Relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

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1 Relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011 MAPPATURA ACUSTICA, MAPPATURA ACUSTICA STRATEGICA E PIANO D AZIONE PER LE STRADE DI COMPETENZA DELLA PROVINCIA DI FERRARA (D. Lgs. 194/05) Fase III Relazione finale per la Provincia di Ferrara Committenti: Direzione Ambiente e Difesa del Suolo e della Costa Servizio Risanamento Atmosferico, Acustico, Elettromagnetico Via della Fiera, Bologna Comune di Bologna Settore Ambiente e Verde Urbano Piazza Liber Paradisus, Bologna Il Responsabile Scientifico (Prof. Massimo Garai) Pagina n. 1 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

2 Sommario 1. Premessa Quadro normativo di riferimento Finalità del progetto Attività di progetto FASE I (già terminata) Organizzazione del gruppo di lavoro Ricognizione dei dati immediatamente disponibili Selezione del modello acustico Definizione dei formati da utilizzare per i dati di ingresso del modello acustico - Acquisizione dei dati di ingresso già disponibili FASE II (già terminata) Sottofase II-A (competenza Regione Emilia-Romagna) Messa a punto del programma di modellazione acustica e del sistema informatico dedicato Definizione delle procedure di conversione ed omogeneizzazione dei dati Sottofase II-B (competenza Regione Emilia-Romagna) Caricamento dei dati già disponibili nel modello acustico delle strade di competenza delle Province Individuazione dei dati mancanti e definizione delle azioni per procurarli Sottofase II-C (competenza Comune di Bologna) Caricamento dei dati già disponibili nel modello acustico dell agglomerato di Bologna Individuazione dei dati mancanti e definizione delle azioni per procurarli Sottofase II-D (competenza Regione Emilia-Romagna) Generazione delle mappe acustiche preliminari delle strade provinciali Sottofase II-E (competenza Comune di Bologna) Generazione delle mappe acustiche preliminari dell agglomerato di Bologna Sottofase II-F (competenza ARPA e Comune di Bologna) Acquisizione di stazioni di monitoraggio acustico mobili Sottofase II-G (competenza ARPA e Comune di Bologna) Esecuzione di misurazioni di taratura del modello acustico Sottofase II-H (competenza Regione Emilia-Romagna) Caricamento dei dati mancanti per le strade provinciali Affinamento del modello acustico delle strade provinciali Sottofase II-I (competenza Comune di Bologna) Caricamento dei dati mancanti per l agglomerato di Bologna Affinamento del modello acustico dell agglomerato di Bologna Sottofase II-L (competenza Regione Emilia-Romagna) Definizione dei contenuti delle mappe acustiche finali Definizione dei metodi per la determinazione della popolazione esposta Definizione dei metodi per la rappresentazione dei risultati Sottofase II-M (competenza Regione Emilia-Romagna) Reperimento dei dati relativi ad abitanti/edifici potenzialmente esposti alla rumorosità delle strade provinciali Sottofase II-N (competenza Comune di Bologna) Reperimento dei dati relativi ad abitanti/edifici potenzialmente esposti alla rumorosità per l agglomerato di Bologna Sottofase II-O (competenza Regione Emilia-Romagna) Generazione delle mappe acustiche finali per le strade provinciali Sottofase II-P (competenza Regione Emilia-Romagna e Comune di Bologna) Generazione delle mappe acustiche finali per l agglomerato di Bologna...16 Pagina n. 2 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

3 4.3. FASE III Sottofase III-A Individuazione delle regole tecniche per la formulazione dei piani d azione nonché per la loro armonizzazione con la legislazione esistente (competenza Regione Emilia-Romagna e Comune di Bologna) Messa a punto delle regole tecniche: Sottofase III-B Pianificazione strategica preliminare per le strade provinciali con più di di veicoli anno (competenza Regione Emilia-Romagna) Per ogni Provincia: affinamento del modello acustico risultante dalla fase II Per ogni Provincia: acquisizione degli indirizzi di pianificazione e delle azioni contro l inquinamento acustico già programmate Per ogni Provincia: ricognizione delle criticità e delle zone silenziose Per ogni Provincia: ricognizione delle soluzioni praticabili Sottofase III-C Pianificazione strategica preliminare per l agglomerato di Bologna (competenza Comune di Bologna) Affinamento del modello acustico risultante dalla fase II Acquisizione degli indirizzi di pianificazione e delle azioni contro l inquinamento acustico già programmate Ricognizione delle criticità e delle zone silenziose Ricognizione delle soluzioni praticabili Sottofase III-D Definizione dei piani d azione per le strade provinciali con più di di veicoli/anno (competenza Regione Emilia-Romagna) Valutazioni costi e benefici Selezione degli interventi per aree critiche e zone silenziose Definizione ed approvazione del piano d azione Sottofase III-E Definizione del piano d azione per il Comune di Bologna (competenza Comune di Bologna) Valutazioni costi e benefici Selezione degli interventi per aree critiche e zone silenziose Definizione ed approvazione del piano d azione Sottofase III-F Stesura di linee guida (competenza Regione Emilia-Romagna): Attività della fase I svolte Attività della fase II svolte Attività della fase III svolte Riunioni Sottofase III-A Sottofase III-B Sottofase III-C Sottofase III-D Sottofase III-E Sottofase III-F Sintesi della metodologia adottata Definizione dei contenuti della mappatura acustica Indicatori utilizzati per le mappe acustiche Tipologie di mappe acustiche Mappe di rumore Mappe di esposizione Mappe di conflitto L iter procedurale di mappatura acustica Acquisizione dati Criteri di individuazione delle aree da mappare Individuazione degli enti responsabili Periodo temporale di riferimento Formati informatici di riferimento per i dati di input Costruzione del modello digitale del terreno Tipo di copertura del suolo...40 Pagina n. 3 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

4 8.9. Edifici e popolazione residente Modelli di calcolo utilizzati per l elaborazione delle mappe acustiche Sorgenti stradali Sorgenti ferroviarie Sorgenti aeroportuali Sorgenti industriali Combinazione dei livelli sonori concorrenti alla rumorosità ambientale Influenza delle condizioni meteorologiche Calibrazione del modello con misurazioni di riferimento Valori delle impostazioni generali del programma Concorsualità di più sorgenti sonore Conversione di valori di altri descrittori acustici Conversione di valori limite di riferimento Individuazione di un indicatore di criticità globale Indicatore di criticità ECU den Presentazione dei risultati della mappatura acustica Piano d azione: tipologia Orizzonte temporale del piano d azione Articolazione per fasi del piano d azione Ricognizione delle criticità Determinazione dei livelli di rumore ai ricettori nell area oggetto di studio Individuazione dei conflitti esistenti (superamento dei limiti) Ricognizione degli indirizzi di pianificazione Selezione dell ambito di intervento Ricognizione delle soluzioni praticabili Criteri per la ricognizione delle soluzioni praticabili Interventi diretti sulla sorgente nel caso di infrastrutture stradali Interventi sulla propagazione (barriere) Interventi sul ricettore Interventi sulla distanza sorgente-ricettore Appendice A Sintesi delle elaborazioni e dei risultati relativi alle strade di competenza della Provincia di Ferrara Individuazione archi stradali interessati S.P. 2 Strada di Copparo - Individuazione arco stradale S.P. 2 Strada di Copparo - Descrizione fornita dalla Provincia di Ferrara S.P. 2 Strada di Copparo - Creazione del modello acustico S.P. 2 Strada di Copparo - Risultati della mappatura acustica Mappe acustiche in termini degli indicatori L den e L night Calcolo della popolazione esposta e delle facciate silenziose in termini degli indicatori L den e L night Mappe di conflitto in termini degli indicatori L den e L night Mappe dei valori di ECU den Mappe acustiche in termini degli indicatori L Aeq,di e L Aeq,notte S.P. 2 Strada di Copparo - Descrizione degli interventi considerati S.P. 2 Strada di Copparo - Risultati previsti del piano d azione Mappe acustiche in termini degli indicatori L den e L night Calcolo della popolazione esposta e delle facciate silenziose in termini degli indicatori L den e L night Mappe di conflitto in termini degli indicatori L den e L night Mappe dei valori di ECU den Mappe acustiche in termini degli indicatori L Aeq,di e L Aeq,notte S.P. 66 San Matteo della Decima - Individuazione arco stradale S.P. 66 San Matteo della Decima - Descrizione fornita dalla Provincia di Ferrara S.P. 66 San Matteo della Decima - Creazione del modello acustico S.P. 66 San Matteo della Decima - Risultati della mappatura acustica Pagina n. 4 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

5 Mappe acustiche in termini degli indicatori L den e L night Calcolo della popolazione esposta e delle facciate silenziose in termini degli indicatori L den e L night Mappe di conflitto in termini degli indicatori L den e L night Mappe dei valori di ECU den Mappe acustiche in termini degli indicatori L Aeq,di e L Aeq,notte S.P. 66 San Matteo della Decima - Descrizione degli interventi considerati S.P. 66 San Matteo della Decima - Risultati previsti del piano d azione Mappe acustiche in termini degli indicatori L den e L night Calcolo della popolazione esposta e delle facciate silenziose in termini degli indicatori L den e L night Mappe di conflitto in termini degli indicatori L den e L night Mappe dei valori di ECU den Mappe acustiche in termini degli indicatori L Aeq,di e L Aeq,notte S.P. 69 Virgiliana - Individuazione arco stradale S.P. 69 Virgiliana - Descrizione fornita dalla Provincia di Ferrara S.P. 69 Virgiliana - Creazione del modello acustico S.P. 69 Virgiliana - Risultati della mappatura acustica Mappe acustiche in termini degli indicatori L den e L night Calcolo della popolazione esposta e delle facciate silenziose in termini degli indicatori L den e L night Mappe di conflitto in termini degli indicatori L den e L night Mappe dei valori di ECU den Mappe acustiche in termini degli indicatori L Aeq,di e L Aeq,notte S.P. 69 Virgiliana - Descrizione degli interventi considerati S.P. 69 Virgiliana - Risultati previsti del piano d azione Mappe acustiche in termini degli indicatori L den e L night Calcolo della popolazione esposta e delle facciate silenziose in termini degli indicatori L den e L night Mappe di conflitto in termini degli indicatori L den e L night Mappe dei valori di ECU den Mappe acustiche in termini degli indicatori L Aeq,di e L Aeq,notte Appendice B Riferimenti bibliografici Pagina n. 5 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

6 1. Premessa La Regione Emilia-Romagna, Direzione Generale Ambiente e Difesa del Suolo e della Costa, il Comune di Bologna, Settore Ambiente e Verde Urbano, ed il Dipartimento di Ingegneria Energetica, Nucleare e del Controllo Ambientale (DIENCA) hanno concordato di collaborare per il progetto riguardante la definizione delle mappe acustiche e delle mappe acustiche strategiche richieste dal D. Lgs. 194/05. Il progetto complessivo ha durata poliennale e deve essere attuato in tre fasi successive, ciascuna delle quali è in sé autonoma e prevede prodotti specifici. Con contratto del 29 dicembre 2006 la Regione Emilia-Romagna ha conferito al DIENCA l incarico relativo alla fase I (vedere il seguente punto 4.1); tale fase è già stata espletata, come da relazione tecnica DIENCA prot. RER 2/2007 del 31 agosto Con contratto n prot. 802 DIENCA del 20 dicembre 2007 la Regione Emilia-Romagna ha conferito al DIENCA l incarico relativo alla fase II, sottofasi A, B, D, H (vedere il seguente punto 4.2); tale fase è già stata espletata, come da relazione tecnica DIENCA prot. RER-CBO 1/2009 del 30 giugno Con contratto rep. n Comune di Bologna del 12 marzo 2008 il Comune di Bologna ha conferito al DIENCA l incarico relativo alla fase II, sottofasi C, E, I (vedere il seguente punto 4.2); tale fase è già stata espletata, come da relazione tecnica DIENCA prot. RER-CBO 1/2009 del 30 giugno Con D.G.R. n del 28 Dicembre 2009 la Regione Emilia-Romagna ha approvato la convenzione tra Regione Emilia-Romagna e DIENCA per la realizzazione della fase III, sottofasi A, B, D, F (vedere il seguente punto 4.3); tale fase è in corso di ultimazione. Con contratto rep. n Comune di Bologna del 21 giugno 2010 il Comune di Bologna ha conferito al DIENCA l incarico relativo alla fase III, sottofasi A, C, E (vedere il seguente punto 4.3); tale fase è in corso di ultimazione. La presente relazione tecnica è sostanzialmente suddivisa in cinque parti: - introduzione generale (quadro normativo, finalità del progetto ed elenco delle attività di progetto concordate); - svolgimento delle attività di progetto, suddivise nelle varie fasi e sottofasi concordate; - sintesi della metodologia adottata; Pagina n. 6 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

7 - dettaglio delle elaborazioni compiute per gli archi stradali di competenza della Provincia di Forlì- Cesena con più di sei milioni di veicoli/anno (in una appendice dedicata); - riferimenti bibliografici (in una appendice dedicata). 2. Quadro normativo di riferimento Il quadro normativo nel cui ambito rientra l incarico è alquanto complesso, e viene riportato nel seguito in breve sintesi. La Legge 26 ottobre 1995 n. 447 Legge quadro sull inquinamento acustico stabilisce i principi fondamentali in materia di tutela dell ambiente dall inquinamento acustico. La legge regionale 9 maggio 2001, n. 15 Disposizioni in materia di inquinamento acustico stabilisce le modalità per la realizzazione della classificazione acustica del territorio e dei piani di risanamento acustico. La Direttiva 2002/49/CE relativa alla determinazione e gestione del rumore ambientale introduce nuove definizioni e nuovi descrittori acustici ai fini della prevenzione e riduzione degli effetti nocivi dell esposizione al rumore ambientale della popolazione. Il D. Lgs. 194/05, pubblicato in data 23 settembre 2005, recante Attuazione della direttiva 2002/49/CE relativa alla determinazione del rumore ambientale in seguito denominato decreto, prevede: 1. l elaborazione della mappatura acustica e delle mappe acustiche strategiche per determinare quale sia l esposizione del rumore ambientale; 2. l elaborazione e l adozione di piani d azione, per evitare e ridurre il rumore ambientale; 3. di assicurare l informazione e la partecipazione del pubblico in merito al rumore ambientale ed ai relativi effetti. In conformità a quanto previsto all art. 7 del citato D. Lgs. 194/05, la Regione Emilia-Romagna ha trasmesso al Ministero dell Ambiente la D.G.R. n. 591/2006, con la quale ha provveduto: - all individuazione degli agglomerati con più di abitanti; - ad acquisire le informazioni trasmesse dalle Province in merito agli archi stradali con più di sei milioni di veicoli/anno ed agli archi stradali con un numero di veicoli/anno superiore a 3 milioni ed inferiori a 6 milioni. Pagina n. 7 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

8 L agglomerato con popolazione superiore a abitanti è stato identificato in un unica area che inviluppa il territorio del Comune di Bologna, con popolazione superiore a abitanti, e quelle parti di territorio di Comuni e/o frazioni contermini che risultano edificate senza rilevante soluzione di continuità con il Comune capoluogo. Tra questi comuni sono stati individuati inizialmente quelli di Casalecchio di Reno, Zola Predosa, Calderara di Reno, Castel Maggiore, Pianoro, San Lazzaro di Savena; in seguito Zola Predosa e Pianoro sono stati esclusi dall agglomerato. L articolo 3 del citato decreto 194/05 stabilisce nei confronti delle Società e degli Enti gestori di servizi pubblici di trasporto e delle relative infrastrutture l obbligo di elaborare, entro il 30 giugno 2007, la mappatura acustica, nonché tutta una serie di informazioni per gli assi stradali con più di 6 milioni di veicoli/anno. Il medesimo articolo stabilisce per gli agglomerati con più di abitanti l obbligo di elaborare, entro il 30 giugno 2007, le mappe acustiche strategiche da parte dei Comuni interessati. L articolo 4 stabilisce che le autorità individuate dalla Regione per elaborare le mappe acustiche, sulla base dei risultati delle medesime, devono produrre, entro il 18 luglio 2008, i piani d azione corredati delle previste informazioni. La citata D.G.R. n. 591/06 ha stabilito che la mappa acustica strategica dovrà essere realizzata in forma coordinata con il comune capoluogo. Il Comune di Bologna ha già realizzato ed aggiorna periodicamente, con il supporto dell'agenzia Regionale Prevenzione e Ambiente dell'emilia-romagna (ARPA), la classificazione acustica del territorio, ai sensi del DM 1/03/1991 ed il relativo piano di risanamento. L ARPA, come sopra indicato, ha collaborato alla redazione della classificazione acustica del Comune di Bologna, ed ha inoltre supportato il Comune medesimo con consistenti campagne di monitoraggio acustico sia delle grandi infrastrutture di trasporto (autostrada, tangenziale, ferrovia ed aeroporto) sia di altre sorgenti fisse, presupposto indispensabile per la redazione del piano di risanamento acustico. 3. Finalità del progetto Per rispondere alle prescrizioni di legge occorre individuare e condividere un unica metodologia a livello regionale per: Pagina n. 8 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

9 - la realizzazione della mappatura acustica delle infrastrutture di pertinenza provinciale e della mappatura acustica strategica dell agglomerato di Bologna, - la conseguente predisposizione dei piani d azione, - le successive verifiche quinquennali sulla base dei requisiti minimi conformi al D. Lgs. 194/05. Ciò include l integrazione e l armonizzazione delle procedure già applicate in ottemperanza alla legislazione italiana precedente (L. 447/95 e decreti attuativi). Con la realizzazione di un progetto tecnicamente avanzato, oltre al conseguimento dell'obiettivo di ottemperare ai nuovi obblighi di legge introdotti dal D. Lgs. 194/05, si tende a produrre una serie di benefici a lungo termine, quali ad esempio: - fornire uno strumento che permetta di identificare il numero di abitanti esposti a rumore inaccettabile/indesiderato; - elaborare strategie che non incrementino i livelli di rumore accettabile; - proteggere e mantenere le zone silenziose esistenti (esplicitamente previste dal D. Lgs. 194/05); - aiutare politicamente l implementazione delle strategie di contenimento del rumore; - identificare obiettivi realistici di riduzione del rumore (in particolare per le infrastrutture di trasporto); - migliorare l utilizzo del territorio ed il piano dei trasporti durante il processo di pianificazione; - aiutare a stabilire l impatto del rumore dovuto alle infrastrutture dei trasporti esistenti sugli sviluppi proposti di edilizia residenziale; - minimizzare l impatto acustico delle aree di sviluppo urbano ed industriale; - consentire analisi costi/benefici dei nuovi scenari. 4. Attività di progetto Il progetto complessivo da svolgere si sostanzia nella elaborazione ai sensi del D. Lgs. 194/05: - delle mappe acustiche delle strade provinciali della Regione Emilia-Romagna con più di di veicoli/anno (circa 150 km di strade); Pagina n. 9 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

10 - delle mappe acustiche strategiche degli agglomerati con più di abitanti (l agglomerato di Bologna, pari a circa abitanti, è costituito oltre che dal comune medesimo dai seguenti comuni: Casalecchio di Reno, Calderara di Reno, Castel Maggiore, San Lazzaro di Savena); - dei piani d azione conseguenti ai risultati delle mappe acustiche precedenti. Il progetto complessivo ha durata poliennale e deve essere attuato in tre fasi successive, ciascuna delle quali è in sé autonoma e prevede prodotti specifici. Si ritiene inoltre opportuno pervenire ad una definizione tecnica ed operativa di come la zonizzazione acustica del territorio del Comune di Bologna, recentemente aggiornata, si debba interfacciare con tale mappatura in relazione agli aspetti tecnici e cartografici nonché procedurali, al fine di sintonizzare i due strumenti che devono essere tra loro coerenti pur in relazione alle diverse normative di riferimento e per i diversi obiettivi specifici. Si ritiene altrettanto opportuno, con analoghe motivazioni a quanto ora enunciato, interfacciare e chiarire i rapporti tra il piano d azione richiamato dalla normativa europea recepita e le varie tipologie di piani di risanamento previsti sulla base della normativa ex Legge quadro, vale a dire: - piano di risanamento acustico comunale (art. 7 Legge 447/95 e art. 5 della LR 15/01); - piano di risanamento acustico delle infrastrutture di trasporto (ex DM 29/11/00). Le attività di progetto possono convenientemente essere suddivise in fasi come segue, tenuto conto anche delle scadenze temporali imposte dal D. Lgs. 194/ FASE I (già terminata) 1. Organizzazione del gruppo di lavoro - definizione delle competenze; - attivazione del tavolo di coordinamento; - definizione dell interfaccia con gli altri enti gestori (autostrade, ferrovie, aeroporti) che devono comunicare dati per la formazione delle mappe acustiche strategiche. Pagina n. 10 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

11 2. Ricognizione dei dati immediatamente disponibili - dati cartografici rappresentativi del territorio, delle sorgenti, dei ricettori e loro formati; - dati (acustici e non) rappresentativi dell emissione sonora delle sorgenti (per esempio: flussi di traffico stradale); - dati rappresentativi dei ricettori (di destinazione d uso del territorio, demografici); - dati acustici provenienti da precedenti indagini. 3. Selezione del modello acustico - valutazione dello stato dell arte internazionale; - valutazione della conformità ai modelli di calcolo europei ed alla loro prevedibile evoluzione futura; - valutazione dell adeguatezza alla scala del progetto; - valutazione della eventuale necessità di personalizzazioni; - valutazione della capacità di interfaccia con la strumentazione di monitoraggio acustico. 4. Definizione dei formati da utilizzare per i dati di ingresso del modello acustico - Acquisizione dei dati di ingresso già disponibili - definizione dei formati e protocolli da utilizzare per i dati di ingresso del modello acustico; - acquisizione dei dati informatizzati relativi a cartografie, flussi di traffico, popolazione (censimento ISTAT) già disponibili presso i detentori dei medesimi (Comune di Bologna, ARPA, ecc.), in funzione della loro disponibilità; - definizione dei formati e protocolli da comunicare agli altri enti gestori (autostrade, ferrovie, aeroporti) che devono comunicare alla Regione Emilia-Romagna i dati per la formazione delle mappe acustiche strategiche. Pagina n. 11 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

12 4.2. FASE II (già terminata) Sottofase II-A (competenza Regione Emilia-Romagna) 5. Messa a punto del programma di modellazione acustica e del sistema informatico dedicato - messa a punto del sistema informatico (hardware); - messa a punto del programma di modellazione acustica (software); - training specifico del personale. 6. Definizione delle procedure di conversione ed omogeneizzazione dei dati - definizione dell accuratezza dei dati, in relazione alla sensibilità del modello acustico ed al rapporto costi/benefici (ad esempio: risoluzione della cartografia, livello di dettaglio dei flussi di traffico stradale); - definizione dei formati informatici di riferimento, in relazione anche agli standard dei sistemi informatici regionali e comunali ed agli input accettati dal modello acustico; - valutazione dell opportunità di riutilizzare dati acustici precedenti ed eventuale definizione delle procedure di conversione (in connessione con i lavori UNI sull argomento); - definizione della soglia di variazione oltre la quale si deve procedere all aggiornamento prima della scadenza quinquennale Sottofase II-B (competenza Regione Emilia-Romagna) 7. Caricamento dei dati già disponibili nel modello acustico delle strade di competenza delle Province - immissione dei dati già disponibili relativamente a territorio, edifici, strade, traffico; - generazione delle mappe acustiche per alcuni ambiti limitati (casi tipo di studio preliminare). 8. Individuazione dei dati mancanti e definizione delle azioni per procurarli - dati mancanti relativamente a territorio, edifici, strade, traffico, ecc. - il reperimento materiale dei dati è a cura della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Bologna e dell ARPA. Pagina n. 12 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

13 4.2.3 Sottofase II-C (competenza Comune di Bologna) 9. Caricamento dei dati già disponibili nel modello acustico dell agglomerato di Bologna - immissione dei dati già disponibili relativamente a territorio, edifici, strade, traffico; - generazione delle mappe acustiche per alcuni ambiti limitati (casi tipo di studio preliminare). 10. Individuazione dei dati mancanti e definizione delle azioni per procurarli - dati mancanti relativamente a territorio, edifici, strade, traffico, ecc. - il reperimento materiale dei dati è a cura della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Bologna e dell ARPA Sottofase II-D (competenza Regione Emilia-Romagna) 11. Generazione delle mappe acustiche preliminari delle strade provinciali - mappe acustiche delle strade provinciali con più di di veicoli anno (circa 150 km di strade); Sottofase II-E (competenza Comune di Bologna) 12. Generazione delle mappe acustiche preliminari dell agglomerato di Bologna - mappe acustiche strategiche degli agglomerati con più di abitanti (Comune di Bologna più Casalecchio di Reno, Calderara di Reno, Castel Maggiore, San Lazzaro di Savena) Sottofase II-F (competenza ARPA e Comune di Bologna) 13. Acquisizione di stazioni di monitoraggio acustico mobili - valutazione dello stato dell arte internazionale; - valutazione della conformità alle norme ed alla loro prevedibile evoluzione futura; - valutazione dell adeguatezza alla scala del progetto; - valutazione della eventuale necessità di personalizzazioni; Pagina n. 13 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

14 - valutazione della capacità di interfaccia con il modello acustico Sottofase II-G (competenza ARPA e Comune di Bologna) 14. Esecuzione di misurazioni di taratura del modello acustico - monitoraggio acustico dei casi tipo individuati; - applicazione e raffinamento della procedura di taratura ai casi tipo Sottofase II-H (competenza Regione Emilia-Romagna) 16. Caricamento dei dati mancanti per le strade provinciali - dati mancanti relativamente a territorio, edifici, strade, traffico, ecc., come forniti da Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna e ARPA. 17. Affinamento del modello acustico delle strade provinciali - messa a punto in funzione dei dati mancanti e delle misure di calibrazione; - applicazione e raffinamento della procedura di calibrazione ai casi tipo Sottofase II-I (competenza Comune di Bologna) 18. Caricamento dei dati mancanti per l agglomerato di Bologna - dati mancanti relativamente a territorio, edifici, strade, traffico, ecc., come forniti da Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna e ARPA. 19. Affinamento del modello acustico dell agglomerato di Bologna - messa a punto in funzione dei dati mancanti e delle misure di taratura Sottofase II-L (competenza Regione Emilia-Romagna) 20. Definizione dei contenuti delle mappe acustiche finali - livelli sonori prodotti da singole sorgenti (mappe acustiche); Pagina n. 14 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

15 - livelli sonori prodotti dalla totalità delle sorgenti rilevanti (mappe acustiche strategiche); - superamento dei valori limite (mappe di criticità); - numero di abitanti/edifici esposti; - livelli sonori in facciata degli edifici. 21. Definizione dei metodi per la determinazione della popolazione esposta - selezione delle metodologie per l associazione dei livelli sonori con il numero di residenti, diversificate per tipologia di sorgente e livello di dettaglio (valutazioni di area vasta e microscala). 22. Definizione dei metodi per la rappresentazione dei risultati - combinazione dei livelli sonori prodotti da diverse sorgenti concorrenti alla rumorosità ambientale in relazione anche agli effetti indotti sulla popolazione esposta; - presentazione dei risultati a diversi livelli di dettaglio, per esempio in relazione all informazione della popolazione o alle comunicazioni alla Commissione Europea Sottofase II-M (competenza Regione Emilia-Romagna) 23. Reperimento dei dati relativi ad abitanti/edifici potenzialmente esposti alla rumorosità delle strade provinciali Sottofase II-N (competenza Comune di Bologna) 24. Reperimento dei dati relativi ad abitanti/edifici potenzialmente esposti alla rumorosità per l agglomerato di Bologna Sottofase II-O (competenza Regione Emilia-Romagna) 25. Generazione delle mappe acustiche finali per le strade provinciali - mappe acustiche delle strade provinciali con più di di veicoli anno (circa 150 km di strade). Pagina n. 15 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

16 Sottofase II-P (competenza Regione Emilia-Romagna e Comune di Bologna) 26. Generazione delle mappe acustiche finali per l agglomerato di Bologna - mappe acustiche strategiche degli agglomerati con più di abitanti (Comune di Bologna più Casalecchio di Reno, Calderara di Reno, Castel Maggiore, San Lazzaro di Savena) FASE III Sottofase III-A Individuazione delle regole tecniche per la formulazione dei piani d azione nonché per la loro armonizzazione con la legislazione esistente (competenza Regione Emilia- Romagna e Comune di Bologna) 27. Messa a punto delle regole tecniche: - per la formulazione dei piani d azione di cui al D. Lgs. 194/05; - per l armonizzazione dei piani d azione con la classificazione acustica del territorio e con i valori limite assoluti stabiliti dai vari decreti relativi all inquinamento acustico ambientale; - per l armonizzazione dei piani d azione con i piani di risanamento acustico comunali (ex art. 7 Legge 447/95 e art. 5 della LR 15/01) e delle infrastrutture di trasporto (ex DM 29/11/2000); - per la valutazione delle criticità, eventualmente secondo un indice di priorità; - per individuare le zone silenziose esistenti (la cui definizione è a cura delle Autorità competenti); - per la valutazione degli interventi di soluzione delle criticità: criteri di efficienza, di efficacia, di urgenza, di opportunità. Le regole tecniche saranno concordate in riunioni a cui parteciperanno esperti di Regione Emilia- Romagna, Comune di Bologna, e ARPA, oltre che esperti del DIENCA. Pagina n. 16 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

17 4.3.2 Sottofase III-B Pianificazione strategica preliminare per le strade provinciali con più di di veicoli anno (competenza Regione Emilia-Romagna) Definizione delle scelte strategiche che orientano il piano d azione e individuazione degli ambiti territoriali del piano stesso. 28. Per ogni Provincia: affinamento del modello acustico risultante dalla fase II - con l immissione di dati più aggiornati e dettagliati, se disponibili; - con l esecuzione di campagne di monitoraggi fonometrici abbinati a rilievi di traffico a riscontro delle previsioni del modello sviluppato nella fase II (potrebbero essere affidate ad ARPA). Questa attività, fondamentale per l accuratezza dei risultati finali, dovrebbe essere portata avanti per quanto possibile compatibilmente con il budget disponibile. 29. Per ogni Provincia: acquisizione degli indirizzi di pianificazione e delle azioni contro l inquinamento acustico già programmate - comunicazione da parte delle Province delle azioni di gestione del territorio già in programma a seguito di politiche non connesse con la tematica dell inquinamento acustico; in formato digitale, per quanto possibile; 30. Per ogni Provincia: ricognizione delle criticità e delle zone silenziose - basata sulle mappe acustiche prodotte nella fase II, eventualmente aggiornate come da punto 28 precedente; - individuazione delle singole aree critiche e delle relative sorgenti critiche, in rapporto ai vincoli di legge, alle azioni previste dalla pianificazione già elaborata e/o approvata alle diverse scale istituzionali e loro classificazione in: - criticità per le quali sono già previste azioni: in tale caso il piano d azione effettua una analisi di consistenza fra la criticità analizzata e l adeguatezza delle azioni individuate; andrà definita una classificazione di tale adeguatezza; - criticità per le quali non sono state previste azioni: in questo caso il piano d azione, individua e propone le tipologie di interventi da adottare; Pagina n. 17 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

18 - individuazione delle eventuali zone silenziose da tutelare. 31. Per ogni Provincia: ricognizione delle soluzioni praticabili - analisi delle possibili soluzioni adottabili per ciascuna area critica compresa nell ambito di intervento selezionato, sia in sinergia con gli interventi già pianificati, sia di nuovo tipo; - analisi delle possibili soluzioni per la tutela delle eventuali zone silenziose Sottofase III-C Pianificazione strategica preliminare per l agglomerato di Bologna (competenza Comune di Bologna) Definizione delle scelte strategiche che orientano il piano d azione e individuazione degli ambiti territoriali del piano stesso. 32. Affinamento del modello acustico risultante dalla fase II - con l immissione di dati più aggiornati e dettagliati, se disponibili; - con l esecuzione di campagne di monitoraggi fonometrici abbinati a rilievi di traffico a riscontro delle previsioni del modello sviluppato nella fase II (potrebbero essere affidate ad ARPA). Questa attività, fondamentale per l accuratezza dei risultati finali, dovrebbe essere portata avanti per quanto possibile compatibilmente con il budget disponibile. 33. Acquisizione degli indirizzi di pianificazione e delle azioni contro l inquinamento acustico già programmate - comunicazione da parte del Comune di Bologna delle azioni di gestione del territorio già in programma a seguito di politiche non connesse con la tematica dell inquinamento acustico; in formato digitale, per quanto possibile; 34. Ricognizione delle criticità e delle zone silenziose - basata sulle mappe acustiche prodotte nella fase II, eventualmente aggiornate come da punto 32 precedente; Pagina n. 18 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

19 - individuazione delle singole aree critiche e delle relative sorgenti critiche, in rapporto ai vincoli di legge, alle azioni previste dalla pianificazione già elaborata e/o approvata alle diverse scale istituzionali e loro classificazione in: - criticità per le quali sono già previste azioni: in tale caso il piano d azione effettua una analisi di consistenza fra la criticità analizzata e l adeguatezza delle azioni individuate; andrà definita una classificazione di tale adeguatezza; - criticità per le quali non sono state previste azioni: in questo caso il piano d azione, individua e propone le tipologie di interventi da adottare; - individuazione delle eventuali zone silenziose da tutelare. 35. Ricognizione delle soluzioni praticabili - analisi delle possibili soluzioni adottabili per ciascuna area critica compresa nell ambito di intervento selezionato, sia in sinergia con gli interventi già pianificati, sia di nuovo tipo; - analisi delle possibili soluzioni per la tutela delle eventuali zone silenziose Sottofase III-D Definizione dei piani d azione per le strade provinciali con più di di veicoli/anno (competenza Regione Emilia-Romagna) Sottofase finalizzata all approvazione del piano d azione definitivo, nel quale siano individuati gli specifici interventi da adottare per ogni area critica, il programma temporale degli interventi, le risorse economiche previste, i soggetti coinvolti, ecc. 36. Valutazioni costi e benefici - quantificazione dei costi e dei benefici previsti per ogni soluzione praticabile individuata. 37. Selezione degli interventi per aree critiche e zone silenziose - selezione degli interventi da realizzare per ogni area critica; - selezione degli interventi da realizzare per ogni eventuale zona silenziosa. Pagina n. 19 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

20 38. Definizione ed approvazione del piano d azione I compiti di questa sottofase spettano alle Autorità Competenti. Il DIENCA potrà agire da consulente scientifico se esplicitamente richiesto. - quantificazione degli impegni economici ulteriori, rispetto a quanto già stabilito dal quadro degli interventi significativi già deliberati e dei tempi di progettazione necessari per passare alla realizzazione delle diverse opere; - proposta di interventi per il primo quinquennio; - consultazione del pubblico riguardo alla proposta di piano; - revisione della proposta di piano d azione sulla base delle osservazioni formulate dal pubblico (la revisione può comprendere una rielaborazione di tutte le fasi precedenti, a partire dalla selezione dell ambito di intervento); - predisposizione del piano d azione definitivo e sua approvazione da parte dell Autorità Competente Sottofase III-E Definizione del piano d azione per il Comune di Bologna (competenza Comune di Bologna) Sottofase finalizzata all approvazione del piano d azione definitivo, nel quale siano individuati gli specifici interventi da adottare per ogni area critica, il programma temporale degli interventi, le risorse economiche previste, i soggetti coinvolti, ecc. 40. Valutazioni costi e benefici - quantificazione dei costi e dei benefici previsti per ogni soluzione praticabile individuata. 41. Selezione degli interventi per aree critiche e zone silenziose - selezione degli interventi da realizzare per ogni area critica; - selezione degli interventi da realizzare per ogni eventuale zona silenziosa. 42. Definizione ed approvazione del piano d azione I compiti di questa sottofase spettano alle Autorità Competenti. Il DIENCA potrà agire da consulente scientifico se esplicitamente richiesto. Pagina n. 20 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

21 - quantificazione degli impegni economici ulteriori, rispetto a quanto già stabilito dal quadro degli interventi significativi già deliberati e dei tempi di progettazione necessari per passare alla realizzazione delle diverse opere; - proposta di interventi per il primo quinquennio; - consultazione del pubblico riguardo alla proposta di piano; - revisione della proposta di piano d azione sulla base delle osservazioni formulate dal pubblico (la revisione può comprendere una rielaborazione di tutte le fasi precedenti, a partire dalla selezione dell ambito di intervento); - predisposizione del piano d azione definitivo e sua approvazione da parte dell Autorità Competente Sottofase III-F Stesura di linee guida (competenza Regione Emilia-Romagna): Sottofase finalizzata alla stesura di linee guida per la elaborazione: - delle mappature acustiche strategiche per gli agglomerati della Regione Emilia-Romagna e delle mappature acustiche per le infrastrutture stradali di competenza delle Province; - dei piani d azione per gli agglomerati della Regione Emilia-Romagna e le infrastrutture stradali di competenza delle Province. 5. Attività della fase I svolte Per la descrizione di queste attività si veda la relazione tecnica DIENCA RER 2/2007 del 31 agosto 2007, conclusiva della fase I. 6. Attività della fase II svolte Per la descrizione di queste attività si veda la relazione tecnica DIENCA RER-CBO 1/2009 del 30 giugno 2009, conclusiva della fase II. Pagina n. 21 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

22 7. Attività della fase III svolte 7.1. Riunioni Dall inizio del 2010 sono state tenute le seguenti riunioni, cui il DIENCA ha partecipato nella persona del responsabile scientifico del progetto, Prof. Massimo Garai, e degli Ingg. Luca Barbaresi e Dario Fattori: - 1 febbraio 2010: riunione presso la sede della Regione Emilia-Romagna di via dei Mille 21; - 23 febbraio 2010: riunione presso una sede del Comune di Bologna; è stata formalizzata la richiesta di reperire tutti i dati a disposizione per l affinamento del modello del agglomerato di Bologna, in formato elettronico, e stabilita la data limite del 15 marzo 2010 per la consegna; - 24 febbraio 2010: riunione presso una sede della Regione Emilia-Romagna, alla quale hanno partecipato anche i responsabili delle Province; è stata formalizzata la richiesta di reperire tutti i dati a disposizione per l affinamento del modello del agglomerato di Bologna, in formato elettronico, e stabilita la data limite del 31 marzo 2010; - 3 marzo 2010: riunione presso una sede della Regione Emilia-Romagna, dedicata alla messa a punto delle regole tecniche per la predisposizione dei piani d azione; - 23 marzo 2010: riunione presso una sede della Regione Emilia-Romagna, dedicata alla messa a punto delle regole tecniche per la predisposizione dei piani d azione; viene avanzata la richiesta al DIENCA di potere sperimentare le metodologie che confluiranno nelle linee guida per l elaborazione dei piani di azione su ambiti territoriali significativi; si indicano due casi di studio, eventualmente estendibili ad un terzo se il tempo a disposizione lo permetterà; - 22 aprile 2010: riunione presso una sede della Regione Emilia-Romagna; si conviene di portare avanti i calcoli e l elaborazione dei piani d azione utilizzando esclusivamente i descrittori europei L den e L night, oltre che il numero degli esposti; non si ritiene conveniente duplicare i calcoli in termini di L Aeq diurno e notturno; solo al temine del processo verranno prodotte mappe acustiche strategiche di L Aeq diurno e notturno per verificare la situazione rispetto agli attuali limiti di legge. Nel corso dell elaborazione si proverà a valutare l utilità di un indicatore aggregato che tenga conto sia del superamento di un valore limite che del numero degli esposti, come per esempio l ECU den ; Pagina n. 22 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

23 - 19 maggio 2010: riunione presso la sede del DIENCA, Laboratorio del Lazzaretto, per valutare direttamente sul modello di calcolo acustico dell agglomerato di Bologna alcuni aspetti tecnici emersi nel corso della messa a punto delle regole tecniche per la predisposizione dei piani d azione; - 10 giugno 2010: riunione presso una sede della Regione Emilia-Romagna, alla presenza dei responsabili del Comune di Bologna, per condividere le conclusioni raggiunte nel corso del precedente incontro tecnico più ristretto del 19 maggio 2010, relativamente ad alcuni aspetti operativi delle regole tecniche per la predisposizione del piano d azione dell agglomerato di Bologna; ai fini della produzione delle mappe di criticità, si decide che saranno messe a punto mappe dei valori limite per le singole infrastrutture (autostrade e strade primarie, ferrovie, ) più una mappa relativa alla classificazione acustica dell agglomerato, (per la quale il Comune di Bologna deve fornire gli shapefile relativi a tutti i comuni dell agglomerato; le aree quiete saranno individuate anche grazie alla cartografia specifica (Aree naturali protette, Rete Natura 2000, ecc.) che sarà messa a disposizione dal Comune di Bologna, in formato elettronico, demandando ad un futuro progetto specifico la preservazione del relativo soundscape ; - 10 giugno 2010: riunione presso una sede della Regione Emilia-Romagna, alla presenza dei responsabili delle Province; il DIENC presenta, una prima elaborazione di possibili interventi di riduzione del rumore per la redazione dei piani d azione; vengono presentati due casi di studio; - 21 luglio 2010: riunione presso una sede della Regione Emilia-Romagna, alla presenza dei responsabili del Comune di Bologna; si sintetizza lo stato di avanzamento dell attività e si discutono le modalità operative di redazione delle carte dei limiti; - 17 settembre 2010: riunione presso una sede della Regione Emilia-Romagna, alla presenza dei responsabili del Comune di Bologna e della Province di Ferrara e Forlì-Cesena; il DIENCA presenta una sintesi dei piani d azione elaborati per le due Province presenti; entrambe avrebbero realizzato o in corso di realizzazione varianti ai tracciati stradali consegnati, estremamente significative ai fini della riduzione dell impatto acustico sull abitato e si impegnano a consegnare i dati a loro disposizione, nel formato elettronico corretto, in tempi brevissimi; i termini per la consegna dei dati di input sono ampiamente scaduti e la consegna tardiva obbliga ad una rielaborazione di quanto già fatto con conseguente allungamento dei tempi di consegna; il Comune di Bologna consegna al DIENCA le cartografie (shapefile) relativi alla classificazione Pagina n. 23 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

24 acustica di Calderara di Reno e Casalecchio di Reno; Il DIENCA presenta un esempio dei risultati delle elaborazioni compiute per il caso di studio dell agglomerato di Bologna; dalla discussione emergono una convergenza di massima sulla metodologia e la richiesta di mantenere anche per l intero agglomerato la presentazione sia delle carte di ECU den per singolo edificio sia di quelle di ECU den aggregato per aree del previgente PRG; - 22 novembre 2010: riunione presso una sede della Regione Emilia-Romagna; si ricorda ancora che in assenza di comunicazione della classificazione delle strade da parte delle Province, queste sono assunte di default, nella elaborazione di piani d azione, come strade di tipo Cb; il DIENCA presenta una sintesi dell elaborazione dei piani d azione relativi alle strade delle Province di Parma e Piacenza, che ancora una volta dichiarano la necessità di aggiornare i dati di input finora consegnati; - 6 dicembre 2010: riunione presso la sede della Regione Emilia-Romagna di via della Fiera 8; il DIENCA presenta una sintesi dell elaborazione dei piani d azione relativi alle strade delle due Province presenti, Bologna e Modena, che ancora una volta dichiarano la necessità di aggiornare i dati di input finora consegnati; - 19 gennaio 2011: riunione presso la sede del Comune di Bologna; aggiornamento sullo stato d avanzamento dei lavori; - 25 febbraio 2011: riunione presso la sede della Regione Emilia-Romagna di via della Fiera 8; aggiornamento sullo stato d avanzamento dei lavori marzo 2011: riunione presso la sede del Comune di Bologna; aggiornamento sullo stato d avanzamento dei lavori e discussione sulle modalità di condivisione con i Comuni limitrofi; - 7 aprile 2011: riunione presso la sede del Comune di Casalecchio di Reno; discussione dei risultati preliminari e condivisione dei possibili interventi da inserire nel piano d azione; - 13 aprile 2011: riunione presso la sede del Comune di Castel Maggiore; discussione dei risultati preliminari e condivisione dei possibili interventi da inserire nel piano d azione Sottofase III-A Sottofase dedicata alla messa a punto delle regole tecniche per la formulazione dei piani d azione nonché per la loro armonizzazione con la legislazione esistente. Pagina n. 24 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

25 La sottofase è stata svolta mediante in riunioni a cui hanno partecipato esperti di Regione Emilia- Romagna, Comune di Bologna, e ARPA, oltre che esperti del DIENCA. Le risultanze hanno dato luogo alla prima bozza delle linee guida (relazione tecnica DIENCA RER-CBO 3/2010 del 17 Dicembre 2010) sulla quale sono pervenuti i commenti di ARPA che saranno recepiti nella versione finale delle linee guida Sottofase III-B Sottofase dedicata alla pianificazione strategica preliminare per le strade provinciali con più di di veicoli per anno. La sottofase è stata completamente svolta. Il presente documento costituisce la relazione tecnica finale per le strade di competenza della Provincia di Forlì-Cesena. Analoghe relazioni sono state redatte per ogni Provincia interessata. Tutti i dati inviati al DIENCA in formato elettronico sono stati caricati sul server web messo a disposizione dal DIENCA a tutti i partecipanti al progetto Sottofase III-C Sottofase dedicata alla pianificazione strategica preliminare per l agglomerato di Bologna. La sottofase è in corso di completamento. Tutti i dati inviati al DIENCA in formato elettronico sono stati caricati sul server web messo a disposizione dal DIENCA a tutti i partecipanti al progetto Sottofase III-D Sottofase dedicata alla definizione dei piani d azione per le strade provinciali con più di di veicoli per anno. La sottofase è stata completamente svolta per quanto riguarda la parte di competenza del DIENCA. Il presente documento costituisce la relazione tecnica finale per le strade di competenza della Provincia di Forlì-Cesena. Analoghe relazioni sono state redatte per ogni Provincia interessata. Pagina n. 25 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

26 7.6. Sottofase III-E Sottofase dedicata alla definizione dei piani d azione per l agglomerato di Bologna. La sottofase è in corso di completamento Sottofase III-F Sottofase dedicata alla definizione di linee guida per la elaborazione: - delle mappature acustiche strategiche per gli agglomerati della Regione Emilia-Romagna e delle mappature acustiche per le infrastrutture stradali di competenza delle Province; - dei piani d azione per gli agglomerati della Regione Emilia-Romagna e le infrastrutture stradali di competenza delle Province. La sottofase è in avanzato stato di elaborazione: è stata prodotta la prima bozza delle linee guida (relazione tecnica DIENCA RER-CBO 3/2010 del 17 Dicembre 2010) sulla quale sono pervenuti i commenti di ARPA che saranno recepiti nella versione finale delle linee guida. 8. Sintesi della metodologia adottata In questo capitolo sono sintetizzati i criteri e la metodologia seguite per la realizzazione del presente progetto, relativo a mappe acustiche e piani d azione degli archi stradali di competenza delle Province della Regione Emilia-Romagna con più di veicoli/anno e dell agglomerato di Bologna. Considerazioni e scelte sono basate su alcuni documenti di riferimento (citati qui di seguito), sull esperienza compiuta nello svolgimento del progetto e sui vincoli esterni, per esempio in ordine alla reperibilità dei dati ed al budget disponibile. I riferimenti metodologici utilizzati durante lo svolgimento del progetto sono stati sostanzialmente di quattro tipi: 1. i riferimenti di legge obbligatori (vedere appendice B); 2. le Good Practice Guide pubblicate dalla Commissione Europea [12, 13]; 3. le linee guida alla mappatura acustica strategica ed ai piani d azione pubblicate da UNI [15, 16]; Pagina n. 26 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

27 4. varie comunicazioni presentate a congressi scientifici e contatti personali con tecnici coinvolti in analoghe attività di mappatura strategica e redazione di piani d azione in altre regioni (vedere appendice B). Le linee guida UNI non erano pubblicamente disponibili all inizio del progetto, ma grazie alla partecipazione di tecnici del DIENCA alle attività della Commissione Acustica e Vibrazioni dell UNI è stato possibile seguirne in tempo reale l evoluzione in modo da impostare il lavoro in maniera coerente con il testo UNI pubblicato. In particolare, le linee guida UNI recepiscono, integrano ed adattano alla realtà italiana i punti salienti della Good Practice Guide for strategic noise mapping [12], per cui si pongono come il riferimento primario dei prossimi anni per questo tipo di attività. Si ricorda che scopo delle linee guida UNI è fornire ai soggetti responsabili delle attività di mappatura, individuati dal D. Lgs. 19 agosto 2005, n. 194, uno strumento tecnico operativo che espliciti i principi enunciati dalla direttiva europea 2002/49/CE in merito alle modalità di stesura delle mappe, per favorire la definizione di un approccio omogeneo ed uniforme alla valutazione del clima di rumore presente sul territorio nazionale. Le bozze di alcuni documenti d indirizzo circolati presso il Ministero dell Ambiente si veda ad esempio [28] sono rimaste in uno stadio preliminare e non costituiscono un riferimento vincolante, ma solo raccomandazioni, peraltro non esaustive Definizione dei contenuti della mappatura acustica La direttiva europea 2002/49/CE [7] individua due contesti territoriali in cui è prevista l elaborazione delle mappe acustiche: - agglomerati urbani, - aree sensibili esterne agli agglomerati. Alla valutazione e rappresentazione del rumore ambientale negli agglomerati urbani viene dato il nome di mappa acustica strategica. Con questo termine si intende una mappa finalizzata alla determinazione globale o previsione generale dell esposizione al rumore dovuta alla presenza di sorgenti sonore di varia natura. Pagina n. 27 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

28 Le mappe acustiche strategiche relative agli agglomerati devono tenere conto del rumore emesso da tutte le sorgenti principali di seguito elencate: - strade, - ferrovie, - aeroporti, - siti di attività industriale, inclusi i porti. Per ciascuna delle sorgenti sopra citate devono essere tracciate mappe acustiche distinte. Al di fuori degli agglomerati, in corrispondenza delle aree sensibili, devono essere tracciate esclusivamente le mappe acustiche relative alle sorgenti sonore principali (strade, ferrovie, aeroporti). Per quanto riguarda l agglomerato di Bologna, i principali gestori di infrastrutture d interesse nazionale (ANAS, Autostrade per l Italia e RFI) hanno trasmesso all autorità regionale i dati minimi richiesti dal D. Lgs. 194/05, ciascuno per quanto di propria competenza. Nel corso della redazione del Reporting Mechanism è stata compiuta la precisa scelta di consegnare al Ministero dell Ambiente le stesse mappe acustiche delle singole infrastrutture interessanti l agglomerato ricevute dai gestori, sebbene il modello acustico sviluppato nel corso del presente progetto avesse la capacità di generarle autonomamente. Invece, la mappa acustica strategica, cioè globale, è stata generata e inserita nel Reporting Mechanism utilizzando il modello acustico costruito. In questo modo si è evitato di segnalare incongruenze tra i risultati minimali prodotti dai gestori e quelli più dettagliati prodotti dal modello messo a punto nel corso del presente progetto. Rimane in sospeso il confronto tra le previsioni dei gestori e quelle del modello acustico sviluppato nel corso del presente progetto, che potrà divenire un utile strumento di valutazione dei piani d azione presentati dai gestori. Le mappe acustiche e le mappe acustiche strategiche possono essere presentate in forma di grafici, dati numerici tabulati o in formato elettronico. La tipologia di rappresentazione e le informazioni contenute nelle mappe si diversificano in funzione degli obiettivi della mappatura (vedere punto 8.3) Indicatori utilizzati per le mappe acustiche Secondo le disposizioni vigenti, fino al momento in cui l elaborazione di metodi di determinazione comuni per la definizione di L den e L night sarà resa obbligatoria (e si prevede che potrà esserlo per il secondo ciclo di mappatura, che scade il 30 Giugno 2012), gli Stati membri possono usare, ai fini della mappatura Pagina n. 28 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

29 acustica, i dati consistenti con i descrittori acustici nazionali (attualmente in Italia il livello equivalente ponderato A, L Aeq ed il livello di valutazione del rumore aeroportuale, L VA ), previa opportuna conversione nei descrittori comunitari. Tali dati non devono avere più di tre anni. I metodi di conversione ed i relativi limiti di applicabilità sono specificati nella UNI [14]. Nel corso primo ciclo di mappatura, ai fini dell elaborazione della mappatura acustica delle strade provinciali della Regione Emilia-Romagna e della mappa acustica strategica dell agglomerato di Bologna, si è scelto di utilizzare direttamente i descrittori acustici prescritti dalla Commissione Europea: L den e L night. Ciò può generare un apparente complicazione, in quanto per l individuazione delle aree critiche i descrittori da confrontare con i limiti di rumore prescritti dalla legislazione vigente sono quelli stabiliti dai decreti attuativi alla Legge Quadro n. 447/95 [1], e cioè L Aeq per tutte le sorgenti, ad eccezione di quelle aeroportuali per le quali vige l indicatore L VA. Si tratta comunque di un problema facilmente risolvibile, poiché: - è già previsto che i valori limite delle legislazioni nazionali dovranno essere traslati negli indicatori europei (D. Lgs. 194/05, art. 5); - anche in mancanza della prevista azione legislativa, si possono individuare valori limite espressi nei descrittori europei L den e L night, ai fini della determinazione delle aree critiche, come si vedrà più avanti. Il livello giorno-sera-notte (day-evening-night level) L den, espresso in decibel ponderati A, è definito dalla seguente espressione: Lday Levening + 5 Lnight = L 10lg den (1) dove: L den è il livello continuo equivalente a lungo termine ponderato A, determinato sull insieme dei periodi giornalieri di un anno; L day è il livello sonoro medio a lungo termine ponderato A, determinato sull insieme dei periodi diurni di un anno; L evening è il livello sonoro medio a lungo termine ponderato A, determinato sull insieme dei periodi serali di un anno; L night è il livello sonoro medio a lungo termine ponderato A, determinato sull insieme dei periodi notturni di un anno. Pagina n. 29 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

30 Il periodo giorno-sera-notte si estende dalle 6:00 alle 6:00 del giorno successivo e, per quanto riguarda l Italia, è suddiviso nelle seguenti fasce orarie (cfr. D. Lgs. 194/05 [8]): - periodo diurno: dalle 6:00 alle 20:00, - periodo serale: dalle 20:00 alle 22:00, - periodo notturno: dalle 22:00 alle 6:00. L anno a cui si riferiscono i descrittori è l anno di osservazione per l emissione acustica ed un anno medio sotto il profilo meteorologico. La determinazione di L day, L evening ed L night in facciata agli edifici esclude la componente riflessa dalla facciata retrostante e può essere eseguita applicando tecniche previsionali e/o di campionamento statistico. In entrambi i casi, le valutazioni devono essere effettuate ad un altezza dal suolo di 4,0 ± 0,2 m (3,8 4,2 m). In campo libero il punto di misura può essere collocato ad una quota non inferiore ad 1,5 m. Nell ipotesi in cui si eseguano misurazioni ad altezze diverse da quella di riferimento, i risultati devono essere riportati all altezza equivalente di 4 m Tipologie di mappe acustiche In relazione agli obiettivi della mappatura si individuano diverse tipologie di mappe acustiche e mappe acustiche strategiche, come di seguito illustrato Mappe di rumore Le mappe di rumore sono delle rappresentazioni grafiche che visualizzano il clima acustico esistente o futuro in una data area, a seguito delle valutazioni eseguite attraverso modelli di calcolo previsionale o campagne di monitoraggio. Nel caso in cui rappresentino scenari futuri, tali mappe sono ovviamente ottenute da modelli di calcolo. Le mappe di rumore devono essere tracciate valutando il livello sonoro in corrispondenza di punti opportunamente spaziati su una griglia di calcolo o di rilievo adatta al contesto analizzato; per l agglomerato di Bologna sono state utilizzate le spaziature riportate in tabella 1. Il calcolo dei livelli di rumore tiene conto almeno delle riflessioni del primo ordine. Pagina n. 30 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

31 Tabella 1. Tipologie di griglia spaziale utilizzate per la valutazione dei livelli di rumore in funzione dell area analizzata Contesto ambientale Agglomerato Ambito extraurbano, aree aperte Intorno aeroportuale Passo della griglia 5 m 30 m 100 m I risultati prodotti dalle valutazioni sono riportati su mappe cromatiche o tratteggiate, sulle quali devono essere tracciate anche le curve isolivello per multipli di 5 db(a). Dalle mappe di rumore si desume l estensione della superficie esposta a determinati intervalli dell indicatore L den, come richiesto dalla direttiva 2002/49/CE Mappe di esposizione Le mappe di esposizione sono delle mappe che quantificano il numero di abitanti e abitazioni esposte a determinati valori degli indicatori acustici. Tali mappe possono essere presentate in forma tabulare o grafica. I dati relativi al numero di abitazioni ed alla popolazione esposta a specifici valori dell indicatore acustico considerato sono correlati con i livelli calcolati o rilevati sulle facciate più esposte, valutati ad una distanza di 2 m dalle stesse e ad una quota di 4 m, senza tenere conto delle riflessioni prodotte dalle facciate medesime. Se il livello di facciata è determinato attraverso dei rilievi fonometrici o desunto da mappe di rumore, al valore determinato deve essere sottratto un fattore correttivo, mediamente pari a 3 db, per eliminare il contributo delle riflessioni sulla facciata. La facciata più esposta coincide con la facciata in cui è stato rilevato o calcolato il massimo livello di rumore. Tale facciata può essere individuata applicando il criterio della minima distanza dalla sorgente sonora soltanto nel caso in cui sia presente nell area analizzata un unica sorgente. Se sono presenti più sorgenti e l area è morfologicamente complessa, l individuazione della facciata più esposta richiede la verifica dei livelli di rumore incidenti (solo componente diretta) su tutte le facciate dell edificio. Per l individuazione della facciata più esposta la Good Practice Guide [12] consiglia una risoluzione spaziale orizzontale lungo le facciate di 3 m. Questa tecnica consente di individuare anche l eventuale presenza di una facciata silenziosa (-20 db rispetto al valore massimo). Pagina n. 31 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

32 Nell eseguire la valutazione sono state considerate le riflessioni del primo ordine prodotte dagli altri edifici presenti nell area. Alla facciata più esposta è assegnato il massimo livello di rumore rilevato. L assegnazione dei livelli di rumore alle unità abitative dipende dall informazione disponibile sulla distribuzione delle abitazioni negli edifici presenti nell area analizzata. Se l edificio è composto da più unità abitative e se ne conosce la distribuzione all interno dell edificio, ad ogni abitazione deve essere assegnato il livello di rumore corrispondente alla facciata più esposta dell abitazione. Se non si conosce, invece, la distribuzione delle unità abitative, si assegna cautelativamente a tutte le unità abitative, e quindi all intero edificio, il livello di rumore massimo corrispondente alla facciata più esposta dell edificio. Se il livello di facciata viene desunto dalle mappe di rumore, alle unità abitative/edifici è assegnato il massimo livello di rumore, opportunamente corretto (-3 db per eliminare la componente riflessa dalla parete retrostante) associato alle celle della griglia che intersecano le facciate delle unità abitative/edifici. La stima della popolazione e del numero di unità abitative esposte a determinati valori dell indicatore considerato è stata eseguita secondo le indicazioni riportate in seguito Mappe di conflitto Le mappe di conflitto sono delle rappresentazioni grafiche che visualizzano le aree in cui avviene il superamento dei valori limite a seguito del confronto con i livelli di rumore stimati. Le mappe di conflitto costituiscono un utile supporto per quantificare l impatto prodotto dalle sorgenti ai ricettori e per individuare le aree critiche su cui intervenire in fase di pianificazione e progettazione degli interventi. Il conflitto può essere valutato in termini globali, tenendo conto di tutte le sorgenti presenti, oppure per singole tipologie di sorgente (strade, ferrovie, aeroporti, insediamenti industriali), in funzione della mappa a cui il conflitto si riferisce (mappa acustica strategica o mappa acustica). La valutazione dei contributi da attribuirsi alle sorgenti che concorrono al conflitto è stata eseguita secondo le procedure indicate in seguito. Le mappe di conflitto includono tutti gli elementi cartografici e geometrici contenuti nelle mappe di rumore da cui derivano. In particolare, la mappa di conflitto deve indicare l individuazione e localizzazione delle aree in cui si verifica il conflitto; essa può anche fornire una stima del numero di persone esposte al superamento dei limiti. Gli elaborati, su base cartografica, devono includere almeno i seguenti contenuti: - localizzazione e tipologia dei ricettori; - localizzazione delle aree di conflitto; Pagina n. 32 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

33 - stratificazione delle aree di conflitto per multipli di 5 db(a). In aggiunta alla rappresentazione grafica ed ai fini di una successiva stima in fase di pianificazione del numero di persone beneficiate dagli interventi, è possibile, anche se non obbligatorio, fornire delle schede informative di supporto in cui, per ogni area di superamento, è indicato il numero di ricettori esposti al superamento dei limiti per multipli di 5 db(a) L iter procedurale di mappatura acustica L iter procedurale di mappatura acustica può essere schematicamente scomposto in sei fasi fondamentali: 1. raccolta dei dati informativi e territoriali; 2. monitoraggio acustico delle aree da mappare (opzionale); 3. predisposizione del sistema di calcolo per la stima dei livelli sonori; 4. generazione delle mappe acustiche; 5. predisposizione dei risultati secondo i formati stabiliti dagli organi competenti; 6. divulgazione dei risultati della mappatura (informazione al pubblico). Ciascuna fase prevede l implementazione di alcuni specifici processi metodologici connessi con l attuazione degli schemi valutativi sanciti dalla legislazione vigente. Nel caso degli agglomerati, a queste attività di base vanno aggiunte anche le operazioni di sovrapposizione dei risultati conseguiti per le singole sorgenti, funzionali alla redazione delle mappe tematiche e delle mappe acustiche strategiche. I compiti assegnati al DIENCA nell ambito del presente progetto riguardano essenzialmente le fasi 3, 4, e 5. Le altre fasi competono alla Regione Emilia-Romagna ed al Comune di Bologna. Pagina n. 33 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

34 8.5. Acquisizione dati Criteri di individuazione delle aree da mappare L estensione dell area da mappare è stata determinata in funzione del contesto applicativo: agglomerati o infrastrutture di trasporto principali. Agglomerati: la mappatura è stata estesa a tutto l agglomerato di Bologna, entro i confini territoriali specificamente indicati dalla Regione Emilia-Romagna. Infrastrutture di trasporto principali: secondo la direttiva 2002/49/CE l estensione dell area da mappare comprende tutte le porzioni di territorio caratterizzate da valori dell indicatore L den 55 db. Ciò richiede uno screening preliminare per individuare tali aree prima del calcolo dettagliato dello stesso indicatore. Si è quindi deciso di applicare un criterio cautelativo: per strade e ferrovie, i dati sono stati richiesti per un area buffer estesa 1 km da ogni lato dell infrastruttura considerata, inclusi i punti terminali di testa e di coda. Infatti, ad una distanza di 1 km i livelli di rumore emessi da questo tipo di infrastrutture sono sicuramente inferiori ai 55 db Individuazione degli enti responsabili La maggior difficoltà incontrata nel corso del presente lavoro è stata quella di reperire i dati minimi per poter lavorare. Ciò può sembrare strano in un contesto di attività obbligatorie ai sensi di una direttiva europea e di un decreto legislativo che hanno coinvolto enti pubblici o grandi gestori di infrastrutture con precise responsabilità, i quali dovrebbero essere in possesso dei dati necessari per compiere le loro attività istituzionali. Eppure la grande difficoltà nell ottenere i dati di partenza è un dato di fatto, confermato anche dalle numerose richieste scritte agli atti del progetto e dalle numerose riunioni aventi per tema il reperimento dati. Pertanto per simili attività future si raccomanda che il reperimento dati sia considerato attività critica primaria e che fin da subito ne siano individuati i responsabili. Si riportano in tabella 2 gli indirizzi di posta elettronica dei responsabili delle Province interessate al lavoro svolto nelle fasi I e II, così come pervenuti al DIENCA. Pagina n. 34 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

35 Tabella 2. Indirizzi di posta elettronica pervenuti dei responsabili delle Province per la fornitura dei dati di input per le fasi I e II. Provincia Bologna Ferrara Forlì-Cesena Modena Parma Piacenza Ravenna Indirizzo responsabili giuseppe.benadduce@nts.provincia.bologna.it claudio.zoppellari@nts.provincia.bologna.it gabriele.andrighetti@provincia.fe.it claudia.filippini@provincia.fe.it Edgardo.valpiani@provincia.fc.it Fabrizio.diblasio@provincia.fc.it manni.a@provincia.modena.it rossi_l@provincia.modena fabio.giliberti@studiofia.it c.perrotta@provincia.parma.it Errore. Riferimento a collegamento ipertestuale non valido. burghi@sitecoinf.it dante.solenghi@provincia.pc.it davide.marenghi@provincia.pc.it gcolarossi@mail.provincia.ra.it csavini@mail.provincia.ra.it gsavioli@mail.provincia.ra.it Reggio Emilia s.melani@mbox.provincia.re.it v.bussei@mbox.provincia.re.it c.guaitoli@mbox.proincia.re.it Rimini a.guiducci@provincia.rimini.it Per quanto riguarda Autostrade per l Italia e ANAS non è stato possibile stabilire nessuna collaborazione, sia a livello locale sia a livello centrale, oltre alla consegna formale dei dati minimi, come testimoniano anche gli scambi di lettere intercorsi tra la Regione Emilia-Romagna e gli enti sopra citati. La stessa situazione è stata registrata per quanto riguarda la direzione RFI di Roma. Tuttavia a livello locale vi è stata una certa disponibilità da parte della Direzione Compartimentale Infrastruttura di Bologna S.O. Tecnico Team Sviluppo Locale Armamento ed Opere Civili, contattata personalmente dai tecnici del DIENCA. È invece stata ottenuta piena collaborazione dalla Società di gestione dell aeroporto di Bologna, settore Protezione Ambiente e Sicurezza (PAS), che ha fornito direttamente la mappa dei valori di L den e L night prodotti dall infrastruttura aeroportuale. Pagina n. 35 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

36 Per il Comune di Bologna i dati sono pervenuti, a più riprese distanziate nel tempo, attraverso il Settore Ambiente e Verde Urbano. Tutti i dati mancanti, anche di competenza di altri enti, sono stati forniti direttamente dalla Regione Emilia-Romagna, Direzione Ambiente e Difesa del Suolo e della Costa. In particolare si è rivelata preziosa la collaborazione del Servizio Cartografico Regionale, che ha fornito le basi per la costruzione del modello digitale del terreno e degli edifici di molte aree Periodo temporale di riferimento Il D. Lgs. 194/05 (art. 3, comma 1) richiede che la mappatura acustica sia per quanto possibile relativa al 2006, ma, nel corso delle riunioni dedicate al reperimento dati, è stato concordato di considerare tale richiesta in un ottica allagata. Infatti, da una parte i dati materialmente pervenuti in tempo utile si riferiscono a periodi temporali diversi tra loro e diversi per ogni caso: si confrontino i dati forniti dalle varie Province, appendici da A ad H, o anche i dati relativi all agglomerato di Bologna, dove l aggiornamento dei diversi strati informativi (edifici, residenti, uso del suolo, traffico privato e pubblico, ecc.) non è coincidente; dall altra parte, è stato richiesto nel corso delle riunioni di considerare anche altri aspetti, quali ad esempio le nuove barriere acustiche realizzate da Autostrade per l Italia o da RFI, che sono temporalmente successive. Schematizzando, si può quindi dire che il periodo temporale al quale si riferiscono i risultati discende da quello dei dati di input, come espressamente richiesto al DIENCA, e si estende in genere dal 2001 al Formati informatici di riferimento per i dati di input I modelli di calcolo utilizzati per la mappatura acustica richiedono l acquisizione in forma vettoriale e georeferenziata delle informazioni riguardanti le caratteristiche geometriche e morfologiche dell area da mappare. Nei modelli più comunemente utilizzati i dati necessari per la stima dei livelli di pressione sonora comprendono: - andamento altimetrico del terreno; - localizzazione e caratterizzazione dimensionale delle sorgenti di rumore; - localizzazione e caratterizzazione geometrica degli edifici (perimetro, altezza, forma); - perimetro delle aree con specifiche caratteristiche di attenuazione dell onda sonora (tipo di copertura del suolo); Pagina n. 36 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

37 - localizzazione e caratterizzazione dimensionale di ostacoli naturali o artificiali alla propagazione. Inoltre sono necessarie informazioni relative alla distribuzione della popolazione negli edifici residenziali. I formati informatici di riferimento utilizzati sono elencati di seguito. Formato cartografia digitale: - shapefile, correttamente georeferenziata nel sistema di riferimento WGS84, proiezione UTM; - informazioni minime contenute: vedere sotto. Tali informazioni possono essere contenute nelle tabelle attributi (file.dbf) degli shapefile; in questo caso si richiede l invio di una nota sintetica esplicativa dei vari campi, in modo da evitare erronee interpretazioni dei codici o delle abbreviazioni usate. Modello digitale del terreno: - linee di elevazione e/o punti quota (se disponibili), con risoluzione di almeno 10 m, in scala 1:5000 per le strade provinciali e scala 1:2000 per l agglomerato di Bologna; - per quanto riguarda le strade provinciali la cartografia digitale deve comprendere una zona buffer attorno alle infrastrutture estesa almeno 1 km, sia da ogni lato che rispetto all inizio ed alla fine del tratto interessato; - destinazione d uso del suolo (compatibile con Corine land cover [34, 35]). Edifici: - planimetria degli edifici; - altezze degli edifici e possibilmente numero di piani; - destinazione d uso o almeno differenziazione tra edifici ad uso abitativo e non; - evidenziazione degli edifici sensibili (scuole ed ospedali e assimilati). Strade: - tipologia delle strade; - tracciato delle strade; Pagina n. 37 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

38 - numero di corsie; - indicazione georeferenziata dei punti di inizio e fine di ognuno dei tratti in esame; - andamento planoaltimetrico, o almeno indicazione dei tratti in trincea, piano, rilevato e delle relative quote; - tipologia del manto stradale e stato di manutenzione; Flussi di traffico: - flussi di traffico suddivisi in almeno due categorie di veicoli (veicoli leggeri / veicoli pesanti); - valori della velocità media per tipologia di veicoli; - se disponibili, andamento orario e settimanale dei flussi di traffico. Popolazione residente: - numero di residenti per ogni edificio ad uso abitativo; - in alternativa: numero di residenti per numero civico su file georeferenziato sovrapponibile a quello degli edifici. Per quanto riguarda la ventilata opportunità di riutilizzare dati acustici precedenti, come per esempio dati storici di monitoraggi compiuti per diversi motivi da ARPA, si sconsiglia di procedere ad un tale riutilizzo. Tale affermazione deriva sia da una lettura attenta delle condizioni espresse nella UNI [14], sia dall esperienza compiuta con il modello dell agglomerato di Bologna. Per ulteriori dettagli si rimanda all appendice A, puntoerrore. L'origine riferimento non è stata trovata., della relazione tecnica DIENCA RER-CBO 1/2011 del 15 Marzo 2011, relativa all agglomerato di Bologna. Per quanto riguarda la questione della conversione dei valori espressi tramite i descrittori stabiliti dalla normativa nazionale vigente nei descrittori L den ed L night, si ricorda che una tale procedura è pubblicata nella UNI per valori misurati o calcolati, ed è subordinata al rispetto di una serie di condizioni al contorno dipendenti dal caso specifico (cfr. UNI 11252, punto 5). Per quanto riguarda infine l opportunità di definire di una soglia di variazione oltre la quale si dovrebbe procedere all aggiornamento della mappe acustiche strategiche prima della scadenza quinquennale, si deve rilevare che tale argomento, incluso nella formulazione del progetto sulla scorta di un interpretazione rigorosa dell art. 3, comma 6 del D. Lgs. 194/05, ha senso se e solo se i dati di input sono estremamente Pagina n. 38 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

39 dettagliati ed affidabili. Infatti, è presumibile che la soglia di variazione non dovrebbe essere superiore ai 3 db, corrispondenti al raddoppio o dimezzamento dell energia sonora; ma per valutare con ragionevole affidabilità una tale variazione, le previsioni del modello dovrebbero avere un accuratezza migliore di ±3 db; questo valore d accuratezza è al limite dello stato dell arte, specialmente nel caso di modelli complessi come quello dell agglomerato di Bologna e si può raggiungere se tutti i dati necessari sono forniti al massimo grado di dettaglio richiesto (si vedano in proposito anche i toolkit della Good Practice Guide [12]); d altra parte l esperienza maturata nel corso del presente progetto ha mostrato come il reperimento dei dati sia la fase più critica, con difficoltà anche nell avere i dati minimi necessari per partire, ben lontani da quelli ottimali. Non ha quindi senso definire delle specifiche di variazione estremamente accurate sull output se non si possono allo stesso tempo controllare le specifiche di accuratezza dell input. Preso atto che la qualità dei dati di input forniti è la massima ottenibile, è logico non insistere ulteriormente sulla definizione di una soglia di variazione Costruzione del modello digitale del terreno Per le strade provinciali è stata usata di preferenza la cartografica digitale regionale fornita dal Servizio Cartografico della Regione Emilia Romagna in formato shapefile. Quando questa non copriva le zone interessate dalla mappatura acustica o presentava problemi di bassa densità di punti si è fatto ricorso alle griglie raster del DTM (Digital Terrain Model) fornite dallo stesso Servizio Cartografico. Per la realizzazione della mappe acustiche dell agglomerato di Bologna, comprendente anche quattro comuni limitrofi al capoluogo, è stata utilizzata la cartografia comunale di Bologna, la quale copre appunto la sola area del Comune di Bologna, collegata con la cartografia fornita dalla Regione Emilia-Romagna per la copertura dei comuni satellite. Preliminarmente, i dati sono stati proiettati nel sistema di riferimento WGS84 richiesto per l invio dei dati dalla Commissione Europea ed è stata controllata la quota di alcuni punti adiacenti, presenti in entrambe le cartografie comunale e regionale, per verificare che i dati fossero confrontabili ed utilizzabili contemporaneamente. Nella realizzazione del modello del terreno sono stati utilizzati i punti quota, non le curve di livello. Data infatti la dimensione delle aree oggetto di studio, in particolare per l agglomerato di Bologna, considerare anche le curve di livello quotate (anche se filtrate per ridurre il numero di vertici da cui sono Pagina n. 39 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

40 composte) produce un DGM (Digital Ground Model) di dimensioni notevoli (circa 95 MB per l agglomerato, contro ai 5 MB richiesti per il DGM senza curve di livello). Tutto ciò si traduce in un aumento del tempo di calcolo e di tempo di trasmissione di dati all interno della rete di computer adibiti al calcolo. Inoltre le curve di livello presenti nella cartografia comunale di Bologna sono concentrate principalmente nella zona collinare, dove un così alto livello di precisione è sicuramente sovradimensionato per lo scopo del presente studio e, al contrario, pressoché inesistenti nel resto dell area dove, ovviamente, i dislivelli altimetrici sono contenuti. La presenza delle curve di livello all interno del DGM, infine, non garantisce l accurata modellazione del terreno in prossimità delle principali infrastrutture stradali e ferroviarie: in questi casi il DGM è stato modellato manualmente creando curve di livello sulla base dei punti quotati disponibili in modo da evidenziare la presenza di rilevati, ponti e corsie in trincea. Per ulteriori dettagli si veda il punto Errore. L'origine riferimento non è stata trovata Tipo di copertura del suolo Le informazioni relative alle caratteristiche acustiche del suolo possono essere dedotte da rilievi aerofotogrammetrici, da strati informativi di uso del suolo vettoriali e da ortofoto digitali. L aggiornamento all anno di riferimento delle mappe di uso del suolo può essere effettuato attraverso il confronto con immagini telerilevate recenti. A livello europeo lo standard di riferimento per l uso del suolo è dato dal database Corine Land Cover (CLC2000) [34]. Alla data di redazione della presente relazione è in corso l aggiornamento al 2006 (CLC2006) [35]. La base dati Corine è disponibile su file, in formato vettoriale di tipo poligonale, e scaricabile dal sito ISPRA-SINA (Sistema Informativo Nazionale Ambientale). Ai fini del presente progetto, le caratteristiche acustiche del suolo sono state assegnate attribuendo ad ogni area identificata nel progetto Corine un valore di ground factor coerente con il toolkit 13 della Good Practice Guide [12] Edifici e popolazione residente Il problema è sostanzialmente diverso a seconda che si considerino gli edifici in prossimità delle strade provinciali o quelli facenti parte dell agglomerato di Bologna. Pagina n. 40 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

41 Nel caso delle strade provinciali la soluzione è stata valutata caso per caso, in funzione degli specifici dati messi a disposizione. Nel caso dell agglomerato di Bologna, la soluzione adottata è stata determinata dal fatto che durante l arco temporale di realizzazione del progetto sono state fornite in tempi diversi due diverse coperture GIS riguardanti gli edifici compresi nel Comune di Bologna: 1. ctc_edifici.shp, (contenente tutti gli edifici compresi nel Comune, con informazioni circa altezza e destinazione d uso, inviato inizialmente insieme al resto della cartografia comunale); 2. residenti_per_edificio.shp, (contenente tutti gli edifici compresi nel Comune, con informazioni circa la destinazione d uso ed il numero di residenti per edificio, inviato tramite posta elettronica solo il giorno 28 ottobre 2008). file: Analogamente, per stimare il numero di residenti per edificio inizialmente sono stati forniti i seguenti 3. ctc_civici.shp, (shapefile dei punti rappresentanti i civici compresi nel Comune, inviato inizialmente insieme al resto della cartografia comunale); 4. res_civ.dbf, (tabella allegata contenente il numero di residenti per civico, inviato inizialmente insieme al resto della cartografia comunale). La consegna dello shapefile residenti_per_edificio.shp è avvenuto solo il 28 ottobre 2008, a seguito della segnalazione dei problemi emersi nella corretta identificazione d uso degli edifici presenti nella prima copertura GIS ctc_edifici.shp dove, sotto la tipologia di edificio EDGEN, erano presenti edifici con le destinazioni più diverse: - edifici residenziali, - centri commerciali, - edifici amministrativi, - caserme, - garage. Non era ovviamente possibile considerare in automatico tutti questi edifici come residenziali, poiché l errata attribuzione della destinazione residenziale ad un edificio che non lo è determina una errata Pagina n. 41 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

42 distribuzione della popolazione residente e dunque un errato calcolo del numero degli esposti. È stato quindi necessario elaborare edifici e residenti due volte: inizialmente, per riuscire partire con la modellazione, e dopo il 28 ottobre 2008, per integrare il modello con le nuove informazioni pervenute. Per quanto riguarda gli edifici, per ovviare ai maggiori errori di destinazione d uso degli stessi, si è proceduto inizialmente ad una lunga verifica manuale di tutti gli edifici all esterno dei viali mediante l uso dei servizi Google Earth e Microsoft Visual Earth. Per l area compresa all interno dei viali, invece, data la complessità e la vicinanza tra i vari edifici, è stato necessario attendere il file residenti_per_edificio.shp ed aggiornare il modello con le informazioni di destinazione d uso in esso presenti. Per definire correttamente l effetto della presenza degli edifici è inoltre necessario assegnare nel modello costruito il valore del coefficiente di assorbimento acustico, ovvero del coefficiente di riflessione, delle facciate. Ciò è stato fatto in conformità ai toolkit 15 e 16 della Good Practice Guide [12]. Per quanto riguarda la popolazione residente, per l area esterna ai viali sono state distribuiti nel modello i residenti presenti nello shapefile ctc_civici.shp a cui è stata allegata l informazione dei residenti per numero civico contenuta nel file res_civ.dbf sfruttando il campo CIVKEY comune ad entrambi i file. Per l area compresa all interno dei viali è stato necessario attendere il file residenti_per_edificio.shp e allegare al modello l informazione contenuta nel file stesso. Tale procedura ha ottenuto come risultato un nuovo file ctc_edifici.shp aggiornato, che costituisce la base per gli edifici del modello dell agglomerato di Bologna. L utilizzo del file suddetto per il calcolo delle mappe acustiche rappresenta sicuramente la scelta migliore, proprio in virtù dell estrema definizione spaziale con cui sono restituiti gli edifici. Diverso, invece, il discorso per il calcolo del numero degli esposti, che, in base alla normativa, deve avvenire collocando una serie di ricevitori sulle facciate stesse degli edifici ad un altezza di 4 m. L estrema definizione della cartografia di base, per questo tipo di calcolo, crea alcuni problemi nella distribuzione dei residenti nei vari edifici, che sono stati risolti con considerazioni ad hoc, dipendenti dalle particolarità dei file forniti Modelli di calcolo utilizzati per l elaborazione delle mappe acustiche Allo stato attuale l Italia non dispone di modelli di calcolo nazionali, pertanto è tenuta ad utilizzare i modelli ad interim indicati dalla direttiva europea 2002/49/CE e dalla correlata raccomandazione della Pagina n. 42 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

43 Commissione Europea del 6 Agosto 2003 [7, 9]. Tali modelli rimarranno in vigore fino alla definitiva pubblicazione del metodo di calcolo europeo. Per il presente lavoro sono state puntualmente seguite le prescrizioni della direttiva europea sopra citata. Per completezza di seguito si ricordano i modelli di calcolo utilizzati Sorgenti stradali Il metodo di calcolo ad interim raccomandato per il rumore da traffico veicolare è il modello di calcolo francese NMPB-Routes-96 (SETRA-CERTU-LCPC-CSTB), citato in Arrêté du 5 mai 1995 relatif au bruit des infrastructures routières, Journal Officiel du 10 mai 1995, article 6 e nella norma francese XPS Il modello NMPB-Routes 96 prevede un procedimento dettagliato per il calcolo dei livelli sonori a lungo termine generati dal traffico in prossimità dell infrastruttura stradale. Il modello NMPB-Routes 96 è implementato nel software SoundPLAN utilizzato [33] Sorgenti ferroviarie Il metodo di calcolo ad interim raccomandato per il rumore ferroviario è il modello di calcolo nazionale olandese RMR, pubblicato in Reken- en Meetvoorschrift Railverkeerslawaai 96, Ministerie Volkshuisvesting, Ruimtelijke Ordening en Milieubeheer, 20 November Questo modello comprende una metodologia di calcolo semplificata (SRM I) ed una di maggiore dettaglio (SRM II). Per quanto possibile è stato utilizzato il metodo SRM II, come prescritto dalla Commissione Europea, inserendo valori di default per i dati di input non pervenuti. Il modello RMR-SRM II è implementato nel software SoundPLAN utilizzato [33] Sorgenti aeroportuali Il metodo di calcolo ad interim raccomandato per il rumore degli aeromobili è il documento 29 ECAC.CEAC Report on standard method of computing noise contours around civil airports, 1997 [10]. Tale documento descrive un approccio metodologico al quale non corrisponde uno specifico codice di calcolo da impiegare per la determinazione dei livelli di rumore di origine aeronautica nell intorno degli aeroporti. Pagina n. 43 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

44 Sebbene la direttiva non faccia riferimento ad un esplicito modello, allo stato attuale è prassi ormai consolidata nell ambito delle attività di competenza delle Commissioni Aeroportuali (istituite ai sensi dell art.5 del D.M. 31 ottobre 1997) e in altri contesti, utilizzare il modello INM, Integrated Noise Model [32], realizzato dalla Federal Aviation Administration (FAA), il cui approccio rispecchia parzialmente le specifiche descritte nel documento ECAC.CEAC e può in sostanza essere reso compatibile con quest ultimo. Il software INM è utilizzato dall aeroporto di Bologna in maniera compatibile con le specifiche ECAC.CEAC Sorgenti industriali Il metodo di calcolo ad interim raccomandato per il rumore prodotto dalle sorgenti di tipo industriale è quello descritto nella ISO [11]. Questo metodo definisce ed implementa le modalità di attenuazione del suono in ambiente esterno prodotte da una qualsiasi sorgente esterna. Il modello ISO è implementato nel software SoundPLAN utilizzato [33] Combinazione dei livelli sonori concorrenti alla rumorosità ambientale La combinazione dei livelli concorrenti alla rumorosità ambientale si applica per l elaborazione delle mappe acustiche strategiche: i livelli di immissione ai ricettori generati dalle varie sorgenti sonore devono essere combinati per determinare l esposizione globale al rumore e/o una previsione generale per l agglomerato analizzato. La combinazione dei livelli sonori ai ricettori si esegue effettuando la somma energetica dei vari contributi: L tot n Li = 10 lg (2) i= 1 dove: L tot è il livello sonoro complessivo; L i è il livello rilevato o calcolato per ciascuna delle sorgenti presenti (in termini di L den o L night ); n è il numero di sorgenti che concorrono al livello sonoro complessivo. Pagina n. 44 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

45 Il livello sonoro complessivo può essere valutato direttamente attraverso un modello di calcolo, fornendo in ingresso al software previsionale tutte le informazioni relative alle diverse sorgenti presenti nell area di analisi. In alternativa la mappa strategica può essere estrapolata sommando energeticamente i valori assunti dai livelli di pressione sonora in tutti i punti di una griglia georeferenziata mediante l utilizzo di strumenti GIS. Quest ultima operazione richiede a rigore di operare su una stessa base cartografica e di calcolare i livelli di pressione sonora dovuti alle diverse sorgenti di rumore su una griglia con uguale frequenza spaziale. In caso contrario, la sovrapposizione delle diverse mappe e la manipolazione dei dati che ne consegue conduce a risultati di accuratezza molto inferiore rispetto ai valori associati alle rispettive mappe di partenza. La scelta di costruire un modello acustico dedicato per l agglomerato di Bologna ha consentito di utilizzare il primo metodo (calcolo diretto), sicuramente più affidabile Influenza delle condizioni meteorologiche La determinazione del livello a lungo termine richiede la caratterizzazione del livello sonoro in due condizioni meteorologiche specifiche (omogenea e favorevole alla propagazione) e l introduzione di un fattore di ponderazione p, che quantifica l incidenza nel lungo periodo di condizioni favorevoli alla propagazione. L espressione del livello a lungo termine si riferisce alla formulazione proposta dal metodo ad interim XPS individuato dalla direttiva 2002/49/CE del 25 giugno 2002 [7, 9]: L F L 10 = 10lg (1 ) 10 H L longterm p p (3) dove: L F è il livello calcolato o rilevato in condizioni favorevoli alla propagazione, rappresentativo della variabilità delle emissioni sonore della sorgente specifica nei tre periodi di riferimento diurno, serale e notturno; L H è il livello acustico calcolato o rilevato in condizioni omogenee di propagazione, rappresentativo della variabilità delle emissioni sonore della sorgente specifica nei tre periodi di riferimento diurno, serale e notturno; p è l incidenza nel lungo periodo di condizioni meteorologiche favorevoli alla propagazione del rumore nella direzione sorgente-ricettore (0 p 1). Pagina n. 45 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

46 Il software SoundPLAN implementa lo schema di calcolo sopra riportato, tuttavia non sono pervenuti dati statistici sull incidenza di condizioni favorevoli alla propagazione sonora; pertanto si è deciso di adottare i valori percentuali cautelativi di riferimento, riportati in tabella 3 e suggeriti dalla Good Practice Guide [12], dalle linee guida UNI [15], e dalla UNI [14]. Tabella 3. Valori percentuali cautelativi di riferimento per la determinazione dell incidenza di condizioni favorevoli alla propagazione sonora nei periodi diurno, serale e notturno. Periodo di riferimento Frazione p dell anno solare di condizioni favorevoli alla propagazione sonora Giorno (06-20) p = 0,5 Sera (20-22) p = 0,75 Notte (22-06) p = 1 Per ulteriori indicazioni sulla determinazione delle condizioni medie annue di propagazione acustica è possibile riferirsi al toolkit 21 della Good Practice Guide [12] Calibrazione del modello con misurazioni di riferimento Modelli complessi come quelli realizzati nel corso del presente lavoro necessitano di una accurata messa a punto, che non può prescindere dal confronto con valori misurati. Purtroppo i dati sperimentali disponibili sono spesso pochi o nulli, come è avvenuto anche per il presente progetto, in quanto si tende spesso a sottostimare l importanza di misure di riferimento. Si raccomanda quindi per i futuri cicli di mappatura e piani d azione di predisporre il budget per una nutrita campagna di misurazioni fonometriche, che sono le sole che permettono di calibrare rapidamente il modello acustico in modo che risponda come nella realtà. Nel caso in esame si è parzialmente rimediato, per l agglomerato di Bologna, grazie alla collaborazione di ARPA che ha eseguito misure accoppiate di traffico e di rumore in quattro punto scelti per essere rappresentativi di situazioni diverse. I dettagli del confronto tra misurazioni e calcoli sono riportati nei Pagina n. 46 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

47 punti Errore. L'origine riferimento non è stata trovata., Errore. L'origine riferimento non è stata trovata., Errore. L'origine riferimento non è stata trovata. e Errore. L'origine riferimento non è stata trovata. della relazione tecnica DIENCA RER-CBO 1/2011 del 15 Marzo 2011, relativa all agglomerato di Bologna; qui si evidenzia solo, in estrema sintesi, la buona rispondenza del modello calibrato alla realtà misurata (tabella 4). Tabella 4. Confronto tra valori misurati da ARPA e valori calcolati con il modello dell agglomerato di Bologna nei punti di riferimento concordati. Sito Misurati L den, db Misurati L night, db Calcolati L den, db Calcolati L night, db Differenza L den, db Differenza L night, db Via Emilia Ponente Viale Ercolani Via San Vitale Ferrovia BO-MI 76,8 69,9 77,1 69,4 0,3-0,5 73,8 66,4 74,8 66,3 1,0-0,1 75,9 68,3 76,9 68,6 1,0 0,3 79,1 72,2 79,4 72,8 0,3 0,6 Vale appena la pena di ricordare che il confronto deve essere attuato utilizzando il medesimo descrittore acustico sia per i valori misurati che per quelli calcolati, per cui i dati grezzi forniti da ARPA sono stati rielaborati per fornire i corrispondenti valori di L den e L night. ARPA anche ha fornito vari dati storici relativi a monitoraggi acustici effettuati sul territorio dell agglomerato di Bologna negli ultimi sei anni. Tuttavia le schede fonometriche non sono accompagnate da rilievi di traffico o di altri parametri d influenza. Il confronto non è quindi molto indicativo ed anzi può a volte essere fuorviante, in quanto: - i rilevi fonometrici non sono accompagnati da rilievi di traffico e risulta quindi impossibile simulare l emissione della sorgente al momento delle misure di rumore; i flussi veicolari attuali sono verosimilmente maggiori; Pagina n. 47 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

48 - i rilevi fonometrici non sono accompagnati da rilievi meteorologici, e risulta quindi impossibile stimare l influenza dei parametri climatici sulla propagazione del suono; - nel tempo possono essere intervenute trasformazioni urbanistiche o dell infrastruttura costituente la sorgente sonora, delle quali risulta impossibile stimare la portata. Dopo aver provato a valutare la validità di un confronto basato su dati storici incompleti (si veda il punto Errore. L'origine riferimento non è stata trovata. della relazione tecnica DIENCA RER-CBO 1/2011 del 15 Marzo 2011, relativa all agglomerato di Bologna), si deve confermare l opinione della letteratura tecnica corrente, raccomandando di non fare troppo affidamento su tali dati. Invece si ricorda che i modelli acustici costruiti, in particolare quello dell agglomerato di Bologna, sono modelli globali fatti cioè per dare previsioni globalmente corrette su aree vaste, nello spirito della direttiva 2002/49/CE; per renderli efficaci a livello locale, cioè in ogni microarea o al limite per ogni singolo edificio, come può essere richiesto nello futuro sviluppo di piani d azione operativi, è necessario calibrare tali modelli su nutriti insiemi di valori misurati. La corretta attuazione della fase esecutiva dei piani d azione non compresa nel presente progetto non potrà dunque prescindere dall esecuzione preliminare di misurazioni fonometriche in numerosi siti Valori delle impostazioni generali del programma Per quanto riguarda i valori delle impostazioni generali di calcolo per il software di simulazione acustica SoundPLAN si riporta di seguito il report generato dal programma stesso: Calculation type: Grid Noise Map [PARAMETERS] Angle increment: 1,00 deg Reflection depth: 0 Number of reflections: 2 Maximal search radius 1000 Weighting: db(a) Calculation with side screening Source side reflection precalculation enabled Standards: Roads: NMPB - Routes - 96 Driving on right side Emission according to: Guide du Bruit (Lden) Pagina n. 48 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

49 Limitation of screening loss: single/multiple 20 db /25 db Environment: Air pressure 1013,25 mbar rel. Humidity 70 % Temperature 10 C Fixed favorable/homogeneous percentage p(6-20h)[%]=50,0; p(20-22h)[%]=75,0; p(22-6h)[%]=100,0; Dissection parameters: Distance to diameter factor 2 Minimal Distance [m] 1 m Max. Difference GND+Diffraction 1 db Max. No. of Iterations 4 Railway: RMR 2002 (EU) Emission according to: RMR 2002 (Lden) Air absorption: ISO 3891 Environment: Air pressure 1013,25 mbar rel. Humidity 80 % Temperature 10 C Meteo. Corr. C0(6-20h)[dB]=0,0; C0(20-22h)[dB]=0,0; C0(22-6h)[dB]=0,0; Industry: ISO : 1996 Air absorption: ISO 9613 Limitation of screening loss: single/multiple 20 db /25 db Environment: Air pressure 1013,25 mbar rel. Humidity 70 % Temperature 10 C Meteo. Corr. C0(6-20h)[dB]=0,0; C0(20-22h)[dB]=0,0; C0(22-6h)[dB]=0,0; VDI-Parameters for diffraction C1=3 C2=20 Dissection parameters: Distance to diameter factor 2 Minimal Distance [m] 1 m Max. Difference GND+Diffraction 1 db Max. No. of Iterations 4 Assessment: Lden (IT) Grid Map: Grid Interpolation: Field size = 9x9 Min/Max = 10,0 db Difference = 0,1 db Lo hardware impegnato per lo svolgimento dei calcoli è costituito da una workstation HP xw400 connessa in rete ad una decina di altri computer operanti sotto Windows XP Professional. Pagina n. 49 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

50 8.14. Concorsualità di più sorgenti sonore Nel caso di concorsualità di più sorgenti sonore, il limite di riferimento che ciascuna sorgente deve rispettare si può ottenere da una rimodulazione del valore limite assoluto di zona (L zona ), previsto dalla classificazione territoriale o dalle fasce di pertinenza acustica delle infrastrutture, in funzione del numero di sorgenti concorsuali. Il limite di soglia (L s ) a cui le singole sorgenti concorsuali devono riferirsi si può calcolare utilizzando l espressione [4]: L s ( N ) = L 10lg (4) zona dove N è il numero di sorgenti concorsuali presenti nella medesima area critica Conversione di valori di altri descrittori acustici Alla data di redazione della presente relazione tecnica non sono ancora stati emanati i decreti sui criteri di conversione dei valori espressi tramite i descrittori stabiliti dalla normativa nazionale vigente nei descrittori L den ed L night e dei relativi valori limite. Fino all emanazione di tali decreti si utilizzano: per l elaborazione delle mappe acustiche ai sensi della direttiva 2002/49/CE, i descrittori L den ed L night ; per la determinazione delle criticità, gli indicatori ed i valori limite stabiliti dalla normativa nazionale vigente (L Aeq ed L VA ) oppure altri descrittori compositi che tengano conto anche del numero delle persone esposte, come raccomandato dalla Good Practice Guide on noise exposure [13]. Una metodologia di conversione dei valori, misurati o calcolati, espressi tramite i descrittori stabiliti dalla normativa nazionale vigente nei descrittori L den ed L night è disponibile nella UNI [14] ed è subordinata al rispetto di una serie di condizioni al contorno dipendenti dal caso specifico. In particolare, la UNI 11252, al punto 5 specifica che: non si può procedere alla conversione di L Aeq o di L VA se non esiste, o è incompleta, la documentazione sui seguenti aspetti: 5.1 configurazione geometrica del sito, con indicazione almeno della distanza del punto di determinazione di L Aeq o di L VA dalla sorgente, dal suolo e da eventuali edifici; 5.2 configurazione geometrica degli eventuali aggetti esterni della facciata (balconi, cornicioni, ecc.) se in prossimità del punto di determinazione; Pagina n. 50 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

51 5.3 descrizione della tipologia di sorgente sonora cui il dato acustico si riferisce; 5.4 data, tempi di riferimento (diurno e/o notturno), intervalli temporali ai quali si riferisce il livello L Aeq o L VA ; 5.5 numerosità e distribuzione nell arco dell anno dei dati di L Aeq o di L VA sufficienti a descrivere la variabilità annuale dell emissione sonora della sorgente specifica e quella delle condizioni meteo climatiche Conversione di valori limite di riferimento Non è possibile valutare la criticità di una situazione senza fare riferimento a valori limite per determinare l entità del superarmento. Il D. Lgs. 195/04, all art. 5 comma 1, prescrive che ai fini dell elaborazione e della revisione della mappatura acustica e delle mappe acustiche strategiche di cui all articolo 3 sono utilizzati i descrittori acustici L den e L night calcolati secondo quanto stabilito all allegato 1. D altra parte, lo stesso il D. Lgs. 195/04, all art. 5 comma 2, specifica che entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell ambiente e della tutela del territorio, di concerto con il Ministro della salute, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, sono determinati, ai sensi dell articolo 3 della legge n. 447 del 1995, i criteri e gli algoritmi per la conversione dei valori limite previsti all articolo 2 della stessa legge, secondo i descrittori acustici di cui al comma 1. Inoltre, il D. Lgs. 195/04, all art. 5 comma 4, precisa che fino all emanazione dei decreti di cui al comma 2 (decreti di conversione dei valori limite in valori di L den e L night ) si utilizzano i descrittori acustici ed i relativi valori limite determinati ai sensi dell articolo 3 della legge n. 447 del Quindi: da una parte il D. Lgs. 194/05 richiede che le mappe acustiche siano elaborate utilizzando i descrittori L den e L night e precisa che i valori limite determinati ai sensi della legge n. 447 del 1995, cioè espressi tramite il L Aeq, saranno convertiti in valori di L den e L night ; dall altra chiede di utilizzare i valori limite espressi tramite il L Aeq, fino a che non sia stato emesso un decreto relativo alla conversione, tuttora atteso. Questa situazione incompiuta ed ambigua determina il problema della possibile duplicazione dei calcoli: da una parte si devono produrre gli elaborati finali in base alla direttiva europea, utilizzando i descrittori L den e L night, dall altra si dovrebbero ripetere tutti i calcoli anche utilizzando il livello equivalente Pagina n. 51 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

52 L Aeq - ed L VA per gli aeroporti - in modo da avere un riscontro chiaro con i valori limite di legge attualmente in uso in Italia. Per uscire dal dilemma sono possibili le tre alternative seguenti. Alternativa 1: adozione della procedura del doppio calcolo. Le mappe acustiche sono elaborate due volte, utilizzando sia i descrittori L den e L night sia i descrittori L Aeq e L VA ; il primo insieme di mappe, conforme al D. Lgs. 194/05 [8], è consegnato all Unione Europea attraverso il Ministero dell Ambiente; il secondo è utilizzato per il confronto con i valori limite determinati ai sensi della legge 447/95 [1]. Le leggi in vigore sono formalmente rispettate, ma la duplicazione degli sforzi e dei tempi di calcolo, in un contesto a budget e tempi limitati, rischia di rendere non praticabile il programma di lavoro. Inoltre, il fatto di avere dei riferimenti per il risanamento espressi mediante indicatori diversi da quelli europei, obbligatori nella presentazione delle mappe acustiche, causa difficoltà nella comprensione e valutazione delle scelte di bonifica e del loro ordine di priorità. Alternativa 2: adozione esclusiva degli indicatori europei. Le mappe acustiche sono elaborate una sola volta, utilizzando i descrittori L den e L night. Le criticità sono valutate con un criterio che faccia riferimento esclusivo alle fasce di valori di L den e L night riportate nella direttiva 2002/49/CE, oltre che al numero degli esposti, senza considerare i valori limite di legge attualmente in vigore in Italia e ragionando solo sul numero di persone esposte e sulla gravità dell esposizione. Questa alternativa ha il pregio della semplicità (non si ripetono i calcoli) e della coerenza (si utilizzano solo gli indicatori europei), ma può esporre il fianco alla critica di non avere considerato disposizioni di legge in vigore, segnatamente riguardo ai valori limite di cui al D.P.C.M. 14/11/97 [2]. In realtà il D. Lgs. 194/05 lascia ampia libertà di scelta della metodologia di determinazione delle criticità, delle priorità di intervento e delle modalità di attuazione, per cui basterebbe alla fine della procedura ripetere il calcolo della situazione dopo gli interventi di risanamento utilizzando i descrittori italiani al solo fine di mostrare il confronto tra i valori attesi ed i valori limite vigenti. Tuttavia i responsabili delle amministrazioni potrebbero pesare maggiormente il rispetto formale delle disposizioni vigenti piuttosto che la coerenza tecnica. Alternativa 3: adozione degli indicatori europei e conversione tecnica dei valori limite italiani. Le mappe acustiche sono elaborate una sola volta, utilizzando i descrittori L den e L night. Le criticità sono valutate Pagina n. 52 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

53 sia con un criterio che tenga conto della popolazione esposta in accordo al D. Lgs. 194/05 [8], sia confrontando i valori dei descrittori L den e L night calcolati con i valori limite vigenti in Italia, opportunamente convertiti in valori dei descrittori L den e L night. I valori limite di legge italiani sono convertiti numericamente mediante un calcolo diretto in valori L den e L night da utilizzare come termine di riferimento tecnico nei calcoli dei superamenti. Gli elaborati finali del piano d azione sono ancora espressi in termini di L den e L night (e di persone esposte), conformemente al D. Lgs. 194/05 [8], ma nel processo si è automaticamente tenuto conto anche dei valori limite italiani, così come convertiti. Questa alternativa ha il pregio della semplicità (non si ripetono i calcoli), della coerenza (si utilizzano solo gli indicatori europei) e del rispetto formale dei valori limite in vigore in Italia. Anche in questo caso alla fine della procedura è possibile ripetere il calcolo della situazione dopo gli interventi di risanamento utilizzando i descrittori italiani al solo fine di mostrare il confronto tra i valori attesi ed i valori limite vigenti. Nel presente lavoro si è scelto di seguire l alternativa 3 precedentemente esposta: utilizzo degli indicatori europei e conversione tecnica dei valori limite italiani per generare le mappe di conflitto utili alla redazione dei piani d azione. Al termine del lavoro saranno ricalcolati - una sola volta - anche i valori di livello sonoro continuo equivalente ponderato A, L Aeq, attesi dopo gli interventi di risanamento. La tabella 5 riporta la conversione numerica dei valori limite della tabella C di cui al D.P.C.M. 14/11/1997 [2]. La tabella 6 riporta la conversione numerica dei valori limite di cui al D.P.C.M. 18/11/1998 n. 459 [5], artt. 4 e 5. La tabella 7 riporta la conversione numerica dei valori limite di cui al D.P.R. 30/04/2004 n. 142 [6], allegato 1, tabelle I e II. Il metodo utilizzato per la conversione dei valori limite è il seguente. Il valore limite per il livello giorno-sera-notte (day-evening-night level) L den, espresso in decibel ponderati A, è definito dalla seguente espressione: L den,lim LAeq,lim diurno LAeq,lim diurno + 5 LAeq,lim notturno = 10 lg K (5) 24 Pagina n. 53 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

54 dove: L den,lim è il valore limite del livello giorno-sera-notte (day-evening-night level) L den ; L Aeq,lim diurno è il valore limite del livello continuo equivalente ponderato A, in periodo diurno (06-22) secondo la legislazione italiana; L Aeq,lim notturno è il valore limite del livello continuo equivalente ponderato A, in periodo notturno (22-06) secondo la legislazione italiana; K è la correzione per l esclusione della componente riflessa dalla facciata, posta pari a 3 db. Il valore limite per il livello notturno L night, espresso in decibel ponderati A, è definito dalla seguente espressione: L night, lim = LAeq, lim notturno K (6) dove: L night,lim è il valore limite del livello notturno L night ; L Aeq,lim notturno è il valore limite del livello continuo equivalente ponderato A, in periodo notturno (22-06) secondo la legislazione italiana; K è la correzione per l esclusione della componente riflessa dalla facciata, posta pari a 3 db. Pagina n. 54 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

55 Tabella 5. Conversione della tabella C di cui al D.P.C.M. 14/11/1997 in termini di L den e L night. Colonne 2 e 3: valori limite vigenti in Italia. Colonne 4 e 5: corrispondenti valori convertiti in termini di descrittori europei. Classi di destinazione d uso del territorio Periodo diurno ( ) L Aeq in db(a) Periodo notturno ( ) L Aeq in db(a) L den in db(a) L night in db(a) I aree particolarmente protette ,7 37 II aree prevalentemente residenziali ,7 42 III aree di tipo misto ,7 47 IV aree di intensa attività umana ,7 52 V aree prevalentemente industriali ,7 57 VI aree esclusivamente industriali ,2 67 Tabella 6. Conversione dei valori limite di cui al D.P.C.M. 18/11/1998 n. 459, artt. 4 e 5, in termini di L den e L night. Colonne 3 e 4: valori limite vigenti in Italia per le ferrovie. Colonne 5 e 6: corrispondenti valori convertiti in termini di descrittori europei. Tipologia dei ricettori Fascia di pertinenza in m Periodo diurno ( ) L Aeq in db(a) Velocità > 200 km/h Periodo notturno ( ) L Aeq in db(a) L den in db(a) L night in db(a) Scuole 50 46,3 Ospedali ,7 37 Altri ricettori 250 m ,7 52 Velocità <= 200 km/h Scuole 50 46,3 Ospedali ,7 37 Altri ricettori A m ,7 57 Altri ricettori B m ,7 52 Pagina n. 55 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

56 Tabella 7. Conversione dei valori limite di cui al D.P.R. 30/04/2004, allegato 1, tabelle I e II, in termini di L den e L night. Colonne 3 e 4: valori limite vigenti in Italia per le strade. Colonne 5 e 6: corrispondenti valori convertiti in termini di descrittori europei. Tipologia di ricettore / strada Fascia di pertinenza Periodo diurno ( ) Periodo notturno ( ) in m L Aeq in db(a) L Aeq in db(a) L den in db(a) L night in db(a) Strade di nuova realizzazione Scuole 50-46,3 - Ospedali ,7 37 A Autostrade 250 m ,7 52 B extraurbane principali 250 m ,7 52 C1 extraurbane secondarie 250 m ,7 52 C2 extraurbane secondarie 150 m ,7 52 D Urbane di scorrimento 100 m ,7 52 E Urbane di quartiere 30 m seguono la classificazione acustica F Locali 30 m seguono la classificazione acustica Strade esistenti Scuole 50-46,3 - Ospedali ,7 37 A Autostrade A m ,7 57 B m ,7 52 B extraurbane principali Ca extraurbane secondarie Cb extraurbane secondarie A m ,7 57 B m ,7 52 A m ,7 57 B m ,7 52 A m ,7 57 B - 50 m ,7 52 Pagina n. 56 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

57 Da Urbane di scorrimento 100 m ,7 57 Db Urbane di scorrimento 100 m ,7 52 E Urbane di quartiere 30 m seguono la classificazione acustica F Locali 30 m seguono la classificazione acustica Individuazione di un indicatore di criticità globale La reale criticità di un area non dipende soltanto dai livelli sonori e dall entità del superamento di fissati valori limite, ma anche dal numero di persone esposte a tali superamenti. Pertanto un indicatore di criticità globale deve tenere conto sia dell entità dei livelli sonori sia dell entità della popolazione esposta a tali livelli. A livello nazionale, il D.M. 29/11/2000 [4] specifica un criterio generalmente adatto per infrastrutture di trasporto lineari, ma poco praticabile per gli agglomerati urbani. Infatti, benché il tentativo di stabilire un criterio numerico di priorità sia apprezzabile e possa essere applicato con successo a casi semplici nei quali sono coinvolte poche infrastrutture in aree relativamente omogenee, il criterio del D.M. 29/11/2000 non è adatto ad agglomerati urbani complessi. L applicazione di correttivi per ridurre la probabilità che le aree critiche siano estese in maniera arbitraria [44], come finora proposta, mal si presta ad una esecuzione automatizzata in ambiente GIS. A livello europeo soltanto il Belgio e la Francia hanno elaborato dei criteri per la determinazione delle priorità di intervento. La Gran Bretagna, sebbene ufficialmente non abbia ancora elaborato dei criteri, nel piano d azione di Londra ha enunciato dei principi di base che prevedono che le priorità debbano essere stabilite non soltanto sulla base dei livelli di rumore e della popolazione esposta, ma anche dell efficacia delle soluzioni identificate (rapporto costi/benefici). Per quanto concerne il peso da associare ai livelli di rumore stimati, l approccio proposto consiste nel determinare la percentuale di popolazione esposta ad un determinato livello di disturbo. A questo proposito viene citata la metodologia proposta da Miedema [45] che consiste nel calcolare le priorità di intervento sulla base dei risultati ottenuti moltiplicando la percentuale di popolazione molto disturbata, deducibile dalle curve dose/effetto per un determinato livello di esposizione, per il numero di persone esposte. Pagina n. 57 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

58 Anche altri progetti di respiro europeo (SMILE, Q-City) si basano sulle curve dose-effetto di Miedema [45]. La difficoltà intrinseca nell applicabilità di questa metodologia consiste nella estrapolazione di curve di risposta dose-effetto di validità generale che possano essere impiegate in contesti diversi da quelli in cui sono state elaborate (differenti condizioni sociali, culturali ed economiche, intervalli temporali di indagine diversificati, ecc.). Tra tutti questi criteri quello meno arbitrario e più operativo risulta il criterio belga, esposto qui di seguito nella sua forma aggiornata alla direttiva 2002/49/CE (ECU den ). Recentemente, l ECU den è stato ufficialmente adottato dall Expert Panel on Noise (EPoN) della Commissione Europea e inserito nella Good Practice Guide on noise exposure [13, punto 1.4], con il nuovo nome di L den,population, divenendo a tutti gli effetti un nuovo indicatore europeo per l esposizione della popolazione. Per gli scopi del presente progetto, si impiega anche il criterio ECU den per la valutazione delle criticità composite livello-popolazione esposta. Sono quindi prodotte anche le mappe di criticità in funzione dei valori di ECU den Indicatore di criticità ECU den In Belgio è in uso da diversi anni un indicatore chiamato ECU (Exposure Comparison Unit) che ha trovato applicazione anche in altri paesi. Originariamente l ECU era stato definito come: ECU N i= 1 Li + L 10 c = 10 lg 10 (7) dove: N è il numero di appartamenti abitati in un area; L i è il valor medio del livello equivalente L Aeq (6-22h) dell area dove è posto l appartamento, pari a: - 57,5 db(a) per l area db(a), - 62,5 db(a) per l area db(a), - 67,5 db(a) per l area db(a), Pagina n. 58 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

59 - il valore vero L Aeq (6-22h) quando esso è maggiore di 70 db(a); L c è il fattore di correzione per ricettori sensibili, pari a: - +5 db(a) per le scuole, db(a) per gli ospedali. La delimitazione delle aree alle quali applicare il calcolo è a discrezione del tecnico incaricato. Nel 2008 la definizione dell indicatore è stata migliorata ed aggiornata alla direttiva europea 2002/49/CE [7]. Ne è risultato l ECU den : ECU den N i= 1 Li + L 10 c = 10 lg 10 (8) dove: N è il numero di appartamenti abitati o di abitanti (è necessario scegliere tra le due alternative) in un area; L i è il valore esatto del livello L den della facciata più esposta dell appartamento i-esimo o dell appartamento dove vive l abitante i-esimo (è necessario scegliere tra le due alternative); in entrambi i casi si considerano solo i valori di L den > 55 db(a); L c è il fattore di correzione per ricettori sensibili, pari a: - +5 db(a) per le scuole, db(a) per gli ospedali. Per la delimitazione delle aree, si ricorre ad un approccio sistematico [43]. Passo 1: dapprima le infrastrutture sono divise in settori lunghi 100 m e per ognuno di essi si calcola il valore di ECU den,100m. Passo 2: i settori contigui sono accorpati e la media logaritmica dei loro ECU den,100m costituisce lo ECU den,site. Pagina n. 59 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

60 Passo 3: le aree sono ordinate per valore di ECU den,site decrescente in quattro liste: Lista 1: include tutte le entità con max L den 70 db(a), Lista 2: include tutte le entità con max L den < 70 db(a), Lista 3: include tutte le entità con max L night 60 db(a), Lista 4: include tutte le entità con max L night < 60 db(a). Ogni lista è ordinata per valore decrescente di ECU den : si considerano primariamente i settori dove max L den 70 db(a) e/o max L night 60 db(a) (liste 1 e 3). L uso delle liste è facilitato da semplici regole: Caso 1: valori elevati di max L den e/o max L night e valore elevato di ECU den - sono necessari interventi urgenti; Caso 2: valori elevati di max L den e/o max L night e valore non elevato di ECU den - sono richiesti interventi sulle facciate; Caso 3: valori non elevati di max L den e/o max L night e valore elevato di ECU den - casi a bassa priorità; Caso 4: valori non elevati di max L den e/o max L night e valore non elevato di ECU den - casi senza priorità. Nell ambito del presente progetto, l uso dell indicatore ECU den come sopra definito nella valutazione delle criticità, avviene con le seguenti specificazioni: Per le infrastrutture stradali di competenza provinciale: - N è il numero di abitanti di ogni edificio, - L i è il valore esatto del livello L den della facciata più esposta dell edificio dove vive l abitante i- esimo; si considerano solo i valori di L den > 55 db(a); - La somma (8) è calcolata per aree di forma quadrata e di lato pari a 100 m, risultanti dalla sovrapposizione di una griglia ideale alla porzione di territorio considerata. Pagina n. 60 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

61 Per gli agglomerati urbani: - N è il numero di abitanti di ogni edificio, - L i è il valore esatto del livello L den della facciata più esposta dell edificio dove vive l abitante i- esimo; si considerano solo i valori di L den > 55 db(a); - La somma (8) è calcolata per ogni singolo edificio; - Per l agglomerato di Bologna, su richiesta del Comune di Bologna, la somma (8) è calcolata anche aggregando i valori all interno delle aree definite dal previgente PRG 1985, fornite dal Comune stesso in formato elettronico Presentazione dei risultati della mappatura acustica Gli elaborati prodotti a seguito delle attività di mappatura acustica e mappatura acustica strategica devono essere predisposti secondo formati standardizzati, stabiliti dalle autorità responsabili, ed organizzati in strutture logiche che ne consentano una facile individuazione e consultazione. In particolare si distinguono due tipologie di reporting: Reporting Mechanism dei dati da trasmettere alla Commissione Europea; reporting dei dati, delle elaborazioni e dei risultati ottenuti a supporto e validazione del lavoro compiuto. La prima tipologia di reporting è obbligatoria e descritta nei documenti predisposti dalla Commissione Europea sui propri siti web, oltre che riassunta, sebbene in maniera non ottimale, nelle bozze di documenti circolate presso il Ministero dell Ambiente. La seconda è a discrezione degli enti incaricati e si attua secondo le modalità da essi individuate. A conclusione della fase II del presente lavoro sono stati prodotti i Reporting Mechanism relativi sia alle strade di pertinenza provinciale sia all agglomerato di Bologna. Si vedano anche i CD/DVD allegati alla relazione tecnica DIENCA prot. RER-CBO 1/2009 del 30 giugno I file dei risultati relativi alle strade provinciali sono stati via via consegnati alle Province ed alla Regione Emilia-Romagna per posta elettronica. I Reporting Mechanism relativi ad ogni Provincia si possono trovare nei supporti ottici citati. Pagina n. 61 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

62 Inoltre, nei DVD allegati alla relazione tecnica DIENCA prot. RER-CBO 1/2009 del 30 giugno 2009 sono raccolti i risultati completi delle simulazioni acustiche eseguite per l agglomerato di Bologna; essi comprendono: 1. copia completa del modello SoundPLAN dell agglomerato di Bologna; 2. copia dei principali elementi utilizzati per la costruzione del modello (edifici, strade, ferrovie, dati aeroporto, barriere acustiche, ecc.); 3. elaborati grafici: mappe delle isofoniche dei descrittori L den e L night ; 4. Report Mechanism preparato per il Ministero dell Ambiente, comprendente tra l altro le tabelle della popolazione esposta e delle facciate silenziose. I file delle isofoniche dei descrittori L den e L night sono forniti anche in formato shapefile, rapidamente inseribili nel sito web della Regione Emilia-Romagna per contribuire a diffondere la necessaria informazione al pubblico. Per un elenco dettagliato dei risultati relativi alle strade con più di veicoli/anno di competenza della Provincia di Forlì -Cesena si vedano i DVD allegati alla presente relazione Piano d azione: tipologia Esistono due tipologie base di piano d azione che possono essere prodotte, entrambe, in ottemperanza alla legislazione vigente, ma caratterizzate da un diverso livello di definizione degli interventi pianificati. Per tener conto della diversa tipologia i piani sono denominati piano d azione strategico e piano d azione progettuale, in conformità alla UNI [16]: - piano d azione strategico: strumento volto ad impostare le scelte strategiche relative alle tipologie di soluzioni da adottare, a dare una prima sommaria definizione delle priorità di intervento e dei relativi impegni di spesa così da poter orientare la progettazione degli interventi. Si distingue dal piano d azione progettuale perché non contiene un progetto dei singoli interventi e rinvia al termine della loro stesura una verifica più precisa delle priorità di intervento e delle compatibilità con le risorse economiche disponibili. - piano d azione progettuale: strumento volto a definire le caratteristiche progettuali degli interventi che dovranno essere realizzati. Contiene, oltre agli elementi di definizione delle scelte strategiche, già previsti nel piano di indirizzo, anche la progettazione di livello almeno preliminare, secondo le Pagina n. 62 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

63 definizioni testo unico degli appalti, di tutti gli interventi che sono previsti nel periodo di vigenza del piano d azione. Il piano d azione strategico individua prevalentemente le linee di indirizzo secondo cui attuare il risanamento acustico, definendo i criteri generali per la pianificazione e la progettazione degli interventi, le modalità di ricerca dei finanziamenti, i ruoli e le responsabilità dei differenti soggetti coinvolti. Gli interventi pianificati nell ambito di un piano strategico comprendono prevalentemente il dispiegamento di politiche e atti di pianificazione i cui effetti si producono nel tempo in maniera meno deterministica di quanto accada nel caso dei progetti di opere da realizzare. Tuttavia la natura del piano richiede che anche tali interventi siano descritti nella concretezza delle azioni previste e sia data una stima, quanto più possibile quantitativa, degli effetti attesi in termini di esposizione della popolazione al rumore. Il piano d azione progettuale contiene una caratterizzazione di maggior dettaglio degli interventi previsti, consentendo così di prevedere una stima più accurata dei costi e dei benefici indotti. Un piano d azione progettuale caratterizza le specifiche criticità presenti sul territorio e definisce le singole opere da realizzare per ridurre il livello di inquinamento acustico, fornendo un piano temporale per la loro attuazione. La definizione degli interventi di mitigazione necessari può essere realizzata attraverso una progettazione preliminare, oppure, qualora ciò non sia possibile, attraverso il dimensionamento acustico delle opere unito ad una valutazione di massima sui possibili vincoli tecnici e/o economici. Entrambe le tipologie di piano contengono elementi informativi in grado di consentire una valutazione dell entità degli sforzi intrapresi, dei benefici attesi, delle principali contropartite, sia di tipo economico sia di natura urbanistica e sociale, connessi alla realizzazione del piano. Entrambi gli strumenti prevedono una definizione delle risorse disponibili che consenta di passare alla progettazione, all approvazione e alla realizzazione degli interventi previsti dal piano senza ulteriori decisioni strategiche di natura politica. Su entrambi i tipi di piano può essere tenuta una ragionevole consultazione del pubblico. In assenza di specifiche indicazioni contenute nella legislazione vigente e/o nella normativa tecnica volontaria, la scelta tra le due tipologie di piano è dettata da valutazioni di opportunità, in relazione alla complessità delle scelte che il piano implica. Il piano d azione strategico offre la possibilità di avere una formale consultazione e deliberazione sull impianto generale delle scelte prima di procedere alla progettazione delle opere; viceversa, il piano d azione progettuale consente di aprire tale valutazione di fronte a una rappresentazione di maggior dettaglio degli interventi da realizzare e con una stima più accurata dei relativi costi e benefici. Nella pratica, soprattutto nelle situazioni più complesse, tenuto conto del lungo percorso che spesso caratterizza la fase di progettazione di massima e l acquisizione dei finanziamenti necessari, il piano d azione adottato risulta essere una combinazione dei due i tipi di piano: contiene infatti un quadro di Pagina n. 63 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

64 progettazione strategica teso a guidare le azioni di progettazione e di ricerca dei finanziamenti degli anni successivi, abbinato ad un piano progettuale che definisca quali sono le opere, o le azioni, che si intendono realizzare nel quinquennio di validità del piano. Il piano d azione presentato nell appendice A si caratterizza prevalentemente come piano d azione strategico, ma include comunque il dimensionamento acustico delle opere di mitigazione proposte, basata su di una valutazione di massima sui possibili vincoli tecnici e/o economici Orizzonte temporale del piano d azione Il D. Lgs. 194/2005 richiede una revisione periodica del piano almeno ogni 5 anni, ma questo termine non coincide necessariamente con il periodo a cui il piano si riferisce. In effetti, nella logica della Direttiva 2002/49/CE [7], il piano d azione prende in esame le necessità di intervento per correggere una situazione fotografata alla data di riferimento della mappa acustica. D altra parte, gli interventi che si prendono in esame hanno un tempo di realizzazione spesso poliennale, cosi come le necessarie risorse economiche sono in genere garantite diluendo l impegno finanziario su molte annualità. Nel caso di opere importanti, anche sotto altri profili oltre a quello acustico, spesso l iter di progettazione ed approvazione può richiedere diversi anni di tempo (vedere, per esempio, il caso di realizzazioni di varianti alla viabilità per evitare l attraversamento di nuclei e centri abitati). Pertanto, è necessario che l orizzonte temporale al quale si vuol fare riferimento sia esplicitato. Il piano d azione presentato nell appendice A ha un orizzonte temporale massimo di 5 anni, e potrebbe essere rivisto ed aggiornato anche prima di questa scadenza Articolazione per fasi del piano d azione Il processo di predisposizione ed attuazione di un piano d azione può essere differente a seconda si tratti di un piano d azione strategico o di un piano progettuale. Anche nel caso più complesso in cui il piano d azione sia costituito da entrambi gli aspetti, le fasi del piano stesso possono essere indicativamente schematizzate in quattro fasi distinte: 1. fase 1 pianificazione strategica preliminare. È una attività di ricognizione che porta a definire gli ambiti di intervento e il quadro delle decisioni strategiche che orientano la predisposizione del piano d azione; 2. fase 2 definizione del piano. Identifica gli interventi in programma e assegna un quadro di priorità generale. Successivamente viene predisposta una proposta di piano, la quale è oggetto di consultazione con il pubblico e di eventuali revisioni. Questa fase termina con l approvazione del piano d azione; Pagina n. 64 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

65 3. fase 3 attuazione del piano. Prevede la progettazione esecutiva e la realizzazione degli interventi. Anche in questa fase è previsto un momento di consultazione del pubblico; 4. fase 4 monitoraggio del piano. Questa fase prevede il monitoraggio sullo stato di attuazione del piano e sull efficacia dei risultati conseguiti. Garantisce una corretta consequenzialità al succedersi dei piani d azione di quinquennio in quinquennio. Nel caso di un piano d azione di natura strategica, la predisposizione dello stesso è incentrata prevalentemente sullo sviluppo della fase 1. La fase 2 è realizzata in forma semplificata, provvedendo ad una definizione di massima degli interventi da attuare. L attuazione del piano d azione può avvenire in un momento successivo, attraverso la predisposizione di un piano d azione progettuale o, in alternativa, nell ambito di differenti strumenti di gestione e pianificazione del territorio. Per un piano d azione progettuale, invece, la fase 1 può essere assente o ridotta al minimo, mentre sono sviluppate nel dettaglio le fasi successive. In ogni caso le quattro fasi del piano d azione si influenzano fra loro e si sviluppano in maniera ricorsiva col procedere dell affinamento della progettazione dello stesso e degli interventi conseguenti. È opportuno, pertanto, organizzare l elaborazione del piano d azione distinguendo le diverse fasi di progettazione previste ed esplicitando i momenti di verifica che ciascuna di queste richiede. Il piano d azione presentato nell appendice A ha natura prevalentemente strategica e pertanto è stata sviluppata soprattutto la fase 1 pianificazione strategica preliminare. La fase 2 è realizzata in forma semplificata, provvedendo ad una definizione di massima degli interventi da attuare. L attuazione del piano d azione (fase 3 di cui sopra) è rimandata ad un momento successivo, attraverso la predisposizione di un piano d azione progettuale o, in alternativa, nell ambito di differenti strumenti di gestione e pianificazione del territorio Ricognizione delle criticità La fase di ricognizione delle criticità è finalizzata ad evidenziare i luoghi che richiedono un intervento di diminuzione dei livelli di inquinamento acustico. La ricognizione delle criticità è stata effettuata, a partire dai dati e dai risultati ottenuti nell ambito della mappatura acustica e della mappatura acustica strategica, in relazione ai ricettori e alle sorgenti di rumore. Tuttavia, per rispondere a tutte le esigenze conoscitive e di rielaborazione dei dati che sono necessarie per poter svolgere la ricognizione delle criticità, nonché per tenere conto dei dati di input pervenuti Pagina n. 65 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

66 tardivamente, il lavoro di mappatura è stato aggiornato e sono state prodotte ulteriori mappe, quali per esempio quelle dell indicatore globale di criticità ECU den prima e dopo le azioni proposte (cfr. punto ). La ricognizione delle criticità lungo un infrastruttura di trasporto principale si svolge attraverso le seguenti fasi: 1) determinazione dei livelli di rumore ai ricettori nell area oggetto di studio; 2) individuazione dei conflitti esistenti (superamento dei limiti); 3) individuazione e caratterizzazione delle criticità. I ricettori da indagare possono essere costituiti da: - edifici abitativi; - edifici sensibili (scuole, ospedali, case di cura o riposo, ecc.); - luoghi ed edifici per attività ricreative, culturali e religiose; - aree protette; - parchi pubblici. Le sorgenti che determinano il superamento di un valore limite presso uno o più ricettori vengono definite sorgenti critiche. Le sorgenti critiche rappresentano porzioni di infrastrutture (o di aree produttive) rispetto alle quali è necessario predisporre un intervento di risanamento. La reale criticità di un area non dipende soltanto dai livelli sonori e dall entità del superamento di fissati valori limite, ma anche dal numero di persone esposte a tali superamenti. Pertanto come indicatore di globale criticità è stato scelto l ECU den, che tiene conto sia dell entità dei livelli sonori sia dell entità della popolazione esposta (cfr. punto ). L individuazione, la caratterizzazione e la rappresentazione delle criticità può avvenire attraverso criteri differenti nel caso delle infrastrutture di trasporto principali e degli agglomerati urbani. Nell ambito del presente progetto sono stati adottati i seguenti criteri di rappresentazione e aggregazione dei valori dell indicatore globale di criticità. Per le infrastrutture stradali di competenza provinciale: - l indicatore globale di criticità ECU den è calcolato sia per singoli edifici sia, nello stato di fatto, per aree di forma quadrata e di lato pari a 100 m, risultanti dalla sovrapposizione di una griglia ideale alla porzione di territorio considerata. Pagina n. 66 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

67 Per gli agglomerati urbani: - l indicatore globale di criticità ECU den è calcolato sia per singoli edifici sia, nello stato di fatto per il Comune di Bologna, anche aggregando i valori all interno delle aree definite dal previgente PRG 1985, fornite dal Comune di Bologna in formato elettronico Determinazione dei livelli di rumore ai ricettori nell area oggetto di studio I livelli che concorrono alla definizione delle aree critiche nelle zone edificate si riferiscono ai valori valutati nei punti di maggiore criticità, in corrispondenza delle facciate più esposte degli edifici. La facciata più esposta di un edificio è la facciata in cui è stato rilevato o calcolato il massimo livello di rumore. A tale scopo, secondo il D. Lgs. 194/2005, occorre valutare i livelli di rumore in termini di L den e L night alla quota di riferimento a 4 m; la risoluzione spaziale orizzontale lungo le facciate è stata selezionata sufficiente a garantire la caratterizzazione di eventuali variazioni significative della componente sonora incidente. All intero edificio è assegnato il livello massimo individuato sulla facciata più esposta. Nelle aree non edificate, possono essere scelti altri punti di misura, ma la loro altezza dal suolo non deve mai essere inferiore a 1,5 m (D. Lgs. 194/2005, Allegato I, comma 1.2). In tal caso è necessario procedere alla valutazione dei livelli in una griglia di punti distribuita in tutta l area e con passo sufficiente alla caratterizzazione della variazione del rumore nell area stessa. Per quanto riguarda i valori limite di riferimento, si veda il punto Individuazione dei conflitti esistenti (superamento dei limiti) I valori di livello sonoro assegnati ai singoli edifici, o alle aree non edificate, sono stati confrontati con i valori limite di rumore stabiliti dalla legislazione vigente, convertiti in valori dei descrittori europei L den e L night come specificato al punto Il superamento dei valori limite individua un conflitto. A ogni edificio, o area non edificata, si fa corrispondere il maggiore tra i valori di conflitto individuati. La rappresentazione dei superamenti dei valori limite avviene attraverso una specifica mappa di conflitto Ricognizione degli indirizzi di pianificazione La ricognizione degli indirizzi di pianificazione consiste nell analisi delle azioni di gestione del territorio già in programma a seguito di politiche non connesse con la tematica dell inquinamento acustico. Le azioni sulla mobilità e sulla pianificazione possono avere una ricaduta benefica anche per la riduzione Pagina n. 67 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

68 dell inquinamento acustico. Il piano d azione può utilmente recepire tali strumenti e, quando possibile e necessario, valutare la possibilità di modificarli al fine di un ottimizzazione degli aspetti acustici. Nell ambito del presente progetto la ricognizione degli indirizzi di pianificazione si è basata sulle riunioni appositamente indette con i responsabili delle Province e sui dati da essi inviati Selezione dell ambito di intervento L ambito di intervento è costituito dalle aree critiche verso cui indirizzare il piano d azione. Nel caso comune di un piano in un sistema di risorse economiche limitate, per cui non è possibile risolvere completamente tutte le criticità presenti, si pongono sostanzialmente due scelte: a) quali porzioni di territorio lasciare irrisolte, rimandando eventualmente a soluzioni successive; b) quali ricettori risolvere solo con interventi passivi (cioè non attuati alla sorgente). La selezione delle aree su cui intervenire può essere fatta: - per esclusione, dopo aver ordinato le aree stesse per gravità, limitando l intervento al budget disponibile; - a priori, fissando soglie di gravità al di sotto delle quali non si interviene con il piano in esame; - a priori, sulla base di strategie di lungo periodo di cui il piano tiene conto: per esempio si può decidere di escludere interventi su aree per le quali sia prevista una radicale variazione della situazione in conseguenza di varianti già previste nel medio o lungo periodo. Più in generale la selezione viene effettuata sulla base dei criteri riportati nella tabella 8. Questo tipo di selezione si colloca, generalmente, nelle fasi iniziali di elaborazione del piano d azione ed è volta anche a limitare i costi di studio e progettazione, così come a circoscrivere gli ambiti della consultazione del pubblico. Tuttavia i criteri di efficienza ed efficacia ed una parte di quelli di opportunità e urgenza non possono essere valutati finché non sia completata la definizione degli interventi prescelti. Quindi in generale il criterio di selezione sommaria stabilito in fase di pianificazione preliminare o di piano strategico può essere raffinato e parzialmente rivisto nelle fasi successive. Pagina n. 68 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

69 Tabella 8. Criteri di selezione dell ambito di intervento. Tipologia Gravità Urgenza Efficienza Efficacia Opportunità Caratteristiche Privilegiano gli interventi da effettuarsi nelle aree dove gli effetti dell inquinamento acustico sono più gravi. Privilegiano gli interventi nelle aree dove sia necessario intervenire il più presto possibile o prima di una data stabilita. Tenuto conto della definizione precedente sono computati tra i criteri di urgenza solo i fattori che non dipendono dai livelli sonori presenti nell area. A titolo d esempio rientrano in questa categoria la disponibilità di finanziamenti ad hoc per interventi in alcune aree, vincoli che non consentono in alcune aree la realizzazione delle opere o l apertura dei relativi cantieri dopo una certa data, la necessità che le opere in certe aree siano concluse presto per consentire la realizzazione di altri interventi, ecc. Privilegiano gli interventi dove, a parità di risorse impiegate, si ottengono i risanamenti più consistenti e/o più estesi. Escludono interventi in quelle aree dove le soluzioni ipotizzate producano risultati molto parziali. Tengono conto, in maniera generalmente qualitativa, di considerazioni che rendono fortemente indesiderata la realizzazione di un determinato intervento o che ne suggeriscono la collocazione in una determinata finestra temporale Ricognizione delle soluzioni praticabili L analisi delle soluzioni praticabili richiede una valutazione integrata su due livelli: a) analisi delle sinergie con gli interventi già pianificati; b) definizione dei potenziali nuovi interventi. Nel primo caso, si tratta di procedere ad una valutazione delle potenziali ricadute, in termini di inquinamento acustico, delle azioni definite nell ambito dei piani e programmi di gestione del territorio. Tale valutazione è funzionale a definire, in generale, l utilità di un progetto ai fini della riduzione del rumore; essa, pertanto, può essere condotta in modo semplificato, anche attraverso l ausilio di dati di letteratura o di valutazioni di tipo statistico. Pagina n. 69 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

70 Nel secondo caso, la definizione dei nuovi potenziali interventi viene orientata ad individuare le soluzioni di tipo diretto (realizzazione di barriere acustiche, interventi sugli asfalti, interventi sugli edifici, ecc.) e/o indiretto (indirizzi in sede di pianificazione, adeguamento strumenti urbanistici e regolamentari, ecc.) possibili. La valutazione viene effettuata attraverso un analisi di massima sulla fattibilità degli interventi in relazione ai possibili vincoli tecnici, territoriali ed economici Criteri per la ricognizione delle soluzioni praticabili Per ogni tipo di sorgente esistono numerose tipologie d intervento per la riduzione delle emissioni. Gli interventi possono essere alternativi, integrati o parzialmente sovrapponibili. Il repertorio, l efficacia ed i costi delle soluzioni disponibili sono in continua evoluzione e non possono essere definiti una volta per tutte: la valutazione delle soluzioni praticabili dovrebbe essere operata aggiornandola al momento in cui il piano viene elaborato. Ogni soluzione presenta punti di forza e controindicazioni, così da risultare più o meno adatta in relazione alle circostanze che caratterizzano ciascuna area critica e all orizzonte temporale del piano. La valutazione del rapporto costi benefici e dell opportunità d inserire diverse soluzioni nel piano dovrebbe essere fatta caso per caso, tenendo conto della tipologia di criticità che si devono trattare. La ricognizione delle soluzioni praticabili compiuta nell ambito del presente progetto ha esaminato gli interventi possibili e ne ha proposto una prima selezione sulla base dei seguenti criteri: - ambito di efficacia: gran parte delle soluzioni esprimono la loro efficacia limitatamente ad alcuni ambiti che possono essere compatibili o incompatibili con le problematiche che il piano deve affrontare. Per esempio alcune tipologie di soluzione sono efficaci per ricettori fino ad una certa altezza, oppure ad una certa distanza dalla sorgente. Altre sono limitate ad alcuni ambiti di funzionamento della sorgente, per esempio: per elevate velocità di transito, in presenza di rilevante traffico di veicoli pesanti, ecc.. Per le diverse soluzioni prese in esame la ricognizione ha verificato gli ambiti di efficacia; - durata della soluzione: in ragione delle condizioni di impiego o delle caratteristiche dei luoghi, le diverse soluzioni possibili presentano una durata limitata nel tempo del manufatto o della sua efficacia acustica: alcune soluzioni possono essere ritenute non praticabili perché di durata troppo breve nel contesto in cui devono essere impiegate; - tempi di realizzazione: le diverse soluzioni si caratterizzano per tempi di realizzazione (comprensivi anche dell iter per conseguire le necessarie autorizzazioni) assai diverse tra loro. Soluzioni possibili, magari anche di grande efficacia, potrebbero avere i tempi di realizzazione incompatibili con Pagina n. 70 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

71 l orizzonte temporale del piano di risanamento che si sta progettando e pertanto essere scartate da quelle praticabili; - vincoli ed effetti indiretti: La valutazione dei costi dell opera può essere fatta in dettaglio successivamente a questa fase, tuttavia alcune soluzioni hanno delle manifeste incompatibilità con l ambiente da trattare (per esempio di tipo paesaggistico, o socio-economico) che consentono, già in questa fase, di escluderle da quelle praticabili; - potestà del proponente il piano: alcune tipologie di intervento possono essere adottate solo da soggetti diversi da quelli titolari del piano: per esempio la limitazione alla immissione nel mercato dei veicoli sulla base del loro livello di emissioni sonore può essere adottata solo a livello comunitario (Unione Europea), pertanto tale tipo di provvedimento non può entrare a far parte del piano d azione di un soggetto che non ha questa potestà giuridica. La ricognizione delle soluzioni praticabili ha sempre considerato quattro diversi ambiti: a) interventi diretti sulla sorgente; b) interventi sulla propagazione del rumore; c) interventi di difesa dei ricettori; d) interventi sulla distanza reciproca. Si segnala, in proposito, l importanza di approfondire le soluzioni che prevedono interventi alla sorgente, che dovrebbero sempre essere presi in considerazione Interventi diretti sulla sorgente nel caso di infrastrutture stradali Gli interventi possibili e qui considerati si possono riassumere nelle tipologie seguenti: - selezione di veicoli meno rumorosi: rientrano in questa categoria di provvedimenti quelli tesi a rimpiazzare veicoli più vecchi con veicoli di più recente costruzione; ridurre la percentuale di veicoli pesanti; sostituire veicoli con propulsione rumorosa con veicoli con propulsione più silenziosa (per esempio filobus al posto di autobus); - riduzione del numero totale dei transiti: provvedimenti di questo genere, tenuto conto della dipendenza logaritmica del livello sonoro dal numero dei transiti, sono efficaci solo se capaci di ottenere una riduzione del traffico significativa. Rientrano in questa categoria di provvedimenti sia quelli indiretti, volte a ridurre la mobilità complessiva o a spostarla sul mezzo pubblico, sia quelli diretti operati mediante limitazioni d accesso o pedonalizzazioni; Pagina n. 71 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

72 - interventi sulla velocità di transito: a partire dai 40 km/h la rumorosità dell infrastruttura dipende in maniera crescente dalla velocità media dei transiti, con un incremento di circa 1,2 db per ogni 10 km/h di incremento della velocità nel caso delle autovetture e circa 1 db per ogni 10 km/h di incremento della velocità nel caso dei veicoli pesanti. La riduzione dell intensità e della durata delle accelerazioni produce anch essa una riduzione delle emissioni sonore. Conseguentemente, soprattutto in area urbana, interventi di riduzione della velocità massima producono una riduzione dell emissione sonora per un duplice meccanismo: la riduzione della velocità media del transito e la riduzione o l eliminazione dei tratti accelerati. Rientrano in questo tipo di provvedimenti, con diversi livelli di efficacia, l apposizione di divieti, l effettuazione di controlli, l utilizzo di rallentatori, la sagomatura non rettilinea della rete viaria, l introduzione di rotatorie al posto dei semafori; - pavimentazioni stradali a bassa rumorosità: Alle medie ed alte velocità il rumore di rotolamento è la fonte prevalente di emissioni sonore del traffico veicolare. Per questa ragione da diversi anni si stanno studiando pavimentazioni stradali in grado di ridurre queste emissioni. Alcune tipologie di pavimentazioni a bassa rumorosità hanno caratteristiche di fonoassorbenza e pertanto producono un contenimento anche delle emissioni e della propagazione del rumore prodotto dalla propulsione. Anche se sono stati prodotti repertori molto ampi delle soluzioni disponibili e delle verifiche effettuate sulla loro efficacia [46], le soluzioni tecnologiche sono ancora in una fase di consistente evoluzione. Attualmente interventi basati sulla sostituzione di pavimentazioni possono produrre riduzione della rumorosità dell ordine da 2 db a 4 db, a bassa velocità e dell ordine da 3 db a 6 db sulla viabilità di scorrimento veloce. La scelta di questo tipo di soluzioni è fortemente condizionata anche da considerazioni relative alla durata dell efficacia acustica (che in alcuni contesti e per alcune tipologie di soluzione è assai ridotta rispetto alla vita media della pavimentazione stradale) e dai vincoli imposti dalla conservazione di un buon livello di sicurezza di marcia Interventi sulla propagazione (barriere) Quando gli interventi diretti o indiretti sulle sorgenti non sono sufficienti, allora è necessario adottare soluzioni di tipo passivo. L intervento passivo più frequente sono le barriere acustiche, costituite nella loro generalità da una qualunque interposizione di materiale tra sorgente e ricettore. Sulla base del materiale interposto si potranno avere barriere naturali (fasce arboree, terrapieni, rilievi collinari, o pareti di trincee) o barriere artificiali, costituite da pannelli di diversi materiali. Se il cammino diretto dalla sorgente al ricettore è interrotto da una barriera, il rumore che raggiunge il ricettore è composto da due componenti: il rumore che ha attraversato la barriere e quello che l ha aggirata. Il primo è attenuato dalle caratteristiche fonoisolanti della barriera, il secondo è attenuato tanto più quanto Pagina n. 72 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

73 maggiore è l angolo formato dalla linea che va dalla sorgente al bordo superiore della barriera con la linea va dal bordo superiore della barriera al ricettore. Nel caso delle barriere artificiali, in cui il fonoisolamento della barriera renda trascurabile la componente d attraversamento, l efficacia della barriera varia da qualche decibel per i ricettori posti al confine della zona d ombra ad un massimo di circa 15 db per quelli ampiamente coperti dalla barriera. Nella realtà la stima della riduzione dei livelli sonori per effetto dell inserimento di una barriera è resa assai più complessa per effetto delle riflessioni multiple delle onde sonore sul terreno, sulla barriera, sulla sorgente e su eventuali altre superfici presenti. Criteri e riferimenti per un adeguata progettazione di barriere artificiali sono riportati nella UNI [17]. Criteri e riferimenti per la valutazione delle proprietà intrinseche delle barriere acustiche sono riportati nel pacchetto di norme UNI EN 1793, parti 1, 2 e 3 [18, 19, 20]; UNI CEN/TS 1793, parti 4 e 5 [21, 22]; UNI EN 1794, parti 1 e 2 [21, 24]; UNI EN 14389, parti 1 e 2 [25, 26]; e UNI EN [27]. Quest ultima stabilisce le regole la marcatura CE dei prodotti usati nelle barriere acustiche stradali, che è obbligatoria in Italia dal 1 maggio Tutti questi riferimenti andranno tenuti in conto nelle fasi di progettazione esecutiva delle barriere indicate nell ambito del presente progetto. Da un punto di vista più generale è necessario tenere conto che nell inserimento di una barriera, la scelta della tipologia ed i materiali da utilizzarsi non sono solo un problema acustico o economico-acustico. La progettazione deve infatti adeguarsi a numerosi vincoli e prescrizioni relative alla sicurezza, alle interferenze visive e sociali, all inserimento paesistico e più in generale all interazione che il nuovo manufatto realizza con la funzionalità dell infrastruttura e dei luoghi e ad essa circostanti Interventi sul ricettore In alcuni casi gli interventi sulla propagazione (barriere, rilevati, ecc.) possono essere più efficienti se collocati in prossimità del ricettore, piuttosto che in vicinanza della sorgente. Tali interventi costituiscono in genere una intrusione negli spazi del ricettore o anche una limitazione di sue prerogative (visuale, ricambi d aria, accessibilità degli spazi) che li fanno adottare in via residuale. Nell ipotesi che gli interventi sulla sorgente o sulla via di propagazione del rumore non siano sufficienti è possibile ricorrere ad interventi di incremento dell isolamento acustico dei fabbricati che ospitano i ricettori. Con questo sistema non si riesce a garantire la fruibilità degli spazi esterni, ma si può garantire la quiete ed il riposo delle persone all interno degli spazi confinati. L intervento sui recettori è spesso l unico possibile quando è necessario aumentare la tutela solo di alcuni edifici, inseriti però in un Pagina n. 73 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

74 contesto acustico per altri versi soddisfacente. In genere si tratta di edifici che ospitano funzioni che necessitano di quiete e silenzio: (asili, scuole, ospedali, case di riposo ecc). L utilizzo di questa tipologia di interventi e limitato dalla legislazione italiana ai casi in cui altrimenti non sia tecnicamente conseguibile il raggiungimento dei valori limite di immissione, oppure qualora lo impongano valutazioni tecniche, economiche o di carattere ambientale (D.M. 29 novembre 2000 [4], art. 5, comma 4). La valutazione e progettazione dell isolamento acustico di un edificio (e conseguentemente del suo miglioramento) si effettua secondo i metodi contenuti nelle norme delle serie UNI EN ISO 140 (recentemente trasformate nella serie 10140), UNI EN ISO 717 e UNI EN Interventi sui ponti acustici. Serramenti, giunzioni, bocchette di aerazione, canne fumarie, passaggi per gli impianti tecnologici e, più in generale, tutte le aperture, sono responsabili di gran parte dell immissione di rumore dall esterno all interno dell edificio. Porte e finestre rappresentano in genere i punti di minor isolamento acustico di una facciata. Una trattazione delle caratteristiche acustiche dei serramenti è oggetto della UNI Interventi sulle murature. Se l eliminazione dei ponti acustici è insufficiente, si può procedere rivestendo le murature con una struttura fonoisolante da realizzarsi sull esterno oppure all interno dell edificio. Le prestazioni del sistema dipenderanno dalle caratteristiche della controparete, ma anche dalla struttura esistente e dalla loro interazione con gli altri elementi. - Interventi sulle coperture. Gli interventi sulle strutture orizzontali sono principalmente utilizzati per la mitigazione del rumore d origine aeroportuale associato al sorvolo dell edificio. Questi interventi possono interessare gli elementi tecnici di chiusura dell edificio (coperture) oppure la creazione di controsoffitti. Nel caso di copertura a falda gli interventi possono avvenire sia all interno sia sull esterno. Nel primo caso l elemento isolante viene applicato all interno dell elemento portante e prende il nome di isolamento all intradosso. Nel secondo caso l elemento isolante è applicato all esterno e prende il nome di isolamento all estradosso. Nel caso di tetti piani, una particolare tecnica di recente diffusione, consiste nell adozione di un tettogiardino (green roof) che porta numerosi vantaggi dal punto di vista dell isolamento acustico, termico e meccanico. Queste coperture possono essere realizzate con verde intensivo o estensivo. Nel primo caso la copertura consiste nell applicazione di substrati a partire da 35 mm (ma generalmente da 12 cm a 30 cm), che permettono la messa a dimora di piante e che chiaramente sono adottati in situazioni di vasta scala. Il verde estensivo riguarda invece l applicazione di vegetazione superficiale per spessori anche molto ridotti (generalmente da 6 cm a 10 cm). L inverdimento è preceduto dalla posa di vari strati, con diverse funzionalità: strato drenante, filtrante e strato di vegetazione vero e proprio. Pagina n. 74 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

75 Interventi sulla distanza sorgente-ricettore L allontanamento reciproco di sorgenti e ricettori costituisce una delle soluzioni più semplici e immediate, tuttavia comporta nella maggioranza dei casi costi elevati e lunghi tempi di realizzazione. Ovviamente rappresenta l opzione fondamentale in fase di progettazione di nuovi insediamenti/infrastrutture. Per la sua natura strutturale si applica in genere in piani strategici, la cui realizzazione non può prescindere dal coinvolgimento del settore pubblico. Nel caso delle sorgenti lineari le principali metodiche di separazione sono lo spostamento e l interramento. Le circonvallazioni e le varianti rappresentano il più evidente esempio di allontanamento della sorgente (il traffico di attraversamento) dai ricettori. Lo spostamento dei ricettori è una pratica molto più rara, tuttavia è stata utilizzata per esempio in occasione dell ampliamento dell area aeroportuale di Malpensa in provincia di Varese. La pianificazione urbanistica può essere uno strumento di risanamento nel momento in cui sulla base di una nuova destinazione d uso dei suoli opera per la separazione tra sorgente e ricettori. La delocalizzazione può quindi riguardare sia la sorgente sia i ricettori. La pianificazione urbanistica rappresenta comunque più che un intervento di risanamento, lo strumento principale della prevenzione, con cui operare per ridurre in partenza le probabilità di conflitto. Un ambito più limitato è quello che prevede prescrizioni ed accorgimenti nella realizzazione dei singoli interventi edilizi, in modo da utilizzare la nuova riorganizzazione spaziale come elemento di mitigazione del rumore. In questa ottica possono essere previsti: - una forma particolare degli edifici e della disposizione interna degli ambienti in modo da ridurre il rumore intrusivo o comunque confinarlo in aree poco sensibili. In pratica si tratta di porre cura alla posizione delle soluzioni di continuità delle facciate, ovvero di prevedere la localizzazione dei locali di servizio sui lati più esposti al rumore intrusivo; - collocamento di edifici od usi del suolo non sensibili al rumore in prossimità delle sorgenti, in modo da utilizzarli come schermi di protezione per le attività retrostanti. Gli edifici poco sensibili al rumore possono essere quelli produttivi o commerciali. Un tipico uso del suolo non sensibile al rumore è quello della collocazione dei parcheggi tra l infrastruttura e l abitato. Pagina n. 75 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

76 9. Appendice A Sintesi delle elaborazioni e dei risultati relativi alle strade di competenza della Provincia di Ferrara 9.1. Individuazione archi stradali interessati Le strade provinciali che hanno tratti con flussi veicolari superiori a veicoli/anno e dunque sono state considerate nel primo ciclo di mappatura acustica sono: 1. S.P. 2 Strada di Copparo, dal km 0 al km 7; 2. S.P. 66 San Matteo della Decima, dal km 58 al km 64; 3. S.P. 69 Virgiliana, dal km al km Figura 1. Sinopsi dei tratti stradali interessati per la Provincia di Ferrara. Pagina n. 76 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

77 9.2. S.P. 2 Strada di Copparo - Individuazione arco stradale Provincia: Ferrara. Arco stradale: S.P. 2 Strada di Copparo. Sezione soggetta a mappatura acustica: dal km 0 al km S.P. 2 Strada di Copparo - Descrizione fornita dalla Provincia di Ferrara La S.P. 2 di Copparo è il principale collegamento tra la città di Ferrara e Copparo, importante realtà produttiva del territorio provinciale; la S.P. 2 prosegue poi verso il Veneto. Nel primo tronco, tra Ferrara e l intersezione con la S.P. 14, interessato sia da un traffico locale che extraprovinciale ed extraregionale, è tra le strade più trafficate ed incidentate della Provincia. La S.P. 2 Strada di Copparo rappresenta inoltre, con la S.P. 16 e la S.P. 60, un importante collegamento est-ovest della provincia fino ad arrivare alla S.S. 309 Romea. Sulla S.P. 2 si innestano inoltre le S.P. 12 e S.P. 14 che mettono in comunicazione il territorio ferrarese a nord con la Provincia di Rovigo. Il primo tronco della S.P. 2 rappresenta infatti con la S.P. 14 un alternativa alla S.S. 16 e alla A13 per raggiungere il Veneto. La S.P. 2 Strada di Copparo ha carattere prevalentemente di tipo extraurbano, anche se attraversa alcuni centri abitati come Boara, Corlo, Tamara, Copparo. La S.P. 2 è classificata, secondo il Codice della Strada, come Strada Extraurbana Secondaria tipo C. La S.P. 2 ha un traffico veicolare che varia, a seconda dei tratti, da un minimo di circa 2500 veicoli al giorno, ad un massimo di circa veicoli al giorno nel tratto verso Ferrara. Il tratto a maggior traffico è quello dal km 0 (Ferrara) al km (intersezione con la S.P. 14 Vallalbana ). Questo tratto presenta un traffico giornaliero medio di veicoli giorno (in entrambi i sensi di marcia), con una percentuale di veicoli pesanti di circa il 6-7%. In questo tratto il traffico proveniente dalla città attraversa un unico piccolo centro abitato, Boara. La caratteristica della strada è prevalentemente extraurbana. L area circostante la strada è poco abitata. Il territorio circostante è campagna ed è tutto pianeggiante, senza altre particolari sorgenti di rumore. Pagina n. 77 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

78 9.4. S.P. 2 Strada di Copparo - Creazione del modello acustico 1. Modello digitale del terreno (DGM): è stato creato a partire dalle griglie raster del DTM base 5 fornito dal Servizio Cartografico della Regione Emilia Romagna, in quanto in questa area i punti quota della CTR risultano troppo distanziati per essere utilizzabili. Figura 2. DTM raster utilizzato per la Provincia di Ferrara. 2. Edifici: i dati forniti dalla Provincia di Ferrara contengono una descrizione della destinazione d uso ed informazioni circa le altezze degli edifici per le prime due o tre file di edifici, ottenute con apposito censimento. Questi edifici sono quindi stati inseriti nel modello differenziati in base alla destinazione d uso degli stessi. Per i restanti edifici sono state utilizzate le informazioni desunte dalle tabelle catastali della Regione. Pagina n. 78 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

79 Figura 3. Esempio di DGM con edifici inseriti per la S.P.2 Strada di Copparo. 3. Popolazione residente: a partire dai dati e dalle sezioni di censimento forniti dalla Regione Emilia- Romagna, si è proceduto collegando alle suddette sezioni le informazioni circa il numero di residenti. In seguito all inserimento nel modello delle sezioni così aggiornate, il numero stimato di residenti è stato attribuito a tutti gli edifici ad uso residenziale ricadenti nella medesima sezione, sulla base della cubatura degli edifici stessi. 4. Uso del suolo: sono state utilizzate le coperture fornite dalla Regione Emilia Romagna, derivanti dal progetto Corine Land Cover, alle quali è stato aggiunto il ground factor attribuito in precedenza ad ogni classe di utilizzo del suolo. 5. Infrastruttura stradale: si dispone di vari rilievi di traffico di durata pari ad un giorno, caratterizzati per tipologia veicolare, velocità (solo in alcuni casi) ed orario. Da questi sono stati estrapolati i flussi di traffico divisi per tipologia e la velocità media di percorrenza. Le velocità medie non sono Pagina n. 79 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

80 differenziate per classe veicolare in quanto i dati di partenza non contengono questa informazione. I flussi veicolari estrapolati si intendono come somma dei flussi nei due versi di percorrenza. La tabella 9 riassume i dati di traffico forniti. L ultima colonna Rilievo fornito evidenzia che alcuni dei rilievi di traffico non sono stati forniti. I rilievi nel tratto interessato sono quelli evidenziati con una ombreggiatura. Tra questi, quelli con flusso maggiore sono quelli che vanno dal 6/4/2000 al 11/4/2000, evidenziati in grassetto. I flussi di traffico inseriti nel modello acustico sono la media dei valori misurati tra il 6/4/2000 e l 11/4/2000 (sono suddivisi per veicoli leggeri/pesanti con intervalli orari, ma non contengono le velocità). Tabella 9. S.P. 2 Strada di Copparo : rilievi di traffico forniti. Anno Mese Giorno km TGM globale veicoli/giorno TGMP pesante veicoli/giorno % veicoli pesanti sul totale Velocità presenti Rilievo fornito ,5% no sì ,8% no sì ,4% no sì ,4% no sì ,3% no sì ,8% no sì ,2% no ,6% no ,2% no ,2% no ,8% no ,4% no ,3% no ,0% no ,9% sì sì ,4% sì sì Per ottenere i necessari valori di velocità sono stati analizzati gli altri dati forniti per la S.P. 2, cioè quelli dell 8/3/2006 (effettuati al km 13 ed al km 18, ultime due righe della tabella 9). Entrambi i rilievi riguardano un tratto di S.P. 2 esterno a quello da mappare, tuttavia il rilievo al km 13 evidenzia un flusso Pagina n. 80 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

81 veicolare comparabile con quello del tratto oggetto di studio (TGM pari a veicoli). Al contrario il rilievo al km 18, più distante, evidenzia un flusso molto minore e velocità medie più sostenute (tabella 10). Pertanto sono state utilizzate le velocità medie rilevate al km 13 per caratterizzare il flusso veicolare nel tratto in studio (le velocità non sono differenziate per tipologia veicolare, quindi lo stesso valore è stato attribuito ad entrambe le categorie veicolari). Tabella 10. S.P. 2 Strada di Copparo : velocità veicolari fornite. Velocità al km 13 km/h Velocità al km 18 km/h Day 59,47 85,33 Evening 61,16 87,11 Night 67,44 87,96 DEN 62,27 86,36 Pagina n. 81 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

82 Tabella 11. S.P. 2 Strada di Copparo : valori medi estrapolati di flusso e velocità per veicoli leggeri e pesanti. RILIEVO N (ANNO) KM DURATA RILIEVO [giorni] FLUSSI DI TRAFFICO [veicoli/ora] VELOCITÀ [km/h] Dal 6/4/2000 all 11/4/ DAY EVENING NIGHT Leggeri Pesanti /3/ DAY EVENING NIGHT DAY EVENING NIGHT Leggeri Pesanti 18 5, /3/ DAY EVENING NIGHT DAY EVENING NIGHT Leggeri Pesanti 4 0, DATI INSERITI NEL MODELLO ACUSTICO FLUSSI DI TRAFFICO [veicoli/ora] VELOCITÀ [km/h] DAY EVENING NIGHT DAY EVENING NIGHT Leggeri Pesanti S.P. 2 Strada di Copparo - Risultati della mappatura acustica I risultati della simulazione sono forniti in formato elettronico su supporto ottico (DVD) e sul sito web del progetto. I risultati delle elaborazioni sono presentati in: 1. Mappe delle curve isolivello dei descrittori L den e L night Pagina n. 82 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

83 2. Tabelle della popolazione esposta (in termini di L den e L night ) 3. Tabelle delle facciate silenziose (in termini di L den e L night ) 4. Carte dei valori limite, espressi tramite i descrittori L den e L night 5. Mappe di conflitto, cioè delle differenze tra i livelli simulati e i valori riportati sulle carte dei valori limite realizzate (in termini di L den e L night ) 6. Elaborazioni sugli edifici (in un'unica copertura GIS sono state raccolte tutte le informazioni riguardanti le elaborazioni sugli edifici. All interno della tabella dbf sono presenti i campi relativi a tutte le configurazioni di simulazione analizzate) 7. Carte dei valori dell indicatore globale di criticità ECU den 8. Mappe delle curve isolivello dei descrittori L Aeq,di e L Aeq,notte Le mappe acustiche, strategiche e non, e le tabelle (punti 1, 2 e 3 sopra elencati), sono un aggiornamento di quelle prodotte al termine della fase II del progetto. Le ulteriori carte presentate (punti 4, 5, 6 e 7 sopra elencati) sono state prodotte nel corso della fase III appositamente per supportare la messa a punto del piano d azione. Le mappe de ivalori de descrittori italiani (punto 8 sopra elencato) permettono un confronto diretto con i valori limite di legge italiani (cfr e 8.17). Nel seguito di questa relazione tecnica sono riportati alcuni esempi grafici dei vari casi citati, fermo restando che l intero corpo dei risultati è fornito su supporto ottico (DVD) e sul sito web del progetto Mappe acustiche in termini degli indicatori L den e L night Questa serie di mappe acustiche è obbligatoria già dal primo ciclo di mappatura ai sensi del D. Lgs. 194/05 [8] ed è stata aggiornata alla data nominale del 15 maggio 2011 con i dati pervenuti dopo il termine dell elaborazione del primo ciclo di mappatura. Le mappe acustiche sono state calcolate senza usare la partizione del modello in tile. Pagina n. 83 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

84 Figura 4. S.P. 2 Strada di Copparo. Mappa di L den in db(a). Pagina n. 84 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

85 Figura 5. S.P. 2 Strada di Copparo. Mappa di L night in db(a) Calcolo della popolazione esposta e delle facciate silenziose in termini degli indicatori L den e L night Il calcolo della popolazione esposta e delle facciate silenziose in termini degli indicatori L den e L night è obbligatorio già dal primo ciclo di mappatura ai sensi del D. Lgs. 194/05 [8] ed è stato aggiornato alla data nominale del 15 maggio 2011 con i dati pervenuti dopo il termine dell elaborazione del primo ciclo di mappatura. Le tabelle 12 e 13 riportano una sintesi calcolata con i dati pervenuti al 15 maggio Per le tabelle complete si vedano i file forniti su supporto ottico (DVD). Pagina n. 85 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

86 Tabella 12. S.P. 2 Strada di Copparo : Numero di residenti esposti, di edifici esposti e di edifici con facciate silenziose per fasce di valori di L den. L den, db Residenti esposti Edifici esposti Edifici con facciate silenziose > Totale Tabella 13. S.P. 2 Strada di Copparo : Numero di residenti esposti, di edifici esposti e di edifici con facciate silenziose per fasce di valori di L night. L night, db Residenti esposti Edifici esposti Edifici con facciate silenziose Totale Mappe di conflitto in termini degli indicatori L den e L night Queste carte sono state prodotte espressamente per permettere una migliore elaborazione del piano d azione. Le mappe di conflitto individuano le aree critiche quantificando l impatto prodotto dalle sorgenti ai ricettori in termini di superamento dei valori limite. Per la fase di mappatura acustica, le mappe di conflitto sono state prodotte sia in termini di impatto globale sul territorio, sia in termini di impatto sui singoli edifici. Pagina n. 86 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

87 Figura 6. S.P. 2 Strada di Copparo. Mappa di conflitto per singoli edifici in termini di L den in db(a). Pagina n. 87 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

88 Figura 7. S.P. 2 Strada di Copparo. Mappa di conflitto per singoli edifici in termini di L night in db(a) Mappe dei valori di ECU den Queste carte sono state prodotte espressamente per permettere una migliore elaborazione del piano d azione. Esse sono state ritenute necessarie perché le mappe acustiche obbligatorie ai sensi del D. Lgs. 194/05 non consentono di sintetizzare la valutazione globale delle criticità in un unica carta. Infatti le mappe dei valori dei descrittori L den e L night non evidenziano l entità della popolazione esposta. Le tabelle della popolazione esposta alle diverse fasce di valori dei descrittori L den e L night sono di più difficile consultazione nel corso della valutazione degli interventi di risanamento nelle diverse aree del territorio. Le carte di conflitto suppliscono in parte alla necessità, ma si basano su valori limite espressi in funzione di altri Pagina n. 88 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

89 parametri e qui convertite dal punto di vista tecnico ma non da quello legale e soffrono sempre della mancanza di associazione diretta con l informazione sull entità della popolazione esposta. Le mappe dei valori di ECU den, invece, individuano le aree critiche, sulle quali presumibilmente concentrare le risorse disponibili per il piano d azione, in funzione sia dei valori di livello sonoro sia del numero di persone esposte. Per la fase di mappatura acustica le mappe dei valori di ECU den sono state prodotte sia dettagliate per singolo edificio, sia aggregate per aree più vaste (griglia a maglia regolare con passo di 100 m). Figura 8. S.P. 2 Strada di Copparo. Mappa dell indicatore ECU den. Pagina n. 89 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

90 Figura 9. S.P. 2 Strada di Copparo. Mappa dell indicatore ECU den per singoli edifici. Rappresentazione parziale Mappe acustiche in termini degli indicatori L Aeq,di e L Aeq,notte Le mappe sono aggiornate alla data nominale del 15 maggio 2011 con i dati pervenuti dopo il termine dell elaborazione del primo ciclo di mappatura. Le mappe acustiche sono state calcolate senza usare la partizione del modello in tile. Pagina n. 90 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

91 Figura 10. S.P. 2 Strada di Copparo. Mappa di L Aeq,di in db(a). Pagina n. 91 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

92 Figura 11. S.P. 2 Strada di Copparo. Mappa di L Aeq,notte in db(a) S.P. 2 Strada di Copparo - Descrizione degli interventi considerati Sulla base di un attenta considerazione delle mappe sopra indicate, ed in particolare delle mappe di conflitto relative agli indicatori L den e L night e delle mappe dell indice globale ECU den, e di informazioni provenienti dalle autorità provinciali, sono stati individuati i seguenti interventi migliorativi da inserire nel piano d azione. dal km al km circa, in località Boara: Pagina n. 92 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

93 - realizzazione della variante di Boara, con deviazione integrale del traffico sul nuovo tracciato. Si tratta di una azione già definita nell ambito dei piani e programmi di gestione del territorio, ma che può ovviamente avere importanti ricadute in termini di mitigazione dell inquinamento acustico. Si è quindi scelto di valutare prioritariamente tali ricadute in questo primo ciclo del piano d azione, rimandando al secondo ciclo altri interventi di rifinitura. Il progetto pervenuto prevede una rimodulazione del tracciato a moderata distanza da quello storico, in modo da spostare l intero volume di traffico oggi presente, a meno di poche utenze residenti. Pertanto si è scelto di attribuire al nuovo tracciato l intero traffico oggi insistente sul vecchio. L intervento proposto soddisfa i criteri di urgenza, efficienza e opportunità di cui alla tabella S.P. 2 Strada di Copparo - Risultati previsti del piano d azione I risultati della simulazione degli effetti del piano d azione ipotizzato sono forniti in formato elettronico su supporto ottico (DVD) e sul sito web del progetto. I risultati delle elaborazioni, per ognuna delle configurazioni di simulazione sopra elencate, sono presentati in: 1. Mappe delle curve isolivello dei descrittori L den e L night 2. Tabelle della popolazione esposta (in termini di L den e L night ) 3. Tabelle delle facciate silenziose (in termini di L den e L night ) 4. Carte dei valori limite, espressi tramite i descrittori L den e L night 5. Mappe di conflitto, cioè delle differenze tra i livelli simulati e i valori riportati sulle carte dei valori limite realizzate (in termini di L den e L night ) 6. Elaborazioni sugli edifici (in un'unica copertura GIS sono state raccolte tutte le informazioni riguardanti le elaborazioni sugli edifici. All interno della tabella dbf sono presenti i campi relativi a tutte le configurazioni di simulazione analizzate) 7. Carte dei valori dell indicatore globale di criticità ECU den 8. Mappe delle curve isolivello dei descrittori L Aeq,di e L Aeq,notte, Nel seguito di questa relazione tecnica sono riportati alcuni esempi grafici dei vari casi citati, fermo restando che l intero corpo dei risultati è fornito su supporto ottico (DVD) e sul sito web del progetto. Pagina n. 93 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

94 9.7.1 Mappe acustiche in termini degli indicatori L den e L night Le mappe acustiche sono state calcolate senza usare la partizione del modello in tile. Figura 12. S.P. 2 Strada di Copparo. Mappa di L den in db(a) dopo gli interventi pianificati (cfr. 9.6). Pagina n. 94 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

95 Figura 13. S.P. 2 Strada di Copparo. Mappa di L night in db(a) dopo gli interventi pianificati (cfr. 9.6) Calcolo della popolazione esposta e delle facciate silenziose in termini degli indicatori L den e L night Il calcolo della popolazione esposta e delle facciate silenziose in termini degli indicatori L den e L night è stato ripetuto nella situazione prevista dopo l applicazione del piano d azione. Le tabelle 14 e 15 riportano una sintesi calcolata con i dati pervenuti al 15 maggio Per le tabelle complete si vedano i file forniti su supporto ottico (DVD). Pagina n. 95 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

96 Tabella 14. S.P. 2 Strada di Copparo : Numero di residenti esposti, di edifici esposti e di edifici con facciate silenziose per fasce di valori di L den dopo gli interventi pianificati. L den, db Residenti esposti Edifici esposti Edifici con facciate silenziose Totale Tabella 15. S.P. 2 Strada di Copparo : Numero di residenti esposti, di edifici esposti e di edifici con facciate silenziose per fasce di valori di L night dopo gli interventi pianificati. L night, db Residenti esposti Edifici esposti Edifici con facciate silenziose Totale Mappe di conflitto in termini degli indicatori L den e L night Queste carte sono state prodotte espressamente per permettere una migliore elaborazione del piano d azione. Le mappe di conflitto individuano le aree critiche quantificando l impatto prodotto dalle sorgenti ai ricettori in termini di superamento dei valori limite. Pagina n. 96 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

97 Figura 14. S.P. 2 Strada di Copparo. Mappa di conflitto per singoli edifici in termini di L den in db(a) dopo gli interventi pianificati (cfr. 9.6). Pagina n. 97 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

98 Figura 15. S.P. 2 Strada di Copparo. Mappa di conflitto per singoli edifici in termini di L night in db(a) dopo gli interventi pianificati (cfr. 9.6) Mappe dei valori di ECU den Queste carte sono state prodotte espressamente per permettere una migliore elaborazione del piano d azione. Per la predisposizione del piano d azione le mappe dei valori di ECU den dopo gli interventi pianificati sono state prodotte dettagliate per singolo edificio. Pagina n. 98 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

99 Figura 16. S.P. 2 Strada di Copparo. Mappa dell indicatore ECU den per singoli edifici dopo gli interventi pianificati (cfr. 9.6) Mappe acustiche in termini degli indicatori L Aeq,di e L Aeq,notte Le mappe acustiche sono state calcolate senza usare la partizione del modello in tile. Pagina n. 99 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

100 Figura 17. S.P. 2 Strada di Copparo. Mappa di L Aeq,di in db(a) dopo gli interventi pianificati (cfr. 9.6). Pagina n. 100 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

101 Figura 18. S.P. 2 Strada di Copparo. Mappa di L Aeq,notte in db(a) dopo gli interventi pianificati (cfr. 9.6). Pagina n. 101 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

102 9.8. S.P. 66 San Matteo della Decima - Individuazione arco stradale Provincia: Ferrara. Arco stradale: S.P. 66 San Matteo della Decima. Sezione soggetta a mappatura acustica: dal km 58 al km S.P. 66 San Matteo della Decima - Descrizione fornita dalla Provincia di Ferrara La S.P. 66 San Matteo della Decima è la ex S.S. 255, trasferita come proprietà e gestione dall ANAS alla Provincia di Ferrara il 1 ottobre La S.P. 66 San Matteo della Decima è il principale collegamento tra la città di Ferrara e Cento, importante realtà produttiva del territorio provinciale. Oltre che avere valenza locale, la strada rappresenta, per la parte ovest della provincia ferrarese, un importante itinerario per raggiungere le province di Bologna e Modena. Anche se di tipo extraurbano, la S.P. 66 attraversa però molti centri abitati come Vigarano Mainarda, Mirabello, Sant Agostino, Dosso, Corporeo, che la rendono a tratti a carattere urbano. La presenza di un elevato flusso di veicoli che attraversano vari centri abitati rende la ex statale particolarmente a rischio incidenti. In un prossimo futuro la Cispadana, attualmente realizzata solo nel tratto da Sant Agostino a Poggiorenatico, potrà rappresentare un valido percorso alternativo alla S.P. 66, sottraendole parte del traffico veicolare, in particolare quello di attraversamento. La S.P. 66 è classificata, secondo il Codice della Strada, come Strada Extraurbana Secondaria tipo C. La strada ha una lunghezza totale nel territorio ferrarese di km circa con un traffico veicolare che varia, a seconda dei tratti, da un minimo di circa veicoli al giorno nel pressi del centro abitato di San Carlo ad un massimo di oltre veicoli al giorno nel tratto verso Ferrara. Il tratto a maggior traffico è quello dal km 58 (intersezione con la S.P. 50, tra Mirabello e Vigarano Mainarda) al km circa (intersezione con la S.P. 69 a Porotto - Cassana). Questo tratto presenta un traffico giornaliero medio di veicoli al giorno, con una percentuale di veicoli pesanti di circa il 4%. In questo tratto (dalla intersezione con la S.P. 50 all intersezione con la S.P. 69 Virgiliana ), la Strada esce dal centro abitato di Mirabello, entra in Vigarano Mainarda, poi attraversa la piccola località di Porotto entrando quasi in città. Il territorio circostante è campagna ed è tutto pianeggiante, senza altre particolari sorgenti di rumore. Pagina n. 102 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

103 9.10. S.P. 66 San Matteo della Decima - Creazione del modello acustico 1. Modello digitale del terreno (DGM): è stato creato a partire dalle griglie raster del DTM base 5 fornito dal Servizio Cartografico della Regione Emilia Romagna, in quanto in questa area i punti quota della CTR risultano troppo distanziati per essere utilizzabili. 1. Edifici: i dati forniti dalla Provincia di Ferrara contengono una descrizione della destinazione d uso ed informazioni circa le altezze degli edifici per le prime due o tre file di edifici, ottenute con apposito censimento. Questi edifici sono quindi stati inseriti nel modello differenziati in base alla destinazione d uso degli stessi. Per i restanti edifici sono state utilizzate le informazioni desunte dalle tabelle catastali della Regione. 2. Popolazione residente: a partire dai dati e dalle sezioni di censimento forniti dalla Regione Emilia- Romagna, si è proceduto collegando alle suddette sezioni le informazioni circa il numero di residenti. In seguito all inserimento nel modello delle sezioni così aggiornate, il numero stimato di residenti è stato attribuito a tutti gli edifici ad uso residenziale ricadenti nella medesima sezione, sulla base della cubatura degli edifici stessi. 3. Uso del suolo: sono state utilizzate le coperture fornite dalla Regione Emilia Romagna, derivanti dal progetto Corine Land Cover, alle quali è stato aggiunto il ground factor attribuito in precedenza ad ogni classe di utilizzo del suolo. Pagina n. 103 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

104 Figura 19. Esempio di DGM con edifici inseriti per la S.P. 66 San Matteo della Decima. 4. Infrastruttura stradale: si dispone di vari rilievi di traffico di durata pari ad un giorno, caratterizzati per tipologia veicolare, velocità (solo in alcuni casi) ed orario. Da questi sono stati estrapolati i flussi di traffico divisi per tipologia e la velocità media di percorrenza. Le velocità medie non sono differenziate per classe veicolare in quanto i dati di partenza non contengono questa informazione. I flussi veicolari estrapolati si intendono come somma dei flussi nei due versi di percorrenza. La tabella 16 riassume i dati di traffico forniti (sono suddivisi per veicoli leggeri/pesanti con intervalli orari, ma non sempre contengono le velocità). I rilievi nel tratto interessato sono quelli evidenziati con un ombreggiatura, misurati il 29/3/2006 al km ed al km Gli altri rilievi inviati non interessano il tratto oggetto di studio e il traffico rilevato spesso è molto minore. Nel modello sono stati inseriti i dati ricavati dal rilievo eseguito al km (evidenziati in grassetto), in quanto si è utilizzato il flusso veicolare maggiore. Bisogna infatti considerare che i rilievi dovrebbero caratterizzare archi stradali con flussi veicolari annui superiori ai 6 milioni di veicoli, che si Pagina n. 104 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

105 traducono in circa veicoli al giorno. Qui il rilievo con flusso maggiore raggiunge i veicoli al giorno. Anno Mese Giorno Tabella 16. S.P. 66 San Matteo della Decima : rilievi di traffico forniti. km TGM globale veicoli/giorno TGMP pesante veicoli/giorno % veicoli pesanti sul totale Velocità presenti no sì ,3% no sì no sì no sì ,1% no sì ,6% no sì ,9% no sì ,9% sì sì ,3% sì sì Rilievo fornito Pagina n. 105 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

106 Tabella 17. S.P. 66 San Matteo della Decima : valori medi estrapolati di flusso e velocità per veicoli leggeri e pesanti. RILIEVO N (ANNO) KM DURATA RILIEVO [giorni] FLUSSI DI TRAFFICO [veicoli/ora] VELOCITÀ [km/h] 29/3/ DAY EVENING NIGHT DAY EVENING NIGHT Leggeri Pesanti /3/ DAY EVENING NIGHT DAY EVENING NIGHT Leggeri Pesanti DATI INSERITI NEL MODELLO ACUSTICO FLUSSI DI TRAFFICO [veicoli/ora] VELOCITÀ [km/h] DAY EVENING NIGHT DAY EVENING NIGHT Leggeri Pesanti S.P. 66 San Matteo della Decima - Risultati della mappatura acustica I risultati della simulazione sono forniti in formato elettronico su supporto ottico (DVD) e sul sito web del progetto. I risultati delle elaborazioni sono presentati in: 1. Mappe delle curve isolivello dei descrittori L den e L night 2. Tabelle della popolazione esposta (in termini di L den e L night ) 3. Tabelle delle facciate silenziose (in termini di L den e L night ) 4. Carte dei valori limite, espressi tramite i descrittori L den e L night Pagina n. 106 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

107 5. Mappe di conflitto, cioè delle differenze tra i livelli simulati e i valori riportati sulle carte dei valori limite realizzate (in termini di L den e L night ) 6. Elaborazioni sugli edifici (in un'unica copertura GIS sono state raccolte tutte le informazioni riguardanti le elaborazioni sugli edifici. All interno della tabella dbf sono presenti i campi relativi a tutte le configurazioni di simulazione analizzate), in termini di L den e L night 7. Carte dei valori dell indicatore globale di criticità ECU den 8. Mappe delle curve isolivello dei descrittori L Aeq,di e L Aeq,notte Le mappe acustiche, strategiche e non, e le tabelle (punti 1, 2 e 3 sopra elencati), sono un aggiornamento di quelle prodotte al termine della fase II del progetto. Le ulteriori carte presentate (punti 4, 5, 6 e 7 sopra elencati) sono state prodotte nel corso della fase III appositamente per supportare la messa a punto del piano d azione. Nel seguito di questa relazione tecnica sono riportati alcuni esempi grafici dei vari casi citati, fermo restando che l intero corpo dei risultati è fornito su supporto ottico (DVD) e sul sito web del progetto Mappe acustiche in termini degli indicatori L den e L night Questa serie di mappe acustiche è obbligatoria già dal primo ciclo di mappatura ai sensi del D. Lgs. 194/05 [8] ed è stata aggiornata alla data nominale del 15 maggio 2011 con i dati pervenuti dopo il termine dell elaborazione del primo ciclo di mappatura. Le mappe acustiche sono state calcolate senza usare la partizione del modello in tile. Pagina n. 107 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

108 Figura 20. S.P. 66 San Matteo della Decima. Mappa di L den in db(a). Pagina n. 108 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

109 Figura 21. S.P. 66 San Matteo della Decima. Mappa di L night in db(a) Calcolo della popolazione esposta e delle facciate silenziose in termini degli indicatori L den e L night Il calcolo della popolazione esposta e delle facciate silenziose in termini degli indicatori L den e L night è obbligatorio già dal primo ciclo di mappatura ai sensi del D. Lgs. 194/05 [8] ed è stato aggiornato alla data nominale del 15 maggio 2011 con i dati pervenuti dopo il termine dell elaborazione del primo ciclo di mappatura. Le tabelle 18 e 19 riportano una sintesi calcolata con i dati pervenuti al 15 maggio Per le tabelle complete si vedano i file forniti su supporto ottico (DVD). Pagina n. 109 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

110 Tabella 18. S.P. 66 San Matteo della Decima : Numero di residenti esposti, di edifici esposti e di edifici con facciate silenziose per fasce di valori di L den. L den, db Residenti esposti Edifici esposti Edifici con facciate silenziose Totale Tabella 19. S.P. 66 San Matteo della Decima : Numero di residenti esposti, di edifici esposti e di edifici con facciate silenziose per fasce di valori di L night. L night, db Residenti esposti Edifici esposti Edifici con facciate silenziose Totale Mappe di conflitto in termini degli indicatori L den e L night Queste carte sono state prodotte espressamente per permettere una migliore elaborazione del piano d azione. Le mappe di conflitto individuano le aree critiche quantificando l impatto prodotto dalle sorgenti ai ricettori in termini di superamento dei valori limite. Per la fase di mappatura acustica, le mappe di conflitto sono state prodotte sia in termini di impatto globale sul territorio, sia in termini di impatto sui singoli edifici. Pagina n. 110 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

111 Figura 22. S.P. 66 San Matteo della Decima. Mappa di conflitto per singoli edifici in termini di L den in db(a). Pagina n. 111 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

112 Figura 23. S.P. 66 San Matteo della Decima. Mappa di conflitto per singoli edifici in termini di L night in db(a) Mappe dei valori di ECU den d azione. Queste carte sono state prodotte espressamente per permettere una migliore elaborazione del piano Esse sono state ritenute necessarie perché le mappe acustiche obbligatorie ai sensi del D. Lgs. 194/05 non consentono di sintetizzare la valutazione globale delle criticità in un unica carta. Infatti le mappe dei valori dei descrittori L den e L night non evidenziano l entità della popolazione esposta. Le tabelle della popolazione esposta alle diverse fasce di valori dei descrittori L den e L night sono di più difficile consultazione nel corso della valutazione degli interventi di risanamento nelle diverse aree del territorio. Le carte di conflitto suppliscono in parte alla necessità, ma si basano su valori limite espressi in funzione di altri Pagina n. 112 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

113 parametri e qui convertite dal punto di vista tecnico ma non da quello legale e soffrono sempre della mancanza di associazione diretta con l informazione sull entità della popolazione esposta. Le mappe dei valori di ECU den, invece, individuano le aree critiche, sulle quali presumibilmente concentrare le risorse disponibili per il piano d azione, in funzione sia dei valori di livello sonoro sia del numero di persone esposte. Per la fase di mappatura acustica le mappe dei valori di ECU den sono state prodotte sia dettagliate per singolo edificio, sia aggregate per aree più vaste (griglia a maglia regolare con passo di 100 m). Figura 24. S.P. 66 San Matteo della Decima. Mappa dell indicatore ECU den. Pagina n. 113 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

114 Figura 25. S.P. 66 San Matteo della Decima. Mappa dell indicatore ECU den per singoli edifici Mappe acustiche in termini degli indicatori L Aeq,di e L Aeq,notte Le mappe sono aggiornate alla data nominale del 15 maggio 2011 con i dati pervenuti dopo il termine dell elaborazione del primo ciclo di mappatura. Le mappe acustiche sono state calcolate senza usare la partizione del modello in tile. Pagina n. 114 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

115 Figura 26. S.P. 66 San Matteo della Decima. Mappa di L Aeq,di in db(a). Pagina n. 115 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

116 Figura 27. S.P. 66 San Matteo della Decima. Mappa di L Aeq,notte in db(a) S.P. 66 San Matteo della Decima - Descrizione degli interventi considerati Sulla base di un attenta considerazione delle mappe sopra indicate, ed in particolare delle mappe di conflitto relative agli indicatori L den e L night e delle mappe dell indice globale ECU den, sono stati individuati i seguenti interventi migliorativi da inserire nel piano d azione. dal km al km circa: - realizzazione di asfalto drenante/fonoassorbente nel tratto in uscita dalla località Mirabello, Pagina n. 116 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

117 - riduzione della velocità di transito dei mezzi a 50 km/h per tutti i mezzi e per ogni periodo di riferimento (velocità MTS ante operam utilizzate per l aggiornamento della mappatura acustica: giorno 64 km/h, sera 64 km/h, notte 64 km/h), dal km al km circa: - realizzazione di asfalto drenante/fonoassorbente nel tratto di attraversamento della località Vigarano-Mainarda, - riduzione della velocità di transito dei mezzi a 50 km/h per tutti i mezzi e per ogni periodo di riferimento (velocità MTS ante operam utilizzate per l aggiornamento della mappatura acustica: giorno 64 km/h, sera 64 km/h, notte 64 km/h), - interventi diretti sui pochi ricettori maggiormente esposti, in primo luogo il ricettore scolastico che si affaccia sull infrastruttura stradale, dal km al km circa: - realizzazione di asfalto drenante/fonoassorbente nel tratto di attraversamento della località Porotto-Cassana, - riduzione della velocità di transito dei mezzi a 50 km/h per tutti i mezzi e per ogni periodo di riferimento (velocità MTS ante operam utilizzate per l aggiornamento della mappatura acustica: giorno 64 km/h, sera 64 km/h, notte 64 km/h), - interventi diretti sui pochi ricettori residenziali maggiormente esposti. Gli interventi sopra elencati sono stati scelti sulla base dei seguenti criteri (cfr. tabella 8): - criterio di gravità: interventi collocati preferenzialmente nelle aree con maggior numero di ricettori esposti; - criterio di efficienza: interventi che consentono di ottenere risanamenti in aree più estese; - criterio di opportunità: interventi realizzabili nell arco temporale previsto per il piano d azione e compatibili con i budget generalmente disponibili; si accettano esplicitamente impatti residui, che potranno essere ridotti nei cicli successivi del piano d azione compatibilmente con il budget a disposizione. Pagina n. 117 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

118 9.13. S.P. 66 San Matteo della Decima - Risultati previsti del piano d azione I risultati della simulazione degli effetti del piano d azione ipotizzato sono forniti in formato elettronico su supporto ottico (DVD) e sul sito web del progetto. I risultati delle elaborazioni, per ognuna delle configurazioni di simulazione sopra elencate, sono presentati in: 1. Mappe delle curve isolivello dei descrittori L den e L night 2. Tabelle della popolazione esposta (in termini di L den e L night ) 3. Tabelle delle facciate silenziose (in termini di L den e L night ) 4. Carte dei valori limite, espressi tramite i descrittori L den e L night 5. Mappe di conflitto, cioè delle differenze tra i livelli simulati e i valori riportati sulle carte dei valori limite realizzate (in termini di L den e L night ) 6. Elaborazioni sugli edifici (in un'unica copertura GIS sono state raccolte tutte le informazioni riguardanti le elaborazioni sugli edifici. All interno della tabella dbf sono presenti i campi relativi a tutte le configurazioni di simulazione analizzate) 7. Carte dei valori dell indicatore globale di criticità ECU den 8. Mappe delle curve isolivello dei descrittori L Aeq,di e L Aeq,notte Nel seguito di questa relazione tecnica sono riportati alcuni esempi grafici dei vari casi citati, fermo restando che l intero corpo dei risultati è fornito su supporto ottico (DVD) e sul sito web del progetto Mappe acustiche in termini degli indicatori L den e L night Le mappe acustiche sono state calcolate senza usare la partizione del modello in tile. Pagina n. 118 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

119 Figura 28. S.P. 66 San Matteo della Decima. Mappa di L den in db(a) dopo gli interventi pianificati (cfr. 9.12). Pagina n. 119 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

120 Figura 29. S.P. 66 San Matteo della Decima. Mappa di L night in db(a) dopo gli interventi pianificati (cfr. 9.12) Calcolo della popolazione esposta e delle facciate silenziose in termini degli indicatori L den e L night Il calcolo della popolazione esposta e delle facciate silenziose in termini degli indicatori L den e L night è stato ripetuto nella situazione prevista dopo l applicazione del piano d azione. Le tabelle 20 e 21 riportano una sintesi calcolata con i dati pervenuti al 15 maggio Per le tabelle complete si vedano i file forniti su supporto ottico (DVD). Pagina n. 120 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

121 Tabella 20. S.P. 66 San Matteo della Decima : Numero di residenti esposti, di edifici esposti e di edifici con facciate silenziose per fasce di valori di L den dopo gli interventi pianificati. L den, db Residenti esposti Edifici esposti Edifici con facciate silenziose Totale Tabella 21. S.P. 66 San Matteo della Decima : Numero di residenti esposti, di edifici esposti e di edifici con facciate silenziose per fasce di valori di L night dopo gli interventi pianificati. L night, db Residenti esposti Edifici esposti Edifici con facciate silenziose Totale Mappe di conflitto in termini degli indicatori L den e L night Queste carte sono state prodotte espressamente per permettere una migliore elaborazione del piano d azione. Le mappe di conflitto individuano le aree critiche quantificando l impatto prodotto dalle sorgenti ai ricettori in termini di superamento dei valori limite. Pagina n. 121 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

122 Figura 30. S.P. 66 San Matteo della Decima. Mappa di conflitto per singoli edifici in termini di L den in db(a) dopo gli interventi pianificati (cfr. 9.12). Pagina n. 122 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

123 Figura 31. S.P. 66 San Matteo della Decima. Mappa di conflitto per singoli edifici in termini di L night in db(a) dopo gli interventi pianificati (cfr. 9.12) Mappe dei valori di ECU den Queste carte sono state prodotte espressamente per permettere una migliore elaborazione del piano d azione. Per la fase di predisposizione del piano d azione le mappe dei valori di ECU den sono state prodotte dettagliate per singolo edificio. Pagina n. 123 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

124 Figura 32. S.P. 66 San Matteo della Decima. Mappa dell indicatore ECU den per singoli edifici dopo gli interventi pianificati (cfr. 9.12) Mappe acustiche in termini degli indicatori L Aeq,di e L Aeq,notte Le mappe acustiche sono state calcolate senza usare la partizione del modello in tile. Pagina n. 124 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

125 Figura 33. S.P. 66 San Matteo della Decima. Mappa di L Aeq,di in db(a) dopo gli interventi pianificati (cfr. 9.12). Pagina n. 125 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

126 Figura 34. S.P. 66 San Matteo della Decima. Mappa di L Aeq,notte in db(a) dopo gli interventi pianificati (cfr. 9.12). Pagina n. 126 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

127 9.14. S.P. 69 Virgiliana - Individuazione arco stradale Provincia: Ferrara. Arco stradale: S.P. 69 Virgiliana. Sezione soggetta a mappatura acustica: dal km al km S.P. 69 Virgiliana - Descrizione fornita dalla Provincia di Ferrara La S.P. 69 Virgiliana è la ex S.S. 496, trasferita come proprietà e gestione dall ANAS alla Provincia di Ferrara il 1 ottobre La S.P. 69 Virgiliana è il principale collegamento tra la città di Ferrara e Bondeno, importante realtà produttiva del territorio provinciale. La Virgiliana rappresenta un arteria importante di collegamento a livello provinciale (tra Ferrara e Bondeno), extraprovinciale (tra Ferrara e Mantova), a livello regionale ed extraregionale (tra Emilia Romagna e Lombardia). Con la S.P. 18 Bondeno- Ficarolo, la Virgiliana rappresenta inoltre un importante collegamento tra la zona est del capoluogo di provincia e il Veneto, in particolare la S.S. 434 Transpolesana (Rovigo-Verona). La S.P. 69 ha carattere prevalentemente di tipo extraurbano, anche se attraversa alcuni centri abitati come Vigarano Pieve, Ponte Rodoni, Bondeno, Borgo Scala, Burana, Pilastri. La S.P. 69 è classificata, secondo il Codice della Strada, come Strada Extraurbana Secondaria tipo C. La strada ha una lunghezza totale nel territorio ferrarese di km circa con un traffico veicolare che varia, a seconda dei tratti, da un minimo di circa veicoli al giorno nel pressi del centro abitato di Pilastri, al confine con la Provincia di Mantova, ad un massimo di circa veicoli al giorno nel tratto verso Ferrara. Il traffico generato sulla Virgiliana può essere considerato di due tipi. Vi è un traffico leggero, prevalentemente locale, tra Ferrara e Bondeno, per la presenza di lavoratori pendolari tra Bondeno e Ferrara. Vi è inoltre un traffico prevalentemente pesante, a valenza extra provinciale ed extraregionale, che da Ferrara si sposta verso il Veneto. Il tratto a maggior traffico è quello dal km (intersezione con la S.P. 66 San Matteo della Decima ) al km circa (rotatoria di Mizzana). Questo tratto presenta un traffico giornaliero medio di veicoli giorno (in entrambi i sensi di marcia), con una percentuale di veicoli pesanti di circa il 2%. In questo tratto, dove la S.P. 69 attraversa il centro abitato di Cassana ed entra in città, la caratteristica della strada è prevalentemente urbana, con molte intersezioni/immissioni. L area circostante Pagina n. 127 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

128 la strada è abitata e rappresenta ormai la periferia della città. Oltre la zona abitata, il territorio circostante è campagna ed è tutto pianeggiante, senza altre particolari sorgenti di rumore S.P. 69 Virgiliana - Creazione del modello acustico 1. Modello digitale del terreno (DGM): è stato creato a partire dalle griglie raster del DTM base 5 fornito dal Servizio Cartografico della Regione Emilia Romagna, in quanto in questa area i punti quota della CTR risultano troppo distanziati per essere utilizzabili. 2. Edifici: i dati forniti dalla Provincia di Ferrara contengono una descrizione della destinazione d uso ed informazioni circa le altezze degli edifici per le prime due o tre file di edifici, ottenute con apposito censimento. Questi edifici sono quindi stati inseriti nel modello differenziati in base alla destinazione d uso degli stessi. Per i restanti edifici sono state utilizzate le informazioni desunte dalle tabelle catastali della Regione. 3. Popolazione residente: a partire dai dati e dalle sezioni di censimento forniti dalla Regione Emilia- Romagna, si è proceduto collegando alle suddette sezioni le informazioni circa il numero di residenti. In seguito all inserimento nel modello delle sezioni così aggiornate, il numero stimato di residenti è stato attribuito a tutti gli edifici ad uso residenziale ricadenti nella medesima sezione, sulla base della cubatura degli edifici stessi. 4. Uso del suolo: sono state utilizzate le coperture fornite dalla Regione Emilia Romagna, derivanti dal progetto Corine Land Cover, alle quali è stato aggiunto il ground factor attribuito in precedenza ad ogni classe di utilizzo del suolo. Pagina n. 128 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

129 Figura 35. Esempio di DGM con edifici inseriti per la S.P. 69 Virgiliana. 5. Infrastruttura stradale: come si evince dalla tabella 22, gli unici rilievi di traffico completi pervenuti sono riferiti ad un rilievo effettuato il 24/5/2006 al km (ne esiste un altro effettuato al km , non compreso nella tabella). Sempre dalla tabella 22, l unico dato utilizzabile è riferito ad un rilievo del 1995 in quanto gli altri rilievi sono riferiti ad un tratto diverso, precedente all intersezione con la S.P. 66 San Matteo della Decima, in cui, evidentemente, confluisce un notevole flusso di traffico. Dalla tabella 22 sono quindi stati estrapolati i valori di TGM e la percentuale media di veicoli pesanti. I valori così ottenuti sono stati ripartiti nei periodi di riferimento utilizzando i coefficienti estrapolati dai rilievi della S.P. 66. Le velocità inserite nel modello sono minori rispetto a quelle utilizzate per la S.P. 66, in quanto si tratta di un tratto urbano che attraversa un centro abitato ed entra in città. I valori risultanti sono riportati nella tabella 23. Pagina n. 129 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

130 Tabella 22. S.P. 69 Virgiliana : rilievi di traffico forniti. Anno Mese Giorno km TGM globale veicoli/giorno TGMP pesante veicoli/giorno % veicoli pesanti sul totale Velocità presenti Rilievo fornito ,1% no no ,1% no no ,9% no no no no ,4% no sì Tabella 23. S.P. 69 Virgiliana : valori medi estrapolati di flusso e velocità per veicoli leggeri e pesanti inseriti nel modello acustico. FLUSSI DI TRAFFICO [veicoli/ora] VELOCITÀ [km/h] DAY EVENING NIGHT DAY EVENING NIGHT Leggeri Pesanti S.P. 69 Virgiliana - Risultati della mappatura acustica I risultati della simulazione sono forniti in formato elettronico su supporto ottico (DVD) e sul sito web del progetto. I risultati delle elaborazioni sono presentati in: 1. Mappe delle curve isolivello dei descrittori L den e L night 2. Tabelle della popolazione esposta (in termini di L den e L night ) 3. Tabelle delle facciate silenziose (in termini di L den e L night ) 4. Carte dei valori limite, espressi tramite i descrittori L den e L night 5. Mappe di conflitto, cioè delle differenze tra i livelli simulati e i valori riportati sulle carte dei valori limite realizzate (in termini di L den e L night ) Pagina n. 130 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

131 6. Elaborazioni sugli edifici (in un'unica copertura GIS sono state raccolte tutte le informazioni riguardanti le elaborazioni sugli edifici. All interno della tabella dbf sono presenti i campi relativi a tutte le configurazioni di simulazione analizzate), in termini di L den e L night 7. Carte dei valori dell indicatore globale di criticità ECU den 8. Mappe delle curve isolivello dei descrittori L Aeq,di e L Aeq,notte Le mappe acustiche, strategiche e non, e le tabelle (punti 1, 2 e 3 sopra elencati), sono un aggiornamento di quelle prodotte al termine della fase II del progetto. Le ulteriori carte presentate (punti 4, 5, 6 e 7 sopra elencati) sono state prodotte nel corso della fase III appositamente per supportare la messa a punto del piano d azione. Nel seguito di questa relazione tecnica sono riportati alcuni esempi grafici dei vari casi citati, fermo restando che l intero corpo dei risultati è fornito su supporto ottico (DVD) e sul sito web del progetto Mappe acustiche in termini degli indicatori L den e L night Questa serie di mappe acustiche è obbligatoria già dal primo ciclo di mappatura ai sensi del D. Lgs. 194/05 [8] ed è stata aggiornata alla data nominale del 15 maggio 2011 con i dati pervenuti dopo il termine dell elaborazione del primo ciclo di mappatura. Le mappe acustiche sono state calcolate senza usare la partizione del modello in tile. Pagina n. 131 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

132 Figura 36. S.P. 69 Virgiliana. Mappa di L den in db(a). Pagina n. 132 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

133 Figura 37. S.P. 69 Virgiliana. Mappa di L night in db(a) Calcolo della popolazione esposta e delle facciate silenziose in termini degli indicatori L den e L night Il calcolo della popolazione esposta e delle facciate silenziose in termini degli indicatori L den e L night è obbligatorio già dal primo ciclo di mappatura ai sensi del D. Lgs. 194/05 [8] ed è stato aggiornato alla data nominale del 15 maggio 2011 con i dati pervenuti dopo il termine dell elaborazione del primo ciclo di mappatura. Le tabelle 24 e 25 riportano una sintesi calcolata con i dati pervenuti al 15 maggio Per le tabelle complete si vedano i file forniti su supporto ottico (DVD). Pagina n. 133 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

134 Tabella 24. S.P. 69 Virgiliana : Numero di residenti esposti, di edifici esposti e di edifici con facciate silenziose per fasce di valori di L den. L den, db Residenti esposti Edifici esposti Edifici con facciate silenziose Totale Tabella 25. S.P. 69 Virgiliana : Numero di residenti esposti, di edifici esposti e di edifici con facciate silenziose per fasce di valori di L night. L night, db Residenti esposti Edifici esposti Edifici con facciate silenziose Totale Mappe di conflitto in termini degli indicatori L den e L night Queste carte sono state prodotte espressamente per permettere una migliore elaborazione del piano d azione. Le mappe di conflitto individuano le aree critiche quantificando l impatto prodotto dalle sorgenti ai ricettori in termini di superamento dei valori limite. Per la fase di mappatura acustica, le mappe di conflitto sono state prodotte sia in termini di impatto globale sul territorio, sia in termini di impatto sui singoli edifici. Pagina n. 134 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

135 Figura 38. S.P. 69 Virgiliana. Mappa di conflitto per singoli edifici in termini di L den in db(a). Pagina n. 135 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

136 Figura 39. S.P. 69 Virgiliana. Mappa di conflitto per singoli edifici in termini di L night in db(a) Mappe dei valori di ECU den Queste carte sono state prodotte espressamente per permettere una migliore elaborazione del piano d azione. Esse sono state ritenute necessarie perché le mappe acustiche obbligatorie ai sensi del D. Lgs. 194/05 non consentono di sintetizzare la valutazione globale delle criticità in un unica carta. Infatti le mappe dei valori dei descrittori L den e L night non evidenziano l entità della popolazione esposta. Le tabelle della popolazione esposta alle diverse fasce di valori dei descrittori L den e L night sono di più difficile consultazione nel corso della valutazione degli interventi di risanamento nelle diverse aree del territorio. Le carte di Pagina n. 136 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

137 conflitto suppliscono in parte alla necessità, ma si basano su valori limite espressi in funzione di altri parametri e qui convertite dal punto di vista tecnico ma non da quello legale e soffrono sempre della mancanza di associazione diretta con l informazione sull entità della popolazione esposta. Le mappe dei valori di ECU den, invece, individuano le aree critiche, sulle quali presumibilmente concentrare le risorse disponibili per il piano d azione, in funzione sia dei valori di livello sonoro sia del numero di persone esposte. Per la fase di mappatura acustica le mappe dei valori di ECU den sono state prodotte sia dettagliate per singolo edificio, sia aggregate per aree più vaste (griglia a maglia regolare con passo di 100 m). Figura 40. S.P. 69 Virgiliana. Mappa dell indicatore ECU den. Pagina n. 137 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

138 Figura 41. S.P. 69 Virgiliana. Mappa dell indicatore ECU den per singoli edifici Mappe acustiche in termini degli indicatori L Aeq,di e L Aeq,notte Questa serie di mappe acustiche è stata prodotta specificamente per il caso di studio rappresentato dalla Provincia di Forlì-Cesena, in quanto il D. Lgs. 194/05 [8] prescrive l uso degli indicatori europei L den e L night. Le mappe sono aggiornate alla data nominale del 15 maggio 2011 con i dati pervenuti dopo il termine dell elaborazione del primo ciclo di mappatura. Le mappe acustiche sono state calcolate senza usare la partizione del modello in tile. Pagina n. 138 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

139 Figura 42. S.P. 69 Virgiliana. Mappa di L Aeq,di in db(a). Pagina n. 139 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

140 Figura 43. S.P. 69 Virgiliana. Mappa di L Aeq,notte in db(a) S.P. 69 Virgiliana - Descrizione degli interventi considerati Sulla base di un attenta considerazione delle mappe sopra indicate, ed in particolare delle mappe di conflitto relative agli indicatori L den e L night e delle mappe dell indice globale ECU den, sono stati individuati i seguenti interventi migliorativi da inserire nel piano d azione. dal km al km lungo tutto l arco stradale,: - realizzazione di asfalto drenante/fonoassorbente, Pagina n. 140 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

141 - riduzione della velocità di transito dei mezzi a 50 km/h per tutti i mezzi e per ogni periodo di riferimento. (Velocità MTS ante operam utilizzate per l aggiornamento della mappatura acustica: 55 km/h per i veicoli leggeri, 50 km/h per i veicoli pesanti), - al km circa, in località Porotto-Cassana, intervento diretto sul ricettore scolastico, - al km circa, intervento diretto sul ricettore scolastico, - interventi diretti sui pochi ricettori residenziali maggiormente esposti. Gli interventi sopra elencati sono stati scelti sulla base dei seguenti criteri (cfr. tabella 8): - criterio di gravità: interventi collocati preferenzialmente nelle aree con maggior numero di ricettori esposti; interventi diretti sui ricettori maggiormente sensibili, costituiti dagli edifici scolastici ai km circa e circa; - criterio di efficienza: interventi che consentono di ottenere risanamenti in aree più estese; - criterio di opportunità: interventi realizzabili nell arco temporale previsto per il piano d azione e compatibili con i budget generalmente disponibili; si accettano esplicitamente impatti residui, che potranno essere ridotti nei cicli successivi del piano d azione compatibilmente con il budget a disposizione S.P. 69 Virgiliana - Risultati previsti del piano d azione I risultati della simulazione degli effetti del piano d azione ipotizzato sono forniti in formato elettronico su supporto ottico (DVD) e sul sito web del progetto. I risultati delle elaborazioni, per ognuna delle configurazioni di simulazione sopra elencate, sono presentati in: 1. Mappe delle curve isolivello dei descrittori L den e L night 2. Tabelle della popolazione esposta (in termini di L den e L night ) 3. Tabelle delle facciate silenziose (in termini di L den e L night ) 4. Carte dei valori limite, espressi tramite i descrittori L den e L night 5. Mappe di conflitto, cioè delle differenze tra i livelli simulati e i valori riportati sulle carte dei valori limite realizzate (in termini di L den e L night ) Pagina n. 141 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

142 6. Elaborazioni sugli edifici (in un'unica copertura GIS sono state raccolte tutte le informazioni riguardanti le elaborazioni sugli edifici. All interno della tabella dbf sono presenti i campi relativi a tutte le configurazioni di simulazione analizzate) 7. Carte dei valori dell indicatore globale di criticità ECU den 8. Mappe delle curve isolivello dei descrittori L Aeq,di e L Aeq,notte Nel seguito di questa relazione tecnica sono riportati alcuni esempi grafici dei vari casi citati, fermo restando che l intero corpo dei risultati è fornito su supporto ottico (DVD) e sul sito web del progetto Mappe acustiche in termini degli indicatori L den e L night Le mappe acustiche sono state calcolate senza usare la partizione del modello in tile. Pagina n. 142 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

143 Figura 44. S.P. 69 Virgiliana. Mappa di L den in db(a) dopo gli interventi pianificati (cfr. 9.19). Pagina n. 143 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

144 Figura 45. S.P. 69 Virgiliana. Mappa di L night in db(a) dopo gli interventi pianificati (cfr. 9.19) Calcolo della popolazione esposta e delle facciate silenziose in termini degli indicatori L den e L night Il calcolo della popolazione esposta e delle facciate silenziose in termini degli indicatori L den e L night è stato ripetuto nella situazione prevista dopo l applicazione del piano d azione. Le tabelle 26 e 27 riportano una sintesi calcolata con i dati pervenuti al 15 maggio Per le tabelle complete si vedano i file forniti su supporto ottico (DVD). Pagina n. 144 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

145 Tabella 26. S.P. 69 Virgiliana : Numero di residenti esposti, di edifici esposti e di edifici con facciate silenziose per fasce di valori di L den dopo gli interventi pianificati. L den, db Residenti esposti Edifici esposti Edifici con facciate silenziose Totale Tabella 27. S.P. 69 Virgiliana : Numero di residenti esposti, di edifici esposti e di edifici con facciate silenziose per fasce di valori di L night dopo gli interventi pianificati. L night, db Residenti esposti Edifici esposti Edifici con facciate silenziose Totale Mappe di conflitto in termini degli indicatori L den e L night Queste carte sono state prodotte espressamente per permettere una migliore elaborazione del piano d azione. Le mappe di conflitto individuano le aree critiche quantificando l impatto prodotto dalle sorgenti ai ricettori in termini di superamento dei valori limite. Pagina n. 145 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

146 Figura 46. S.P. 69 Virgiliana. Mappa di conflitto per singoli edifici in termini di L den in db(a) dopo gli interventi pianificati (cfr. 9.19). Pagina n. 146 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

147 Figura 47. S.P. 69 Virgiliana. Mappa di conflitto per singoli edifici in termini di L night in db(a) dopo gli interventi pianificati (cfr. 9.19) Mappe dei valori di ECU den Queste carte sono state prodotte espressamente per permettere una migliore elaborazione del piano d azione. Per la fase di predisposizione del piano d azione le mappe dei valori di ECU den sono state prodotte dettagliate per singolo edificio. Pagina n. 147 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

148 Figura 48. S.P. 69 Virgiliana. Mappa dell indicatore ECU den per singoli edifici dopo gli interventi pianificati (cfr. 9.19) Mappe acustiche in termini degli indicatori L Aeq,di e L Aeq,notte Le mappe acustiche sono state calcolate senza usare la partizione del modello in tile. Pagina n. 148 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

149 Figura 49. S.P. 69 Virgiliana. Mappa di L Aeq,di in db(a) dopo gli interventi pianificati (cfr. 9.19). Pagina n. 149 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

150 Figura 50. S.P. 69 Virgiliana. Mappa di L Aeq,notte in db(a) dopo gli interventi pianificati (cfr. 9.19). Pagina n. 150 di 154 della relazione tecnica RER-CBO 3/2011 del 31 Maggio 2011

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