STATO DELL AMBIENTE E ASPETTI SANITARI CORRELATI NELLA PROVINCIA DI BERGAMO CAPITOLO 2 LO STATO DELL AMBIENTE E GLI IMPATTI SULL AMBIENTE

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1 STATO DELL AMBIENTE E ASPETTI SANITARI CORRELATI NELLA PROVINCIA DI BERGAMO CAPITOLO 2 LO STATO DELL AMBIENTE E GLI IMPATTI SULL AMBIENTE Paragrafo 2.4 RIFIUTI Novembre 2003

2 La produzione di rifiuti Richiamando quanto visto nel primo capitolo relativamente alla produzione di rifiuti urbani in Provincia di Bergamo, si può notare come tra il 1994 e il 2001 siano aumentate sia la produzione totale sia quella pro-capite, mentre si è notevolmente ridotta la percentuale di rifiuti a smaltimento, con un corrispondente ampliamento della raccolta differenziata. Tabella Produzione di rifiuti urbani (tonnellate) * Variaz Variaz Totale a smaltimento (90,77%) (80,4%) (69,38%) (63,83%) (57,95%) (55,27%) (54,26%) (52,63%) 2,2% -30,19% Raccolta differenziata (9,23%) (19,6%) (30,62%) (36,17%) (42,05) (44,73%) (45,74%) (47.37%) 9,1% 518,61% Totale rifiuti** * ** 5,3% 20,38% Totale kg/ab/giorno 1,03 0,96 1,00 1,00 1,04 1,11 1,15 1,20 4,3% 16,5% Incidenza della raccolta differenziata (RD) 9,2% 19,6% 30,6% 36,2% 42,1% 44,7% 45,7% 47,4% 3,7% 38,2% *nel corso del 1994 i Comuni della Val San Martino sono passati alla provincia di Lecco ** nel totale non sono contati i rifiuti cimiteriali Fonte: Provincia di Bergamo, Settore Ambiente - Osservatorio Rifiuti, elaborazione Istituto per l Ambiente Figura Produzione di rifiuti urbani tonnellate anni totale a smaltimento raccolta differenziata totale rifiuti Fonte: Provincia di Bergamo, Settore Ambiente - Osservatorio Rifiuti, elaborazione Istituto per l Ambiente In base all elaborazione dei dati della Camera di Commercio di Bergamo, 1 è stato inoltre possibile rilevare la produzione, per fonte, dei rifiuti speciali e pericolosi della Provincia nel 1998, riportati nella tabella seguente. 1 Dati derivanti dalla compilazione dei MUD - Modello Unico di Dichiarazione ambientale. Si ricorda che la vigente normativa in materia non impone a tutti i produttori di rifiuti l obbligo di presentare il MUD. 265

3 Tabella Produzione di rifiuti speciali (1998) Tonnellate totali Di cui pericolosi % Totale produzione rifiuti speciali da attività produttive ,6 Totale da attività del commercio all ingrosso ,7 Totale da attività della grande distribuzione* ,2 Totale da attività di commercio al dettaglio** ,4 Totale da strutture recettive ** 2 0 0,00 Totale da trattamento rifiuti, fumi e acque reflue Totale da altre attività ,5 Totale complessivo *non sono disponibili i dati relativi ai grandi magazzini **E necessario sottolineare che le quantità di rifiuti speciali sopra riportate rappresentano solo una frazione della produzione di rifiuti complessiva delle attività di commercio al dettaglio; la parte restante è costituita da rifiuti urbani assimilabili. Fonte: C.C.I.A.A. di Bergamo, elaborazione Istituto per l Ambiente La quasi totalità di rifiuti speciali dichiarata nei MUD proviene dalle attività produttive. In particolare, da un analisi più dettagliata, emerge come i settori che producono la maggior quantità di rifiuti speciali siano quelli dell industria chimica, della produzione di metalli e leghe (15% ciascuno della produzione totale), della lavorazione di minerali non metalliferi e delle costruzioni (11-13% ciascuno della produzione totale). Si segnala, infine, che l Ufficio Catasto del Servizio Rifiuti della Provincia di Bergamo ha rilevato per l anno 2000, in base a proprie elaborazioni sui MUD 2001, una produzione complessiva di rifiuti speciali pari a tonnellate. La gestione dei rifiuti urbani Nell anno 2001 è stata prodotta in provincia di Bergamo una quantità complessiva di rifiuti urbani superiore del 5% a quella dell anno precedente. Si tratta di un aumento, in linea con la tendenza emersa a partire dal 96, piuttosto preoccupante, in quanto ben più marcato dell incremento di popolazione, che non raggiunge l 1%. Tabella Produzione di rifiuti urbani nel 2000 e nel Incremento Abitanti ,72% Rsu t/anno , ,234 0,86% Spazzamento t/anno 16145, ,603 14,46% Ingombranti t/anno 40968, ,307 2,54% Cimiteriali t/anno 72, ,771 47,40% RD t/anno , ,867 9,14% Totale t/anno , ,011 5,35% % RD 45,74% 47,38% 1,64% Procapite Kg/ab*giorno 1,151 1,204 4,60% Procapite RD Kg/ab*giorno 0,526 0,57 8,37% Procapite a smaltimento Kg/ab*giorno 0,625 0,633 1,28% Fonte: Provincia di Bergamo, Settore Ambiente - Osservatorio Rifiuti, elaborazione Istituto per l Ambiente La raccolta differenziata La crescita della produzione di rifiuti urbani ridimensiona, in parte, il valore dell incidenza della raccolta differenziata - RD - (circa il 47%), valore che conferisce alla provincia di Bergamo un posto di assoluto rilievo a livello nazionale. Bisogna poi considerare che la diffusione e l incisività delle RD presentano un ampia variabilità all interno del territorio. Alcune raccolte selettive (in particolare di rifiuti urbani pericolosi), ad esempio, 266

4 per la loro onerosità o per la difficoltà di reperire adeguati canali di conferimento, non sono realizzate dalla maggior parte delle amministrazioni locali. Attualmente in provincia di Bergamo esistono 116 aree attrezzate per la raccolta differenziata dei rifiuti, così suddivise: 92 piattaforme, 22 piazzole e 2 stazioni di trasferimento RSU 2. Figura Raccolte differenziate ex L.R. 21/93 attive nei comuni (2000) N Comuni attivi Batterie-pile Beni durevoli Carta e cartone Cartucce esauste di toner Componenti elettronici Contenitori T/F Farmaci Lampade e tubi catodici Materiali ferrosi Olio vegetale Organico Plastica Polistirolo Scarti vegetali Siringhe Vetro Vetro + alluminio Frazioni Fonte: Provincia di Bergamo, Settore Ambiente - Osservatorio Rifiuti, elaborazione Istituto per l Ambiente Per quanto riguarda la composizione merceologica della raccolta differenziata, la figura e la tabella mostrano come i materiali maggiormente raccolti siano costituiti da carta, FORSU (frazione organica), verde e vetro. La voce altre raccolte differenziate è rappresentata per la maggior parte da vetro, ferro e alluminio, mentre la frazione dei rifiuti urbani pericolosi (R.U.P.) è composta per più del 50% da batterie d auto esauste e in misura minore da oli minerali, pile e farmaci. 2 Classificazione contenuta nella D.G.P. 883 del 27/6/96 e nella successiva D.G.P. 787 del 23/7/

5 Figura Composizione merceologica della raccolta differenziata in Provincia di Bergamo (2001) Carta 5% 4% 5% 0% 5% 28% Vetro Verde Organico Materiali ferrosi Plastica 20% 16% Legno R.U.P. 17% Altre RD Fonte: Provincia di Bergamo, Settore Ambiente - Osservatorio Rifiuti, elaborazione Istituto per l Ambiente Tabella Percentuale di RD per frazione rispetto ai rifiuti totali prodotti in provincia di Bergamo (2001) Raccolte Attive Kg/anno Kg/ab*anno % su totale RSU Carta ,478 12,59 Vetro ,381 7,8 Verde ,043 8,18 Organico ,274 9,59 Mat. Ferrosi ,287 2,56 Plastica ,335 1,66 Legno ,275 2,33 RUP ,949 0,22 Altre RD ,735 2,44 Totale RD ,758 47,38 Totale RSU ,626 - Fonte: Provincia di Bergamo, Settore Ambiente - Osservatorio Rifiuti, elaborazione Istituto per l Ambiente La figura evidenzia inoltre un generalizzato aumento pro-capite, negli ultimi anni, di tutte le frazioni raccolte, ad eccezione di una leggera flessione della carta nel

6 Figura Raccolta differenziata pro-capite per frazione ( ) 2001 Carta Vetro 2000 Verde Organico Mat. Ferrosi Plastica Legno R.U.P. Altre RD Kg/abitante*anno Fonte: Provincia di Bergamo, Settore Ambiente - Osservatorio Rifiuti, elaborazione Istituto per l Ambiente Prendendo in considerazione i dati relativi alle altre province lombarde e confrontandoli con quelli della provincia di Bergamo, è chiaro come l incidenza della raccolta differenziata in provincia di Bergamo risulti decisamente positiva (figura 2.4.5). Figura Incidenza della raccolta differenziata in Provincia di Bergamo rapportata al dato regionale (2000) Bergamo 10% 4% raccolta differenziata 46% raccolta indifferenziata ingombranti Lombardia 8% 3% raccolta differenziata 35% raccolta indifferenziata ingombranti 40% spazzamento strade e rifiuti cimiteriali 54% spazzamento strade e rifiuti cimiteriali Fonte: ARPA (2001), elaborazione Istituto per l Ambiente I grafici seguenti analizzano in maggior dettaglio la situazione della raccolta differenziata in Lombardia nell anno La figura mostra l incidenza della raccolta differenziata sui rifiuti totali prodotti nelle diverse province lombarde; si può notare come la provincia di Bergamo si collochi in seconda posizione, appena dietro la Provincia di Lecco che nel 1999 si è aggiudicata il premio di Legambiente come provincia col più elevato tasso di riciclo d Italia. 269

7 Figura Raccolta differenziata in Lombardia. Quantità pro-capite di materiale raccolto con RD rispetto al totale dei rifiuti prodotti (2000) 600 qunatità di rifiuti (kg/ab*anno) totale rifiuti raccolta differenziata bergamo brescia como cremona lecco lodi mantova milano pavia sondrio varese lombardia Fonte: ARPA (2001), elaborazione Istituto per l Ambiente L esame della composizione percentuale delle frazioni raccolte illustrato in figura mette in evidenza una certa disomogeneità nelle tipologie di raccolte attivate nelle diverse province; accanto alle principali frazioni (ad es. carta e vetro), la cui raccolta è ormai consolidata e diffusa in tutte le province con valori confrontabili tra loro, se ne possono riconoscere altre (verde, organico, ecc.) per le quali le modalità di raccolta presentano un ampia variabilità. Figura Raccolta differenziata in Lombardia. Composizione percentuale delle frazioni di RD per Provincia (2000) Varese Sondrio Pavia Milano Mantova Lodi Lecco Cremona Como carta e cartone vetro plastica materiali ferrosi alluminio legno verde organico Brescia Bergamo 0,00 10,00 20,00 30,00 40,00 50,00 Fonte: ARPA (2001), elaborazione Istituto per l Ambiente In particolare, si può notare come in provincia di Bergamo le frazioni che incidono maggiormente siano quelle della carta e cartone, vetro, del verde e dell organico. Le modalità di trattamento dei rifiuti urbani Per quanto riguarda le modalità di trattamento dei rifiuti urbani in provincia di Bergamo, in tabella sono riportati i dati comunicati dai principali impianti di smaltimento e recupero relativi all anno Per quanto concerne le attività di smaltimento, sul territorio della provincia di Bergamo nel 2002 hanno operato due impianti di termodistruzione, con recupero energetico, (a far data dal uno degli impianti ha cessato l attività) ed una discarica per rifiuti speciali, nella quale sono ricevuti parte dei rifiuti provinciali provenienti dallo spazzamento stradale e parte dei rifiuti e dei residui derivanti dagli altri 270

8 impianti di trattamento dei rifiuti urbani (impianto di bioessicazione, impianto di selezione secco umido ed impianti di compostaggio, oltre alle scorie degli impianti di termodistruzione). Nel 2002 sono stati destinati a smaltimento fuori provincia quota parte dei rifiuti da spazzamento stradale prodotti in provincia oltre a t di altri rifiuti urbani. Sono stati inoltre avviati a compostaggio fuori provincia t di forsu. Relativamente al recupero delle frazioni secche da raccolta differenziata, l unico dato disponibile è quello contenuto nelle schede regionali compilate dai Comuni, dalle quali si evidenzia che nel 2001 sono stati utilizzati n 42 impianti autorizzati e n 39 attività in procedura semplificata siti sul territorio provinciale e n 62 impianti e/o attività fuori dal territorio provinciale, per un totale di frazione secca pari a t. Tabella Principali impianti di smaltimento e recupero rifiuti urbani in provincia di Bergamo e relative quantità trattate di rifiuti urbani di provenienza provinciale (2002) Numero impianti Potenzialità totale t/anno Quantità rifiuti urbani trattata nel 2002 t/anno Termodistruzione 2 (1) (2) Discarica (3) (4) Bioessicazione (5) Compostaggio forsu/verde Compostaggio verde/fanghi Selezione secco/umido e compostaggio (6) (5) (1) un solo impianto nel 2003 (2) t/anno nel 2003 (3) potenzialità residua in mc al (4) dato relativo al solo spazzamento stradale; in discarica sono smaltiti anche parte dei rifiuti e residui in uscita da altri impianti in tabella (5) i rifiuti in uscita sono in prevalenza stati destinati a discarica (6) dal 2003 la potenzialità riservata ai rifiuti urbani è stata fissata in t/anno Fonte: Provincia di Bergamo Figura Principali modalità di smaltimento e recupero dei rifiuti urbani in Provincia di Bergamo (2002) 10% 39% Termodistruzione Discariche 29% Bioessicazione Compostaggio Selezione secco/umido 17% 5% Fonte: Provincia di Bergamo 271

9 Se confrontato con i dati disponibili delle altre province lombarde e col dato nazionale, il quadro complessivo che emerge relativamente alla gestione dei rifiuti urbani in provincia di Bergamo è senza dubbio positivo. Si sottolinea inoltre la particolare attenzione che viene riservata al tema della prevenzione, di cui il compostaggio domestico e l introduzione della tariffa (proporzionata, a differenza della tassa, alla quantità di rifiuti prodotti) vengono considerati strumenti. Nel 2001 sono 100 i comuni in provincia di Bergamo che dichiarano di avere utenti che praticano il compostaggio domestico e 91 quelli che hanno promosso questa attività (di cui 8 nel 2001 e 84 negli anni precedenti) attraverso corsi di formazione, distribuzione di composter e agevolazioni tariffarie. I comuni che al 2001 dichiarano di avere adottato un sistema tariffario sono 52 (di cui 3 nel 2001 e 49 negli anni precedenti). I criteri di applicazione della tariffa variano da comune a comune e tengono conto dei quantitativi di rifiuti prodotti, del numero di componenti familiari, i parametri del DPR 158/99, e il numero di componenti familiari e dell ampiezza dell unità abitativa. Si segnalano, infine, le iniziative promozionali avviate dalla Provincia di Bergamo volte a concentrare gli sforzi prioritari sulla riduzione all origine, anziché sul recupero o sullo smaltimento dei rifiuti. Si tratta, in particolare, di un programma articolato in diverse azioni di formazione e sensibilizzazione, rivolte ai consumatori, alla grande distribuzione e alle Amministrazioni locali; per queste ultime è stato anche bandito un premio finalizzato a individuare le cinque migliori iniziative comunali di prevenzione dei rifiuti. La gestione dei rifiuti speciali e speciali pericolosi Le tabelle e illustrano la gestione dei rifiuti speciali e speciali pericolosi nella provincia di Bergamo. In particolare, nella tabella 6 vengono indicati il numero di impianti suddivisi per tipologia e le quantità trattate, in valore assoluto e percentuale, mentre nella tabella 7 si confronta la composizione delle quantità di rifiuti trattate nel 1999 e nel Per quanto concerne le quantità gestite nell anno 2000, i dati attualmente disponibili sono quelli forniti dall Ufficio Catasto del Servizio Rifiuti della Provincia di Bergamo che, in base a proprie elaborazioni sui MUD 2001, ha rilevato un quantitativo di rifiuti speciali complessivamente trattato in provincia (comprensivo, quindi, anche dei rifiuti prodotti fuori provincia) pari a tonnellate, mentre i rifiuti prodotti e trattati in Provincia di Bergamo ammontano a tonnellate. Il Servizio Rifiuti ha anche fornito un aggiornamento, al dicembre 2002, del numero e tipologia di impianti di smaltimento/recupero rifiuti (urbani e speciali) presenti sul territorio bergamasco (allegato 2). 272

10 Discariche 4 Tabella Principali impianti di smaltimento e recupero rifiuti speciali e relative quantità trattate in Numero Quantità trattate Di cui speciali pericolosi: provincia di Bergamo (1999) 3 Tipologia di % sul tonnellate % sul totale Tonnellate impianti totale Impianti di con recupero di energia ,3% termodistruzione senza recupero di energia % categoria categoria 2 tipo A ,3% % categoria 2 tipo B sostanze organiche Impianti di recupero di materia Impianti di trattamento Metalli sostanze inorganiche ,1% prodotti che servono a captare gli inquinanti Biologico Chimico-fisico ,8% Biologico-chimico-fisico* Altri trattamenti ,5% 0 0 TOTALE %** %** *Rappresentano le operazioni di trattamento biologico e di trattamento chimico-fisico in serie **Eventuali errori sono dovuti ad arrotondamenti Fonte: C.C.I.A.A. di Bergamo, elaborazione Istituto per l Ambiente Per quanto riguarda i rifiuti speciali pericolosi, i sistemi di trattamento prevalenti sono costituiti dalla termodistruzione che, nel 1999, copre il 30% del totale ed è destinata quasi esclusivamente ai rifiuti dell industria chimica, e dal recupero di materia, cui è destinato un ulteriore 27%. Seguono il trattamento fisico-chimico e biologico, con il 22%, e la discarica, con il 21%. Rielaborando i dati sulle modalità di gestione dei rifiuti speciali nel 1999 e confrontandoli con quelli del 1998, dalla tabella emerge innanzitutto il notevole aumento della quantità di rifiuti destinati al recupero di materia (+7,7%), a fronte di un netta diminuzione dello smaltimento in discarica (-5,9%). Questi dati sono in accordo con i principi della legislazione vigente che riserva allo smaltimento un ruolo residuale, incentivando la diffusione delle modalità di recupero. Nonostante il miglioramento registrato nel 1999, tuttavia, la maggior parte dei rifiuti viene comunque ancora smaltita in discarica (circa il 46,3%), mentre viene recuperato il 40,1% di sostanze organiche, inorganiche e metalli. 27% 22% 3 Si noti che, non essendo possibile in alcuni flussi di rifiuti separare gli speciali dagli urbani, talvolta questi ultimi sono presenti nelle quantità conteggiate, sebbene in quota minima. 4 Secondo la classificazione stabilita dalla deliberazione del Comitato interministeriale del 27 luglio 1984 si definiscono: discariche di 1 categoria: rifiuti urbani; rifiuti speciali assimilabili agli urbani; fanghi non tossici e nocivi, stabilizzati, derivanti esclusivamente dagli impianti di depurazione delle acque di insediamenti civili; fanghi con caratteristiche analoghe ai precedenti; discariche di 2 categoria Tipo A: sfridi di materiali da costruzione; materiali provenienti da demolizioni, costruzioni e scavi; materiali ceramici cotti; vetri di tutti i tipi; rocce e materiali litoidi da costruzione; in Regione Lombardia le discariche per rifiuti inerti, se specificamente autorizzate, possono ricevere anche altre tipologie di rifiuti, quali ad es. scorie di acciaieria e scorie di fonderia, fanghi di marmo e graniti, limi di lavaggio di materiali litoidi. discariche di 2 categoria Tipo B: rifiuti speciali, tossici e nocivi, tal quali o trattati, a condizione che non contengano determinate sostanze in concentrazione superiore a un limite definito ( ); rifiuti contenenti polveri e fibre di amianto in concentrazioni non superiori a mg/kg. 273

11 Tabella Composizione delle quantità trattate di rifiuti speciali e speciali pericolosi per modalità di trattamento ( ) Anno 1999 Anno 1998 Variazione Quantità Quantità Quantità Quantità Quantità Quantità trattate di trattate di trattate di trattate di trattate di trattate di rifiuti rifiuti speciali rifiuti rifiuti speciali rifiuti rifiuti speciali speciali pericolosi speciali pericolosi speciali pericolosi Termodistruzione con recupero di energia 0,5% 1,8% 0,6% 3,5% -0,1% -1,7% Termodistruzione senza recupero di energia 3,8% 27,9% 5,4% 31,6% -1,6% -3,7% Smaltimento in discarica 46,3% 21,3% 52,2% 21% -5,9% +0,3% Recupero di materia (sostanze organiche, inorganiche, metalli, 40,1% 27% 32,4% 28,7% +7,7% -1,7% prodotti che servono a captare gli inquinanti) Trattamento biologico e chimico-fisico 8,8% 22% 8,9% 15,1% -0,1% +6,9% Altri trattamenti* 0,5% / 0,6% 0,1% -0,1% / TOTALE 100% 100% 100% 100% +9,7% +1,57% ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) (+4.813) *La voce comprende la rigenerazione degli acidi o delle basi, la produzione di combustibili da rifiuti e lo spandimento sul suolo a beneficio dell agricoltura e dell ecologia Fonte: C.C.I.A.A. di Bergamo, elaborazione Istituto per l Ambiente Figura Modalità di trattamento dei rifiuti speciali ( ) 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% anno 1998 anno 1999 termodistruzione senza recupero di energia smaltimento in discarica recupero di materia trattamento biologico e chimico fisico altri trattamenti Fonte: C.C.I.A.A. di Bergamo, elaborazione Istituto per l Ambiente La figura mostra la composizione dei rifiuti avviati alle diverse modalità di trattamento. La classificazione dei rifiuti è quella prevista dal catalogo europeo dei rifiuti (CER) (vedi allegato 1). Il CER è articolato in 20 classi, a loro volta suddivise in un numero variabile di sottoclassi. Da un analisi dei dati emerge come la termodistruzione con recupero di energia sia utilizzata soprattutto per scarti di rasatura e taglio del legno, fondi di distillazione, residui di reazione e solventi organici dell industria, solventi e miscele di solventi e rifiuti della pulizia dei serbatoi di stoccaggio. 274

12 La termodistruzione senza recupero di energia è impiegata per il 95% nello smaltimento dei rifiuti speciali dell industria chimica: solventi organici, soluzioni acquose di lavaggio e acque madri, fondi di distillazione e residui di reazione. Tra i rifiuti smaltiti in discarica in quantità più consistenti vi sono gli inerti da costruzioni e demolizioni, i rifiuti derivanti dal trattamento rifiuti e acque di scarico, i rifiuti inorganici da processi termici provenienti principalmente dall industria del ferro e dell acciaio, i rifiuti derivanti dalla lavorazione della pietra. Il recupero di materia viene effettuato soprattutto sugli oli esauriti, sui rifiuti prodotti da processi termici e su quelli provenienti da operazioni di costruzione e demolizione. Seguono, in misura minore, rifiuti di imballaggio, assorbenti, stracci, materiali filtranti e indumenti protettivi, rifiuti inorganici e contenenti metalli provenienti dal trattamento e ricopertura di metalli. Al trattamento fisico-chimico e biologico sono destinati principalmente percolato di discariche, le soluzioni acquose di lavaggio dell industria chimica, rifiuti da operazioni di lavaggio e pulizia per la preparazione di alimenti e bevande, sospensioni acquose contenenti pitture, vernici e rifiuti liquidi e fanghi dal trattamento e ricopertura dei metalli. Figura Modalità di trattamento per tipologia di rifiuti secondo il catalogo CER (1999) CODICI CER Altri trattamenti Trattamento biologico e chimico-fisico Recupero di materia Smaltimento in discarica Termodistruzione senza recupero di energia Termodistruzione con recupero di energia 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% Fonte: C.C.I.A.A. di Bergamo, elaborazione Istituto per l Ambiente Si può infine operare un confronto tra i dati della provincia di Bergamo e i dati regionali e nazionali relativi alla gestione dei rifiuti speciali. Per quanto riguarda i rifiuti speciali totali, emerge come lo smaltimento in discarica e la termodistruzione abbiano un maggior peso relativo rispetto ai dati regionali e nazionali, a differenza dei trattamenti fisico-chimici e biologici per i quali invece l incidenza è minore. I rifiuti speciali avviati al recupero nel 1998 sono stati pari al 34% della quantità complessivamente gestita in provincia, mentre su scala regionale e nazionale le operazioni di recupero rappresentano rispettivamente il 48% e il 42% del totale. Si noti, tuttavia, che le quantità di rifiuti speciali sottoposti ad attività di gestione all interno della Provincia di Bergamo non comprendono solo le quantità prodotte nella Provincia stessa, ma anche quantità che provengono dall esterno. I dati esaminati quindi rappresentano le quote sottoposte alle diverse attività di gestione rispetto alla quantità complessivamente gestita, indipendentemente dalla loro provenienza: tali quote non sono quindi riferite alle sole quantità prodotte all interno della Provincia. In effetti, i dati relativi all anno 2000, resi disponibili dal Servizio Rifiuti della Provincia di Bergamo, 275

13 evidenziano da un lato che il quantitativo totale di rifiuti speciali trattato in Provincia ( t) è notevolmente superiore al quantitativo totale prodotto ( t), dall altro che circa un terzo dei rifiuti prodotti in provincia è destinato fuori provincia ( t). Inoltre, analizzando i flussi relativi ai 3 principali impianti di smaltimento di rifiuti speciali esistenti sul territorio provinciale, si rileva che la percentuale di rifiuti provenienti da fuori provincia è fortemente prevalente su quella di provenienza interna. Per quanto riguarda i rifiuti speciali pericolosi la principale modalità di trattamento è la termodistruzione, mentre a livello regionale e nazionale prevale il trattamento fisico-chimico e biologico. Anche il contributo percentuale della discarica è superiore in provincia di Bergamo (21%) rispetto al dato regionale (7%) e nazionale (18%), e se il recupero di energia si assesta al 3-4% sia a livello provinciale che regionale e nazionale, il recupero di materia presenta pesi percentuali leggermente differenti (29% per la provincia di Bergamo, 34% per la regione Lombardia e 23% per l Italia). I rifiuti speciali pericolosi avviati al recupero in provincia di Bergamo nel 1998 sono stati pari al 32% della quantità complessivamente gestita in provincia, mentre su scala regionale e nazionale le operazioni di recupero hanno rappresentano rispettivamente il 39% e il 29% del totale. Figura Confronto tra le modalità di gestione dei rifiuti speciali a livello provinciale, regionale e nazionale (1998) Provincia di Bergamo 9% 1% 5% 1% 32% 52% termodistruzione senza recupero di energia smaltimento in discarica trattamento biologico e chimico fisico termodistruzione con recupero di energia recupero di materia altri trattamenti Lombardia Italia 16% 1% 1% 12% 1% 2% 16% 34% 15% 41% 32% 29% Fonte: IPASERVIZI (2002) 276

14 Figura Confronto tra le modalità di gestione dei rifiuti speciali pericolosi a livello provinciale, regionale e nazionale (1998) Provincia di Bergamo 15% 1% 32% 28% 21% 3% termodistruzione senza recupero di energia termodistruzione con recupero di energia smaltimento in discarica recupero di materia trattamento biologico e chimico fisico altri trattamenti Lombardia Italia 42% 1% 13% 4% 7% 38% 2% 15% 4% 33% 23% 18% Fonte: IPASERVIZI (2002) Il flusso dei rifiuti speciali: analisi di un campione Al fine di rappresentare il flusso di rifiuti speciali in provincia di Bergamo, si riportano brevemente i risultati di uno studio 5 condotto su un campione di 45 tipologie di rifiuti, di cui 10 speciali pericolosi, con riferimento al 1998 (elaborazione MUD99). Il lavoro rappresenta il tentativo di ricostruire il ciclo di vita del rifiuto e i suoi movimenti dal luogo di produzione alla sua destinazione finale. In particolare, per ogni tipologia di rifiuto selezionata, sono stati analizzati i seguenti aspetti: - produzione in provincia di Bergamo; - ingresso in provincia di Bergamo di rifiuti provenienti dall esterno della provincia (ad opera di trasportatori e intermediari); - trattamenti di recupero e smaltimento in provincia di Bergamo; - uscita di rifiuti dalla provincia di Bergamo per operazioni di recupero o smaltimento. 5 IPASERVIZI, La produzione e la gestione dei rifiuti speciali in Provincia di Bergamo negli anni 1998 e 1999, C.C.I.A.A., Bergamo aprile

15 Figura Flusso di un campione di rifiuti speciali attraverso la Provincia di Bergamo (1998) Dall estero Dalla Lombardia Da altre province italiane ND 931 t t t t In ingresso: t Produzione in Prov. BG t t Trattamento in Prov. BG t Recupero Smaltimento t t In uscita: t All estero In Lombardia In altre province italiane ND t t t 1 t Fonte: IPASERVIZI (2002) Il campione studiato è stato ritenuto rappresentativo della realtà produttiva locale in quanto ricopre l 83% della produzione complessiva di rifiuti speciali e l 80% della produzione di rifiuti speciali pericolosi della provincia di Bergamo. Tuttavia è necessario tenere conto dell inevitabile grado di incertezza che accompagna un analisi di questo tipo. 6 In sintesi, dal lavoro emerge come il rapporto tra la quantità di rifiuti speciali trattata in provincia di Bergamo e la quantità di rifiuti prodotta sia maggiore di 1: ciò significa che la provincia di Bergamo gestisce al suo interno una quantità di rifiuti maggiore di quanto produca. 7 6 Per maggiori precisazioni si rimanda alla specifica pubblicazione. 7 Occorre tuttavia tenere presente che questi dati sono relativi alle sole operazioni di recupero e smaltimento realizzate sul territorio della provincia di Bergamo dai soggetti dichiaranti, che non necessariamente coprono l intero quantitativo di rifiuti speciali prodotti in provincia (si ricorda che la vigente normativa in materia non impone a tutti i produttori di rifiuti l obbligo di presentare il MUD). 278

16 ALLEGATO CATALOGO EUROPEO DEI RIFUTI (CER 2002) Rifiuti derivanti da prosperazione, estrazione da miniera o cava, nonché dal trattamento fisico o chimico di minerali 02 00/ 00 Rifiuti prodotti da agricoltura, orticoltura, acquacoltura, selvicoltura, caccia e pesca, trattamento e preparazione di alimenti Rifiuti della lavorazione del legno e della produzione di pannelli, mobili, polpa, carta e cartone Rifiuti della lavorazione di pelli e pellicce, nonché dell industria tessile Rifiuti della lavorazione del petrolio, purificazione del gas naturale e trattamento pirolitico del carbone Rifiuti da processi chimici inorganici Rifiuti da processi chimici organici Rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di rivestimenti (pitture, vernici e smalti vetrati), adesivi, sigillanti e inchiostri per stampa Rifiuti dell industria fotografica Rifiuti prodotti da processi termici Rifiuti prodotti dal trattamento chimico superficiale e dal rivestimento di metalli ed altri materiali; idrometallurgia non ferrosa Rifiuti prodotti dalla lavorazione e dal trattamento fisico e meccanico superficiale di metalli e plastica Oli esauriti e residui di combustibili liquidi (tranne oli commestibili ed oli di cui ai capitoli 05,12 e 19) Solventi organici, refrigeranti e propellenti di scarto (tranne 07 e 08) Rifiuti di imballaggio, assorbenti, stracci, materiali filtranti e indumenti protettivi (non specificati altrimenti) Rifiuti non specificati altrimenti nel catalogo Rifiuti delle operazioni di costruzione e demolizione (compreso il terreno proveniente da siti contaminati) Rifiuti prodotti dal settore sanitario e veterinario o da attività di ricerca collegate (tranne i rifiuti di cucina e di ristorazione non direttamente provenienti da trattamento terapeutico) Rifiuti prodotti da impianti di trattamento dei rifiuti, impianti di trattamento delle acque reflue fuori sito, nonché dalla potabilizzazione dell acqua e dalla sua preparazione per uso industriale Rifiuti urbani (rifiuti domestici e assimilabili prodotti da attività commerciali e industriali nonché dalle istituzioni) inclusi rifiuti della raccolta differenziata Si noti che i rifiuti dell ultima categoria ( ) sono stati, per semplificazione, considerati tutti urbani e quindi esclusi dai nostri calcoli. 279

17 ALLEGATO IMPIANTI DI RECUPERO/SMALTIMENTO DI RIFIUTI SPECIALI ESISTENTI AL DICEMBRE 2002 N. 5 impianti di termodistruzione di rifiuti speciali 8. N. 2 impianti di discarica per rifiuti speciali diversi dai rifiuti inerti. N. 18 impianti di discarica di rifiuti inerti. N. 2 impianti per la produzione CDR. N. 42 impianti di stoccaggio e/o cernita N. 7 impianti di stoccaggio rifiuti fuori dal luogo di produzione N. 17 impianti di stoccaggio rifiuti presso il luogo di produzione (codice attività D15/R13) N. 24 impianti di ammasso e trattamento carcasse. N. 16 impianti di recupero rifiuti. N. 1 impianto di trattamento rifiuti N. 8 impianti di depurazione. N. 2 impianti di trattamento fanghi biologici. N. 2 impianti autorizzati allo spandimento fanghi in agricoltura. Sono inoltre pervenute oltre 300 comunicazioni di esercizio di operazioni di recupero rifiuti, inoltrate ai sensi dell art. 33 del D.Lgs. 22/97 (procedure semplificate) di cui: N. 218 per attività di recupero di materia/messa in riserva N. 21 per attività di recupero di energia N. 8 per attività di recupero ambientale (codice attività R10). 8 Si segnala inoltre che 2 impianti, non ricompresi nell elenco di cui sopra, verranno dismessi nel corso del 2003, in quanto sostituiti con un nuovo impianto di termovalorizzazione ed un impianto di recupero energetico. 280

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