IRCCS Burlo Garofolo Direzione Sanitaria 2018 L ACCOGLIENZA DELLE DONNE VITTIME DI VIOLENZA PRESSO I SERVIZI OSPEDALIERI
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- Federica Capasso
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1 L ACCOGLIENZA DELLE DONNE VITTIME DI VIOLENZA PRESSO I SERVIZI OSPEDALIERI 1
2 L ACCOGLIENZA DELLE DONNE VITTIME DI VIOLENZA PRESSO I SERVIZI OSPEDALIERI PERCHE L OSPEDALE E UN LUOGO PRIVILEGIATO? Funzione di identificazione delle situazioni di donne vittime di violenza; Riscontro di recidive e prevenzione di altre violenze: valutazione del rischio; Il numero delle vittime che giungono presso il Pronto Soccorso Ospedaliero, è nettamente superiore a quello delle donne che si recano alle FF.OO, ai CF, ai Servizi Sociali e al volontariato; Momento privilegiato in cui stabilire un contatto, chiedere informazioni Raccolta accurata della documentazione e delle lesioni; 2
3 3 I NOSTRI DATI: PERIODO 2007/2011: 4 anni 20 DONNE PERIODO 2015/2017 (al 07.12): 3 anni 19 DONNE
4 PERIODO 2015/ DONNE LA CULTURA DI APPARTENENZA NON PROTEGGE 12 donne su 19: italiane IL LIVELLO SOCIOECONOMICO e di ISTRUZIONE NON PROTEGGE Quasi tutte con istruzione di scuola media inferiore, superiore, laurea 4
5 LA GRAVIDANZA NON PROTEGGE 14 donne su 19 in gravidanza; tutte avevano già subito violenze prima di esser incinta. In nessun caso la violenza si era arrestata con la nuova condizione della donna. 5
6 LA FAMIGLIA NON PROTEGGE In 6 casi su 19, aggressione da parte del marito; 8 casi da parte del partner sia convivente che non; 4 casi dall ex partner; 1 caso dal fidanzatino ; L AGGRESSORE E PERSONA VICINA ALLA VITTIMA 6
7 LA FAMIGLIA NON PROTEGGE Su 19 donne, 8 avevano figli che sono stati testimoni diretti o indiretti della violenza; La presenza di figli o di figli della compagna, non impedisce all aggressore di agire; Talvolta i bambini diventano loro stessi vittime. 7
8 L ACCOGLIENZA DELLE DONNE NEL PRONTO SOCCORSO OSPEDALIERO Una donna ha una media di circa 10 ACCESSI al Pronto Soccorso prima di rivelare di esser vittima di violenza. PERCHE ACCADE CIO? COSA SUCCEDE NELLA DONNA? COSA SUCCEDE NEGLI OPERATORI? 8
9 GLI OPERATORI DI FRONTE ALLA VIOLENZA 9 La donna porta un disagio, espresso attraverso il corpo oppure manifesta un malessere psicologico NON ESPLICITA direttamente la violenza subita Gli operatori NON riescono a decodificare il messaggio
10 GLI OPERATORI DI FRONTE ALLA VIOLENZA La donna ESPLICITA direttamente la violenza l operatore viene TRAVOLTO da una impellente richiesta di aiuto 10
11 Cosa succede all operatore che ascolta la violenza? A chi si occupa di violenza capita di mettere in atto strategie per il controllo delle intense emozioni che vengono generate dai racconti delle vittime. Sono reazioni comprensibili, ma di cui è assolutamente necessario esserne consapevoli. Vanno adeguatamente rielaborate, in quanto spie di disfunzioni da correggere per lavorare meglio e non esser sopraffatti dalla sofferenza. 11
12 IL MAL - ESSERE DELL OPERATORE MALESSERE IN RELAZIONE AL SISTEMA (carente o disfunzionale): cioè non possediamo un metodo che nella realtà in cui operiamo ci consenta di svolgere correttamente le nostre azioni; MALESSERE IN RELAZIONE ALLA DONNA/AL BAMBINO Stiamo male perché ciò che la donna o il bambino, ci comunica, cioè l aggressione subita e i suoi sentimenti, inducono grande pena ed angoscia, obbligandoci ad un contatto diretto con la violenza, minando la fiducia di base nella comunità. MALESSERE IN RELAZIONE a NOI STESSI Stiamo male perché le storie con cui entriamo in contatto sollecitano il confronto con aspetti della nostra storia personale. 12
13 Conseguentemente La donna non viene creduta; Viene minimizzata la gravità dell evento riconducendolo ad un semplice litigio di coppia; La situazione non viene gestita adeguatamente, non valutato il rischio, non attuate le misure di protezione e quindi ulteriore vittimizzazione con condanna a rimanere nella condizione violenta 13
14 Quando la donna arriva a noi Spesso ha già cercato aiuto prima di ricevere una risposta appropriata e di supporto; ha cercato più volte di salvare la relazione; la soglia di tolleranza della violenza è diversa; le strategie di uscita di una donna dalla violenza sono condizionate dalle circostanze in cui si trova (risorse economiche? risorse familiari? straniera? presenza di figli?) 14
15 Cosa vediamo nelle donne - DISORIENTAMENTO; - Massima VULNERABILITA ; - Sentimenti pervasivi di COLPA E VERGOGNA; - INCAPACITA a DECIDERE sul da farsi; - Costante percezione di MINACCIA E PERICOLO; - Timore di ulteriori RIPERCUSSIONI; - ISOLAMENTO; - Relazione vissuta in modo AMBIGUO tra il desiderio di mantener unita la famiglia e quello di interrompere la violenza; 15
16 IL CONTESTO DI ASCOLTO 16 di far il riservatezza disponibile, procedure e spostamenti LUOGO ADATTO assicurare un ambiente adatto che consenta colloquio in TEMPO ADEGUATO garantire un atteggiamento rassicurante, mai frettoloso RISPETTO ASSOLUTO Limitare il numero degli operatori, delle degli
17 La protezione della donna Obiettivo: interrompere la violenza. La protezione inizia nel momento in cui la donna arriva in Ospedale: ACCOGLIENZA = Una adeguata accoglienza può costituire un primo intervento terapeutico. Attivazione procedura medico legale e con cure mediche ed accertamenti solo quelli strettamente necessari: evitar ulteriori vittimizzazioni; Approfondimento della situazione: valutazione del rischio. In accordo con la donna: Attivazione delle risorse familiari dove possibile e/o attivazione della rete dei Servizi territoriali e del Goap se di TS o di altri centri Antiviolenza, comunque fornendo materiale informativo; Utilizzo di misure di protezione(collocamento in case protette) in caso di rischio/pericolo per la salute e la vita stessa della donna. 17
18 Il 30 gennaio scorso è stato pubblicato sulla G.U. n. 24, il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 24 novembre 2017 contenente: «Linee guida nazionali per le Aziende sanitarie e le Aziende ospedaliere in tema di soccorso e assistenza socio-sanitaria alle donne vittime di violenza», con la denominazione di «Percorso per le donne che subiscono violenza». 18
19 19 Come proteggiamo i bambini.
20 Il nostro lavoro Il medico o l infermiere del PS, può esser la prima figura che individua un bambino vittima di violenza Ma può capitare che - necessità di prendere decisioni in tempi rapidi; (protez. immediata) - situazione a volte caotica; - impossibilità di avere un esperto sempre a disposizione; - difficoltà a volte, di contattare in tempo reale i Servizi Territoriali 20
21 Per ovviare a tali rischi E attivo presso il Pronto Soccorso Pediatrico, un protocollo per la gestione dei minori vittime di violenza. Tale protocollo ha le seguenti finalità: Attivare un sistema di sorveglianza dei casi dubbi, in collaborazione con i Servizi Territoriali; Gestire, nel rispetto delle leggi e dell esigenza del minore, l iter diagnostico dei casi segnalati; Fornire agli operatori sanitari gli elementi per sospettare/identificare i casi dei minori in situazioni di rischio; Inserire l attività dell IRCCS nella rete dei servizi che si occupano della protezione dei minori. 21
22 INDIVIDUAZIONE e TRATTAMENTO di POSSIBILI SITUAZIONI di violenza ai minori Per ogni caso di maltrattamento o abuso sessuale che si presenta in PS, E sempre opportuno: - Verificare se il minore ha già avuto accessi in precedenza e di che origine; - Contattare il pediatra di libera scelta o il MMG; - Attivare il Servizio Sociale Ospedaliero; 22
23 SCENARI POSSIBILI Minore che presenta segni/sintomi sfumati: CASI DUBBI CHE FARE? - la situazione viene riferita al medico del PS referente per i casi di violenza, che contatterà il curante; - la situazione viene riferita all assistente sociale del SSO, che contatterà i servizi territoriali (Comune/Azienda Sanit.); - discussione/confronto sul caso; 23
24 A questo punto possiamo avere Dati inconsistenti CASO CHIUSO Inserito db interno Dati che orientano verso una situazione di rischio Segnalazione AA.GG. e segnalaz. Servizi 24
25 Altri scenari 25 Nel corso di un accesso in PS, vengono riscontrati segni evidenti di violenza, ma chi accompagna il bambino, è reticente, minimizzante o cerca di indurre il bambino al silenzio. La violenza viene riferita da un minore non accompagnato La violenza viene riferita da chi accompagna il minore SEGNALAZIONE
26 26 LA SEGNALAZIONE quando, come e perché.
27 Che cos è la segnalazione? La segnalazione è una comunicazione scritta che va inoltrata alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni, in tutti i casi in cui sussista una condizione di rischio o di pregiudizio per un minore, al fine di attivare i necessari interventi di protezione dello stesso. 27
28 Caratteristiche della segnalazione. 1. Va trasmessa in forma scritta, senza ritardo 2. Le informazioni vanno esposte in modo chiaro e con la massima obiettività; 3. La segnalazione non presuppone necessariamente una conoscenza esaustiva della situazione; 4. L obbligo di riferire alle Procure, sussiste anche solo sulla base di un SOSPETTO, in quanto stabilire la veridicità del fatto e la natura dolosa o accidentale di questo non compete al segnalante, che deve astenersi da ogni giudizio, quanto piuttosto agli organi competenti della Magistratura. 28
29 Deve contenere: - i riferimenti della persona o del Servizio che segnala (scuola, Servizio ) e il contesto in cui è stata accolta la rilevazione; - in che modo è emerso il sospetto; - la descrizione dettagliata delle lesioni; - le generalità della vittima, dell aggressore e di tutti coloro che siano in grado di riferire su circostanze rilevanti per la ricostruzione del fatto (art. 332 c.p.c); - le informazioni, se in possesso, del nucleo familiare dove il minore è inserito; - va riportato il comportamento del bambino e le frasi usate dallo stesso per verbalizzare o quanto verbalizzato dall adulto protettivo; - le dichiarazioni, gli atteggiamenti e i comportamenti dello stesso, distinguendo tra fatti e notizie raccolte direttamente o tramite terzi; - gli eventuali interventi adottati; - firme congiunte. 29
30 Non deve contenere: - Giudizi o commenti personali; - Ipotesi sull identità dell aggressore se non rivelata; - Supposizioni, sensazioni, impressioni, non suffragate da fatti; - Accuse; 30
31 31 L allontanamento del bambino
32 QUANDO LA VIOLENZA E AGITA SUL MINORE Art. 403 c.c: Intervento della Pubblica Autorità a favore dei minori VALUTAZIONE DELL EMERGENZA Condizione preliminare di lavoro in tutte le situazioni in cui occorre intervenire immediatamente per evitare gravi pericoli o danni al minore, quando la permanenza in famiglia appare gravemente pregiudizievole. Occorre verificare immediatamente il livello di sicurezza e di protezione in cui si trovano gli altri bambini eventualmente presenti nel nucleo, sia la madre. 32
33 Art. 403 c.c. Intervento della Pubblica Autorità a favore dei minori. Le Forze dell Ordine; Chi può attivarlo? Organi deputati alla protezione dei minori; Come si attiva? Telefonare al Procuratore in turno; Contattare il Servizio Sociale di competenza territoriale; Compilare la modulistica predisposta e inviarla ad entrambe le Procure. 33
34 In caso di allontanamento d urgenza 1. RIVELAZIONE 2. ALLONTANAMENTO 3. COMUNICAZIONE AA.GG. COINCIDONO TEMPORALMENTE 34
35 Cosa mi chiedono i bambini Quanto tempo devo star qui? Perché devo andare via io? Per quanto tempo dovrò stare in questa casa? Perché sono qui? Qualcuno aiuterà la mamma e il papà? MAMMA E PAPA SONO ARRABBIATI CON ME? Quando potrò tornare a casa? Continuerò ad andare nella mia scuola? Cosa succederà A mia sorella? 35
36 Cosa dico ai bambini Il bambino deve essere informato di ciò che lo riguarda con CHIAREZZA e TRASPARENZA, con un linguaggio adeguato all età. Va fatto ciò, anche quando tutto fa pensare che non voglia ascoltare. Va legittimata la fatica e la preoccupazione che ogni CAMBIAMENTO (qualunque esso sia) genera in chiunque. Ricordiamo che, prima di cogliere la bontà del nostro intervento, il bambino/ragazzo coglie sempre prima, la minaccia del cambiamento. 36
37 I nostri dati biennio 2015/2016 segnalazioni al SSO Tipologia del problema rilevata: Maltrattamento fisico intra familiare; Abuso sessuale intra ed extrafamiliare; Violenza assistita; Ipercura; Grave trascuratezza; Grave Disagio sociale; 37
38 Distribuzione per genere 6 Distribuzione per genere maschi femmine Tot. 54 casi Di cui 36 F. e 18 M. 38
39 Tipologia di problemi rilevata nel periodo 2015/2016 MF Intraf. Abuso sex. Intraf. Abuso sex. Extraf. Viol. Assist. Grave Trascur. Grave Disagio Sociale Ipercura Tot. per anno Tot
40 ESITI Anno Casi segnalati al SSO Casi noti ai Servizi Territoriali Segnalaz. all A.G. Art. 403 c.c
41 Dalle segnalazioni possiamo dire che Nel biennio 2015/ Decremento per i casi di abuso intraf. e aumento per i casi di violenza extrafamiliare; - Una presenza pressochè costante di maltrattamento psicologico; - Un incremento della grave trascuratezza, della violenza assistita e del grave disagio sociale; - Status socio economico non sembra incidere particolarmente; - Spesso casi noti ai Servizi; 41
42 42 Considerazioni conclusive
43 Ricordiamo che L identificazione delle donne che subiscono violenza in famiglia è uno dei mezzi più efficaci per prevenire la violenza sui minori L identificazione dei minori che subiscono violenza in famiglia è uno dei mezzi più efficaci per riflettere su una possibile violenza sulle donne 43
44 E che Nessun operatore DEVE trattare DA SOLO un caso di violenza VA DETTO PERO Sistema di tutele in regressione; Riduzione delle risorse statali per le politiche sociali quindi i danni ed i traumi RISCHIANO di non vengono curati; non è solo un problema di risorse E un problema di scelte di PRIORITA 44
45 45 Ci sono molte cose ancora da fare Ci sono molte cose ancora da dire.
46 46 Grazie
47 47 Slide da stampare
48 L'assegnazione del codice giallo determina l'attivazione del Percorso per le donne che subiscono violenza. L applicazione del codice giallo a queste casistiche, per esempio, fa sì che le donne possano essere viste entro 20 minuti dall arrivo, diminuendo così le possibilità che durante l attesa ci ripensino e vadano via». Se il codice giallo può servire come precauzione, un altro passaggio fondamentale, è la refertazionee come essa deve essere fatta: non più un elenco asettico di lesioni generiche ma deve diventare uno strumento utile a dimostrare, anche successivamente, come si sono svolti i fatti. 48
49 L ospedale può essere il primo punto di accesso della rete di assistenza e cura, in cui è possibile che si sollevi il dubbio che la donna è vittima di violenza o il momento in cui un genitore porta il problema al di fuori delle mura domestiche. 49
50 L allontanamento assume VALORE COSTRUTTIVO solo se è pensato come una tappa di un progetto più ampio, volto alla ricostruzione del benessere del bambino e se possibile, della sua famiglia. 50
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