DINAMISMO E UN AMPIA PROPOSTA DI INIZIATIVE PER SOSTENERE LA RICERCA SCIENTIFICA



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DICEMBRE 2014 newsletter DINAMISMO E UN AMPIA PROPOSTA DI INIZIATIVE PER SOSTENERE LA RICERCA SCIENTIFICA EDITORIALE Ricerca Censis DIVENTARE GENITORI OGGI. INDAGINE SULLA FERTILITÀ/INFERTILITÀ IN ITALIA FOCUS SU Forum AGING: IS IT A DISEASE? ATTIVITA

EDITORIALE Dinamismo e un ampia proposta di iniziative per sostenere la ricerca scientifica FOCUS SU Ricerca Censis Diventare genitori oggi. Indagine sulla fertilità/infertilità in Italia ATTIVITA ATTIVITA Forum Aging: is it a disease? Workshop Mente e social media: come cambia l individuo? APPUNTAMENTI INTERVISTA INTERVISTA Intervista al Prof. Andrea Lenzi Professore di Endocrinologia Università degli Studi Sapienza di Roma e Presidente del Consiglio Universitario Nazionale OVERVIEW APPUNTAMENTI I prossimi Forum Le borse di studio Attualità

editoriale Dinamismo e un ampia proposta di iniziative per sostenere la ricerca scientifica Crediamo che la seconda metà del 2014 sia stata particolarmente significativa per Fondazione ATTIVITA IBSA: sono stati infatti sei mesi intensi in cui sono stati organizzati e realizzati numerosi e importanti eventi attraverso i quali abbiamo contribuito allo sviluppo della ricerca scientifica, sia nel senso più stretto del termine sia con una prospettiva più ampia che impatta a livello sociale. Il Forum Aging: is it a disease? ha visto infatti coinvolti i massimi esponenti scientifici a livello internazionale su un tema, quello dell invecchiamento, che ha forti ripercussioni anche sulla società, attuale e futura. E stata poi la volta della collaborazione di Fondazione IBSA con il Censis, uno dei principali istituti di ricerca socio-economica in Italia, per la realizzazione e la presentazione della ricerca Diventare genitori oggi. Indagine sulla fertilità/infertilità in Italia. Proprio partendo da forti basi e conoscenze scientifiche abbiamo proposto e fornito un contributo di carattere sociale al dibattito sul tema della fecondazione assistita in Italia. Apporto che è stato sicuramente utile considerati i numerosi servizi che i media italiani hanno dedicato a quanto emerso dalla ricerca. Ultimo, ma non di meno importanza, il workshop che abbiamo organizzato con l Università Cattolica di Milano dal titolo Mente e social media: come cambia l individuo?, nel quale abbiamo coinvolto studiosi ed esperti internazionali dei social media per discutere l impatto di tali tecnologie nelle nostre vite. Anche in questo caso, partendo dalla letteratura e dalle conoscenze scientifiche condivise, abbiamo analizzato un fenomeno che sempre più avrà ricadute sull intera collettività. La visione allargata con cui sono stati sviluppati questi eventi ha permesso inoltre di raggiungere un pubblico di riferimento molto più eterogeneo. Dagli scienziati, per i quali queste aree costituiscono una passione ma anche una professione, alla gente comune, che si imbatte in questi temi ogni giorno e che quindi necessita di informazioni e conoscenze più approfondite.

editoriale Queste iniziative, insieme ai precedenti Forum, alle borse di studio e a tutte le attività di supporto alla ricerca sviluppate nel corso dell anno, rendono particolarmente significativo per la Fondazione IBSA il 2014. Per questo abbiamo voluto condividere con voi tutte le iniziative proposte quest anno con uno Speciale, allegato a questa newsletter, in cui ripercorrere tutto quello che la Fondazione ha fatto per la diffusione della cultura scientifica di qualità. Quest anno, a due anni dalla nostra nascita, ATTIVITA abbiamo ampliato ulteriormente la nostra proposta di iniziative; crediamo che il fitto calendario di appuntamenti e la partecipazione e risonanza mediatica riscontrate siano indicativi della particolare vivacità che la Fondazione è riuscita a infondere alle sue attività. Dinamismo che ci sentiamo di confermare e promettere anche per il 2015. Abbiamo già pianificato altri tre Forum, un primo a Milano dal titolo Sexual health and sexual ecology, ancora con un approccio sia scientifico sia sociale, un secondo presso l Università di Siena sul tema Stress, inflammation and reproduction e quindi su quali ripercussioni lo stress e le condizioni esterne possono avere sulla salute, un ultimo a settembre 2015 presso l Università della Svizzera Italiana di Lugano dal titolo Cancer and Immunology. Confermate anche le borse di studio, oltre al premio EFIC Fondazione IBSA Publication Award per supportare gli studi dei giovani ricercatori in un momento particolarmente difficile per la ricerca. Dopo la sua nascita, i primi passi che la Fondazione IBSA ha mosso sono stati molto importanti e di vera scoperta del mondo, quello della cultura scientifica di qualità, dentro il quale vuole avere un ruolo da protagonista. Grandi passi avanti che non sarebbero stati possibili se non con l aiuto e il sostegno di tante persone - studenti, ricercatori, medici specialistici, speakers, relatori, giornalisti e gente comune, appassionata e interessata ai temi che abbiamo proposto - che in questa occasione vogliamo ringraziare e alle quali vogliamo ribadire che ogni ulteriore stimolo, spunto e consiglio non potrà che rendere più interessante il nostro lungo cammino. Attualità

focus su Diventare genitori oggi. Indagine sulla fertilità/ infertilità in Italia. Uno spaccato sociale dalle tante sfaccettature E questo forse il dato più importante della ricerca realizzata con il Censis Diventare genitori oggi. Indagine sulla fertilità/infertilità in Italia, presentata l 1 ottobre a Roma presso la Biblioteca del Senato Giovanni Spadolini. Una ricerca che la Fondazione IBSA ha fortemente voluto proprio per fornire al dibattito dati e letture più larghe di quelle prettamente mediche. E possiamo dire che il risultato è stato ampiamente raggiunto. Quanto discusso dai relatori, Ketty Vaccaro - Responsabile settore Welfare e sanità del Censis, Piergiorgio Crosignani - Già Professore di Ostetricia e Ginecologia Università degli Studi di Milano, Guglielmo Pepe - Già Direttore di SaluteLa Repubblica e Giuseppe Zizzo - Segretario della Fondazione IBSA, ha ottenuto grande visibilità sui media che hanno utilizzato i risultati e i contributi forniti dalla ricerca per approfondimenti e commenti sul, più che mai attuale, tema della fecondazione assistita. La ricerca ci rimanda l immagine di un Italia molto più diversificata e aperta di quanto non si possa pensare, a cominciare dall eterologa. La maggioranza è favorevole alla inseminazione omologa in vivo (l 85% del totale) e alla fecondazione omologa in vitro (73%). Le opinioni si dividono però sulla inseminazione/fecondazione eterologa. È d accordo con l uso di gameti esterni alla coppia ATTIVITA DIVENTARE GENITORI OGGI DIVENTARE GENITORI OGGI INDAGINE SULLA FERTILITÀ/INFERTILITÀ DI COPPIA A cura di Maria Concetta Vaccaro INDAGINE SULLA FERTILITÀ/INFERTILITÀ IN ITALIA Senato della Repubblica Biblioteca del Senato Giovanni Spadolini Sala degli Atti Parlamentari Piazza della Minerva, 38 Roma Giovedì 3 luglio 2014, ore 10, 30 il 40% degli italiani (tra i cattolici praticanti Attualità la percentuale scende al 30% e sale al 65% tra i non credenti). Il 35% è favorevole alla diagnosi pre-impianto (il 29% tra i cattolici praticanti). Solo il 14% concorda con la possibilità di ricorrere alla maternità surrogata (il cosiddetto «utero in affitto»). E appena il 9,5% è favorevole alla possibilità di scegliere in anticipo il sesso del nascituro. Solo l 11% del campione afferma di sapere che in Italia esiste una legge che regola la materia (la n.

focus su Dall inizio della crisi a oggi sono più di 62.000 i nati in meno all anno. Siamo passati dai 576.659 bambini del 2008 ai 514.308 del 2013: mai così pochi nella storia d Italia (le serie storiche ufficiali partono dal 1862), nonostante l aumento nel tempo della popolazione, i progressi della medicina e il contributo degli immigrati residenti. Tra gli italiani c è una diffusa consapevolezza in merito al problema di denatalità che affligge il Paese. 40 del 2004). Questa piccola percentuale ne dà un giudizio nel complesso non positivo, soprattutto per l applicazione differenziata sul territorio nazionale (ogni Regione si sta muovendo per conto proprio) e per le limitazioni poste alle coppie. La maggioranza ritiene che dovrebbe essere modificata. Gli italiani sembrano inoltre aver maturato un superamento della famiglia tradizionale: in tanti ormai ammettono la possibilità di avere figli anche al di fuori della coppia eterosessuale tradizionale. Per il 46% è legittimo per i single, per il 29% è giusto anche per le coppie omosessuali. In questo giudizio la fede religiosa ha un influenza limitata: è d accordo il 43% dei cattolici praticanti nel primo caso e il 23% nel secondo. Intanto però il dato che sicuramente fa più riflettere è quello sul perdurante calo delle nascite: nel 2013 in Italia si è registrata una riduzione delle nascite del 3,7% rispetto all anno precedente, con un calo del tasso di natalità da 9 a 8,5 nati per mille abitanti. L 88% sa che oggi si fanno pochi figli. Il fenomeno viene spiegato soprattutto ricorrendo a motivi economici. Per l 83% la crisi rende più difficile la scelta di avere un figlio. E la percentuale supera il 90% tra i giovani fino a 34 anni, cioè le persone che subiscono maggiormente l impatto della crisi e allo stesso tempo sono maggiormente coinvolte nella decisione della procreazione. La crisi scoraggia la decisione di avere un figlio, dunque, ma anche l insufficienza delle politiche pubbliche a sostegno della famiglia. Il 61% degli italiani è convinto che le coppie sarebbero più propense ad avere figli se migliorassero gli interventi pubblici. Sgravi fiscali e aiuti economici diretti sono le principali richieste (71%), il 67% segnala l esigenza di potenziare gli asili nido, il 56% fa riferimento ad aiuti pubblici per sostenere i costi per l educazione dei figli (rette scolastiche, servizi di mensa o di trasporto). Un indagine utile anche per portare alla luce una conoscenza lacunosa su un tema di uso comune apparentemente come quello, appunto, dell infertilità.

focus su Il 45% degli italiani ammette di saperne poco e un ulteriore 15% afferma di non essere per nulla informato. Tra chi invece dichiara di conoscere il problema (il 40%), il 16% è stato coinvolto in maniera diretta, perché il problema ha riguardato una persona vicina (9%) oppure direttamente lui o il partner (7%). Forti incertezze si registrano sulle possibili cause dell infertilità. La metà degli intervistati sa che non esiste una prevalenza di cause maschili o femminili, ma il 33% ritiene che nella maggior parte dei casi l infertilità sia legata alla presenza di problemi in entrambi i partner. Tra le cause, la più citata è quella più generica: lo stress (31%). Seguono quelle che riguardano le donne: problemi o anomalie strutturali (21%), problemi ormonali e ovulatori (15%). L 11% cita genericamente problemi che riguardano l uomo e il 6% difetti del liquido seminale. Ma il 23% non è in grado di fornire nessuna risposta. Nell immaginario collettivo degli italiani il professionista d elezione a cui rivolgersi per affrontare i problemi di infertilità rimane il ginecologo, citato dal 63% del campione, mentre solo il 3% segnala l andrologo o l urologo. Più elevata è la quota di intervistati che ritengono che gli italiani siano poco o per nulla informati sulle metodiche per la procreazione medicalmente assistita (81%). Eppure, le coppie con problemi di infertilità devono affrontare non poche difficoltà, tra cui oggi sono ritenute prevalenti quelle economiche (67%), come per le coppie senza problemi che vogliono un figlio. Per l 80% del campione la crisi è un deterrente specifico anche per le coppie che devono ricorrere alla procreazione medicalmente assistita. Ma ci sono difficoltà anche sul piano delle informazioni, perché spesso non si sa a chi rivolgersi (42%), che si accompagnano alle difficoltà emotive (42%), come la chiusura in se stessi rispetto a un problema che rimane ancora difficile da comunicare e condividere. Sono questi gli spaccati e gli spunti di riflessione a 360 che la Fondazione si prefiggeva di portare alla ribalta con questa ricerca e siamo per questo particolarmente felici che il riscontro avuto sui mezzi di comunicazione sia stato così importante e imponente. Continueremo sicuramente questo percorso, abbiamo già in programma due altre ricerche che concluderanno il ciclo iniziato, una sui medici e una sulle coppie che seguono il percorso della procreazione assistita.

attivita' Al Forum Aging: is it a disease? i maggiori esperti internazionali si sono confrontati sulla grande sfida di coniugare longevità e buona salute Circa un centinaio di medici specialisti e ricercatori attivi nel settore di ricerca dedicato all aging si sono confrontati sulla tematica dell invecchiamento e delle malattie ad esso correlate in occasione del Forum Aging: is it a disease? organizzato dalla Fondazione IBSA il 27 settembre 2014 presso la Goethe University di Francoforte. A fare gli onori di casa il Prof. Carlo Gaetano, Direttore della Divisione di Epigenetica Cardiovascolare presso la Goethe University e local organizer del Forum. ATTIVITA Grande interesse ha suscitato l intervento di Edward Lakatta (Direttore del Laboratorio di Scienza Cardiovascolare del National Institute on Aging NIH di Baltimora) che ha presentato un excursus storico degli studi sull invecchiamento cardiovascolare sviluppati sia nel prestigioso Istituto americano noto per la lunga tradizione in questo campo sia in altri Istituti internazionali dove ha lavorato; in particolare Lakatta ha posto l accento sui fattori che contrastano il mantenimento delle funzioni cardiovascolari con l avanzare dell età, la cui cura potrebbe contribuire a raggiungere l obiettivo primario della ricerca sull invecchiamento, l Healthy Aging, ovverossia un invecchiamento in salute, in grado di preservare le funzioni degli organi e di esaltare la qualità della vita nonostante l avanzare dell età. Gli eventi molecolari e fisiopatologici alla base dei processi di senescenza cellulare ed invecchiamento nell uomo sono stati oggetto delle presentazioni di grandi esperti nel campo tra i quali Judith Campisi (docente presso il Buck Institute for Research on Aging in California) Eric Verdin (Direttore associato del Gladstone Institute of Virology dell Università di San Francisco), Barbara Demeneix (docente presso il Centre National de Recherche ed il Museum Nationale d Histoire Attualità Naturelle di Parigi), José-Arturo Londono Vallejo (Direttore del CNRS presso l Institut Curie di Parigi), Reinier Boon (Group Leader dell Institute of Cardiovascular Regeneration, presso la Goethe University di Francoforte), Karl Lenhard Rudolph (Direttore del Leibniz Institute for Age Research di Jena, Germania), e il Dr Bär (Senior Investigator del Centro Nazionale Spagnolo della Ricerca sul Cancro di Madrid).

attivita' la ricerca e il confronto su temi importanti e con forti ripercussioni sulla società come quello dell invecchiamento, a tale scopo ha ritenuto indispensabile coinvolgere i massimi esponenti riconosciuti a livello internazionale, accuratamente selezionati sulla base della loro eccellenza scientifica. Inoltre, i risultati dei lavori del Forum verranno distribuiti e condivisi tra i ricercatori e gli esperti di tutto il mondo in modo da contribuire concretamente al progresso scientifico in materia di healthy aging. In considerazione della tematica vasta e poliedrica di questo Forum, sono stati chiamati ad affiancare Antonella Farsetti, Senior Investigator del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Roma e Visiting Scientist presso la Goethe University di Francoforte, nonchè responsabile del Comitato Scientifico del Forum, anche altri esperti nel settore quali, Manuel Serrano (Direttore del Programma di Oncologia Molecolare presso il Centro Nazionale Spagnolo della Ricerca sul Cancro di Madrid), Pier Giuseppe Pelicci (Direttore del Dipartimento di Oncologia Sperimentale, Istituto Europeo di Oncologia di Milano), ed Alessandro Cellerino (docente presso la Scuola Normale Superiore di Pisa) che ha illustrato il grande contributo dei modelli sperimentali animali nella comprensione dei meccanismi intrinseci e nella potenziale prevenzione dei processi di invecchiamento e di sviluppo di tumori. La Fondazione IBSA ha organizzato questo, come gli altri Forum, mossa dalla necessità di sostenere

attivita' Mente e social media: come cambia l individuo? Workshop presso l Università Cattolica di Milano La nostra vita è sempre più intrecciata con le tecnologie digitali. In modo particolare con l utilizzo dei social media. Non fosse altro per il tempo che ognuno di noi dedica a questi strumenti digitali che non sono più solo mezzi di comunicazione, ma vere e proprie estensioni della nostra individualità nell intessere e sviluppare relazioni con il prossimo. Ecco perché la Fondazione IBSA si è fatta promotrice insieme all Università Cattolica dell organizzazione di un incontro tra studiosi ed esperti internazionali dei social media per discutere l impatto di tali tecnologie nelle nostre vite e, soprattutto, affrontare il tema se esse abbiano un ruolo, o meno, nel modificare la nostra individualità. L incontro dal titolo Mente e social media: come cambia l individuo? si è svolto il 28 ottobre 2014 presso l Università Cattolica a Milano ATTIVITA e ha visto la partecipazione di Silvia Misiti, Direttore di Fondazione IBSA, Gianni Riotta, Kate Davis, Giuseppe Riva, con la moderazione di Pierangelo Garzia. Davanti a un centinaio di partecipanti, tra studenti, ricercatori, appassionati di nuove tecnologie e gente comune, Giuseppe Riva, docente di Psicologia della Comunicazione e Psicologia e Nuove Tecnologie della Comunicazione presso l Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, autore di Nativi Digitali (Il Mulino), ha sottolineato come un aspetto rilevante dei social media riguarda il tipo di vissuti emozionali ed aspettative che riponiamo in essi. Giuseppe Riva è anche autore, con il suo team di collaboratori, di una ricerca che Fondazione IBSA ha voluto supportare su un fenomeno diffuso ormai in modo virale, riguardante per l appunto l identità, che è la pratica dei selfie. La ricerca ha già mostrato dei risultati preliminari interessanti. Attualità 150 partecipanti (35% maschi, 65% femmine), con età media di 32 anni, hanno completato un questionario sul loro utilizzo di social media, sull attività del selfie e sulle motivazioni associate ad esso e il questionario Big Five Inventory per la misurazione dei tratti di personalità. Per quanto riguarda il primo obiettivo di ricerca, è emerso che gli scopi riconosciuti all attività del selfie sono soprattutto far ridere e divertire gli altri (39%),

attivita' (identità, aspetti interiori) bensì raccontare agli altri con chi sono, dove sono e cosa stanno facendo (aspetti esteriori). vanità (30%) e raccontare un momento della propria vita (21%). Quanto ai motivi per cui le persone si fanno i selfie, emerge che la spinta non è tanto esprimere come sono o come si sentono Rispetto al secondo obiettivo di ricerca, le donne si fanno notevolmente più selfie degli uomini, e risultano più interessate alle motivazioni interiori ( mi faccio selfie per mostrare come sono e come mi sento ). Inoltre, affermano di sperare maggiormente di ricevere commenti positivi dagli amici sui social network, e anche di temere maggiormente di ricevere commenti negativi dagli altri. Arrivando all ultima domanda di ricerca, sono tre gli aspetti della personalità che risultano associati all attività del selfie. Le persone che si fanno selfie, rispetto a coloro che non se li fanno, appaiono significativamente più estroverse (ovvero più socievoli ed entusiaste, caratterizzate da elevate capacità sociali) e più coscienziose (ovvero più caute e capaci di controllarsi, con la tendenza a pianificare le proprie azioni piuttosto che ad agire di impulso). Inoltre, essere molto estroversi si associa a un maggior utilizzo dei selfie per mostrare agli altri come ci si sente, mentre essere molto coscienziosi si associa al non essere particolarmente interessati ai commenti degli altri ai propri selfie, positivi o negativi che siano. Da ultimo, il tratto del neuroticismo o instabilità emotiva (tipico di persone che tendono a provare emozioni negative come rabbia e tristezza, sovente diffidenti nei confronti degli altri) si associa significativamente all essere particolarmente preoccupati dalla possibilità di ricevere commenti negativi. Secondo il giornalista e scrittore Gianni Riotta,

attivita' grande utilizzatore del web e dei social media, autore di Il web ci rende liberi? (Einaudi), tra i relatori dell incontro, già docente di comunicazione a Princeton, ci sono grandi differenze tra gli USA e l UE quando si parla di sviluppo e tecnologia in generale. La cultura USA è in generale più aperta al cambiamento, fiduciosa verso la tecnologia, più modernizzante. La società italiana sta invece rallentando, l Italia ha paura dell innovazione, va online ma non utilizza il web con lo stesso atteggiamento di ricerca che si riscontra all estero - ricerche internazionali ma anche nazionali da anni mostrano una predilezione italiana per i social network (e soprattutto per FB rispetto a Twitter ad esempio, fatta eccezione per i giovani che prediligono Twitter e Whatsapp). Infine, con l intervento di Kate Davis, professore associato all University of Washington Information School, autrice con Howard Gardner di Generazione App. La testa dei giovani e il nuovo mondo digitale (Feltrinelli), si è entrati nel vivo di una domanda cruciale: quali sono le implicazioni nello sviluppare la propria mente e la propria identità in un mondo digitale? Nel suo intervento, Davis ha esplorato il ruolo dei media digitali in tre aree vitali della vita adolescenziale: l identità, l intimità e l immaginazione. Basandosi su un ampio e vario programma di ricerca svolto con i colleghi della Harvard University, comprese interviste dirette con i giovani, focus group di coloro che lavorano con loro, nonché un raffronto originale e unico di produzioni artistiche giovanili, prima e dopo la rivoluzione digitale, Davis ha indagato sia le potenzialità che gli svantaggi delle nuove tecnologie multimediali per i giovani di oggi. Le conclusioni alle quali è arrivata Kate Davis sono che le app e le altre tecnologie di per sé non inducono la gente a comportarsi in un certo modo piuttosto che in un altro, è invece l interazione tra tecnologia e società che incoraggia alcune forme di comportamento, auto-espressione e comunicazione. Con questo workshop la Fondazione IBSA ha voluto allargare il suo perimetro d attenzione da quelli che sono gli aspetti più scientifici, trattati nei Forum e incontri, a una prospettiva culturale più ampia che parte dall individuo fino a coinvolgere la nostra società. Particolare interesse è stato posto, ancora una volta, sui giovani. In questa occasione si è voluto proporre un momento di dibattito su quella che già costituisce, e sempre più costituirà, una delle maggiori sfide del nostro tempo: l impatto che le nuove tecnologie hanno e avranno sulle individualità dei cosiddetti nativi digitali.

intervista Prof. Andrea Lenzi Professore di Endocrinologia Università degli Studi Sapienza di Roma e Presidente del Consiglio Universitario Nazionale, intervistato a margine della presentazione della ricerca del Censis sulla fertilità/infertilità in Italia fcome evidenziano i dati emersi dalla ricerca di Censis e Fondazione IBSA il problema dell infertilità di coppia è sempre più concreto e colpisce ormai molte persone. Quali sono le principali barriere per una coppia che oggi vive un problema di infertilità? Una prima barriera è rappresentata dai ritmi lavorativi che riducono notevolmente la possibilità di una vita sessuale e riproduttiva. Molte coppie per superare il problema della rarefazione dei rapporti, ricorrono ai cosiddetti rapporti mirati, a comando. Si ricorre a questo tipo di rapporti perché lo stress della vita lavorativa porta molte coppie ad imporsi di avere una serie di rapporti solo quando una macchinetta segnala il periodo ovulatorio. Ora deve essere ben chiaro che programmare i rapporti non aumenta il numero di gravidanze, ma aumenta solo il numero di partner maschili con problemi di erezione e desiderio e, di conseguenza, di coppie in crisi. Quindi avere dei rapporti solo nel periodo ovulatorio non è la soluzione dei problemi. Un altra barriera può essere di tipo economico. Le visite, i dosaggi, le analisi strumentali hanno dei costi che, in questa particolare contingenza economica, possono rappresentare una seria barriera per impostare correttamente il problema. La stessa presenza di un figlio con tutto quello che oggi ne consegue è un aggravio talora considerato un costo insostenibile. Un altra nota dolente, ATTIVITA specie in alcune regioni, sono i tempi e le liste di attesa per avere accesso non solo ad eventuali tecniche di inseminazione o fecondazione assistita, ma anche alla semplice visita dallo specialista ginecologo o andrologo. fquali sono le principali cause dell infertilità di coppia? A parte le cause diciamo classiche quali il varicocele, il criptorchidismo, le infezioni, i problemi ovulatori, la diffusione del fumo di sigaretta e di altre sostanza voluttuarie, ecc., alcune cause molto importanti sono insite nella società in cui viviamo. La gravidanza viene considerata sempre meno come un evento che si può realizzare in qualsiasi momento, ma solo in un periodo ben definito della vita di una coppia, tipicamente quando si è riusciti, per chi ci riesce, a sistemare altre variabili quali, soprattutto, quella economica, di avanzamento di carriera, di realizzazione personale, di incontro con un partner adeguato, ecc. Purtroppo, come ben sappiamo, tutto questo avviene in una fascia di età sempre più avanzata. Pensiamo ad esempio ad una ragazza che vuole seguire la carriera medica. Se tutto va bene si laurea a 24 anni, poi ha necessità di una specializzazione, quindi altri 4/5 anni, e si arriva a 29 anni; a questo punto non è detto che trovi un

intervista lavoro con una retribuzione dignitosa in tempi brevi; anche in questo caso dovrà aspettare, di nuovo se va bene, altri 2-3 anni e siamo a 32. Poi deve pensare alla casa in cui andare a vivere, altro incubo di tante coppie, insomma arriva a pensare ad una gravidanza non prima dei 35-36 anni. E chiaro che una donna di 35 anni debba essere considerata giovane da un punto di vista anagrafico ma, purtroppo, dal punto di vista riproduttivo la sua percentuale cumulata di gravidanza (cioè la sua probabilità di rimanere incinta ogni volta che si espone a questa possibilità), come è ben documentato, si è notevolmente ridotta. Lo stesso vale per il maschio e questo è ancora meno noto e valutato. Se si vuole avere una idea di come la componente economica incida pesantemente sulla fertilità, basta confrontare le curve del reddito pro-capite italiano degli ultimi due anni con quelle della fertilità nel nostro Paese. Purtroppo sono due curve assolutamente sovrapponibili, mano a mano che declina il reddito declina anche la fertilità. C è poi un altro punto più sottile. Gary Becker, un economista premio Nobel della Scuola di Chicago, ha affermato che l epidemia di diabete ed obesità può essere spiegata anche con il fatto che le persone sono convinte che la scienza medica possa correggere praticamente tutto e, quindi, possa rimettere a posto anche il loro peso e la loro glicemia nel momento in cui uno decide di rivolgersi alla medicina. Io credo che questo sia vero anche nel caso delle coppie, nel senso che molte donne ritengono che la medicina possa risolvere e superare il problema età. Da questo punto di vista credo che i mass media abbiamo un ruolo fondamentale. Quando sui giornali ed in televisione vediamo personaggi noti e meno noti che partoriscono figli in una fascia di età elevata, se non viene spiegato bene che tale possibilità è frutto, nella stragrande maggioranza di casi, di ovodonazione, si rischia di ingenerare l equivoco che si possa procrastinare indefinitamente la ricerca del figlio. Altre cause sono rappresentate dalla precocità e dalla, spesso, promiscuità dei rapporti sessuali che espongono ad una maggiore incidenza di malattie sessualmente trasmesse, dalla diffusione del fumo di sigaretta e di altre sostanze, dalle alterazioni del ciclo e della spermatogenesi dovute ai difetti dello stile di vita di tutti i giorni. In pratica stiamo vivendo sotto i nostri occhi quello che i demografi chiamano la transizione demografica e cioè quel fenomeno demografico che consiste in una diminuzione della mortalità seguita da una diminuzione della natalità. fquali nuovi trattamenti e tecniche mette ora a disposizione la scienza per venire in aiuto delle coppie infertili? Sicuramente negli ultimi 25 anni ci sono stati dei grandissimi progressi nelle tecniche e nelle terapie dell infertilità di coppia. Prima però vorrei fare una considerazione da endocrinologo/andrologo. Uno dei principali passi avanti negli ultimi anni è rappresentato dalla maggiore consapevolezza del ruolo svolto dal partner maschile nell infertilità di coppia mentre fino a qualche anno fa veniva studiata in maniera approfondita la donna ed il ruolo del maschio era limitato, nel migliore dei casi, all effettuazione dello spermiogramma. Il ruolo

intervista dell andrologo è diventato fondamentale ed oggi grazie a sofisticate analisi di biologia molecolare, genetica, ecografia, ecc. siamo in grado di identificare e, in numerosi casi, anche trattare forme di infertilità o, addirittura, di sterilità che prima venivano classificate come intrattabili, ma ancora una volta bisogna arrivare precocemente e se possibile fare prevenzione nel ragazzo e addirittura nel bambino. Anche le tecniche di fecondazione assistita si sono notevolmente affinate e di conseguenza anche le percentuali di successo, in termini di gravidanze a termine. Le tecniche di biologia molecolare ci stanno aiutando a capire in maniera sempre più precisa in quali casi è opportuno impiegare le terapie mediche, specie quelle ormonali e le industrie farmaceutiche stanno facendo degli sforzi notevoli per fornirci farmaci sempre più sofisticati, purificati e sicuri, ed anche comodi come via di somministrazione. fquali sono i primi consigli che darebbe ad una coppia che oggi vive un problema di infertilità? Intanto di affidarsi a medici esperti nel campo della medicina della riproduzione che possano studiare in maniera corretta i due componenti della coppia e possano dare le giuste indicazioni e consigli per evitare che questo diventi un momento drammatico nella vita di una coppia. Adopero non a caso il termine drammatico perché è dimostrato che una coppia che prende coscienza del suo stato di infertilità reagisce dal punto di vista psicologico come una donna o un uomo a cui hanno diagnosticato un tumore. Per tale motivo noi medici ed operatori del campo dobbiamo essere particolarmente empatici e cercare di rendere un po più agevole il percorso di queste coppie che spesso reagiscono mettendo in atto una serie di comportamenti che, di frequente, peggiorano la situazione. Ho già detto dell errore clamoroso dei rapporti mirati, un altro caposaldo di molte coppie è la convinzione che l astinenza sessuale prolungata potenzi la qualità del liquido seminale, laddove sappiamo che è vero il contrario. Anche le presunte posizioni che aumentano la fecondità sono pure invenzioni, eppure, ancora oggi, tante donne ci raccontano che rimangono sdraiate dopo il rapporto o con le gambe in aria o cuscini dietro la schiena, tutte cose che possono solo aumentare lo stress senza portare nessun beneficio. In definitiva, il consiglio è quello di cercare di razionalizzare tale evento, con l aiuto dei giusti specialisti e, soprattutto, quello di cercare di tornare ad una sessualità che sia la più naturale possibile, perché nonostante i grandi progressi della scienza, vale sempre il vecchio adagio che la natura sa fare le cose molto meglio di noi uomini. Per concludere abbiamo bisogno di comunicazione, informazione e prevenzione per i giovanissimi ed i giovani, di creare una cultura ed intraprendere una politica che favorisca gravidanze precoci e di aiutare le coppie con problemi di infertilità con tutte le conoscenze, ma anche l esperienza e l umanità, che questo tema impone.

appuntamenti Proseguono le iniziative della Fondazione IBSA per la promozione e la divulgazione della scienza all interno del mondo accademico, delle istituzioni, negli ospedali e tra la gente comune. L attività dei forum proseguirà con i prossimi in calendario ATTIVITA Milano, 9 maggio Centro Congressi San Raffaele Sexual health and sexual ecology Siena, 3 luglio Università degli Studi di Siena Stress, inflammation and reproduction Lugano, 26 settembre Università della Svizzera Italiana Cancer and Immunology Borse di studio Chiusura bando 2014 Si chiude con la fine dell anno il bando per le borse di studio 2014. Sono 3, del valore di 24.000 euro ciascuna, per giovani ricercatori (under 40 e precari) nelle aree di: endocrinologia, terapia del dolore e infertilità. Apertura bando 2015 Per il terzo anno consecutivo la Fondazione IBSA conferma il suo sostegno ai giovani studiosi. Durante la primavera del 2015 verrà infatti pubblicato il bando per le nuove borse di studio. Premio EFIC 2015 Per il secondo anno Fondazione IBSA in collaborazione con la EFIC (European Pain Federation) è sponsor del premio EFIC Fondazione IBSA Publication Award del valore di 2.500 euro. Il premio è destinato a giovani sotto i 40 anni provenienti da tutta Europa, autori di un articolo nel settore della ricerca sul dolore Attualità pubblicato in una rivista internazionale nel corso del 2014.

speciale LE ATTIVITA DEL 2014 FONDAZIONE IBSA CRESCE E COMPIE DUE ANNI

SPECIALE: FONDAZIONE IBSA CRESCE E COMPIE DUE ANNI forum Stem cell therapy: Hype or Hope? Il punto sulle reali prospettive delle cure con le cellule staminali La terapia cellulare rappresenta uno dei settori di maggiore interesse della medicina moderna. Scienziati e studiosi sperimentano tecnologie sempre più innovative per riuscire a sostituire organi e tessuti irrimediabilmente compromessi attraverso l uso di cellule staminali, ma resta ancora molto da fare soprattutto sul piano clinico. Erano circa 200, perlopiù studenti universitari, ricercatori e medici specialistici, i partecipanti al Forum Stem cell therapy: hype or hope?, organizzato sabato 29 marzo 2014 dalla Fondazione IBSA presso l Auditorium dell Università della Svizzera italiana di Lugano. Un importante occasione di condivisione scientifica, resa possibile grazie al supporto della Fondazione, durante la quale è stato fatto il punto sullo stato dell arte della biologia cellulare per capirne le reali prospettive future. Fitto il programma degli interventi, da Paolo Bianco (Dir. Laboratorio Cellule staminali, Università Sapienza di Roma) a Pierre Gonczy (Swiss Institute for Experimental Cancer Research, Losanna), da Shahragim Tajbakhsh (Dir. Lab. di Cellule staminali, Istituto Pasteur di Parigi) a Vania Broccoli (Capo Unità Div. Neuroscienze Stem Cell Research Institute San Raffaele di Milano), da Thomas Rando (Dir. Glenn Laboratories for the Biology of Ageing, Stanford University) a Austin Smith (Dir. Wellcome Trust-Medical Research Council Stem Cell Institute, Cambridge University), professionisti di prestigio mondiale che hanno illustrato e condiviso i principali risultati delle loro attività di ricerca. Ad accomunarli nei loro progetti un aspirazione ambiziosa, la possibilità di rigenerare ogni parte del corpo danneggiata, e la consapevolezza che una cura efficace passa attraverso la piena conoscenza dei suoi benefici, dei suoi rischi e dei suoi limiti.

SPECIALE: FONDAZIONE IBSA CRESCE E COMPIE DUE ANNI forum Metabolic diseases and tendinopathies: the missing link Le ultime ricerche sulla connessione tra le malattie metaboliche e l insorgenza di tendinopatie Per stimolare i ricercatori a indagare meglio le relazioni tra le patologie metaboliche, spesso subcliniche e pertanto non facilmente diagnosticabili, e le alterazioni della matrice extracellulare o delle cellule stesse in un tendine patologico, si è tenuto sabato 21 giugno 2014 presso l Auditorium dell Università della Svizzera italiana di Lugano il Forum Metabolic diseases and tendinopathies: the missing link, voluto da Fondazione IBSA in collaborazione con ISMULT. Studenti universitari, ricercatori e medici specialistici, circa 150 componenti della comunità scientifica mondiale, hanno avuto l opportunità di confrontarsi rispetto a quella che, ancora oggi, è una patologia che altera profondamente la qualità di vita di milioni di persone ma che rimane oscura nelle cause e nel processo di guarigione. Tra i relatori dell incontro il Prof. Nicola Maffulli, Professore Ordinario presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell Università degli Studi di Salerno e la Queen Mary University di Londra, che ha sottolineato come, nonostante una serie di ipotesi, vi sono tuttora innumerevoli fattori totalmente sconosciuti che agiscono sui tendini; recentemente si è molto parlato della genetica delle tendinopatie: non vi è dubbio che alcune persone hanno ereditato geni, o varianti di geni, che predispongono a tali affezioni ma la grande prevalenza di malattie e disordini metabolici ha indotto, negli ultimi anni, a studiare le possibili connessioni fra problemi metabolici e malattie del sistema muscoloscheletrico. Il dibattito è stato inoltre stimolato dagli interventi di relatori di prestigio come Isabel Andia (Cruces University Hospital, Barakaldo), Francesco Oliva (Università di Tor Vergata, Roma), Andrew J. Carr (Oxford University), Anna C. Berardi (Ospedale Spirito Santo, Pescara), Michael Kjaer (University of Copenhagen), Louis J. Soslowsky (University of Pennsylvania), Antonio Frizziero (Università di Padova), Jess G. Snedeker (University of Zurich) e il gruppo della Prof.ssa Colao dell Università di Napoli. Il Prof. Michael Hirschmann (Dipartimento di Ortopedia e Traumatologia presso il Kantonsspital Baselland a Bruderholz) e il Dr. Christian Candrian (Ente Ospedaliero Cantonale Lugano) hanno moderato le sessioni scientifiche insieme al Prof. Maffulli e al Dr. Oliva.

SPECIALE: FONDAZIONE IBSA CRESCE E COMPIE DUE ANNI forum Aging: is it a disease? I maggiori esperti internazionali a confronto sulla grande sfida di coniugare longevità e buona salute Circa un centinaio di medici specialisti e ricercatori attivi nel settore di ricerca dedicato all aging si sono confrontati sulla tematica dell invecchiamento e delle malattie ad esso correlate in occasione del Forum Aging: is it a disease? organizzato da Fondazione IBSA il 27 settembre 2014 presso la Goethe University di Francoforte accolti dal Prof. Carlo Gaetano (Direttore della Divisione di Epigenetica Cardiovascolare presso la Goethe University e local organizer del Forum). Grande interesse ha suscitato l intervento di Edward Lakatta (Direttore del Laboratorio di Scienza Cardiovascolare del National Institute on Aging NIH di Baltimora) che ha presentato un excursus storico degli studi sull invecchiamento cardiovascolare sviluppati sia nel prestigioso Istituto americano noto per la lunga tradizione in questo campo sia in altri Istituti internazionali dove ha lavorato. Gli eventi molecolari e fisiopatologici alla base dei processi di senescenza cellulare ed invecchiamento nell uomo sono stati oggetto delle presentazioni di grandi esperti nel campo tra i quali Judith Campisi (docente presso il Buck Institute for Research on Aging in California) Eric Verdin (Direttore associato del Gladstone Institute of Virology dell Universita di San Francisco), Barbara Demeneix (docente presso il Centre National de Recherche ed il Museum Nationale d Histoire Naturelle di Parigi), José-Arturo Londono Vallejo (Direttore del CNRS presso l Institut Curie di Parigi), Reinier Boon (Group Leader dell Institute of Cardiovascular Regeneration, presso la Goethe University di Francoforte), Karl Lenhard Rudolph (Direttore del Leibniz Institute for Age Research di Jena, Germania), e il Dr Bär (Senior Investigator del Centro Nazionale Spagnolo della Ricerca sul Cancro di Madrid). In considerazione della tematica vasta e poliedrica di questo Forum, sono stati chiamati ad affiancare Antonella Farsetti, Senior Investigator del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Roma e Visiting Scientist presso la Goethe University di Francoforte, nonchè responsabile del Comitato Scientifico del Forum, anche altri esperti nel settore quali, Manuel Serrano (Direttore del Programma di Oncologia Molecolare presso il Centro Nazionale Spagnolo della Ricerca sul Cancro di Madrid), Pier Giuseppe Pelicci (Direttore del Dipartimento di Oncologia Sperimentale, Istituto Europeo di Oncologia di Milano), ed Alessandro Cellerino (docente presso la Scuola Normale Superiore di Pisa) che ha illustrato il grande contributo dei modelli sperimentali animali nella comprensione dei meccanismi intrinseci e nella potenziale prevenzione dei processi di invecchiamento e di sviluppo di tumori.