Eurobarometro standard 84. Opinione pubblica nell Unione europea
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- Enrico Coco
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1 Questo sondaggio è stato commissionato e coordinato dalla Commissione europea, Direzione generale della Comunicazione. Il rapporto è stato realizzato per la Rappresentanza della Commissione europea in. Questo documento non rappresenta il punto di vista della Commissione europea. Le interpretazioni e le opinioni presenti nel rapporto sono attribuibili esclusivamente agli autori. Onda EB84.3 TNS opinion & social
2 OPINIONE PUBBLICA NELL UNIONE EUROPEA ITALIA Questo sondaggio è stato commissionato e coordinato dalla Commissione europea, Direzione generale della Comunicazione. Il rapporto è stato realizzato per la Rappresentanza in della Commissione europea.
3 1 SOMMARIO I. LE PRIORITÀ 2 1 Crescita, occupazione e investimenti 2 2 Immigrazione 3 3 Terrorismo e politica estera comune 4 4 Energia ed economia digitale 5 II. IDENTITÀ E VALORI 6 1 Cittadini italiani ed europei? 6 2 Euro e libertà di movimento 7 III. MEDIA 8 1 Informazione e Ue 8 2 Fiducia 9 CONCLUSIONI 10
4 2 I. LE PRIORITÀ 1 Crescita, occupazione e investimenti Gli italiani percepiscono un miglioramento delle proprie condizioni economiche e occupazionali, ma restano cauti sulla situazione generale nel Paese e in Europa. La maggioranza del campione italiano esprime soddisfazione per la propria situazione lavorativa (53%, +4 punti percentuali rispetto all'ultimo sondaggio Eurobarometro effettuato nel maggio 2015) e per la situazione finanziaria della propria famiglia (59%, +2 punti), ma lo stato dell'economia è considerato positivo solo da un ristretto 14%, seppure in crescita rispetto al 10% registrato nella scorsa rilevazione. Una percentuale ancora minore considera con favore la situazione dell occupazione in (10%), mentre l'89% mantiene un'opinione negativa. Lo stato dell'economia europea suscita ottimismo nel 28% degli italiani, in aumento rispetto al 23% precedente, ma i più (62%) restano scettici. Gli italiani si confermano meno ottimisti della media dei 28 paesi Ue, che in generale registrano una maggiore, seppur minoritaria, fiducia nell'economia continentale (38% ottimisti, 50% pessimisti, 12% indecisi) e soprattutto una migliore percezione delle rispettive situazioni nazionali, sia in termini di economia (40% di ottimisti) che di occupazione (30%). La media nasconde naturalmente situazioni nazionali peggiori, a partire dalla Grecia dove appena il 3% si dice soddisfatto dell'economia ellenica e soltanto l' mostra ottimismo sulla situazione occupazionale. Per rilanciare l'economia e creare nuovi posti di lavoro, la maggioranza del campione ritiene che il settore privato sia più efficace di quello pubblico. È l'opinione del 54% degli intervistati italiani e del 64% di quelli Ue. Una maggioranza altrettanto solida ritiene opportuno che il denaro pubblico sia utilizzato per stimolare investimenti nel settore privato a livello Ue, che è poi l'obiettivo perseguito dal Piano d'investimenti per l'europa, destinato a sbloccare almeno 315 miliardi di euro di investimenti tra il 2015 e il Il 67% degli italiani e il 58% degli europei si dicono d'accordo con questo approccio. Non so 12% Contrario 2 Favorevole 67% Fondi pubblici per stimolare investimenti privati nell'ue (campione italiano) Nel contesto della riforma dei mercati finanziari e di una più giusta distribuzione degli oneri fiscali a favore del rilancio dell'economia, emerge una netta prevalenza di coloro che sono a favore di regole più severe per contrastare l'elusione delle imposte e i paradisi fiscali. Si schiera su questa linea l'83% degli italiani e l'87% degli europei.
5 3 2 Immigrazione L'immigrazione è largamente percepita come la principale sfida che l'europa ha davanti a sé. Il 58% del campione europeo considera ora la questione come prioritaria, rispetto al 38% registrato a maggio In si rafforza la già cospicua maggioranza che vede nella gestione della crisi migratoria la priorità per l'ue (49%), questione ormai ritenuta più importante di economia e occupazione. Continua a prevalere il consenso verso una politica comune in materia di immigrazione. La sostengono il 68% degli europei e il 69% degli italiani, anche se si registra una leggera riduzione dei favorevoli rispetto a maggio, quando erano il 73% in entrambi i campioni. Quasi all'unanimità, italiani (93%) ed europei (89%) invocano ulteriori misure per contrastare l'immigrazione illegale nell'ue, a fronte anche di una percezione prevalentemente negativa degli immigrati provenienti da paesi non Ue, diffusa nel 59% del campione europeo e nel 66% di quello italiano (i critici in diminuiscono, però, rispetto al precedente 70%). Peraltro, l'idea che a livello si debbano aiutare i rifugiati è ben radicata nel 65% dei cittadini Ue, con picchi ben superiori in molti paesi del Nord Europa (94% in Svezia, 88% nei Paesi Bassi, 86% in Danimarca e 83% in Germania), ma anche in alcuni paesi della fascia mediterranea, incluse Spagna (84%) e Grecia (85%), dove recentemente arriva la gran parte dei richiedenti asilo. In, invece, sono più frequenti i giudizi negativi: solo il 42% degli intervistati ritiene che il paese debba aiutare i rifugiati, mentre il 46% è contrario. È una linea che avvicina l' ai paesi dell'est Europa tradizionalmente più scettici in materia di immigrazione, come Ungheria o Repubblica Ceca. Gli italiani tendono inoltre a guardare con sospetto anche agli immigrati provenienti da paesi dell Ue, in controtendenza con la media UE. Il 49% considera negativamente i cittadini Ue trasferitisi in, a fronte del 4 con opinioni positive. La forbice tra critici e favorevoli si è però ristretta significativamente rispetto al precedente 55-33% registrato nell'ultima rilevazione. Media Ue Polonia Ungheria Rep. Ceca Francia Slovacchia Danimarca Paesi Bassi Germania Spagna Grecia Svezia Sì No Non so 0% 20% 40% 60% 80% 100% Il suo Paese dovrebbe aiutare i rifugiati?
6 4 3 Terrorismo e politica estera comune L'ondata di attentati in Europa e nel mondo ha fatto balzare il tema della sicurezza in cima alle preoccupazioni degli europei, che ritengono ormai il contrasto al terrorismo la seconda sfida prioritaria per l'europa, dopo l'immigrazione. Per il campione europeo il terrorismo precede ormai anche economia e occupazione nella scala delle priorità Ue, mentre tra gli italiani cresce di importanza (un quinto degli intervistati ritiene il tema cruciale), ma resta meno pressante delle tematiche economiche e occupazionali Economia Terrorismo Disoccupazione Immigrazione Finanze pubbliche Inflazione Crimine 0 Le principali sfide per l'ue (campione europeo/risposte multiple) La questione è percepita come meno urgente a livello : solo il 9% degli italiani inserisce il terrorismo tra le priorità del Paese, ritenendolo meno importante delle sfide economiche e migratorie, ma anche dei conti pubblici o delle pensioni. L'emergenza sicurezza, causata prevalentemente da fattori esterni all'ue, contribuisce a mantenere elevato il consenso per una politica comune di sicurezza e difesa, sostenuta dal 72% dei cittadini Ue e dal 68% di quelli italiani, seppure con percentuali in lieve calo. Stessa tendenza si registra per la politica estera comune, che riscuote il sostegno del 63% di entrambi i campioni, sostenuta anche dalla diffusa convinzione tra europei (68%) e italiani (56%) che la voce dell'ue conti nel mondo. Si conferma inoltre un generale consenso per l'idea di un esercito europeo, che suscita l'approvazione del 53% del campione Ue e del 56% di quello italiano. I paesi dell'est Europa, tradizionalmente meno propensi all'ulteriore cessione di prerogative nazionali all'ue, si mostrano invece su questo punto più entusiasti della media. Il 6 di polacchi e ungheresi e il 57% dei cechi sono favorevoli a un esercito comune. La maggiore contrarietà al progetto si registra invece in Gran Bretagna e in Svezia, dove i favorevoli sono appena il 34%.
7 5 4 Energia ed economia digitale Una politica energetica comune è un obiettivo su cui due terzi degli europei (70%) e degli italiani (66%) mostrano un'opinione favorevole, nonostante un leggero calo dei consensi rispetto all'ultima rilevazione. Il progetto di un'unione europea dell'energia dovrebbe puntare principalmente sullo sviluppo delle rinnovabili, secondo il 4 del campione Ue e il 40% di quello italiano. La protezione dell'ambiente emerge in come la seconda priorità di un'unione energetica, mentre per il campione Ue il secondo principale obiettivo dovrebbe essere la garanzia di prezzi energetici ragionevoli per i consumatori. La lotta ai cambiamenti climatici risulta la quarta priorità per gli europei e la quinta per gli italiani, anche se è in deciso rialzo in entrambi i casi. Gli obiettivi Ue in campo energetico sono ritenuti generalmente equilibrati. Aumentare fino al 20% la quota di rinnovabili nel mix energetico europeo entro il 2020 è considerato fattibile dal 60% degli italiani e dal 54% degli europei. La riduzione di almeno un quinto dei gas a effetto serra entro la fine del decennio è visto come un obiettivo adeguato dalla maggior parte di europei (50%) e italiani (57%), anche se è ritenuto troppo ambizioso dal 25% del campione Ue e dal 17% di quello. Anche i piani per creare un vero mercato unico digitale riscuotono una maggioranza di consensi, con il 53% di favorevoli a livello Ue e il 49% in, mentre i contrari sono rispettivamente il 22% e il 24% Percentuali di coloro che dicono di non collegarsi mai a internet Ciononostante, soltanto poco più di un quarto degli intervistati (28%) dice di aver fatto acquisti su un sito internet di un paese Ue diverso dal proprio nei dodici mesi precedenti alla rilevazione. La percentuale di coloro che hanno fatto acquisti on-line tranfrontalieri scende al 2 tra gli italiani. Si registra inoltre una lieve flessione di coloro che dicono di usare internet ogni giorno. Sono il 64% in Europa (erano il 66% a maggio 2015) e il 55% in (rispetto al precedente 56%). Inoltre aumentano coloro che non si collegano mai alla rete, pari al 18% in e al 17% nell'ue.
8 II. IDENTITÀ E VALORI 1 Cittadini italiani ed europei? La maggior parte degli italiani dice di non sentirsi cittadino europeo. Si tratta di una maggioranza minima (il 50% a fronte del 49% che si sente invece cittadino Ue), ma in controtendenza con il resto d'europa e in contrasto con posizioni molto meno scettiche espresse in passato. Nell ultima rilevazione di maggio 2015, il 53% degli italiani diceva di sentirsi cittadino Ue e il 44% era di parere opposto. Anche in Europa si registra una flessione, ma coloro che si sentono cittadini Ue restano nettamente più numerosi (64% contro 34%). Soltanto in Bulgaria e a Cipro prevalgono, come in, quelli che non si identificano con la cittadinanza europea, mentre in Grecia favorevoli e contrari si eguagliano. In tutti gli altri paesi, anche quelli tradizionalmente meno entusiasti nei confronti dell'ue, la cittadinanza europea è un dato acquisito per la maggioranza degli intervistati. Il 52% dei britannici si sente cittadino europeo, in Repubblica Ceca la percentuale sale al 57% e in Ungheria al 69%. Si No Non so Danesi 76% 23% Ciprioti 49% 5 Cechi 57% 42% Ungheresi 69% 30% Bulgari 47% 52% Greci 50% 50% Britannici 52% 47% Francesi 6 37% 2% Tedeschi 74% 24% 2% Media Ue 64% 34% 2% ni 49% 50% Si sente cittadino dell'unione europea? A una domanda più vaga sull'identità, senza menzione della cittadinanza, gli italiani dicono prevalentemente (49%) di sentirsi "italiani ed europei", anche se il 45% risponde di sentirsi solo italiano. Il senso di attaccamento all'unione europea è relativamente poco diffuso (40%), mentre il 57% del campione dice di non provare questo sentimento. Questo crescente distacco si spiega in parte con la sempre più diffusa percezione che gli interessi dell' non siano presi in sufficiente considerazione a Bruxelles. Lo pensa il 63% degli italiani, in aumento rispetto al 59% di maggio, e sopra la media Ue (50%). Un altro 53% dice di non capire come l'ue funzioni, anche in questo caso un dato superiore alla media Ue (42%) e in crescita rispetto al precedente 49%. Questa sorta di risentimento verso l'europa non sfocia comunque in un esplicito appello alla fuoriuscita dall'unione. La maggioranza (47%) ritiene che l' non avrebbe un futuro migliore fuori dall'ue, anche se coloro che la pensano nel modo opposto sono in aumento, dal 35% al 39%. Nell'Ue non mancano paesi in cui la prospettiva di una separazione dall'ue è ben vista dalla maggioranza degli intervistati. È il caso della Gran Bretagna (47% favorevoli al cosiddetto Brexit, 42% contrari, 1 indecisi), ma anche di Cipro (55% contro 37%) e della Slovenia (48% contro 42%), mentre in Austria sostenitori e oppositori dell uscita dall UE si eguagliano. 6
9 7 2 Euro e libertà di movimento La libertà di viaggiare, studiare o lavorare dovunque nell'ue è considerato il principale elemento distintivo dell'unione europea. Il 49% degli europei lo indica tra i simboli chiave dell'unione, seguito da euro (37%) e diversità culturale (28%). Gli italiani pongono l'euro in cima alla classifica (4), seguito da libertà di circolazione (36%) e diversità culturale (24%). Questi elementi distintivi suscitano prevalentemente giudizi positivi. Il 56% degli europei e il 55% degli italiani sono favorevoli all'unione economica e monetaria con l'euro come unica valuta. I critici sono il 37% nell'ue e il 34% in, (erano rispettivamente il 36% e il 30% nell'ultima rilevazione). La libertà di movimento è vista con favore dal 78% degli europei e dal 7 degli italiani. La scala dei simboli coincide per molti aspetti con quella che indica i principali risultati dell'unione: per il campione europeo al primo posto spicca la pace (56%), seguita da libertà di movimento (55%), euro (25%) e programmi di studio all'estero, come l'erasmus (22%). Per gli italiani, i principali risultati dell'unione europea sono libertà di movimento (50%), pace (37%), programmi di studio all'estero (34%) ed euro (27%). Protezione sociale Influenza politica nel mondo Potere economico Ue Politica agricola Programmi studio Euro Libertà di movimento Pace 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% I principali risultati dell'ue (campione italiano/risposte multiple) I valori che più rappresentano l'europa sono pace (37%), diritti umani (37%) e democrazia (3) per il campione Ue, gli stessi elencati dagli italiani, anche se con un ordine diverso: pace (33%), democrazia (30%) e diritti umani (27%). Pur essendo un valore cardine, la maggior parte degli intervistati ritiene che la democrazia non funzioni al meglio nell'ue (45% degli europei e 48% degli italiani). In ciò si somma a una critica alla democrazia, che non soddisfa il 62% del campione. Gli intervistati Ue, invece, in prevalenza ritengono che le istituzioni democratiche funzionino a dovere nei rispettivi paesi (52% a favore, 45% contro).
10 8 III. MEDIA 1 Informazione e Ue Due terzi degli italiani (66%) si ritengono non sufficientemente informati sugli affari politici europei, anche se la percentuale è in calo rispetto al 72% registrato a maggio Coloro che si considerano bene informati aumentano dal 26% al 34%. Il 58% dei cittadini europei si sente poco informato, il 4 bene informato e l' è indeciso. La televisione resta ampiamente il principale mezzo di comunicazione attraverso il quale si acquisiscono informazioni, sia sulla vita politica che su quella europea. L'8 del campione Ue e il 79% di quello italiano indica la TV tra le proprie principali fonti di informazione sull'attualità politica. La stampa è il secondo mezzo di comunicazione, citato dal 46% degli italiani e dal 4 degli europei (la stessa percentuale che emerge per la radio, che in invece registra percentuali molto inferiori). Quanto all'informazione sugli affari europei, la TV mantiene un netto vantaggio ma con percentuali meno schiaccianti. Il 74% degli europei e il 68% degli italiani guarda la televisione per informarsi sull'attualità politica europea. La stampa, anche in questo caso il secondo mezzo più comune, è usato a tale scopo dal 39% degli europei e dal 4 degli italiani. Internet è in crescita dal 26% al 30% per il campione italiano. Il 18% degli italiani dice, però, di non cercare affatto informazioni sulle questioni europee, una percentuale in aumento rispetto al precedente 17%, superiore alla media Ue dell'1 e inferiore solo ai dati di Polonia, Spagna e Cipro. Gli italiani che dicono di non essere interessati a notizie politiche nazionali sono il 9% Percentuali di coloro che non cercano informazioni sulla politica europea L'identikit dell'italiano che non cerca informazioni sull'ue è prevalentemente quello di una donna (20% degli intervistati di sesso femminile non segnala interesse), di età superiore ai 55 anni (23%), con un livello di istruzione non superiore alla scuola media (27%), casalinga (32%) e residente in Sicilia o Sardegna (36%).
11 9 2 Fiducia Pur essendo meno usati per informarsi, radio e internet risultano i mezzi di comunicazione di cui gli italiani si fidano di più. La radio è considerata affidabile dal 47% del campione (gli scettici sono il 36%), e i siti di informazione su internet suscitano la fiducia del 42% (a fronte del 33% di critici). La maggioranza tende invece a non fidarsi della televisione (47% contro un 45% che si fida) e della stampa (46% contro 44%). Tra i mezzi di comunicazione analizzati, i social media suscitano il minor livello di fiducia tra gli italiani: solo il 24% li ritiene affidabili mentre il 45% li considera poco affidabili. Il loro uso per informarsi sugli affari europei è però in crescita. Tra gli europei prevalgono tendenze simili, anche se con una maggiore fiducia nei confronti della TV e più scetticismo per i siti internet. Il livello di fiducia nei media, seppur non molto elevato, è comunque di gran lunga superiore a quello di molte istituzioni pubbliche. I partiti politici sono malvisti dall'8 degli italiani e dal 78% degli europei. Il governo tende a non essere considerato affidabile dal 75% degli intervistati italiani, così come il 66% degli europei non si fida dei rispettivi esecutivi nazionali. Simile sorte per i parlamenti nazionali, considerati poco affidabili dal 73% degli italiani e dal 64% degli europei. Il 70% degli italiani non si fida delle autorità pubbliche regionali o locali (in media nell'ue gli scettici sono il 5). Stampa Parlamento europeo Bce Commissione Ue Partiti politici Unione europea Governo italiano Parlamento italiano Social media Siti internet Radio Televisione Si No Non so Si fida delle seguenti istituzioni/media (campione italiano)? Anche l'unione europea non sfugge a questa tendenza. La forbice tra giudizi positivi e negativi è più ristretta rispetto alle istituzioni nazionali, ma tende ad allargarsi. Coloro che non si fidano dell'ue in passano dal 44% al 52%, e in Europa dal 46% al 55%. Cala la fiducia anche nelle singole istituzioni dell Ue. A maggio 2015, seppur di poco, Parlamento europeo e Commissione continuavano a godere tra gli italiani di una fiducia maggioritaria. Ora invece gli scettici prevalgono. Aumentano inoltre coloro che non si fidano della Banca centrale europea, l'istituzione Ue che gode di minore consensi tra gli italiani. Le stesse tendenze si registrano nel campione europeo.
12 10 CONCLUSIONI Occupazione ed economia registrano cauti spiragli di fiducia. La maggioranza degli intervistati italiani esprime soddisfazione per la propria situazione lavorativa (53%) e per la situazione finanziaria della propria famiglia (59%). Aumenta la percentuale di ottimisti sullo stato dell'economia ed europea, seppur lievemente. Per il rilancio dell'economia il settore privato è ritenuto cruciale, ma la gran parte del campione italiano (67%) ritiene utile stimolare gli investimenti privati attraverso finanziamenti pubblici. Se l'economia spaventa di meno, le preoccupazioni di italiani ed europei si spostano sulla crisi migratoria che è ormai indicata come la principale priorità per l'europa. La maggioranza degli intervistati (69% del campione italiano) vuole una politica comune in materia di immigrazione e ulteriori misure contro l'immigrazione illegale, in un quadro in cui la percezione degli immigrati provenienti da paesi extra Ue è prevalentemente negativa. Tra gli italiani prevale un giudizio critico anche verso i cittadini Ue trasferitisi in, in controtendenza con la media Ue. La maggioranza (46%) pensa inoltre che l' non debba aiutare i rifugiati, un giudizio simile a quello prevalente nei paesi dell'est Europa. Cresce anche la preoccupazione per la sicurezza, al punto che la lotta al terrorismo nel campione europeo arriva a superare le questioni economiche nella lista delle priorità per l'ue. Il problema è percepito anche in, ma solo in pochi (9%) vi vedono immediate ripercussioni domestiche. Il fatto che la minaccia terroristica abbia origine al di fuori dei confini europei contribuisce a tenere alto il consenso per una politica estera comune e per una politica europea di sicurezza e difesa. Inoltre, l'idea di un esercito europeo trova favorevole il 56% degli italiani. I piani europei per una maggiore integrazione della politica energetica e del mercato digitale registrano un largo consenso del campione italiano ed europeo. In campo energetico, gli intervistati ritengono che sia prioritario lo sviluppo delle rinnovabili. Quanto al settore digitale, l'e-commerce registra numeri ancora poco incoraggianti e si nota un incremento di coloro che non si collegano mai alla rete (18% in ). Pur essendo ancora favorevoli alla gran parte delle politiche europee, gli italiani mostrano segni di un crescente distacco dall'europa. La maggior parte arriva a dire di non sentirsi cittadino europeo, risultato paradossale soprattutto se paragonato a quello di paesi tradizionalmente meno entusiasti dell'europa, come la Gran Bretagna o la Repubblica Ceca, nei quali la cittadinanza europea è un dato acquisito dalla maggioranza degli intervistati. A questo raffreddamento dell'opinione pubblica contribuisce anche l'idea molto diffusa (63% del campione) che gli interessi italiani non siano tenuti in dovuta considerazione a Bruxelles. Nonostante ciò, gli italiani restano convinti che il futuro del Paese sia meglio in seno all Ue, e mantengono un giudizio positivo su euro e libertà di circolazione, ritenuti i principali elementi distintivi dell'unione europea e tra i suoi principali risultati. I giudizi sull'ue sono però spesso espressi senza una piena consapevolezza di quanto realmente accade. Due terzi degli italiani dichiarano infatti di non essere bene informati sull'attualità politica europea e circa un quinto del campione dice di non cercare informazioni in materia. La televisione resta il mezzo più usato dagli italiani per informarsi, ma una percentuale sempre più alta di intervistati dice di usare internet come fonte di informazione. I media continuano a riscuotere in generale un elevato livello di fiducia, molto superiore a quello riservato dagli italiani alle istituzioni politiche nazionali. Le istituzioni europee sono in genere ritenute più affidabili di quelle italiane, anche se la maggioranza del campione tende a non fidarsi.
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