AGESCI ASSOCIAZIONE GUIDE E SCOUTS CATTOLICI ITALIANI COSTRUIAMO PONTI...NON MURI CAMPOBASSO 4. Gruppo Scout. Chiesa Cattedrale.

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1 AGESCI ASSOCIAZIONE GUIDE E SCOUTS CATTOLICI ITALIANI Gruppo Scout CAMPOBASSO 4 Chiesa Cattedrale COSTRUIAMO PONTI......NON MURI Progetto Educativo di Gruppo

2 Sommario Associazioni come la vostra sono una ricchezza della Chiesa che lo Spirito Santo suscita per evangelizzare tutti gli ambienti e settori. Sono certo che l AGESCI può portare nella Chiesa un nuovo fervore evangelizzatore e una nuova capacità di dialogo con la società. Mi raccomando: capacità di dialogo! Fare ponti. Fare ponti in questa società dove c è l abitudine di fare muri. Voi fate ponti, per favore! E col dialogo, fate ponti. Papa Francesco discorso agli scout AGESCI in P.zza San Pietro, INTRODUZIONE IL TERRITORIO IN CUI OPERIAMO IL GRUPPO SCOUT IL CONTESTO IN CUI OPERIAMO i protagonisti i luoghi IL PROGETTO EDUCATIVO gli obiettivi gli strumenti

3 introduzione Art. 22 dello Statuto AGESCI Il Progetto educativo del Gruppo, ispirandosi ai principi dello scautismo ed al Patto associativo, individua le aree di impegno prioritario per il Gruppo a fronte delle esigenze educative emergenti dall analisi dell ambiente in cui il Gruppo opera e indica i conseguenti obiettivi e percorsi educativi. Il Progetto ha la funzione di aiutare i soci adulti a realizzare una proposta educativa più incisiva: orienta l azione educativa della Comunità capi, favorisce l unitarietà e la continuità della proposta nelle diverse Unità, agevola l inserimento nella realtà locale della proposta dell Associazione. A tal fine il Progetto educativo è periodicamente verificato e rinnovato dalla Comunità capi. La Comunità Capi del gruppo scout AGESCI Campobasso 4, nella Chiesa Cattedrale, nell elaborare il Progetto Educativo di Gruppo, rinnova il suo impegno per il triennio nella missione educativa, rivolta ai bambini, ai ragazzi e ai giovani che le sono affidati dalle famiglie, vissuta attraverso il metodo scout «basato sui grandi valori umani, sul contatto con la natura, sulla religiosità e la fede in Dio; un metodo che educa alla libertà nella responsabilità» (Papa Francesco, discorso all AGESCI del in P.zza San Pietro). Questo Progetto è stato redatto partendo dall analisi del contesto sociale, culturale e politico nel quale attualmente viviamo; l obiettivo è quello di aiutare i ragazzi, in collaborazione con le diverse agenzie educative, a costruire solidi ponti per superare i muri dell indifferenza e della solitudine che a volte innalziamo nel rapporto interpersonale. Noi Capi, quindi, abbiamo raccolto, con convinzione ed entusiasmo l esplicito invito rivolto da Papa Francesco all AGESCI, convinti che questa sfida educativa non possa non essere condivisa con le famiglie, punto di riferimento insostituibile dei ragazzi, vivendola con spirito di reciproca e fattiva collaborazione per la loro crescita. Buona Caccia e Buona Strada. La Comunità Capi Per essere Capi-educatori è necessario maturare un proprio modo di ESSERE TESTIMONI della VERITA. Le doti che occorre coltivare sono: la SICUREZ ZA: osservare ed ascoltare chi ha più esperienza, per poi interiorizzare e scegliere come agire; la CENTRALITA della COMUNITA e non dei singoli Capi, in modo da non vivere in maniera autoritaria e autoreferenziale, chiudendosi nel proprio ruolo e offrendo soluzioni già pronte; la RESPONSABILITA nella Comunità, cercando di conoscersi veramente nella ricerca degli altri anche al di fuori dei momenti programmati, evitando di fare compartimenti stagni; il RISPET TO che porta all ASCOLTO e alla SINCERITA ; la LEALTA per saper apprezzare le doti dell altro. Pertanto, riteniamo necessario educarci e educare al dialogo per la ricerca costante della verità, coltivando la disponibilità a mettere in discussione le proprie decisioni, convinti che questa disponibilità è segno di responsabilità, condizione essenziale per la crescita della Comunità. L educazione al noi è l unica strada per scoprire non solo il senso della vita insieme ma anche quello della propria esistenza. In questa prospettiva non dobbiamo sostituirci alla famiglia nell educare i figli ma essere strumento di integrazione e di reciprocità nella formazione dei bambini, degli adolescenti e dei giovani a noi affidati. 4 5

4 > Titolare della parrocchia: Santa Maria Maggiore > Titolare della chiesa: Santissima Trinità > Patrona: Maria Santissima (31 maggio) > Numero di telefono: > Altitudine: 720 m s.l.m. il Territorio in cui operiamo La parrocchia di Santa Maria Maggiore è sita nel cuore della città. Confina a nord e ad ovest con la Parrocchia dei SS. Giorgio e Leonardo, a sud con la Parrocchia di S. Antonio di Padova e con la chiesa dei SS. Angelo e Mercurio (Sant Antonio Abate) e ad est con la Parrocchia del Sacro Cuore. In origine, la chiesa parrocchiale era situata presso S. Maria del Monte, in località i Monti, di fronte al Castello Monforte. Dopo il terremoto del 1805, la popolazione si trasferì nella parte bassa della città e la chiesa della Santissima Trinità divenne parrocchia. In seguito alle leggi eversive promulgate nel periodo , per la soppressione degli ordini religiosi e per l incameramento dei beni ecclesiastici, la chiesa della Santissima Trinità fu requisita dallo Stato italiano per essere adibita a rimessa di carri militari. Di conseguenza, la parrocchia fu trasferita nella chiesa di S. Maria della Libera. Nel 1927, con il passaggio della sede vescovile da Bojano a Campobasso, la chiesa fu scelta come Cattedrale. Dalla fine della seconda guerra mondiale, la popolazione della parrocchia di Santa Maria Maggiore aumentò enormemente. Per questo, nel 1970, da essa furono create due nuove parrocchie: S. Antonio di Padova e Mater Ecclesiae e furono rettificati i confini con le parrocchie di SS. Angelo e Mercurio e di SS. Giorgio e Leonardo. A oggi, nel territorio della parrocchia sono presenti altre due chiese (S. Maria della Libera e S. Maria della Croce) e quattro comunità religiose, di cui tre femminili (Suore del Divino Zelo, Suore Discepole di Gesù Eucarestia e Suore di San Francesco di Sales) e una maschile (Fraternità salesiana La Riva ). Inoltre, la parrocchia è proprietaria di due edifici: uno attiguo alla chiesa, ex casa parrocchiale, adibito a locali per attività parrocchiali e l altro, gestito dall Unitalsi e situato in via Roma, di recente ristrutturazione, finalizzato, nell ambito del progetto Dopo di Noi, all accoglienza e all ospitalità di persone diversamente abili. La parrocchia, infine, ha promosso, tempo addietro, la realizzazione di un Centro di accoglienza Stella Vitae, donato successivamente all Arcidiocesi di Campobasso Bojano, ora in comodato d uso. Lo stesso, sito in agro di Guardiaregia, è stato fortemente voluto e realizzato dallo storico parroco don Pasquale Pizzardi, con l aiuto di tutta la Comunità Parrocchiale, come luogo di preghiera, lavoro ed accoglienza a contatto con la natura. Nel territorio parrocchiale vi sono molti bar e pub, centri scommesse e sale da gioco, frequentati da anziani, adulti, giovani e ragazzi. Forte è la presenza di negozi ed uffici. In un tale contesto, risulta difficile recuperare informazioni certe sulla disoccupazione o, in senso più ampio, sulle emergenze sociali della zona. Attualmente, la parrocchia conta una popolazione costituita da circa 1300 persone, perlopiù anziani (dai 60 anni in su), spesso accompagnati da badanti. Carente è la fascia dei ragazzi compresi tra 15 e 25 anni, così come, in controtendenza rispetto agli anni passati, quella dei bambini compresi tra 0 e 11 anni. In aumento, invece, è la presenza di giovani universitari, locatari di appartamenti nei vecchi edifici del centro città. Tutto ciò, in considerazione del numero di persone comprese tra 35 e 50 anni, ci fa ritenere che i giovani residenti, con la formazione di propri nuclei familiari, vadano ad abitare in periferia e che pochi restino da soli o in coabitazione. Per tali motivi il gruppo scout AGESCI Campobasso 4 indirizza le proprie attività a ragazzi provenienti da tutta la città. 6 7

5 chiesa Cattedrale Mappa sensibile della Parrocchia AGESCI 4 il GruppoCAMPOBASSO Scout Dal Patto Associativo AGESCI La proposta educativa è vissuta localmente dal Gruppo scout, momento principale della dimensione associativa, di radicamento nel territorio e di appartenenza alla chiesa locale. La Comunità Capi, custode dell appartenenza associativa, è luogo di formazione permanente per i Capi e di sintesi della proposta educativa. Cura l attuazione del Progetto educativo, l unitarietà della proposta scout e il dialogo con le famiglie, principali responsabili dell educazione dei ragazzi. Si pone anche come osservatorio dei bisogni educativi del territorio, in collaborazione critica e positiva con tutti coloro che operano nel mondo dell educazione. L analisi storica del numero di censiti all interno del Gruppo, relativa agli ultimi 7 anni e riportata nei grafici a barre che seguono, mostra un andamento per lo più costante, con una media di iscritti pari a circa 120 unità. E possibile individuare un calo temporaneo tra il 2010 e il 2012, seguito da un nuovo aumento negli anni successivi; tale diminuzione è da imputare, in parte, ad un calo demografico generale che ha interessato la parrocchia e la città stessa, riflettendosi di conseguenza anche sul Gruppo Scout. E necessario sottolineare che la parrocchia è posta in una zona centrale della città, caratterizzata da un numero elevato di istituti scolastici ma, nello stesso tempo, da un modesto numero di residenti con età media piuttosto elevata. Tale situazione ha spinto ad acco- Luoghi maggiormente frequentati dai giovani Centri scommesse Luoghi frequentati da senza tetto 8 Scuole primarie e secondarie *Dati estrapolati da inchieste del gruppo scout gliere, all interno dei gruppi parrocchiali (come gli scout o il catechismo), anche ragazzi provenienti da altre zone della città, che si ritrovano a frequentare per vari motivi (tra cui quelli scolastici) il territorio parrocchiale. Ciò, quindi, ha contribuito a mantenere alto e costante il numero di iscrizioni anno per anno. 9

6 10 11

7 chiesa Cattedrale AGESCI CAMPOBASSO il Contesto in cui operia mo 4 i Protagonisti I ragazzi a cui ci rivolgiamo sono sempre più: istruiti; aperti alla diversità; curiosi; abili; audaci; intraprendenti. Tuttavia si dimostrano superficiali nelle relazioni interpersonali indossando maschere a seconda del contesto in cui si ritrovano; tendono ad appiattirsi sulle opinioni altrui, rinunciando, a volte, anche alla difesa delle loro idee. I genitori, spesso, concedono molto sin da piccoli (denaro, telefonino, pc,...) e ciò permette loro anche di accedere, spesso senza filtri, al mondo delle comunicazioni digitali, che talvolta può nascondere insidie. Tutto ciò comporta una fragilità che non sempre consente loro di affrontare scelte importanti, causando: anonimato; insicurezza; mascheramento delle emozioni; infelicità; paura; disagio; aggressività; incapacità di comunicazione; 12 mancanza di sogni; dipendenza; confusione di ruoli; difficoltà nel darsi degli obiettivi e nel raggiungerli; mancanza di un pensiero critico personale da condividere in percorsi democratici. 13

8 i Luoghi Da un attenta valutazione del contesto in cui i nostri ragazzi vivono la propria quotidianità, sono stati individuati quattro diversi ambiti da approfondire: FAMIGLIA; SCUOLA; AMICI; SCOUT. Per ogni ambito, partendo dalle esperienze vissute con i ragazzi e le loro famiglie, sono stati posti in evidenza i punti di forza e di debolezza che li caratterizzano; abbiamo così individuato gli obiettivi della nostra azione educativa. Con l aiuto di un questionario, somministrato ai genitori e ai ragazzi, abbiamo indagato: > > la comunicazione (abilità comunicative positive nella coppia e nella famiglia); > > la coesione (capacità di stabilire e gestire legami). I ragazzi vivono in una famiglia: tradizionale (genitori con figli naturali o adottati); allargata; monogenitoriale. La famiglia, che è la prima comunità educante, viene riconosciuta dai ragazzi come punto di riferimento, a cui la nostra associazione non può e non deve sostituirsi. FAMIGLIA Anche attività extrascolastiche (sportive, ricreative, culturali, ludiche,...) offrono opportunità di crescita e di sviluppo delle potenzialità dei figli nella misura in cui non diventino luoghi di parcheggio o di proiezione sui figli delle ambizioni dei genitori. Da qui le tante fatiche presenti nelle famiglie: difficile gestione del tempo; modelli usa e getta e tutto e subito ; comunicazione poco efficace; difficoltà a manifestare e condividere le proprie emozioni; limitato coinvolgimento dei familiari nella propria vita; tendenza dei genitori a giustificare, tollerare e accusare gli altri degli errori dei propri figli; poca attenzione da parte dei genitori ai bisogni educativi e ai messaggi di aiuto provenienti dai loro figli

9 SCUOLA I ragazzi vivono una parte importante della loro giornata a scuola, che per loro è luogo di: incontro e confronto tra pari; dialogo e relazione con l adulto; acquisizione e sviluppo di abilità, conoscenze e competenze; sperimentazione della convivenza civile. Tuttavia i ragazzi vivono le seguenti fatiche in una scuola in cui: talvolta i professori orientano la propria azione più verso il nozionismo che verso l educazione; possono insorgere problemi relazionali, fenomeni di bullismo e di emarginazione; possono emulare abitudini negative e sviluppare dipendenze (tabagismo, alcolismo, tossicodipendenza, gioco d azzardo). I ragazzi si relazionano, per lo più, attraverso i nuovi mezzi di comunicazione (social network, sms, ) e ciò permette loro di: entrare in comunicazione velocemente, contemporaneamente, facilmente con più persone; accorciare le distanze spaziali e temporali; confrontarsi e condividere idee ed opinioni; acquisire maggiore conoscenza e competenza in campo tecnologico e non. Talvolta, però, i ragazzi vivono le seguenti fatiche: crisi dei rapporti interpersonali che divengono sempre più instabili e meno duraturi nel tempo; crisi sempre più profonda dell affettività, del confronto e della comunicazione; incapacità di metabolizzare le esperienze di vita che non diventano bagaglio e strumento per nuove sfide; mancanza di autostima e stima dell altro; sottovalutazione della persona che porta il ragazzo a scomparire nel gruppo; diffuso disinteresse alla politica dettato dalla scarsa fiducia nelle istituzioni; perdita del senso di appartenenza al territorio e alla comunità dovuta a una sempre più generalizzata consapevolezza di non poter restare nella propria terra, con conseguente spostamento degli interessi universitari e lavorativi fuori regione. AMICI 16 17

10 chiesa Cattedrale SCOUT I ragazzi frequentano la Parrocchia dove: giocano, vivono l avventura e sperimentano il ser- vizio secondo il metodo scout; camminano insieme ad adulti (capi scout) secon- do una progettualità (Progetto Educativo di Gruppo) che si sviluppa alla luce delle scelte del Patto Associativo; fanno esperienze di servizio a contatto con la Conferenza di San Vincenzo de Paoli, la Caritas parrocchiale, le Case famiglia, il Catechismo; incontrano i sacerdoti e ricevono proposte di fede e di crescita spirituale; svolgono servizio attivo durante le celebrazioni e animano i momenti dell anno liturgico. Tuttavia incontrano delle difficoltà: nel rispettare le regole; nel realizzare concretamente i progetti personali; nel distinguere e conciliare la realtà e il mondo virtuale; nell instaurare un dialogo sincero e schietto; nello sviluppare una adeguata capacità comunicativa; nel riconoscere il proprio corpo come dono da accogliere e custodire; nell aprirsi al mondo esterno; nel vivere il rapporto con Dio in modo profondo e costante e non solo rele- gato ai momenti di bisogno o di sconforto; nel confrontarsi su aspetti di fede e di crescita spirituale con il mondo ecclesiastico; nel testimoniare con credibilità la propria fede; nel vivere in maniera più attiva e partecipe la vita sacramentale: Santa Messa domenicale e Confessione; nel coniugare la vita di fede con l impegno nella carità

11 chiesa Cattedrale il Progetto Educativo La sfida, quindi, è quella di fare propria l urgenza di co-educare i ragazzi e noi adulti (genitori e capi) attraverso: CORRESPONSABILITA la, che sarà il frutto di una costante formazione, di una valorizzazione dei talenti di ognuno e di disponibilità al servizio nella quotidianità, riscoprendo il dialogo e l incontro; PROGET TUALITA la, che sarà il frutto di analisi e riflessioni per fare delle scelte ed individuare gli obiettivi da condividere e da raggiungere insieme; VERIF ICA la, in itinere e finale, che sarà il tempo privilegiato di una revisione personale e comunitaria per continuare a crescere come buoni cittadini e cristiani credibili. Per costruire ponti ci impegniamo a camminare insieme sulla Pista, sul Sentiero e sulla Strada: scoperta per una coscienza di sé...alla esperienza per una interiorizzazione ( competenza ) verso la responsabilità per un progetto di vita. dalla Quando saremo capaci di: vivere la scelta di fede, essendo persone che, aperte all incontro con il Signore che dà significato e senso alla vita, sono capaci di rispondere alla chiamata del Signore, indirizzano la propria volontà e le proprie capacità verso quello che hanno compreso come la Verità, il Bene e il Bello, annunciando e testimoniando il Vangelo come membra vive della Chiesa (*); vivere la scelta di servizio, essendo capaci di riconoscere in tutte le persone, specialmente le più sofferenti, il volto di Cristo, di riconoscere le ingiustizie e le disuguaglianze sociali e adoperarsi per superarle, di mettere a disposizione i propri talenti e la propria sensibilità in ogni situazione di bisogno (*); vivere l impegno politico, essendo cittadini responsabili, capaci di scegliere, attenti alle realtà del mondo e del territorio, sensibili verso l ambiente, impegnati nella realizzazione di un mondo migliore (*). avremo maturato il nostro modo di essere uomini e donne della Partenza, testimoni della Parola, cittadini del mondo. * estratto da: Regolamento Metodologico AGESCI 2015 Art PARTENZA 20 21

12 chiesa Cattedrale gli Obiettivi La formazione va intesa come realizzazione di sé in relazione con gli altri e per gli altri, nel contesto dinamico del proprio tempo e della propria storia. Formare la persona significa farla confrontare con la realtà storica in cui vive, che non è solo parlare, insegnare, partecipare, trasmettere, ma, di più, è ascoltare, stimolare per aprirsi e costruirsi, giorno per giorno, con chi è diverso, consapevoli che nell educare è importante scoprire che l altro è un altro me. Dobbiamo tener conto che per instaurare una RELAZIONE D AMORE occorre:» COINVOLGERE far vivere e condividere le relazioni in un clima di integrazione all interno del piccolo e del grande gruppo, sviluppando una dimensione democratica nella ricerca del bene comune creando spazi di incontro dove fare abitare il noi ; instaurare un rapporto di fiducia con le famiglie per una maggiore presa di coscienza delle difficoltà che il ragazzo vive, così che la nostra azione educativa tenga conto della globalità della persona; entrare in empatia con il ragazzo affinché si senta voluto bene ( I care and Ask the boy ); far conoscere e valorizzare le risorse del nostro territorio;» DARE F IDUCIA riconoscere, far emergere e valorizzare i talenti di ognuno per poterli mettere a disposizione della comunità; sviluppare una sana competizione; imparare facendo: saper essere per saper fare ;» DIALOGARE creare occasioni per un dialogo sincero e costruttivo; superare le situazioni di difficoltà che i ragazzi vivono nelle relazioni tra pari; promuovere momenti di incontro, confronto e formazione con le famiglie utilizzando gli strumenti propri del metodo scout;» INCONT RARE riempire di valori gli attuali strumenti di comunicazione (social network, whatsapp, ecc); riscoprire l essenzialità; valorizzare anche la Messa comunitaria come momento di incontro;» PREGARE vivere con più consapevolezza la crescita spirituale, personale e comunitaria alla luce della Parola e dell Eucarestia, attraverso la spiritualità scout; apprendere nella preghiera il senso del sacrificio.» ACCOGLIERE sviluppare una concretezza nel servizio ( sporcarsi le mani ) riscoprendo tutti gli strumenti offerti dal metodo scout; riflettere sull esperienza, anche su quella negativa, per interiorizzarla nella sfera personale e comunitaria (dare un nome all esperienza e alle emozioni); vivere esperienze di perdono; riconoscere la corporeità propria e altrui come dono da rispettare; 22 23

13 incontra re gli Strumenti incontra re accogliere accogliere BRANCO REPARTO coinvolgere dare fiducia dialogare pregare incontra re accogliere coinvolgere dare fiducia dialogare COMUNITA CAPI COMUNITA R/S coinvolgere dare fiducia dialogare pregare incontra re accogliere coinvolgere dare fiducia dialogare pregare pregare 24 25

14 Vogliamo affidare questo nostro sogno a Gesù e porci sotto lo sguardo della Madre di Dio, perché siano Loro le nostre guide nel cammino dell educazione. PREGHIERA DELL EDUCATORE e non ho tribolato nella ricerca. Salvami dalla presunzione di sapere tutto; dall arroganza di chi non ammette dubbi; dalla durezza di chi non tollera ritardi; dal rigore di chi non perdona debolezze; dall ipocrisia di chi salva i principi e uccide le persone. Trasportami, dal Tabor della contemplazione, alla pianura dell impegno quotidiano. E se l azione inaridirà la mia vita, riconducimi sulla montagna del silenzio. Dalle alture scoprirò i segreti della contemplatività, e il mio sguardo missionario arriverà più facilmente agli estremi confini della terra. Affidami a Tua Madre. Dammi la gioia di custodire i ragazzi come Lei custodì Giovanni. E quando, come Lei, anch io sarò provato dal martirio, fa che ogni tanto possa trovare riposo reclinando il capo sulla Sua spalla. Amen. Chiamato ad annunciare la tua Parola, aiutami, Signore, a vivere di Te, e a essere strumento della Tua pace. Assistimi con la Tua luce, perché i ragazzi che la comunitàà mi ha affidato trovino in me un testimone credibile del Vangelo. Toccami il cuore e rendimi trasparente la vita, perché le parole, quando veicolano la Tua, non suonino false sulle mie labbra. Esercita su di me un fascino così potente, che, prima ancora dei miei ragazzi, io abbia a pensare come Te, ad amare la gente come Te, a giudicare la storia come Te. Don Tonino Bello Concedimi la gioia di lavorare in comunione, e inondami di tristezza ogni volta che, isolandomi dagli altri, pretendo di fare la mia corsa da solo. Campobasso, 25 novembre 2015 Ho paura, Signore, della mia povertà. La Comunità Capi Regalami, perciò, il conforto di veder crescere i ragazzi nella conoscenza e nel servizio di Te. Fammi silenzio per udirli. Fammi ombra per seguirli. Fammi sosta per attenderli. Fammi vento per scuoterli. Fammi soglia per accoglierli. Infondi in me una grande passione per la Verità e impediscimi di parlare in Tuo nome se prima non ti ho consultato con lo studio 26 27

15 c/o Chiesa Cattedrale P.zza Gabriele Pepe, Campobasso (CB)

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