Politiche per le disabilità news Luglio 2012

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1 Politiche per le disabilità news Luglio 2012 Periodico telematico a cura dell'ufficio Politiche per le Disabilità CGIL Corso d'italia, Roma l.necco@cgil.it politichedisabilita@cgil.it NOTIZIE PRINCIPALI Crescono i disabili disoccupati: In Italia sono 750 mila da pag 4 NOTIZIE Welfare: da pag. 13 Lavoro: da pag. 23 Scuola: da pag. 29 Europa: da pag. 33 Varie: da pag. 35 1

2 WELFARE Invalidità Inps, ora rientra anche l endometriosi Pag 13 Sanita': anche 63 giorni per accertamento invalidita', maglia nera a Campania e Calabria Pag 14 Patronati Italiani nel mondo - invalidita' civile - Bartoli dall'inca (comunicazione):"lo scadalo dei Pag.15 ritardi per l'accertamento sanitario. tutta colpa delle Asl" Sì ai congedi per l'assistenza ai disabili se richiesta dall'ospedale Pag 17 Livelli essenziali di assistenza, risoluzione impegna il Governo ad una "corretta attuazione" Pag 18 Spending review: 7,9 miliardi in meno alla sanita' entro il 2014 Pag 19 Ora anche i disabili mentali potranno assicurarsi contro malattie e infortuni Pag 20 Povertà e disabili, boom di richieste di aiuto al patronato Pag 21 Inca Cgil: aumentano le domande relative alle pensioni per stranieri e per la tutela delle Pag 22 persone disabili LAVORO Lavoro disabili e riforma Fornero: piu' posti grazie ai nuovi riconteggi Pag disabili per infortuni sul lavoro o malattie professionali Pag 24 Più posti ai disabili con i nuovi conteggi Pag 26 Disabili psichici e lavoro: genitori delusi dal Sottosegretario Guerra Pag 27 Legge 68/99 e inserimento lavorativo: a Roma nasce un forum permanente Pag.28 SCUOLA Integrazione disabili, Miur e Ministero della Salute firmano intesa Pag 29 Riconversione su sostegno: il Miur procede tra le proteste dei docenti specializzati Pag 30 Integrazione, Profumo sostiene disegno di legge dell osservatorio Pag 31 Integrazione scolastica: Miur e Ministero della Salute firmano un protocollo Pag 32 EUROPA Disabilità: ora l Europa rappresenta il mondo! Pag 33 Povertà e inclusione sociale: crescere i fondi europei Pag 34 VARIE Rapporto Istat su poverta': le persone con disabilita' sono ancora ignorate! Pag 35 Rapporto Istat sulla povertà, "ignorata la disabilità intellettiva" Pag 36 Disabili: Argentin (Pd), piu sostegno per vita sociale, lavoro e scuola Pag 37 Famiglie con disabili e povertà energetica : fino a 3 mila euro per l elettricità Pag 38 2

3 Notizie dal territorio Napoli 3 luglio convegno: Lavoro e crisi, i diritti delle persone con disabilità. Pag. 39 Napoli 21 giugno Convegno: Persone senza diritti? La vita delle persone con disabilità. Pag. 40 Napoli 18 giugno Seminario: I percorsi silenziosi dell'impoverimento. Pag. 41 Trento 17 luglio - Non autosufficienza: c'è una nuova legge da Pag.43 Veneto Il Gazzettino di Belluno Pag. 49 Corriere Alpi Pag. 50 3

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13 INVALIDITÀ INPS, ORA RIENTRA ANCHE L ENDOMETRIOSI Novità nella tabella per l invalidità civile dell Inps: nella nuova versione sono rientrate anche l endometriosi (malattia cronica originata da una presenza anomala dell endometrio, tessuto che riveste l utero) e alcune malattie rare, considerate come patologie «moderne». L elenco è stato aggiornato per la prima volta dopo 20 anni, secondo quanto hanno comunicato il coordinatore generale e medico legale dell Inps, Massimo Piccioni. Attualmente, inoltre, il ministero della Salute sta lavorando per una revisione dei criteri per il riconoscimento delle invalidità ma il decreto non è ancora stato definito. «SEMPLIFICARE LA BUROCRAZIA ONCOLOGICA». La ragione della nuova tabella per l invalidità, ha spiegato Piccioni, è semplificare l iter burocratico che devono affrontare i malati di tumori in particolare «merita un ripensamento, una ridefinizione». Nella conferenza stampa di presentazione dell iniziativa, in pubblicazione dal 27 luglio, è stato spiegato che per il superamento della burocrazia oncologica all Inps vengono attribuiti ruoli di sussidiarietà accertativa. «Si tratta», ha detto Piccioni, «di una battaglia di civiltà, ma soprattutto di legalità» visto che in tutte le Regioni i tempi di risposta per l accertamento dell invalidità civile richiesta dai malati oncologici sono disattesi. «Nessuna Regione ad oggi», ha sottolineato, «ha chiesto all Inps di convenzionarsi per avere un accertamento unico e definitivo». LINEE GUIDA COMUNI PER TUTTE LE REGIONI. E l Istituto, ha aggiunto, «si è impegnato a uniformare i diritti attraverso l emanazione di linee guida che prevedono ad esempio che ai minori oncologici venga sempre riconosciuto l handicap grave, mentre ai minori con neoplasie venga riconosciuta l indennità di accompagnamento». Tra i vantaggi «il limite alla discrezionalità dei medici perché impongono un iter procedurale unico su tutto il territorio». In attesa delle decisioni del ministro Balduzzi, i medici dell Inps a quali spetta il giudizio definitivo devono attenersi alle nuove linee guida dell Istituto. 27 luglio Fonte: disablog.it 13

14 SANITA': ANCHE 63 GIORNI PER ACCERTAMENTO INVALIDITA', MAGLIA NERA A CAMPANIA E CALABRIA Roma, 26 lug. (Adnkronos Salute) - Ci vogliono tra i 45 e i 63 giorni in Italia per la visita di accertamento dell'invalidità civile per le patologie neoplasiche, e la maglia nera spetta a Campania e Calabria, dove si arriva a punte che toccano i 110 giorni. Questi alcuni dati Inps sull'invalidità civile relativi al 2011, ricordati questa mattina a Roma durante la presentazione di una mozione parlamentare per il superamento della 'burocrazia oncologica'. Tempi lunghi, dunque, nonostante nel caso delle patologie neoplasiche il tempo dovrebbe essere limitato a soli 15 giorni, come previsto dalla legge 80/2006. Nel dettaglio delle performance regionali per l'invito a visita nella Commissione medica integrata, le Marche con 18 giorni, la Lombardia con 23 giorni, l'abruzzo con 29 e la Puglia con 31 giorni presentano il miglior tempo medio di definizione sanitaria per i casi con verbale Asl telematico. In coda il Molise con 58 giorni, la Calabria con 60 e la Campania con 61 giorni. Per quanto riguarda, invece, la versione cartacea, si passa da un tempo medio di definizione di 47 e 49 giorni rispettivamente dell'emilia Romagna e della Lombardia, ai 112 giorni della Campania e ai 111 della Calabria. Quello della mancata informatizzazione delle Asl è, secondo Francesco De Lorenzo, presidente Favo, "uno dei problemi maggiori, da risolvere nel minor tempo possibile" per accorciare i tempi degli accertamenti di invalidità e permettere così ai malati di usufruire di ciò che spetta loro. 27 luglio Fonte: iltempo.it 14

15 PATRONATI ITALIANI NEL MONDO - INVALIDITA' CIVILE - BARTOLI DALL'INCA (COMUNICAZIONE):"LO SCADALO DEI RITARDI PER L'ACCERTAMENTO SANITARIO. TUTTA COLPA DELLE ASL" Sull'invalidita' civile e lo "scandalo dei ritardi per l'accertamento sanitario" interviene con un approfondimento "Esperienze" il periodico del Patronato INCA della CGIL che entra nel contesto dell'attivita' del Patronato per approfondire le dinamiche sulle quali interviene. In un articolo a firma di Lisa Bartoli, responsabile comunicazione della sede nazionale, si legge: "Dopo l'audizione dei Patronati del Ce.Pa alle Commissioni Lavoro e Sanità del Senato, il Presidente dell'inps risponde ai quesiti dei senatori scaricando le responsabilità sulle Regioni e le Asl Il presidente dell'inps, Antonio Mastrapasqua, chiede scusa alle tante persone malate alle quali sono state richieste ulteriori visite nonostante le già riconosciute oggettive condizioni di disabilità e scarica le responsabilità sulle Regioni e le Asl, colpevoli di non cooperare abbastanza nelle verifiche ordinarie e straordinarie previste dalla legge per stanare i falsi invalidi. Come era prevedibile, dopo l'audizione dei patronati aderenti al Ce.pa (del 12 e 19 giugno scorsi) davanti alle Commissioni Lavoro e Sanità del Senato, nella quale Inca, Inas, Ital e Acli hanno denunciato i pesanti ritardi con i quali si procede all'accertamento e al riconoscimento delle invalidità civili, l'istituto di previdenza Pubblico ha risposto il 27 giugno e il 3 luglio, in un'altra audizione sollecitata dalle medesime Commissioni parlamentari che avevano ascoltato i patronati, confermando le criticità, ma difendendo il proprio operato e il sistema delle nuove procedure telematiche per il riconoscimento dell'invalidità civile, introdotte con la legge n. 102/2009. Nelle relazioni precedenti i Patronati avevano sottolineato come, a distanza di due anni dall entrata in vigore delle nuove procedure informatiche, che avrebbero dovuto garantire rapidità e trasparenza nelle modalità di riconoscimento dello stato di invalidità civile, handicap e disabilità, sono stati più volte costretti a denunciare i disagi a cui i disabili e/o i loro familiari sono stati sottoposti per difficoltà avevano affermato - riconducibili esclusivamente a ingiustificate e persistenti lacune operative alle quali non si è ancora data soluzione. Secondo i Patronati (che hanno patrocinato circa il 95 per cento delle domande), con le nuove procedure rivelatesi rigide e farraginose, anziché combattere il fenomeno dei falsi invalidi si è contribuito a creare pesanti disagi ai veri disabili rallentando e in alcuni casi negando il loro diritto alle prestazioni assistenziali. Sotto accusa innanzi tutto la scarsa partecipazione dei medici dell Inps nelle commissioni mediche delle Asl che, secondo l impianto legislativo, avrebbero dovuto garantire una maggiore celerità nella fase di accertamento sanitario. Secondo alcuni dati forniti dal Consiglio di indirizzo e vigilanza dell Istituto previdenziale le presenze dei medici sono state assicurate solo nel 51% dei casi e, nelle cause giudiziarie, la percentuale è stata addirittura del 37%. Per il presidente Mastrapasqua però questi dati non sono stati una sorpresa, anzi, nel corso dell'audizione ha precisato che nel 2011 la partecipazione del proprio personale medico nelle commissioni è stata addirittura del 46 per cento, salvo poi giustificare l'accaduto con la scarsa adozione da parte delle Asl della procedura informatizzata che ha comportato sia la mancata temporizzazione delle visite, sia la compilazione del verbale elettronico con l'indicazione dell'esame clinico e la codifica tabellare delle patologie. La mancata partecipazione dei medici Inps, prevista per legge, ha comportato di fatto una ridondante e dannosa ripetizione delle visite per i cittadini coinvolti. L altro punto critico indicato dai Patronati riguarda l'inefficienza organizzativa con la quale si è provveduto alla trasmissione dei verbali sanitari dalle Asl alla Commissione Medica Superiore nazionale dell'inps che ha prodotto il blocco delle notifiche degli esiti sanitari anche per quei cittadini affetti da malattie oncologiche, nonostante la legge imponga per loro una procedura d'urgenza. E' evidente spiega Luigina De Santis, del collegio di presidenza dell'inca che la mancata cooperazione telematica tra l Inps e le Asl abbia contribuito a bloccare di fatto tutte le procedure amministrative a partire dalla comunicazione di convocazione a visita che avrebbe dovuto essere contestuale all invio della domanda, così come nella redazione e registrazione del verbale sanitario. Tutto ciò si è tradotto in gravi ritardi nei pagamenti delle indennità e nella chiamata a visita degli invalidi che presentano la domanda. Episodi che lo stesso Inps non nega, pur promettendo che la nuova procedura in futuro sarà in grado di garantire l'espletamento della procedura nei 120 giorni previsti, sempre che le Asl si mettano al passo informatizzandosi. Tuttavia, le responsabilità della mancata cooperazione tra Inps e Asl sono anche del legislatore che precisa De Santis -, nel definire l'ultima riforma (d.l.78/2009 art. 20), non si è preoccupato molto di conciliare ruoli e poteri dei due attori investiti nella nuova procedura, bensì ha solo attribuito un super potere all'inps a cui le Regioni devono sottostare. E che si trattasse di un super potere lo dimostra anche il fatto che l'istituto previdenziale pubblico ha imposto ai medici l'invio on line dei certificati senza preventivi accordi con l'ordine professionale di categoria. Prima dell'intervento legislativo che ha ricondotto alla responsabilità dell'inps la decisione ultima sul riconoscimento dell'invalidità civile esisteva una grande disomogeneità a livello regionale. L'Emilia 15

16 Romagna, per esempio, forte del fatto che l'accertamento sanitario era di competenza delle Regioni, aveva legiferato in materia istituendo un servizio molto efficiente, con la presenza nella Commissione di valutazione di un medico specialista della patologia per la quale veniva richiesto il riconoscimento dell'invalidità. Secondo i Patronati non si è tenuto conto delle specificità territoriali; l'istituzione del Super Inps poteva essere utile per esempio in Sicilia, dove l'attesa tra la domanda e il riconoscimento della prestazione era molto lunga (fino a 24 mesi). Per il CePa c'è una questione di principio che va ribadita: e cioè che l'accertamento sanitario deve fare capo alle Regioni, tramite le Asl, titolate a difendere un interesse costituzionale (diritto alla salute ) e non all'inps, che è invece un organo gestionale e tale deve restare. Peraltro, non esistono al momento dati statistici che rilevano le diverse patologie sofferte dagli invalidi e l'inps al riguardo fornisce soltanto la ripartizione delle prestazioni per fasce di età dei titolari, facendo mancare un'adeguata informazione su patologie gravi come la Sclerosi multipla, per le quali spiega De Santis - si fa prima a morire che a farsi visitare o a riconoscere l'utilizzo gratuito di presidi, come la sedia a rotelle, il collare ecc.. Al riguardo, il presidente Mastrapasqua ha ribadito che la revisione delle tabelle delle malattie invalidanti, ferme al 1992, è stata completata ed è al vaglio del ministero competente. Tuttavia, non è in grado di sapere quando verrà ratificata. La totale informatizzazione delle procedure, perciò, non ha risolto i problemi perché le Asl non si sono sottoposte alla volontà dell''inps e le Regioni si sono dichiarate indisponibili ad essere considerate semplici esecutrici delle volontà e delle procedure dell'istituto. Per Desantis sarebbe stata auspicabile un'intesa vera con le Regioni, anteriore alla definizione dell'art. 20 della legge n. 102/2009, e non tappe forzate verso l'informatizzazione delle procedure, senza un'adeguata operazione di collaudo del sistema. Per questo il Ce.Pa ha chiesto la reingegnerizzazione della procedura Invalidità civile che, a due anni di distanza, presenta ancora forti lacune. Sul versante del contenzioso giudiziario pendente la situazione è altrettanto allarmante. Secondo i patronati circa il 50 per cento delle cause attivate dopo la sospensione ingiustificata delle prestazioni assistenziali dovute ai malati si conclude con la soccombenza dell'inps. Anche su questo punto il presidente Mastrapasqua non ha fornito dati, pur dichiarando che il grado di esito favorevole per l'inps è comunque in costante crescita negli ultimi anni e che c'è stata una riduzione della giacenza media. Per i Patronati, invece, sul contenzioso non c'è stato nessun congelamento perché dopo il rigetto della domanda di riconoscimento dell'invalidità non c'è possibilità di fare ricorso amministrativo. La strada obbligata per ripristinare il diritto del cittadino disabile resta quella giudiziaria da espletare entro 6 mesi dall'esito negativo. In attesa di conoscere quali conclusioni vorranno trarre le Commissioni Lavoro e Sanità del Senato, restano dunque sul tappeto tutte le problematiche richiamate dai Patronati che ribadiscono l'urgenza di un intervento tempestivo per risolvere i problemi di natura politica, organizzativa e tecnologica fra Inps e Asl; per assicurare effettivamente, così come prevede la legge, la presenza del medico Inps nelle Commissioni sanitarie; per reintrodurre il ricorso amministrativo contro il diniego dell Inps; per un riordino complessivo delle norme in materia di riconoscimento dell invalidità civile; per il ripristino di tutte le fasi del contenzioso giudiziario; per il rapido adeguamento delle tabelle di valutazione. 25 luglio Fonte: italiannetwork.it 16

17 SÌ AI CONGEDI PER L'ASSISTENZA AI DISABILI SE RICHIESTA DALL'OSPEDALE Il prolungamento del congedo parentale (massimo 36 mesi) per assistere il figlio minore con grave disabilità decorre dal termine del periodo normale di congedo parentale teoricamente fruibile; spetta a condizione che il figlio non sia ricoverato a tempo pieno, salvo che la presenza del genitore sia richiesta dalla struttura sanitaria di ricovero. Lo precisa, tra l altro, la circolare n. 100 dell Inps con cui ieri l istituto ha fornito nuove precisazioni sulla fruizione dei permessi della legge n. 104/1992, a un anno dalla riforma del dlgs n. 119/2011 (in vigore dall 11 agosto 2011). I chiarimenti, nonostante si rivolgano principalmente ai dipendenti dell Inps, possono applicarsi in via di principio a ogni situazione. Tra l altro, la circolare precisa i requisiti per il diritto ai permessi per assistenza nel caso di figli affetti da grave handicap. Spiega che tale diritto non può essere mai riconosciuto a più di un lavoratore dipendente per l assistenza allo stesso familiare disabile; e che l unica possibilità è la fruizione alternativa tra i genitori di un figlio disabile, i quali nell arco di uno stesso mese possono fruire, alternativamente e mai cumulativamente, dei permessi mensili, delle due ore di permesso giornaliero o del prolungamento del congedo parentale. Infatti, spiega l Inps, la riforma (articolo 3 del dlgs n. 119/2011) ha integralmente sostituito il comma 1 dell articolo 33 del dlgs n. 151/2001 prevedendo che, per ogni minore disabile, la lavoratrice madre o, in alternativa, il lavoratore padre ha diritto, fino al compimento dell ottavo anno d età del figlio, al prolungamento del congedo parentale, da fruire in maniera continuativa o frazionata, per un periodo massimo di 36 mesi (tre anni), comprensivo dei periodi di congedo parentale ordinario, con retribuzione al 30%. I periodi di prolungamento, precisa l Inps, decorrono dalla conclusione del periodo ordinario del congedo parentale teoricamente fruibile dal genitore che ne fa richiesta; e che il requisito essenziale per la concessione è l assenza di ricovero a tempo pieno del figlio, salvo che la presenza del genitore venga richiesta dalla struttura sanitaria di ricovero. L Inps ribadisce che tutti i benefici possono essere fruiti solo alternativamente e mai cumulativamente tra i genitori nell arco del mese. Pertanto, se uno o entrambi i genitori optano per alcuni giorni di prolungamento del congedo parentale per assistere il bambino disabile, gli stessi non potranno più richiedere per lo stesso mese né permessi orari né permessi giornalieri, mentre potranno beneficiare, in giorni diversi, del congedo straordinario retribuito. Diversamente, negli stessi giorni in cui un genitore lavoratore fruisce di uno dei benefici spettanti per il figlio disabile, l altro genitore può eventualmente fruire del congedo parentale ordinario e del congedo malattia figlio. 25 luglio Fonte: italiaoggi.it 17

18 LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA, RISOLUZIONE IMPEGNA IL GOVERNO AD UNA "CORRETTA ATTUAZIONE" La Commissione Affari sociali di Montecitorio approva all'unanimità una risoluzione ispirata da una petizione popolare sottoscritta da oltre 16mila cittadini. Il governo è impegnato ad una "corretta attuazione e la concreta esigibilità delle prestazioni sanitarie e delle cure socio-sanitarie, previste dai Lea" votazioni a Montecitorio ROMA - Assicurare la "corretta attuazione e la concreta esigibilità delle prestazioni sanitarie e delle cure socio-sanitarie, previste dai Lea". E' l'obiettivo che il governo viene impegnato a perseguire in una risoluzione approvata all'unanimità nei giorni scorsi in Commissione Affari sociali della Camera, dopo che lo stesso sottosegretario al Welfare, Cecilia Guerra, aveva in merito espresso parere positivo. Il test, presentato dal deputato Mimmo Lucà (Pd) richiama il testo della petizione di Maria Grazia Breda e chiede interventi per assicurare le risorse necessarie per l'attuazione dei livelli essenziali di assistenza sanitaria e socio-sanitaria per le persone non autosufficienti. Il testo della risoluzione ricorda che la petizione da cui essa stessa prende forma era stata sottoscritta da oltre 16mila cittadini e sottolinea l'importanza di "assicurare la tutela sanitaria e socio-assistenziale dei cittadini con handicap invalidanti, degli anziani malati cronici non autosufficienti, dei soggetti colpiti dal morbo di Alzheimer o da altre forme di demenza senile, nonché dei pazienti psichiatrici, ai sensi del DPCM l'articolo 54 della legge 289 del 2002". Vi si legge che "l'attuazione dei Lea è alquanto carente in molte zone del nostro Paese, sia per ragioni di ordine finanziario, sia perché è ancora estesa la concezione che considera l'inguaribilità sinonimo di incurabilità" e si afferma che "mentre è effettivo e riconosciuto il diritto alle cure sanitarie e sociosanitarie residenziali, le erogazioni per le assistenze domiciliari restano sovente un intervento deciso discrezionalmente dalle Asl e dai Comuni". Sullo sfondo, la considerazione che "la sensibile riduzione delle risorse finanziarie disponibili nell'ambito dei Fondi relativi al finanziamento delle politiche sociali, non potrà che aggravare la situazione". Tutto ciò premesso, la risoluzione "impegna il governo ad assumere le iniziative necessarie per assicurare la corretta attuazione e la concreta esigibilità delle prestazioni sanitarie e delle cure socio-sanitarie, previste dai Lea, alle persone con handicap invalidanti, agli anziani malati cronici non autosufficienti, ai soggetti colpiti dal morbo di Alzheimer o da altre forme neurodegenerative e di demenza senile e ai pazienti psichiatrici, assicurando loro l'erogazione delle prestazioni domiciliari, semiresidenziali e residenziali, ai sensi del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 29 novembre 2001, concernente i livelli essenziali di assistenza". Inoltre, il testo impegna il governo anche a "portare avanti con sollecitudine il lavoro preparatorio volto all'adozione del Piano nazionale per la non autosufficienza, che deve prevedere l'adeguata integrazione fra l'intervento sociale e quello sanitario, in una prospettiva di miglioramento della qualità della vita di anziani e disabili". A nome del governo, il sottosegretario al Welfare Cecilia Guerra ha affermato di ritenere che gli impegni posti dalla relazione presentata dal relatore potessero essere accolti, mentre il sottosegretario alla Salute Adelfio Elio Cardinale ha espresso parere favorevole sulla risoluzione formulata dal relatore precisando tuttavia che l'impegno rivolto al governo concernente l'adozione delle iniziative, anche di natura finanziaria, necessarie ad assicurare la corretta attuazione e la concreta esigibilità delle prestazioni sanitarie previste dai Lea alle persone non autosufficienti debba intendersi limitato dalle effettive disponibilità finanziarie. 18 luglio Fonte: superabile.it 18

19 SPENDING REVIEW: 7,9 MILIARDI IN MENO ALLA SANITA' ENTRO IL 2014 Il risparmio per il solo 2012 dovrebbe ammontare a circa un miliardo di euro Letteralmente significa revisione di spesa, ma la spending review, il pacchetto di misure predisposte dal governo per far quadrare i conti ed evitar eil collasso economico dell'italia, ha il sapore di una vera e propria scure, che non risparmia il settori cardine della spesa sociale, come quello della salute. RISPARMIO - Nonostante le rassicurazioni del ministero della salute, che da sempre ha parlato non di tagli, ma di una ottimizzazione delle spese, con l'approvazione del ddl, i tagli sono dunque arrivati. Secondo le stime, il risparmio dalla sanità dovrebbe arrivare, in tre anni, a 7,9 miliardi: 900 milioni per il 2012, 4,3 miliardi per il 2013 e 2,7 per il 2014, a cui vanno sommati quelli della manovra estiva del TAGLIO DEI POSTI LETTO - Per quanto riguarda la Sanità, il taglio più consistente sarà quello ai posti letto negli ospedali pubblici, che, secondo le dichiarazioni dello stesso Ministro Balduzzi diminuiranno di unità a partire dal In questo sono dunque chiamate in causa le Regioni, che dovranno mettere a punto piani di programmazione per ridefinire i posti letto. Il tetto da raggiungere è quello dei 3,7 posti letto ogni abitanti: ad oggi sono 3,9, il che significa che dovranno scomparire quelle circa unità. CONDIZIONI DI ACQUISTO E FORNITURA DI BENI E SERVIZI - Altra direttrice su cui la manovra agirà, sarà quella delle condizioni di acquisto e fornitura di beni e servizi, per cui ci sarà una nuova determinazione degli importi e delle prestazioni previsti nei singoli contratti di fornitura nella misura del 5%. Per i nuovi contratti si dovrà tener conto dei prezzi di riferimento che saranno stabiliti dall'autorità di controllo sui contratti pubblici. SPESA PER I FARMACI - Per quanto riguarda i farmaci, per il 2012 ci sarà un aumento dello sconto obbligatorio che le farmacie e le aziende farmaceutiche praticano nei confronti del Servizio Sanitario Nazionale: lo sconto per le farmacie passa da un 1,82% a 3,85%, per le aziende farmaceutiche lo sconto passa da 1,83% a 6,5%, per il solo Negli anni successivi si prevede una ridefinizione delle regole che prevedono un tetto di spesa sia per la farmaceutica convenzionata territoriale che per la farmaceutica ospedaliera: per la farmaceutica territoriale il nuovo tetto di spesa è pari all'11,5% rispetto al precedente 13,3%; per la farmaceutica ospedaliera il nuovo tetto è del 3,2% rispetto al precedente 2,4%. DISPOSITIVI MEDICI - Per quanto riguarda infine la spesa per dispositivi medici, solo per gli ultimi mesi del 2012 si procederà con un taglio del 5% degli importi e dei volumi di fornitura: dal 2013 il tetto di spesa fissato per questi dispositivi sarà del 4,8%, che le Regioni dovranno garantire sia attraverso i prezzi di riferimento, sia razionalizzando gli acquisti, l'immagazzinamento e l'uso degli stessi ausili. IL PARERE DELLE REGIONI - Molto è quindi rimesso alla capacità delle Regioni di contenere la spesa sanitaria. E i mal di pancia di fanno sentire. La preoccupazione dei governatori è infatti quello di non riuscire a rimanere entro il pareggio di bilancio, per cui si auspica che il governo riallacci un dialogo costruttivo con le Regioni, affinchè non si tratti esclusivamente di azioni unilaterali calate dall'alto. 13 luglio Fonte: disabili.com 19

20 ORA ANCHE I DISABILI MENTALI POTRANNO ASSICURARSI CONTRO MALATTIE E INFORTUNI L'accordo mette in atto l'articolo 25 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità E' un bel traguardo quello che le famiglie delle persone disabili mentali hanno raggiunto nei giorni scorsi. In ottemperanza a quanto affermato dall'articolo 25 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, in Italia anche i disabili mentali finalmente potranno stipulare polizze assicurative contro il rischio infortuni o malattia. Fino a ieri, infatti, questo diritto era negato, o meglio, non contemplato tra le Condizioni generali dei contratti assicurativi delle agenzie. L'importante risultato arriva dopo l'accordo - per ora solo verbale, ma presto ufficializzato - tra Ania (Associazione delle imprese assicuratrici), Progetto Itaca, onlus che opera al fianco delle famiglie dei disabili, Unasam (l'unione nazionale delle associazioni per la salute mentale) e Isvap (l'istituto di vigilanza delle assicurazioni private), al termine di una lunga battaglia fatta di petizioni e iniziative di sensibilizzazione, per una campagna appoggiata anche dal giornale Avvenire. Si è trattato di una battaglia che ha coinvolto le famiglie dei disabili mentali, per i quali le stime in Italia parlano di circa 2 milioni di persone, alle quali era di fatto impedito di assicurarsi contro malattie o infortuni. Impedimento contrario, tra l'altro, all'articolo 5 della Convenzione ONU sui diritti dei disabili, secondo il quale "le discriminazioni delle persone con disabilità, le quali devono poter ottenere, a condizioni eque e ragionevoli, un'assicurazione malattia e, nei Paesi nei quali sia consentito dalla legislazione nazionale, un'assicurazione sulla vita". Cercando una motivazione alla reticenza delle compagnie assicurative alla stipula di contratti da parte di disabili mentali, verrebbe quindi da pensare che questi siano più soggetti a infortuni o patologie quali ictus, cancro e malattie infettive, ma i dati lo smentiscono. Si ammalano come e non più di tutte le altre persone. Non esistono quindi motivazioni all'esclusione dei disabili mentali dal diritto di stipula di assicurazione contro infortuni e malattia. La disabilità mentale (che comprende una serie di patologie, dalla più gravi come schizofrenia, depressione maggiore, disturbo borderline di personalità e disturbo bipolare alle meno gravi) non potrà quindi essere una condizione utile al rigetto delle domande di stipula di polizza da parte delle assicurazioni, poiché l'ania riconosce non conforme alla legge l'esclusione dei disabili mentali alla possibilità di sottoscrivere un contratto di assicurazione. L'accordo è in attesa di definizione ufficiale, con un percorso burocratico ben preciso: entro la fine dell'estate i disbrighi burocratici dovrebbero essere terminati. A quel punto sarà possibile la stipula dei primi contratti, nei quali le compagnie assicurative dovranno applicare le medesime condizioni di qualsiasi altri clienti. 9 luglio Fonte: disabili.com 20

21 POVERTÀ E DISABILI, BOOM DI RICHIESTE DI AIUTO AL PATRONATO Presentato il bilancio sociale Inca-Cgil. Oltre 2 milioni le pratiche aperte nel 2011, contro 1,8 milioni del Si sono aggiunti molti giovani alla ricerca di lavoro o con contratti precari, e pensionandi. Boom di domande per ammortizzatori sociali ROMA Disorientati, scoraggiati, in preda ad ansia e incertezze: in tempo di crisi cresce il numero di italiani che si rivolgono al patronato Inca Cgil e aumentano i fattori che destano preoccupazione dagli ammortizzatori sociali alla pensione. È quanto rileva il Bilancio sociale Inca, presentato questa mattina a Roma presso la sede dell Inail, in via 4 Novembre. Dai dati raccolti dal patronato, sono oltre 2 milioni le pratiche aperte nel 2011 sia in Italia che all estero, contro 1,8 milioni del Un dato, spiega il patronato, che mette in evidenza come negli ultimi tre anni, alla tradizionale platea di utenti, si sono aggiunti molti giovani alla ricerca di lavoro o con contratti precari, pensionandi, che devono fare i conti con le nuove norme in materia pensionistica, costretti anche a subite le conseguenze delle numerose crisi aziendali e che non sanno come far fronte all inasprimento dei requisiti di accesso al diritto a pensione: non c è lavoro, mentre si allunga per tutti la prospettiva del pensionamento. Dai dati raccolti nel bilancio sociale, sono in aumento il numero delle pratiche aperte quasi tutte le aree tematiche. A far registrare un incremento notevole dal 2010 al 2011, però, sono le domande per gli ammortizzatori sociali, passate dalle quasi 397mila del 2009, a 373mila del 2010, per raggiungere quota 553mila nel Stessa cosa per quanto riguarda il sostegno al reddito alle famiglie: le domande sono aumentate da 137mila del 2009 a 164mila nel Sfiorano il raddoppio, invece, le domande di tutela di maternità e paternità, passando da 25mila del 2009 a 42mila nel Aumentano notevolmente anche le domande per la tutela delle persone invalide In un solo anno, dal 2009 al 2010, le domande sono passate da 190mila a 344 mila. Sono 350mila nel L incremento delle domande presentate dall Inca è legato anche al passaggio dalla modalità di presentazione all Inps della domanda in formato cartaceo all obbligo di presentare la domanda in via telematica, spiega il patronato. Calano, invece, le domande che riguardano la pensione, passando da 235mila del 2009 a 195mila nel Mentre aumentano le richieste di verifica delle pensioni in essere, da 140mila a 200mila nel Il ricorso al patronato in Italia e all estero è aumentato in questi ultimi anni anche per le scelte compiute dagli enti di previdenza spiega il patronato - con la chiusura di molti sportelli al pubblico e contemporaneamente con l obbligo dell invio telematico delle domande per ottenere le prestazioni previdenziali e assistenziali, senza tener conto del basso tasso di alfabetizzazione informatica degli italiani, che si attesta, secondo studi recenti, al 18 posto nella graduatoria europea: solo il 43% delle famiglie possiede un computer, contro il 54% della media europea. Non è solo la telematica, però, a incidere sugli indici del patronato. Ad alimentare le preoccupazioni di chi si è rivolto all Inca, ci sono le nuove norme e i trend del mercato del lavoro. La cosiddetta legge Monti-Fornero ha generato un profondo disorientamento tra i lavoratori e ha ulteriormente sfiduciato i giovani spiega il patronato -, tra i quali si verifica il più alto tasso di disoccupazione e un livello di precarietà mai raggiunto finora nel nostro Paese. Aumentato anche il numero degli scoraggiati, tra i 15 e i 29 anni, che non lavorano e non frequentano corsi di formazione: nel 2010 erano oltre 2,1 milioni, 134 mila in più al Ansia e incertezza derivanti dai profondi cambiamenti legislativi in materie come pensioni e mercato del lavoro spiega il patronato -, hanno costretto centinaia e centinaia di migliaia di persone disoccupate o in cerca di lavoro a riprogrammare la propria vita, esponendoli a rischi reali di povertà. 3 luglio Fonte: redattore sociale 21

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