Introduzione generale alla collezione egiziana di Bologna

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1 Introduzione generale alla collezione egiziana di Bologna La collezione egiziana del Museo Civico Archeologico di Bologna è una delle più importanti d Italia, assieme a quelle di Torino e di Firenze, e si segnala anche a livello europeo per numero, qualità storico-artistica e stato conservativo dei suoi 4000 oggetti circa. Al pari di altre sezioni del Museo, nasce nel 1881 dall unione delle antichità egiziane del Museo dell Università con la magnifica raccolta del pittore bolognese Pelagio Palagi ( ), acquisita dal Municipio di Bologna poco dopo la sua morte (1861). Nel 1994 l intera collezione è riallestita secondo i più recenti criteri espositivi nell interrato di Palazzo Galvani, sede storica del Museo Civico. Il biglietto da visita della nuova sezione è costituito da cinque rilievi provenienti dalla tomba di Horemheb a Saqqara e da un nucleo consistente di rilievi tombali provenienti dalla stessa necropoli, che aprono in bellezza l itinerario espositivo. La tomba di Horemheb a Saqqara Horemheb, ultimo sovrano della XVIII dinastia, regna sull'egitto dal 1319 al 1292 a.c. Egli è protagonista di una carriera politica strepitosa: con il nome di Atonemheb diviene generale dell'esercito egiziano durante il regno del faraone Akhenaton, per poi raggiungere i più alti livelli del comando militare sotto il successore Tutankhamon e, infine, il ruolo di faraone alla morte di quest'ultimo e dopo il breve regno dell'anziano Ay. Ogni tappa fondamentale della sua carriera si lega a una città diversa nella quale Horemheb fa costruire una sepoltura. Una prima tomba è allestita nella necropoli di Tell el-amarna, dove Akhenaton trasferisce la capitale per poter liberamente adorare il nuovo e unico dio dinastico Aton; una seconda è costruita nella necropoli di Saqqara, nei pressi di Menfi, capitale amministrativa del paese e sede del comando dell'esercito e dell'arsenale militare, quando il giovane Tutankhamon vi stabilisce la propria residenza nel tentativo di restaurare l'ordine politico e religioso tradizionali sconvolto dalla "rivoluzione" del suo predecessore; una terza è scavata nella necropoli regale della Valle dei Re, a Tebe, dove Horemheb è sepolto in qualità di ultimo sovrano della XVIII dinastia. Se la prima tomba, abbandonata la città di Amarna, è esposta da subito al degrado, la seconda sepoltura, dalla quale provengono i cinque rilievi di Bologna, è oggetto di attenzione ancora per qualche tempo; infatti, alcune immagini di Horemheb, incise a rilievo sulle pareti delle cappelle per il culto in suo onore, sono integrate con l'aggiunta del serpente ureo sulla fronte che indica il nuovo status di faraone del proprietario della tomba. 1

2 La tomba menfita di Horemheb fu scoperta durante gli anni '20 dell Ottocento a Saqqara dai mercanti di antichità allora assai attivi in Egitto: alcuni dei rilievi più belli, che ne adornavano le pareti, furono staccati e venduti in Europa per concessione del Pascià Mohammed Ali. Quelli che si trovano a Bologna e che costituiscono il nucleo più bello e importante dell'intera collezione egiziana, furono acquistati in Egitto dal Nizzoli e da lui rivenduti a Pelagio Palagi negli anni 30 dell Ottocento; vari altri rilievi sono ora conservati in prestigiosi musei europei, i più importanti dei quali sono quelli di Berlino e di Leida. Nel corso dell Ottocento la tomba di Horemheb fu nuovamente inghiottita dalle sabbie del deserto e si perse il ricordo della sua collocazione fino a quando, nel 1975, una missione archeologica angloolandese diretta G.T. Martin la riportò alla luce individuandola nell area a Sud-Est della piramide di Unas, dove si trovano molte altre sepolture databili al Nuovo Regno. Ciò ha permesso a G.T. Martin di ricollocare idealmente al loro posto i rilievi di Horemheb conservati nei musei di tutto il mondo, risolvendo in molti casi annosi problemi di attribuzione. I rilievi di Horemheb a Bologna Sulla base dello studio pubblicato da G.T. Martin nel 1980, The Memphite Tomb of Horemheb Commander-in-Chief of Tut ankhamun, anche i cinque rilievi bolognesi di Horemheb sono stati posizionati idealmente al loro posto, in un caso (EG 1887) nel punto preciso di provenienza, negli altri quattro più genericamente in un area circoscritta della tomba. Rilievo dalla tomba di Horemheb con scena di lavoro nei campi dell oltretomba (cap. 110 del libro dei morti) Saqqara; tomba di Horemheb, muro occidentale della cappella D 2

3 Calcare, cm. 73 x 116 Collezione Palagi (Nizzoli), EG 1885 Il rilievo, costituito da due frammenti combacianti, decorava una delle tre cappelle di culto della tomba menfita del generale Horemheb che è protagonista indiscusso delle quattro scene scolpite a bassorilievo su quattro registri orizzontali. Quasi tutte sono ispirate al capitolo 110 del Libro dei Morti e ci mostrano Horemheb al lavoro nei campi dell'oltretomba per garantirsi la sopravvivenza eterna. Il serpente ureo, simbolo di regalità, che orna la sua fronte, fu scalpellato in un secondo momento, solo quando Horemheb divenne faraone d'egitto, alla fine della XVIII dinastia. Rilievo dalla tomba di Horemheb con scena di prigionieri nubiani Saqqara; tomba di Horemheb, muro orientale, lato sud, della seconda corte Calcare, cm. 62,5 x 85 Collezione Palagi (Nizzoli), EG 1887 Il rilievo, che faceva parte di una più vasta composizione scolpita alle pareti della seconda corte della tomba menfita di Horemheb, mostra alcuni prigionieri di guerra di origine nubiana circondati da tre uomini armati di bastone e da uno scriba che stende il verbale di quanto sta accadendo. La scena, in puro stile amarniano e scolpita a basso rilievo, evidenzia la bravura di Horemheb come comandante dell esercito, descrivendo i successi ottenuti in alcune delle sue campagne militari più importanti. 3

4 Rilievo dalla tomba di Horemheb con scene di vita quotidiana in un accampamento militare Saqqara; tomba di Horemheb, muro settentrionale della prima corte Calcare, cm. 62 x 126, 5 Collezione Palagi (Nizzoli), EG 1889 Questo rilievo, che proviene dalla prima corte della tomba menfita del generale Horemheb, mostra una scena di accampamento militare. In alto un egiziano con tavoletta da scriba e bastone di comando si allontana da due carri da guerra e dai rispettivi carristi. Nella scena in basso, troviamo a sinistra un ufficiale che esorta due portatori d'acqua, al centro una staffetta a cavallo, a destra un gruppo di soldati che trasportano una pesante trave o una tenda arrotolata. La dinamicità delle scene, che talvolta raggiunge la complessità, e il notevole senso di naturalismo testimoniano la sopravvivenza al tempo del faraone Tutankhamon degli innovativi canoni artistici elaborati durante il regno del suo predecessore Ekhnaton. Rilievo dalla tomba di Horemheb con scene di vita quotidinana in un accampamento militare Saqqara; tomba di Horemheb, muro settentrionale della prima corte Calcare, cm. 64 x 174 Collezione Palagi (Nizzoli), EG 1886 Il rilievo, spezzato in due e ricomposto, mostra una scena di vita quotidiana in un accampamento militare. Nel registro superiore, a sinistra, un ufficiale accompagnato da uno scriba e da un altro egiziano armato di bastone sorveglia l'allenamento alla corsa di due uomini. A destra e nella fascia sottostante, alcuni magazzinieri sistemano grandi quantità di cibi sotto l'attento controllo di un 4

5 secondo scriba. Facili da individuare sono i pani di forma circolare, le anfore da vino, i frutti della palma dum racchiusi in voluminosi sacchi a rete e alcuni mazzetti di porri che, comparendo in più punti del rilievo, ne scandiscono la raffigurazione. Rilievo dalla tomba di Horemheb con scene di vita quotidinana in un accampamento militare Saqqara; tomba di Horemheb, muro settentrionale della prima corte Calcare, cm. 62 x 108 Collezione Palagi (Nizzoli), EG 1888 E' l'ultimo dei rilievi in cui sono raffigurate scene di vita quotidiana nell'accampamento di Horemheb colto nel momento del suo allestimento. Al centro vi è un padiglione preparato per un alto ufficiale o per lo stesso comandante in capo: vi sono accumulate provviste e bevande, mentre un uomo spazza in terra e un altro, sotto il controllo di un ufficiale, sparge acqua sul terreno. Davanti al padiglione la mirabile figura di un uomo colto mentre si massaggia una spalla indolenzita, una delle raffigurazioni più vive di tutta la storia dell'arte egiziana. La ricostruzione virtuale della tomba di Horemheb a Saqqara Per trasmettere in modo efficace e semplice l'ipotesi ricostruttiva della tomba di Horemheb proposta da G.T. Martin nel già citato volume The Memphite Tomb of Horemheb Commander-in-Chief of Tut ankhamun, London 1980, il Prof. Antonio Gottarelli ha elaborato in computer grafica un video, che dal 1994 ad oggi ha consentito ai visitatori della sezione egiziana del Museo Civico Archeologico di Bologna di entrare "virtualmente" nella tomba di Horemheb così come doveva apparire in antico e così come era nota dagli scavi condotti sino al

6 I rilievi di Saqqara Oltre ai magnifici rilievi provenienti dalla tomba menfita di Horemheb, la collezione egizana del Museo Civico Archeologico possiede un'altra serie di sculture su superficie piana anch'esse dalla necropoli di Saqqara e databili a vari momenti del Nuovo Regno. E' molto probabile che tutti derivino da un unico ritrovamento compiuto in quella zona della necropoli menfita (Menfi fu capitale del Basso Egitto) in cui erano concentrate le tombe della XVIII e della XIX dinastia, a Sud- Est della piramide di Unas e che, esplorata dai mercanti di antichità negli anni '20 del secolo scorso, è stata nuovamente inghiottita dalla sabbia del deserto. Vi è dunque tra tutti questi rilievi un'intima coerenza che deriva loro dal fatto di provenire da una medesima necropoli e di appartenere a una medesima fase della storia dell'egitto antico: alcuni di essi sono inoltre legati anche da una notevole affinità stilistica. Tutti questi elementi ne fanno un insieme di grande interesse archeologico che caratterizza in senso menfita la collezione bolognese, per quanto in essa non manchino monumenti provenienti dal Sud dell'egitto. A differenza di quanto è avvenuto negli anni 70 per Horemheb, negli anni per Hormin e solo due anni fa per Ptahemuia, le tombe da cui provengono gli altri rilievi non sono state ancora ritrovate, ma vi sono speranze che ciò possa accadere in futuro perché la missione archeologica olandese che sta esplorando la zona di Saqqara porta alla luce ogni anno nuove sepolture. 6