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Rapporto II / 2002 La recente revisione dei dati sul PIL 2001, ha rivelato quanto sia oggettivamente difficile cimentarsi in previsioni economiche. Come sottolineato dall autorevole The Economist, l attuale ciclo economico lascia presagire tempi di svolta, verosimilmente accompagnati da importanti ristrutturazioni, difficilmente prevedibili. Inoltre, anche i modelli econometrici più sofisticati, di fronte a shocks improvvisi, non danno sempre risultati soddisfacenti. In questo contesto la via che si fa vieppiù affidabile è quella dei Leading Indicators costruiti a partire dalla combinazione di più variabili macroeconomiche. L Economic Cycle Research Institute, per esempio, attraverso alcuni Leading Indicators, è stato in grado di prevedere le ultime 2 recessioni americane. Predire l andamento di singole piccole economie, quali i cantoni e le regioni di confine, è ancora più difficile. Il riferimento alla teoria economica è quindi d obbligo. Essa precisa che quando alcune variabili, quali i consumi, gli investimenti, le esportazioni e la produzione decrescono per alcuni periodi consecutivi, si entra in un ciclo recessivo. Attualmente, le regioni da noi considerate si trovano in questa fase. A quando la svolta? Tautologico: al momento in cui subentrerà un elemento che farà lievitare la domanda globale, composta dai consumi, dagli investimenti, dalla spesa pubblica e dalle esportazioni nette. Questo elemento può scaturire da due percorsi: da un movimento spontaneo dell economia, oppure attraverso interventi di politica economica. In entrambi i casi gli effetti non sono scontati. Ciò non significa che non si debba procedere a scelte strategiche, pur nella limitatezza dei margini di manovra che un cantone o una regione possiede per influenzare le dinamiche economiche e consci della difficoltà di decodificare l intensità e i tempi di questa fase congiunturale. ongiuntura

Contesto internazionale Svizzera Panorama Più ci si avvicina al periodo in cui si prevedeva l economia dovesse ripartire (dapprima inizio 2002, poi secondo semestre 2002 e ora si parla di inizio 2003) e più l agognata ripresa sembra si allontani. Nel primo trimestre di quest anno sembrava che gli USA avessero finalmente imboccato la strada della crescita, ma i dati del II/02 indicano che i ritmi sembrano essere tornati ai dati medi del 2001. Crescono invece, Svizzera, Zona Euro e Giappone, sebbene con ritmi di poco superiori allo zero. A trainare il PIL vi è la spesa pubblica ed i consumi privati, anche se il loro impatto si è ridotto rispetto al trimestre precedente, e le esportazioni. Queste ultime, dopo alcuni trimestri in riduzione, hanno ora dato un contributo decisivo alla crescita in alcuni paesi quali gli Stati Uniti, la Zona Euro e anche il Giappone. Il quadro attuale presenta delle ottime condizioni affinchè l economia possa ripartire (bassi tassi di interesse, stabilità dei prezzi, bassa disoccupazione). Mancano unicamente gli investimenti operati dalle aziende, frenati dal clima di generale incertezza dettato dalla crisi borsistica, dagli scandali finanziari, dalle crisi e fallimenti di grandi società della nuova e vecchia economia, nonchè dalla possibile nuova guerra in Irak. Dalla recente pubblicazione dei dati definitivi del PIL 2001, da parte dell UFS, si evince come questo trimestre, finalmente positivo, faccia seguito a 4 trimestri negativi. Questa debole crescita riconferma, qualora fosse necessario, che ci troviamo in un periodo di generale stagnazione ed incertezza dove i tassi di crescita sfiorano lo zero. A sostegno del PIL abbiamo le esportazioni, la spesa pubblica ed i consumi, ancorchè deboli in tendenziale riduzione. Continuano a calare gli investimenti. La situazione sul mercato del lavoro non è rosea e il numero dei senza lavoro è aumentato. La produzione industriale permane debole, anche se gli ordinativi in entrata sono cresciuti Pil in crescita in tutte le aree ma con tassi eterogenei e comunque deboli. Pil reale (var. trim destag.). Fonte: OCSE 3.0% 1.0% -1.0% - CH ZE US JP -3.0% Dopo la contrazione registrata nel I. trimestre 2001, il PIL svizzero è cresciuto di +0,4% (-0,4% su base annua). I deboli tassi registrati non ci permettono ancora di affermare che il ciclo congiunturale abbia ripreso la via della crescita. Il risultato trimestrale è dovuto in maniera preponderante all esportazione di beni (+5,3%), alla spesa statale (+4,2%) ed ai consumi (+1%). Sono invece calate le esportazioni di servizi (-0,8%) e gli investimenti produttivi (-18,9%). Sostanziale contrazione anche per le costruzioni (+0,5% contro +5,2% il trimestre precedente). In forte aumento invece le importazioni sia di beni che di servizi (+6,3%). 2 Disoccupazione in leggero rialzo in tutte le aree considerate. Tasso di disoccupazione standardizzato. Fonte: OCSE 1 1 8.0% 4.0% CH ZE US JP La situazione sul mercato del lavoro è ulteriormente peggiorata. Il trend al rialzo della disoccupazione svizzera si riconferma facendo segnare, alla fine del secondo trimestre 2002, un tasso pari al 2,5% (dati destagionalizzati). Questa situazione deriva dal calo dell occupazione. Infatti il numero di addetti nel II/02 è diminuito del 0,3%. Il bilancio negativo è dovuto soprattutto al calo degli occupati nel settore industriale (-2,2%), mentre attestano ancora una crescita i servizi (+0,4%). L indice dei posti vacanti, in calo da fine 2000, non lascia presagire un miglioramento nemmeno nel corso del prossimo periodo.

Zona Euro USA Giappone Anche l economia della ZE presenta scarsa vitalità e la crescita del PIL si mantiene su tassi modesti. I dati statistici indicano che la ripresa europea è in lieve ritardo su quanto è stato previsto dai maggiori istituti di ricerca. A sostegno di un risultato migliore mancano la domanda interna e soprattutto i consumi. Seguendo l evoluzione del clima al consumo viene da dubitare che questi possano attualmente dare man forte alla crescita e dunque la stessa dovrà basarsi essenzialmente sulle esportazioni. Nel II/02 le esportazioni sono state la componente più dinamica, soprattutto grazie a quanto è stato venduto negli USA. Mancano, a dire il vero, anche gli investimenti che, dato il clima di incertezza tenderanno ad essere posticipati. Le recenti revisioni statistiche hanno mostrato come anche negli USA nel 2001 vi siano stati 3 trimestri di crescita negativa e quindi, di fatto, che vi sia stata recessione. Nel secondo trimestre 2002 la crescita, dopo la performance eccezionale dello scorso trimestre, si è ridimensionata, segnando comunque un tasso migliore di quello svizzero e della ZE. Il rallentamento è dovuto primariamente al deterioramento della bilancia commerciale e a una progressione dei consumi pubblici e privati meno incisiva. Evidentemente anche lo Stato ha dei vincoli di bilancio, mentre per gli individui è possibile che il forte indebitamento cominci a ridurre in maniera importante il reddito disponibile. Si può forse già parlare di inversione di tendenza per l economia giapponese, che nel II/02 ha registrato una crescita. Un contributo determinante è stato dato dal commercio estero. Si capisce così la preoccupazione delle autorità nipponiche di voler frenare l apprezzamento dello Yen nei confronti del dollaro. Benchè anche i consumi interni abbiano sostenuto il PIL, è probabile che si assista ad un calo della propensione a consumare a seguito dell aumento della disoccupazione. Le attese, oltre ad un aumento degli scambi internazionali, sono ora di un rinvigorimento degli investimenti effettuati dagli operatori industriali, così da rinfrancare la domanda interna. Nel corso del II/02 il PIL della ZE ha segnato una crescita leggermente inferiore al trimestre precedente (+0,3%, contro un 0,4% nel I/02). Analogamente a quanto successo in Svizzera, a sostenere la crescita sono stati sia le esportazioni (+1,9%), sia i consumi (+0,4%) e la spesa pubblica (+0,4%). Gli investimenti hanno invece seguito il trend discendente in atto da oltre un anno, segnando -0,8%. Gli analisti economici avevano previsto il punto di svolta congiunturale nel IV/01 e da allora, malgrado l andamento rallentato, i tassi di crescita sono stati positivi. L eccezionale crescita del PIL statunitense nel I/02 (+5,6%) non si è più ripetuta e nel trimestre in esame gli USA hanno fatto segnare un ben più modesto +1,1%. Questa performance è comunque la migliore di ogni altra area da noi considerata e lascia ben sperare sugli sviluppi futuri dell economia mondiale. Hanno sostenuto questo risultato con particolare vigore le esportazioni (+11,7% contro +3,5% nel trimestre precedente). Vi hanno inoltre contribuito gli investimenti privati in immobili (+5%), i consumi privati (+1,9%), e la spesa pubblica (+1,8% contro un +5,6% nel I/02). Va notato comunque come il volume di queste componenti abbia registrato un ridimensionamento. Dopo tre trimestri di recessione ed uno con crescita nulla, il PIL giapponese ha segnato una ripresa registrando un +0,6% rispetto al I/02. Come avevamo esternato nell ultimo rapporto, la ripresa proviene in buona parte dalla domanda interna che è passata, nel corso del trimestre da -0,5% a +0,2%. Hanno particolarmente sostenuto questa crescita i consumi (+0,2%) e la spesa pubblica (+0,1%). Anche le esportazioni hanno sostenuto il risultato in modo importante (+0,6%). Hanno invece denotato un andamento negativo gli investimenti, sia quelli privati che quelli effettuati dagli enti pubblici. A conferma della possibile ripresa vi è anche l indice della produzione industriale, che è al rialzo da oltre 6 mesi. Leggero rialzo del tasso di disoccupazione anche per la ZE, che si posiziona a +0,3% rispetto allo stesso periodo del 2001. Ciononostante va sottolineato come la ZE riesca meglio di altre regioni a contenere l aumento del numero di persone senza lavoro. Tra i paesi membri si notano comunque sempre importanti disparità: il Lussemburgo segna 2,3%, mentre il tasso spagnolo si posiziona a 11,4%. Disoccupazione elevata e in rialzo anche per la Germania (8,3%). L Italia, malgrado denoti un tasso attorno al 9%, è l unico paese a far segnare una riduzione rispetto allo stesso periodo del 2001. Dopo un trimestre (I/02) in cui il tasso si era stabilizzato, nel II/02 la disoccupazione ha fatto segnare un ulteriore rialzo, posizionandosi a 5,9%. Il numero di disoccupati minimo era stato registrato esattamente due anni fa, nel II/00 (con un tasso pari al 4%); da allora il numero dei senza lavoro è aumentato di ben 2 punti percentuali. La tendenza è confermata dai dati sull occupazione, che fa segnare una riduzione. Sono diminuiti gli occupati nel settore manifatturiero (-0,9%) e pure nel ramo delle costruzioni (-0,7%). Continua invece a crescere l occupazione nel terziario, soprattutto nel ramo dei servizi (+0,4%) e degli impieghi governativi (+0,2%). Ulteriore aumento per il tasso di disoccupazione nipponico, anche se il rialzo è stato debole (da 5,2% a 5,3%). La crescita del PIL e soprattutto della produzione industriale, che si sono registrate in questo trimestre, potrebbero di far sentire i loro effetti positivi anche su questa variabile macroeconomica. Nonostante questi segnali, il numero di occupati è ulteriormente sceso (-1,2% rispetto al II/01). 3

Contesto internazionale Svizzera Prezzi a un livello alto per la Svizzera, la ZE e gli Stati Uniti. Anche in Giappone si potrebbe tornare a parlare di inflazione. 4.0% Tasso di variazione dei prezzi al consumo (var. trim. annual.). Fonte: OCSE - CH ZE US JP -4.0% In Svizzera, come nella maggior parte dei paesi industrializzati, si è assistito ad una progressione del rincaro durante il II/02. Si tratta di inflazione importata, dovuta essenzialmente all aumento dei prezzi dei prodotti petroliferi durante la prima parte del trimestre. Infatti, a fine trimestre (giugno 2002), l indice dei prezzi al consumo è ritornato su valori minimi, facendo segnare un aumento annuo di soli +0,3%. Il rincaro dei prodotti energetici ha influito soprattutto sul comparto trasporti e sugli affitti. Tassi d interesse sostanzialmente stabili per USA e ZE, mentre scendono ulteriormente in Svizzera e Giappone. 8.0% 7.0% 5.0% 4.0% 3.0% 1.0% Tasso di interesse a breve termine (medie trim.) Fonte: OCSE CH ZE US JP Le autorità monetarie, preoccupate per l apprezzamento del franco, durante il II/02 hanno operato un ulteriore ritocco verso il basso del tasso direttore (2 maggio). La banda di fluttuazione si situa ora a 0,75-1,75%, mentre il tasso Libor a tre mesi si situa nella zona mediana di questa fascia, a 1,16%. Questo ulteriore intervento dovrebbe contribuire a ridurre la domanda di franchi svizzeri e dunque diminuire la pressione sulla valuta elvetica, facendone scendere il corso. Questa è una misura di tipo prettamente congiunturale, che è permessa alla banca centrale dal trend sostanzialmente stabile, su bassi livelli, dell indice dei prezzi. 4 Cambi Ulteriore apprezzamento del franco nei confronti di $, Euro e Yen. L'Euro raggiunge la parità con il $. Tassi di cambio (medie trim). Fonte: OCSE 1.80 1.60 1.40 1.20 1.00 0.80 SFr/US$ Eur o/us$ Yen/US$ 0.60 Nel secondo trimestre il franco si è apprezzato nei confronti di tutte le più importanti valute e soprattutto nei confronti del $. Ciò ha fatto sorgere grosse preoccupazioni soprattutto negli ambienti imprenditoriali e nel direttorio della BNS. Evidentemente, la capacità concorrenziale dei prodotti svizzeri all estero è diminuita e ciò ridimensiona le possibilità che le esportazioni facciano da traino alla crescita economica. Il corso SFr./$ è così passato da 1,6805 a 1,5932), mentre il cambio SFr./Euro è sceso da 1,483 a 1,467. In questo periodo il franco si è riconfermato valuta-rifugio a causa, probabilmente, della crescente insicurezza dovuta anche allo spettro di una possibile nuova guerra in Irak.

Zona Euro USA Giappone L indice dei prezzi al consumo della ZE rimane su livelli mediamente alti (+2,6% annui, destag.). Va però precisato che ciò è dovuto soprattutto al rincaro del greggio durante il mese di aprile. A fine trimestre l indice è persino sceso sotto il livello del 2%, cosa che non succedeva da oltre due anni. Da una parte ciò potrebbe favorire i consumi e dunque sostenere la crescita e dall altra potrebbe lasciare un certo margine di manovra alla Banca Centrale Europea, onde operare un ulteriore riduzione dei tassi direttori. Negli Stati Uniti l indice dei prezzi dell energia ha subito un rialzo (+16,2% su base annua) dovuto all aumento dei prezzi del petrolio greggio. Questo aumento, attraverso il rialzo dei prezzi nel comparto trasporti (5,4%), si è ripercosso sull indice dei prezzi al consumo (+2,7%). Per i rimanenti comparti si assiste ad una dinamica meno pronunciata che non nel 2001, e ciò è dovuto in modo particolare alla minore pressione dei consumi. Infatti l insieme dei beni, esclusa l energia, sono cresciuti del +1,8%. Ulteriore trimestre con una crescita negativa dei prezzi per il Giappone (-0,3%). La variazione dei prezzi domestici, su base mensile, negli ultimi mesi ha sempre denotato dei valori attorno allo zero. Ciò potrebbe essere un segnale di miglioramento della situazione. Un aumento dei prezzi al consumo, unitamente all aumento dei consumi stessi registrato in questo II/02, potrebbero portare ad un aumento degli utili aziendali e dunque ad un sostanziale rilancio della congiuntura. Malgrado la congiuntura europea denoti una scarsa vitalità, la BCE non ha provveduto ad alcuna riduzione dei tassi direttori. L ultima risale al 8 novembre 2001 e da allora i i tassi sono rimasti invariati. La necessità di rilanciare l economia e un tasso di inflazione relativamente basso permetterebbero un rallentamento delle redini monetarie da parte della banca centrale. Per quanto riguarda il futuro, Duisenberg, in un recente discorso, è stato molto chiaro, affermando che: "l attuale politica monetaria e il livello dei tassi sono appropriati anche per il futuro prevedebile". Dopo 11 ritocchi verso il basso nel 2001, quest anno la Federal Reserve non ha ancora modificato il tasso di sconto, che attualmente si situa a 1,75% (il livello più basso degli ultimi 40 anni). Il tasso dei certificati di deposito US a breve è rimasto sostanzialmente stabile, posizionandosi a 1,83%. L economia, nel I/02 si era ben ripresa e dunque un intervento non era più necessario. Ora, dopo un II/02 inferiore alle aspettative, la Fed ha cambiato il suo atteggiamento da neutrale a negativo, lasciando aperto un ampio spiraglio per future possibili azioni. Durante il trimestre la Banca centrale giapponese non ha effettuato alcuna riduzione dei tassi di interesse. I certificati di deposito sono ritornati sui valori di 6 mesi fa, molto vicini allo zero (0,04%). Dato che questo stumento di rilancio si è ormai rivelato inefficace, le autorità monetarie preferiscono operare attraverso la regolazione della massa monetaria, che continua a crescere su tassi relativamente importanti (+3,5% nel II/02). Sebbene sembri che i fondamentali macroeconomici stiano riaggiustandosi, l ipotesi di un irrigidimento monetario sembra poco fondata poichè potrebbe bloccare l ancor debole crescita. Storico andamento per l Euro che nel mese di giugno è riuscito a riportarsi sopra la parità con il $, raggiungendo il livello massimo da oltre due anni a questa parte. Questo trend, probabilmente, non potrà continuare a lungo e ciò per due motivi. In primo luogo, l economia europea presenta dei tassi di crescita molto più deboli degli USA. Secondariamente, ed è stata una ragione per cui il dollaro si è deprezzato, anche alcune società europee sono state inquisite per pratiche contabili fraudolente. La rivalorizzazione dell Euro era stata percepita, probabilmente, come una debolezza della moneta americana, piuttosto che come un evoluzione dei fondamentali europei. Trimestre di estrema debolezza per il dollaro che ha perso valore nei confronti di tutte le più importanti valute. Il deprezzamento più importante si è avuto nei confronti del franco svizzero, ma vi è anche in atto uno storico trend discendente rispetto all Euro, che ha portato le due valute alla parità. La svalutazione è probabilmente dovuta al ridimensionamento dei flussi di capitale verso gli USA e dunque all elevato deficit commerciale. Questa evoluzione sostiene la bilancia commerciale USA, attraverso un calo delle importazioni che divengono più care, ma sfavorisce al contempo un eventuale rilancio dell economia mondiale. In questo secondo trimestre 2002 si è visto uno Yen rivalorizzarsi rispetto al dollaro (passato da 132,4 yen a 126,7 per 1$) ed indebolirsi nei confronti del franco svizzero. Pure rispetto all Euro ha perso terreno, passando da 115,5 a 118,7 per 1 Euro. Nel corso del trimestre la banca centrale è intervenuta a più riprese ed in modo massiccio sul mercato dei cambi acquistando dollari ed Euro, nel tentativo di abbassare il corso della propria moneta. Questi interventi di politica monetaria ben illustrano l importanza che Tokyo attribuisce alle esportazioni quali traino della crescita economica. 5

Contesto interregionale Ticino Panorama L'andamento delle economie regionali considerate sembra dipendere molto dall'andamento delle economie nazionali per le quali però la macchina congiunturale sembra essere in stanb by. In tutte le aree considerate la produzione industriale è in calo da parecchi trimestri e le componenti che sostengono la crescita (investimenti, consumi,...) hanno un andamento rallentato se non negativo. Inoltre, gli imprenditori si dichiarano alquanto sfiduciati rispetto alla probabilità che nel prossimo periodo le cose possano andare meglio. Vi è poi l'incremento della disoccupazione, che influisce negativamente sui consumi. Accanto a questi fenomeni che colpiscono tutte le aree, ve ne sono altri prettamente regionali. In Ticino si è avuto un andamento negativo del turismo e del settore bancario, mentre la costruzione della trasversale alpina sembra abbia dato input positivi. Su Zurigo si ripercuote la debolezza dell'economia tedesca. Per le Provincie italiane ha invece pesato la stagnazione della ZE, che ha influito negativamente sull'andamento delle esportazioni. A seguito della pubblicazione dei dati definitivi del PIL svizzero 2001 da parte dell UFS, anche i dati ticinesi sono stati ricalcolati. Si sono così potuti osservare dei trimestri negativi dove era precedentemente stata calcolata una crescita. Attualmente (II/02) siamo di fronte ad una situazione economica stagnante, che fa seguito a due trimestri negativi (IV/01 e I/02). Siamo dunque sulla via del miglioramento? Una possibile risposta, peraltro negativa, può esser dedotta osservando il trend delle più importanti variabili economiche (produzione, esportazioni, occupazione). A ciò potrebbero essere aggiunte le previsioni del BAK che per l anno in corso fanno segnare -0,15%. Pil stagnante su livelli attorno allo zero per tutte le aree analizzate. 8.0% 4.0% - -4.0% Pil reale (var. ann e var. trim dest.). Fonte: BAK, ISTAT TI MI TI CO/VA ZH ZH 1997 1998 1999 II/00 II/01 II/02 tassi di variazione annuale tassi di variazione trimestrale 2.1% 1.8% 1.5% 1.2% 0.9% 0.6% 0.3% -0.3% -0.6% -0.9% -1.2% Il tasso di crescita ticinese registrato nel II/02 è leggermente inferiore a quello svizzero, comunque migliore di quello registrato il trimestre precedente. Da un confronto su base annua, si nota come il PIL attuale sia inferiore allo stesso trimestre dell anno scorso. Alcuni comparti in Ticino hanno un andamento migliore di quello svizzero. Si tratta soprattutto del settore edilizia e genio civile, sostenuto verosimilmente dalle trasversali alpine. A livello di previsioni va precisato che non vi sono segnali che preannunciano l uscita dall attuale situazione di stagnazione. 6 Produzione Nessuna buona nuova per la produzione industriale, che rimane su bassi livelli. Aumento Andamento affari (TI-ZH) e produzione industriale (CO/VA, MI) Fonte: KOF, CAMCOM Stazionario Diminuzione TI CO/VA MI ZH Dal test congiunturale effettuato presso le imprese ticinesi si rileva come la produzione industriale segua tuttora un andamento decrescente. A seguito del perdurare del clima stagnante e della ripresa congiunturale, che non sembra arrivare, negli ultimi mesi si sono deteriorate anche le prospettive inerenti l andamento degli affari futuri. Il settore edilizia e genio civile, in questo II/02, sembra invece essersi ripreso, probabilmente sostenuto anche dai cantieri delle trasversali alpine. Ha invece puntalmente subito gli effetti congiunturali il settore turistico, che è stato pure penalizzato dalle avverse condizioni atmosferiche.

Como e Varese Milano Zurigo Nonostante l andamento delle esportazioni lasci ben sperare, non si può dire che le Provincie di Como e Varese siano riuscite ad evitare il rallentamento congiunturale internazionale. Anche esse devono fare i conti con un ritmo di crescita stagnante. Tra gli effetti osservati vi è anche una riduzione del livello occupazionale che fa seguito al calo della produzione. La fiducia in una prossima ripresa da parte degli operatori industriali è andata diminuendo e ciò influisce in modo negativo anche sull andamento futuro. In questo II/02 la Provincia di Milano ha presentato un andamento molto simile alla situazione congiunturale italiana ed alle vicine Provincie di Como e Varese. Il panorama non è certo roseo, con un tasso di crescita che dobrebbe aggirarsi attorno allo zero, con la produzione industriale che non evolve positivamente e con un tasso di disoccupazione in aumento. Anche i consumi si sono ridimensionati, a seguito del calo occupazionale. Il futuro è evidentemente incerto e molto ci si attende dagli sviluppi degli scambi internazionali, affinchè le esportazioni riprendano il loro ruolo di traino della crescita. Il canton Zurigo non si discosta molto dall andamento registrato in Ticino ed in Svizzera. Il tasso di crescita, dopo aver fatto segnare 4 trimestri negativi consecutivi, attualmente rasenta lo zero ed è dunque stagnante. L ottimo andamento delle esportazioni registrato nel trimestre in esame non basta certo a risollevare la situazione, quando praticamente tutte le altre variabili presentano trend calanti. A peggiorare la situazione vi sono il tasso di disoccupazione in costante aumento ed il fatto che le previsioni di crescita della Germania, primo partner commerciale, sono state recentemente riviste al ribasso. Nel II/02 il PIL dell Italia è aumentato dello 0,2% sia rispetto al trimestre precedente, sia nei confronti dello stesso periodo del 2001. Non disponendo di dati disaggregati nè a livello regionale, nè a livello provinciale è d uopo estrapolare l andamento del PIL sulla base delle sue componenti. Di fatto sono poche le componenti positive. Infatti si è assistito ad una riduzione della produzione e dei consumi, spinti verso il basso anche dall aumento della disoccupazione. Hanno invece mostrato segni di ripresa le esportazioni, soprattutto quelle della Provincia di Como. La situazione congiunturale della Provincia di Milano è per molti aspetti molto simile alle vicine Provincie precedentemente analizzate. Il raffreddamento congiunturale ha influenzato negativamente le più importanti componenti del PIL. In particolare hanno subìto una riduzione i consumi e la produzione industriale, mentre hanno segnato una crescita nulla le esportazioni di merci. A fronte di questi dati la crescita non può essere che stagnante oppure persino presentare un segno negativo. Il PIL zurighese in questo II/02 ha fatto segnare un andamento analogo a quello registrato per il Ticino e la Svizzera. Evidentemente anche in questo cantone mancano gli stimoli interni, come pure quelli provenienti dall estero che sappiano rilanciare il ciclo ed uscire da questa fase di stagnazione. L impulso determinante a sostegno del PIL è stato dato dalle esportazioni, che hanno registrato un aumento eccezionale (+11,5%), e in parte anche dal settore bancario, che è andato meglio del I/02. Il futuro immediato permane incerto a causa dello scarso volume di transazioni dei mercati mondiali e soprattutto per il perdurare del trend borsistico negativo. Nel secondo trimestre dell anno l industria manifatturiera di entrambe le Provincie risulta ancora in difficoltà, anche se il ritmo di contrazione dell attività produttiva decelera. Secondo i dati dell indagine congiunturale presso le aziende, la produzione industriale si rileva nuovamente in calo, ma con tassi di variazione annui più contenuti (-1,7% nel II/02, contro -4,6% nel I/02). Questi dati negativi inerenti la produzione trovano riscontro nel fatturato, per il quale si registra una flessione su base annua dovuta prevalentemente alla componente interna. Per quanto riguarda invece gli ordini in entrata si nota un andamento crescente di quelli interni, mentre sono ulteriormente in calo gli ordini esteri. Nella Provincia di Milano si registra un evoluzione della produzione trimestrale in costante peggioramento da oltre un anno. Il volume produttivo è di oltre il 2% inferiore allo stesso periodo dell anno scorso. Il fatturato segue un andamento analogo (mediamente -2,7%) e presenta un calo importante soprattutto nel mercato interno (-4,3%). Questo dato è confermato dalla variazione nei consumi (immatricolazione di autovetture) registrata nel trimestre. Per quanto riguarda le prospettive future, dopo il picco registrato nel trimestre scorso, le aspettative degli imprenditori si sono ridimensionate parecchio. Dopo un trimestre (I/02) in cui l orizzonte sembrava rasserenarsi, la produzione del cantone Zurigo in questo II/02 fa segnare una stagnazione su bassi livelli. L andamento cantonale è perfettamente in linea con quanto succede a livello nazionale. Nonostante da tre trimestri vi siano segnali positivi quali un miglioramento delle aspettative per l evoluzione futura e l aumento della produzione prevista, l andamento dell industria zurighese resta fortemente ipotecato dalla crescita tedesca. Infatti, dopo un trend crescente di oltre mezzo anno, il clima degli affari germanico (misurato dall istituto Ifo) fa segnare una diminuzione. 7

Contesto interregionale Ticino Consumi in diminuzione in tutte le regioni analizzate, malgrado l'immatricolazione auto dia segnali alterni. Aumento Stazionario Diminuzione Immatric. di vetture da turismo (var.trim. dest.) Fonte: USTAT, ACI TI MI ZH CO/VA I consumi in Svizzera hanno ancora fatto segnare una buona dinamica e comunque la migliore dell ultimo anno (Seco). Nonostante il clima al consumo mostri una degradazione di questa componente, l immatricolazione di auto nuove conferma la tenuta dei consumi. In Ticino, sulla base della nuova statistica sui commerci pubblicata a partire dal 2002 (KOF), si osserva come la situazione degli affari nel II/02 sia peggiore rispetto al trimestre precedente. Sembra che ad avere le ripercussioni maggiori siano state le aziende medio-grandi. Anche le prospettive per gli affari nel prossimo periodo non lasciano ancora intravvedere un miglioramento della situazione. Esportazioni Evoluzione negativa per Ticino e Milano, mentre crescono le esportazioni di Como/Varese e Zurigo. 1 9.0% 3.0% -3.0% Esportazioni in valore (var. tirm. dest.). Fonte: USTAT, ISTAT - -9.0% -1 TI CO/VA MI ZH Prosegue da ormai oltre un anno il calo delle esportazioni ticinesi. Nel secondo trimestre del 2002 il valore delle esportazioni si è ulteriormente contratto di -2,3% (ossia -9,4% rispetto ad un anno fa). Questo risultato è inferiore a quello svizzero, che ha segnato rispettivamente +5,3% rispetto al I/02 e +0,2% per rapporto al 2001. Al calo hanno contribuito pure la diminuzione delle importazioni delle Provincie di Como/Varese (provenienti dalla Svizzera) che si sono ridotte di rispettivamente -13,6% e -16,4%. Il peggioramento del clima al consumo e la diminuzione degli investimenti aziendali hanno contribuito anche alla riduzione delle importazioni (-0,7%). 8 Disoccupazione in leggero calo in Ticino, mentre aumenta a Zurigo e nelle Provincie lombarde analizzate. 9.0% 8.0% 7.0% 5.0% 4.0% 3.0% Tasso di disoccupazione (medie trim). Fonte: USTAT, ISTAT, Elab. IRE 1.0% TI CO/VA MI ZH Dai dati recenti risulta che, come annunciato nei nostri precedenti rapporti, la disoccupazione potrebbe non avere solo un carattere stagionale. Infatti, dopo il classico aumento dei senzalavoro durante l inverno, il tasso di disoccupazione si è riposizionato a 2,9% (valori destagionalizzati), mentre un anno fa era di 2,7%. I dati riguardanti l occupazione ci segnalano una situazione meno rosea con una riduzione del totale di occupati pari a -1,8%. Dalla nuova statistica RIFOS si nota come i più colpiti siano soprattutto gli uomini. Questo risultato è dovuto tra l altro alla quota elevata di uomini attivi nei settori economici particolarmente colpiti dalla flessione congiunturale.

Como e Varese Milano Zurigo Nel II/02 i conti trimestrali italiani indicano un leggero aumento dei consumi, rispetto al trimestre precedente (+0,2%). Nelle Provincie di Como e Varese, questa componente ha invece fatto registrare una tendenza inversa. Infatti il fatturato interno degli imprenditori ha segnato una riduzione di -2,8% rispetto ad un anno fa. A seguito di questo calo del fatturato, gli operatori industriali hanno anche adattato le loro prospettive per il prossimo periodo. Nel trimestre scorso (I/02) gli imprenditori si erano dimostrati fiduciosi, mentre dalle aspettative del II/02 traspare una certa sfiducia per il futuro. E il secondo trimestre consecutivo che le immatricolazioni di auto per la Provincia di Milano rimangono negative. Ciò conferma l andamento degli affari sul mercato interno, espresso dagli imprenditori industriali, nel II/02. Infatti, a fronte di una diminuzione del fatturato globale di -2,9%, il fatturato domestico è diminuito in misura ben superiore (-4,3%). I consumi, dunque, si stanno manifestamente riducendo. Ciò è in parte dovuto al leggero peggioramento delle prospettive occupazioniali. L importante riduzione, da ormai 3 trimestri, nelle immatricolazioni di auto nuove nel canton Zurigo è un segnale forte che indica come l andamento dei consumi si trovi in una fase negativa. La causa principale è sicuramente la cattiva congiuntura che, attraverso un importante aumento della disoccupazione, ha ridotto il reddito a disposizione degli zurighesi, ma soprattutto induce prudenza nelle spese data l incertezza riguardante il prossimo futuro economico. Dopo un trimestre in calo, le esportazioni di Como e Varese fanno di nuovo segnare una buona dinamica (+4,2%). Il risultato trimestrale è ottimo soprattutto per Como (+7,9%). Ciononostante il risultato annuale risente del clima congiunturale negativo (-3,6%). Nell ultimo anno hanno subito delle pesanti riduzioni sia le esportazioni verso la principale zona di scambio (ZE: -6,4%), sia le esportazioni verso la Svizzera (-4,5%). La riduzione delle importazioni totali (-1,4%) e soprattutto quelle provenienti dalla Svizzera, ha influenze negative pure sulle aziende esportatrici ticinesi. Continuano le fasi alterne anche per le esportazioni della Provincia di Milano. Dopo un trimestre pesantemente negativo (I/02: -6,1%) il trimestre in corso ha fatto segnare solo una leggera diminuzione (II/02: -0,3%). Il miglioramento della situazione era stato segnalato dagli operatori economici milanesi nel trimestre scorso, indicando delle prospettive inerenti la domanda estera sostanzialmente migliori. Su base annua la diminuzione dell export è comunque importante e si attesta a -5,6%. Le previsioni relative al prossimo periodo indicano come gli industriali si attendano un evoluzione della domanda estera ancora negativa. Ottima performance per il canton Zurigo, nel quale il valore delle esportazioni (per il II/02) ha fatto segnare ben +11,5%. Il risultato trimestrale ha portato la crescita su base annua a +6%. Questo risultato eccezionale è difficilmente spiegabile in termini congiunturali. Tali sbalzi succedono storicamente in periodi di bassa congiuntura, quando vi sono poche grosse ordinazioni che vengono esportate. Questi fatti straordinari, comunque, non cambiano il quadro congiunturale, che rimane pertanto debole. Durante il II/02 il numero di occupati nel settore industriale delle due Provincie è rimasto sostanzialmente stabile (-0,09%). Questa tenuta può essere considerata un buon risultato, dato il clima congiunturale attuale e dati i due trimestri precenti che sono stati particolarmente negativi. Nel Comasco il numero di iscritti al collocamento (media mensile) è passato da 17218 a 18102, segnando un balzo di +5,1%. Nel Varesotto si è registrato ancora un incremento negli interventi della cassa integrazione ordinaria, anche se il trend pareva rallentare a giugno. Le prospettive relative all occupazione segnano un ridimensionamento del personale occupato, il che non mancherà di avere ulteriori effetti negativi sulla disoccupazione e poi, a catena, sui consumi. Contrariamente al trend calante italiano, il tasso di disoccupazione della Regione Lombardia, nel II/02, è salito da 3,8% a 4,1%. Tradizionalmente la disoccupazione della Provincia di Milano ha lo stesso trend di quella Lombarda, ma con valori leggermente più elevati. Per questo motivo storico si stima che nella Provincia milanese i senzalavoro siano aumentati. Questo rialzo non è ancora osservabile nelle valutazioni espresse dagli imprenditori della Provincia di Milano, ma se ne coglierà l effetto nel trimestre autunnale. Le prospettive per il prossimo periodo sono infatti coerenti con queste cifre, in quanto indicano un rallentamento della dinamica occupazionale. La disoccupazione nel canton Zurigo ha raggiunto livelli relativamente elevati (3,06%), che non si vedevano da ormai tre anni. Il numero percentuale di senzalavoro ha persino superato quello medio svizzero (2,5% nel II/02). Ad essere più colpiti sono stati gli svizzeri. Anche a livello occupazionale le note non sono positive, con una riduzione del totale occupati pari a -0,6%. Analogamente al canton Ticino, ad avere subito il calo maggiore è il settore secondario (-2,9%), mentre gli occupati nel terziario per il momento risultano stabili. 9

Descrizione dati. Dati relativi al contesto internazionale e nazionale. La fonte principale è l OCSE. I dati sono inoltre integrati con le informazioni fornite dai differenti istituti di statistica nazionale. Le serie presentate nelle tabelle così come i commenti si riferiscono, salvo indicazioni differenti a dati destagionalizzati (ad esclusione del tasso di cambio e del tasso d interesse). Le variazioni (serie PIL, prezzi), dove non indicato esplicitamente, sono rispetto al trimestre precedente. Per il tasso di disoccupazione, d interesse e di cambio, si sono usati i valori medi nel trimestre. Di ciascuna serie in tabella si fornisce una breve descrizione: PIL: tasso di variazione trimestrale del PIL calcolato rispetto al trimestre precedente. Dati reali e destagionalizzati. Disoccupazione: tasso di disoccupazione standardizzato valore medio trimestrale. Prezzi: tasso di variazione dei prezzi calcolato rispetto al trimestre precedente. Dati annualizzati e destagionalizzati. Tassi d interesse: tasso d interesse a corto termine (media trimestrale). Per la Svizzera è il tasso sugli Euro-depositi a 3 mesi, per gli Stati Uniti e il Giappone è il tasso sui certificati di deposito e per i paesi della zona Euro è l EURIBOR a 3 mesi. Dati relativi al contesto regionale. Le serie presentano un livello di difformità maggiore, anche se è possibile il confronto interregionale. Per quanto concerne l evoluzione del PIL è disponibile solo il dato aggiornato relativo al Cantone Ticino e al Cantone Zurigo (fonte BAK). Per il contesto italiano, si presenta la serie disponibile con gli incrementi annui (ISTAT). L indicatore sulla produzione industriale (fonte KOF per il versante svizzero e fonte UNIONCAMERE per il versante italiano) pur fornendo un dato qualitativo, presenta una buona confrontabilità. L andamento dei consumi é stato realizzato a partire da dati sull immatricolazione di nuove autovetture. Il dato sul tasso di disoccupazione presenta una certa disomogeneità poiché in Svizzera e in Italia si utilizzano differenti metodologie. Tuttavia un confronto sulle tendenze è più che accettabile. Si è previsto, a partire dai prossimi numeri, di procedere a standardizzazione. Si fornisce di ciascuna serie in tabella una breve descrizione: PIL: tasso di variazione trimestrale del PIL calcolato rispetto al trimestre precedente. Dati reali e destagionalizzati. Industria: tasso di variazione della produzione Produzione: Dato trimestrale, variazioni rispetto al periodo precedente (indicatore qualitativo). Consumi: Immatricolazione di nuove autovetture. Dato trimestrale, destagionalizzato (indicatore qualitativo) Esportazioni: tasso di variazione trimestrale delle esportazioni calcolato rispetto al trimestre precedente. Dati reali e destagionalizzati. Disoccupazione: tasso di disoccupazione, valore medio trimestrale. Impiego: nuova statistica federale dell impiego (STATIM) a partire dal II/2000. Sigle: CH ZE US JP TI ZH CO VA MI SFr US$ Y M1 M2 M3 Svizzera Zona Euro Stati Uniti Giappone Cantone Ticino Cantone Zurigo Provincia di Como Provincia di Varese Provincia di Milano Franco svizzero Dollaro USA Yen giapponese Euro massa monetaria composta da banco note e moneta detenute in valuta nazionale dal pubblico, da depositi a vista detenuti in valuta nazionale nelle banche e in Posta dai residenti M1 + depositi di risparmio (esclusi i fondi di previdenza del II e III pilastro) M2 + depositi a termine Ultimi dati disponibili: PIL regionale al 30.06.2002, ricevuto il 17.10.2002 Responsabile: Siegfried Alberton Redazione rapporto: Flaminio Cadlini Forniture statistiche, dati relativi alla Svizzera, Cantone Ticino, Cantone Zurigo: USTAT, BAK, KOF. Forniture statistiche, dati relativi alla provincia di Milano, Como e Varese: UNIONCAMERE, ISTAT, ACI. Per ulteriori informazioni: Flaminio Cadlini e-mail: flaminio.cadlini@lu.unisi.ch tel: +41 91 912 46 61 fax: +41 91 912 46 62 Abbonamento: Fr. 80.--, annui. 11

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