supporti, ovvero falsa dichiarazione circa l assolvimento degli obblighi sul contrassegno (art. 171-septies, L. 633/1941). Fraudolenta produzione, vendita, importazione, promozione, installazione, modifica, utilizzo per uso pubblico e privato di apparati o parti di apparati atti alla decodificazione di trasmissioni audiovisive ad accesso condizionato effettuate via etere, via satellite, via cavo, in forma sia analogica sia digitale (art. 171-octies, L. 633/1941). 1.2.13 Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all Autorità Giudiziaria La Legge 3 agosto 2009, n. 116 recante Ratifica ed esecuzione della Convenzione dell Organizzazione delle Nazioni Unite contro la corruzione adottata dall Assemblea Generale dell ONU il 31 ottobre 2003 ha introdotto la responsabilità amministrativa degli enti per il reato di cui all art. 377 bis c.p. Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all Autorità Giudiziaria (art. 25 decies del Decreto 231). 1.2.14 Reati ambientali Il D.Lgs. n. 121 del 7 luglio 2011, emanato in attuazione della direttiva 2008/99/CE sulla tutela penale dell'ambiente, nonché della direttiva 2009/123/CE che modifica la direttiva 2005/35/CE relativa all'inquinamento provocato dalle navi e all'introduzione di sanzioni per violazioni, ha inserito nel Decreto 231 l art. 25-undecies, con l estensione della responsabilità amministrativa degli enti alle fattispecie dei Reati ambientali commessi nell interesse o a vantaggio dell ente stesso. La normativa, peraltro molto articolata, prevede le seguenti tipologie di illeciti. a) Reati previsti dal Codice Penale: - art. 727 bis (uccisione, distruzione, cattura, prelievo, detenzione di esemplari di specie animali o vegetali selvatiche protette); - art. 733 bis (distruzione o deterioramento di habitat all interno di un sito protetto). b) Reati previsti dal D.Lgs n. 152/2006 ( Codice dell ambiente ): 14 Aggiornamento deliberato nell Adunanza del 31 gennaio 2014 del Consiglio di Amministrazione

- art. 137, commi 2, 3, 5, primo e secondo periodo, 11 e 13 (scarico acque reflue industriali); - art. 256, commi 1, lettere a) e b), 3, primo e secondo periodo, 5 e 6, primo periodo (attività di gestione rifiuti non autorizzata); - art. 257, commi 1 e 2 (bonifica dei siti); - art. 258, comma 4, secondo periodo (obblighi di comunicazione, di tenuta dei registri obbligatori e dei formulari); - art. 259, comma 1 (traffico illecito di rifiuti); - art. 260, commi 1 e 2 (attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti); - art. 260-bis, commi 6, 7, secondo e terzo periodo, comma 8, primo e secondo periodo (sistema informatico di controllo della tracciabilità dei rifiuti - SISTRI); - art. 279, comma 5 (tutela dell aria e riduzione emissioni nell atmosfera). c) Reati previsti dalla Legge n. 150/1992 ( Disciplina dei reati sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali ): - art. 1, commi 1 e 2, art. 2, commi 1 e 2; art. 3 bis, comma 1; art. 6, comma 4 (commercio, utilizzo, trasporto di esemplari animali o vegetali e detenzione esemplari vivi di specie selvatica o pericolosi). d) Reati previsti dalla Legge n. 549/1993 ( Misure a tutela dell ozono stratosferico e dell ambiente ): - art. 3, comma 6 (cessazione e riduzione dell impiego delle sostanze lesive). e) Reati previsti dalla Legge n.202/2007 ( Inquinamento del mare provocato dalle navi ): - art. 8, commi 1 e 2 (inquinamento doloso dell ambiente marino); - art. 9, commi 1 e 2 (inquinamento colposo dell ambiente marino). 1.2.15 Delitto di impiego di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare Il D.Lgs. 25 luglio 1998, n. 286 recante Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, all art. 22, comma 12, prevede sanzioni nei confronti del datore di lavoro che occupi alle proprie dipendenze lavoratori stranieri il cui soggiorno è irregolare. Il D.Lgs. del 16 luglio 2012, n. 109 ha inserito nel Decreto 231 l art. 25-duodecies, con l estensione della responsabilità amministrativa degli enti in relazione al delitto sopra citato, laddove ricorrano le specifiche circostanze aggravanti previste dall art. 22, comma 12-bis, del D. Lgs. 25 luglio 1998, n. 286; dette circostanze aggravanti sussistono nei seguenti casi: a) se i lavoratori occupati sono in numero superiore a tre; b) se i lavoratori occupati sono minori in età non lavorativa; c) se i lavoratori occupati sono sottoposti alle altre condizioni lavorative di particolare sfruttamento di cui al terzo comma dell articolo 603 bis del codice penale (delitto di Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro ). 15 Aggiornamento deliberato nell Adunanza del 31 gennaio 2014 del Consiglio di Amministrazione

2. MODELLO DI ORGANIZZAZIONE GESTIONE E CONTROLLO 2.1 Obiettivi perseguiti con l adozione del Modello PosteMobile S.p.A. (di seguito anche l Azienda o la Società) sensibile all esigenza di assicurare condizioni di correttezza e di trasparenza nella conduzione degli affari e delle attività aziendali a tutela della posizione e dell immagine propria, delle aspettative dei propri azionisti e del lavoro dei propri dipendenti ha ritenuto conforme alla proprie politiche aziendali, e in coerenza con le linee di governance adottate del Gruppo Poste italiane, dotarsi del modello di organizzazione e di gestione previsto dal D. Lgs. 231/01 (di seguito anche Modello Organizzativo, Modello o M.O.). Scopo del Modello è la costruzione di un sistema strutturato e organico di procedure ed altri strumenti normativi e di attività di controllo, volto principalmente a prevenire (controllo ex ante) la commissione dei reati previsti dal Decreto. In particolare, mediante l individuazione delle aree di attività a rischio e la loro conseguente proceduralizzazione, il Modello si propone di: determinare, in tutti coloro che operano in nome e per conto di PosteMobile nelle aree di attività a rischio, la consapevolezza di poter incorrere, in caso di violazione delle disposizioni ivi riportate, in un illecito passibile di sanzioni, sul piano penale e amministrativo, non solo a proprio carico ma anche a carico della Società; ribadire che tali forme di comportamento illecito sono fortemente condannate da PosteMobile in quanto (anche nel caso in cui la Società fosse apparentemente in condizione di trarne vantaggio) contrarie alla legge e ai principi etico-sociali cui il Gruppo Poste Italiane si attiene nell espletamento della propria missione aziendale; consentire alla Società, grazie a un azione di monitoraggio sulle aree di attività a rischio, di intervenire tempestivamente per prevenire e contrastare la commissione dei reati stessi. Punti cardine del Modello sono, oltre ai principi già indicati: l individuazione delle aree di attività a rischio dell Azienda, vale a dire le attività nel cui ambito è ipotizzabile la commissione di reati e l evidenza delle fasi principali che caratterizzano le singole operazioni a rischio; la manutenzione di adeguate procedure aziendali a presidio delle aree di attività a rischio in modo integrato con la regolamentazione dei sistemi di controllo dei processi aziendali; l attività di sensibilizzazione e diffusione a tutti i livelli aziendali delle regole comportamentali e delle procedure istituite; l attribuzione all OdV di specifici compiti di vigilanza e di attuazione di quanto previsto nel Modello; la verifica dell effettivo rispetto ed efficacia del Modello e delle relative procedure aziendali di cui sopra; l attuazione di un adeguato sistema sanzionatorio. 16 Aggiornamento deliberato nell Adunanza del 31 gennaio 2014 del Consiglio di Amministrazione

2.2 Modifiche e integrazioni del Modello Il Modello Organizzativo è approvato con apposita deliberazione del Consiglio d Amministrazione (di seguito C.d.A) che provvede anche alle sue modifiche su proposta dell Amministratore Delegato. 2.3 Destinatari del Modello Sono destinatari del Modello tutti coloro che operano per il conseguimento dello scopo e degli obiettivi di PosteMobile S.p.A.. 2.4 Individuazione dei rischi e sistema di governo delle procedure In relazione alle singole fattispecie di reato previste dal D.Lgs. 231/01, viene effettuata l analisi del contesto aziendale per evidenziare dove e secondo quali modalità possono potenzialmente verificarsi eventi pregiudizievoli per gli obiettivi indicati dal citato Decreto. Tale analisi dei rischi è eseguita da parte delle funzioni aziendali di PosteMobile, con l eventuale supporto della funzione Controllo Interno della CapoGruppo Poste Italiane e/o di consulenti esterni. In base alle indicazioni ed alle risultanze di tale analisi: l Amministratore Delegato, sentito il parere dell OdV, procede alla presentazione in CdA di eventuali proposte di modifica/integrazione del Modello Organizzativo, in relazione alle evoluzioni intervenute nel contesto normativo e/o organizzativo di riferimento; le singole Funzioni aziendali, individuate come Process Owner secondo le modalità descritte nel Modello Organizzativo, elaborano ed implementano le Procedure aziendali relative alle aree di attività a rischio, anche ad integrazione di procedure aziendali già esistenti, in coerenza con i criteri contenuti nell apposita policy Sistema Aziendale dei Processi e delle Procedure emessa dalla Funzione Risorse Umane e Organizzazione di PosteMobile. Le Procedure sono diffuse, sono rese pubbliche in ambito aziendale e sono, altresì, disponibili in formato elettronico sul portale Intranet aziendale. I documenti originali sono archiviati nella loro progressione cronologica in coerenza con i criteri contenuti nelle sopra citate linee guida, assicurandone così la piena reperibilità. 2.4.1 Ruolo ed individuazione dei Process Owner Al fine di garantire la continua efficacia del Modello, la funzione RUO individua, tenendo conto delle responsabilità che PosteMobile ha formalmente assegnato, i Process Owner che rappresentano il punto di riferimento organizzativo per il complesso delle attività svolte nell ambito dei processi sensibili afferenti le aree di attività a rischio individuate. In particolare, i Process Owner così individuati da RUO rappresentano le Funzioni aziendali che: 17 Aggiornamento deliberato nell Adunanza del 31 gennaio 2014 del Consiglio di Amministrazione

hanno elevata conoscenza dei processi sensibili, in termini di attività e rischi, e possono assicurare un processo di formazione e attuazione delle decisioni chiaro e trasparente; possono favorire modalità di monitoraggio sulla funzionalità del Modello preventivo adottato, nonché gli eventuali adeguamenti necessari. Se l estensione del processo presidiato e la complessità delle operazioni lo richiedono, il Process Owner potrà attribuire, secondo i criteri definiti dalla Funzione RUO ed in coerenza con i processi e le responsabilità organizzative aziendali, parte delle proprie competenze a uno o più Sub-Process Owner, che saranno responsabili delle operazioni svolte relativamente alla parte di processo assegnata. Qualora la gestione del processo, ferma restando la sua unitarietà, in considerazione di particolari esigenze aziendali prioritariamente riferibili agli acquisti di beni e servizi, preveda la delega di specifiche attività e l attribuzione delle conseguenti responsabilità a Funzioni aziendali diverse da quella del Process Owner di riferimento, RUO potrà, su richiesta e d intesa con le Funzioni interessate, provvedere a nominare distinti Process Owner Delegati a cui verranno affidate con responsabilità autonoma, in tutto o in parte, le competenze del Process Owner relativamente alla gestione delle attività oggetto di delega. Per i processi di propria competenza ciascun Process Owner: 1) promuove la diffusione e la conoscenza del Modello e del Codice Etico anche attraverso l identificazione dei fabbisogni formativi e informativi; 2) redige, aggiorna e implementa le Procedure ed eventuali altre tipologie documentali correlate alle attività a rischio, evidenziando un adeguato sistema di controllo delle relative attività a rischio. L approvazione e la pubblicazione/diffusione delle procedure avviene secondo i criteri e le responsabilità indicate nell apposita policy Sistema Aziendale dei Processi e delle Procedure emessa dalla funzione RUO; 3) assicura il rispetto delle procedure relative ai processi di cui è il punto di riferimento organizzativo, monitorando l osservanza delle stesse attraverso idonee modalità che garantiscano anche l attuazione di un sistema di tracciabilità dell intero processo, in cui ogni operazione sia provvista di un adeguato supporto documentale; 4) propone eventuali aggiornamenti alla mappa dei processi e miglioramenti al sistema di controllo interno; 5) redige i flussi informativi periodici per le diverse aree di attività a rischio, in base a specifiche linee guida definite dall Azienda con l eventuale supporto della funzione Controllo Interno della CapoGruppo Poste Italiane e/o di consulenti esterni, e li invia all OdV e all Amministratore Delegato. 18 Aggiornamento deliberato nell Adunanza del 31 gennaio 2014 del Consiglio di Amministrazione

2.5 Aree di attività a rischio e relativi sistemi di presidio organizzativo/gestionale Seguono, per ciascuna tipologia di reati enunciata, i risultati dell analisi dei rischi che tiene conto degli interessi o dei vantaggi potenziali che PosteMobile potrebbe conseguire a fronte della realizzazione degli stessi. Per tutte le aree di attività a rischio, valgono i seguenti presidi organizzativo/gestionali di carattere generale: Codice Etico e Codice di comportamento Fornitori e Partner del Gruppo Poste Italiane (di cui al paragrafo 7); Sistema di attribuzione dei poteri mediante conferimento ai primi livelli aziendali, da parte dell Amministratore Delegato, di procure speciali per singoli atti (cfr. Procedura di conferimento revoca poteri aziendali ); Disposizioni aziendali che regolamentano i processi in generale, con particolare riferimento al Business Process Model e alla relativa Policy Il sistema aziendale dei processi e delle procedure ; Sistemi sanzionatori (di cui ai paragrafi 5 e 6); Documento Mission, Valori e Comportamenti Aziendali (di cui al paragrafo 7).. Normative AGCOM e Ministero delle Comunicazioni relative agli operatori virtuali. Si richiamano, inoltre i codici di condotta di settore ai quali la Società aderisce anche in assolvimento a specifici obblighi di legge (es. Codice di Condotta per l'offerta dei Servizi Premium CASP) e il Codice in materia di Protezione dei Dati Personali (Decreto legislativo n. 196 del 30 giugno 2003). Per talune tipologie di attività esposte al rischio di reato, sono stati altresì evidenziati i principali presidi organizzativo/gestionale specifici di seguito indicati. Con riferimento a questi ultimi, ad integrazione di quanto riportato nei paragrafi che seguono si richiamano, per la loro attinenza rispetto a diverse aree di rischio-reato (es. reati contro la Pubblica Amministrazione, reati Societari, reati di criminalità organizzata, ecc.) le attività e i controlli espletati in ambito aziendale in adempimento agli obblighi di tracciabilità dei flussi finanziari in materia di appalti pubblici di lavori, servizi e forniture, introdotti dalla Legge 13 agosto 2010 n. 136 - Piano straordinario contro le mafie (art. 3: tracciabilità dei flussi finanziari ). 2.5.1 Attività a rischio in relazione ai reati contro la Pubblica Amministrazione I reati contro la Pubblica Amministrazione hanno come presupposto l instaurazione di rapporti con soggetti pubblici e/o lo svolgimento di attività concretanti una pubblica funzione o un pubblico servizio. Tenuto conto, pertanto, dei rapporti che PosteMobile intrattiene con Amministrazioni Pubbliche nonché delle attività che la stessa svolge a supporto della CapoGruppo per l espletamento di servizi di Poste Italiane riconducibili all alveo pubblicistico, le aree di attività ritenute potenzialmente a rischio sono individuabili, con riferimento alle diverse fattispecie di reato 19 Aggiornamento deliberato nell Adunanza del 31 gennaio 2014 del Consiglio di Amministrazione

richiamate dagli artt. 24 e 25 del Decreto 231 (di cui al precedente par. 1.2.1), nelle seguenti casistiche: Reati di corruzione (per un atto contrario ai doveri d ufficio, per l esercizio della funzione e istigazione alla corruzione), induzione indebita a dare o promettere utilità, truffa in danno dello Stato o di altro Ente pubblico e frode informatica: 1. la gestione dei rapporti e contatti con le Autorità di regolamentazione e vigilanza, in particolare con l Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) l Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), l Autorità Garante per la Protezione dei dati Personali (Garante Privacy), il Ministero dello Sviluppo Economico Comunicazioni e l Azienda Autonoma Monopoli di Stato (AAMS), nonché il rilascio di informazioni alla P.A.; 2. la partecipazione per il tramite della CapoGruppo, ovvero eventualmente - anche tramite soggetti partner 5, a procedure di gara indette da enti pubblici, italiani o stranieri, per l affidamento di appalti, di forniture o di servizi, di concessioni, di partnership, di asset (complessi aziendali, partecipazioni, ecc.) o di altre operazioni simili, caratterizzate dal fatto di essere svolte in un contesto potenzialmente competitivo, intendendosi tale anche un contesto in cui, pur essendoci un solo concorrente in una particolare procedura, l ente appaltante avrebbe avuto, tuttavia, la possibilità di scegliere anche altre imprese presenti sul mercato; 3. la partecipazione per il tramite della CapoGruppo, ovvero - eventualmente - anche tramite soggetti partner, a procedure di negoziazione diretta 6 per la prestazione, in favore della Pubblica Amministrazione o di altri enti pubblici, di servizi; 4. l attività di selezione, negoziazione, stipula ed esecuzione dei contratti con la Pubblica Amministrazione, Enti o Società Pubbliche; 5. i rapporti con i pubblici ufficiali e gli incaricati di pubblico servizio relativamente agli adempimenti fiscali, tributari e previdenziali, con particolare seppur non esaustivo - riferimento alle attività di amministrazione del personale. Reati di corruzione (per un atto contrario ai doveri d ufficio, per l esercizio della funzione e istigazione alla corruzione) e di induzione indebita a dare o promettere utilità: 6. i contatti con pubblici funzionari per la gestione delle richieste di provvedimenti amministrativi (es. autorizzazioni, licenze, concessioni, ecc.) finalizzati o comunque di supporto allo svolgimento dell attività commerciale, anche da parte dei canali di vendita di cui PosteMobile può eventualmente avvalersi, nonché per lo svolgimento di attività strumentali a quelle tipiche della Società e dei relativi canali di vendita; 5 In particolare, per quanto riguarda i processi di vendita alla Pubblica Amministrazione (P.A), PosteMobile S.p.A. si avvale quasi esclusivamente della rete di vendita di Poste Italiane, sulla base di specifici contratti di servizio, ad eccezione dei contratti stipulati dalle Agenzie Partner. Pertanto la Società, ad oggi, non intrattiene rapporti commerciali diretti con le P.A. poiché di norma PosteMobile entra in contatto con la P.A. solo successivamente alla formalizzazione del contratto per l erogazione dei servizi contrattualmente definiti. Solo su richiesta della rete di vendita di Poste Italiane, è possibile che PosteMobile supporti, in ragione delle specifica conoscenza del proprio portafoglio d offerta, la fase di negoziazione con il potenziale cliente Pubblica Amministrazione attraverso la proposizione/definizione della soluzione tecnico-economica. dell offerta economica. Si specifica, inoltre, che la rete di vendita di Poste Italiane opera secondo le regole ed i principi previsti nel Codice Etico, nel Modello Organizzativo 231 di Poste Italiane, nonché attraverso apposite e specifiche procedure di vendita. 6 Vedasi nota n. 5 20 Aggiornamento deliberato nell Adunanza del 31 gennaio 2014 del Consiglio di Amministrazione