MODIFICA AL REGOLAMENTO PER L'APPLICAZIONE DELLA TARI. APPROVAZIONE Relazione tecnica di accompagnamento
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- Giada Casati
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1 MODIFICA AL REGOLAMENTO PER L'APPLICAZIONE DELLA TARI. APPROVAZIONE Relazione tecnica di accompagnamento 1 La copertura totale del costo Ai sensi del citato articolo 1, comma 652, della legge n. 147/2013 il Comune può commisurare la tariffa alle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione agli usi e alla tipologia delle attività svolte nonché al costo del servizio sui rifiuti. Il successivo comma 654 deve essere assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio relativi al servizio, ricomprendendo anche i costi di cui all'articolo 15 del decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36 : ricordiamo inoltre il successivo comma 654 bis Tra le componenti di costo vanno considerati anche gli eventuali mancati ricavi relativi a crediti risultati inesigibili con riferimento alla tariffa di igiene ambientale, alla tariffa integrata ambientale, nonché al tributo comunale sui rifiuti e sui servizi (TARES).. La definizione dei costi complessivi è definita dal piano economico finanziario PEF di cui all art. 1, comma 683, della Legge 27/12/2013, n. 147 approvato dall autorità competente (nel caso ATERSIR): in aggiunta al PEF approvato dall autorità d ambito il costo della gestione è costituito dalla quota CARC (costo accertamento e riscossione e fondi per svalutazione crediti) dall IVA non computata nel PEF. La determinazione di questa componente, la cui approvazione è di competenza Comunale, richiede alcune precauzioni, in particolare per quanto riguarda i fondi svalutazione crediti: in particolare l evoluzione di prassi e norme contabili e tributarie hanno concorso alla creazione di un disallineamento che potrebbe essere foriero di problemi. La definizione del fondo per accantonamento per crediti inesigibili non è mai stata precisa e le stesse Linee guida per la redazione del piano finanziario e per l elaborazione delle tariffe emanate dal MEF demandavano a criteri definiti da normative e prassi fiscali, definendo percentuali standard e concepite per il settore privato per la determinazione del fondo svalutazione crediti. Il legislatore fiscale nell elaborazione di queste norme perseguiva una ratio di contenimento del limite massimo alla deducibilità fiscale di una particolare categoria di accantonamenti e costi: l evidente scopo è la salvaguardia della base imponibile e del conseguente gettito. D altro canto la riforma della contabilità pubblica e l introduzione della contabilità armonizzata disciplinata dal D.lgs 118/2011 e dal p.c applicato all.4.2 hanno creato una sorta di doppio binario per la definizione del fondo svalutazione crediti; i nuovi principi armonizzati, come noto, impongono agli enti di PAGINA 1 / 5
2 accantonare in bilancio, a titolo di fondo crediti di dubbia esigibilità, un importo pari alla media delle entrate non riscosse nel quinquennio precedente. In questo caso la ratio era esattamente antitetica e il legislatore stava cercando di individuare un livello minimo e cautelativo teso ad evitare i rischi derivanti dall appostazione di previsioni d incasso che non riscuotibili per intero. Nei fatti le conseguenze principali sono le seguenti: la previsione a bilancio dell FCDE sulla TARI, obbligatorio nello stanziamento e calcolato secondo un criterio previsto dal principio contabile è sempre superiore al fondo determinato con i criteri fiscali previsti per la svalutazione crediti; il differenziale tra l FCDE ex D.Lgs.118/2011 e quanto stanziato per la definizione del costo del servizio risulterebbe non coperto dalla TARI ma andrebbero a gravare e ad essere finanziati da altre entrate di bilancio. A titolo meramente esemplificativo si calcolano gli ulteriori costi che potrebbero gravare sulle entrate generali del bilancio 2017 in caso di disallineamento tra i fondi prendendo a riferimento il FCDE 2017 e lo stanziamento previsionale 2016: FCDE a bilancio di previsione ,43 Fondo svalutazione crediti 2016 (definito con criteri fiscali) ,07 Quota di FCDE stanziata e coperta con risorse generali ,36 Come pertanto consigliato da autorevole dottrina si auspica l allineamento tra i due valori, derogando ai criteri di quantificazione del fondo svalutazione crediti da porre a carico del PEF della TARI previsti dal DPR n. 158/1999 mediante norma regolamentare in forza di quanto previsto dal comma 652 dell'articolo 1 della legge n. 147/2013 ed assimilati a quelli previsti dall'ordinamento contabile. Resta inteso che la modifica proposta non determina uno stanziamento obbligatorio predefinito (auspicabile ma non obbligatorio), ma si limita ad ampliare le possibilità d azione riconosciute dal regolamento recependo quanto previsto in materia contabile dall Allegato 4/2 al D.lgs.118/2011 e mettendo in grado il Consiglio Comunale di assumere decisioni più coerenti. Si coglie infine l occasione per proporre una complessiva revisione dell articolo 3 del regolamento TARI al fine di ottenere una previsione più aggiornata rispetto all evoluzione dottrinale e alle esigenze operative. PAGINA 2 / 5
3 Art. 3 Criteri per la determinazione delle tariffe e dei costi - previgente 1. Il tributo è corrisposto in base a tariffa commisurata ad anno solare coincidente con un autonoma obbligazione tributaria ed è liquidato su base giornaliera. 2. Sulla base dell art. 1, comma 652, della Legge 27/12/2013, n. 147, il Comune, nel rispetto del principio chi inquina paga, sancito dall'articolo 14 della Direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008, relativa ai rifiuti, commisura la tariffa del tributo alle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione agli usi e alla tipologia delle attività svolte nonché al costo del servizio sui rifiuti. 3. Le tariffe per ogni categoria o sottocategoria omogenea sono determinate moltiplicando il costo del servizio per unità di superficie imponibile accertata, previsto per l'anno successivo, per uno o più coefficienti di produttività quantitativa e qualitativa di rifiuti. 4. I costi del servizio di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati, che devono essere coperti integralmente dal gettito del tributo, sono determinati annualmente dal piano finanziario di cui all art. 1, comma 683, della Legge 27/12/2013, n Il piano finanziario è redatto dal soggetto gestore del servizio, che lo trasmette all autorità competente ed al Comune in tempo utile all approvazione del bilancio comunale. 6. E riportato a nuovo, nel piano finanziario successivo o anche in piani successivi, non oltre il terzo, lo scostamento tra gettito a preventivo e a consuntivo della tassa comunale sui rifiuti, al netto della maggiorazione della tassa provinciale: a) per intero, nel caso di gettito a consuntivo superiore al gettito preventivato; b) per la sola parte derivante dalla riduzione nelle superfici imponibili; ovvero da eventi imprevedibili non dipendenti da negligente gestione del servizio, nel caso di gettito a consuntivo inferiore al gettito preventivato. PAGINA 3 / 5
4 Art. 3 Criteri per la determinazione delle tariffe e dei costi in approvazione 1. Il tributo è corrisposto in base a tariffa commisurata ad anno solare coincidente con un autonoma obbligazione tributaria ed è liquidato su base giornaliera. 2. Sulla base dell art. 1, comma 652, della Legge 27/12/2013, n. 147, il Comune, nel rispetto del principio chi inquina paga, sancito dall'articolo 14 della Direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008, relativa ai rifiuti, commisura la tariffa del tributo alle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione agli usi e alla tipologia delle attività svolte nonché al costo del servizio sui rifiuti. 3. Le tariffe per ogni categoria o sottocategoria omogenea sono determinate moltiplicando il costo del servizio per unità di superficie imponibile accertata, previsto per l'anno successivo, per uno o più coefficienti di produttività quantitativa e qualitativa di rifiuti. 4. I costi del servizio di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati, che devono essere coperti integralmente dal gettito del tributo, sono determinati annualmente dal piano finanziario di cui all art. 1, comma 683, della Legge 27/12/2013, n Il piano finanziario è redatto dal soggetto gestore del servizio, che lo trasmette all autorità competente ed al Comune in tempo utile all approvazione del bilancio comunale. 6. E riportato a nuovo, nel piano finanziario successivo e/o anche in piani successivi, da approvare non oltre al termine previsto per l accertamento dei tributi locali, lo scostamento tra gettito a preventivo e a consuntivo della tassa comunale sui rifiuti, al netto della maggiorazione della tassa provinciale: a) per intero, nel caso di gettito a consuntivo superiore al gettito preventivato; b) per la sola parte derivante dalla riduzione nelle superfici imponibili; ovvero da eventi imprevedibili non dipendenti da negligente gestione del servizio, nel caso di gettito a consuntivo inferiore al gettito preventivato. 7. In relazione all'accantonamento al fondo svalutazione crediti da inserire all'interno del PEF secondo la classificazione prevista dalla normativa vigente, l'ente può fare riferimento ai criteri di quantificazione previsti dalle regole contabili di cui al D.Lgs. n. 118/2011 e al p.c. all. 4/2 al citato decreto, e a successive modificazioni ed Integrazioni. 8. L'Importo determinato ai sensi del comma 7 è da Intendersi come limite massimo e viene ridotto in occasione della cancellazione per inesigibilità dei crediti ovvero a seguito della riscossione degli stessi. In questo ultimo caso le relative somme costituiranno sopravvenienze attive da dedurre dai costi nell'esercizio in cui si manifestano. PAGINA 4 / 5
5 Lo scrivente responsabile del servizio finanziario nel rispetto del principio di divisione dei ruoli, rileva che per quanto esposto nulla osta alla deliberazione proposta. Si rilascia parere favorevole. Montese, li 21/03/2017 Il Responsabile dell Area Economica Finanziaria Giovanni Bernardoni PAGINA 5 / 5
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