Asfissia da sostanze chimiche: un rischio drammaticamente attuale
|
|
- Michelangelo Scognamiglio
- 5 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 Asfissia da sostanze chimiche: un rischio drammaticamente attuale I gas asfissianti in ambienti confinati mietono ancora numerose vittime: la rapidità di azione e l irreversibilità degli effetti già dopo brevi durate di esposizione rendono questo rischio estremamente grave. Una sola disattenzione o carenza procedurale può condurre a esiti drammatici, come nel recente caso avvenuto a Milano. di Giuseppina Paolantonio per Wolters Kluwer Italia Centralità della VdR Il recente incidente in un azienda di laminati di Milano mostra ancora una volta come il rischio da asfissianti in un ambiente confinato sia poco conosciuto e male, se non per nulla, gestito. In generale il rischio chimico risulta, rispetto ad altri rischi, in qualche modo più occulto e difficile da affrontare. Molte sostanze chimiche non hanno odore o colore oppure, quando queste proprietà si presentano, ciò accade a concentrazioni già troppo elevate per la salubrità dell ambiente. Un concetto di base sembra sempre sfuggire: le sostanze chimiche hanno un comportamento specifico, proprio, e tutte sono, quali più, quali meno, reattive. In quanto tali, si trasformano in altri prodotti a seconda dell affinità che la specifica molecola presenta con le condizioni del contesto: luce, calore, presenza di umidità, altre specie chimiche. In questo modo possono generare specie diverse da quelle originarie e dotate di specifiche caratteristiche di pericolosità che devono essere individuate e valutate prima dello svolgimento di un lavoro. Gli stessi materiali che compongono un manufatto una cisterna, nel caso di molti incidenti possono non essere inerti ed immutabili, contribuendo alla generazione di sostanze pericolose: essi sono infatti a loro volta composti da molecole, pur in un insieme reso maggiormente stabile dalle lavorazioni a cui il manufatto è stato sottoposto prima della sua commercializzazione (rispondenza a norme tecniche di prodotto). Particolarmente rilevanti negli ambienti confinati le fermentazioni ad opera di agenti biologici, con la conseguente degradazione di carbonio, azoto e zolfo: a seconda delle condizioni (aerobiche, anaerobiche o miste) possono essere sviluppati ammoniaca, metano ed idrogeno solfuro oppure ossidi di azoto e di zolfo, ossidi di carbonio. In una data situazione può dunque essere difficile prevedere a priori con esattezza le dinamiche che possono condurre ad arricchire l atmosfera di determinati composti chimici piuttosto che di altri; ma sicuramente si tratta di un rischio la cui pertinenza è sempre da verificare in ambiente parzialmente o completamente confinato, secondo le previsioni dell art. 66 D.Lgs. n 81/2008 e del D.P.R. n. 177/
2 Tabella 1 Lavorazioni e situazioni a rischio per la presenza di gas asfissianti Tipo di ambiente Cisterne, serbatoi, autoclavi Gallerie, fosse, cunicoli sotterranei Serbatoi metallici inutilizzati e chiusi Serbatoi, celle di conservazione, ambienti contigui chiusi Fosse, vasche, ecc. Per lo stoccaggio di materie organiche Fognature, canalizzazioni, pozzi, vasche Serre Asfissianti semplici Esempio di lavorazione o situazione a rischio Svuotamento e lavaggio con azoto (gas inerte, asfissiante semplice) con potenziale presenza residua Produzione di anidride carbonica per reazione tra le componenti del terreno e l umidità Diminuzione della concentrazione di ossigeno interno in seguito a reazioni di ossidazione (formazione di ruggine) Formazione di atmosfere ipo-ossigenate in seguito all accumulo di gas inerti in uso (azoto, argon, anidride carbonica) Fenomeni di fermentazione di materiale organico, rifiuti, derrate alimentari, con formazione di anidride carbonica ed altri gas asfissianti Attività di pulizia, controllo e manutenzione con accesso ad ambienti ove sia presumibile la fermentazione anaerobica di materiale organico con formazione di gas (metano, idrogeno solfuro, ammoniaca, mercaptani...) Utilizzo di anidride carbonica per incrementare la crescita del prodotto L asfissia detta semplice si verifica quando la percentuale di ossigeno nell aria scende al di sotto dei livelli necessari e in particolare sotto il 21%. In questo caso l asfissia subentra gradualmente, in modo correlato alla percentuale di ossigeno; tuttavia gli effetti della carenza di ossigeno sul sistema nervoso centrale iniziano già con piccole riduzioni della sua concentrazione. La situazione è notevolmente aggravata dal fatto che la persona che si trova nell atmosfera ipossigenata non ha la possibilità di percepire tale situazione: molti gas asfissianti semplici sono inodori e insapori e i primi effetti fisiologici dell ipossia non sono mai preoccupanti, anzi si verifica l induzione di una lieve ebrezza. La mancanza di ossigeno può causare vertigini, mal di testa o difficoltà di parola, ma non è possibile riconoscere tali sintomi come l inizio dell asfissia. Quando l ossigeno è ridotto in concentrazioni del 19% o inferiori, la situazione evolverà in maniera molto rapida ed i danni prodotti saranno irreversibili, se non letali, anche in seguito ad un intervento tempestivo. Tabella 2 - Effetti fisiologici della concentrazione di ossigeno Concentrazione di Effetti fisiologici ossigeno 18-21% Non ci sono sintomi riconoscibili da parte della persona colpita. 15%-18% Difficoltà nei movimenti, riduzione delle prestazioni fisiche e intellettuali senza che la persona colpita se ne renda conto % Disorientamento, stato torporoso e incapacità di valutazione; possibilità di svenire entro pochi minuti, senza preavviso. Rischio di morte se il tenore di ossigeno è minore dell 11%. 6%-10% Arresto cardiovascolare. Lo svenimento si verifica in breve tempo. La rianimazione è possibile se effettuata immediatamente. 0%-6% Svenimento immediato; danni cerebrali, anche se la vittima viene soccorsa tempestivamente. 2
3 Gli asfissianti semplici agiscono dunque indirettamente, ovvero per sottrazione di ossigeno: a seconda della densità del gas rispetto all aria, possono costituire zone a concentrazione elevata in cui l ossigeno si trova al di sotto delle concentrazioni tollerabili. Si tratta spesso di gas inerti (es. azoto, elio, argon, molti idrocarburi alifatici quali metano, etano, propano e butano, ecc.), privi di particolari proprietà tossicologiche ma trattandosi di gas o vapori hanno elevata capacità di diffusione in aria. Nel caso dell azoto, la densità è di poco inferiore a quella dell aria intera, di conseguenza la formazione di atmosfera ipossigenata avverrà all incirca all altezza della zona respiratoria delle persone immerse in tale atmosfera. Tuttavia va anche considerata la temperatura del gas, in quanto se originato da azoto criogenico è molto freddo e dunque tenderà a stratificare verso il basso (a maggior rischio, dunque, fosse e piani interrati). La conoscenza della possibile dinamica di movimento e stratificazione del gas in un ambiente occupato da persone anche in base al layout è come per tutti i rischi di natura chimica essenziale per comprendere chi, dove e quando è a rischio e come e dove intervenire. In un ambiente confinato o parzialmente confinato (senza ventilazione libera) la potenziale presenza di agenti asfissianti semplici assume rilevanza in alcune condizioni: la presenza voluta di atmosfere ipossigenate (particolari processi di lavoro; prevenzione o soppressione incendi); l utilizzo di gas inerti a fini di processo (sfiati e scarichi di apparecchiature; emissioni strutturali; guasti; errori nell utilizzo intenzionale); la formazione di composti con queste caratteristiche da reazioni chimiche accidentali. In qualsiasi incidente che influisca sulla quantità di ossigeno che arriva al cervello, la rapidità dell intervento di emergenza è critica: un adeguato trattamento medico somministrato tempestivamente può impedire il verificarsi di danni cerebrali irreversibili o la morte. Asfissianti chimici Gli asfissianti cosiddetti chimici agiscono invece per via propriamente tossicologica: ovvero, non essendo inerti, una volta inalati avviano una serie di reazioni all interno dell organismo che possono quindi condurre al mancato assorbimento di ossigeno dall aria da parte delle strutture o cellule preposte: alcuni esempi sono il monossido di carbonio, l ammoniaca, l idrogeno solfuro. In questo caso il rischio è direttamente correlato alla concentrazione aerodispersa di tali composti come per qualsiasi rischio di natura chimica e come tale andrà valutato, considerando le dinamiche di diffusione in aria degli agenti asfissianti e la loro pericolosità, spesso a livelli di concentrazione estremamente ridotti, e ricordando che ove pertinente dev essere considerato anche l assorbimento percutaneo. È infatti consigliato assumere che il rischio sia presente già a partire dal 10% del valore limite di esposizione professionale, per divenire elevato quando la concentrazione raggiunga e superi il 20%. 3
4 Analisi e gestione del rischio Un analisi di questo tipo di rischio non può prescindere dai seguenti passaggi: analisi dei materiali presenti nella zona di lavoro; analisi degli apporti dalle lavorazioni; individuazione dei composti di potenziale sviluppo e delle loro proprietà pericolose e chimicofisiche (specialmente la densità in aria); individuazione delle caratteristiche del contesto rispetto al comportamento degli asfissianti (es. lavori in fossa sotto la linea di terra). Gli interventi per la riduzione di questo importante livello di rischio sono a due livelli: preventivo: il rigoroso controllo preventivo e periodico dei parametri e degli elementi tecnologici e la messa a punto di rigorose istruzioni e procedure; protettivo: l organizzazione di un servizio di gestione dell emergenza e di appropriati mezzi tecnici per l intervento di salvataggio delle persone colpite. In tutti gli ambienti confinati a rischio, anche quando provvisti di impianto di aspirazione, risulta importante verificare le dinamiche di diffusione e accumulo in ambiente a seconda delle caratteristiche dei gas e del layout degli ambienti; occorre considerare il rischio particolare nell accesso e negli interventi manutentivi. Se la presenza di gas con proprietà asfissianti non può essere evitata, è certamente utile posizionare nelle aree che potrebbero essere interessate al fenomeno, e che magari risultassero in condizioni di ventilazione più critiche, dei sensori di concentrazione di ossigeno per i gas asfissianti semplici e di concentrazione per i gas asfissianti chimici che è presumibile possano generarsi, posizionati nei punti significativi delle zone a rischio (es. sotterranei, fosse, rientranze, corridoi ciechi). Laddove le concentrazioni possano risultare pericolose o estremamente variabili, è bene prevedere un impianto di ventilazione forzata progettato in base alle caratteristiche dei gas presenti (specificamente rispetto alla loro densità relativa e di conseguenza alla stratificazione in aria). In ogni caso l intervento diretto di personale in zone a rischio espositivo sarà oggetto di apposite procedure e corredato dall uso di DPI appropriati in particolare per la protezione delle vie respiratorie e di rilevatori portatili. La riduzione del rischio può dunque considerare le misure di prevenzione e protezione indicate in Tabella 3, considerando ove pertinente il differente meccanismo di azione degli asfissianti. 4
5 Tabella 3 Misure di prevenzione e protezione per la presenza di asfissianti Misure Riduzione della probabilità di evento lesivo Asfissianti semplici: riduzione delle concentrazioni aerodisperse Asfissianti chimici: riduzione delle concentrazioni aerodisperse Idoneità mansione Informazione formazione alla e Asfissianti semplici: eventuale fornitura di appropriati dpi Asfissianti chimici: eventuale fornitura di appropriati dpi Modalità sistema dei permessi di lavoro procedure di lavoro per operazioni normali e straordinarie (guasti, interventi di salvataggio, interventi di manutenzione); procedura di lock-out/tag-out procedure di controllo preventivo e periodico della strumentazione (anche di quella di verifica, es. Analizzatori di ossigeno) appropriata composizione e dotazione della squadra di lavoro specifica procedura di emergenza ed appropriata composizione e dotazione della squadra di primo soccorso interventi alla fonte (utilizzo di dispositivi di controllo continuo dei parametri di processo, es. flussostati, stelle filanti, indicatori; collaudi e verifiche preventive e periodiche dell idoneità tecnica di strumenti e apparecchiature;) verifica in continuo del buon funzionamento degli impianti (indicatori) ventilazione generale appropriata rispetto al lay-out degli ambienti (minima 6-10 ricambi/ora); considerare la densità dei gas per la corretta dinamica di diluizione sistema di rilevazione in continuo della % di ossigeno in ambiente e personale bonifica preliminare degli ambienti confinati interventi (inventario e controllo delle fonti di generazione; captazione alla fonte) ventilazione generale appropriata rispetto al lay-out degli ambienti (considerare la densità dei gas per la corretta dinamica di diluizione) e considerando gli ambienti contigui impianti di rilevazione e allarme bonifica preliminare degli ambienti confinati fondamentale da parte del medico competente l accertamento degli appropriati requisiti di idoneità fisica in funzione dei rischi specifici dell attività addestramento sulle procedure e istruzioni messe a punto verifiche periodiche individuali e di squadra (audit, simulazioni, colloqui, ecc.) messa a punto di specifiche istruzioni di lavoro, specie per le situazioni che possono comportare rischi non ordinari (es. Interventi di manutenzione) etichettatura dei contenitori, delle tubazioni, delle apparecchiature solo l autorespiratore a pressione positiva può garantire una protezione dagli effetti lesivi delle atmosfere ipossigenate in assenza di altri pericoli chimici, la protezione del corpo non è necessaria per la protezione respiratoria: per definire se sia possibile l uso di dispositivi filtranti considerare il valore della soglia olfattiva rispetto al valore limite di esposizione professionale, diversamente utilizzare se necessario sistemi indipendenti ad alimentazione esterna in assenza di altri pericoli chimici, la protezione del corpo non è necessaria 5
Ambienti Confinati. Lavori in ambienti Sospetti di Inquinamento o Confinati
Ambienti Confinati Lavori in ambienti Sospetti di Inquinamento o Confinati Normativa di riferimento: DLGS 81 / 2008 ( Testo Unico ) DPR 177 / 2011 ( Decreto Spazi Confinati) è un REGOLAMENTO recante norme
DettagliAddestramento all uso dei DPI: gli autorespiratori
Addestramento all uso dei DPI: gli autorespiratori Dopo aver preso in considerazione l addestramento relativo all uso degli otoprotettori, affrontiamo il tema dell impiego degli autorespiratori isolanti,
DettagliPericoli dei gas inerti
Gas inerti Il rapido rilascio di gas inerti può ridurre o eliminare la presenza di ossigeno nell ambiente in cui ha luogo. L aria che respiriamo contiene il 21% di ossigeno. Se questa percentuale decresce
DettagliUNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II SCUOLA POLITECNICA E DELLE SCIENZE DI BASE DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA CIVILE, EDILE E AMBIENTALE CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA PER L AMBIENTE E IL TERRITORIO
DettagliQUINDI, MEGLIO CONOSCERLI.
QUINDI, MEGLIO CONOSCERLI. CLASSIFICAZIONE DEI GAS Elio, Azoto, Aria, Idrogeno GPL, butano, Propano, CO2 Azoto liquido, Elio liquido Utilizzatore Acetilene PRINCIPALI PERICOLI DEI GAS LE BOMBOLE Le bombole
DettagliRischio Chimico. Definizioni
Rischio Chimico Definizioni a) agenti chimici: tutti gli elementi o composti chimici, sia da soli sia nei loro miscugli, allo stato naturale o ottenuti, utilizzati o smaltiti, compreso lo smaltimento come
DettagliValutazione del rischio AMBIENTI SOSPETTI DI INQUINAMENTO E / O SPAZI CONFINATI D.Lgs. 81/2008 e DPR 177/2011
Valutazione del rischio AMBIENTI SOSPETTI DI INQUINAMENTO E / O SPAZI CONFINATI D.Lgs. 81/2008 e DPR 177/2011 TAVOLO 81 IMOLA, 14 NOVEMBRE 2017 IL GRUPPO HERA 2 IL GRUPPO HERA 3 AMBIENTI SOSPETTI DI INQUINAMENTO
DettagliATMOSFERE SOTTOSSIGENATE
ATMOSFERE SOTTOSSIGENATE Raccomandazioni di sicurezza relative all impoverimento di ossigeno nell atmosfera circostante la zona di lavoro Raccomandazione di Sicurezza n. RS/01 Rev. 2 del 5/03/2001 Q:\Qsa\Raccomandazioni
Dettagli2 ottobre 2012 PROGRAMMA. Ambiente confinato Atmosfera pericolosa Personale addetto ai lavori
2 ottobre 2012 PROGRAMMA Ambiente confinato Atmosfera pericolosa Personale addetto ai lavori AMBIENTE CONFINATO Ogni luogo in cui, a causa della sua stessa natura, siano più probabili rischi connessi al
DettagliEstremamente pericolosi con contemporanea
Caratteristiche Spazio circoscritto Limitate aperture di accesso Ventilazione naturale sfavorevole - NIOSH - (The National Institutefor Occupational Safety and Health) - ISPESL Estremamente pericolosi
DettagliI lavori negli ambienti confinati o sospetti di
I lavori negli ambienti confinati o sospetti di inquinamento Ferrara 12 Ottobre 2017 Dott. Marco Maldotti SPSAL Azienda USL Ferrara Molfetta 2008 per le esalazioni di acido solfidrico muoiono cinque lavoratori,
DettagliSCHEDA DI SICUREZZA (EC 1907/2006) WEGA
Pagina: 1/5 1 Identificazione della sostanza e del produttore Identificazione del prodotto Nome commerciale Campo di applicazione Utilizzo Produttore Azienda Telefono per emergenze Informazioni in caso
DettagliADDESTRAMENTO APVR. Maschera pieno facciale EN 136
ADDESTRAMENTO APVR Maschera pieno facciale EN 136 MASCHERE ANTIGAS L'uso di maschere antigas a filtro è necessario per evitare l'inalazione di vapori, polveri e gas irritanti o nocivi durante gli incendi.
DettagliAGENTI CHIMICI PERICOLOSI
RISCHIO CHIMICO Il RISCHIO CHIMICO in ambiente di lavoro è riconducibile all insieme dei rischi per la Sicurezza e per la Salute, connessi con la presenza, nell ambito dello svolgimento delle lavorazioni,
DettagliSoggetto all'esplosione divisioni 1.1,1.2 e 1.3. Soggetto all'esplosione divisione 1.4. Soggetto all'esplosione divisione 1.5
Segnali di pericolo Soggetto all'esplosione divisioni 1.1,1.2 e 1.3 Soggetto all'esplosione divisione 1.4 Soggetto all'esplosione divisione 1.5 Pericolo di esplosione Gas non infiammabile e non tossico
DettagliA Modena La Sicurezza Sul Lavoro, In Pratica Progetto a sostegno delle aziende nell applicazione della normativa di sicurezza
A Modena La Sicurezza Sul Lavoro, In Pratica Progetto a sostegno delle aziende nell applicazione della normativa di sicurezza Workshop 6 Convegno Nazionale sulle attivitá negli Spazi Confinati: «Confined
DettagliL igiene del lavoro quale rilevante prevenzione nella pubblica amministrazione RISCHIO OZONO DA APPARECCHIATURE DI FOTORIPRODUZIONE
L igiene del lavoro quale rilevante prevenzione nella pubblica amministrazione RISCHIO OZONO DA APPARECCHIATURE DI FOTORIPRODUZIONE Renato Cabella ISPESL Dipartimento Igiene del Lavoro La qualità dell
DettagliMezzi di controllo degli insetti. Mezzi chimici Mezzi fisici Mezzi biologici Mezzi biotecnici
Mezzi di controllo degli insetti Mezzi chimici Mezzi biologici Mezzi biotecnici Polveri inerti: si tratta di polveri a base di farina fossile di diatomee o di zeoliti. presentano una granulometria ed una
DettagliVeronafiere ottobre Gli atti dei convegni e più di contenuti su
Veronafiere 19-20 ottobre 2016 Gli atti dei convegni e più di 7.000 contenuti su www.verticale.net Definizione Spazio Confinato Secondo l ISPESL: Un ambiente Confinato si definisce come uno spazio circoscritto,
DettagliAmbiente: eventuale presenza di agenti chimici e chimico fisici. Cunicolo fognario
Giornata di Studi La sicurezza nelle cave e nelle miniere. La storia, l attualità, il futuro. Bologna 24 marzo 2017 Esperienze di lavoro e gestione dell emergenza nei luoghi confinati Relatore: Ing. Ferdinando
DettagliLa pericolosità dell azoto e degli altri gas inerti utilizzati nella manutenzione degli impianti
La pericolosità dell azoto e degli altri gas inerti utilizzati nella manutenzione degli impianti 11 a Conferenza dei Responsabili di Stabilimento e dei Responsabili HSE Milano, 10 aprile 2018 D. Barone,
DettagliGestione sistemica di ambienti confinati e manutenzione negli impianti di trattamento dei rifiuti
ECOMOND 2016 - Rimini 10 novembre 2016 Ing. Paolo Fioretti Gestione sistemica di ambienti confinati e manutenzione negli impianti di trattamento dei rifiuti L approccio sistemico nella gestione Approccio
DettagliMichele Stellacci. Spazi confinati e DPI tra teoria e Pratica
Michele Stellacci CFA Si.Pre. AiFOS Spazi confinati e DPI tra teoria e Pratica Indice Definizione di Spazi confinati Nozioni di respirazione umana Potenziali rischi Misure e procedure di prevenzione e
DettagliLa scheda di sicurezza a supporto della scelta di interventi e DPI idonei
La scheda di sicurezza a supporto della scelta di interventi e DPI idonei La scheda dei dati di sicurezza dovrebbe costituire un importante strumento di prevenzione per il datore di lavoro; infatti, soprattutto
DettagliProgramma del Corso (revisione )
Programma del Corso (revisione 15.05.2015) Corso Formativo per supervisore nei lavori in ambienti sospetti di inquinamento o confinati modulo Durata Data svolgimento docente Prima giornata h=2 - definizione
DettagliDescrizione. Soggetto all'esplosione divisioni 1.1,1.2 e 1.3. Gas non infiammabile e non tossico (la bombola può essere di colore bianco)
Segnali di pericolo Soggetto all'esplosione divisioni 1.1,1.2 e 1.3 Soggetto all'esplosione divisione 1.4 Soggetto all'esplosione divisione 1.5 Pericolo di esplosione Gas non infiammabile e non tossico
DettagliREPERTORIO DELLE QUALIFICAZIONI PROFESSIONALI DELLA REGIONE CAMPANIA
REPERTORIO DELLE QUALIFICAZIONI PROFESSIONALI DELLA REGIONE CAMPANIA SETTORE ECONOMICO PROFESSIONALE 1 ESTRAZIONE GAS, PETROLIO, CARBONE, MINERALI E LAVORAZIONE PIETRE Processo Estrazione di gas e petrolio
DettagliAMBIENTI CONFINATI: un tema sempre attuale
AMBIENTI CONFINATI: un tema sempre attuale Le celle frigorifere ad atmosfera controllata Enrico Maria Ognibeni Direttore Servizio Sicurezza Impianti e Macchine - U.O.P.S.A.L. Azienda Provinciale per i
DettagliLe attività di manutenzione e la gestione del rischio
Le attività di manutenzione e la gestione del rischio La manutenzione è una funzione centrale nelle attività produttive per il processo nella sua totalità, in quanto preserva il valore del bene e permette
DettagliMISURE DI SICUREZZA UTILIZZO DI AZOTO LIQUIDO
MISURE DI SICUREZZA UTILIZZO DI AZOTO LIQUIDO Redazione: Verifica: Approvazione: Servizio Prevenzione e Protezione Ing. Stefano Del Do Tecnico della Prevenzione Francesca Pecorale Chiara Giorgi SOC Servizi
DettagliDOCUMENTO UNICO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI INTERFERENTI ALLEGATI
DOCUMENTO UNICO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI INTERFERENTI (Art. 26 comma 3 D.Lgs. 81/08 e s.m.i.) ALLEGATI Oggetto dell appalto: Gestione Palazzetto dello Sport Luglio 2018 Committente Lavori Comune di Marcon
DettagliA3.3. La valutazione dei rischi. CORSO DI FORMAZIONE RESPONSABILI E ADDETTI SPP EX D.Lgs. 195/03. MODULO A Unità didattica
Sistema di Riferimento Veneto per la Sicurezza nelle Scuole La valutazione dei rischi MODULO A Unità didattica A3.3 CORSO DI FORMAZIONE RESPONSABILI E ADDETTI SPP EX D.Lgs. 195/03 VALUTAZIONE DEL RISCHIO
DettagliCATALOGO CORSI Qualificato da Fondimpresa in data 17/05/2016 ASIA
CATALOGO CORSI 2016 Qualificato da Fondimpresa in data 17/05/2016 ARIS S.r.l. Ambiente Ricerca e Sviluppo - è la società di formazione del Gruppo Il Gruppo si occupa di: ASIA consulenza e formazione in
DettagliMEETING TECNICO COMELIT PROTEZIONE ATTIVA: Impianti di Rilevazione Gas
MEETING TECNICO COMELIT PROTEZIONE ATTIVA: Impianti di Rilevazione Gas Tipologia di Gas: Gas Infiammabili Gas Tossici/Irritanti Gas Asfissianti Composizione dell Aria: Diverse Tipologie di Gas di ogni
DettagliDirettiva Europea ATEX 99/92/CE
Direttiva Europea ATEX 99/92/CE Gas, vapori, nebbie infiammabili e polveri combustibili: il rischio di esplosione e la tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori 1 Direttiva Europea ATEX 99/92/CE
DettagliScheda di informazione sui rischi di incidenti rilevanti per i cittadini ed i lavoratori SEZIONE I
Scheda di informazione sui rischi di incidenti rilevanti per i cittadini ed i lavoratori SEZIONE I Nome della Società: Solvay Chimica Italia S.p.A. (ragione sociale) Stabilimento/Deposito di: Rosignano
DettagliATTRATTIVO PER BLATTE Revisione 3.0 del 20 Maggio 2015
SCHEDA DI DATI DI SICUREZZA ai sensi del regolamento 453/2010 Allegato II SEZIONE 1: IDENTIFICAZIONE DELLA MISCELA E DELLA SOCIETÀ 1.1 Identificatore del prodotto Nome commerciale: 1.2 Pertinenti usi identificati
DettagliLa sicurezza nei magazzini per la conservazione della frutta
Atmosfera controllata: Controllo simultaneo dei componenti dell aria: O 2; CO 2; N 2; C 2 H 4 Controllo della maturazione - Rallentamento attività metabolica Atmosfera modificata Ambienti sotto ossigenati
Dettagli-PROGRAMMA DEL CORSO- Metodologia in Aula
-PROGRAMMA DEL CORSO- Metodologia in Aula CORSO R.S.P.P. MODULO B5 -CHIMICO D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 art. 37 coordinato al D. Lgs. 3 agosto 2009, n. 106 Durata del corso Corso di 68 ore da svolgersi
DettagliSommario PARTE I - T.U. N. 81/2008
XI Presentazione... Profili Autori... V VII PARTE I - T.U. N. 81/2008 CAPITOLO 1 TITOLO I T.U. - PRINCIPI COMUNI CAPO I - DISPOSIZIONI GENERALI... 1 Il lavoratore... 6 Il datore di lavoro... 8 Il dirigente...
DettagliLinee di indirizzo per Ambienti confinati e/o sospetti di inquinamento Piscine, Cantieri, Apparecchi a Pressione
Modena, 23 Novembre 2016 Ing. Luciano Di Donato INAIL Linee di indirizzo per Ambienti confinati e/o sospetti Piscine Cantieri Apparecchi a pressione Esempi di situazioni a rischio - Piscine vuote - Vasche
DettagliCOMUNICAZIONE DEI RISCHI
COORDINAMENTO SICUREZZA APPALTI INTERNI/DUVRI (DOCUMENTO UNICO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI INTERFERENZIALI) DISPOSIZIONI E NOTE INFORMATIVE AI SENSI DELL ART. 26 D.LGS. 81 del 9 aprile 2008 e s.m.i. FONDAZIONE
DettagliREPERTORIO DELLE QUALIFICAZIONI PROFESSIONALI DELLA REGIONE CAMPANIA
REPERTORIO DELLE QUALIFICAZIONI PROFESSIONALI DELLA REGIONE CAMPANIA QUALIFICAZIONE PROFESSIONALE Denominazione qualificazione Addetto al lavaggio e alla bonifica di impianti, serbatoi e cisterne 2 Settore
DettagliDPI PER LA PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE
Convegno di studio e approfondimento DPI PER LA PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE Autorespiratori per gli spazi confinati e innovazioni Relatore: Barbara Ventura BRESCIA, venerdì 13 marzo 2015 dalle ore
DettagliReport mensile sulla qualita` dell aria
Report mensile sulla qualita` dell aria provincia: periodo di riferimento: 01/01/2019 - Stazioni di monitoraggio stazioni di monitoraggio 1 2 Flaminia 3 4 5 3 2 5 1 4 zone Appennino Pianura Est Figura
DettagliReport mensile sulla qualita dell aria
Report mensile sulla qualita dell aria provincia: periodo di riferimento: 01/11/2018 - Stazioni di monitoraggio stazioni di monitoraggio 1 2 Flaminia 3 4 5 3 2 5 1 4 zone Appennino Pianura Est Figura 1:
DettagliReport mensile sulla qualita dell aria
Report mensile sulla qualita dell aria provincia: periodo di riferimento: 01/05/2018 - Stazioni di monitoraggio stazioni di monitoraggio 1 2 3 Flaminia 4 5 2 3 5 1 4 zone Appennino Pianura Est Figura 1:
DettagliReport mensile sulla qualita dell aria
Sezione provinciale di Report mensile sulla qualita dell aria provincia: periodo di riferimento: 01/01/2017 - Stazioni di monitoraggio stazioni di monitoraggio 1 2 3 Flaminia 4 5 2 3 5 1 4 zone Appennino
DettagliINDICE 1 Metodologia di valutazione del rischio 2 Cenni di legislazione sull incenerimento 3 Cicli di trattamento n. 5 4 Rischi professionali
L INAIL per il sistema rifiuti : aspetti tecnici e sinergie Focus sugli inceneritori L opuscolo "La sicurezza per gli operatori degli impianti di termovalorizzazione e di incenerimento " B. Principe Rimini,
DettagliPREFETTURA di CUNEO Ufficio Territoriale del Governo. PIANO DI EMERGENZA ESTERNO (Art. 20 D. Lgs. 334/99 e s.m.i.)
PREFETTURA di CUNEO Ufficio Territoriale del Governo PIANO DI EMERGENZA ESTERNO (Art. 20 D. Lgs. 334/99 e s.m.i.) Stabilimento SOL S.p.A. Comune di Cuneo ALLEGATO 2 Descrizione dello stabilimento ed ipotesi
DettagliALLEGATO 11A: REQUISITI DI QUALITÀ DEL GAS
ALLEGATO 11A: REQUISITI DI QUALITÀ DEL GAS 11A.1 PARAMETRI DI QUALITÀ... 2 11A.1.1 Componenti del gas naturale utili per la determinazione del PCS... 2 11A.1.2 Parametri di controllo della qualità... 2
DettagliReport mensile sulla qualità dell aria
Report mensile sulla qualità dell aria provincia: periodo di riferimento: 01/12/2017 - pag.1 di 10 Stazioni di monitoraggio stazioni di monitoraggio 1 2 Marecchia 3 Flaminia 4 5 Verucchio 2 3 5 1 4 zone
DettagliReport mensile sulla qualità dell aria
Report mensile sulla qualità dell aria provincia: periodo di riferimento: 01/10/2017 - pag.1 di 10 Stazioni di monitoraggio stazioni di monitoraggio 1 2 Marecchia 3 Flaminia 4 5 Verucchio 2 3 5 1 4 zone
DettagliReport mensile sulla qualità dell aria
Report mensile sulla qualità dell aria provincia: periodo di riferimento: 01/05/2019 - pag.1 di 10 Stazioni di monitoraggio stazioni di monitoraggio 1 2 Flaminia 3 Marecchia 4 5 Verucchio 3 2 5 1 4 zone
DettagliL aggiornamento della valutazione del rischio da agenti chimici pericolosi per la sicurezza. Quali i ruoli del RSPP e del medico competente?
L aggiornamento della valutazione del rischio da agenti chimici pericolosi per la sicurezza. Quali i ruoli del RSPP e del medico competente? Maurizio PAOLI (Regione Toscana Coordinamento Tecnico delle
DettagliALLEGATO 11A SPECIFICA TECNICA SULLE CARATTERISTICHE CHIMICO-FISICHE E SULLA PRESENZA DI ALTRI COMPONENTI NEL GAS NATURALE
ALLEGATO 11A SPECIFICA TECNICA SULLE CARATTERISTICHE CHIMICO-FISICHE E SULLA PRESENZA DI ALTRI COMPONENTI NEL GAS NATURALE 11A.1 COMPONENTI DEL PCS... 162 11A.2 PARAMETRI DI CONTROLLO DELLA QUALITA...
DettagliALLEGATO 11A SPECIFICA TECNICA SULLE CARATTERISTICHE CHIMICO-FISICHE E SULLA PRESENZA DI ALTRI COMPONENTI NEL GAS NATURALE
ALLEGATO 11A SPECIFICA TECNICA SULLE CARATTERISTICHE CHIMICO-FISICHE E SULLA PRESENZA DI ALTRI COMPONENTI NEL GAS NATURALE 11A.1 COMPONENTI DEL PCS... 181 11A.2 PARAMETRI DI CONTROLLO DELLA QUALITA...
DettagliASSORBENTI SERIE OIL ONLY
ai sensi del Regolamento n. 1907/2006/CE e 453/2010/UE SEZIONE 1: Identificazione della sostanza o della miscela e della società/impresa 1.1: Identificazione del Prodotto ASSORBENTI SERIE OIL ONLY 1.2
DettagliSCHEDA DI SICUREZZA DEL PRODOTTO CONTENITORE PER ESCHE RODENTICIDE BETA
In conformità con Regolamento (CE) n.1907/2006, (CE) n.453/2010 e (CE) n.1272/2008. 1. IDENTIFICAZIONE DELLA SOSTANZA O DELLA MISCELA E DELLA SOCIETA /IMPRESA 1.1. Nome del prodotto: BETA. Codice del prodotto:
DettagliReport mensile sulla qualita dell aria
Report mensile sulla qualita dell aria provincia: periodo di riferimento: 01/09/2018 - Stazioni di monitoraggio 7 stazioni di monitoraggio 1 San Lazzaro 2 De Amicis 3 4 5 6 7 Via Chiarini 3 6 4 1 2 zone
DettagliReport mensile sulla qualita dell aria
Report mensile sulla qualita dell aria provincia: periodo di riferimento: 01/12/2017 - Stazioni di monitoraggio 3 7 6 stazioni di monitoraggio 1 San Lazzaro 2 De Amicis 3 4 5 6 7 Via Chiarini 4 1 2 5 zone
DettagliNo. documento : Data di revisione : Versione : 3.00 Sostituisce : Stato del docum. : Definitivo
3M ITALIA S.p.A. Via S. Bovio 3 - Loc. S. Felice 20090 Segrate - MI Tel. 0270351 Fax 0270352473 E-mail: tecnico_competente@mmm.com ========================================================================
DettagliSCHEDA DI SICUREZZA CLP-Y660A, CLP-Y660B
SAMSUNG ELECTRONICS ITALIA SPA pag. 1/2 Data emissione 16 agosto 2007 SCHEDA DI SICUREZZA [1. IDENTIFICAZIONE DEL PRODOTTO CHIMICO E DELLA SOCIETÀ] NOME DEL PRODOTTO: SOCIETÀ: CLP-Y660A, CLP-Y660B Samsung
DettagliSI INTENDE PER SC UNO SPAZIO
SPAZIO CONFINATO DEFINIZIONE di SC SI INTENDE PER SC UNO SPAZIO che: Sia sufficientemente largo e configurato in modo che un lavoratore possa entrarci e svolgere il lavoro assegnatogli; Non e stato progettato
DettagliPotenziamento della cultura della prevenzione. degli infortuni e della normativa vigente rispetto a stage, tirocini e alternanza nel mondo del lavoro.
Potenziamento della cultura della prevenzione degli infortuni e della normativa vigente rispetto a stage, tirocini e alternanza nel mondo del lavoro. UdA 3 Rischio incendio: la gestione delle emergenze
DettagliPotenziamento della cultura della prevenzione. degli infortuni e della normativa vigente rispetto a stage, tirocini e alternanza nel mondo del lavoro.
Potenziamento della cultura della prevenzione degli infortuni e della normativa vigente rispetto a stage, tirocini e alternanza nel mondo del lavoro. UdA 3 Rischio incendio: la gestione delle emergenze
DettagliData 22/03//06 pag. 1 di 5 SCHEDA DI SICUREZZA
SCHEDA DI SICUREZZA Data 22/03//06 pag. 1 di 5 1. IDENTIFICAZIONE DEL PRODOTTO E DELLA SOCIETA' 1.1 Nome commerciale: PC Cristallo st 83120 per Biotermosicuro atossico 1.2 Denominazione chimica: POLICARBONATO
DettagliUniversità degli Studi di Napoli Federico II
Università degli Studi di Napoli Federico II Scuola Politecnica e delle Scienze di Base Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale Corso di Laurea in INGEGNERIA PER L AMBIENTE ED IL TERRITORIO
DettagliFORMAZIONE PER ADDETTI AMBIENTI CONFINATI E/O SOSPETTI DI INQUINAMENTO
Lettera circolare n. 16 del 09/12/2016 FORMAZIONE PER ADDETTI AMBIENTI CONFINATI E/O SOSPETTI DI INQUINAMENTO Come già noto il regolamento per la sicurezza in ambienti confinati e/o sospetti d inquinamento,
DettagliLA NUOVA REVISIONE DELLO STANDARD ISO : Progettazione di nuovi IDGM e adeguamento delle realtà esistenti
LA NUOVA REVISIONE DELLO STANDARD ISO 7396-1: Progettazione di nuovi IDGM e adeguamento delle realtà esistenti Venerdì 6 Novembre 2015 RELATORE Daniele Megna Presidente AIIGM NOVITÀ RILEVANTI ISO/FDIS
DettagliSCHEDA DI SICUREZZA secondo la normativa 1907/2006/EC, articolo 31 LOTUS PROFESSIONAL FOAM SOAP CLASSIC
SCHEDA DI SICUREZZA secondo la normativa 1907/2006/EC, articolo 31 LOTUS PROFESSIONAL FOAM SOAP CLASSIC 470026-00 SEZIONE 1: Identificazione delle sostanze e dell azienda 1.1 Identificazione del prodotto
DettagliSCHEDA DI SICUREZZA. Conforme al Regolamento CE 1907/2006, come modificato dal Regolamento CE 453/2010
Pag.1 di 5 1. IDENTIFICAZIONE DEL PRODOTTO 1.1 Nome commerciale: POLISMUR 685 Componente B 1.2 Uso: Usi sconsigliati: Impermeabilizzante, idrorepellente ed incolore per i trattamenti di cortine in muratura
DettagliReport mensile sulla qualità dell aria
Report mensile sulla qualità dell aria provincia: periodo di riferimento: 01/02/2016 - Stazioni di monitoraggio nome Comune tipo tipo zona Franchini-Angeloni Cesena Fondo Urbana Parco Resistenza Forli
DettagliSPECIFICA TECNICA SULLE CARATTERISTICHE CHIMICO- FISICHE E SULLA PRESENZA DI ALTRI COMPONENTI NEL GAS NATURALE E NEL BIOMETANO
ALLEGATO 11/A SPECIFICA TECNICA SULLE CARATTERISTICHE CHIMICO- FISICHE E SULLA PRESENZA DI ALTRI COMPONENTI NEL GAS NATURALE E NEL BIOMETANO PARTE I GAS NATURALE 1 Scopo e campo di applicazione Scopo della
DettagliRelazione tecnica allegata al progetto per realizzazione ampliamento modifica:
ALLEGATO ALLA DOMANDA DI (rag.sociale) presentata allo Sportello Unico del Comune di Riservato all ufficio: Nr. protocollo Data protocollo Cod.Mod. VVFPI03D.rtf 01/2002 Spett.le Al Comando Provinciale
DettagliSCHEDA DI DATI DI SICUREZZA
SCHEDA DI DATI DI SICUREZZA 1. IDENTIFICAZIONE DELLA SOSTANZA/DEL PREPARATO E DELLA SOCIETÀ/DELL'IMPRESA NOME DEL PRODOTTO: PRODOTTONUMERO : 400385 BIOBRENE PLUS NOME DEL KIT: NUMERO DELLA PARTE DEL KIT:
DettagliCARATTERISTICHE DELL IDROGENO
Introduzione Perché la tecnologia dell idrogeno e delle celle a combustibile? L attuale sistema energetico e dei trasporti è basato principalmente sui combustibili di origine fossile e dunque non è sostenibile:
DettagliSCHEDA DI SICUREZZA DEL PRODOTTO VESPOKIL ATTRATTIVO PER VESPIDI
In conformità con Regolamento (CE) n.1907/2006, (CE) n.453/2010 e (CE) n.1272/2008. SEZIONE 1. IDENTIFICAZIONE DELLA SOSTANZA O DELLA MISCELA E DELLA SOCIETA /IMPRESA 1.1. Identificatore del prodotto:
DettagliProgramma Corso Base per il rilascio delle abilitazioni agli utilizzatori professionali
Programma Corso Base per il rilascio delle abilitazioni agli utilizzatori professionali Durata 20 posti disponibili max 18 Modulo 1 - La legislazione nazionale e comunitaria relativa ai prodotti fitosanitari
Dettagli3M ITALIA S.P.A. VIA SAN BOVIO 1/3 I-20090 SEGRATE MI ITALY
Pagina 1 3M ITALIA S.P.A. VIA SAN BOVIO 1/3 I-20090 SEGRATE MI ITALY ======================================================================== Scheda di dati di sicurezza ========================================================================
DettagliLA SICUREZZA E LA SALUTE SUL LAVORO cominciamo a SCUOLA RISCHI CANCEROGENI
LA SICUREZZA E LA SALUTE SUL LAVORO cominciamo a SCUOLA RISCHI CANCEROGENI protocollo d intesa 5 febbraio 2015 ASL Brescia ASL Vallecamonica Sebino - Direzione Territoriale del Lavoro Ufficio Scolastico
DettagliI RISCHI DEL SETTORE VINICOLO Quali e come rimediare
I RISCHI DEL SETTORE VINICOLO Quali e come rimediare INTRODUZIONE Nonostante la sua rilevanza economica e culturale sul territorio italiano, il reparto vinicolo rimane ancora oggi un settore poco analizzato
DettagliComburente Solitamente l ossigeno contenuto nell aria o nelle molecole (esplosivi)
termini Combustione Reazione chimica una sostanza combustibile con l ossigeno accompagnatada da sviluppo calore, fiamma, gas, fumo e luce. Inceno Combustione rapida e non controllata senza limitazioni
DettagliLavorazioni in ambienti confinati in ambito portuale. ambienti confinati. Percorso legislativo. Decreto del Presidente della
Ravenna, 15.03.2017 Lavorazioni in ambienti confinati in ambito portuale Giampiero Lucchi SPSAL Ravenna Azienda Unità Sanitaria Locale della Romagna Percorso legislativo 1955 DPR 547 (norme per la sicurezza
Dettaglión2.2 : Gas non infiammabile non tossico.
Pagina : 1 / 5 ón2.2 : Gas non infiammabile non tossico. 1 Identificazione della sostanza o della miscela e della società/impresa Nome commerciale : ALISOL 370/460/550/640/730/820/910 Scheda Nr : 211 Usi
Dettagli2.1. EMISSIONI ODORIGENE
Indice Indice... 1 1. PREMESSA... 2 2. MONITORAGGIO... 3 2.1. EMISSIONI ODORIGENE... 3 2.2. IMMISIONI SONORE NELL AMBIENTE ESTERNO... 5 2.3. MONITORAGGIO DELLE ACQUE DI FALDA... 7 Allegato 1: Punti di
DettagliApprofondimento tecnico sul Terminale di Ricezione (PRT), sulla salute e la sicurezza dei cittadini
Approfondimento tecnico sul Terminale di Ricezione (PRT), sulla salute e la sicurezza dei cittadini gennaio 2018 2 Premessa sul Terminale di ricezione (PRT) 1. La zona del terminale di ricezione occupa
DettagliReport mensile sulla qualita dell aria
Report mensile sulla qualita dell aria provincia: periodo di riferimento: 01/07/2016 - Stazioni di monitoraggio stazioni di monitoraggio 1 Porto San Vitale 1 zone Appennino Pianura Est Figura 1: Stazioni
DettagliOperazione: DOSAGGIO AUSILIARI
Scheda 3 Categoria: TINTORIA Operazione: DOSAGGIO AUSILIARI Scopo dell operazione Nel bagno di tintura dei materiali tessili, oltre ai coloranti organici in polvere, vengono impiegati altri prodotti chimici
DettagliMISURE DI PREVENZIONE Il controllo degli agenti di rischio in ambiente di lavoro si realizza dopo aver eseguito la valutazione dei rischi e si attua
MISURE DI PREVENZIONE Il controllo degli agenti di rischio in ambiente di lavoro si realizza dopo aver eseguito la valutazione dei rischi e si attua con misure sull ambiente e sui lavoratori: - Sull ambiente
DettagliIL MONITORAGGIO AMBIENTALE NEL PROCESSO AUTORIZZATIVO AGLI IMPIANTI DI INCENERIMENTO
IL MONITORAGGIO AMBIENTALE NEL PROCESSO AUTORIZZATIVO AGLI IMPIANTI DI INCENERIMENTO Eugenio Lanzi Regione Emilia Romagna Alfredo Pini APAT Gianna Sallese Arpa Emilia Romagna Rimini 30 giugno 2006 Schema
DettagliCamere di rifugio e salvataggio Dräger Camera di rifugio
Camere di rifugio e salvataggio Dräger Camera di rifugio Rifugio completo con disponibilità di aria respirabile sicura: Grazie al design modulare e al fatto che non dipende dall'allaccio alle utenze fisse,
DettagliS P I S A L. Rischi collegati all utilizzo di azoto nelle cantine
UNITA LOCALE SOCIO SANITARIA DELLA REGIONE VENETO Borgo Cavalli n. 42 31100 TREVISO Cod. Ente 050-109 Cod. Fisc. 03084880263 DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE S P I S A L SERVIZIO DI PREVENZIONE, IGIENE E SICUREZZA
DettagliPROVINCIA DI TREVISO
PROVINCIA DI TREVISO Settore Ecologia Ambiente Gestione del Territorio CARATTERIZZAZIONE DELLE EMISSIONI E DELL EFFICIENZA DEL SISTEMA DI CAPTAZIONE DI DISCARICHE (VERSIONE 1.0.1 GIUGNO 2001) Pagina 1
Dettagli1. IDENTIFICAZIONE DELLA SOSTANZA O DELLA MISCELA E DELLA SOCIETÀ/IMPRESA
SCHEDA DI DATI DI SICUREZZA Pagina 1 / 5 1. IDENTIFICAZIONE DELLA SOSTANZA O DELLA MISCELA E DELLA SOCIETÀ/IMPRESA 1.1 Identificatore del prodotto 1.1.1 Nome commerciale 1.1.2 Codice prodotto PELAPT08
DettagliINDICE. Premessa... 13
INDICE Premessa... 13 1. Il regolamento (UE) 305/2011 Prodotti da Costruzione... 17 1.1. Definizioni... 17 1.2. Il campo di applicazione e le esclusioni... 18 1.3. I requisiti di base delle opere (CPR)
DettagliBUONE PRASSI NELLA GESTIONE DEL RISCHIO E MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE. Ing. R. Comini ASL di Brescia
BUONE PRASSI NELLA GESTIONE DEL RISCHIO E MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE Ing. R. Comini ASL di Brescia ESPLOSIONI DA POLVERI per il 32% l industria del legno per il 20 % l industria agroalimentare
Dettagli