Nel mondo pag.2 In Italia pag.5

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1 I TRIMESTRE 20 Numero 1/ 5 Maggio 20 IN SINTESI Nel mondo pag.2 In Italia pag.5 A campagna di raccolta praticamente finita, il Coi (Comintato Olivicolo Internazionale) stima una produzione di circa 3,1 milioni di tonnellate, il 28% in più rispetto al 20. Risultato attribuibile in larga misura al recupero produttivo della Spagna, che si attesta ad oltre un milione e mezzo di tonnellate. Il primo trimestre del 20 ha segnato una battuta di arresto dei listini spagnoli, mentre per gli altri Paesi competitor la situazione soprattutto sull extravergine è opposta. Tutti positivi, invece, i confronti tra i dati cumulati del 20 e quelli dell anno prima. Nel 20 gli scambi internazionali hanno rallentato in volume (-5%) ma sono cresciuti in valore (+%) a causa degli incrementi dei listini medi internazionali. Il primo trimestre 20 ha segnato, in controtendenza con la Spagna, un incremento dei listini per l extravergine mentre il lampante ha seguito le sorti negative dell analogo prodotto iberico. Intanto la domanda interna di olio di oliva dei primi due mesi del 20 è scesa più in volume che in valore. Si evidenzia, infatti, l aumento dei listini. Scendono invece i prezzi medi al consumo dei sostituti dell olio di oliva come olio di semi e margarina. Intanto gli ordini non in linea con le aspettative riportano su terreno negativo il clima di fiducia dell industria olearia. Saldo positivo, e pari a 151 milioni di euro, quello della bilancia commerciale del settore olio di oliva e sansa del 20. In volume, si è evidenziata una minore domanda italiana all estero (-20%) e un -8% delle consegne. IN EVIDENZA Nel mondo Olio extravergine di oliva: prezzi internazionali alla produzione a confronto ( /kg) 3,70 3,20 2,70 2,20 1,70 1,20 Tunisia Spagna Grecia Italia In Italia Olio di oliva: confronto dei prezzi alla produzione tra i diversi segmenti ( /kg) 3,70 3,20 2,70 2,20 1,70 1,20 Extravergine Vergine Lampante 1

2 1. Nel mondo 1.1 La produzione Secondo le ultime stime Coi la produzione della campagna 20/20 potrebbe attestarsi a 3,1 milioni di tonnellate dopo i 2,5 della precedente. A determinare il risultato sia nell uno che nell altro caso è naturalmente sempre la Spagna. Dopo l annata disastrosa 20/20 dal punto di vista dei volumi per la campagna attuale, infatti, il Paese iberico sembra deciso a tornare abbondantemente sopra il milione di tonnellate. E questa previsione da sola basta a far salire in modo così significativo il dato mondiale. Da ricordare che lo scorso anno la produzione iberica era stata di poco più di 600 mila tonnellate. I dati fino a febbraio parlavano già di una produzione oltre 1,5 milioni di tonnellate. Fig. 1.1 Evoluzione della produzione mondiale di olio (000 t) Nel resto dei Paesi produttori la situazione è piuttosto variegata a partire dall Italia, dove gli entusiasmi estivi sono stati drasticamente ridimensionati da un autunno difficile. La produzione sembrerebbe in aumento in Portogallo dove, peraltro sono in incremento gli impianti intensivi irrigui. Condizioni atmosferiche avverse, ed in particolare alte temperature e forti venti, sono alla base della minor produzione greca attesa per la campagna in corso. In Turchia, invece, sono state le scarse piogge in fase di fioritura a creare danni * Cali considerevoli sono stimati anche in Tunisia, mentre le produzioni dovrebbero *Stima essere superiore in Algeria e Francia. su dati COI. Produzione 20 stabile, invece, in Argentina e questo è un dato consolidato non una stima visto che lì la raccolta delle olive è già avvenuta in primavera 20 e già ci si prepara alla raccolta Gli scambi Il 20 si è chiuso, come era probabilmente intuibile, con una flessione in volume degli scambi internazionali (-5%) accompagnata da una crescita del valore corrispettivo (+%). Questo in virtù, come sottolineato più volte, della minor disponibilità spagnola per la campagna 20/20 che ha determinato anche un notevole innalzamento dei prezzi medi del 20 e quindi anche del valore unitario medio degli scambi. La minor capacità spagnola di far fronte alla domanda estera, comunitaria e non, ha in primo luogo incrementato gli approvvigionamenti Ue fuori dai confini comunitari. Con 158 mila tonnellate acquistate da Paesei terzi, infatti, la Ue nel complesso ha incrementato del 37% l import in volume rispetto all anno prima e contemporaneamente ha speso 383 milioni di euro, ben l 80% in più su base annua. A beneficiare della maggior domanda comunitaria sono state la Tunisia in primo luogo, +8% in volume e +51% in valore, seguita dalla Turchia. L aumento delle importazioni è stato così elevato da rendere anche difficile il confronto con il 20 e tale da coprire il 19% dell intero fabbisogno dai Paesi extra Ue. Come di consueto, l import comunitario è formato essenzialmente da olio di oliva e all interno di questo aggregato, che totalizza 152 mila tonnellate, il 66% è rappresentato da olio extravergine e vergine. Sono risultate in calo le esportazioni Ue alla volta dei Paesi terzi (-%) a fronte di un +7% degli introiti. 2

3 Tab. 1.1 I principali Paesi importatori di olio d oliva e di sansa (000 t) Var.% Import tot.* ,4 Italia ,7 Stati Uniti ,0 Spagna ,0 Portogallo ,3 Francia ,5 Brasile ,3 Germania ,0 Regno Unito ,2 Giappone ,0 Cina ,3 Canada ,8 Russia ,0 Australia ,1 Belgio ,5 Paesi Bassi ,4 Messico 16 24,2 Svizzera - 1,0 Altri 0 9-7,8 *stima Ismea su dati Gta Tab. 1.2 I principali Paesi importatori di olio d oliva e di sansa (mln euro) Var.% Import tot.* ,3 Italia ,0 Stati Uniti ,8 Francia ,2 Spagna ,3 Portogallo ,9 Brasile ,1 Germania ,7 Giappone ,1 Regno Unito ,5 Cina 4 4 7,6 Canada ,4 Australia ,9 Russia ,4 Belgio ,9 Svizzera ,9 Paesi Bassi ,4 Messico ,7 Altri ,9 *stima Ismea su dati Gta Tab. 1.3 I principali Paesi esportatori di olio d oliva e di sansa (000 t) Var.% Export tot.* ,4 Spagna ,4 Italia ,6 Grecia ,8 Tunisia* 0 0-0,2 Portogallo ,6 Turchia ,6 Argentina ,3 Stati Uniti 11 17,8 Cile ,4 Francia 7 6-1,9 Belgio 5 6,3 Germania 5 5-9,8 Australia ,1 Regno Unito ,3 Lituania ,8 Austria ,2 Paesi Bassi 2 2-3,8 Altri ,2 *Stima Ismea su dati Gta Tab. 1.4 I principali Paesi esportatori di olio d oliva e di sansa (mln euro) Var.% Export tot.* ,3 Spagna ,1 Italia ,2 Grecia ,5 Tunisia* ,7 Portogallo ,7 Turchia ,8 Argentina ,5 Francia ,8 Cile ,9 Stati Uniti ,5 Marocco ,0 Belgio 19 42,8 Germania ,4 Australia 16 23,5 Regno Unito 10 -,8 Austria ,0 Lituania 6 6 5,6 Altri ,4 *Stima Ismea su dati Gta Passando ad analizzare i singoli Paesi si evidenza nel 20, per le motivazioni sopra descritta, il deciso 3

4 ingresso della Spagna tra i principali Paesi importatori, posizionandosi come terzo Paese in graduatoria in volume, preceduta nell ordine da Italia e Stati Uniti, mentre in valore è quarta, sorpassata anche dalla Francia. Ad avvantaggiarsi notevolmente dell insolita, ma non inaspettata, crescita della domanda da parte della Spagna è stata la Grecia che, con 37 mila tonnellate, è balzata prepotentemente al primo posto nella graduatoria dei fornitori, seguita dal Portogallo con 36 mila e dalla Tunisia con 33 mila tonnelate. Gli Stati Uniti, tradizionale cliente della Spagna, hanno ridotto in modo sensibile la propria domanda (-10%), a causa essenzialmente del -37% di prodotto iberico. Male anche nei confronti della domanda italiana e tunisina. Sono cresciuti, invece, gli approvvigionamenti statunitensi in Turchia, di sei volte superiori a quelli dell anno prima, e dall Argentina. In termini di spesa gli Stati Uniti hanno visto incrementare i propri esborsi in tutti i principali Paesi fornitori ad eccezione della Spagna. Tra i nuovi consumatori si registra, dopo un buon inizio di anno, un rallentamento della domanda del Brasile. In Cina, invece, l anno si è chiuso come era iniziato e cioè con una flessione in volume accompagnata però da una crescita del valore. La Spagna resta sempre più leader indiscusso del mercato cinese con 24 mila tonnellate (-%) ed una quota del 61% del totale importato dalla Cina. Buona performance anche della domanda russa che non si discosta molto dal dato 20 in quanto a volumi, mentre fa registrare una spesa in crescita del 9% su base annua. Nonostante la flessione significativa delle proprie consegne oltre i confini nazionali, la Spagna si mantiene leader tra i Paesi fornitori, tallonata a più breve distanza del solito dall Italia. Sul fronte dei valori, invece, grazie all aumento importante dei listini, gli introiti spagnoli sono rimasti pressoché sui livelli dell anno prima, mentre per l Italia c è stato un balzo in avanti dell 8%. 1.3 Il mercato Nonostante gli ultimi mesi del 20 abbiano mostrato decisi ribassi, l anno nel suo complesso è stato molto positivo per i prezzi internazionali. Complice, infatti, la scarsa produzione spagnola del 20/20 si è assistito soprattutto nel primo trimestre dell anno ad una decisa impennata dei listini. Il fenomeno si è poi ridimensionato ma ha permesso comunque ai listini dei princiapli Paesi produttori di chiudere il 20 con incrementi medi di oltre il 20% su base annua. La Spagna ha fatto segnare un +28% nell extravergine e con un +24% nel lampante. In Grecia si è avuto rispettivamente +24 e +20 per cento ed anche in Tunisia si è registrato un +27% nell extra e un +25% nel lampante. Anche per il settore oleario italiano è una sequesnza di crescite a due cifre se il confronto lo si fa tenendo conto del prezzo medio 20 rispetto a quello 20. Da sottolineare, comunque, che fino a metà anno gli incrementi dell extravergine sfioravano il 30% e che con il passare dei mesi ed il profilarsi di progressive flessioni tale indicatore si è ridotto al +16%. Per vergine e lampante l anno si è comunque chiuso rispettivamente a +25 e +26 per cento. Dopo un finale di 20 in flessione, come detto, per le più che ottimistiche aspettative produttive spagnole il 20 si è aperto con situzioni differenti nei Paesi produttori. Fig. 1.2 Spagna: prezzi all origine ( /kg) Fig. 1.3 Grecia: prezzi all origine( /kg) 3,00 2,80 2,60 2,40 2,20 2,00 2,70 2,50 2,30 2,10 1,90 1,80 1,70 1,60 1,50 1,40 1,30 extravergine lampante extravergine lampante 4

5 Fig. 1.4 Tunisia: prezzi all origine ( /kg) 2,70 2,50 2,30 2,10 1,90 1,70 1,50 1,30 extravergine lampante Ad una Spagna che continua a perdere centesimo su centesimo si contrappone l aumento, ormai dall inizio dell anno, sia dell extra italiano sia greco. Alti e bassi, invece, per la Tunisia che, contrariamente al solito, non mostra un andamento pedissequo a quello spagnolo. Ma andiamo con ordine. In Spagna le quotazioni medie di febbraio dell extra hanno chiuso a 2,11 euro al chilo contro i 2,34 dell ultimo trimestre dell anno prima con una discesa progressiva fino ad arrivare ai 2,04 euro al chilo di marzo e aprile. Del resto le quantità sono abbondanti e nessuno ha necessità di fare la corsa agli approvvigionamenti. I dati che arrivano da Madrid sulla produzione, e fermi peraltro a gennaio, parlano già di 1,5 milioni di tonnellate, praticamente più del doppio di quanto prodotto nella campagna scorsa. Non può quindi stupire se a Jaen, capitale per eccellenza della produzione olearia spagnola, le quotazioni medie sono scese sotto i due euro. Giù anche il lampante iberico che nei primi tre mesi del 20 è sceso mediamente a 1,78 euro al chilo, mentre aveva chiuso il 20 a 2,03 euro al chilo e comunque in discesa rispetto ai mesi precedenti. In aprile, peraltro, sono state persi altri centesimi e si è attestato a 1,68 euro al chilo. A differenza del solito in questo periodo i prezzi internazionali non hanno un andamento univoco. Alla flessione della Spagna, infatti, risponde la Grecia con incrementi dei listini. Nei primi tre mesi dell anno infatti l extra si è attestato a 2,77 euro al chilo mentre nel IV trimestre del 20 erano a 2,56 euro. Certo è una politica dei piccoli passi ma è comunque un segnale positivo per i produttori i quali, complice una produzione tutt altro che abbondante, possono ancora tirare sul prezzo. Anche il lampante ellenico è in lieve rialzo. Contrariamente al solito anche la Tunisia, dove le disponibilità della campagna in corso sono inferiori rispetto a quelle della precedente, si hanno listini in rialzo nel primo trimestre 20. Sembra quindi essere stato abbandonato, almeno per ora, il parallelismo quasi perfetto con gli andamenti spagnoli. 5

6 2. In Italia Il primo trimestre del 20 ha segnato, in controtendenza con la Spagna, un incremento dei listini per l extravergine mentre il lampante ha seguito le sorti negative dell analogo prodotto iberico. Intanto la domanda interna di olio di oliva dei primi due mesi del 20 è scesa più in volume che in valore. Si evidenzia, infatti, l aumento dei listini. Scendono invece i prezzi medi al consumo dei sostituti dell olio di oliva come olio di semi e margarina. I costi dei mezzi produttivi crescono, invece, anche se di poco su base congiunturale mentre il 20 nel suo complesso ha chiuso con un incremento a due cifre. Intanto gli ordini non in linea con le aspettative riportano su terreno negativo il clima di fiducia dell industria olearia. Saldo positivo, e pari a 151 milioni di euro, quello della bilancia commerciale del settore olio di oliva e sansa del 20. In volume, si è evidenziata una minore domanda italiana all estero (-20%) a fronte di un -8% delle consegne. Tab 2.1 Il settore dell olio di oliva in sintesi Var. % 20/ - Produzione (000hl) ,7 - Export (000hl) ,6 - Export (mln ) Import (000hl) ,7 - Import (mln ) Indici (2000=100) - prezzi all origine 102,5 2,6 19,6 - prezzi dei mezzi di prod 0,7 2,9 1,6 In grigio le variabili stimate Tab 2.2 Tendenze del settore olivario IV trim / IV trim / IV trim / Produzione -- nd nd Prezzi alla produzione Prezzi dei mezzi di produzione Import (volume) Export (volume) Consumo delle famiglie Prezzi al consumo In grigio le variabili stimate 2.1 La produzione La produzione industriale Fig. 2.1 L indice del clima di fiducia nell industria olearia italiana Fig. 2.2 Evoluzione dell indice del clima di fiducia dell industia olearia e alimentare -4,9 +15, ind. olearia ind. alimentare Legenda: freccia scura trimestre di riferimento; freccia chiara trimestre precedente (max: 100, min: -100). 6

7 Nel primo trimestre 20 il clima di fiducia dell industria olearia è peggiorato ed è tornato su terreno negativo Gli ordini restano molto al di sotto delle aspettative ed anche la produzione è lontana rispetto a quanto ci si attendesse subito prima della raccolta. Unica nota positiva sono le scorte che, invece, risultano inferiori a quanto considerato normale. Il settore dell olio di oliva risulta, quindi, in controtendenza rispetto all agroalimentare nel suo complesso che, migliora e va a posizionarsi su terreno positivo per la prima volta dalla fine del Gli scambi Il 20 dell olio di oliva è stato caratterizzato ed anche condizionato dalla scarsa produzione spagnola nella campagna 20/20. Tab. 2.3 la bilancia commerciale dell olio di oliva e sansa gennaio-dicembre (var. %) (var.%) (var.%) /20 20/20 20/20 mln quant. valore val.un. mln quant. valore val.un. mln quant. valore export import saldo Totale ,6 8,2 17, ,7 6,0 32, ,2 29,9 - UE ,1 10,7, ,0 2,9 31, ,0-4,0 - Paesi terzi ,6 6,7 20, ,5 27,9 33, ,7 2,0 su dati Istat In questa cornice internazionale l Italia ha comunque mantenuto la sua leadership tra i Paesi importatori e la seconda posizione tra quelli esportatori, dietro la Spagna. In tema di performance dell Italia si evidenzia il saldo attivo della bilancia commerciale. Non solo, infatti, per il terzo anno consecutivo si ha un surplus ma nel 20 si è anche toccato il record con 151 milioni di euro. Risultato questo di una somma algebrica tra una flessione delle importazioni in volume del 20% accompagnata da una crescita della spesa del 6%, mentre nella sezione attiva si evidenzia un minor volume consegnato oltre frontiera (-8%) ma con un +8% degli introiti. Da sottolineare che, vista la peculiarità dell industria italiana e la strutturale situazione deficitaria del bilancio di approvvigionamento italiano, la performance delle esportazioni seppur con segno meno non va considerata particolarmente negativa. A causa soprattutto della minor disponibilità spagnola, gli approvvigionamenti italiani hanno mostrato battute d arresto in volume per tutti i segmenti del settore ma in particolar modo per il raffinato e per l olio di sansa. In entrambi i casi la domanda è stata decurtata di circa il 40% su base annua. Mentre risulta inferiore alla media la riduzione degli acquisti di olio extravergine e vergine. Anche in tema di spesa il lampante e l olio di sansa hanno fatto registrare variazioni negative, sebbene meno che proporzionali rispetto a quelle in volume. Sul fronte export le variazioni in valore sono tutte positive mentre in volume la riduzione del segmento extravergine e vergine è in linea con quello del settore nel suo totale. Da considerare che, da sola, questa voce pesa per il 70% sul volume complessivo. E in aumento invece la consegna all estero di olio lampante e di olio di sansa La destinazione e l origine degli scambi Scendendo nel dettaglio dei singoli Paesi fornitori si evidenzia la decisa flessione delle importazioni italiane dalla Spagna, per i motivi sopra descritti, parzialmente compensata dall aumento di quelle dalla Grecia. Uscendo dai fornitori Ue, invece, si evidenzia la riduzione piuttosto significativa della domanda italiana in Tunisia e, di contro, il vertiginoso aumento di quella rivolta all olio turco. 7

8 Tab. 2.4 Principali Paesi fornitori dell Italia nel settore dell olio di oliva e sansa (t) Var.% Tab. 2.5 Principali Paesi fornitori dell Italia nel settore dell olio di oliva e sansa (000 ) Var.% Mondo ,7 Spagna ,0 Grecia ,1 Tunisia ,3 Turchia ,5 Portogallo ,4 Francia ,0 Cile ,9 Australia ,0 Argentina ,7 Regno Unito 0, ,7 Siria Altri ,3 *20 provvisorio Fonte: Elaborazioni Ismea su dati Istat Mondo ,0 Spagna ,4 Grecia ,1 Tunisia ,6 Turchia ,4 Portogallo ,1 Francia ,5 Cile ,7 Australia ,0 Argentina ,8 Regno Unito *** Siria Altri ,3 *20 provvisorio Fonte: Elaborazione Ismea su dati Istat Tra le performance italiane nei principali Paesi clienti non si può non sottolineare il -16% delle consegne negli Stati Uniti che, comunque, con 1 mila tonnellate restano saldamente il primo cliente per il settore oleario italiano. Frenata non di poco conto in Germania (-8%) a cui si aggiunge il -10% della Francia. Di un certo rilievo invece il +73% della Spagna che, con 26 mila tonnellate nel 20 si è collocata al quarto posto tra i Paesi clienti, subito dietro la Francia. Tab. 2.6 Principali Paesi clienti dell Italia nel settore dell olio di oliva e sansa (t) Var.% Tab. 2.7 Principali Paesi clienti dell Italia nel settore dell olio di oliva e sansa (000 ) Var.% Mondo ,6 Stati Uniti ,7 Germania ,4 Francia ,6 Spagna ,2 Giappone ,7 Canada ,6 Regno Unito ,3 Cina ,5 Svizzera ,8 Australia ,8 Belgio ,9 Polonia ,7 Russia ,8 Austria ,8 Svezia ,3 Taiwan ,3 Grecia ,9 Altri ,0 *20 provvisorio Fonte: Elaborazioni Ismea su dati istatfonte: elaborazione Ismea su dati Istat Mondo ,2 Stati Uniti ,0 Germania ,8 Francia ,1 Spagna ,4 Giappone ,8 Canada ,3 Regno Unito ,7 Cina ,5 Svizzera ,3 Australia ,6 Belgio ,6 Polonia ,0 Russia ,3 Austria ,6 Svezia ,9 Taiwan ,3 Grecia ,9 Altri ,0 *20 provvisorio Fonte: Elaborazioni Ismea su dati istatfonte: elaborazione Ismea su dati Istat 8

9 Situazioni alterne nei nuovi mercati di destinazione. Infatti, al +% della Russia ed ao +5% dell Australia si affiancano il -18% della Cina ed il -22% del Brasile. Male anche in India: -9%. Sul fronte degli introiti si registra una serie di segni positivi a partire dal +2% degli Usa seguito dal +10% della Germania. Poche e di scarsa entità le variazioni negative tra cui il -2% della Cina. 2.3 La domanda La domanda delle famiglie Tab. 2.8 Dinamica degli acquisti domestici e della spesa per gli oli vegetali (var.%) 20/ 20 q.tà val. Valore Unitario Oli e grassi vegetali -2,7 1,7 4,6 di cui - Olio confezionato -6,8-4,5 2,5 extravergine -7,8-5,6 2,3 normale -5,7-2,2 3,7 sansa 81,2 92,4 6,2 - Olio extravergine sfuso 1,2 29,7 28,2 - Oli di semi 0,6-3,4-3,9 - Margarina 0,4 0,1-0,4, panel famiglie Gfk/Eurisko, panel famiglie Gfk/Eurisko Continuano i segni negativi in tema di consumi domestici. Dai dati Ismea/Gfk-Eurisko si evidenzia nel 20 una frenata degli acquisti delle famiglie in termini quantitativi, mentre la spesa aumenta per la crescita dei listini e non perché il paniere degli acquisti si sia sbilanciato verso i prodotti a qualità superiore. L olio di oliva confezionato, intendendo tutto l insieme delle categorie merceologiche che lo compongono, ha fatto segnare un -7% dei volumi e un -5% del valore della spesa corrispondente, mettendo così in luce l aumento dei listini medi. Al consumo, peraltro, l aumento dei prezzi è arrivato con un certo ritardo rispetto a quanto accaduto nella fase all origine. Analizzando i singoli segmenti emerge un risultato in linea con la crisi che il Paese sta attraversando e cioè l aumento degli acquisti dell olio di sansa, di quel segmento quindi con il minor valore unitario. I volumi afferenti a questo prodotto restano limitati ma c è comunque un aumento di questo a fronte di una flessione dell extra e dell olio di oliva normale. A determinare l aumento complessivo dei listini anche le quotazioni dell extravergine acquistato sfuso. Dinamica questa del tutto in linea con quanto accaduto nel 20 per i prezzi alla produzione. Nei prodotti sostitutivi dell olio di oliva si evidenzia una situazione analoga in volume per oli di semi e margarina. Per entrambi, infatti, si evidenzia una seppur minima crescita del volumi. In valore, invece, scende la spesa per gli oli di semi e cresce di poco quella per la margarina. Il 20, peraltro, è iniziato sulla stessa linea. Nei primi due mesi dell anno gli oli e grassi vegetali hanno perso il 3% in volume ed il 5% in valore. L olio di oliva ha continuato a risentire molto della crisi ed ha perso il 10% in termini quantitativi, mentre il valore unitario al consumo è salito del 2%, trascinato verso l alto soprattutto dall extravergine. 2.4 Il mercato I prezzi alla produzione Il mercato italiano del primo trimestre dell anno è in controtendenza rispetto a quello spagnolo. Dopo un inizio di campagna incerto e che aveva visto ribassi a partire da metà ottobre ai primi giorni di dicembre, dalle ultime settimane del 20 si è assistito ad una ripresa delle quotazioni. Da prima delle vacanze natalizie, infatti, era ormai chiaro che la produzione non sarebbe stata all altezza di aspettative già di per sé poco ottimistiche e a campagna di raccolta praticamente finita c è stata la rincorsa alle partite migliori. Questo ha contribuito a mantenere i prezzi più alti. Il virgolettato è d obbligo perché anche i 3, euro al chilo raggiunti mediamente a marzo non soddisfano certo i produttori. Va anche detto, però, che non si è verificata la caduta dei listini che si poteva immaginare data la produzione spagnola ed i livelli dei listini iberici. Di fatto il primo trimestre dell anno si è chiuso con incrementi su base congiunturale sia per l extra che per il vergine, mentre il lampante segue le flessioni dell analogo prodotto spagnolo. Tutti negativi, invece i confronti con lo stesso periodo del 20, anche se per l extra la flessione risulta molto più contenuta del previsto. Concentrando l attenzione sull extravergine, al momento, la domanda da parte degli imbottigliatori si rivolge 9

10 essenzialmente alle qualità migliori per le quali sono disposti a venir incontro alle richieste dei detentori. Sarà quindi molto interessante monitorare la situazione per vedere se e quanto si protrae tale situazione. Intanto anche ad aprile nell extra continuano a registrarsi aumenti, A spingere verso l alto le quotazioni italiane sono state essenzialmente le piazze pugliesi. Nel Barese, marzo ha chiuso a 3,21 euro al chilo, mentre nelle prime settimane di aprile è salito a 3,34 euro al chilo. Livello questo molto interessante, basti considerare che lo scorso anno nel pieno degli aumenti si erano raggiunti al massimo 3,22 euro. Situazione analoga nel Foggiano dove a marzo sono stati toccati i 3,09 euro al chilo, mentre in aprile si è saliti a 3,21 euro. Anche in Calabria si stanno verificando aggiustamenti verso l alto dei listini. Le piazza siciliane si sono mostrate più stabili fino a marzo mentre in aprile sono state investite da qualche tensione rialzista. Da sottolineare che il settore oleario italiano ha chiuso il 20 con una crescita a due cifre se il confronto lo si fa tenendo conto del prezzo medio 20 rispetto a quello 20. Fino a metà anno, peraltro, gli incrementi dell extravergine sfioravano il 30% e che con il passare dei mesi tale indicatore si è ridotto al +16%. Ben più importante l aumento medio annuo di vergine e lampante, rispettivamente del 25 e 26 per cento. Fig. 2.3 Indice dei prezzi alla produzione (2000=100) Fig. 2.4 Indice dei prezzi alla produzione dell olio di pressione in Italia (2000=100) olio di oliva totale coltivazioni totale agricoltura 70 extravergine vergine lampante Tab. 2.9 Prezzi medi alla produzione dell olio di oliva per segmento ( /kg) var. % I II IV trim IV trim Extravergine 3,06 3,01 2,79 3,02-1,5 8,2 Vergine 2,45 2,44 2,23 2,41-6,0 7,8 Lampante 2,16 2,17 1,83 1,69-38,0-7, I prezzi delle Dop in Italia Nel segmento delle Dop il primo trimestre 20 ha mostrato tendenza alterne, sebbene i principali in termini quantitativi, Toscano e Terre di Bari, abbiano visto scendere i propri listini rispetto allo stesso periodo dell ano prima. Il primo deve la sua discesa alla probabile maggior disponibilità di prodotto. Le stime, infatti, danno la produzione toscana del 20/20 in ascesa rispetto alla campagna precedente e questo può avere ripercussioni anche sul prodotto certificato. Diverso è il caso della Dop Terre di Bari che, per una dinamica sua, ha prezzi molto simili al convenzionale della stessa zona e, quindi, nel primo trimestre del nuovo anno ha perso così come il prodotto extra senza marchio Dop. 10

11 Tab Prezzi medi degli oli Dop in Italia ( /kg) 20 Var.% 20/ Var.% /Itrim Alto Crotonese 4,18 8,7 4,17 1,7 Aprutino Pescarese 4, -11,9 4,22 2,4 Brisighella 18,00-4,5 18,00 0,0 Bruzio 3,48 1,2 3,77 7,1 Canino 7,70 1,7 7,70 0,0 Chianti Classico 7,75 0,0 7,75 0,0 Cilento 4,25 0,0 4,25 nd Colline Salernitane 4,34 2,1 4,45 nd Colline Teatine 4, 4,3 4,23 2,9 Dauno 3,61 16,1 3,62-0,5 Garda 9,25-10,5 9,25 0,0 Laghi Lombardi,50 -,4,50 0,0 Lametia 4,11 19,8 4,00-0,7 Monti Iblei 6,75 0,0 6,75 0,0 Riviera Ligure 10,01 5,5 9,75-2,9 Sabina 6,41 3,1 6,50 1,6 Terre di Bari 3,03 16,5 3,07-3,8 Toscano 6,87 3,3 6,50-8,1 Umbria 7,50 0,0 7,50 0,0 Valli Trapanesi 3,77-2,6 4,10 9,3 Val di Mazara 3,49 4,8 3,80 10,1 Sembrano invece apprezzarsi le Dop siciliane, soprattutto della parte occidentale dell isola, mentre la Dop Monti Iblei non sembra particolarmente dipendente dalle oscillazioni di mercato. Anche nel 20, per la verità, non c era stata una tendenza univoca nel mercato delle Dop. Il Terre di Bari, così come il Dauno, hanno visto crescere le proprie quotazioni così come il convenzionale delle rispettive zone di provenienza. In leggera crescita anche l Igp Toscano ed il Riviera Ligure. Quest ultima peraltro è sembrata un eccezione nel panorama degli oli settentrionali che, invece, hanno visto scendere le proprie quotazioni. A corrente alternata la Sicilia, mentre un deciso passo indietro era stato fatto dalla Dop Aprutino Pescarese I prezzi dei mezzi di produzione L indice dei prezzi dei fattori produttivi per il primo trimestre del 20, a fronte di prezzi all origine del settore oleario in lieve rialzo, mostra una leggera crescita su base congiunturale, contenuta comunque entro il +0,2%. Anche per l aggregato coltivazioni e totale agricoltura si ha la stessa lieve tendenza al rialzo. Per il totale coltivazioni la crescita è in linea con l olivicoltura, mentre per l agricoltura nel suo complesso si sale al +0,6%. Su base tendenziale, quindi rispetto al primo trimestre 20, si segnala una lieve crescita per olivicoltura e coltivazioni, mentre per l agricoltura si registra una flessione. Nell uno e nell altro caso il valore assoluto della variazione è contenuto entro l 1%. Veneto 9,51 0,2 9,50-0,3 Valle del Belice 3,79-2,1 4,10 9,3 Fig. 2.5 Indice dei prezzi dei mezzi di produzione dell olivicoltura (2000=100) La ragione di scambio Nel primo trimestre del 20, grazie alle dinamiche esaminate precedentemente relative ai prezzi all origine ed ai costi di produzione, il settore oleario ha registrato una crescita della ragione di scambio su base congiunturale. Da gennaio a marzo 20, infatti, questo indicatore è salito del 5% rispetto al trimestre precedente, mentre per il totale coltivazioni la crescita è stata dell 1% e per l intero comparto agricolo si ha una flessione dell 1%. Decisamente negativi, invece i confronti con lo stesso periodo dell anno prima. 5 olivicoltura tot. agricoltura coltivazioni 11

12 Fig. 2.6 Indice della ragione di scambio della fase agricola 1 (2000=100) olio di oliva coltivazioni tot. agricoltura I prezzi al consumo Il primo bimestre del 20 ha segnato per il comparto olio di oliva un rialzo su base tendenziale. Per tutti i segmenti, infatti, si evidenziano segni positivi. Il più importante è sicuramente quello dell extravergine sfuso. Solo il sansa fa registrare un passo indietro. Anche all interno degli oli di oliva confezionati, comunque si evidenziano rincari anche se non particolarmente elevati. Scendono, invece, i listini degli oli di semi e quelli della margarina. Questi due segmenti hanno contribuito a determinare il segno meno dell intero comparto oli e grassi vegetali. 1) rapporto tra l indice dei prezzi alla produzione e l indice dei prezzi dei mezzi correnti di produzione Tab Valori medi unitari al consumo ( /litro) I 20 II 20 IV trim 20 I bim 20 Var.% I bim /I bim Oli e grassi 2,82 2,78 3,50 2,81-2,3 Olio di oliva 4,02 3,88 4,67 4,01 2,2 - Olio di oliva confezionato 3,59 3,69 3,60 3,62 3,3 extravergine 3,69 3,79 3,67 3,66 2,5 normale 3,32 3,40 3,43 3,51 8,4 sansa 2,76 2,81 2,73 2,91-1,4 - Sfuso 7,16 5,70 7,70 8,32 26,1 Olio di semi 1,56 1,52 1,52 1,57-1,1, panel famiglie Gfk/Eurisko Area Mercati Responsabile di redazione: Giovanna Ferrari Redazione a cura di: Tiziana Sarnari t.sarnari@ismea.it