REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO. Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Piemonte. (Sezione Prima) ha pronunciato la presente

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Raimondo Marini
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1 Pubblicata il 27/09/2016 N /2016 REG.PROV.COLL. N /2016 REG.RIC. REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Piemonte (Sezione Prima) ha pronunciato la presente SENTENZA ex art. 60 cod. proc. amm.; sul ricorso numero di registro generale 746 del 2016, proposto da: **, rappresentato e difeso dall'avvocato Maurizio Chiesa C.F. CHSMRZ69L27M109T, con domicilio ex art. 25 cpa presso la Segreteria del T.A.R. Piemonte in Torino, corso Stati Uniti, 45; contro Ministero dell'interno, in persona del Ministro p.t., rappresentato e difeso per legge dall'avvocatura Distrettuale

2 dello Stato di Torino, domiciliato presso i suoi uffici, in Torino, corso Stati Uniti, 45; per l'annullamento del decreto di rigetto del permesso di soggiorno del Questore di Alessandria prot. n. 115/A 12/16/Imm del , notificato il Visti il ricorso e i relativi allegati; Visto l'atto di costituzione in giudizio del Ministero dell'interno; Viste le memorie difensive; Visti tutti gli atti della causa; Relatore nella camera di consiglio del giorno 14 settembre 2016 la dott.ssa Silvana Bini e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale; Visto l art. 60 cod. proc. amm. che consente al giudice amministrativo, adito in sede cautelare, di definire il giudizio con sentenza in forma semplificata, ove il giudice accerti la completezza del contraddittorio e dell'istruttoria e nessuna delle parti dichiari che intende proporre motivi aggiunti, ricorso incidentale, regolamento di competenza o regolamento di giurisdizione; Ritenuto di potere adottare tale tipo di sentenza, attesa la completezza del contraddittorio, nonché la superfluità di ulteriore istruttoria; Sentite sul punto le parti costituite, le quali non hanno manifestato osservazioni oppositive;

3 Considerato in fatto e ritenuto in diritto quanto segue: I) Con ricorso notificato il giorno 5 luglio 2016 e depositato il giorno 20 luglio 2016, il ricorrente, cittadino albanese, ha impugnato il decreto con cui il Questore di Alessandria, ha respinto la domanda di rinnovo del permesso di soggiorno per lavoro autonomo, presentata in data , per assenza del requisito reddituale. Il ricorrente espone di lavorare con il padre, nell ambito dell impresa familiare, come coadiuvante e quindi lavoratore senza salario. Tuttavia la sua posizione contributiva sarebbe regolare, perché il padre versa le contribuzioni Inps ai fini pensionistici e quelle Inail ai fini assicurativi. Lamenta l illegittimità del provvedimento perché l amministrazione non avrebbe esaminato compiutamente la situazione personale e familiare del ricorrente, che, in quanto coadiuvante non può dimostrare il requisito reddituale, vive con la famiglia, stabilmente inserita da anni in Italia e non ha più alcun rapporto con il paese d origine. Si è costituita in giudizio l Amministrazione intimata, chiedendo il rigetto del ricorso. Alla camera di consiglio del 14 settembre 2016 il ricorso è stato trattenuto in decisione ai sensi dell art 60 cod. proc. amm. II) Il ricorso è infondato. Va in primo luogo evidenziato che il ricorrente ha presentato domanda di permesso di soggiorno per lavoro autonomo, per cui

4 correttamente l Amministrazione ha richiesto la dimostrazione del requisito reddituale, richiesto dall'art. 26 comma 3, cit. d.lg. n. 286 del Emerge inoltre dall atto gravato che l Amministrazione ha chiesto la presentazione dei bilanci dell impresa familiare, che tuttavia non sono stati prodotti. Da qui la correttezza dell operato della Questura di Torino: nel momento in cui viene richiesto un permesso di soggiorno per lavoro autonomo la dimostrazione di un reddito costituisce condizione soggettiva non eludibile, perché attiene alla sostenibilità dell'ingresso e della permanenza dello straniero nella comunità nazionale, in quanto garantisce che egli contribuisca al progresso anche materiale della società e non si dedichi ad attività illecite (T.A.R. Torino, sez. I, 16/10/2015, n. 1434), mentre l'insussistenza del requisito in esame integra motivo ostativo al rinnovo del permesso di soggiorno, ai sensi dell'art. 5 del D.Lgs. 286/98 (si veda, tra le tante, Cons.St., sez. III, 09/04/2014, n. 1687). La circostanza che il ricorrente lavori come coadiuvante senza salario, nell ambito dell impresa familiare non comporta che si possa prescindere dall esame del requisito reddituale, a fronte di una domanda di permesso di soggiorno per lavoro autonomo. Il richiedente non ha neppure dimostrato la disponibilità di altri mezzi di sussistenza, limitandosi nel ricorso a dichiarare che viene mantenuto dalla ditta del padre, che per motivi meramente fiscali lo ha inquadrato come collaboratore familiare.

5 Emerge quindi un ulteriore contraddizione, perché se il ricorrente fosse collaboratore familiare, avrebbe comunque diritto alla ripartizione degli utili di impresa e quindi avrebbe dovuto dichiarare il reddito. III) Il ricorso va quindi respinto. Le spese di giudizio possono essere compensate, in considerazione della natura della materia. P.Q.M. Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Piemonte (Sezione Prima) definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo respinge. Spese compensate. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa. Così deciso in Torino nella camera di consiglio del giorno 14 settembre 2016 con l'intervento dei magistrati: Domenico Giordano, Presidente Silvana Bini, Consigliere, Estensore Giovanni Pescatore, Primo Referendario L'ESTENSORE Silvana Bini IL PRESIDENTE Domenico Giordano IL SEGRETARIO

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