LA STORIA. all Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana di Roma, per le analisi necroscopiche e per gli esami tossicologici.

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1 Corpo Forestale dello Stato t Protocollo operativo in caso di ritrovamento di fauna morta con ipotesi di avvelenamento Livia MATTEI

2 LA STORIA Fra il 30 settembre ed il 2 ottobre 2007, in località varie delle pendici nord-orientali del Monte di Valle Caprara, all interno del Parco Nazionale d Abruzzo Lazio e Molise (PNALM) in Comune di Gioia dei Marsi (AQ), sono stati rinvenuti i resti di 3 esemplari di orso bruno marsicano (un maschio adulto, una femmina adulta ed un maschio di circa 18 mesi), e 2 esemplari di lupo (entrambi giovani dell anno). Unitamente ai resti degli esemplari di fauna selvatica di pregio sono stati rinvenuti, nella stessa zona, anche quelli di alcuni domestici (ovini e caprini) la cui presenza è stata messa in stretta correlazione con la morte degli animali. L insieme dei reperti è stato inviato all Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana di Roma, per le analisi necroscopiche e per gli esami tossicologici.

3 LA STORIA Il giorno 3 ottobre, pattuglie miste di forestali e guardie del Parco hanno provveduto a perlustrare ulteriormente l area dei primi rinvenimenti, recuperando la carcassa di un cinghiale morto, mentre da parte di un allevatore locale sono stati consegnati altri due cinghiali: uno dei quali già morto mentre l altro, ancora vivo ma paralizzato è morto nei giorni successivi.

4 PERLUSTRAZIONE DEL TERRITORIO L insieme degli elementi a disposizione ha portato a definire una strategia di perlustrazione del territorio funzionale al monitoraggio di aree poste dapprima nelle immediate vicinanze (es. lato monte della SR 83 Marsicana, non perlustrata per mancanza di tempo) e poi via via più distanti dal cratere (ovvero l area larea in cui erano stati rinvenuti i resti dei 3 orsi nei giorni dal al 2-10), ma idonee alla presenza di esemplari di orso bruno e lupo.

5 PERLUSTRAZIONE DEL TERRITORIO Scopo primario delle perlustrazioni, sia in relazione alle prime indicazione derivanti dall esame necroscopico eseguito sulle carcasse recuperate (assenza di ferite da arma da fuoco o di altro tipo ed assenza di patologie evidenti) sia in relazione alle indagini, erano quelle di: 1. verificare la eventuale presenza di altri animali interessati dallo stesso episodio di orsi e lupi, anche per impedire il diffondersi di una possibile catena della morte ; 2. verificare la presenza, e in caso positivo, rimuovere eventuali altri fonti di pericolo per la fauna selvatica; 3. individuare altre fonti di prova/reperti connessi agli accadimenti documentati nei giorni precedenti.

6 PERLUSTRAZIONE DEL TERRITORIO Al fine di poter compiere l indagine territoriale con la logica della perlustrazione a pettine, per indagare in modo scrupoloso ed attento le diverse aree prese in esame, il lavoro è stato affidato ad una squadra composta da personale qualificato nel: 1. riconoscimento di segni di presenza (soprattutto di orso e lupo); 2. uso di strumentazione GPS per la necessaria georeferenziazione dei reperti e delle aree percorse; 3. espletamento di eventuali atti di PG.

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8 PERLUSTRAZIONE DEL TERRITORIO L attività svolta nel periodo 6-19 ottobre può essere sintetizzata dalle seguenti cifre: A- area perlustrata sup. totale perlustrata 26 kmq ca.; sup. perlustrata tra il ed il kmq ca.; sup. perlustrata tra il 6 ed il kmq ca.; B- reperti rinvenuti n. 2 code di lupo, giovani dell anno; n. 13 carcasse di cinghiali e resti di 5 cinghiali; n. 1 carcassa di bovino adulto; resti vari di ovini e caprini. C- giornate lavoro del personale impiegato personale CFS n. 111 gg (66%) personale PNALM n. 44 gg (26%) personale BAU n. 12 gg ( 8%) totale gg uomo impiegate n. 167

9 ALCUNE VALUTAZIONI Gli eventi accaduti nel PNALM sicuramente sono stati gravi e di portata non prevedibile. La struttura che si è messa immediatamente in moto per fronteggiare sia l aspetto relativo alle indagini sia quello di sicurezza del territorio, nel complesso ha operato in maniera funzionale anche se, come a volte accade in casi emergenziali, vi sono stati momenti di indecisione e disguidi. La certezza maturata è che la esistenza di protocolli operativi permette di affrontare situazioni come questa modo in più efficiente ed efficace.

10 Protocollo operativo Nel caso di ritrovamento di una carcassa animale o di una carcassa-esca, ove esista il fumus di avvelenamento occorre agire secondo quanto dettato dal presente protocollo. In via preliminare la valutazione dell eventuale eventuale avvelenamento è necessariamente a carico del personale intervenuto; pertanto occorre garantire allo stesso uno standard di formazione utile a discriminare se il caso in questione presenta caratteristiche tali da attivare le procedure sintetizzate nel presente documento.

11 SOGGETTI DA COINVOLGERE: pattuglia CFS, o altro personale con funzioni di PG, - tutti previamente formati per comprendere se si tratti di un ipotesi di avvelenamento; Veterinario i A.U.S.L. informato tempestivamente in base alle norme sanitarie vigenti; altro veterinario (CFS, Ente Parco o di fiducia, formato sulla materia e nominato ausiliario di P.G.) che lavora sia di concerto con il veterinario della AUSL che in sintonia con l attività di indagine. Le azioni condotte da questa figura saranno di ricerca delle cause di morte sul campo e di assistenza alle attività dell Istituto Zooprofilattico Sperimentale. In particolare, con la necroscopia di campo si avvalorerà (o meno) l ipotesi di avvelenamento. Attraverso il contatto con l I.Z.S. sarà possibile anticipare alcune informazioni, la cui tempestività di resa, seppur ufficiosa, assume un valore fondamentale per il giusto indirizzo per le successive attività d indagine indagine.

12 PRIMA FASE: AZIONI URGENTI ED IRRIPETIBILI Quelle di seguito elencate, nella loro cronologia, sono le attività da porre in essere nella immediatezza del rinvenimento della carcassa per non disperdere informazioni utili e per consentire al/ai veterinario/i di effettuare le operazioni di campo necessarie, nel caso di avvelenamento, ad avviare la seconda fase delle attività.

13 PRIMA FASE: AZIONI URGENTI ED IRRIPETIBILI DELIMITAZIONE AREA Per preservare l integrità dell area da eventuali inquinamenti o distruzione di quanto in essa contenuto si delimita il sito del ritrovamento della carcassa con nastro segnaletico bianco e rosso per un raggio adeguato. RILIEVI FOTOGRAFICI Effettuazione di rilievi fotografici o/e di filmati del sito di interesse procedendo d dal generale al particolare (panoramica dell area e foto del materiale eventualmente individuato pertinente al sospetto avvelenamento).

14 PRIMA FASE: AZIONI URGENTI ED IRRIPETIBILI POSIZIONAMENTO SEGNALI ACCANTO AL MATERIALE RINVENUTO Previa ricerca, si posizionano delle lettere per la repertazione di ogni elemento estraneo e sospetto (per es. carta, fazzoletti, guanti, mozziconi di sigarette, tracce di pneumatici, impronte di scarpe, etc.). Si effettua ora un secondo e puntuale rilievo fotografico del materiale individuato. REPERTAZIONE MATERIALE E VERBALI DI RINVENIMENTO Si procede agli accertamenti ed ai rilievi sullo stato dei luoghi e delle cose e alla conseguente repertazione degli elementi sospetti o di materiale biologico/organico, ricorrendo ad apposite precauzioni per evitare l inquinamentoi o la contaminazione i di eventuali fonti di prova con il proprio materiale organico (calzare guanti in lattice e mascherina protettiva). I campioni prelevati devono essere conservati con tutti gli accorgimenti necessari affinché non subiscano alterazioni. Viene redatto il verbale di rinvenimento che documenta puntualmente tutto il materiale d interesse repertato.

15 PRIMA FASE: AZIONI URGENTI ED IRRIPETIBILI RILIEVO GPS Viene localizzato il punto in cui si trova la carcassa ed il materiale e/o tracce di particolare rilevanza repertate, mediante rilievo GPS. SPOSTAMENTO CARCASSA Il/i veterinario/i presente procede allo spostamento della carcassa evitando di inquinare l area precedentemente individuata. La carcassa viene trasferita in un luogo adiacente in cui il veterinario possa svolgere la ricognizione della carcassa ed i controlli ritenuti necessari. Nell ipotesi in cui lo spostamento avvenga in assenza del veterinario AUSL, sarà cura del veterinario intervenuto concordarlo con il primo per escludere la diffusione di eventuali patologie della carcassa stessa.

16 PRIMA FASE: AZIONI URGENTI ED IRRIPETIBILI PREPARAZIONE ATTI Nel caso in cui anche il veterinario, attraverso le sue valutazioni di campo, avvalori la ipotesi dell avvelenamento, tutto il materiale rinvenuto assume valore probatorio e pertanto si procederà ai sensi dell Art. 354 Co. 2 c.p.p. p TRASPORTO CARCASSA ALL ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE Si procede al trasporto della carcassa presso l IZS competente per territorio al fine di individuare, nei tempi più rapidi possibile, i tossici o i principi attivi che hanno causato la morte dell animale. Il veterinario che ha coadiuvato l organo di PG nel lavoro di campo deve in questa fase fungere da interfaccia tra il titolare dell indagine e l IZS per anticipare le informazioni utili all indirizzo delle indagini stesse e nel contempo per trasferire all IZS tutte le informazioni rinvenute durante la ricognizione della carcassa da cui desumere elementi utili nella ricerca dei tossici.

17 SECONDA FASE: ATTIVITA A BREVE E MEDIO TERMINE Questa fase si avvia nel momento in cui il/i veterinario/i avvalora l ipotesi di avvelenamento. Le attività, contestuali tra loro, possono essere categorizzate come segue: 1.gestione della comunicazione 2.medicina forense 3.attività di polizia giudiziaria

18 SECONDA FASE: ATTIVITA A BREVE E MEDIO TERMINE Gestione della comunicazione 1. Delle tre categorie individuate, la gestione della comunicazione, pur se apparentemente si configura come disgiunta dalle altre due, tese palesemente alla ricerca dei responsabili, può essere strategica alla creazione di condizioni che favoriscono l isolamento culturale del crimine, oltre ad evitare ipotesi di fiancheggiamento. La comunicazione si può suddividere in: Circolazione delle informazioni; Rapporti con i media.

19 SECONDA FASE: ATTIVITA A BREVE E MEDIO TERMINE Gestione della comunicazione La circolazione delle informazioni avviene all interno degli addetti ai lavori, distinti in due gruppi: il titolare delle indagine i con i suoi collaboratori ed i soggetti preposti alla gestione del fenomeno sul territorio (i.e. aree protette, province eregione). Le informazioni correlate alle attività d indagine per la ricerca dei responsabili, poiché riservate, circolano solo all interno del primo gruppo; viceversa le informazioni necessarie ad una buona gestione del fenomeno sul territorio al fine di prevenire il perpetuarsi dei danni al patrimonio naturale circolano tra i due gruppi.

20 SECONDA FASE: ATTIVITA A BREVE E MEDIO TERMINE Gestione della comunicazione I rapporti con i media devono essere gestiti al fine di rendere una doverosa informazione all opinione pubblica; inoltre devono essere calibrati sulle esigenze delle indagini e sulla utilità che la diffusione di notizie può rendere in termini di sensibilizzazione, i di comprensione del fenomeno e di coinvolgimento della pubblica opinione. Questo al fine di ottenere la condivisione di scelte, anche eccezionali, necessarie alla gestione della emergenza ed alla limitazione dei danni. E auspicabile che la comunicazione sia affidata ad un solo organo professionale che si riferisca i ai due gruppi i quali, di concerto, evidenzino cosa, come e quando comunicare.

21 SECONDA FASE: ATTIVITA A BREVE E MEDIO TERMINE Medicina forense 2. Il contributo reso dalla medicina forense in questo tipo di indagini è focale, ove è irrinunciabile una velocità nelle risposte date ed un lavoro dell IZS sinergico a quello condotto sul campo. I risultati che devono pervenire dal lavoro dell IZS sono: individuazione della causa della morte; tipizzazionep della sostanza tossica e del principio p attivo (eventualmente indicando il prodotto in cui esso è contenuto); valutazioni sul contenuto stomacale di tipo macro e microscopico (cosa ha mangiato eachespecieappartiene); ricerche di genetica forense sul contenuto stomacale (dna su peli, unghia).

22 SECONDA FASE: ATTIVITA A BREVE E MEDIO TERMINE Attività di polizia giudiziaria 3. La cristallizzazione della scena del crimine è assicurata dalla attività di repertazione scientifica, dal prelevamento di campioni con redazione di relativi verbali e dall esecuzione di tutti quegli atti urgenti ed irripetibili secondo il Codice di Procedura Penale. Va assicurata la più immediata perlustrazione dell area finalizzata a prevenire ulteriori i danni alla fauna selvatica, attraverso la ricerca/bonifica di eventuali altre esche, ed alla ricerca di elementi utili alle indagini. i i

23 SECONDA FASE: ATTIVITA A BREVE E MEDIO TERMINE Attività di polizia giudiziaria La attività di indagine più strettamente finalizzata alla individuazione del/i responsabile/i transita attraverso una analisi territoriale che identifichi eventuali portatori d interesse (tartufai, allevatori, agricoltori, apicoltori, ecc.) e la potenziale natura dei loro conflitti con la fauna selvatica e/o con l ente amministratore del territorio. Le informazioni i i desunte dal lavoro descritto sopra sono incrociate tra loro, indirizzate dai risultati della medicina forense ed arricchite dagli elementi derivati dalla attività d indagine focalizzata su quegli scenari più puntuali che mano a mano emergono (da intercettazioni telefoniche, da perquisizioni, ecc).

24 DATABASE Al fine di disporre di uno strumento utile per lo snellimento nell acquisizione dei dati e per la necessaria accelerazione delle indagini, il CFS ha allestito un database dove sono immagazzinate le informazioni utili alla analisi territoriale sopra descritta (portatori d interesse, sostanze tossiche e principi p attivi, ecc.).

25 Gruppo Corpo Forestale dello Stato Azione Sicurezza LA BANCA DATI TOSSICI Caratteristiche e funzionalità

26 Gruppo Azione Sicurezza Corpo Forestale dello Stato La maschera generale di controllo non è altro che una interfaccia tra le altre maschere (che permette di passare dall una all altra facilmente tramite l utilizzo di semplici pulsanti di collegamento). In questo modo sarà possibile avere sempre a portata di mano e di occhio l intero sistema d archivio, consentendo una catalogazione e gestione dei dati veloce e corretta.

27 Grazie per l attenzione

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