REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO. Il Consiglio di Stato. in sede giurisdizionale (Sezione Terza) ha pronunciato la presente SENTENZA

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1 Pubblicata il 11/10/2016 N /2016REG.PROV.COLL. N /2016 REG.RIC. REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Terza) ha pronunciato la presente SENTENZA ai sensi degli artt. 38 e 60 c.p.a. sul ricorso numero di registro generale 4838 del 2016, proposto dal signor -OMISSIS-, rappresentato e difeso dall Avvocato Tiziana Sangiovanni (C.F. SNGTZN64P55G702H), domiciliato ai sensi dell art. 25 c.p.a. presso la Segreteria della III Sezione del Consiglio di Stato in Roma, piazza Capo di Ferro, n. 13; contro Ministero dell Interno, in persona del Ministro pro tempore, rappresentato e difeso ex lege dall Avvocatura Generale dello

2 Stato, presso i cui uffici è domiciliato in Roma, via dei Portoghesi, n. 12; per la riforma della sentenza breve del T.A.R. LAZIO ROMA, Sez. II quater, n /2015, resa tra le parti, concernente il trasferimento in Norvegia quale Stato competente a esaminare istanza di protezione internazionale visti il ricorso in appello e i relativi allegati; visto l atto di costituzione in giudizio del Ministero dell Interno; viste le memorie difensive; visti tutti gli atti della causa; relatore nella camera di consiglio del giorno 30 agosto 2016 il Consigliere Massimiliano Noccelli e uditi per l odierno appellante l Avvocato Tiziana Sangiovanni e per il Ministero dell Interno l Avvocato dello Stato Maria Vittoria Lumetti; sentite le stesse parti ai sensi dell art. 60 c.p.a.; 1. L odierno appellante -OMISSIS-, nato in Pakistan, ha impugnato avanti al T.A.R. per il Lazio il provvedimento n. IT A del 9 aprile 2015, emesso dal Ministero dell Interno Dipartimento per le Libertà Civili e l Immigrazione Direzione Centrale dei Servizi Civili e l Immigrazione e l Asilo Unità di Dublino, notificato il 14 luglio 2015, con il quale è stato disposto il suo trasferimento in Norvegia, quale Stato competente

3 a pronunciarsi sulla sua domanda di protezione internazionale, e ne ha chiesto, previa sospensione, l annullamento Si è costituito in giudizio il Ministero dell Interno, per resistere al ricorso Con sentenza n del 27 novembre 2015, il T.A.R. per il Lazio ha respinto il ricorso, compensando le spese di lite. 2. Avverso tale sentenza l interessato ha proposto appello, chiedendone, previa sospensione, la riforma, con conseguente accoglimento del ricorso proposto in primo grado, anche in relazione ai motivi di ricorso non esaminati dal primo giudice Si è costituito il Ministero dell Interno per resistere all avversario gravame Nella camera di consiglio del 30 agosto 2016, fissata per l esame della domanda sospensiva, il Collegio, ritenuto di poter decidere la controversia anche nel merito, ai sensi dell art. 60 c.p.a., e sentite sul punto le parti, che nulla hanno eccepito, ha trattenuto la causa in decisione. 3. L appello è infondato e deve essere respinto. 4. Con un primo motivo (pp. 4-9 del ricorso), l odierno appellante lamenta che l accettazione della richiesta, da parte della Norvegia, è avvenuta il 3 marzo 2015 e che, in applicazione dell art. 29, par. 1, del Regolamento UE n. 604/2013 il suo trasferimento sarebbe dovuto avvenire entro sei mesi dall accettazione e, cioè, entro il 3 settembre 2015, mentre il verbale di notifica allegato al provvedimento n. IT del Ministero dell Interno lo ha obbligato a presentarsi alla

4 Questura di Bari il 15 settembre 2015 per l avvio delle procedure relative al trasferimento Sarebbe stato così violato, ad avviso dell appellante, il termine perentorio di sei mesi decorrente dall accettazione di altro Stato, sicché la competenza ad esaminare la domanda di protezione internazionale si sarebbe radicata in capo allo Stato italiano Il motivo è destituito di fondamento Il provvedimento n. IT , emesso dal Ministero dell Interno e qui impugnato, ha disposto, espressamente, il trasferimento dell appellante in Norvegia entro sei mesi dall accettazione della richiesta, rispettando il termine perentorio di sei mesi previsto dall art. 29, par. 1, del Regolamento UE n. 604/ Come ha correttamente osservato il T.A.R. nella sentenza qui impugnata, la diversa circostanza dell obbligo di presentazione per il 15 settembre 2015 presso la Questura di Bari è estranea al provvedimento impugnato, essendo contenuta nel successivo verbale di notifica, sicché circostanze estranee e successive al suo contenuto non possono trasformarsi in altrettanti motivi di illegittimità di questo Né può ritenersi, come deduce l appellante (p. 4 del ricorso), che in tale modo fissando, cioè, l obbligo di presentazione al 15 settembre 2015 l Amministrazione abbia inteso rinunciare implicitamente all esecutività del provvedimento qui contestato né, ancor meno, al rispetto del termine perentorio da esso fissato.

5 4.6. Peraltro, l appellante aveva comunque impugnato il provvedimento adottato dal Ministero dell Interno, chiedendone la sospensione, poi decisa dal T.A.R. Lazio, ai sensi dell art. 60 c.p.a., unitamente al merito con la sentenza qui gravata, sicché il termine di sei mesi non poteva ritenersi decorso nelle more della decisione cautelare, ai sensi dell art. 29, par. 2, del Regolamento UE n. 604/ Ne segue, quindi, l infondatezza, anche per le ragioni esposte, della censura qui proposta. 5. Non risulta fondata nemmeno la seconda censura (pp. 9-10), secondo cui la Norvegia non sarebbe un «Paese sicuro», perché «sarebbe noto che il nuovo Governo norvegese, per non deludere l elettorato, avrebbe iniziato a prendere provvedimenti per il programma politico presentato contro l immigrazione» La censura è infondata perché, come pure ha osservato il T.A.R. nella sentenza impugnata, il livello di protezione nei confronti degli aspiranti al riconoscimento alla protezione internazionale in Norvegia si può considerare elevato, non essendo state adottate dalle competenti autorità europee alcuna determinazione sul punto La censura, dunque, deve essere respinta. 6. Quanto alla terza censura (pp del ricorso), con la quale l appellante, lamentando la violazione dell art. 112 c.p.c., deduce che il primo giudice non si sarebbe pronunciato sugli altri motivi di censura dedotti in primo grado, rileva il Collegio che effettivamente il T.A.R. non si è pronunciato espressamente su tutti i motivi del ricorso di primo grado.

6 6.1. Pertanto, essi vanno esaminati in questa sede, in quanto riproposti con l atto d appello Deve infatti rilevarsi, quanto a ciascuno di essi, che: - il primo (pp del ricorso) è infondato, perché non vi sono presupposti per applicare la clausola di sovranità, rimessa, del resto, al discrezionale apprezzamento delle autorità nazionali, non emergendo elementi tali da far ritenere che il trasferimento dell appellante in Norvegia lo esporrebbe a gravi violazioni dei suoi diritti per l applicazione, da parte di tale Stato, di trattamenti inumani o degradanti, né essendovi prova che in Norvegia la condizione dei richiedenti asilo sia pari a quella carceraria; - il secondo (pp del ricorso) è pure infondato, perché da notizie di stampa riportate sul web e selezionate dall appellante - non è possibile desumere obiettivi elementi circa le effettive condizioni dei richiedenti asilo in Norvegia, né giungere alla conclusione che queste sarebbero analoghe a quelle della popolazione carceraria; - il terzo (pp del ricorso) è parimenti infondato, essendo stato il provvedimento regolarmente tradotto al richiedente asilo, perché il verbale di notifica attesta che esso «è stato redatto alla costante presenza dell interprete di lingua - OMISSIS- [ ]in servizio presso questo Ufficio, il quale ha provveduto oralmente all intera traduzione del provvedimento, e che l interessato ha ben compreso il contenuto» e detto verbale, contenente tale affermazione, è stato sottoscritto dallo straniero, dal traduttore e dall ufficiale di pubblica sicurezza,

7 facendo prova dell avvenuta traduzione e comprensione del testo sino a querela di falso; - il quarto (pp del ricorso) è infondato perché, per le ragioni sin qui esposte, non vi sono ragioni né elementi per ritenere che la Norvegia sottoponga i richiedenti asilo a condizioni di restrizione analoghe a quelle dei detenuti, integranti un trattamento inumano o degradante, né è suffragata da alcuna prova l asserzione secondo cui l appellante avrebbe subito in Norvegia una sorta di detenzione, «subendo violenze fisiche e psicologiche» (p. 16 del ricorso); - anche il quinto (pp del ricorso) va respinto, perché la lunga permanenza del richiedente in Italia un anno non può costituire ragione per non applicare le rigorose procedure previste in materia, le quali comportano un ragionevole tempo di attesa per il richiedente stesso, a lui del resto ben noto. 7. In conclusione l appello deve essere respinto, con conferma, anche per le ragioni esposte, del dispositivo della sentenza qui impugnata. 8. Le spese del presente grado di giudizio, considerata la situazione del richiedente asilo sin qui esaminata, possono essere interamente compensate tra le parti Rimane comunque definitivamente a carico dell odierno appellante, per la sua soccombenza, il contributo unificato corrisposto per la proposizione del gravame. P.Q.M.

8 Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Terza), definitivamente pronunciando sull appello n del 2016, come in epigrafe proposto, lo respinge e, per l effetto, conferma anche ai sensi di cui in motivazione la sentenza impugnata. Compensa interamente tra la parti le spese del presente grado di giudizio. Pone definitivamente a carico del signor -OMISSIS- il contributo unificato corrisposto per la proposizione dell appello. Ritenuto che sussistano i presupposti di cui all art. 52, comma 1, del d. lgs. n. 196 del 2003, a tutela dei diritti o della dignità della parte interessata, manda alla Segreteria di procedere all oscuramento delle generalità, nonché di qualsiasi altro dato idoneo ad identificare l appellante. Così deciso in Roma, nella camera di consiglio del giorno 30 agosto 2016, con l intervento dei magistrati: Luigi Maruotti, Presidente Lydia Ada Orsola Spiezia, Consigliere Giulio Veltri, Consigliere Massimiliano Noccelli, Consigliere, Estensore Stefania Santoleri, Consigliere L'ESTENSORE Massimiliano Noccelli IL PRESIDENTE Luigi Maruotti IL SEGRETARIO