Indagini forensi nei casi di sospetto avvelenamento di animali selvatici. R. Fico

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1 Indagini forensi nei casi di sospetto avvelenamento di animali selvatici Rosario Fico Responsabile Centro di Referenza Nazionale per la Medicina Forense Veterinaria Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana sezione di Grosseto

2 Negli anni 70 l uso dei bocconi avvelenati era regolamentato dall art. art. 26 del Testo Unico delle Leggi sulla Caccia del 2 agosto 1967 n. 799

3 1976

4 1977 La Legge sulla caccia del 27 dicembre 1977 n. 968, con l art. 20 lett. s) vieta l uso di sostanze tossiche e veleni, nonché tutti i mezzi sino ad allora consentiti per l eliminazione dei nocivi. Con questa legge l uso delle esche avvelenate fu vietato t e sanzionato n su tutto il territorio i nazionale. n

5 2001: 2001: leggi regionali specifiche sul divieto di utilizzo e detenzione di esche avvelenate. L.R. 39/01 Regione Toscana L.R. 27/01 Regione Umbria Esistono altre 45 leggi regionali, emanate dal 1974 ad oggi, che sanciscono e sanzionano il divieto di uso delle esche e bocconi avvelenati.

6 IERI Lotta ai nocivi OGGI 1. Avvelenamenti legati all attività venatoria > lotta ai nocivi, inclusi i cani e i gatti vaganti 2. Competizione tra cercatori di tartufi 3. Litigi tra vicini (bocconi nei cortili, giardini e condomini) 4. Insofferenza nei confronti di colonie feline tutelate o dei cani vaganti (bocconi nei giardini pubblici e in ambiente rurale) 5. Avvelenamenti legati all attività zootecnica > controllo dei predatori > segnale di avvertimento verso l autorità

7

8 Nel 2007, a 30 anni dalla prima legge che vietava l utilizzo dei bocconi avvelenati sull intero territorio nazionale venivano ancora una volta uccisi da esche avvelenate specie di enorme valore biologico i (ed economico), insieme a lupi, grifoni, rapaci e, ogni anno, centinaia di animali domestici d affezione affezione.

9

10 Nel 2007, in seguito alla strage di orsi e lupi avvenuta per avvelenamento nel PNALM, per volontà delle Regioni Lazio e Toscana, nasce l Unità specialistica di Medicina Forense Veterinaria presso la sezione di Grosseto dell Istituto t Zooprofilattico delle Regioni Lazio e Toscana.

11 La Regione Lazio, la Regione Toscana e l Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana si impegnano a rispondere alle necessità di supporto tecnico-scientifico proveniente dal personale tecnico e di vigilanza in servizio negli Enti di gestione delle aree naturali protette regionali, e dei siti della rete Natura 2000, nonché dagli organi istituzionali, quali il Corpo Forestale dello Stato, le Amministrazioni Provinciali e gli organi di Polizia Giudiziaria per la repressione dei reati contro gli animali

12 Ordinanze Ministeriali ORDINANZA 18 dicembre 2008 del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali Norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati 2. ORDINANZA 19 marzo 2009 Modifiche all'ordinanza 18 dicembre 2008, recante «norme sul divieto di utilizzo di detenzione di esche o di bocconi avvelenati» (G.U. Serie Generale n. 79 del 4 aprile 2009)

13 FINALMENTE CON QUESTE ORDINANZE LA LOTTA AGLI AVVELENAMENTI VIENE ORGANIZZATA in un sistema nel quale viene indicato : Chi fa - Che cosa - Come

14 2009 IL MINISTERO DEL LAVORO, DELLA SALUTE E DELLE POLITICHE SOCIALI con Decreto Ministeriale del 18 giugno 2009, pubblicato nella G.U. del istituisce Il Centro di Referenza Nazionale per la Medicina Forense Veterinaria

15 Le finalità del Centro, oltre a promuovere lo studio e la ricerca nel campo delle Scienze Forensi Veterinarie, sono: 1. utilizzo, sviluppo o standardizzazione di tecniche di patologia forense per la determinazione delle cause di morte per dolo (bracconaggio, uccisioni illegali) di animali domestici, i d affezione e selvatici i allo scopo di individuare il colpevole degli atti criminosi 2. utilizzo, sviluppo e standardizzazione di tecniche di tossicologia forense per il rilevamento di sostanze velenose utilizzate t per l uccisione i illegale l di animali, sia nelle vittime che nei bocconi avvelenati (esche), allo scopo di prevenirne l ulteriore utilizzo e contrastare il fenomeno mediante l individuazione dei responsabili

16 3. supporto tecnico scientifico alle indagini delle autorità di Polizia Giudiziaria e della Magistratura per la repressione dei reati contro gli animali, perpetrati con qualsiasi mezzo (arma da fuoco, lacci, bocconi avvelenati) 4. utilizzo, sviluppo e standardizzazione di i di tecniche di Genetica molecolare a scopo Forense per analisi comparative di campioni di tessuti freschi o congelati, di sangue, peli o feci appartenenti a specie selvatiche protette o di interesse venatorio, repertate nell ambito di indagini giudiziarie per episodi di bracconaggio

17 5.organizzazione di corsi di formazione per il personale del servizio sanitario nazionale, ASL e Istituti Zooprofilattici, del Corpo Forestale dello Stato e di altri organismi di Polizia Giudiziaria a livello nazionale per la standardizzazione dei rilievi di campo e delle tecniche di laboratorio pertinenti le Scienze Forensi

18 Nel C.R.N. per la Medicina Forense Veterinaria convergono molte scienze con un unico scopo, trovare il colpevole dell atto criminoso: Anatomo-istopatologia t i forense Tossicologia Forense Genetica Forense Entomologia Forense Botanica Forense Odontologia Forense Balistica. Rosario Fico

19 Avere ottimi laboratori forensi non basta! La partita principale si gioca sul campo SCENA DEL CRIMINE

20 lavoro di campo e lavoro di laboratorio Generalmente si considera tutto ciò che viene fatto sul campo come di competenza delle: INDAGINI SULLA SCENA DEL CRIMINE o ANALISI DELLA SCENA DEL CRIMINE e tutto ciò che viene fatto dopo, in laboratorio, come di competenza delle: SCIENZE FORENSI Il compito dei FIRST RESPONDERS è quello di consentire il mantenimento del legame tra le due attività investigative. Rosario Fico

21 Un corretto approccio forense ai casi di sospetto avvelenamento richiede: 1. L accurato e documentato esame della scena del crimine (animali coinvolti, sintomi se animali ancora vivi, area interessata dal fenomeno, valutazione del P.M.I. nei casi di mortalità multiple distribuiti su più giorni) 2. Debita raccolta delle prove presenti nell area, adeguata documentazione, repertamento e conservazione. 3. Analisi accurata dei reperti presso Laboratori qualificati e di comprovata esperienza in materia 4. Analisi dei dati di Laboratorio alla luce di tutti gli elementi raccolti sul campo e con la consulenza di specialisti in materia forense

22 Il SUCCESSO DELLE INDAGINI DIPENDE: 1.Dalla motivazione del personale di vigilanza 2.Dalla sua preparazione 3.Dal supporto tecnico scientifico fornito alle indagini investigative dai laboratori degli Istituti Zooprofilattici i Sperimentali

23 Preparazione del personale

24 L intervento sulla scena del crimine deve essere: 1. Metodico 2. Sicuro 3. Documentato

25 Metodico L intervento sulla scena del crimine è un momento fondamentale delle indagini Ciò che in quel momento viene IGNORATO-TRASCURATO TRASCURATO-LASCIATO o NON DOCUMENTATO è DEFINITIVAMENTE PERSO!

26 Sicurezza sulla scena del crimine La scena del crimine è spesso sporca, contaminata da feci e da cadaveri di animali o da animali feriti o ammalati Bisogna quindi tutelare la propria salute e quella dei collaboratori (attenzione a maneggiare bocconi avvelenati e carcasse senza D.P.I.)

27 Se noi vogliamo combattere con successo l avvelenamento doloso degli animali perseguendo i responsabili dobbiamo perfezionare gli strumenti di lotta: 1. Formando il personale di vigilanza in modo che sia preparato ad intervenire correttamente sulla crime scene 2. Aumentando la qualità delle indagini di laboratorio attraverso un canonico approccio di Medicina Forense

28 Le caratteristiche di un esca o di un boccone tracciano il colpevole più del tossico utilizzato!!! Micro scena del crimine i

29 GENETICA molecolare FORENSE Stricnina i

30 Che cosa abbiamo fatto nel 2009? Seminari formativi NIRDA CFS REGIONE TOSCANA

31 Nei mesi di Ottobre e Novembre 2009 sono stati effettuati 3 cicli (63 ore) di seminari per il personale di vigilanza delle aree protette della Regione Lazio e altri 3 sono in programmazione per il 2010

32 Modulistica i

33 Che cosa faremo nel 2010? 1. Estenderemo la formazione ai Servizi Veterinari ASL, agli altri Istituti Zooprofilattici e agli organi di Polizia Giudiziaria 2. Revisioneremo i metodi di analisi tossicologiche in modo da renderli più tempestivi e, se possibile, più economici 3. Produrremo dei protocolli diagnostici che aiutino a selezionare i casi veramente legati a mortalità da avvelenamento doloso, per poi perseguirli in sede legale 4. Promuoveremo la creazione di una banca dati dei casi di avvelenamento validati e delle esche e dei bocconi avvelenati, completa della loro georeferenziazione, in modo da intensificare la repressione del fenomeno attraverso indagini investigative concentrate nelle aree di maggiore frequenza del fenomeno.

34 Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana Sezione di Grosseto Centro di Referenza Nazionale per la Medicina Forense Veterinaria Viale Europa, Grosseto Tel Fax

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