La valutazione della naturalità e della vulnerabilità di un territorio

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "La valutazione della naturalità e della vulnerabilità di un territorio"

Transcript

1 La valutazione della naturalità e della vulnerabilità di un territorio M. R. Minciardi a, V. Gargini b a ENEA Sezione Biologia Ambientale e Conservazione della Natura Centro Ricerche Saluggia (VC) b Parco Fluviale del Po e dell Orba Abstract: L Analisi Ambientale effettuata nell ambito del Progetto Applicazione dei Sistemi di Gestione ambientale nelle Aree Naturali Protette condotto dall ENEA in collaborazione con il Parco fluviale del Po vercellese-alessandrino, è stata finalizzata alla definizione, individuazione e valutazione dei valori e delle sensibilità ambientali nel territorio del Parco ( ha). Dopo aver redatto la Carta d Uso del Suolo (scala 1:10.000) sono state realizzate, quali carte derivate, la Carta della Naturalità e la Carta della Vulnerabilità delle tipologie di uso del suolo. Le categorie d uso del suolo sono state ordinate secondo un gradiente crescente di naturalità e secondo tre distinte scale di vulnerabilità riferite alle principali fonti di impatto individuate. L analisi della carta d Uso del Suolo e delle carte derivate ha permesso di descrivere e valutare lo stato del territorio e consentirà di monitorarne l evoluzione ambientale e paesistica nonché l efficacia degli interventi di conservazione e miglioramento ambientale operati dall Ente Parco. Keywords: Ecologia del paesaggio, Ecologia globale 1. INTRODUZIONE Il Progetto Parchi in Qualità, ovvero Applicazione pilota dei Sistemi di Gestione Ambientale nelle Aree Naturali protette, avviato per volontà del Ministero dell Ambiente e del Territorio, è stato condotto dall ENEA in collaborazione con il Parco Fluviale del Po e dell Orba e del Parco Nazionale del Circeo. Avviato concretamente nel giugno 1999, il progetto è terminato nel marzo Il Parco del Po e dell Orba (Sistema delle Aree Protette della Fascia fluviale del Po tratto vercellese/alessandrino) comprende un territorio vasto (circa ha), disposto per 90 km lungo l asse del Po nelle province di Alessandria e Vercelli. Il suo equilibrio complessivo è assai delicato perché il territorio limitrofo è soggetto ad un elevata pressione antropica di tipo agricolo ed industriale che si relaziona in vario modo con la qualità dell ambiente naturale. Per la predisposizione del Sistema di Gestione Ambientale, secondo quanto stabilito dalle Linee Guida, elaborate anch esse nell ambito dello stesso progetto [Naviglio et al., 2001], è stato necessario compiere un approfondita Analisi Ambientale Iniziale. Obiettivi prioritari di tale studio sono stati, tra l altro, l individuazione delle fonti di impatto (aspetti ambientali) derivanti dalle attività produttive presenti nel territorio, l identificazione e la descrizione degli impatti ambientali, in atto e potenziali, riscontrabili, la valutazione della significatività degli impatti e delle fonti di impatto (aspetti ambientali). Oggetto di questo studio è stato sia il territorio del Parco sia il territorio circostante; in tali ambiti sono state condotte attente analisi ecologiche e socioeconomiche. L analisi ecologica è stata effettuata nel solo territorio dell Area Protetta attraverso un processo che ha previsto serie di fasi: la caratterizzazione del territorio, la valutazione e definizione dei valori ambientali, l individuazione spaziale di valori e sensibilità ambientali, l individuazione dei possibili ambiti di miglioramento ambientale, l individuazione di un adeguato set di indicatori. Lo studio è stato condotto privilegiando, per livello di dettaglio, analisi e valutazioni di tipo ecosistemico, ritenendo, queste, a maggior contenuto informativo. La caratterizzazione dell uso del suolo nell ambito dell area protetta, attraverso la redazione di una carta di dettaglio, è stata individuata subito come strumento prioritario per conseguire tutti gli obiettivi dell analisi ambientale, sia relativamente all analisi socioeconomica sia, soprattutto, relativamente all analisi ecologica. La carta d uso del suolo, se ad un livello di dettaglio adeguato, oltre a caratterizzare compiutamente un territorio consente, infatti, di individuarne valori e sensibilità e di interpretarne l evoluzione. A tale proposito oltre all applicazione di indici strutturali, sono state redatte, successivamente, sia la carta della naturalità sia la carta della vulnerabiltità.

2 2. MATERIALI E METODI La carta d uso del suolo è stata realizzata in scala 1:10.000, usando come base cartografica la Carta Tecnica Regionale ed avvalendosi di foto aeree del novembre 2000 e di rilievi in campo svolti nel Tutti gli studi condotti nell ambito dell Analisi Ambientale hanno seguito criteri comuni che hanno comportato, ove possibile, il rilevamento, la restituzione e l elaborazione dei dati secondo modalità standardizzate. La legenda è stata definita sulla base della classificazione CORINE Land Cover [AA.VV., 1992], che classifica gli usi del suolo in 3 livelli gerarchici. Per avere informazioni di maggior dettaglio, per molte categorie, riferite in particolare agli ambienti naturali, si è scesi ad un ulteriore livello, definendo categorie di IV livello, che meglio descrivessero le tipologie di copertura del suolo presenti nel territorio. Sono state inoltre introdotte quattro nuove categorie di III livello, poiché la classificazione Corine-Land Cover appariva inadeguata a descrivere delle tipologie d uso del suolo particolarmente diffuse nel territorio in esame; sono state così definite le categorie: pioppeti, altri impianti di arboricoltura da legno, terreni non in coltivazione (categoria che definisce i terreni agricoli non qualificabili al momento dl rilievo), aree interessate da processi erosionali o depositi diffusi (categoria che comprende i terreni pesantemente modificati dall evento alluvionale dell ottobre 2000). Nel complesso sono state definite 51 diverse tipologie. Un primo livello di elaborazione ha previsto il calcolo di alcuni indici strutturali riferendosi non solo alla totalità dei patch presenti ma anche a singole tipologie di uso del suolo ritenute di particolare interesse; ciò ha consentito di quantificare, con un primo set di dati, una parte del contenuto informativo derivante dalla carta di uso del suolo. Sulla base degli obiettivi dell Analisi Ambientale, si è anche posta la necessità di definire e localizzare, in funzione della carta d uso del suolo redatta, i valori e le sensibilità a livello di uso del suolo/presenza di formazioni naturali. Ciò ha previsto, ovviamente, la scelta di criteri per la valutazione dei valori e della sensibilità ambientali da adottare come criteri guida per la costruzione di schemi valutativi necessariamente semplificati. Per la valutazione dei valori ambientali è stato individuato quale criterio guida la naturalità, da intendere in termini di climacicità. La scelta della naturalità quale criterio guida è frutto sia della indubbia oggettività associata al concetto di climax nonché della considerazione che, in ambito planiziale, le formazioni climaciche sono anche quelle a massima funzionalità ecologica per l ecosistema fluviale [Siligardi et al, 2000]; da ultimo non va trascurato che, nel territorio oggetto di studio, la tutela delle formazioni climaciche, coincide anche con la salvaguardia della biodiversità non solo a livello locale. Va specificato che sono state intese alla stregua di formazioni climaciche anche le formazioni ed i popolamenti azonali legati al corso d acqua. Al fine di valutare la naturalità del territorio, le categorie di uso del suolo, riunite in tipologie vegetazionali, sono state classificate secondo un gradiente di naturalità crescente, da sistemi a forte determinismo antropico a sistemi ad elevata naturalità, in una scala a 11 classi di naturalità (da 0 a 10). Tale classificazione ha consentito di redarre la carta della naturalità che, oltre a consentire una immediata lettura del territorio in termini di naturalità, ha permesso di localizzare le aree a maggior valore. Inoltre, è stato possibile applicare l ILC (Index of Landscape Conservation) [Pizzolotto e Brandmayr, 1996] che può configurarsi come un utile indicatore per la naturalità di un territorio. Per la valutazione delle sensibilità ambientali si è ritenuto doversi riferire, in termini di criterio guida, non tanto ad una sensibilità intrinseca delle tipologie di uso del suolo quanto piuttosto alla loro vulnerabilità rispetto a fonti di impatto (fattori critici per la conservazione) presenti nel territorio in esame. Quest ultimo processo valutativo è risultato più critico, caratterizzato da una maggiore soggettività rispetto a quello relativo alla definizione di classi di naturalità. La definizione di classi di vulnerabilità, una volta scelto il criterio valutativo, si attua, infatti, attraverso due fasi valutative che comportano un conseguente aumento della soggettività: in una prima fase si devono individuare un numero limitato di fonti di impatto ritenute più significative, successivamente si deve quantificare la vulnerabilità delle tipologie di uso del suolo rispetto alle fonti di impatto individuate. Sono stati individuati quali fonti di impatto/fattori critici: l inquinamento, il disturbo antropico, l ingresso di specie esotiche Le diverse tipologie di uso del suolo sono state successivamente classificate sulla base della vulnerabilità alle tre diverse fonti di impatto; sono state quindi redatte tre distinte carte di vulnerabilità all inquinamento, al disturbo antropico ed all ingresso di specie esotiche. La carta della vulnerabilità complessiva è stata redatta per sovrapposizione delle tre carte specifiche.

3 3. RISULTATI 3.1 L uso del suolo La carta dell uso del suolo ha consentito di ricavare informazioni sull estensione e la distribuzione delle varie tipologie d uso del suolo presenti nel territorio del Parco. Si evidenzia l elevata importanza delle aree agricole nel territorio, costituite in prevalenza da pioppeti, seminativi non irrigui e risaie. Le aree boschive e quelle seminaturali hanno nel complesso una copertura percentuale del 30% e sono costituite in prevalenza da saliceti arborei, saliceti arbustivi, boschi collinari e sabbie e ghiaioni, che coprono complessivamente il 59% della superficie relativa. Un elevata percentuale (16,7%) è costituita inoltre dalle aree interessate da importanti processi di deposito o di erosione nel corso dell alluvione del 2000, sarà interessante osservare il futuro utilizzo di questi terreni. Per quanto riguarda le aree artificiali, che nel complesso hanno una limitata copertura (2%), si può osservare l importanza delle aree estrattive, che costituiscono il 32% delle aree urbanizzate, evidenziando l importanza dell impatto determinato da queste attività sul territorio del parco. A partire dalla carta dell uso del suolo sono stati calcolati una serie di indici (Tab. 1) che, valutando la distribuzione spaziale dei diversi elementi che costituiscono il mosaico ambientale, consentono di caratterizzare il territorio e monitorare nel tempo le variazioni delle superfici [Forman, 1995; Turner et al., 2001; Farina, 2001]. Tabella 1. Indici strutturali utilizzati per la valutazione del territorio del Parco. INDICE DESCRIZIONE Superficie assoluta di ogni singola classe CA (Class Area) (ha) PLAND (Percent Superficie relativa di ogni singola classe of Landscape) (%) NUMP (Number Numero di patch per ciascuna classe (n) of Patches) MPS (Mean Patch Dimensione media di ogni patch (ha) Size) TE (Total Edge) Perimetro totale delle patch (m) Perimetro totale delle patch riferito alla ED (Edge density) superficie totale del paesaggio considerato (m/ha) Rapporto area perimetro patch ( γ = 2vπA / γ P ) Tra i risultati più significativi si evidenzia il basso valore di MPS per le formazioni arboree a Salix alba, ad Alnus glutinosa e le formazioni arboree planiziali, questo valore, confrontato con la superficie assoluta delle singole classi (CA), testimonia l elevata frammentazione delle formazioni arboree nel territorio in esame. Auspicabile è una riduzione della frammentazione ed un aumento della dimensione media degli elementi che costituiscono tali ambienti. L eterogeneità ambientale del territorio in esame è stata valutata applicando l indice di diversità di Shannon alle diverse categorie d uso del suolo individuate, secondo la formula: 51 H = -? (p i ln p i ) i=1 dove p i è l estensione relativa occupata dalla categoria i-esima, data da CA / area tot. Il risultato per l intera area del parco di H è 2,49 con un valore di diversità massima pari a 3,93. Il rapporto H/H max è espressione dell equiripartizione J. J può assumere valori compresi tra 0 ed 1, indicanti rispettivamente sistemi rappresentati da una sola tipologia di uso del suolo e sistemi con più tipologie ad uguale estensione percentuale. Dal valore dell equiripartizione J è possibile calcolare la ridondanza, definita come R=1-J, che è possibile correlare col numero di tipologie fondamentali per la descrizione di un territorio. La ridondanza varia anch essa tra 0 ed 1. R assume il valore 0 quando si abbiano più tipologie ad uguale estensione; in tal caso si ha assenza di ridondanza: tutte le tipologie sono caratterizzanti in egual misura, per caratterizzare adeguatamente il territorio sono necessarie tutte tipologie. R assume valori tanto più vicini ad 1 quanto più si ha minore equiripartizione e poche tipologie sono dominanti, in tal caso saranno tali tipologie a caratterizzare il territorio e la ridondanza sarà elevata; si ha massima ridondanza quando R assume valore 1, ovvero quando è presente una sola tipologia ed, ovviamente, questa caratterizza esaustivamente il territorio. Il valore di equiripartizione del territorio risulta essere pari a 0,63, si tratta di un valore medio alto che denota un territorio a forte diversità. Anche il valore di ridondanza testimonia l elevata eterogeneità risultando essere pari a 0,37; conducendo a definire come caratterizzanti il 63% delle tipologie, ovvero circa 32. Come detto in precedenza è auspicabile una riduzione della frammentazione, con aumento della dimensione media delle tipologie ambientali a maggior naturalità. 3.2 La valutazione della naturalità Le tipologie di uso del suolo sono state classificate, sulla base di tipologie vegetazionali tipo, in classi di naturalità secondo un gradiente di naturalità crescente da 0 (assenza di copertura vegetale per cause antropiche) a 10 (vegetazione

4 climacica) (Tab. 2). Sono state escluse dalla valutazione le aree interessate da processi erosionali o depositi diffusi e i canali e solchi erosionali ; queste descrivono una situazione temporanea legata all alluvione del 2000, a cui può aver fatto seguito sia un evoluzione naturale della vegetazione sia una riconversione a terreni Tabella 2. Classe naturalità Classi di naturalità adottate per la carta della naturalità. di Tipologia vegetazionale 0 Suolo privo di vegetazione per cause antropogene 1 Colture agrarie e verde artificiale 2 Colture da legno 3 Filari e boschi artificiali Vegetazione ruderale di ambiente fortemente disturbato 4 Vegetazione erbacea infestante Vegetazione erbacea post-colturale, prati falciabili Vegetazione arbustiva di ricolonizzazione e imboschimenti con specie autoctone Vegetazione erbacea di habitat sottoposti a stress ecologico naturale con pesante ingressione di specie esotiche Vegetazione arbustiva di habitat sottoposti a stress ecologico naturale Boschi a composizione specifica naturale modificata da usi recenti o in atto 10 Vegetazione climax o prossima al climax agricoli. Inoltre è stato escluso l alveo principale per l oggettiva difficoltà di distinguere le aree in cui la vegetazione è assente per cause antropiche da quelle in cui è assente per cause naturali quali eccessiva profondità o eccessiva velocità della corrente. Categoria uso del suolo Tessuto urbano continuo Tessuto urbano discontinuo Aree industriali o commerciali Reti stradali e ferroviarie e spazi accessori Piazzali di cava Specchi d acqua di cave attive Discariche Risaie Vigneti Frutteti e frutti minori Terreni non in coltivazione Aree con baracche Altre aree sportive e ricreative Orticoltura in pieno campo Seminativi in aree non irrigue Serre Seminativi in aree irrigue Pioppeti Altri impianti di arboricoltura da legno Specchi d acqua artificiali Spazi seminaturali situati all'interno di cave attive Aree degradate Robinieti Filari arborei Imboschimenti a conifere Siepi (erbaceo/arbustive) Coltivi abbandonati Prati stabili Praterie naturali falciabili Popolamenti alto-erbacei di colonizzazione Canali Formazioni arbustive di ricolonizzazione Imboschimenti Aree rinaturalizzate in corrispondenza di ex cave Specchi d'acqua derivanti da cave rinaturalizzate Rocce nude Sabbie e ghiaioni Greti Formazioni erbacee e/o arbustive a dominanza di igrofite Formazioni erbaceo/arbustive xerofile stabili Saliceti arbustivi Lanche Boschi misti collinari Formazioni arboree riparie a dominanza di Salix alba Alneti e formazioni arboree igrofile delle lanche Formazioni arboree planiziali Popolamenti vegetali acquatici

5 Al fine di valutare la distribuzione spaziale delle diverse classi di naturalità nel territorio, è stato realizzato, a partire dai dati ricavati dalla carta, il diagramma delle percentuali cumulative delle classi di naturalità relative all area del parco, ricavato ponendo in ascissa le classi di naturalità in ordine crescente e in ordinata la somma dei valori cumulativi percentuali delle aree corrispondenti. Il grafico così ottenuto (fig. 1) evidenzia un elevato grado di antropizzazione del territorio, con un elevato valore di copertura delle categorie associate a classi a bassa naturalità, in particolare delle classi 1 e 2. area cumulativa Figura 1. Diagramma delle percentuali cumulative delle classi di naturalità per l intero territorio del Parco. L area del piano sotto la curva è un espressione del grado di antropizzazione del territorio e può essere espressa come: n A=? x i i=1 Dove n è il numero di classi di naturalità (in questo caso 11) e xi è il valore cumulativo percentuale della categoria i-esima. Nel caso del territorio del Parco il valore di A è pari a 641, con un A max di 1000, indice di un elevato grado di antropizzazione. Il grado di conservazione del paesaggio può essere descritto mediante l indice ILC (Index of Landscape Conservation), basato sulla coerenza o meno tra la copertura del suolo e la corrispondente vegetazione naturale potenziale. Tale indice è definito come: ILC= 1- (A/ A max ) classe naturalità Il valore di ILC varia da 1 (in territori a massima naturalità) a 0 (in territori a massima antropizzazione). Per il territorio del Parco si ha un ILC di 0,36, denotando un basso grado di conservazione del territorio. Il confronto tra il valore dell indice di conservazione del paesaggio e l indice di equiripartizione J permette di trarre informazioni sulla stabilità nel breve periodo dei mosaici vegetazionali [Ferrari et al., 2000]. Come visto in precedenza, il valore dell indice di equiripartizione di questo territorio è piuttosto alto (0,63), mentre il valore dell indice di conservazione è basso, questa situazione contraddistingue i paesaggi caratterizzati da vegetazione a mosaico dominata da tipi antropogeni. Si tratta quindi di un territorio in cui prevalgono situazioni ad elevato dinamismo naturale, che in assenza di interventi antropici, evolverebbero rapidamente verso tipologie vegetazionali a maggior naturalità; si evidenzia quindi una bassa stabilità della vegetazione. 3.3 La valutazione della vulnerabilità La carta della vulnerabilità delle categorie d uso del suolo permette di individuare le aree a maggior criticità per la conservazione di un territorio e può essere quindi un utile ausilio alla pianificazione territoriale. Una volta definite le fonti di impatto di maggior rilievo presenti nel territorio, relativamente alla copertura vegetale, a ciascuna categoria di uso del suolo è stata attribuita un indicazione qualitativa di vulnerabilità a tali fonti di pressione (vulnerabilità nulla, scarsa, significativa, alta, elevata); infine le categorie sono state classificate sulla base della maggiore o minore vulnerabilità. Nella valutazione della vulnerabilità sono state considerate sia la vulnerabilità intrinseca delle tipologie, intesa come la tendenza all alterazione della struttura e delle caratteristiche delle tipologie se sottoposte al disturbo, sia la loro resilienza, ossia la capacità di tornare allo stato precedente una volta venuto meno il disturbo, si è inoltre tenuto conto dell interesse conservazionistico rivestito dalle tipologie stesse. Poiché la valutazione si è basata sulla vulnerabilità delle componenti naturali le aree fortemente antropizzate non sono state valutate e sono state raggruppate in una classe a vulnerabilità non rilevabile. Inoltre, così come per la carta della naturalità, non sono state considerate le aree interessate da processi erosionali e di deposito nel corso dell alluvione dell ottobre Vulnerabilità all inquinamento Per valutare la vulnerabilità all inquinamento si è considerato l inquinamento chimico/fisico, sia atmosferico sia legato al suolo e all acqua. Più

6 della metà del territorio risulta ad alta vulnerabilità, elevata è anche l estensione delle aree a scarsa vulnerabilità (28,4%), costituite in prevalenza da pioppeti. Vulnerabilità al disturbo antropico Il disturbo antropico è stato inteso nell accezione di disturbo creato dall uso convenzionale dell uomo delle diverse categorie di uso del suolo, ad esempio, è stato considerato uso convenzionale delle formazioni arboree il taglio, delle formazioni erbaceo-arbustive il pascolo e il calpestio, il prelievo d acqua e le pratiche ordinarie di manutenzione per i corpi idrici. Nella valutazione non sono stati quindi considerati interventi straordinari distruttivi, quale può essere, ad esempio, l asportazione del substrato per attività di cavazione, o il disturbo legato ad attività occasionali. Grande importanza è stata data all utilizzo da parte della fauna delle tipologie d uso del suolo e quindi il disturbo arrecato ad essa. Circa il 37% del territorio risulta a vulnerabilità alta o elevata rispetto al disturbo antropico, si tratta di aree in gran parte costituite da tipologie ambientali di pregio da un punto di vista naturalistico, è quindi auspicabile una limitazione dell uso di queste aree. Vulnerabilità all ingresso di specie esotiche La diffusione negli ambienti naturali di specie alloctone è spesso una conseguenza del disturbo antropico. Data l abbondanza di queste specie nel territorio del parco, causata dalla diffusione delle colture agricole e facilitata dalla presenza del fiume, si è scelto di rappresentare separatamente la vulnerabilità delle categorie d uso del suolo all ingresso di queste specie. E stata valutata sia la capacità intrinseca delle categorie ad opporsi all ingressione di specie alloctone, determinata da caratteristiche strutturali ed ecologiche, sia il danno arrecato dall ingressione in termini di alterazione floristica e strutturale delle categorie. Il 75% del territorio del parco presenta una vulnerabilità da significativa ad elevata all ingresso di specie esotiche, la cui presenza costituisce un grosso problema per la conservazione degli ecosistemi. La principale causa di diffusione di specie alloctone è legata alla stretta vicinanza di aree agricole alle aree naturali nel territorio del parco. Vulnerabilità complessiva La carta della vulnerabilità complessiva delle categorie d uso del suolo (fig. 2) è stata valutata attribuendo un valore numerico ad ogni classe di categorie di vulnerabilità parziale (0 per vulnerabilità nulla, 1 per vulnerabilità scarsa, 2 per vulnerabilità significativa, 3 per vulnerabilità alta, 4 per vulnerabilità elevata) e calcolando quindi il valore medio ottenuto da ciascuna categoria di uso del suolo nelle tre valutazioni precedenti. Complessivamente si evidenzia una elevata estensione (45,6%) di zone a scarsa vulnerabilità, costituite per lo più dalle aree agricole, che risultano poco vulnerabili perché, come detto, nella valutazione si è considerata principalmente la vulnerabilità delle componenti naturali. Circa il 18% risulta invece occupato da aree ad elevata vulnerabilità, si tratta delle aree naturali legate al corso d acqua, che rappresentano le tipologie di maggior pregio ambientale per il territorio del parco. Data la loro vulnerabilità e il valore naturalistico gli interventi di gestione andrebbero concentrati prioritariamente su queste aree. Figura 2 Carta della vulnerabilità complessiva delle categorie d uso del suolo: tratto compreso tra Rocca delle Donne e Coniolo (AL).

7 4 CONCLUSIONI La Carta d Uso del suolo realizzata si è dimostrata uno strumento di grande utilità per gli scopi dell Analisi Ambientale, anche la scelta della scala di dettaglio si è dimostrata corretta. Le elaborazioni condotte sulla carta d uso del suolo hanno consentito di definire e localizzare i valori e le vulnerabilità del territorio e di compiere quelle valutazioni anche di carattere quantitativo che erano tra gli obiettivi dell Analisi Ambientale. La scelta di criteri guida per la valutazione dei valori e delle sensibilità ambientali per la costruzione di schemi valutativi si è rivelata un nodo cruciale del processo valutativo. Tutto il processo di valutazione descritto, basandosi non solo sull uso di sistemi interpretativi standardizzati può presentare margini di soggettività anche significativi in alcuni passaggi. La necessità di semplificare, quantificare e valutare fenomeni e sistemi complessi può forzosamente condurre alla necessità di utilizzare percorsi e metodologie non standardizzate. L esplicita definizione dei criteri di valutazione adottati e la descrizione delle metodologie seguite consentono, però, di operare secondo modalità scientificamente ed eticamente corrette anche se attraverso l uso di metodiche non standardizzate e/o caratterizzate da margini di soggettività. Nel caso in esame, il percorso di valutazione adottato ha condotto ad eleborazioni di grande utilità, dal punto di vista applicativo, per la gestione dell area protetta ed ha consentito di raggiungere, in un territorio complesso, gli obiettivi che si era posta l Analisi Ambientale. E importante sottolineare come tutte le elaborazioni condotte abbiano il loro fondamento nell accuratezza e nel dettaglio che caratterizzano la carta di uso del suolo; qualsiasi eleborazione, senza un adeguato dettaglio dei dei dati di base, anche se effettuata secondo metodiche standardizzate, sarebbe risultata inutile. La legenda utilizzata ha dimostrato l utilità dell approfondimento di CORINE Land Cover ad un IV livello per studi territoriali di dettaglio; sembra, inoltre, particolarmente rilevante la necessità di scorporare i pioppeti rispetto alle formazioni arboree (descritte al III livello da CORINE Land Cover). Nel complesso si sono evidenziati l elevato peso delle aree agricole, il basso livello di naturalità del territorio nonché l elevata frammentazione delle tipologie ambientali naturali, delle cenosi forestali in particolare. Queste ultime sono, inoltre, caratterizzate da un elevata vulnerabilità nei confronti delle pressioni individuate per il territorio in esame. Gli ambiti di miglioramento sono quindi da ricercare in primo luogo nell acquisizione di maggiore naturalità del corridoio fluviale, prioritariamente attraverso interventi finalizzati a incrementare l estensione e l integrità strutturale delle formazioni arboree riparie e planiziali. Il confronto con i risultati ottenuti in questa prima fase di studio consentirà di monitorare e controllare nel tempo l evoluzione del territorio e l efficacia degli interventi effettuati dall Ente Parco. 5 BIBLIOGRAFIA AA.VV., CORINE Land Cover: a European Community project presented in the framework of the International Space Year, Proceedings of 1992 European Conference of the International Space Year, Commission of the European Communities, Brussels, Farina A., Ecologia del paesaggio: principi, metodi e applicazioni, UTET, Torino, Ferrari C., G. Pezzi, L. Dell Aquila, Diversità e naturalità della vegetazione. Elementi per un analisi quantitativa integrata, Informatore Botanico Italiano, 32 suppl. 1: 31-34, Forman R.T.T., Land mosaic: the ecology of landscapes and regions. Cambridge University Press, Naviglio L., F. Bruzzesi, S. Paci, G. L. Rossi, S. Sibilio, S. Rigoldi, D. Pernigotti, A. Volpato, S. Busatta, P. Pellizzari, G. Pensiero, M. Conti, S. Pia, Applicare la norma UNI EN ISO nelle aree protette. UNI, Gestione Ambientale, Linea Guida 1: 1-108, Pizzolotto R., P. Brandmayer, An index to evaluate landscape conservation state based on land-use pattern analysis and Geographic Information System techniques, Coenoses, 1:37-44, Siligardi M., Bernabei S., Cappelletti C., Chierici C., Ciutti F., Egaddi F., Franceschini A., Maiolini B., Mancini L., Minciardi M.R., Monauni C., Rossi G.L., Sansoni G., Spaggiari R., Zanetti M., I.F.F. Indice di Funzionalità Fluviale. Manuale ANPA, 224 pp, Turner M.G., R.H. Gardner, R.V. O'Neill, Landscape ecology in theory and practice. Pattern and process. Springfield Press, 2001.

FACOLTA DI ARCHITETTURA

FACOLTA DI ARCHITETTURA CORSO DI LAUREA IN ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO Laboratorio di Pianificazione del Paesaggio Insegnamento Paesaggio Docente: CRITERI E METODI DI VALUTAZIONE DEI SISTEMI DI PAESAGGIO (SENSU ECOSISTEMICO) RICAPITOLANDO

Dettagli

Maria Rita Minciardi, Gian Luigi Rossi, Daniela Spada. Sezione di Biologia Ambientale e Conservazione della Natura Centro Ricerche ENEA Saluggia (VC)

Maria Rita Minciardi, Gian Luigi Rossi, Daniela Spada. Sezione di Biologia Ambientale e Conservazione della Natura Centro Ricerche ENEA Saluggia (VC) L utilizzo del rilievo effettuato per l applicazione dell IFF nell implementazione di un inventario delle caratteristiche della vegetazione della fascia perifluviale Maria Rita Minciardi, Gian Luigi Rossi,

Dettagli

Tav ATD BOTANICO VEGETAZIONALE

Tav ATD BOTANICO VEGETAZIONALE Tav. 4.3.3 ATD BOTANICO VEGETAZIONALE Tav. 4.3.4: ATD STORICO-CULTURALE Tav. 4.3.5: ATD GEOMORFOLOGIA Tav. 4.4.1 PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE Tav. 4.6.1 Tav. 5.3.1 LEGENDA CARTA

Dettagli

NATURA E BIODIVERSITA

NATURA E BIODIVERSITA NATURA E BIODIVERSITA 10 Quadro sinottico degli indicatori INDICATORI DI STATO/IMPATTO (S/I) Indice di Biopotenzialità Territoriale (Btc) INDICATORI DI RISPOSTA (R) Il verde urbano SIGLE, ABBREVIAZIONI,

Dettagli

Corso di Ecologia Forestale

Corso di Ecologia Forestale Corso di Ecologia Forestale Donatella Spano Dipartimento di Economia e Sistemi Arborei Università di Sassari spano@uniss.it Copyright 2006 Università di Sassari Paesaggio Porzione del territorio dove ricorre

Dettagli

Evoluzione nell uso dei suoli in Valmalenco nell ultimo cinquantennio

Evoluzione nell uso dei suoli in Valmalenco nell ultimo cinquantennio Effetti ecologici dell evoluzione dell attività agricola Sondrio 25 ottobre 2013 Evoluzione nell uso dei suoli in Valmalenco nell ultimo cinquantennio GIOVANNI MORANDA Area di Studio 5 Comuni Superficie

Dettagli

Nome indicatore DPSIR Fonte dati Uso del suolo S Carta Tecnica Regionale. Disponibilità dati *** 2007 R

Nome indicatore DPSIR Fonte dati Uso del suolo S Carta Tecnica Regionale. Disponibilità dati *** 2007 R SUOLO Uso del territorio Uso del suolo Nome indicatore DPSIR Fonte dati Uso del suolo S Carta Tecnica Regionale Obiettivo Distribuzione delle diverse classi di uso del suolo nel territorio regionale Disponibilità

Dettagli

FACOLTA DI ARCHITETTURA

FACOLTA DI ARCHITETTURA CORSO DI LAUREA IN ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO Laboratorio di Pianificazione del Paesaggio Insegnamento Paesaggio Docente: CRITERI E METODI DI ANALISI DELLA COPERTURA DEL SUOLO SOMMARIO 1) Legenda del Protocollo

Dettagli

Monitoraggio delle variazioni degli usi del suolo in Toscana

Monitoraggio delle variazioni degli usi del suolo in Toscana Monitoraggio delle variazioni degli usi del suolo in Toscana Monitoraggio delle variazioni degli usi del suolo in Toscana - Indagine per il monitoraggio dei territori urbanizzati con metodologia statistica

Dettagli

Proposta di legenda Carta uso suolo 1:25.000 Gruppo di lavoro Uso e copertura del suolo presentata nel seminario di Napoli nel 2004.

Proposta di legenda Carta uso suolo 1:25.000 Gruppo di lavoro Uso e copertura del suolo presentata nel seminario di Napoli nel 2004. Proposta di legenda Carta uso suolo 1:25.000 Gruppo di lavoro Uso e copertura del suolo presentata nel seminario di Napoli nel 2004. Progetto Corine LC Scala 1:100.000 1 /2 /3 Livello Voci base comuni,

Dettagli

Aree agricole e biodiversita :

Aree agricole e biodiversita : Aree agricole e biodiversita : corridoi agro-ecologici dell AddaMartesana Analisi naturalistica - Prima parte - Stefania Fontana - dott.sc. Nat. Obiettivi Caratterizzazione della componente naturalistica

Dettagli

II RAPPORTO SULLO STATO DEL CAPITALE NATURALE IN ITALIA

II RAPPORTO SULLO STATO DEL CAPITALE NATURALE IN ITALIA II RAPPORTO SULLO STATO DEL CAPITALE NATURALE IN ITALIA Prof. Emerito Carlo Blasi Centro di Ricerca Interuniversitario «Biodiversità, Servizi Ecosistemici e Sostenibilità» Sapienza Università di Roma Roma

Dettagli

Art. 7.2 Sistema delle aree forestali

Art. 7.2 Sistema delle aree forestali Art. 7.2 Sistema delle aree forestali DEFINIZIONE DI AREE FORESTALI sono tutte le superfici con vegetazione arborea ed arbustiva spontanea o di origine artificiale in grado di produrre legno o altri prodotti

Dettagli

4. ASSETTO DEL TERRITORIO AGRICOLO

4. ASSETTO DEL TERRITORIO AGRICOLO 4. ASSETTO DEL TERRITORIO AGRICOLO 32 4. Assetto del territorio agricolo 4.1 Le aree agricole del territorio di Sondrio: PTCP, PRG, DUSAF 4.1.1 Aree agricole strategiche da PTCP che per esposizione al

Dettagli

" ( ) *+*, -. / 0' *12 3"3 /, *52 / : ;,& ;! : / (<69., / 9 02 = >% 0*?<2 " " 8% $8 0")'2$ A

 ( ) *+*, -. / 0' *12 33 /, *52 / : ;,& ;! : / (<69., / 9 02 = >% 0*?<2   8% $8 0)'2$ A Sommario Abstract # $% #% % %% % % # # & & ' # % ( ) *+*. / 0' *12 33 / 0 4 5672 8 9 0*52 / : ;& ; : / (% 0*?

Dettagli

Parco regionale STINA. Piano di gestione del cinghiale per le aree protette parte 2. In copertina: Martora (L. Starnini)

Parco regionale STINA. Piano di gestione del cinghiale per le aree protette parte 2. In copertina: Martora (L. Starnini) Parco regionale STINA Piano di gestione del cinghiale per le aree protette parte 2 In copertina: Martora (L. Starnini) REDAZIONE A CURA DI: REGIONE UMBRIA: SERVIZIO FORESTE, MONTAGNA, SISTEMI NATURALISTICI,

Dettagli

Perché e come migliorare la reticolarità ecologica dalla scala di area vasta alla scala locale

Perché e come migliorare la reticolarità ecologica dalla scala di area vasta alla scala locale PTC2 - LINEE GUIDA PER LA RETE ECOLOGICA Il PTC2 e le Linee Guida per il Sistema del Verde Perché e come migliorare la reticolarità ecologica dalla scala di area vasta alla scala locale UTTS - Laboratorio

Dettagli

CARTA DELLE VOCAZIONI FAUNISTICHE DELLA PROVINCIA DI BARLETTA-ANDRIA-TRANI PARTE VIII VOCAZIONI FAUNISTICHE E IDONEITÀ AMBIENTALE STARNA

CARTA DELLE VOCAZIONI FAUNISTICHE DELLA PROVINCIA DI BARLETTA-ANDRIA-TRANI PARTE VIII VOCAZIONI FAUNISTICHE E IDONEITÀ AMBIENTALE STARNA CARTA DELLE VOCAZIONI FAUNISTICHE DELLA PROVINCIA DI BARLETTA-ANDRIA-TRANI PARTE VIII VOCAZIONI FAUNISTICHE E IDONEITÀ AMBIENTALE STARNA UNIVERSITÀ DI PAVIA DOTT. ALBERTO MERIGGI DOTT. GIANPASQUALE CHIATANTE

Dettagli

Le banche dati di flora, vegetazione e habitat del Friuli Venezia Giulia

Le banche dati di flora, vegetazione e habitat del Friuli Venezia Giulia Le banche dati di flora, vegetazione e habitat del Friuli Venezia Giulia Marisa Vidali & Livio Poldini Dipartimento di Scienze della Vita Pavia, 7-8 febbraio 2013 Cronologia 1967: avvio progetto cartografico

Dettagli

Allegato 4. INDICATORE 4 Aree agricole ad Alto Valore Naturale (HNV FARMING) METODOLOGIA E RISULTATI

Allegato 4. INDICATORE 4 Aree agricole ad Alto Valore Naturale (HNV FARMING) METODOLOGIA E RISULTATI Allegato 4 INDICATORE 4 Aree agricole ad Alto Valore Naturale (HNV FARMING) Elaborazioni eseguite in collaborazione con il CAAR (Centro Agrometeorologia Applicata Regionale Regione Liguria) METODOLOGIA

Dettagli

CENSIMENTO DEGLI SPAZI APERTI

CENSIMENTO DEGLI SPAZI APERTI NOME DEL PROGETTO: Dalla mappa del parco alla realizzazione delle reti. Qualificare il paesaggio periurbano lungo il medio corso del fiume Olona. NOME SPAZIO APERTO COMUNE AREA (ha) 6,3 21. Scossiroli

Dettagli

La scienza della vegetazione nella gestione e conservazione del territorio

La scienza della vegetazione nella gestione e conservazione del territorio La scienza della vegetazione nella gestione e conservazione del territorio Componenti del gruppo di ricerca: Gabriella Buffa, Professore associato di Botanica Ambientale e Applicata Gianni Sburlino, Professore

Dettagli

Piano di Gestione area SIC Foresta di Monte Arcosu

Piano di Gestione area SIC Foresta di Monte Arcosu VALUTAZIONE GENERALE E IDENTIFICAZIONE DELLE MINACCE L analisi delle caratteristiche del SIC ha permesso di procedere ad una valutazione generale dello stato del territorio e alla identificazione delle

Dettagli

Seminario. L uso del suolo delle regioni: confronto nazionale e con esperienze europee

Seminario. L uso del suolo delle regioni: confronto nazionale e con esperienze europee Seminario Villa Celimontana - Società Geografica Italiana ROMA 10 novembre L uso del suolo delle regioni: confronto nazionale e con esperienze europee Mauro Nordio - Gruppo di Lavoro uso del suolo Il tema

Dettagli

SCHEDA B DI RILEVAMENTO DEGLI SPAZI APERTI COMUNE DI LAINATE

SCHEDA B DI RILEVAMENTO DEGLI SPAZI APERTI COMUNE DI LAINATE SCHEDA B DI RILEVAMENTO DEGLI SPAZI APERTI COMUNE DI LAINATE Rilievo n. 003 Data 29 giugno 2011 Rilevatore/i Ronchi Silvia, Tedesco Antonia Nome area Brembo-Friuli DATI GENERALI DELL AREA Via - Località

Dettagli

Il connettivo agricolo nella definizione della rete ecologica e il ruolo dei servizi ecosistemici

Il connettivo agricolo nella definizione della rete ecologica e il ruolo dei servizi ecosistemici 25 maggio 2015 Buttrio (UD) villa Florio Francesco Boscutti Maurizia Sigura Il connettivo agricolo nella definizione della rete ecologica e il ruolo dei servizi ecosistemici francesco.boscutti@uniud.it

Dettagli

DEFINIZIONE DELL AREA VOCATA E DELLE MACROAREE PER LA CACCIA AL CINGHIALE NELL ATC VASTESE

DEFINIZIONE DELL AREA VOCATA E DELLE MACROAREE PER LA CACCIA AL CINGHIALE NELL ATC VASTESE Servizio Caccia e Pesca DEFINIZIONE DELL AREA VOCATA E DELLE MACROAREE PER LA CACCIA AL CINGHIALE NELL ATC VASTESE IN BASE AL: Regolamento Regionale per la gestione faunistico-venatoria degli ungulati

Dettagli

Paesaggio, storia, infrastrutture: Metodi e strategie di intervento sul paesaggio

Paesaggio, storia, infrastrutture: Metodi e strategie di intervento sul paesaggio Paesaggio, storia, infrastrutture: Metodi e strategie di intervento sul paesaggio Relatore: Stefano Magaudda - stefano.magaudda@gmail.com Finalità del progetto Gli obiettivi della ricerca sono stati identificati

Dettagli

LA VEGETAZIONE DEGLI ECOSISTEMI FLUVIALI. Corso di Formazione

LA VEGETAZIONE DEGLI ECOSISTEMI FLUVIALI. Corso di Formazione Centro Italiano Studi di Biologia Ambientale ENEA Dipartimento di Biologia Vegetale dell Universit Università di Torino Parco Fluviale del Po e dell Orba Corso di Formazione LA VEGETAZIONE DEGLI ECOSISTEMI

Dettagli

Il contributo di PAUNIL per la definizione delle preferenze ambientali e della ricchezza di specie

Il contributo di PAUNIL per la definizione delle preferenze ambientali e della ricchezza di specie Il contributo di PAUNIL per la definizione delle preferenze ambientali e della ricchezza di specie Stefano De Felici Osservatorio per la Biodiversità del Lazio Giornata romana di Ornitologia dedicata a

Dettagli

SCHEDA B DI RILEVAMENTO DEGLI SPAZI APERTI COMUNE DI LAINATE

SCHEDA B DI RILEVAMENTO DEGLI SPAZI APERTI COMUNE DI LAINATE SCHEDA B DI RILEVAMENTO DEGLI SPAZI APERTI COMUNE DI LAINATE Rilievo n. 005 Data 29 giugno 2011 Rilevatore/i Ronchi Silvia, Tedesco Antonia Nome area Area mercato DATI GENERALI DELL AREA Via - Località

Dettagli

REGIONE EMILIA-ROMAGNA PROVINCIA DI FORLI'-CESENA MODIGLIANA UNIONE MONTANA ACQUACHETA ROMAGNA TOSCANA ROCCA S.CASCIANO

REGIONE EMILIA-ROMAGNA PROVINCIA DI FORLI'-CESENA MODIGLIANA UNIONE MONTANA ACQUACHETA ROMAGNA TOSCANA ROCCA S.CASCIANO MODIGLIANA REGIONE EMILIA-ROMAGNA ROCCA S.CASCIANO COMUNE DI ROCCA S. CASCIANO COMUNE DI TREDOZIO Bm MONTE DEL SASSO - POLO 35 - SETTORE N-W TAV. N1ed.1 - Uso del suolo LEGENDA TREDOZIO A1 Zo A2 Limiti

Dettagli

SCHEDA B DI RILEVAMENTO DEGLI SPAZI APERTI COMUNE DI LAINATE

SCHEDA B DI RILEVAMENTO DEGLI SPAZI APERTI COMUNE DI LAINATE SCHEDA B DI RILEVAMENTO DEGLI SPAZI APERTI COMUNE DI LAINATE Rilievo n. 009 Data 1 settembre 2011 Rilevatore/i Tedesco Antonia, Vandoni Daniele Nome area Val Seriana DATI GENERALI DELL AREA Via - Località

Dettagli

ATTIVITA RELATIVE ALLE MAPPE PRELIMINARI DI PERICOLOSITA E DI RISCHIO

ATTIVITA RELATIVE ALLE MAPPE PRELIMINARI DI PERICOLOSITA E DI RISCHIO Piano di Gestione del Rischio Alluvioni (Direttiva 2007/60 CE D.Lgs. 49/ 10 - D.Lgs. 219/ 10) Distretto Idrografico dell Appennino Settentrionale Sub Distretto BACINI MARCHIGIANI SETTENTRIONALI ATTIVITA

Dettagli

CENSIMENTO DEGLI SPAZI APERTI

CENSIMENTO DEGLI SPAZI APERTI NOME DEL PROGETTO: Dalla mappa del parco alla realizzazione delle reti. Qualificare il paesaggio periurbano lungo il medio corso del fiume Olona. NOME SPAZIO APERTO COMUNE AREA (ha) 8,9 12. Golene isolino

Dettagli

A cosa serve? Perché è richiesto?

A cosa serve? Perché è richiesto? A cosa serve? La conoscenza delle dinamiche relative all uso del suolo è importante per la pianificazione territoriale in quanto consente di leggere lo stato attuale dei luoghi come risultante delle modificazioni

Dettagli

Il Piano di Governo del Territorio L INFRASTRUTTURA AMBIENTALE RETE ECOLOGICA COMUNALE

Il Piano di Governo del Territorio L INFRASTRUTTURA AMBIENTALE RETE ECOLOGICA COMUNALE Il Piano di Governo del Territorio L INFRASTRUTTURA AMBIENTALE RETE ECOLOGICA COMUNALE CONNETTIVITÀ URBANA Milano, 31 marzo 2015 RIFERIMENTI NORMATIVI DELLA RETE ECOLOGICA Art. 9 LR 12/2005 - Piano

Dettagli

Parco regionale del Lago Trasimeno. Piano di gestione del cinghiale per le aree protette parte 2. In copertina: Moretta tabaccata (L.

Parco regionale del Lago Trasimeno. Piano di gestione del cinghiale per le aree protette parte 2. In copertina: Moretta tabaccata (L. Parco regionale del Lago Trasimeno Piano di gestione del cinghiale per le aree protette parte 2 In copertina: Moretta tabaccata (L. Starnini) REDAZIONE A CURA DI: REGIONE UMBRIA: SERVIZIO FORESTE, MONTAGNA,

Dettagli

Le conseguenze che l eterogeneità spaziale e la struttura del paesaggio presentano sui diversi livelli di organizzazione

Le conseguenze che l eterogeneità spaziale e la struttura del paesaggio presentano sui diversi livelli di organizzazione 4. Come funziona il paesaggio? Rapporto tra la struttura e la funzione. Le conseguenze che l eterogeneità spaziale e la struttura del paesaggio presentano sui diversi livelli di organizzazione a) Popolazioni

Dettagli

LINEE GUIDA PER I PIANI DI ADEGUAMENTO

LINEE GUIDA PER I PIANI DI ADEGUAMENTO LINEE GUIDA PER I PIANI DI ADEGUAMENTO Valido per il CRITERIO n. 1 e 2 (da consegnare entro il 7 agosto 2006) 1. DESCRIZIONE DELLA DERIVAZIONE IN ATTO 1.1 Inquadramento geografico della derivazione in

Dettagli

25/02/2013. La Rete Ecologica della Regione Lombardia. Le fasi principali e i risultati raggiunti

25/02/2013. La Rete Ecologica della Regione Lombardia. Le fasi principali e i risultati raggiunti Le fasi principali e i risultati raggiunti Fase 2 Contenuti e risultati La Rete Ecologica della Regione Lombardia La Rete Ecologica nella Pianura Padana e nell Oltrepo pavese collinare e montano dott.

Dettagli

Carta della vegetazione del Parco regionale dell'abbazia di Monteveglio. Documentazione. a cura di S. Corticelli, S. Masi

Carta della vegetazione del Parco regionale dell'abbazia di Monteveglio. Documentazione. a cura di S. Corticelli, S. Masi Carta della vegetazione del Parco regionale dell'abbazia di Monteveglio Documentazione a cura di S. Corticelli, S. Masi Edizione dicembre 2014 Sommario Scheda riepilogativa...3 Metodologia generale...3

Dettagli

Dal Bosco di Vanzago al Parco delle Groane

Dal Bosco di Vanzago al Parco delle Groane Dal Bosco di Vanzago al Parco delle Groane REALIZZARE LA CONNESSIONE ECOLOGICA LUNGO IL CORRIDOIO REGIONALE 28 E LA DORSALE VERDE NORD Obiettivo Realizzare la connessione ecologica tra il Bosco di Vanzago

Dettagli

REGIONE EMILIA-ROMAGNA PROVINCIA DI FORLI'-CESENA UNIONE MONTANA ACQUACHETA ROMAGNA TOSCANA COMUNE DI DOVADOLA BELLAVISTA - POLO 3 -

REGIONE EMILIA-ROMAGNA PROVINCIA DI FORLI'-CESENA UNIONE MONTANA ACQUACHETA ROMAGNA TOSCANA COMUNE DI DOVADOLA BELLAVISTA - POLO 3 - Ta REGIONE EMILIA-ROMAGNA Qa COMUNE DI DOVADOLA Er BELLAVISTA - POLO 3 - TAV. N1a - Uso del suolo Ia LEGENDA Ba Limiti comunali Polo/Ambito Dx Ia Legenda dell'uso del suolo allegata in fondo Dx Ed Ba Vp

Dettagli

A L L E G A T O D R E L A Z I O N E B O T A N I C O - V E G E T A Z I O N A L E ALLEGATI ALLA RELAZIONE TECNICA REV. 0 MARZO

A L L E G A T O D R E L A Z I O N E B O T A N I C O - V E G E T A Z I O N A L E ALLEGATI ALLA RELAZIONE TECNICA REV. 0 MARZO Committente: V I A D O N I Z E T T I, 2 2 / 1-6 1 0 3 3 F E R M I G N A N O ( P U ) S I T O : L O C. B E L L A R I A - 6 1 0 4 1 A C Q U A L A G N A ( P U ) Documento: STUDIO D IMPATTO AMBIENTALE IMPIANTO

Dettagli

CONFERENZA DI PIANIFICAZIONE PTCP Schema direttore della Rete Ecologica Provinciale

CONFERENZA DI PIANIFICAZIONE PTCP Schema direttore della Rete Ecologica Provinciale CONFERENZA DI PIANIFICAZIONE PTCP 2007 Piacenza, Sala del Consiglio Provinciale,, 12 febbraio 2008 DAL QUADRO CONOSCITIVO AL PIANO Schema direttore della Rete Ecologica Provinciale Dr Luca Bisogni Dr Giovanna

Dettagli

Regolamento Urbanistico CONTRIBUTO ALLA DEFINIZIONE DELLA DISCIPLINA DELLE AREE EXTRA-URBANE

Regolamento Urbanistico CONTRIBUTO ALLA DEFINIZIONE DELLA DISCIPLINA DELLE AREE EXTRA-URBANE Regolamento Urbanistico CONTRIBUTO ALLA DEFINIZIONE DELLA DISCIPLINA DELLE AREE EXTRA-URBANE Finalità del contributo agronomico all analisi del territorio: 1. conoscere il livello di utilizzazione attuale

Dettagli

Adeguamento della S.S. 534 come raccordo autostradale cat. b megalotto 4. Collegamento tra l Autostrada A3 (Svincolo di Firmo)

Adeguamento della S.S. 534 come raccordo autostradale cat. b megalotto 4. Collegamento tra l Autostrada A3 (Svincolo di Firmo) ANAS SPA Direzione Centrale Progettazione Imprese A.T.I. Mandataria Mandante Adeguamento della S.S. 534 come raccordo autostradale cat. b megalotto 4 Collegamento tra l Autostrada A3 (Svincolo di Firmo)

Dettagli

8. Indici sintetici ecologici e socioeconomici

8. Indici sintetici ecologici e socioeconomici PARTE II INDICI SINTETICI DI VALUTAZIONE DELLA QUALITA TERRITORIALE 8. Indici sintetici ecologici e socioeconomici Il modello statistico-matematico presentato è una proposta di lettura della configurazione

Dettagli

BA_09. AMBITO PGT : Verde urbano ( PGT adottato), Area boscata (PGT approvato in fase di pubblicazione). PROFILO DESCRITTIVO DELL AREA

BA_09. AMBITO PGT : Verde urbano ( PGT adottato), Area boscata (PGT approvato in fase di pubblicazione). PROFILO DESCRITTIVO DELL AREA SCHEDA n. : BA_09 AMBITO PGT : Verde urbano ( PGT adottato), Area boscata (PGT approvato in fase di pubblicazione). Data: 31.10.2011 Rilevatore: CG/cv DENOMINAZIONE: : Via Presolala/Via Resegone (ambito

Dettagli

AREE IMPORTANTI PER L AVIFAUNA NEL FIUME ARNO (PROV. DI FIRENZE): INDIVIDUAZIONE DELLE EMERGENZE E PROSPETTIVE DI TUTELA

AREE IMPORTANTI PER L AVIFAUNA NEL FIUME ARNO (PROV. DI FIRENZE): INDIVIDUAZIONE DELLE EMERGENZE E PROSPETTIVE DI TUTELA AREE IMPORTANTI PER L AVIFAUNA NEL FIUME ARNO (PROV. DI FIRENZE): INDIVIDUAZIONE DELLE EMERGENZE E PROSPETTIVE DI TUTELA MICHELE GIUNTI & PAOLO SPOSIMO * c/o Nemo srl, via Giotto 33 50121, Firenze 055/674223

Dettagli

IL GOVERNO DEL PO NELL'AMBITO DEI PARCHI REGIONALI PIEMONTESI

IL GOVERNO DEL PO NELL'AMBITO DEI PARCHI REGIONALI PIEMONTESI IL GOVERNO DEL PO NELL'AMBITO DEI PARCHI REGIONALI PIEMONTESI Ferrara 12 ottobre 2017 Dario Zocco Direttore delle Aree protette del Po vercellese-alessandrino 1979 (primo nucleo) iserva Naturale della

Dettagli

IQH_IFF Una metodologia per la valutazione delle condizioni di habitat basata sull Indice di FunzionalitàFluviale

IQH_IFF Una metodologia per la valutazione delle condizioni di habitat basata sull Indice di FunzionalitàFluviale IQH_IFF Una metodologia per la valutazione delle condizioni di habitat basata sull Indice di FunzionalitàFluviale Fluviale Gian Luigi Rossi Laboratorio di Ecologia Unità Tecnica Tecnologie Saluggia Premessa

Dettagli

? Incerto. Legenda tabelle n/a. Stato attuale della componente ambientale in relazione all'indicatore considerato. Peggiornamento

? Incerto. Legenda tabelle n/a. Stato attuale della componente ambientale in relazione all'indicatore considerato. Peggiornamento Legenda tabelle n/a Disponibilità del dato Trend della componente ambientale in relazione all'indicatore considerato D Disponibile e sufficiente per una valutazione Miglioramento I Presente ma Insufficiente

Dettagli

La Rete ecologica regionale nel Piano paesaggistico regionale

La Rete ecologica regionale nel Piano paesaggistico regionale La Rete ecologica regionale nel Piano paesaggistico regionale pierpaolo zanchetta - pierpaolo.zanchetta@regione.fvg.it - tel. 0432 555592 giuliana renzi giuliana.renzi@regione.fvg.it - tel. 040 3775470

Dettagli

LA RETE ECOLOGICA DEI COMUNI DI AGENDA 21 LAGHI E DEL PARCO DEL TICINO PRIMA FASE

LA RETE ECOLOGICA DEI COMUNI DI AGENDA 21 LAGHI E DEL PARCO DEL TICINO PRIMA FASE LA RETE ECOLOGICA DEI COMUNI DI AGENDA 21 LAGHI E DEL PARCO DEL TICINO PRIMA FASE A cura di: Autore della Ricerca Dott.ssa Debora Tollardo Supervisione Dott.ssa Francesca Trotti GLI OBIETTIVI tutelare

Dettagli

Aree agricole ad alto valore naturale. Attività della RRN

Aree agricole ad alto valore naturale. Attività della RRN Aree agricole ad alto valore naturale. Attività della RRN Antonella Trisorio Rete Rurale Nazionale TFT Ambiente e condizionalità - Biodiversità Roma, 15 ottobre 2009 PERCORSO INTRAPRESO 1) ricognizione

Dettagli

REGIONE ABRUZZO DIREZIONE TERRITORIO URBANISTICA BENI AMBIENTALI PARCHI POLITICHE E GESTIONE DEI BACINI IDROGRAFICI

REGIONE ABRUZZO DIREZIONE TERRITORIO URBANISTICA BENI AMBIENTALI PARCHI POLITICHE E GESTIONE DEI BACINI IDROGRAFICI REGIONE ABRUZZO DIREZIONE TERRITORIO URBANISTICA BENI AMBIENTALI PARCHI POLITICHE E GESTIONE DEI BACINI IDROGRAFICI Servizio Aree Protette BBAA e V.I.A. Linee guida per la relazione della Valutazione d

Dettagli

Le Linee guida regionali sulla gestione della vegetazione ripariale

Le Linee guida regionali sulla gestione della vegetazione ripariale LA GESTIONE DELLA VEGETAZIONE RIPARIALE TRA RISCHIO IDRAULICO, TUTELA DELLA BIODIVERSITÀ E DEL PAESAGGIO Le Linee guida regionali sulla gestione della vegetazione ripariale Enzo Valbonesi Francesco Besio

Dettagli

Database della vegetazione del Parco regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell Abbadessa. Documentazione. a cura di S. Corticelli, S.

Database della vegetazione del Parco regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell Abbadessa. Documentazione. a cura di S. Corticelli, S. Database della vegetazione del Parco regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell Abbadessa Documentazione a cura di S. Corticelli, S. Masi Edizione dicembre 2013 Sommario Scheda riepilogativa...3 Metodologia

Dettagli

Il paesaggio delle cascine: esemplificazione metodologica per l'analisi paesisitica ed un progetto di fruizione del territorio

Il paesaggio delle cascine: esemplificazione metodologica per l'analisi paesisitica ed un progetto di fruizione del territorio Il paesaggio delle cascine: esemplificazione metodologica per l'analisi paesisitica ed un progetto di fruizione del territorio arch. Antonio rubagotti PREMESSA METODOLOGICA ESEMPLIFICAZIONE DI UNA METODOLOGIA

Dettagli

Legambiente Parma 8 novembre 2014 Esperienze di riqualificazione fluviale nel Parco del Taro

Legambiente Parma 8 novembre 2014 Esperienze di riqualificazione fluviale nel Parco del Taro Legambiente Parma 8 novembre 2014 Esperienze di riqualificazione fluviale nel Parco del Taro Dr. Michele Zanelli Ente Parchi Emilia Occidentale Il PARCO FLUVIALE REGIONALE DEL TARO è stato istituito nel

Dettagli

SCENARI DI SVILUPPO E STRUMENTI DI GOVERNO PER IL PAESAGGIO RURALE TOSCANO. Cambiamenti di uso del suolo cambiamenti di paesaggio rurale

SCENARI DI SVILUPPO E STRUMENTI DI GOVERNO PER IL PAESAGGIO RURALE TOSCANO. Cambiamenti di uso del suolo cambiamenti di paesaggio rurale SCENARI DI SVILUPPO E STRUMENTI DI GOVERNO PER IL PAESAGGIO RURALE TOSCANO Cambiamenti di uso del suolo cambiamenti di paesaggio rurale Scuola Superiore Sant Anna, Pisa 5 ottobre 2010 Università di Bologna,

Dettagli

L ESPERIENZA DEL COMUNE DI ROVERETO. Maurizio Tomazzoni Assessore all'urbanistica, patrimonio e cultura, Comune di Rovereto

L ESPERIENZA DEL COMUNE DI ROVERETO. Maurizio Tomazzoni Assessore all'urbanistica, patrimonio e cultura, Comune di Rovereto L ESPERIENZA DEL Maurizio Tomazzoni Assessore all'urbanistica, patrimonio e cultura, Comune di Rovereto L analisi del paesaggio costituisce l elemento centrale oltre che di novità, dell intero processo

Dettagli

Acque sotterranee: l analisi conoscitiva in relazione agli impianti ittici, all industria e all agricoltura

Acque sotterranee: l analisi conoscitiva in relazione agli impianti ittici, all industria e all agricoltura Acque sotterranee: l analisi conoscitiva in relazione agli impianti ittici, all industria e all agricoltura DANIELA IERVOLINO Regione Friuli Venezia Giulia San Vito al Tagliamento 12 maggio 2015 Il modello

Dettagli

Analisi urbanistiche e territoriali per un progetto di Rete ecologica

Analisi urbanistiche e territoriali per un progetto di Rete ecologica Analisi urbanistiche e territoriali per un progetto di Rete ecologica Andrea Arcidiacono Silvia Ronchi Istituto Nazionale di Urbanistica 10 febbraio 2016 Sala Previato Piazza della Vittoria (ex Municipio)

Dettagli

I rapporti ambientali e gli studi di incidenza ambientale

I rapporti ambientali e gli studi di incidenza ambientale I rapporti ambientali e gli studi di incidenza ambientale del Piano energetico regionale 2017-2030 e del suo Piano triennale attuativo 2017-2019 dell Emilia-Romagna Arpae Emilia-Romagna - 05/07/2016 1

Dettagli

QUADRO CONOSCITIVO QC1 COMUNE DI MASSA REGOLAMENTO URBANISTICO COMUNALE PROVINCIA DI MASSA CARRARA

QUADRO CONOSCITIVO QC1 COMUNE DI MASSA REGOLAMENTO URBANISTICO COMUNALE PROVINCIA DI MASSA CARRARA PROGETTISTI: 1 2 Arch. Silvia Viviani Arch. Pietro Basilio Giorgieri Arch. Sergio Pasanisi - ASSET Srl Arch. Pian. Terr. Letizia Coltellini COLLABORATORI: 3 6 7 4 5 8 9 Tavola: QC1 Oggetto: LEGENDA CARTA

Dettagli

PREMIO DEL PAESAGGIO terza edizione IL PIANO STRATEGICO PAESISTICO AMBIENTALE DEL COMUNE DI ASSEMINI _ IL BOULEVARD DEI PAESAGGI

PREMIO DEL PAESAGGIO terza edizione IL PIANO STRATEGICO PAESISTICO AMBIENTALE DEL COMUNE DI ASSEMINI _ IL BOULEVARD DEI PAESAGGI REGIONE AUTONOMA VISIONE D INSIEME DEL PROGETTO REGIONE AUTONOMA QUADRO 1Æ Il Parco Agricolo QUADRO 2Æ Il Parco dei Due Fiumi QUADRO 3Æ Il Centro di diffusione Naturalità QUADRO 4Æ La porta verso le saline

Dettagli

Casalecchio di Reno Verso il piano di gestione del Parco della Chiusa

Casalecchio di Reno Verso il piano di gestione del Parco della Chiusa FISIONOMIA E DINAMICA DEI BOSCHI E DEGLI ARBUSTETI DEL PARCO DELLA CHIUSA ANTONIO GABELLINI FOTO 1933 FOTO 1954 FOTO 1981 FOTO 2000 FOTO 2011 CLASSIFICAZIONE SEGUENDO LE PRESCRIZIONI DI MASSIMA E DI POLIZIA

Dettagli

NATURA E BIODIVERSITÀ 2013 Biodiversità: tendenze e cambiamenti Distribuzione del Valore Ecologico secondo Carta della Natura

NATURA E BIODIVERSITÀ 2013 Biodiversità: tendenze e cambiamenti Distribuzione del Valore Ecologico secondo Carta della Natura NATURA E BIODIVERSITÀ 2013 Biodiversità: tendenze e cambiamenti Distribuzione del Valore Ecologico secondo Carta della Natura Nome indicatore DPSIR Fonte dati Distribuzione del Valore Ecologico secondo

Dettagli

Marina Credali*, Donata Dal Puppo*, Alessandra Norcini*, Stefano Agostoni**

Marina Credali*, Donata Dal Puppo*, Alessandra Norcini*, Stefano Agostoni** DUSAF Destinazione d Uso dei Suoli Agricoli e Forestali Struttura e classi rappresentate nella Legenda della cartografia di uso del suolo Dante Fasolini, Stefano Manetta, Vanna Maria Sale, Ersaf Ente Regionale

Dettagli

Capitolo 7 VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI CUMULATIVI CON ALTRI PIANI

Capitolo 7 VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI CUMULATIVI CON ALTRI PIANI Capitolo 7 VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI CUMULATIVI CON ALTRI PIANI 7.1 Introduzione In base a quanto previsto dalla Legge Quadro sulla aree naturali protette 394/91, Art. 12 comma 7, Il Piano per il Parco

Dettagli

CARTA DI USO DEL SUOLO DELLA REGIONE LAZIO

CARTA DI USO DEL SUOLO DELLA REGIONE LAZIO CARTA DI USO DEL SUOLO DELLA REGIONE LAZIO CHIAVI DI INTERPRETAZIONE Alessandro Cimbelli, Stefano Mugnoli, Rita Galloni, Danilo Moscetta Maggio 2003 Introduzione Il seguente documento descrive, in maniera

Dettagli

a caccia di farfalle nei Castagneti

a caccia di farfalle nei Castagneti a caccia di farfalle nei Castagneti Febbraio 2019 Progetto di ricerca scientifica sui Lepidotteri e i Tricotteri che verrà svolto in Valle Brembana, in particolare negli ambienti degli antichi castagneti

Dettagli

Tavola 1A - FUNZIONI PREVALENTI

Tavola 1A - FUNZIONI PREVALENTI Anno Accademico 2016-17 Laboratorio di Progettazione Urbanistica 3 Roma Città Territorio Tavola 1A - FUNZIONI PREVALENTI 12-14.10.2016 Finalità dell esercitazione distinguere all interno del territorio

Dettagli

REGIONE EMILIA-ROMAGNA PROVINCIA DI FORLI'-CESENA UNIONE MONTANA ACQUACHETA ROMAGNA TOSCANA COMUNE DI PORTICO-S. BENEDETTO CA' DELLA VIA - AMBITO 1 -

REGIONE EMILIA-ROMAGNA PROVINCIA DI FORLI'-CESENA UNIONE MONTANA ACQUACHETA ROMAGNA TOSCANA COMUNE DI PORTICO-S. BENEDETTO CA' DELLA VIA - AMBITO 1 - REGIONE EMILIA-ROMAGNA COMUNE DI PORTICO-S. BENEDETTO CA' DELLA VIA - AMBITO 1 - TAV. N1c.1 - Uso del suolo LEGENDA Limiti comunali Polo/Ambito Dr Legenda dell'uso del suolo allegata in fondo Er Er Bm

Dettagli

APPROFONDIMENTI SU MAPPE DI PERICOLOSITA E RISCHIO PER INONDAZIONE DA FIUMI E TORRENTI

APPROFONDIMENTI SU MAPPE DI PERICOLOSITA E RISCHIO PER INONDAZIONE DA FIUMI E TORRENTI APPROFONDIMENTI SU MAPPE DI PERICOLOSITA E RISCHIO PER INONDAZIONE DA FIUMI E TORRENTI MAPPE DI PERICOLOSITA Le mappe sono state prodotte unendo i perimetri delle aree individuate nei Piani stralcio di

Dettagli

MISURA PRIMO IMBOSCHIMENTO DI TERRENI NON AGRICOLI

MISURA PRIMO IMBOSCHIMENTO DI TERRENI NON AGRICOLI 5.3.2.2.3 MISURA 223 - PRIMO IMBOSCHIMENTO DI TERRENI NON AGRICOLI Riferimenti normativi Articoli 36 (b) (iii) e 45 del Regolamento (Ce) N. 1698/2005 Articolo 30 e punto 5.3.2.3.3 dell Allegato II del

Dettagli

Progetto SILLIFE 14/NAT/IT/000809

Progetto SILLIFE 14/NAT/IT/000809 Prospettive offerte dal progetto Life e misure attuabili con il nuovo Programma di Sviluppo Rurale della Regione del Veneto Regione Veneto - Sezione Parchi Biodiversità Programmazione Silvopastorale e

Dettagli

STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE ED INDIRIZZO SULLA BIODIVERSITÀ IN PIEMONTE: CRITICITÀ ED OPPORTUNITÀ

STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE ED INDIRIZZO SULLA BIODIVERSITÀ IN PIEMONTE: CRITICITÀ ED OPPORTUNITÀ DIREZIONE AMBIENTE STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE ED INDIRIZZO SULLA BIODIVERSITÀ IN PIEMONTE: CRITICITÀ ED OPPORTUNITÀ Vincenzo Maria Molinari, Viola Erdini, Elisa Malenotti, Matteo Massara M PIEMONTE E

Dettagli

Capitolo 6 Risultati pag. 349

Capitolo 6 Risultati pag. 349 Capitolo 6 Risultati pag. 349 Figura 6.106. Confronto termovalorizzatore-sorgenti lineari per toluene. Capitolo 6 Risultati pag. 350 I valori medi di concentrazione di toluene dovuti alle sole sorgenti

Dettagli

DEFINIZIONE DELL ALGORITMO DI CALCOLO DEL DEFLUSSO MINIMO VITALE IN FRIULI VENEZIA GIULIA

DEFINIZIONE DELL ALGORITMO DI CALCOLO DEL DEFLUSSO MINIMO VITALE IN FRIULI VENEZIA GIULIA DEFINIZIONE DELL ALGORITMO DI CALCOLO DEL DEFLUSSO MINIMO VITALE IN FRIULI VENEZIA GIULIA DANIELA IERVOLINO Regione Friuli Venezia Giulia TOLMEZZO 5 maggio 2015 Linee di indirizzo Corsi d acqua/tratti

Dettagli

La componente agroforestale. pianificazione di livello comunale in Piemonte

La componente agroforestale. pianificazione di livello comunale in Piemonte La componente agroforestale nella pianificazione di livello comunale in Piemonte Alba, 27 febbraio 2016 Franco Licini Estensione delle superfici forestali Oltre 970.000 ha (proiezione reale ultimi rilievi)

Dettagli

Anas SpA PROGETTO DEFINITIVO. Direzione Progettazione Realizzazione Lavori

Anas SpA PROGETTO DEFINITIVO. Direzione Progettazione Realizzazione Lavori Anas SpA Direzione Progettazione Realizzazione Lavori ADEGUAMENTO A 4 CORSIE NEL TRATTO GROSSETO - SIENA (S.S. 223 "DI PAGANICO") DAL KM 41+600 AL KM 53+400 - LOTTO 9 PROGETTO DEFINITIVO COD. PROG. Keyplan

Dettagli

Dipartimento Biologia e Biotecnologie C. Darwin. Luigi Boitani. Strategie e tattiche della conservazione della biodiversità

Dipartimento Biologia e Biotecnologie C. Darwin. Luigi Boitani. Strategie e tattiche della conservazione della biodiversità Dipartimento Biologia e Biotecnologie C. Darwin Luigi Boitani Strategie e tattiche della conservazione della biodiversità Proiezioni delle Nazioni Unite per la crescita della popolazione umana nel 2050

Dettagli

Capo I Disposizioni generali Art. 1 Oggetto

Capo I Disposizioni generali Art. 1 Oggetto Regolamento recante istruzioni tecniche per la redazione degli strumenti della pianificazione provinciale e comunale in materia di cave e torbiere, di recupero di cave dimesse o in abbandono e di riutilizzo

Dettagli

Definizioni classiche di selvicoltura

Definizioni classiche di selvicoltura Definizioni classiche di selvicoltura La selvicoltura studia la tecnica dell impianto, dell utilizzazione e della rinnovazione dei boschi (A. De Philippis 1960/61) Selvicoltura: la scienza e la pratica

Dettagli

Quadro di riferimento per la redazione e lo svolgimento della seconda prova scritta dell esame di Stato ISTITUTI PROFESSIONALI SETTORE SERVIZI

Quadro di riferimento per la redazione e lo svolgimento della seconda prova scritta dell esame di Stato ISTITUTI PROFESSIONALI SETTORE SERVIZI Quadro di riferimento per la redazione e lo svolgimento della seconda prova scritta dell esame di Stato ISTITUTI PROFESSIONALI SETTORE SERVIZI CODICE IPVP INDIRIZZO: SERVIZI PER L AGRICOLTURA E LO SVILUPPO

Dettagli

Il processo di lettura del paesaggio : dalla macroscala alla mesoscala sino all elemento di dettaglio

Il processo di lettura del paesaggio : dalla macroscala alla mesoscala sino all elemento di dettaglio Processo gerarchico di lettura del mosaico paesistico Il processo di lettura del paesaggio : dalla macroscala alla mesoscala sino all elemento di dettaglio Schema di lettura spaziale/gerarchica del paesaggio,

Dettagli

1. I BENI PAESAGGISTICI

1. I BENI PAESAGGISTICI 1. I BENI PAESAGGISTICI I beni paesaggistici e ambientali costituiscono gli elementi di riferimento cardine per la definizione dell assetto ambientale, esso è costituito dall insieme degli elementi territoriali

Dettagli

Il Piano Cave della Provincia di Bergamo e la Valutazione di Incidenza

Il Piano Cave della Provincia di Bergamo e la Valutazione di Incidenza Il Piano Cave della Provincia di Bergamo e la Valutazione di Incidenza 1. Cos è la Valutazione di Incidenza 2. Rete Natura 2000 e Rete Ecologica 3. Localizzazione degli ATE per i quali la Valutazione di

Dettagli

CENSIMENTO DEGLI SPAZI APERTI

CENSIMENTO DEGLI SPAZI APERTI NOME DEL PROGETTO NOME SPAZIO APERTO Ponte San Pietro 8 COMUNE Ponte San Pietro AREA (ha) 0,2274 PERIMETRO (metri) 192 PROPRIETÀ DELL AREA Privata DATA RILIEVO 03/04/2013 RILIEVO EFFETTUATO DA Angelucci-Morlotti

Dettagli

CENSIMENTO DEGLI SPAZI APERTI

CENSIMENTO DEGLI SPAZI APERTI NOME DEL PROGETTO NOME SPAZIO APERTO Suisio_02 COMUNE Suisio AREA (ha) 0,984 PERIMETRO (metri) 500 PROPRIETÀ DELL AREA Privata DATA RILIEVO 15 novembre 2013 RILIEVO EFFETTUATO DA Massimo Bernardelli 2

Dettagli

Progetto Parchi in qualità

Progetto Parchi in qualità APPLICAZIONE PILOTA DEI SISTEMI DI GESTIONE AMBIENTALE NELLE AREE PROTETTE Progetto Parchi in qualità ovvero applicazione pilota del Sistema di Gestione Ambientale nelle aree naturali protette Il Repertorio

Dettagli

I presupposti per la costruzione della Rete ecologica Brescia,

I presupposti per la costruzione della Rete ecologica Brescia, I presupposti per la costruzione della Rete ecologica Brescia, 22.12.2015 Dr.For.Michele Cereda Cosa fa parte della rete ecologica? La lettura del territorio a scale diverse La conoscenza dei componenti

Dettagli

CENSIMENTO DEGLI SPAZI APERTI

CENSIMENTO DEGLI SPAZI APERTI NOME SPAZIO APERTO COMUNE Treviolo14 Treviolo AREA (ha) 1,238 PERIMETRO (metri) 461 PROPRIETÀ DELL AREA Privata DATA RILIEVO 27 marzo 2013 RILIEVO EFFETTUATO DA NOME DEL PROGETTO Emanuele Morlotti e Giovanna

Dettagli

L utilizzo della Banca Dati dell Uso del Suolo della Regione del Veneto a supporto dell attivit. attività di Pianificazione Territoriale

L utilizzo della Banca Dati dell Uso del Suolo della Regione del Veneto a supporto dell attivit. attività di Pianificazione Territoriale 1 Presentazione L utilizzo della Banca Dati dell Uso del Suolo della Regione del Veneto a supporto dell attivit attività di Pianificazione Territoriale A cura di Massimo Foccardi Mauro Nordio 2 Realizzazione

Dettagli

Carta dell uso del Suolo (Regione Emilia Romagna) Carta dell uso del Suolo (Regione Emilia Romagna)

Carta dell uso del Suolo (Regione Emilia Romagna) Carta dell uso del Suolo (Regione Emilia Romagna) Suolo SUOLO Con il termine suolo ci si riferisce allo strato superficiale della crosta terrestre, prodotto dall alterazione chimico-fisica delle rocce affioranti, che sono così trasformate in detrito su

Dettagli