بسم هللا الرحمن الرحيم In Nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso

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1 بسم هللا الرحمن الرحيم In Nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso *** Ansār al-khilāfah per le Produzioni Mediatiche Presenta Un Articolo INTITOLATO La Guerra Mediatica Contro lo Stato Islamico TECNICHE DI MANIPOLAZIONE DELL'INFORMAZIONE E DELLE COSCIENZE *** Introduzione Lo scontro gigantesco che coinvolge la nostra gente non è che la lotta del popolo credente, incline alla verità, contro il popolo miscredente, incline alla menzogna. Ciò si ripercuote simultaneamente sia sul campo militare che su quello mediatico. Benché il primo generi morti, feriti e distruzione, è altrettanto vero che il secondo provochi molte più vittime, ciascuna delle quali tuttavia ignara di esserlo. In tempo di guerra, le integrazioni che vengono adoperate nella propaganda si prefiggono tre scopi ben delineati: dissimulare piani ed intendimenti, personalizzare e demonizzare il nemico, giustificare la propria aggressione nei suoi confronti. In questa guerra, militare e culturale al tempo stesso, armi, carri ed aerei non rappresentano le uniche minacce poiché la propaganda in sé ha una valenza altresì imponente, strumento di controllo e di sottomissione delle masse ormai sostituita all'informazione stessa, strumento coercitivo in mano al potere politico e alle agenzie di intelligence che scongiurano categoricamente l'idea che la Shari'a (il complesso di norme religiose, giuridiche e sociali direttamente fondate sulla dottrina del Corano e della Sunna) possa un giorno essere applicata sulla Terra. Nello sforzo di plasmare sia l'opinione pubblica interna che quella internazionale, la macchina della propaganda pone in essere una guerra psicologica che inventa, distorce e falsifica il giudizio allo scopo di fuorviare le decisioni politico-militari di terzi, con l'intento di rendere quell'obiettivo, un nemico di tutti. Questi gruppi ed organizzazioni altro non desiderano che sviare il popolo musulmano per allontanarlo dai mujahidin. Per costoro è veramente cosa inaudita che l'islam ancora esista, perché esso rappresenta una irrisione documentata ai loro sporchi ideali. Costoro, alieni dal considerare che mai e poi mai il nostro popolo

2 cederà alle loro lusinghe, cercano di mistificarlo, per dargli dei bisogni immaginari e dei diritti illusori. Le tecniche mediatiche mediante le quali le fazioni miscredenti disinformano prima e terrorizzano poi le masse con l'intento di fuorviarle si basano su tre principi: 1) MANIPOLAZIONE MEDIATICA 2) PROPAGANDA 3) GUERRA PSICOLOGICA Disinformazione La disinformazione altro non è che un'azione collettiva di ideazione volta a realizzare e a diffondere un messaggio falsificato, accuratamente mascherato affinché presenti sembianze di autenticità, allo scopo di ingannare le masse riceventi per poi trarne benefico. Essa è denominata nel Corano at-tahrif. Dice Allah: أ ف ت ط م ع ون أ ن ي ؤ م ن وا ل ك م و ق د ك ان ف ر يق م ن ه م ي س م ع ون ك ل م ه هللا ث هم ي ح ر ف ون ه م ن ب ع د م ا ع ق ل وه و ه م ي ع ل م و ن Sperate forse che divengano credenti per il vostro piacere, quando c'è un gruppo dei loro che ha ascoltato la Parola di Allah per poi corromperla scientemente dopo averla compresa? [Surat ul- Baqara:75] Allah ci ha messo in guardia dal potenziale pericolo rappresentato da quelle fazioni nemiche intente a falsificare la realtà dei fatti per poi presentarla come veritiera. Non è dunque una strategia mediatica appena maturata quella in corso contro i nostri comandanti musulmani, i nostri mujahidin ed i nostri Ulam ā [(singolare `Ālim), i dotti musulmani di scienze religiose] che vedono distorti i propri testi e le proprie dichiarazioni una volta diffusi dai media appartenenti alla fazione miscredente. Censura E' una tecnica efficacissima quella di ignorare o celare un'informazione rendendola inaccessibile al popolo o difficilmente consultabile. Davanti ai crimini di guerra, agli effetti collaterali e alle responsabilità della coalizione, quale miglior strategia di quella volta a negare l'evidenza? Davanti all'amara constatazione dell'inarrestabile avanzata del nemico rappresentato dai mujahidin, quale miglior strategia di quella volta ad ignorare l'esclusiva. La censura di massa attuata sulla piattaforma twitter per contrastare la diffusione di notizie appena giunte dal campo di battaglia, ne è l'esempio più evidente. Danneggiamento della reputazione dei mujahidin Laddove riportano o son costretti per forze maggiori a riportare notizie provenienti dagli stessi mujahidin, danno sempre l'impressione che non vi sia certezza circa l'autenticità della fonte. Quando li citano, per renderli ancora meno credibili, non si risparmiano di affibbiar loro i soliti aggettivi, avverbi o termini tra i quali, cosiddetti, sedicenti, apparentemente, come son soliti fare quando, riferendosi al Portavoce dello Stato Islamico, lo definiscono il sedicente portavoce al-adnani. Adottano questa strategia per screditare il valore dell'avversario, per trasmettere agli ascoltatori l'idea che quel tizio potrebbe pure non esistere o, qualora esistesse, non meriterebbe alcun riconoscimento. I media occidentali preferiscono diffondere notizie confuse, mezze verità o bufale come quelle relative akobanê.

3 Esaltazione della superiorità dell'occidente Allo stesso tempo, cercano di dare l'impressione di essere invincibili, dotati di capacità inimmaginabili. Ribadiscono che la tecnologia è dalla loro parte e che la sua costante evoluzione non può far altro che spingerli a sviluppare armi di nuova generazione in grado di spazzar via qualunque ostacolo si frapponesse al loro cammino, dai soldati alle montagne. Così facendo, vorrebbero incutere paura ai loro avversari. Avrete notato che i nomi in codice ufficialmente utilizzati dal loro governo per designare le operazioni militari sono sostanzialmente altisonanti ( Operation Eagle e così via). Dichiarano pubblicamente di apprestarsi a ricorrere alla forza letale e alle armi pesanti per incutere timore e provocare il nemico, in modo che questi anticipi le sue mosse permettendo alle loro agenzie di intelligence di raccogliere il maggior numero di informazioni possibili che si potranno rivelare poi utili. Telefono senza fili Talvolta impiegano termini specifici o forniscono informazioni clamorose, come ad esempio la morte di Abu Bakr al-baghdadi hafidhahullah - per il solo gusto di smuovere la curiosità della gente. In questo modo la notizia completamente infondata trova sostegno tra i curiosi e si propaga da una parte all'altra del mondo. Riproposizione delle stesse notizie Un'altra abitudine è quella di riproporre incessantemente una notizia completamente infondata, coltivandola giornalmente sulla base di dichiarazioni mendaci o di documentazioni fuorvianti, facendo sì che gli ascoltatori passivi la prendano per buona. Satira Calunniano i mujahidin, li soprannominano, ne sminuiscono gli obiettivi, i loro sforzi e le loro richieste, cercando di metterli in imbarazzo distorcendo lati del loro carattere, delle loro credenze e dei loro appelli. Demonizzazione del nemico Non è raro che il nemico, dopo essere stato egli stesso artefice di atti efferati di violenza contro donne e bambini, ne attribuisca la responsabilità ai mujahidin, consapevole della scarsa reputazione che la gente ha di loro. In questo modo giustificano la loro presa di posizione perché moralmente la questione lo impone e pertanto si aspettano dalle altre nazioni civilizzate appoggio e considerazione. Anche il più stolto è a conoscenza del fatto che nell'islam è vietata, nella maniera più assoluta, la persecuzione e l'uccisione deliberata di donne (non combattenti, sia ben chiaro) e bambini, pertanto come i mujahidin potrebbero mai ignorare questa ferrea regola islamica, quando invero rappresentano i musulmani più devoti e saggi? Promozione degli ipocriti Diffondono consapevolmente notizie e dichiarazioni di gruppi ed organizzazioni che per colore, lingua e religione potrebbero essere scambiati per mujahidin, ma in realtà altro non sono che agenti del governo. Impiegano coloro che appoggiano le loro linee politiche e che nutrono rancore nei confronti dei mujahidin, elevandoli agli occhi della gente, riconoscendoli e promuovendoli a leader della Umma. In tal modo, cercano di dimostrare al mondo che la maggior parte dei musulmani in realtà non si riconosce nelle azioni dei mujahidin e che essi non rappresentano nient'altro che una misera minoranza della comunità. Permettono a tali gruppi ed organizzazioni di scrivere e diffondere falsità in nome della libertà di stampa, ma in realtà il loro unico obiettivo è quello di rafforzare la loro credibilità agli occhi delle masse con la speranza che esse finiscano per giudicarli al più presto neutrali, indipendenti e, quindi, credibili.

4 Tecnica del poliziotto buono poliziotto cattivo Influenzano l'opinione pubblica adottando questa tecnica solitamente utilizzata negli interrogatori. Si pongono sistematicamente in maniera aggressiva con commenti sprezzanti, mettendo in atto giochetti ben pianificati, suscitando generalmente un senso di antipatia per poi intervenire pretendendo di difendere il vero Islam da quell'ala che ne sfrutterebbe la sola immagine per giustificare la propria indole criminale. Ne è l'esempio la seguente affermazione: L'Islam non è pur nulla barbarico né violento. Il fatto è che questi mujahidin hanno distorto l'immagine dell'islam che è di natura una religione pacifica, che rigetta la violenza ed il Jihad - [Abu Kerry al-amriki...] Guerra psicologica Affinché l'arma psicologica possa annichilire la loro resistenza, che è una capacità dei mujahidin non indifferente e assai temuta, si adoperano per far mancare loro la fiducia dei musulmani e dei loro sostenitori, convincendoli che stanno solamente perdendo tempo, facendoli apparire incapaci ed incompetenti. Cercano così facendo di emarginarli dai loro fratelli. A vincere è l'islam La guerra che hanno avviato è una guerra contro l'islam e ciascun essere musulmano che vorrebbe vivere la sua vita come tale. Questa è la ragione per la quale ci hanno dichiarato guerra ovunque noi siamo, affrontandoci convinti di poter prevalere su ognuno di noi. Al contrario, con l'aiuto di Allah, ad essere sconfitti ed annientati saranno proprio loro. Ebbene sì, lasceranno le terre musulmane ma non con la pace o con soddisfazione: le lasceranno privi di sicurezza e con la dipartita di tanti che, insieme a loro, avrebbero voluto diversamente. Non è un segreto che i mujahidin, quanto ad incutere terrore nei cuori delle armate miscredenti e nelle terre di provenienza verso cui queste avrebbero desiderato far ritorno, siano dei fuoriclasse. Allah dice: و م ا أ ن ت م ب م ع ج ز ين ف ي ا ل ر ض و ل ف ي ال هسم اء و م ا ل ك م م ن د ون ه هللا م ن و ل ي و ل ن ص ير Non potrete sminuire la Sua potenza, né sulla terra né in cielo; all'infuori di Allah, non c'è per voi né padrone né difensore. [Surat ul-'ankabut:22] Non troveranno riparo sulla terra che possa proteggerli dai loro crimini. Non ci saranno carri né aerei che possano proteggerli dal castigo di Allah nell'alto dei cieli. Nell'attesa, si accontentino di nascondere i propri fallimenti dietro una propaganda mediatica discriminatoria. Attribuzione delle vittorie ad altre cause Non c'è una volta che, colpiti da un attentato o dinanzi a sconfitte prettamente militari, non ne attribuiscano le cause a fattori esterni che non siano i diretti interessati, i valorosi mujahidin. Pur di non ammetterlo, sono capaci di attribuire la responsabilità dei loro fallimenti, la distruzione di veicoli militari o la caduta dei loro aerei, a condizioni atmosferiche avverse, a guasti tecnici o a taluni gruppi di ignara esistenza, ad organizzazioni di stampo anarchico o a regimi fantocci, talvolta definendo le esemplari azioni dei nostri soldati, semplici atti di terrorismo interno. Per loro disgrazia, la realtà è un'altra. L'esistenza stessa dei Governatorati dello Stato Islamico in Egitto, in Libia, in Nigeria, nello Yemen e nel Khorasan rappresentano una vittoria immensa nei confronti dell'intero Occidente. Pertanto è nostro dovere

5 sostenerli È giunto il momento di renderci davvero conto che i nostri fratelli necessitano del nostro sostegno e che questo non è da tradursi necessariamente in donazioni di denaro o approvvigionamento. Piuttosto, dovremmo prestare attenzione a ciò che scriviamo, ciò che affermiamo, ciò che diciamo, se dalla loro parte ci schieriamo, se per loro preghiamo, se cerchiamo di far luce sulle inesattezze e sulle calunnie emanate nei loro confronti. Anche questo è sostegno والحمد هلل رب العالمين