Le rappresentazioni precoci di Santa Elisabetta d Ungheria in Italia

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1 Le rappresentazioni precoci di Santa Elisabetta d Ungheria in Italia S 146 ÉVA GYERTYÁNOS SANTA ELISABETTA D UNGHERIA È UNA DELLE SANTE MEDIEVALI PIÙ CONOSCIUTE IN EUROPA. L AN- NO SCORSO È STATO FESTEGGIATO L OTTAVO CENTENARIO DELLA SUA NASCITA. SI SONO AVUTE VA- RIE OCCASIONI PER FESTEGGIARLA E PER APPROFONDIRE LA NOSTRA CONOSCENZA SU DI LEI: SAN- TE MESSE 1, MOSTRE 2, CONVEGNI 3 E PELLEGRINAGGI. Abbiamo visto che, dopo ottocento anni, la sua personalità è ancora presente nella cultura europea. La sua figura è tanto complessa ed era così rilevante per lunghi secoli che se ne occupano ricercatori interessati in vari campi della scienza: si può osservare la sua presenza nella società dal punto di vista teologico, artistico, storico, linguistico, letterario e musicale. In questo breve studio tratterò le sue rappresentazioni nate nell Italia del Trecento. Non vorrei soffermarmi a lungo nè sulla biografia di Elisabetta nè sulla formazione del suo culto, largamente diffuso anche in Italia, ma ci sono alcuni fattori che meritano di essere menzionati. Elisabetta è morta nel È presto diventata una santa emblematica dell ordine francescano: solo qualche anno dopo la sua canonizzazione, avvenuta nel 1235, se ne parla come patrona del Terzo Ordine Francescano (ormai Ordine Francescano Secolare e Terzo Ordine Regolare). Ha incarnato la donna perfetta secondo l insegnamento francescano: liberandosi dai legami mondani, rinunciando alla sua posizione sociale e al suo patrimonio, si è prontamente dedicata ai bisognosi e così, aiutando loro, è diventata una vera discepola di Cristo 4. Proprio all inizio del quattordicesimo secolo, nel 1307, Caroberto, figlio di Carlo Martello della dinastia Angioina di Napoli, fu riconosciuto sovrano del Regno Ungherese. Questo procedimento è stato fortemente appoggiato dall attività diplomatica di sua nonna, Maria, regina di Napoli. Lei, Maria, era nata come figlia del re un-

2 [LE RAPPRESENTAZIONI PRECOCI DI SANTA ELISABETTA D UNGHERIA IN ITALIA] gherese Stefano V. Ha passato la sua giovinezza in Ungheria, conosceva personalmente la futura santa domenicana, Margherita d Ungheria. Dopo le sue nozze, cercava di promuovere il culto dei santi regali ungheresi, prima di tutto nella corte napoletana. Questi santi, oltre alla loro funzione spirituale, servivano come dimostrazione dei legami che legalizzavano la continuità tra la dinastia Arpadiana e quella Angioina 5. A prima vista, l iconografia di Santa Elisabetta d Ungheria sembra abbastanza semplice: credo che ognuno di noi conosca bene il suo attributo più popolare: le rose in grembo. Se però vogliamo fare un analisi più approfondita delle sue rappresentazioni, raramente la troviamo sotto lo stesso aspetto. Questa volta mi concentrerò sulla relazione tra la committente e il modo in cui Elisabetta veniva raffigurata. Solo il catalogo aggiornato di Florio Banfi 6 menziona una ventina di dipinti riguardanti il nostro argomento: e, naturalmente, questo elenco non é affatto completo. F IRENZE La chiesa di Santa Croce ha un ruolo rilevante nell ambito dell ordine francescano. La cosiddetta Cappella dei Bardi si trova subito a destra della cappella maggiore. La famiglia Bardi era ricca e potente da secoli. All inizio della loro presenza nella città svolgevano un attività mercantile, poi bancaria e, col passare del tempo, la loro compagnia è diventata una delle più ricche d Europa. Grazie al loro contributo alla co- 147

3 [ÉVA GYERTYÁNOS] struzione della chiesa, una delle cappelle principali serviva loro come cappella familiare 7. La decorazione è stata affidata a Giotto da Gualtierotto di Jacopo Bardi. Gli affreschi sono stati dipinti tra il 1325 e il La figura di Santa Elisbetta appare a destra dell altare, sotto. Anche se l affresco non si trova in buone condizioni, lei è ancora riconoscibile. Probabilmente questa è la sua prima rappresentazione con le rose in grembo. I fiori alludono ad un miracolo, elemento mistico della sua leggenda 8. Il miracolo sottolinea l approvazione divina della sua opera caritativa, che era molto importante per la gente interessata all usura 9. Santa Elisabetta è rappresentata come terziaria. Indossa un abito tipo francescano, il cui colore rosa alluderà alla sua origine nobile ed all amore, e il velo bianco è segno caratteristico delle terziarie. T IROLO Nel castello del Tirolo troviamo una cappella dedicata a Santa Elisabetta d Ungheria. La fondazione è legata al nome di Mainardo II, signore del castello e conte del Tirolo, che nel 1270 ha fatto sopraelevare un piano sopra la cappella originaria dedicata a San Pancrazio. Questa nuova cappella era riservata alla nobiltà. L abito della santa, rappresentata da un affresco fatto a metà del Trecento, è rosso, e sopra il capo indossa un velo bianco 10. Anche se non si trova la corona, è inequivocabile l accentuazione della sua nobiltà. C è poi un altro motivo per cui il conte avrà scelto Elisabetta: un cugino di lei aveva sposato sua figlia. L attributo, oltre all iscrizione sopra il capo, questa volta è il pane che la santa sta tagliando: un segno caratteristico della pittura settentrionale. F IGLINE DI V ALDARNO 148 Presso la Collegiata di Santa Maria di Valdarno si trova una tavola del Maestro di Figline. Purtroppo non abbiamo date precise né sul committente, né sulla collocazione originale del quadro. Il pittore avrà eseguito questo dipinto particolare e prezioso tra il 1317 e il Le figure sono molto elaborate, Elisabetta sembra giovane e graziosa. La vediamo in un abito francescanamente bruno, con velo bianco sopra il capo. Nel grembo tiene le rose rosse e bianche, molto raffinate. Niente allude alla corte ungherese. È un fatto interessante perché, dall altro lato della Madonna, vediamo un suo parente, Ludovico di Tolosa, che calca una corona, mentre un angelo tiene la sua mitra sopra il capo 11. È un fatto che ci lascia pensare ad un committente non tanto interessato nella discendenza di Elilsabetta. È invece molto più forte l aspetto spirituale: il Bambino comunica con lei, ed è solo con lei nel dipinto. Elisabetta, come se gli rispondesse, ha la bocca mezz aperta. Abbiamo l impressione che il miracolo succeda davanti ai nostri occhi. Siamo anche noi invitati ad essere testimoni dell avvenimento.

4 [LE RAPPRESENTAZIONI PRECOCI DI SANTA ELISABETTA D UNGHERIA IN ITALIA] F IRENZE Ritorniamo a Firenze per esaminare una pala dell altare di Giovanni del Biondo, originariamente dipinta nel 1380 per la chiesa di Santa Maria Novella. La committente è Andrea o Andreola del fu Iacopo di Donato degli Acciaiuoli, vedova di Mainardo Cavalcanti. La sua famiglia è potente e ricca come quella dei Bardi, che alla prima metà del Trecento era banchiera degli Angioini napoletani. La pala ornava l altare della Cappella dell Annunciazione, che ora funziona come sagrestia. Il dipinto oggi si trova nella Galleria delle Belle Arti di Firenze. Si tratta di una pala di grande misura 12 : i santi, a livello spirituale, rappresentano il regno celeste. Elisabetta si trova a destra, nella fila superiore. Si vede solamente la sua testa, coperta da un velo nero. Il pittore probabilmente l ha dipinta seguendo la tradizione secondo cui, nell antica Toscana, vedove e donne sante venivano spesso rappresentate in un abito simile a quello delle monache. Il suo nome è scritto sulla striscia sopra la predella. Sebbene Elisabetta fosse una santa rappresentativa dei francescani, la sua canonizzazione è avvenuta in una chiesa domenicana, a Perugia. Inoltre, nella cappella si trovava anche una rappresentazione dell incontro di San Francesco e San Domenico. V ENEZIA È un dipinto votivo del doge Franceso Dandolo e di sua moglie Elisabetta fatto da Paolo Veneziano, probabilmente nel Si trova nella chiesa di Santa Maria Gloriosa dei Frari, nella sala del capitolo, sopra il sepolcro della coppia. La misura delle figure rappresenta una specie di gerarchia spirituale. Santa Elisabetta appare come protettrice celeste della moglie, e il suo nome si legge sopra le mani. L abito ha un tono scuro, e il velo è da terziaria. Qui la santa non sembra tanto giovane. Confrontando il volto delle due donne, i tratti ci paiono abbastanza simili, e questo può essere un segno della somiglianza interna delle due persone. La santa affida la moglie di Dandolo alla protezione di Maria. Lei, mostrandola a suo figlio, promette che sarà mediatrice. In questo caso, è evidentemente sottolineato il suo carattere francescano. A SSISI Nella Basilica Inferiore di San Francesco d Assisi si trovano due immagini molto rilevanti, che sono opere di Simone Martini, e che conservano i tratti della regina Maria di Napoli, personaggio già menzionato prima. È lei la committente di queste rappresentazioni, nei primi decenni del Trecento. Santa Elisabetta è presentata come 149

5 [ÉVA GYERTYÁNOS] donna giovane, bella ed elegante. La sua figura ne mette in risalto la nobiltà: infatti, è presente anche la corona. In tutte e due i casi, indossa un vestito raffinato e prezioso. È senza attributo, e in questo senso non c è alcuna traccia del suo carattere francescano. Sta in conversazione con altre persone: con Santa Margherita d Ungheria 13 e Santa Chiara d Assisi 14. Vorrei concludere la mia relazione con una citazione del Processo di canonizzazione di Elisabetta d Ungheria: La fama della beatissima serva di Dio Elisabetta si era diffusa e risplendeva in lungo e in largo. Risuonavano sempre di più nel mondo le straordinarie virtù che il Signore aveva compiuto meravigliosamente per opera di Elisabetta. 15 Le rappresentazioni presentate sopra ne sono autentiche testimonianze. B IBLIOGRAFIA AA. VV., Annuario. Studi e documenti italo-ungheresi. Florio Banfi: Ricordi Ungheresi in Italia, a cura di P. Sárközy, Róma Szeged KAFTAL G., Iconography of the Saints in Tuscan Painting, Casa Editrice Le Lettere, Firenze La Bibbia di Gerusalemme, Centro Editoriale Dehoniano, Bologna PROKOPP M., «Magyar szentek az itáliai Trecento festészetében», in: AA. VV., Magyar szentek tisztelete és ereklyéi, a cura di P. Cséfalvay I. Kontsek, Keresztény Múzeum, Esztergom 2000, pp M. PROKOPP I. GOLARITS, Árpád-házi Szent Erzsébet, Tertia, Budapest TEMPERINI L., Santa Elisabetta d Ungheria secondo le fonti storiche, Editrice Francescanum, Roma, F ONTI INTERNET N OTE L apertura dell anno centenario è avvenuta a Roma il 17 novembre 2006, nella Basilica Ss. Cosma e Damiano, con l Eucaristia presieduta da S. Em. il Card. Péter Erdő, arcivescovo di Esztergom- Budapest, Primate d Ungheria. 2 Sempre nel Chiostro Ss. Cosma e Damiano, il 24 febbraio 2007, è avvenuta l inaugurazione di una mostra iconografica su Santa Elisabetta d Ungheria. 3 Un esemplare convegno era quello tenuto a Roma, il 23 febbraio 2007, all Università Antonianum. 4 Cfr. il Vangelo secondo Matteo, 25:34 36, Per capire meglio l attività della regina cfr. M. PROKOPP, «Magyar szentek az itáliai Trecento festészetében», in: AA. VV., Magyar szentek tisztelete és ereklyéi, a cura di P. Cséfalvay I. Kontsek, Keresztény Múzeum, Esztergom 2000, pp Cfr. AA. VV., Annuario. Studi e documenti italo-ungheresi. Florio Banfi: Ricordi Ungheresi in Italia, a cura di P. Sárközy, Róma Szeged 2005.

6 7 La costruzione della basilica risale al L aspetto mistico aveva un ruolo rilevante nella religiosità della gente italiana dell epoca. È un motivo per cui l attributo poteva diventare così popolare. 9 L opera caritativa era una via attraverso cui speravano di accostarsi alla salvezza. 10 La rappresentazione evoca in un certo senso quella di Giotto. 11 Lodovico, dopo aver rifiutato la corona del regno di Napoli, fu consacrato vescovo cm 381 cm 13 È un legame di parentela con cui viene sottolineata la sua origine ungherese e reale. 14 È un legame spirituale, francescano. 15 L. TEMPERINI, Santa Elisabetta d Ungheria secondo le fonti storiche, Editrice Francescanum, Roma 2006, p. 52. [LE RAPPRESENTAZIONI PRECOCI DI SANTA ELISABETTA D UNGHERIA IN ITALIA] 151

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