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1 All.1 Comune di Scansano Avvio del procedimento di formazione della Variante al Piano Operativo di integrazione delle Norme Tecniche di Attuazione relativamente al Piano delle Attività Estrattive. Piano delle Attività Estrattive: Norme e indirizzi per la pianificazione comunale Dicembre 2016 Servizio n. 4 Servizi per il Territorio Arch. Daniela Giura Geol. Franco Duranti, Studio di Geologia Duranti

2 COMUNE di SCANSANO PIANO DELLE ATTIVITÀ ESTRATTIVE: Norme e indirizzi per la pianificazione comunale NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE Articolo 1 Finalità e contenuti 1. Il Piano delle Attività Estrattive di Recupero delle aree escavate e riutilizzo dei residui recuperabili del Comune di Scansano, tiene conto della LR 35/2015 e di quanto previsto al Capo II della LRT 78/98 e s.m.i., del relativo Regolamento emanato in attuazione dell art. 6 della medesima legge regionale, del Piano di Settore Regionale (P.R.A.E.R) e del Piano di Settore Provinciale (P.A.E.R.P.), e coordina la pianificazione urbanistica comunale in relazione alle previsioni di coltivazione, riqualificazione, recupero delle aree di escavazione dimesse e di riciclaggio di materiali recuperabili assimilabili. 2. Nel territorio comunale insistono n.3 aree estrattive denominate Renai, Voltina e Lagacciolo, come da tabella 1 tabella 1 Di seguito le schede del P.A.E.R.P. con la Carta delle Prescrizioni Localizzative delle aree estrattive; tali perimetri sono confermati nella previsione comunale senza modifica alcuna: Piano delle Attività Estrattive: Norme e Indirizzi per la pianificazione comunale Pagina 2

3 Piano delle Attività Estrattive: Norme e Indirizzi per la pianificazione comunale Pagina 3

4 Piano delle Attività Estrattive: Norme e Indirizzi per la pianificazione comunale Pagina 4

5 Piano delle Attività Estrattive: Norme e Indirizzi per la pianificazione comunale Pagina 5

6 Articolo 2 Disciplina generale per la pianificazione delle attività estrattive 1. L apertura di nuove cave e il rilascio o rinnovo dell autorizzazione per cave esistenti saranno condizionate alla verifica della corretta destinazione d uso dei materiali estraibili, al fine di evitare che i litoidi pregiati vengano impiegati in opere realizzabili con materiali di minore qualità. A tale proposito, in particolare, lo sfruttamento di depositi alluvionali sabbioso-ghiaiosi dei corsi d acqua deve essere destinato alle produzioni più pregiate (inerti per calcestruzzo, per conglomerati bituminosi, sabbie per intonaci, pietrischi speciali stradali e ferroviari), vietandone l uso per rilevati e riempimenti; i rilevati stradali e i riempimenti possono essere eseguiti con materiali non pregiati quali: calcari cavernosi e marnosi, conglomerati poligenici e arenarie, pezzate derivante dalla coltivazione di pietre ornamentali, materiali di risulta da scavi e demolizioni. Sia per l apertura di nuove cave che per il rilascio o rinnovo dell autorizzazione per cave esistenti, il progetto di coltivazione sarà rapportato alle stime del fabbisogno contenute nelle presenti NTA, stabilendo fasi e modalità di coltivazione correlate alle opere di recupero ambientale e produttivo da effettuarsi durante e dopo le attività estrattive secondo le indicazioni specificate. La coltivazione sarà programmata in modo da procedere per fasi sequenziali di durata pluriennale (di norma due anni), facendo in modo che non si passi alla lavorazione nella fase successiva prima di aver avviato la risistemazione ambientale di quella precedente, salvo i casi di coltivazione per fette orizzontali eseguita in zone collinari (possibile nell area estrattiva Voltina). Il terreno di scopertura sarà conservato in loco per consentirne l uso nelle opere di recupero ambientale con l opportuna aggiunta di sostanze nutritive. In ottemperanza dell art.2, c.5 del PAERP, si specifica che saranno i progetti di coltivazione a dare indicazioni sul reperimento delle volumetrie di terreno necessarie alle operazioni di riempimento, recupero e reinserimento ambientale. I lavori di sistemazione finale di ogni attività estrattiva e di cava devono essere ultimati nei termini stabiliti nel provvedimento di autorizzazione. 2. In particolare nelle aree di pianura: sarà vietata la messa a giorno della falda idrica nei casi in cui si tratti di: corpi idrici significativi sotterranei di cui al Piano di Tutela delle Acque della Toscana (fig. 1); livelli acquiferi comunicanti con gli acquiferi di cui al punto precedente; Piano delle Attività Estrattive: Norme e Indirizzi per la pianificazione comunale Pagina 6

7 Il progetto di coltivazione dovrà contenere una descrizione dettagliata della situazione idrogeologica locale, individuando, per mezzo di specifica indagine geologica, la massima escusione della falda e quindi la soggiacenza nel suo ciclo stagionale. Questo dettaglio è indispensabile per individuare, in fase di progetto, la massima quota di scavo. L ampliamento di cave esistenti in falda idrica sono limitati alle effettive esigenze produttive. Corpi Idrici Significativi Sotterranei fig. 1 corpo idrico significativo da Piano Tutela Acque Toscana - le cave a fossa, fatte salve le indicazioni sopra riportate, saranno riempite fino al piano di campagna originario, o almeno fino alla quota che garantisca lo smaltimento naturale delle acque piovane nella rete idrica circostante. la coltivazione in aree classificate ad elevata pericolosità idraulica PIE, PIME e nelle aree di pertinenza fluviale, è condizionata: Piano delle Attività Estrattive: Norme e Indirizzi per la pianificazione comunale Pagina 7

8 a) al rispetto dei criteri generali di fattibilità di cui al punto del DPGRT 53/R/2011, nonché delle disposizioni per le aree pericolose di cui al vigente Piani di Assetto Idrogeologico del Bacino Ombrone, che il comune ha già verificato in sede di formazione del P.O.. b) all esecuzione di studi di approfondimento finalizzati all individuazione e quindi all adozione di misure per la sicurezza idraulica; c) alla definizione di uno specifico piano di sicurezza relativo al rischio idraulico, da coordinarsi con il piano di protezione civile di evacuazione comunale, al fine di garantire la sicurezza dei lavoratori e degli utenti; nel caso di allerta o durante periodi di criticità, il comune comunicherà alla ditta di escavazione, l imminente pericolo di esondazione; d) all adozione di un piano di protezione civile con la definizione di particolari accorgimenti per impedire la dispersione di materiali inquinanti nel caso di eventi alluvionali. - Nelle aree ad elevata pericolosità PIE e PIME non saranno comunque consentite realizzazioni di impianti di lavorazione di tipo fisso. le previsioni di coltivazione che ricadono all interno di aree di pertinenza fluviale saranno attuabili solo nel rispetto dell art.9 delle norme del vigente Piani di Assetto Idrogeologico del Bacino Ombrone nonché nel rispetto delle aree di pertinenza fluviale definite attraverso il riferimento applicativo verifica idrologica e idraulica del bacino del Fiume Ombrone e ricostruzione degli eventi del 29/10/2004 e 04/12/2004. Articolo 3 Indirizzi per la progettazione 1. La progettazione per la coltivazione delle aree di cava deve contenere soluzioni ed accorgimenti atti a minimizzare gli impatti sulle componenti ambientali, nel rispetto della normativa di settore, dei contenuti del P.A.E.R.P. e di quanto qui di seguito riportato: sia in fase di esercizio che con il recupero e la sistemazione finale, si dovrà prestare particolare cura ed attenzione alla corretta regimazione delle acque superficiali, prevedendo il recapito dei deflussi nella rete idrica principale o nel più vicino ricettore naturale; ai fini della tutela del sistema idrico del sottosuolo, i progetti di coltivazione saranno corredati di una valutazione circa le eventuali modifiche indotte alla qualità delle acque. La valutazione farà riferimento al quadro conoscitivo disponibile presso il Bacino Regionale Ombrone, nonché quello del PTC e degli S.U. comunali; la progettazione dovrà prestare particolare attenzione alla cura del rilascio delle acque, provenienti dal sito estrattivo nella rete idrica principale o nel ricettore naturale, anche mediante opportuni sistemi di Piano delle Attività Estrattive: Norme e Indirizzi per la pianificazione comunale Pagina 8

9 decantazione o depurazione qualora necessari, con riferimento anche alla L.R. 31 maggio 2006, n. 20 e al relativo Regolamento di attuazione approvato con DPGR 8 settembre 2008 n. 46/R (artt. 39 e 40) ; per le prescrizioni localizzative delle aree estrattive interessate da aree potenzialmente soggette a frana, gli interventi sono condizionati al rispetto dei divieti e delle limitazioni previsti dalle norme dei vigenti piani di assetto idrogeologico per la stabilità dei versanti; in fase di progetto di coltivazione e del successivo ripristino ambientale dovranno essere eseguiti studi geologici, idrogeologici e geotecnici finalizzati alla individuazione degli interventi di messa in sicurezza propedeutici alla coltivazione e che dovranno essere monitorati anche dopo il ripristino finale. Anche in questo caso, in qualsiasi fase di coltivazione e di ripristino, gli interventi non dovranno pregiudicare la stabilità delle aree adiacenti. - per gli scopi di tutela della qualità dell aria, la progettazione terrà conto delle seguenti indicazioni: a) impiego di mezzi meccanici con consumi contenuti in condizioni ottimali di combustione; b) abbattimento delle polveri con getti idrici e inumidimento prima di ogni transito nelle aree di cantiere ed eventuale installazione di barriere arboree protettive; c) impiego di viabilità esistente riducendo la realizzazione di nuovi accessi e corretta manutenzione della viabilità interna. Articolo 4 Stime del fabbisogno derivato dal PTC anno 1999 Dati PAERP Riserve (mc) Produzione Autonomia (anni) programmata (mc) Renai > Circa 20 Voltina > Maggiore di 20 Lagacciolo > n.c. n.c. RENAI: attività in corso dove le autorizzazioni terranno conto delle disponibilità residua. VOLTINA: viste le riserve, la coltivazione potrà avere una produzione da mc a mc annui. LAGACCIOLO: viste le riserve, non essendo stato prodotto alcun progetto, la coltivazione potrà avere una produzione programmata di mc ed autonomia di circa 20anni. Le volumetrie dello stato attuale sono indicative e secondo i progetti di coltivazione che saranno presentati, potranno subire variazioni in diminuzione, proprio in funzione dei limiti imposti dalla soggiacenza della falda. Articolo 5 Fattibilità geologica Piano delle Attività Estrattive: Norme e Indirizzi per la pianificazione comunale Pagina 9

10 Di seguito la fattibilità delle aree estrattive denominate, Renai, Voltina e Lagacciolo, con le relative prescrizioni. Area estrattiva Fattibilità geologica Fg Fattibilità idraulica Fi RENAI Fg3 Fi3 VOLTINA Fg4 Fi1 LAGACCIOLO Fg3 Fi3 RENAI: l area interessa zone a pericolosità geologica elevata con fattibilità geologica condizionata. In fase di progetto di coltivazione e del successivo ripristino ambientale dovranno essere eseguiti studi geologici, idrogeologici e geotecnici finalizzati alle effettive condizioni di stabilità dei fronti di scavo allo stato attuale, di progetto e di ripristino. Inoltre in qualsiasi fase di coltivazione e di ripristino, gli interventi non dovranno pregiudicare la stabilità delle aree adiacenti. L area interessa zone a PIME. La fattibilità è condizionata ai seguenti criteri generali: 1) dimostrazione dell assenza o l eliminazione di pericolo per le persone 2) dimostrazione che gli interventi non determinano pericolo in altre aree 3) siano adottate misure atte a ridurre la vulnerabilità 4) sia ottemperato a quanto prescritto dall art. 1 della LR 21 del 21/05/2012 Si specifica che nelle aree a PIE, PIME e di pertinenza fluviale, gli interventi sono condizionati al rispetto dei criteri generali di fattibilità di cui al punto del 53/R/2011 e delle disposizioni delle Norme di Piano (PAI) oltre che all esecuzione di studi di approfondimento finalizzati all individuazione e quindi all adozione di misure per la sicurezza idraulica. Infine, nelle aree ad elevata pericolosità, non risulta consentita la realizzazione di impianti di lavorazione di tipo fisso. VOLTINA: l area interessa zone a pericolosità geologica molto elevata con fattibilità geologica limitata. In fase di progetto di coltivazione e del successivo ripristino ambientale dovranno essere eseguiti studi geologici, idrogeologici e geotecnici finalizzati all individuazione degli interventi di messa in sicurezza propedeutici alla coltivazione e che dovranno essere monitorati anche dopo il ripristino finale. Anche in questo caso, in qualsiasi fase di coltivazione e di ripristino, gli interventi non dovranno pregiudicare la stabilità delle aree adiacenti. Vista la posizione di alto morfologico non ci sono prescrizioni sulla fattibilità idraulica. Piano delle Attività Estrattive: Norme e Indirizzi per la pianificazione comunale Pagina 10

11 LAGACCIOLO: la fattibilità geologica è condizionata. In fase di progetto di coltivazione e del successivo ripristino ambientale dovranno essere eseguiti studi geologici, idrogeologici e geotecnici finalizzati alle effettive condizioni di stabilità dei fronti di scavo allo stato attuale, di progetto e di ripristino. Inoltre in qualsiasi fase di coltivazione e di ripristino, gli interventi non dovranno pregiudicare la stabilità delle aree adiacenti. L area interessa zone a PIME. La fattibilità è condizionata ai seguenti criteri generali: 5) dimostrazione dell assenza o l eliminazione di pericolo per le persone 6) dimostrazione che gli interventi non determinano pericolo in altre aree 7) siano adottate misure atte a ridurre la vulnerabilità 8) sia ottemperato a quanto prescritto dall art. 1 della LR 21 del 21/05/2012 Si specifica che nelle aree a PIE, PIME e di pertinenza fluviale, gli interventi sono condizionati al rispetto dei criteri generali di fattibilità di cui al punto del 53/R/2011 e delle disposizioni delle Norme di Piano (PAI) oltre che all esecuzione di studi di approfondimento finalizzati all individuazione e quindi all adozione di misure per la sicurezza idraulica. Infine, nelle aree ad elevata pericolosità, non risulta consentita la realizzazione di impianti di lavorazione di tipo fisso. Piano delle Attività Estrattive: Norme e Indirizzi per la pianificazione comunale Pagina 11

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