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APPUNTI DI CHIMICA E TECNOLOGIA DEI MATERIALI per il primo anno di OPERATORE PER L'ABBIGLIAMENTO IPSIA CAVOUR MARCONI PERUGIA A.S.2010/2011 Prerequisiti da acquisire con qualsisi testo di chimica: sapere effettuare misure di grandezze (massa, volume, temperatura, tempo) conoscere gli stati di aggregazione della materia e i passaggi di stato, conoscere i miscugli etrogenei ed omogenei ARGOMENTI TRATTATI: 1. Caratteristiche merceologiche e classificazione dei principali materiali tessili 1. classificazione merceologica delle fibre tessili. Caratteri morfologici - organolettici ( lunghezza, finezza, titolo) 2. caratteristiche e produzione delle fibre di origine animale 1. lana 2. seta 3. caratteristiche e produzione delle fibre di origine vegetale 1. cotone 2. lino 4. caratteri fisiologici (allergenicità, senso di caldo o di fresco) 2. elementi di chimica-fisica correlati alla lavorazione 1. caratteri fisico-meccanici ( igroscopicità, comportamento alla fiamma, comportamento al calore, coibenza, allungamento alla rottura, elasticità, resistenza a insetti e muffe, resistenza agli ossidanti, proprietà elettriche) 3. procedure e protocolli 1. norme obbligatorie: cartellonistica e schede di sicurezza 2. norme volontarie: Sistema di Gestione della Qualità e Procedure Operative

CARATTERISTICHE MERCEOLOGICHE E CLASSIFICAZIONE DEI PRINCIPALI MATERIALI TESSILI CLASSIFICAZIONE MERCEOLOGICA DELLE FIBRE TESSILI Le fibre tessili sono sostanze presenti in natura o prodotte dall'uomo, di aspetto filamentoso o fusiforme, che si prestano a essere filate e tessute sia per la loro morfologia (forma) sia per le loro caratteristiche di resistenza, elasticità e flessibilità. La classificazione merceologica delle fibre tessili si basa sulla loro origine. Le fibre naturali (animali, vegetali, minerali) si trovano già in natura sotto forma di filamenti più o meno lunghi Le fibre artificiali sono prodotte dall'uomo partendo da materie prime polimeriche (formate dall'unione di tanti pezzetti detti monomeri più corti) naturali di origine animale, vegetale o inorganica Le fibre sintetiche sono prodotte dall'uomo partendo da composti semplici, piccoli e sintetici mediante reazioni chimiche di polimerizzazione (fibre poliolefiniche, poliviniliche, poliacriliche, poliammidiche, poliureiche, poliesteri, etc..) Proprietà delle fibre tessili Una sostanza per poter essere considerata fibra tessile deve avere, oltre all'aspetto fibroso e lungo, determinati caratteri o proprietà che la rendono lavorabile, adatta all'impiego cui è destinata e utilizzabile dal consumatore. I caratteri più importanti sono quelli morfologi-organolettici, quelli fisici, quelli chimici e quelli fisiologici caratteri morfologici organolettici (sono collegati alla forma e dimensione della fibra, e alla sensazione che si prova a toccarle) La lunghezza e la finezza di una fibra sono molto importanti sia per la lavorazione sia per la qualità del prodotto finito. La lunghezza si misura in millimetri mm, la finezza dipende dal diametro della fibra, si misura in micrometri (millesimi di millimetro) μm

Una fibra per poter essere filata deve avere una lunghezza minima di 5 mm. Le fibre più sottili hanno un diametro di 5 μm il rapporto lunghezza su diametro si calcola riportando le unità di misura in millimetri così il rapporto lunghezza/diametro di un makò (varietà di cotone egiziano) che ha finezza di 24 μm e lunghezza di fibra di 12 mm si calcola: lunghezza/diametro = 12mm/24x10-3 = 0,5x10 3 = 500 La finezza di una fibra si può indicare anche con il titolo che esprime il peso corrispondente ad una determinata lunghezza di filo. In Italia per esempio per la seta (fibra naturale prodotta come filo continuo) il titolo (T den ) è il den, cioè il peso di 450 m di filo misurato in denari, dove il denaro un'unità più piccola del grammo e corrisponde a 0,05g. Più un filato è fine più il suo titolo in denari è basso. Un ipotetico titolo di 1 den corrisponderebbe ad un filato così fine che 450 m peserebbero solo 0,05g. Oggi nelle Norme UNI si usa il titolo (T t ). Il peso si misura in grammi ma rapportato a 1000 m di filo e questa unità si chiama tex. Il tex corrisponde cioè ad un filato tale che 1000 m pesano 1 g. caratteri fisiologici: riguardano le reazioni e le sensazioni che le fibre tessili possono provocare sul corpo umano. I caratteri fisiologici non sono oggettivi e quindi tabulabili, ma soggettivi cambiando da persona a persona. Queste sensazioni sono dovute a proprietà fisiche e chimiche, vengono descritte in fondo dopo aver parlato delle caratteristiche fisiche e chimiche delle fibre di origine animale e vegetale. caratteri fisici e chimici: verranno analizzati successivamente in ogni singola fibra e riassunti in fondo in una tabella. Il comportamento chimico della fibra dipende dalla composizione chimica della fibra stessa e cambia in modo molto marcato tra le fibre di origine animale e quelle di origine vegetale.

CARATTERISTICHE E PRODUZIONE DELLE FIBRE DI ORIGINE ANIMALE Le fibre di origine animale sono di distinguono in due tipi in base all'origine: 1. da bulbo pilifero: a seconda dell'animale da cui provengono prendono nomi diversi: 1. ovini: lana 2. capre: mohair, cachemire 3. conigli: angora 4. camelidi: alpaca, vigogna 2. secretive: a seconda dell'animale da cui provengono prendono nomi diversi 1. baco da seta: seta comune 2. molluschi bisso o seta di mare LANA PRODUZIONE La lana è una fibra tessile che si ricava dal vello (manto di lana) di animali ovini, caprini, camelidi, sottoposti a tosatura. La più commercializzata è la lana di pecora che si ottiene dalla tosa annuale (lana masserizia, a fibra lunga) o semestrale (lana bistosa, a fibra corta) di tale ovino.

Dal taglio annuale, a seconda della razza si può ottenere da 1 a 5 kg di lana. Se la lana è tolta da animali macellati/morti si chiama lana di concia. La lana appena tosata è classificata in vari modi a seconda della pulizia: lana greggia o sucida: se l animale non è stato lavato lana saltata: se la pecora è stata immersa in acqua corrente e quindi il vello è stato scarsamente lavato lana lavata: se il vello, dopo la tosa, è stato trattato con acqua calda saponata lana sgrassata: se si sono usati solventi per togliere la lanolina, un grasso cutaneo che aderisce alla fibra (usato per i cosmetici) Il valore commerciale della lana oltre che dallo stato iniziale dipende: razza da cui è prelevata zona del corpo da cui proviene lunghezza e sottigliezza del pelo elasticità, morbidezza e resistenza RAZZE: Merinos (allevate prevalentemente in Spagna, Argentina, Australia) Vissana e Sopravissana allevate in Italia ZONA DEL CORPO: le lane più pregiate sono quelle che provengono dalla schiena e dai fianchi, mentre quelle che provengono dalle zampe sono più scadenti LUNGHEZZA E SOTTIGLIEZZA DEL PELO: le lane più valutate sono quelle lunghe o da pettine (> cm 7). Quelle più corte (< cm 7) sono da carda. Le più fini sono le più pregiate e hanno diametro di circa 10 micron. Quelle comuni hanno diametro di circa 50 micron e quelle ordinarie diametro di circa 100 micron. ELSTICITA, MORBIDEZZA E RESISTENZA Elasticità: proprietà dei corpi di deformarsi per effetto di forze esterne e di riprendere la forma iniziale al cessare della sollecitazione Morbidezza: essere di consistenza soffice, cedevole o pastosa, molle Resistenza: sforzo contrario che si oppone all azione dei qualcosa o qualcuno

Struttura chimica della lana. La lana è costituita da una proteina chiamata cheratina. Le proteine possono essere definite sostanze della vita (da πρϖτοσ =primo) perché sono presenti in tutti gli esseri viventi e sono alla base di moltissime funzioni degli organismi viventi. Infatti compongono la parte principale di pelle, muscoli, tendini, nervi, sangue, capelli, inoltre formano enzimi, anticorpi, ormoni. Le proteine sono costituite dalla concatenazione più o meno lunga di 26 aminoacidi, sostanze presenti in natura. Anche gli aminoacidi rivestono un ruolo di grandissima importanza biologica in quanto consentono il mantenimento del peso corporeo e la crescita degli animali. Gli aminoacidi sono sostanze che: 1. contengono nella loro molecola un gruppo funzionale aminico - NH 2 e un gruppo funzionale acido - COOH R NH2 CH COOH R= catena di atomi di carbonio che è diversa in ogni aminoacido 2. hanno possibilità di saldarsi reciprocamente e fare catene di tipo polimerico facendo reagire il gruppo acido (COOH) di una molecola con il gruppo basico (NH 2 ) di un altra (legame peptidico) H R N - CH-COOH H Rappresentiamo l'aminoacido con questo simbolo Rappresentiamo una catena di aminoacidi = proteina

Dunque le proteine possono essere formate da centinaia o migliaia di aminoacidi e quindi: il numero di proteine che possono esistere supera l ordine di milioni ed è teoricamente infinito il carattere distintivo di una proteina non è costituito solo dalla lunghezza della sua catena polipeptidica ma dalla sequenza degli aminoacidi che la costituiscono. Si può dire di conoscere una proteina quando: si conoscono quali sono e quanti sono gli aminoacidi che la compongono, e in che sequenza sono legati l uno all altro (struttura primaria) si conosce il modo in cui la catena di aminoacidi è sistemata nello spazio formando spirali, lamine sfere (struttura secondaria) la striscia nera indica i vari aminoacidi e i simboli indicano i loro radicali catena proteica distesa e allungata (struttura primaria) catena proteica a forma di elica (struttura secondaria) + - La struttura secondaria si è formata perché esistono legami a idrogeno (H), o salini (NH, COO ) 3 o trasversale cistinico tra i vari radicali (R) che formano la catena proteica. Ovviamente più numerosi sono i legami che si formano e più la catena tende a prendere una forma contratta (a elica o arrotolata) ma più i radicali sono ingombranti più essi richiedono spazio e più la catena tende ad assumere la forma allungata. La forma della catena proteica è data dall equilibrio dei due fattori esposti.

La lana è formata da una sostanza proteica, la cheratina, disposta a forma di elica, nella cui catena sono presenti aminoacidi solforati. Quando si brucia emana odore di corno bruciato (la cheratina forma anche i capelli e le unghie e le corna degli animali). CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE Se si esamina la lana al microscopio, si osservano i peli cilindrici, ondulati e ricoperti da squamette disposte a tegola, internamente percorsa dal canale midollare. Questa struttura spiega il potere coibente dei tessuti in lana: l aria viene trattenuta all interno del lume pilifero e ristagna negli spazi lasciati vuoti dai peli che aderiscono tra di loro grazie alla presenza delle squamette; è quindi un ottimo isolante termico. Presenta un difetto, ossia quello di associarsi (infeltrirsi) ed ingiallire. Oggi esistono trattamenti fisico-chimici che permettono di eliminare o ritardare questo inconveniente, inoltre può essere attaccata dalle tarme che la possono danneggiare seriamente. La lana è una fibra che si tinge con facilità. CARATTERI FISICO - MECCANICI Lunghezza di rottura (indica la lunghezza di un provino il cui peso è uguale al carico di rottura, cioè che si rompe per effetto del proprio peso) : 10.8-15 Km Allungamento alla rottura (è l allungamento che si verifica nel provino sottoposto a trazione nel momento della rottura. Il suo valore è dato dalla differenza fra lunghezza finale al momento della rottura e lunghezza iniziale, è espresso in percentuale o in millimetri): in condizioni di temperatura e umidità standard = 30-50%, se è bagnata 35-70% Potere assorbente: indica la capacità di assorbire acqua senza apparire bagnata, dipende da quanti gruppi ossidrilici (OH) ci sono nella molecola della cheratina. La lana ha un elevato potere igroscopico, può assorbire acqua fino al 30% del suo peso senza apparire bagnata.

Comportamento alla fiamma: la lana si spegne quando si allontana la fiamma che l ha accesa. Emana odore di corno bruciato. Effetto delle tarme: è attaccata Effetto dei microrganismi. Bacilli e muffe si sviluppano sulla lana in particolari condizioni di temperatura e umidità, soprattutto in presenza di sostanze adatte al loro sviluppo (appretti, grassi...) La lana comunque resiste più del cotone a questo tipo di attacco. Proprietà termiche: cattiva conduttrice del calore, è quindi ottimo isolante. Tingibilità e coloranti usati: la fibra si tinge facilmente con molte classi di coloranti. Proprietà elettriche: sgrassata e secca non conduce elettricità, le fibre umide invece diventano conduttrici; la conducibilità elettrica è quindi in relazione con l'umidità contenuta. CLASSIFICAZIONE SECONDO L'ORIGINE I filati ed i tessuti vengono commercializzati con diverse diciture: Pura lana: è costituita da fibre di lana al 100%, ma proviene in gran parte da stracci di lana meccanica (rigenerata) Pura lana vergine: i prodotti con questa denominazione sono stati confezionati con lana mai utilizzata, proveniente direttamente dalla tosa. CLASSIFICAZIONE COMMERCIALE IN BASE ALLA RAZZA Lana Merinos: proviene da pecore Merinos provenienti da Australia, Sud Africa e Sud America. E una fibra lunga, sottile, morbida e soffice. E' una fibra che è molto arricciata e ha un elevaro numero di scaglie superficiali, quindi ha un ottimo potere termocoibente. E tra le migliori lane del mercato (nel Medio Evo era allevata in Spagna ed era reato punibile con la morte l esportazione di un capo fuori dalla Spagna) Lana Shetland: proviene da pecore allevate in un arcipelago a Nord della Scozia. E una fibra pregiata e soffice.

Cachemire: proviene dal vello di capre originarie del l altipiano del Tibet, alto e freddo. E una fibra molto fine, morbida e calda. È però molto delicata, poco resistente e si usura facilmente. E' molto costosa. Mohair: proviene dal vello dei capre originarie della Turchia. E una lana con fibra lunga, molto liscia, lucente, molto forte, resistente all abrasione e infeltrimento.spesso viene mescolata con altri tipi di lana per migliorarne le caratteristiche. Angora: deriva dal pelo del coniglio d Angora che viene tosato e pettinato. Ha fibra lunga, morbida, fine e delicata che ha tendenza ad infeltrire. Dà una elevata sensazione di calore. E' destinata a maglieria di lusso. Lana di cammello: cammelli e dromedari forniscono una lana utilizzata per tessuti pesanti e per tappeti. E molto morbida, le fibre lanose hanno lunghezza di 2,5-12 cm, diametro 10-14 micron; le fibre setolose hanno lunghezza di 5-45 cm, diam. 30-120 micron Lana di vigogna e di alpaca: si ricava da camelidi, animali ruminanti, dell America Latina (lama, alpaca e i loro ibridi vigogna e guanaco.) E usata per tessuti da cappotto, cari e ricercati, è un pelo fine e molto morbido e soffice.

SETA PRODUZIONE E la fibra animale che si ricava dai bozzoli dell insetto BOMBIX MORI, volgarmente chiamato filugello o baco da seta. Il ciclo vitale del filugello allevato dura poco + di due mesi. Le uova sono piccole piatte tondeggianti, di colore giallastro e prendono il nome di seme dei bachi. In Italia si fanno schiudere in aprile, tenendole in locali a temperatura costante di 23 C - 24 C. Dalle uova escono i bruchi (bachi o filugelli) lunghi pochi millimetri che cominciano a cibarsi delle tenere foglie di gelso appena spuntate (ecco perché si fanno schiudere in primavera!) I bruchi sempre tenuti in locali riscaldati crescono rapidamente e in circa 35 giorni subiscono 4 mute (larve di 4 generazioni), cambiano cioè il rivestimento scarsamente estensibile del loro corpo e che pertanto va mutato man mano che l insetto cresce. Dopo l ultima muta le larve di 4 a generazione, lunghe circa 8 cm e del peso di circa 4 o 5 gr sono mature cioè pronte a rinchiudersi nel bozzolo (in cui passa per lo stadio di pupa caratterizzato da un rivestimento scuro e più coriaceo da cui fuoriescono poi nella forma di farfalla).

Il bozzolo viene costruito dai bruchi con la bava prodotta da 2 ghiandole che sboccano all esterno con due forellini vicini alla bocca. La bava è costituita principalmente da due sostanze di natura proteica, la fibroina e la sericina che a contatto con l aria solidificano immediatamente. In pochi giorni i bachi costruiscono i bozzoli formati da un filo ininterrotto di seta lungo 700/800 metri in media ma che può raggiungere anche la lunghezza di 1500 metri. LAVORAZIONE I bozzoli sono per lo più di colore bianco-gialliccio, ma a volte giallo carico o bianchi. Questi involucri perderebbero il loro valore economico se si permettesse ai bachi, ormai trasformati in crisalidi, l ultimo stadio dei lepidotteri prima di essere insetti perfetti, di diventare farfalle, di fuoriuscire dai bozzoli perforandoli e rendendoli così inutilizzabili. Perciò a questo punto i bachicoltori provvedono alla raccolta dei bozzoli e alla loro spelaiatura che consiste nell asportazione dello strato esterno costituito dai primi metri di filamento utilizzato dai bachi per appendere ognuno il proprio bozzolo alle strutture predisposte dai bachicoltori. Durante la raccolta avviene anche la cernita o selezione con la quale i bozzoli imperfetti vengono eliminati. Segue poi la stufatura (prima a 70 C poi a 90 C in ambiente umido) con cui vengono uccise le crisalidi, e la trattura. I bozzoli vengono immersi in acqua calda in modo che si distacchino i capi, infatti l'acqua calda scioglie la parte gommosa (sericina: gomma della seta che tiene unito il bozzolo e le bavelle di fibroina) permettendo che il filamento dello strato intermedio del bozzolo (il più utile e prezioso), possa essere dipanato. I bozzoli vengono toccati con una specie di spazzolino che elimina gli strati esterni rovinati e aggancia il filo lungo e avvolto regolarmente nel bozzolo ( scopinatura ). Nella trattura si uniscono le bave di più bozzoli così da formare un filo più resistente che non si rompe durante la trattura, infatti quando il filamento è fuori dall'acqua calda la sericina si solidifica e fa appiccicare la fibroina formando un filo più duro.

I sotto prodotti della trattura (cascami e pezzettini corti) si trasformano in fili riutilizzabili con le lavorazioni meccaniche che si usano per le fibre corte (apritura, cardatura, pettinatura, filatura) Questa seta si usa per tessuti non troppo leggeri come frange, nastri, passamaneria e sono chiamate sete schiappe. Altri sottoprodotti sono quelli ottenuti dalla sfilacciatura dei ritagli dei tessuti di seta ed il prodotto ottenuto è detto seta meccanica o shoddy. CLASSIFICAZIONE IN BASE ALLA PULIZIA La SETA GREGGIA proveniente dalla trattura raramente viene usata come tale perché contiene ancora molta gomma, è piuttosto ruvida e sporca (ma può essere utilizzata comunque per alcuni tessuti). In genere per ottenere il filato definitivo si sottopone la seta ad alcune lavorazioni: "torcitura": si uniscono tra di loro due o più fili per ottenere un filato adatto alla tessitura "lavaggio" che può essere più o meno energico: Spesso la seta si sottopone ad un blando lavaggio e si ottiene la SETA CRUDA Un lavaggio più energico dà la SETA SEMICOTTA Un lavaggio completo con acqua saponata a 90 C detto "sgommatura" scioglie completamente tutta la gomma e le sostanze grasse e cerose, mettendo in rilievo la lucentezza della seta che così trattata si dice SETA COTTA La seta viene venduta a peso e quindi conviene caricarla e una certa carica è positiva per confezionare tessuti pesanti (rasi, taffetà, sete per cravatte perchè la seta non caricata non regge il nodo) ma se è troppo caricata diventa fragile, perde elasticità e tenacità. La perdita di peso dovuta alla sgommatura viene compensata con l'aggiunta di sali di stagno, alluminio, zinco o con addizione di tannino, la seta così ottenuta si chiama SETA CARICATA. La seta ottenuta dopo questi trattamenti viene messa in commercio come seta pura (greggia, o cotta) e seta caricata. Struttura chimica della seta Il filamento prodotto dal baco da seta è costituito da due proteine: la fibroina (70-80%) e la sericina (20-28%), inoltre contiene 2-3% di sostanze grasse, cerose, coloranti e minerali. La fibroina e la sericina sono formate da numerosi aminoacidi saldati insieme con legami peptidici. A differenza della lana non ci sono aminoacidi solforati (non puzzano di corno alla fiamma!)

La sericina (gomma della seta) si scioglie completamente in soluzioni bollenti di sapone mentre la fibroina non si scioglie. CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE La seta osservata al microscopio appare costituita come due filamenti cilindrici paralleli tenuti insieme da una colla (la sericina) quando si tratta di seta non sgommata; se la seta è stata sgommata appare invece formata da sottili singoli filamenti cilindrici a sezione trasversale prevalentemente triangolare e risulta più lucida. CARATTERI FISICO - MECCANICI. Lunghezza di rottura (indica la lunghezza di un campione il cui peso è uguale al carico di rottura, cioè che si rompe per effetto del proprio peso) : 35-45 Km Allungamento alla rottura (è l allungamento che si verifica nel provino sottoposto a trazione nel momento della rottura. Il suo valore è dato dalla differenza fra lunghezza finale al momento della rottura e lunghezza iniziale, è espresso in percentuale o in millimetri): in condizioni di temperatura e umidità standard = 20 % Comportamento alla fiamma: la seta ha un comportamento simile alla lana, brucia lentamente spandendo l'odore caratteristico delle sostanze azotate in combustione. Rispetto alla lana però brucia più facilmente e l'odore di fumi è meno marcato. Potere assorbente: indica la capacità di assorbire acqua senza apparire bagnata, dipende da quanti gruppi ossidrilici (OH) ci sono nelle molecole che compongono la fibra: La seta ha un alto potere igroscopico, infatti può assorbire umidità fino a circa il 30% del prorpio peso Tingibilità e coloranti usati: la fibra si comporta in modo simile alla lana e cioè si tinge facilmente con molte classi di coloranti. La seta cruda può risultare colorata in base al colore delle foglie che rimane nella sericina ( è stato visto mettendo un colorante nelle foglie!) Proprietà termiche: è una fibra che ha caratteristiche coibenti (cattiva conduttrice di calore) Proprietà elettriche: cattiva conduttrice di elettricità, si elettrizza per strofino, le fibre umide diventano invece coduttrici; la conducibilità elettrica è in relazione con l'umidità contenuta.

La mano della seta (morbidezza, flessibilità al tatto) dipende dalla sua origine, se è grezza o cotta o caricata. CLASSIFICAZIONE COMMERCIALE IN BASE ALLA PROVENIENZA Le sete sono prodotte in tutto il mondo ma le zone dove la produzione è maggiore e la qualità è migliore sono: CINA: paese di origine che ha tenuto il monopolio dal 3000 ac fino alla 550 dc quando due monaci persiani portarono le uova dei bachi nei loro bastoni alla corte dell'imperatore Giustiniano di Bisanzio. Oggi le sete cinesi sono meno pregiate di altre, molto tenaci ma poco elastiche. GIAPPONE: ha antiche tradizioni di produzione di seta, la qualità è buona; si producono sete fini, bianche con buona tenacità ed elasticità INDIA: ha grossa produzione, ma è meno pregiata di quella giapponese ITALIA: si producono le migliori in assoluto che si distinguono in base alle regioni di provenienza: Lombardia: sicuramente le migliori, sono sete fini, elastiche, ben lavorate. Vengono prodotte a Como, commercializzate e smistate a Milano. Piemonte e Veneto: sono antiche zone di produzione di seta fine e ben filata Toscana: ha piccola produzione ma di un tipo di seta rinomata per morbidezza e brillantezza della fibra Calabria:molto resistenti ma poco curate nella trattura e torcitura. FRANCIA:ha una produzione in quantità modesta di fibre comunque pregiate.

CARATTERISTICHE E PRODUZIONE DELLE FIBRE DI ORIGINE VEGETALE Le fibre vegetali possono essere prodotte: 1. dall'epidermide dei semi o frutti di alcune piante (come il cotone o il KapoK) dette anche fibre da seme 2. oppure si ottengono dai fasci fibrosi contenuti in alcune parti della pianta, come ad esempio nello strato liberiano del fusto (o stelo) (in botanica il libro è l'insieme dei tessuti vegetali in cui scorre la linfa prodotta dalle foglie) dette anche fibre da libro o da stelo 3. oppure nel tessuto parenchimatico delle grandi foglie di alcune piante grasse di alcune zone desertiche (agave, aloe ecc.) (in botanica il parenchima è un tessuto vegetale che nei periodi di siccità rilascia lentamente alla pianta l'acqua precedentemente assorbita) dette anche fibre da foglia o fibre dure COTONE La fibra è costituita dalla fitta peluria che avvolge i semi contenuti nel frutto di una pianta dicotiledone appartenete al genere Gossypium e alla famiglia della Malvaceae. I peli possono raggiungere una lunghezza di 6 cm e sono molto sottili, flessibili, più o meno brillanti, resistenti alla trazione e di colore vario tendente al bianco.

La fibra del cotone è tanto migliore quanto più è lunga, sottile e resistente, mentre il colore, la morbidezza e la lucentezza hanno pure un'importanza notevole nella classificazione commerciale. Il carattere industriale più importante è però la lunghezza della fibra perché con le fibre lunghe si ottengono i filati più sottili. Fondamentalmente la valutazione del cotone si fa in base alla lunghezza delle fibre COTONI CORTI: lunghezza delle fibre inferiore a 2,5 cm; COTONI MEDI: lunghezza delle fibre tra 2,5 cm e 3,5 cm; COTONI LUNGHI: lunghezza delle fibre maggiore di 3,5 m. Le fibre più corte si utilizzano per la fabbricazione del raion, della celluloide, del cotone idrofilo, dell'ovatta. I semi danno olio, farina, concime e combustibile. PRODUZIONE La pianta del cotone è di origine tropicale ma viene ormai coltivata in gran parte del mondo in zona tropicale e subtropicale che va dalla latitudine 40 N a 40 S (dalla Sicilia al Sud Africa). In primavera dopo l'aratura viene effettuata la SEMINA, dopo 3 mesi circa si ha la fioritura. Gli ovuli fecondati diventano semi che si ricoprono di peli. L'ovario si trasforma in frutto, una capsula a forma di noce (nei cotoni più pregiati) o a forma di limone, e giunto a maturazione, dopo circa 50 giorni, si secca e si apre facendo fuoriuscire i semi ormai ricoperti di fiocchi di cotone che asciugandosi all'aria diventano sempre più voluminosi e permettono la dispersione del seme tramite vento.

A questo punto vengono RACCOLTI a mano (quelli più pregiati) o con macchine (raccoglitrice pneumatica, raccoglitrice a slitta). La raccolta manuale permette una accurata selezione del prodotto, evitando di raccogliere fiocchi immaturi (che rendono il filato peloso, irregolare, poco resistente, e si comportano in modo diverso con i coloranti) e le sostanze estranee (pezzi di foglie ecc.) Successivamente i fiocchi sono sottoposti ad essiccamento e SGRANATURA così da separare le fibre dai semi. Si possono usare sgranatrici a seghe che producono 300 kg/ora di cotone sgranato (sul fondo c'è una griglia formata da sbarrette metalliche tra cui ruotano sottili dischi di acciaio (seghe) muniti di denti su cui si abbarbicano le fibre che vengono tirate sotto la griglia mente i semi rimangono sopra) per cotoni forti, a fibra media e corta ed alquanto sporchi; oppure si possono usare sgranatrici a cilindro per cotoni pregiati, a fibra lunga e abbastanza puliti che producono 30 kg/ora di cotone sgranato (un cilindro di pelle rugosa ruota sul fondo del recipiente ed è a contatto con i fiocchi di cotone solo per una sottile striscia di spazio, i fiocchi aderiscono alla superficie del cilindro e sono allontanati dai semi che non passano nella fessura). La bambagia così separata viene pressata in balle e messa in commercio. Ogni pianta dà tre raccolti a stagione e può produrre da 2 a 5 kg di fibra grezza; in genere da 100 kg di cotone in seme si ottengono 35 kg di cotone sgranato. Sopra i semi rimane una peluria che dopo una seconda sgranatura, viene utilizzata come cascame (scarto che trova impiego nella produzione di tessuti a fibra discontinua, rayon, del cotone idrofilo o come materia prima di carta di qualità). Viene chiamata lint la peluria lunga usata per fare il filato, viene chiamata linter la peluria più corta aderente ai semi, usata come fonte di cellulosa purissima, per la fabbricazione di carta pregiata e di fibre artificiali. La pianta del cotone può avere vita annuale o pluriennale e può essere erbacea (alta da 50 a 150 cm) o legnosa (alta da 2 a 5 m). Composizione chimica del cotone Il cotone è formato da cellulosa 90%, acqua, 8-10% e tracce di sostanze proteiche, sostanze legnose e cerose (che servono a proteggere il fiocco dalla pioggia). La cellulosa è un polimero del glucosio C 6 H 12 O 6 con legami in posizione 1-4.

CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE Aspetto al microscopio nel senso longitudinale: la fibra appare di solito a forma di nastro, appiattita, frequentemente con convoluzioni (mezzi giri a destra o a sinistra) nel senso della lunghezza. Le convoluzioni assunte dalle fibre dopo il loro sviluppo sono 70/80 al cm nel cotone egiziano migliore (Makò), 50/70 nell'americano (Sea Island), 40/50 nell'indiano (Madras), 35/45 nell'argentino e brasiliano (Macaò), 25/35 nel cinese. Il lumen è lineare od ovale, assente o molto piccolo nel mercerizzato. La sezione trasversale appare al microscopio a forma di rene o fagiolo, nel mercerizzato prevalentemente rotonda o ovale. CARATTERI FISICO - MECCANICI Allungamento alla rottura (è l allungamento che si verifica nel provino sottoposto a trazione nel momento della rottura. Il suo valore è dato dalla differenza fra lunghezza finale al momento della rottura e lunghezza iniziale, è espresso in percentuale o in millimetri): in condizioni di temperatura e umidità standard = 3-7%, se è bagnata 110% Potere assorbente: indica la capacità di assorbire acqua senza apparire bagnata.il cotone assorbe bene l'umidità (dipende dalla lavorazione che ha subito durante filatura e tessitura) e si asciuga facilmente. I tessuti di cotone si restringono fino al 10% al primo lavaggio. Comportamento alla fiamma: brucia velocemente con fiamma viva e odore di carta bruciata. La combustione continua anche se viene rimossa la fiamma che l'ha accesa. Priprietà termiche: ha media coibenza, inferiore a quella di lana e seta e maggiore del lino. E' un buon tessuto per capi estivi, se viene fatto un tessuto flanellato la coibenza aumenta e può essere usato anche l'inverno. Proprietà elettriche: é una fibra antistatica, non trattiene cariche elettriche formate durante filatura, tessitura e strofinio tra tessuti e macchinari.

Effetto delle tarme: non è attaccata da tarme, ma potrebbe essere attaccata da tignole (verni della farina) in carenza di cibo, che mangiano la cellulosa. Effetto dei microrganismi: batteri e muffe si possono attaccare al cotone se conservato in ambiente umido Tingibilità e coloranti usati: la fibra si tinge facilmente Il cotone può essere trattato con soluzioni alcaline e sotto trazione, subendo dei cambiamenti che lo rigonfiano, lo rendono più brillante, più affine alle sostanze coloranti e più resistente alla trazione. Il cotone così modificato è detto mercerizzato. CLASSIFICAZIONE COMMERCIALE IN BASE ALLA PROVENIENZA Il Nord America produce vari tipi di cotone Sea Island: proviene dal Gossipium barbadenses coltivato in America Settentrionale, dà fibre lunghe di qualità pregiata ma delicata Upland: proviene da Gossipium hirsutum, dà cotoni di media lunghezza Orleans, Virginia, Texas: sono cotoni che prendono il nome dalla zona in vengono coltivati, sono cotoni di qualità inferiore rispetto a quelli provenienti dall'america Settentrionale In Sud America (Brasile, Perù e Argentina) viene coltivato il Gossipium Brasiliensis che dà fibre lunghe e soffici, comunque di qualità inferiore rispetto a quelle nord-americane. Le migliori qualità sono chiamate Macao e Cachao In Egitto vengono prodotti cotoni che per la loro finezza, lucentezza e resistenza sono tra i migliori a livello mondiale. Le qualità più pregiate sono il Makò e il Sakellaridis L'India è il secondo produttore a livello mondiale per quantità, ma la qualità è scadente, dà fibre corte, opache, piuttosto ruvide e irregolari. Sono apprezzate però per il basso costo e per confezionare tessuti dall' aspetto caratteristico sfruttando le caratteristiche della fibra. Le migliori qualità sono il Madras e il Banir.

LINO E' la fibra che si ricava dal fusto del Linum Usitatissimum o lino comune che si coltiva in Europa, Africa Settentrionale, India, America settentrionale e meridionale. Il lino è una pianta erbacea annuale, a fusto eretto e solitario, alta circa 80-100 cm, produce fiori azzurri che si trasformano in capsule sferiche grosse come un cece che contengono semi di colore bruno dai quali si ottiene olio (olio siccativo), farina ecc. Dal fusto si estraggono filamenti (filaccia o tiglio) di grande valore tessile. La coltura del lino può essere fatta per ottenere filaccia o seme e generalmente la produzione dell'una è a scapito dell'altra. La scelta dipende però dal clima (nei paesi caldi per l'olio; in Francia, Olanda e Belgio per uso tessile), dal terreno e dal sistema di coltura (il lino per tessuti viene seminato in modo fitto così che si sviluppi in altezza, viene raccolto dopo 4 mesi, mentre quello per i semi è raccolto dopo 5 mesi). Il lino si raccoglie a diversi gradi di maturazione a seconda del prodotto che si vuole ottenere per avere fibre (detto anche tiglio) finissime il lino viene raccolto quando il fusto è ancora verde e il frutto è appena formato (maturazione verde), si ottiene lino finissimo e morbido usato per merletti (lino azzurro) per avere tiglio più resistente ma meno fine, il lino viene raccolto quando il fusto è diventato giallo e la capsula ha colore verde-giallastra, i semi sono formati ma ancora danno poco olio (maturazione gialla) se si vuole una fibra ancora più resistente ma molto grossa e ruvida, ed insieme avere olio dai semi, il lino va raccolto quando la capsula e lo stelo sono gialle-brune (maturazione bruna)

PRODUZIONE I fusti alti mediamente 80-100 cm sono separati dal resto della pianta (BATTITURA o SGRANELLATURA) e sono messi a macerare per 10 o 12 giorni in acqua, a temperatura controllata di circa 40 C. Durante la MACERAZIONE alcuni microrganismi sono in grado di produrre enzimi specifici che demoliscono le sostanze proteiche che legano le fibre cellulosiche liberando queste ultime (si può anche fare una macerazione artificiale con acqua calda e sostanze alcaline, o possono essere sottoposte a vapore in autoclave). Dopo macerazione ed essiccamento i fusti vengono sottoposti a MACIULLATURA in appositi macchinari che riducono in piccoli frammenti il canapulo (parte legnosa che con la macerazione ha perso resistenza) e lo allontanano dalla filaccia. La fibra grezza isolata o filaccia viene pettinata per ottenere il lino da filati (o pettinato) e per scartare le stoppe (fibre corte o spezzate). Il lino pettinato si riunisce in matasse e viene inviato alle filande. La fibra del lino è biancastra tendente al grigio e al giallognolo, la sua lunghezza varia intorno ai 30-60 cm, il filato che si ottiene ha ottima resistenza alla trazione, il tessuto non mantiene molto la piega dopo la stiratura. CLASSIFICAZIONE COMMERCIALE IN BASE ALLA PROVENIENZA La valutazione del lino tiene conto della provenienza e della finezza delle fibre. I migliori sono: lino delle Fiandre (regione del Belgio) che è molto lungo, morbido, fino e lucente.viene messo a macerare in acqua corrente del fiume Lys. I più famosi sono i lini di Gand, Bruges e Malines lino olandese è molto fino e soffice ( lino azzurro),

lino di Francia: proviene soprattutto dalla Normandia, molto rinomato è il valenciennes lino di Lettonia e Russia sono di buona qualità lino di Egitto ha fibra lunga, ma è giallognolo e di poco pregio. Il lino fino è usato per tessuti fini e pregiati (Batista, Fiandra per biancheria e fazzoletti) per trine e pizzi; il lino medio è usato per tele comuni (da lenzuola, e da biancheria da bagno), i lini grossi per tele ordinarie. Composizione chimica del lino Il lino è formato da cellulosa 90%, acqua 6-7% e da sostanze grasse, cerose e sali minerali. La cellulosa è un polimero del glucosio C 6 H 12 O 6 con legami in posizione 1-4. CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE La fibra "tecnica" lunga circa 60 cm è formata da fasci di fibre "elementari" riunite con materiali incrostanti, lunghe 2-2,5 cm. Al microscopio la fibra singola appare cilindrica con striature trasversali e terminante con punta aguzza. La sezione trasversale è poligonale ed il lumen centrale è molto piccolo e arrotondato. CARATTERI FISICO - MECCANICI Allungamento alla rottura (è l allungamento che si verifica nel provino sottoposto a trazione nel momento della rottura. Il suo valore è dato dalla differenza fra lunghezza finale al momento della rottura e lunghezza iniziale, è espresso in percentuale in millimetri): in condizioni di temperatura e umidità standard = 2-5%, se è immerso iin acqua a 60 C e sottoposto a tensione si allunga fino al 5-10% prima di rompersi perchè le sostanze pectiche incrostanti si rammolliscono e permettono alle fibre elementari di scorrere su se stesse. Potere assorbente: assorbe bene l'umidità e si asciuga molto velocemente. E' ottima per asciugamani e fazzoletti

Comportamento alla fiamma: brucia velocemente con fiamma viva e odore di carta bruciata. La combustione continua anche se viene rimossa la fiamma che l'ha accesa. Proprietà termiche: ha ottima conducibilità termica, quindi accostato alla pelle dà sensazione di freschezza. E' una fibra adatta per confezionare indumenti estivi. Proprietà elettriche: é una fibra antistatica come il cotone, non trattiene cariche elettriche formate durante filatura, tessitura e strofinio tra tessuti e macchinari. Tingibilità e coloranti usati: la superficie della fibra dura e non porosa è scarsamente reattiva ai coloranti Il lino è poco elastico, si gualcisce facilmente e riprende la piega solo dopo stiratura in ambiente umido. E' una fibra molto resistente ed insensibile all'invecchiamento (bende di lino sono state ritrivate nelle tombe egiziane) PROPRIETA DELLE FIBRE TESSILI NATURALI Tabella riassuntiva dei caratteri fisico-meccanici Tasso di ripresa (usato per la commercializzazione): indica la massima percentuale di acqua che una fibra può contenere per essere commercializzata e si misura in % sul peso secco, cioè i grammi di acqua assorbiti a 20 C da 100 g di fibra precedentemente essiccata, esposta per un ora ad una umidtà relativa del 65%. Dipende dai gruppi ossidrilici (OH) contenuti nelle molecole che compongono la fibra Allungamento alla rottura: indica l allungamento percentuale subito dal filo prima di rompersi. Si calcola con una proporzione tra la lunghezza iniziale e l allungamento ottenuto. Resilienza: indica che la fibra può essere compressa e schiacciata ma al cessare della pressione esercitata tende a tornare alla forma originale Elasticità: indica la capacità della fibra a ritornare alla conformazione iniziale dopo essere stata sottoposta a trazione Resistenza: indica resistenza allo strappo quando sottoposta a tensione. Tipi di utilizzo e durata di un tessuto dipendono da questa caratteristica. Potere assorbente (igroscopicità): indica la capacità di assorbire acqua senza apparire bagnata. Dipende dai gruppi ossidrilici (OH) contenuti nelle molecole che compongono la fibra Conducibilità termica: indica la capacità di condurre il calore del corpo. E una caratteristica intrinseca della fibra, ma anche da come è fatto il tessuto. Quando il tessuto è battuto in maniera poco serrata e si formano al suo interno delle sacche d aria ferme, queste gli conferiscono proprietà isolanti

Tabella riassuntiva dei caratteri fisico-meccanici Dove non ci sono valori misurati viene usata questa scala di valutazione: elevata, molto buona, buona, bassa, bassissima LANA SETA COTONE LINO Tasso di ripresa 18% 11 % 9 % 12 % Allungamento alla rottura 30 50% bagnata 35-70% 20,00% 3 7% se umido 110% 2 3% Comportamento al calore Comportamento alla fiamma Si decompone a 130 C non s infiamma. Brucia lentamente emanando odore di peli bruciati e lasciando un residuo carbonioso Si decompone a 165 C a 130/150 C ingiallisce Brucia lentamente emanando odore di peli bruciati (meno forte della lana) e lasciando un residuo carbonioso Brucicchia a 150 C, stirare a umido Brucia velocemente con fiamma viva e odore di carta bruciata. La combustione continua anche se la fiamma che l'ha innescata è allontanata Simile al cotone (va stirato a umido dato che è molto rigido) Brucia velocemente con fiamma viva e odore di carta bruciata come il cotone. Resilienza elevata elevata bassa bassissima elasticità Elevata, fino a 30% buona bassa bassissima della lunghezza iniziale Resistenza Bassa Elevata Buona (soprattutto bagnato) Multo buona (soprattutto se bagnato) Potere assorbente Elevata Fino al 30% del peso (anche completamente bagnata non si appiccica al corpo quindi ottima per abbigliamento esterno nei giorni freddi e umidi) elevata Assorbe bene l umidità e si asciuga velocemente. I tessuti di cotone si restringono fino al 10% al primo lavaggio Assorbe bene l umidità e si asciuga molto velocemente (ottima per asciugamani e fazzoletti) Conducibilità termica bassisima, la fibra è ricoperta di scaglie,e inoltre sfrutta il principio del calore latente Scarsa, ma se il tessuto è leggero e rado risulta fresco, se è caldo e pesante risulta caldo Buona, buon tessuto per capi estivi, se è flanellato è usato anche in inverno Elevata, consente la dispersione del caldo dal corpo. A contatto con la pelle da sensazione di freschezza. Ottimo in estate

Resistenza agli insetti Resistenza alle muffe Resistenza agli agenti ossidanti Proprietà elettriche Facilmente attaccabile da tarme e scarafaggi Buona resistenza, vulnerabile in ambiente saturo di umidità Danneggiata da agenti ossidanti Cattiva conduttrice di elettricità Attaccabile da tarme e scarafaggi Simile alla lana Danneggiata da agenti ossidanti con il cloro ( ipoclorito di sodio o varichina) E' resistente all'acqua ossigenata Cattiva conduttrice di elettricità, (isolante usato anche per cavi elettrici) si scarica toccando terra o rendendola umida Non attaccabile da tarme e scarafaggi, ma in mancanza di cibo può essere attaccato da tignole cha mangiano la cellulosa Facilmente attaccato in ambiente umido Resiste al candeggio con ipoclorito di sodio ma è meglio usare ossidanti a base di perborato Fibra antistatica, non trattiene le cariche elettriche Non attaccabile da tarme e scarafaggi, ma in mancanza di cibo può essere attaccato da tignole cha mangiano la cellulosa Facilmente attaccato in ambiente umido Resiste al candeggio con ipoclorito di sodio ma è meglio usare ossidanti a base di perborato Fibra antistatica, non trattiene le cariche elettriche Caratteri fisiologici delle fibre tessili Riguardano le reazioni e le sensazioni che le fibre tessili possono provocare sul corpo umano. I caratteri fisiologici non sono oggettivi e quindi tabulabili, ma soggettivi cambiando da persona a persona. Queste sensazioni dovute a proprietà fisiche e chimiche influenzano la vestibilità della fibra rendendola particolarmente adatta a particolari tipi di vestiti (invernali/estivi) e a particolari clienti.

Senso di caldo o di fresco: dipende dalla coibenza della fibra che a sua volta dipende dal calore specifico della sostanza che compone la fibra, dalla struttura della fibra e dalla forma della fibra (oltre che dal tipo di filatura e tessitura). La lana ha bassa conducibilità termica quindi è un ottimo isolante. Infatti è una fibra che ha una forma arricciata e racchiude molta aria (che è un isolante). Per questo motivo può essere usata sia in estate, impedendo al calore esterno di venire a contatto con il corpo, sia in inverno impedendo al calore del corpo di disperdersi nell'ambiente. Inoltre essendo molto igroscopica assorbe umidità dall aria ricevendo il calore latente di condensazione (quando un gas passa allo stato liquido condensa cedendo calore all ambiente) e questo è un altro fattore positivo per l'utilizzo in inverno. Vestibilità: dipende dalla sofficità, morbidezza ecc della fibra. E una caratteristica molto soggettiva, Allergenicità: le fibre naturali danno meno problemi di allergia ed irritazioni al contatto con la pelle rispetto alle fibre artificiali e sintetiche. Se la lana non è molto soffice, a causa della sua pelosità può dare irritazioni. Però anche le fibre naturali possono dare allergia se trattate con appretti sintetici o sottoposte ad operazioni di finissaggio con sostanze che possono dare allergia. NORME VOLONTARIE: SISTEMA DI GESTIONE DELLA QUALITA' PROCEDURE OPERATIVE Le attività svolte in azienda, nelle officine e comunque in qualsiasi luogo di lavoro, devono essere fatte in modo da preservare la sicurezza e la salute di chi ci lavora, e da preservare l ambiente circostante da emissione di prodotti inquinanti e di rifiuti. Pertanto ci sono norme legislative che devono essere rispettate nell ambiente di lavoro, norme che il datore di lavoro deve conoscere, fare imparare a chi lavora presso di lui e che i lavoratori devono rispettare. 1. Il Decreto Legislativo 626 del 1994 e successive modifiche ed integrazioni obbliga il datore di lavoro a fare un elenco dei rischi presenti in azienda,

ad elaborare un documento con l elenco dei rischi e sui modi di prevenirli a nominare un responsabile del servizio di prevenzione e protezione a nominare un rappresentante dei lavoratori per la sicurezza a fornire Dispositivi Individuali di Protezione (DPI) a garantire un adeguata formazione dei lavoratori 2. Segnaletica antinfortunistica DPR 524/82 e DLGS 493/96 prevede l uso di segnali appropriati che riescono a comunicare con immediatezza Attenzione Divieti Obblighi di comportamento Pericoli Informazioni di salvataggio Ogni tipo di comunicazione viene fatta con opportuni cartelli di forma, colore, contrasto di colore, simbolo specificati. TIPO FORMA COLORI SIGNIFICATO Avvertimento Triangolare o Nero su fondo giallo Segnala pericolo rettangolare Divieto tonda Nero barrato in rosso Vieta una azione pericolosa Prescrizioni Tonda o rettangolare Bianco su fondo azzurro Obbligo di usare mezzi di protezione Salvataggio Quadrata o Bianco su fondo verde Indica servizi rettangolare o blu Segnali di pericolo Quadrata o rettangolare Strisce inclinate gialle e nere Segnala pericolo costante Segnali complementari Quadrata o rettangolare Scritte nere su fondo bianco Ulteriori informazioni (es. ascensori ) 3. Ogni sostanza di cui un produttore voglia o debba disfarsene è classificata come rifiuto. Lo smaltimento di un rifiuto deve essere fatto secondo le indicazioni riportate nel Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n.152.

4. Qualsiasi sostanza chimica, acidi, basi, oli che viene acquistata in una azienda deve essere accompagnata da una scheda contenente i dati di sicurezza del prodotto, redatta in attuazione al Regolamento CE n.1907/2006 (REACH), rilasciata obbligatoriamente dal produttore. In questa scheda sono date dutte le indicazioni su come usare in sicurezza la sostanza dal momento in cui entra nel luogo di lavoro al momento in cui ne deve uscire come rifiuto. Nella scheda di sicurezza sono riportate le seguenti informazioni: 1. IDENTIFICAZIONE DELLA SOSTANZA/PREPARATO E DELLA SOCIETÀ/IMPRESA 2. IDENTIFICAZIONE DEI PERICOLI 3. COMPOSIZIONE/INFORMAZIONE SUGLI INGREDIENTI 4. INTERVENTI DI PRIMO SOCCORSO 5. MISURE ANTINCENDIO 6. PROVVEDIMENTI IN CASO DI DISPERSIONE ACCIDENTALE 7. MANIPOLAZIONE E IMMAGAZZINAMENTO 8. PROTEZIONE PERSONALE/CONTROLLO DELL'ESPOSIZIONE 9. PROPRIETÀ FISICHE E CHIMICHE 10. STABILITÀ E REATTIVITÀ 11. INFORMAZIONI TOSSICOLOGICHE 12. INFORMAZIONI ECOLOGICHE 13. OSSERVAZIONI SULLO SMALTIMENTO 14. INFORMAZIONI SUL TRASPORTO 15. INFORMAZIONI SULLA NORMATIVA 16. ALTRE INFORMAZIONI Sono interessanti da leggere ad esempio le schede di sicurezza degli oli motore, da non confondere con le schede tecniche dove viene descritto il prodotto e le sue proprieta di funzionamento. Oltre a queste norme obbligatorie che le aziende devono rispettare, a partire dagli anni 1980 le aziende hanno cominciato a dotarsi di norme volontarie interne per garantire una migliore qualità del prodotto fornito. Secondo la International Standardization for Organization (ISO) si definisce qualità l insieme delle proprietà e delle caratteristiche che conferiscono ad un prodotto, un processo o un servizio, la capacità di soddisfare esigenze espresse o implicite. Le norme sulla qualità sono raccolte nelle UNI-EN ISO 9000 o 9001 o 9002 o 9003 o 9004 a seconda del settore in cui vengono applicate, cioè a seconda che si voglia garantire la qualità di

un prodotto, di una progettazione, di una installazione, di un collaudo finale del settore in cui vengono applicate. In particolare la norma UNI-EN ISO 9004 indica come deve essere realizzato un Sistema di Gestione della Qualità all interno dell azienda. Il Sistema Qualità riguarda tutte le attività che, all interno di una azienda, interagiscono tra di loro e influenzano la qualità di un prodotto o di un servizio. L introduzione di un Sistema Qualità è una decisione strategica della direzione dell azienda, perché un prodotto di qualità soddisfa il cliente e può essere fatto pagare anche di più. Per adottare un Sistema di Qualità bisogna pensare ad ogni attività svolta in azienda e considerare che ogni attività che utilizza risorse e che è gestita per consentire la trasformazione di elementi in ingresso in elementi in uscita, può essere considerata come un processo. IN PROCESSO OUT In ogni attività aziendale, in ogni processo in cui deve essere attiva la politica della qualità, si procede secondo un metodo codificato come Ruota di Deming (o metodo PDCA: Plan-Do- Check- Act) Pensa quello che devi fare Verifica quello che fai (scrivi e ripensa a quello che fai) Scrivi quello che pensi Fai quello che è scritto L azienda quindi deve scrivere un Manuale della Qualità formato da tante procedure operative, ciascuna delle quali dà istruzioni su come agire praticamente su ogni singola specifica attività dell azienda.