ing. Domenico Mannelli DPI e segnaletica nella pubblica amministrazione - istruzione
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1 ing. Domenico Mannelli DPI e segnaletica nella pubblica
2 52 Dispositivi di Protezione Individuale: definizione Si intende per dispositivo di protezione individuale qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo (art. 40 d.lgs.. n. 626/94). 2/66
3 54 I dispositivi di protezione individuale vengono forniti dal datore di lavoro che addestrerà all uso degli stessi i propri dipendenti così come stabilito dalla norma (D.Lgs. 626/1994 Titolo IV e successive modifiche). Gli occhiali a tenuta per agenti chimici. I guanti per proteggere la pelle. 3/66
4 Per la loro stessa natura i dispositivi di protezione individuale non comportano l eliminazione del rischio connesso per la protezione dal quale vengono utilizzati, ma agiscono come ultimo sistema di protezione nei confronti dello stesso. Pertanto la protezione individuale deve essere di complemento e quindi successiva ai sistemi di prevenzione e prevenzione tecnica collettivi. 56 4/66
5 57 Prescrizioni a carico del lavoratore: I I lavoratori devono sottoporsi al programma di formazione e addestramento organizzato dal datore di lavoro. 5/66
6 58 Prescrizioni a carico del lavoratore: II Utilizzano i D.P.I. messi a loro disposizione conformemente all informazione, alla formazione e all eventuale addestramento ricevuti. 6/66
7 59 Prescrizioni a carico del lavoratore: III Hanno cura dei D.P.I. messi a loro disposizione 7/66
8 60 Prescrizioni a carico del lavoratore: IV Non vi apportano modifiche di loro iniziativa. 8/66
9 61 Prescrizioni a carico del lavoratore: V Segnalano immediatamente al datore di lavoro o al dirigente o al preposto eventuali difetti o inconvenienti rilevati nei D.P.I. messi a loro disposizione, che potrebbero comprometterne l efficacia e la funzionalità. 9/66
10 62 Prescrizioni a carico del lavoratore: VI Al termine dell utilizzo convenuto e autorizzato seguono le procedure previste per la riconsegna. N.B. Anche i lavoratori sono soggetti a sanzioni penali. 10/66
11 65 La responsabilità della conservazione e della manutenzione dei D.P.I. è attribuita al datore di lavoro. E possibile demandare le operazioni di manutenzione al lavoratore che ha in dotazione il D.P.I.? 11/66
12 66 Fermo restando che la responsabilità rimane al datore di lavoro,, è possibile fare in modo che le operazioni vengano fatte direttamente dal lavoratore a condizione che lo stesso venga messo in grado di effettuarle in modo corretto. E comunque consigliabile definire procedure precise in cui vengono esplicitate le azioni da svolgere chiaramente dopo avere informato, formato e addestrato il lavoratore a svolgerle. E opportuno anche che venga organizzata una vigilanza da parte del datore di lavoro. 12/66
13 67 Esiste per il datore di lavoro l obbligo di tenere formalmente un registro dei D.P.I.,., ove annotare ad esempio l avvenuta consegna del D.P.I. al lavoratore? 13/66
14 68 Non esiste un obbligo esplicito di tenuta di un registro dei D.P.I., tuttavia è nella logica del d.lgs. n.626/94 attestare per iscritto l adempimento dei vari obblighi. Del resto, da un punto di vista organizzativo-gestionale è necessario tenere una contabilità delle dotazioni di D.P.I. ed è quindi una pratica comune dei responsabili del magazzino curare la registrazione dei D.P.I. dati in dotazione, anche per assicurare la necessaria sostituzione in caso di scadenza (es.filtri) o di usura (guanti, scarpe,ecc). Il registro, insomma, è uno strumento necessario per la gestione dei D.P.I. La sua mancanza non è sanzionata, ma rischia di rendere più difficile la dimostrazione dell avvenuta consegna dei D.P.I. al lavotratore. 14/66
15 73 Qualora i lavoratori non utilizzino i D.P.I. quali procedure si possono formalizzare? 15/66
16 Nel caso che il lavoratore rifiuti l uso di questi dispositivi dopo ripetuti richiami si può giungere ad un provvedimento di richiamo verbale o alla multa. L art.. 28 del ccnl-enti di ricerca prevede che le sanzioni disciplinari si applicano per le seguenti infrazioni. inosservanza degli obblighi in materia di prevenzione degli infortuni e di sicurezza sul lavoro 74 E necessario individuare preventivamente chi ha la responsabilità del controllo, informandone il R.L.S. e divulgando tra i lavoratori tali informazioni. 16/66
17 77 Quali sono le procedure per arrivare all individuazione della scelta dei D.P.I.? 17/66
18 78 Le procedure corrette per individuare i D.P.I. adeguati sono strettamente connesse con il processo di valutazione dei rischi. Infatti in questa fase è necessario individuare quelle lavorazioni che, anche dopo le misure di prevenzione, mantengono un livello di rischio residuo tale da compromettere la salute dei lavoratori. Per queste e solo per queste devono essere previsti I D.P.I. 18/66
19 79 La scelta dei D.P.I. adeguati a queste lavorazioni e ai lavoratori che li debbono utilizzare deve avvenire poi attraverso la collaborazione del responsabile Servizio Prevenzione e Protezione per l analisi delle caratteristiche tecniche più affidabili rispetto al rischio,, del medico competente per la valutazione degli aspetti ergonomici e sanitari e del R.L.S. per la scelta dei D.P.I. più portabili durante l attività lavorativa (a parità di protezione dal danno). 19/66
20 80 Il responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione e il medico competente hanno poi il compito di collaborare a predisporre il programma per informare e formare i lavoratori sulle ragioni che hanno portato all uso di questi dispositivi e sul loro uso corretto. E poi necessario che il datore di lavoro preveda anche momenti di verifica e controllo da parte di dirigenti e preposti sulla corretta applicazione delle direttive sui D.P.I. 20/66
21 D.P.I.: Obbligo di vigilanza da parte del datore di lavoro. Corte di Cassazione 2 maggio Il datore di lavoro non può -e e non deve- limitarsi a mettere a disposizione dei singoli lavoratori il materiale necessario all allestimento dei mezzi di protezione, limitandosi ad ordinare e che se ne faccia uso ma deve, in concreto, assicurarsi che ciò sia avvenuto. Essendo le norme di protezione e di sicurezza poste a tutela della la integrità fisica del lavoratore, esse devono essere attuate anche contro la sua volontà, sicché il datore di lavoro che non esplichi la necessaria sorveglianza circa la loro rigorosa osservanza, risponde della loro violazione in termini di culpa in vigilando,, non rilevando 21/66 l affidamento sulla diligente amministrazione condotta - istruzione esecutiva dei prestatori di lavoro.
22 Decreto legislativo 626/94 Titolo IV, art. 41 I DPI devono essere impiegati quando i rischi non possono essere evitati o sufficientemente ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di prevenzione collettiva e da procedimenti di riorganizzazione del lavoro 22/66
23 Decreto legislativo 626/94 Titolo IV, art. 42 I DPI devono essere conformi al D.lgs. 475/92 I DPI devono essere adeguati al lavoro I DPI devono tenere conto delle esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore 23/66
24 MARCATURA CE Decreto legislativo 475/92 I dispositivi conformi alla legislazione vigente devono essere dotati di marcatura CE apposta in maniera leggibile, indelebile per tutto il periodo di durata del DPI 24/66
25 requisiti essenziali dei dpi a)essere adeguati ai rischi da prevenire, senza comportare di per sé un rischio maggiore b) essere adeguati alle condizioni esistenti sul luogo di lavoro c) tenere conto delle esigenze di lavoro o di salute del lavoratore d) poter essere adattati all'utilizzatore secondo le sue necessità In caso di rischi multipli che richiedono l'uso di più D.P.I., questi devono essere tra loro compatibili e tali da mantenere, anche nell'uso simultaneo, la propria efficacia nei confronti del rischio e dei rischi corrispondenti 25/66
26 CARATTERISTICHE DEI DPI Principi di progettazione: ergonomia; adeguamento dei DPI alla morfologia dell'utilizzatore; leggerezza e solidità di costruzione; compatibilità tra i DPI destinati ad essere utilizzati simultaneamente livelli di protezione quanto più possibile elevati; classi di protezione adeguate ai diversi livelli del rischio; Innocuità dei DPI: assenza di rischio o di altri fattori di disturbo "autogeni"; 26/66
27 Decreto legislativo 475/92 Per ottenere la marcatura CE il fabbricante deve preparare una documentazione tecnica contenente tutte le informazioni tecniche relative alle prove di sicurezza del DPI fabbricato L organismo di controllo rilascia l idoneità 27/66
28 Decreto legislativo 475/92 Categorie di DPI - Prima categoria azioni lesive superficiali per azione meccanica azioni lesive di lieve entità da prodotti per pulizie urti o contatto con oggetti con temp. > 50 C ordinari fenomeni atmosferici urti e vibrazioni lievi raggi solari 28/66
29 Decreto legislativo 475/92 Categorie di DPI - Seconda categoria Tutti i DPI che non rientrano nella prima e nella terza categoria 29/66
30 Decreto legislativo 475/92 Categorie di DPI - Terza categoria apparecchi per la filtrazione di aerosol apparecchi di protezione isolante protezione limitata contro aggressioni chimiche e radiazioni ionizzanti attività a temp. > 100 C con o senza radiazioni infrarosse, fiamme o materiali in fusione attività in ambienti con temp. < -50 C salvaguardia da cadute dall alto salvaguardia da tensioni elettriche pericolose o utilizzati come isolanti per alte tensioni 30/66
31 Dispositivi collettivi Isolamento acustico Il rumore nell ambiente di lavoro è diffuso per via diretta o riflessa E possibile diminuire la propagazione del rumore impiegando determinati materiali 31/66
32 Dispositivi collettivi Isolamento acustico contro la propagazione diretta si usano tramezzi o schermi Gli schermi o tramezzi devono essere collocati il più vicino possibile alla sorgente di rumore contro la propagazione riflessa si usano materiali fonoassorbenti (lana di vetro, di roccia, poliuretano) Il coefficiente di assorbimento del rumore è in funzione della frequenza 32/66
33 Protezione delle mani Protezione dai rischi meccanici resistenza all abrasione = 4 livelli resistenza al taglio = 5 livelli resistenza alla lacerazione = 4 livelli resistenza alla perforazione = 4 livelli 33/66
34 Protezione delle mani Protezione da calore/fuoco comportamento alla fiamma = 4 livelli calore di contatto = 4 livelli calore convettivo = 4 livelli piccole proiezioni di metallo fuso = 4 livelli grandi proiezioni di metallo fuso = 4 livelli 34/66
35 Protezione delle mani Protezione contro freddo freddo convettivo = 3 livelli freddo di contatto = 3 livelli permeabilità all acqua = 1 livello 35/66
36 Protezione delle mani Protezione da rischi elettrici classe 00: da 500 V a V classe 0: da V a V classe 1: da 7.500V a V classe 2: da a V classe 3: da a V 36/66
37 Protezione dei piedi Ciascuna categoria ha 5 livelli di protezione Calzature di sicurezza: hanno puntale per sostenere un impatto fisico di 200 joule Calzature di protezione: hanno puntale per sostenere un impatto fisico di 100 joule Calzature da lavoro: non hanno puntale 37/66
38 Protezione dei piedi Proprietà di sicurezza (pittogrammi) antistatiche impermeabilità tomaia lamina antiforo conduttività elettrica della suola isolamento da calore isolamento da freddo resistenza agli idrocarburi resistenza al calore per contatto 38/66
39 Protezione dell udito Gli otoprotettori devono essere scelti sulla base dei livelli di esposizione equivalente (Leq) presenti nell ambiente di lavoro 39/66
40 Protezione dell udito L otoprotettore deve quindi essere in grado di riportare la pressione sonora sull orecchio al di sotto del livello di azione (pari ai sensi del D.lgs. 277/91 a 85 db(a)) 40/66
41 Protezione dell udito La protezione dell udito non deve essere eccessiva (iperprotezione)ovvero si deve evitare di arrivare al livello pari a livello di azione - 15 db(a) Una eccessiva protezione comporta un isolamento dell operatore La protezione ottimale è quella che garantisce all operatore di essere esposto tra 75 e 80 db(a) 41/66
42 Protezione dell udito La scelta degli otoprotettori deve tenere conto principalmente del SNR = Riduzione Semplificata del Rumore L attenuazione del rumore viene indicata dal produttore di otoprotettori con un valore medio La scelta finale deve tenere conto anche della frequenza del rumore 42/66
43 Protezione dell udito protettori auricolari da introdurre nel condotto uditivo in modo da otturarlo quasi completamente, come ovatta o lanapiuma protettiva e tamponi o tappi auricolari; protettori auricolari che coprono l intero orecchio esterno, quali le cuffie antirumore, tipo leggero o pesante; protettori auricolari che coprono le orecchie e la testa, quali i caschi antirumore (per situazioni speciali). L ovatta protettiva, i tamponi auricolari e le cuffie antirumore possono essere impiegati in modo combinato. 43/66
44 Lanapiuma protettiva La lanapiuma può essere inserita in ogni condotto auricolare e non causa punti di pressione. La si può acquistare in strisce o in conetti preformati. I conetti di recente confezione sono involti in una sottile pellicola di plastica, per evitare che nell uso restino dei piccoli frammenti di lanapiuma nel condotto auricolare. La lanapiuma si usa una volta sola e si butta via. Esistono due pratiche soluzioni, a scelta, per la sua distribuzione al personale: il distributore automatico e l astuccio tascabile. La comune ovatta di cotone offre una scarsa attenuazione del rumore, così da renderla un mezzo scadente e quindi inadeguato per la protezione dell udito. 44/66
45 attenti al dpr 547/55 I lavoratori, qualora siano addetti a lavorazioni in cui esistono pericoli di ustioni, causticità, schiacciamenti ecc., devono essere provvisti di adatte calzature resistenti e adatte a proteggere i piedi. Queste calzature devono essere tali da potersi sfilare rapidamente (DPR 547/art. 384). I lavoratori esposti al pericolo della proiezione di schegge o di materiali friabili, roventi, caustici, corrosivi o comunque dannosi, devono essere muniti di occhiali, visiere o schermi appropriati (DPR 547/ art /66
46 caratteristiche degli indumenti e dei dispositivi di protezione individuale Alcuni dispositivi di protezione potendo diventare veicoli di contagio, debbono essere strettamente personali e non possono essere scambiati, prestati o riciclati tra gli operatori che li utilizzano (DPR 303/ art. 26). 46/66
47 Le tute dei lavoratori addetti alla raccolta e all allontanamento dei R.S.U. sono sicuramente ricettacolo di microrganismi di ogni tipo, come dimostrato dalle indagini effettuate, il cui carico microbico varia a seconda delle mansioni svolte dagli operatori. Si ritiene, pertanto, assolutamente necessario che tali indumenti debbano essere trattati, ai fini della pulizia e della disinfezione, presso lavanderie centralizzate e sicuramente non a livello domestico. Infatti, gli indumenti di lavoro possono costituire un pericolo infettivo per la famiglia; inoltre il lavaggio casalingo non comporta un adeguato abbassamento della carica microbica se eseguito con cicli di lavaggio a temperature non corrette, o per tempi non sufficienti. E stato, inoltre, constatato che gli stessi indumenti venivano frequentemente indossati anche durante il consumo dei pasti, con le possibili conseguenze che ciò poteva comportare sia a livello di igiene personale, sia a livello di igiene dell ambiente. E necessario, pertanto, che agli operatori vengano impartite precise disposizioni affinché il personale acceda alla mensa solo dopo essersi sottoposto a doccia e ad aver cambiato gli indumenti di lavoro. 47/66
48 Gli operatori sono forniti dei seguenti DPI: divisa aziendale (versione estiva e invernale) guanti di protezione antitaglio scarpe antinfortunistiche indumenti ad alta visibilità 48/66
49 Protezioni nei laboratori Occhiali protettivi, per proteggere gli occhi durante esperimenti nei quali vi sia pericolo di schizzi di materiale irritante o corrosivo (ad esempio acidi) o di particelle infiammate o incandescenti. In caso di incidenti come quelli citati gli occhi sono la parte più soggetta a subire danni anche gravi 49/66
50 Protezioni nei laboratori Mascherina antipolvere, da impiegare quando si manipolano polveri metalliche o composti irritanti, evita danni alle vie respiratorie. Attenzione: la mascherina antipolvere non è una maschera antigas! Non fornisce alcuna protezione contro gas o vapori tossici e/o irritanti, in caso si conducano esperimenti che possano produrre gas o vapori irritanti o tossici bisogna aver cura di agire in un ambiente ben ventilato oppure all'aperto. 50/66
51 CREME BARRIERA Le creme barriera sono speciali creme che, spalmate sulla mano, formano una sottile pellicola protettiva, che difende la cute dal contatto con sostanze aggressive. A seconda della loro composizione si hanno: creme idrorepellenti: possono usarsi in presenza di acqua e soluzioni acquose debolmente acide, basiche o saline; non si sciolgono in acqua, ma vengono dissolte dagli oli e dai grassi; creme oleoprottettive: possono usarsi in presenza di oli, grassi, ecc.; si sciolgono a contatto con acqua. Le creme barriera non possono essere usate genericamente in sostituzione dei guanti, specie per lavori pesanti e nel caso di contatto con soluzioni concentrate di sostanze aggressive. 51/66
52 significato dell'espressione "segnaletica" Mentre in passato con il termine "segnaletica" venivano compresi solamente i segnali grafici (cartelli segnaletici e contrassegni), attualmente, secondo le norme in vigore, tale termine include tutte le forme di trasmissione di un messaggio con mezzi anche ottici, acustici, gestuali, nonché la stessa comunicazione verbale. 52/66
53 SCOPI DELLA SEGNALETICA Vietare comportamenti pericolosi avvertire di rischi o pericoli fornire indicazioni per la sicurezza o il soccorso prescrivere comportamenti sicuri indicare ulteriori elementi di prevenzione 53/66
54 SEGNALI - Segnale di DIVIETO avente la funzione di vietare un comportamento che potrebbe far correre o causare un pericolo - Segnale di AVVERTIMENTO il cui scopo risulta essere quello di avvertire circa l'esistenza di un rischio o pericolo - Segnale di PRESCRIZIONE il cui compito è quello di prescrivere un determinato comportamento - Segnale di SALVATAGGIO O DI SOCCORSO utile a fornire indicazioni relative alle uscite di sicurezza o ai mezzi di soccorso o di salvataggio Segnale di INFORMAZIONE recante indicazioni diverse. 54/66
55 SEGNALE LUMINOSO -Il segnale luminoso può essere illuminato dall'interno o dal retro e ha caratteristiche di forma, colori e pittogrammi simili a quello dei cartelli semplici. La luce emessa da un segnale deve produrre un contrasto luminoso adeguato al suo ambiente, senza provocare abbagliamento per intensità o cattiva visibilità per intensità insufficiente. La superficie luminosa che emette il segnale può essere di colore uniforme o recare un simbolo su sfondo determinato. Un segnale luminoso intermittente sarà impiegato per indicare, rispetto a quello continuo, un livello più elevato di pericolo o una maggiore urgenza dell intervento o dell azione richiesta o imposta. 55/66
56 SEGNALE ACUSTICO Il segnale acustico viene emesso e diffuso da un apposito dispositivo senza impiego di voce umana o di sintesi vocale. Il segnale acustico deve avere un livello sonoro nettamente superiore al rumore di fondo, in modo da essere udibile, senza tuttavia essere eccessivo o doloroso; deve essere facilmente riconoscibile in rapporto alla durata degli impulsi e alla separazione fra impulsi e serie di impulsi, e distinguersi nettamente, da una parte, da un altro segnale acustico e, dall altra, dai rumori di fondo. Nei casi in cui un dispositivo può emettere un segnale acustico con frequenza costante e variabile, la frequenza variabile andrà impiegata per segnalare, in rapporto alla frequenza costante, un livello più elevato di pericolo o una maggiore urgenza dell intervento o dell azione sollecitata o prescritta. Il suono di un segnale acustico di sgombero deve essere continuo. 56/66
57 I COLORI DELLA SICUREZZA 57/66
58 LE FORME DELLA SICUREZZA FORMA ROTONDA PER IL DIVIETO TRIANGOLARE PER AVVERTIMENTO ROTONDA PER PRESCRIZIONE RETTANGOLARE O QUADRATA PER SALVATAGGIO SOCCORSO ANTINCENDIO 58/66
59 SEGNALI DI DIVIETO DIVIETO DI FUMO DIVIETO DI SPEGNERE CON ACQUA DIVIETO DI INGRESSO - ALT 59/66
60 SEGNALI DI DIVIETO ACQUA NON POTABILE DIVIETO DI TRANSITO DIVIETO DI USARE FIAMME LIBERE 60/66
61 SEGNALI DI AVVERTIMENTO SOSTANZE CORROSIVE MATERIALE INFIAMMABILE PERICOLO GENERICO 61/66
62 SEGNALI DI PRESCRIZIONE OBBLIGO DI OCCHIALI PROTETTIVI OBBLIGO DI GUANTI PROTETTIVI OBBLIGO DI CALZATURE PROTETTIVE 62/66
63 SEGNALI DI SALVATAGGIO SCALA DI SICUREZZA USCITA DI SICUREZZA PERCORSO DI EMERGENZA 63/66
64 SEGNALI DI SOCCORSO PRONTO SOCCORSO DOCCIA DI SICUREZZA DOCCIA LAVAOCCHI 64/66
65 SEGNALI DI ANTINCENDIO IDRANTE ESTINTORE LANCIA ANTINCENDIO 65/66
66 66/66
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