PARCO DEL MINCIO - MANTOVA
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- Barbara Eva Donati
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1 PARCO DEL MINCIO - MANTOVA PROGETTO PER LA REINTRODUZIONE DELLA CICOGNA BIANCA IN ITALIA E NEL PALEARTICO OCCIDENTALE
2 PARCO DEL MINCIO MANTOVA PROGETTO PER LA REINTRODUZIONE DELLA CICOGNA BIANCA IN ITALIA E NEL PALEARTICO OCCIDENTALE La Cicogna bianca Ottobre 2012 La Cicogna bianca é un grande uccello inconfondibile per il piumaggio bianco con le penne posteriori delle ali nere; becco e zampe sono di colore rosso vivo. Posata arriva ad un'altezza di 115 cm, mentre in volo l'apertura alare può raggiungere i 165 cm. Il peso varia dai 2,3 kg delle femmine più piccole ai 4,4 kg dei maschi più grandi. Il becco é lungo cm. Maschi e femmine sono praticamente uguali, anche se i primi sono generalmente più grandi. I giovani si distinguono per il colore nerastro del becco. Il periodo di vita più lungo accertato é di 26 anni. La coppia collabora nella costruzione del nido, nella cova e nella cura della prole; le uova, da due a quattro, ma eccezionalmente fino a sette, schiudono dopo circa un mese e dopo altri due mesi i piccoli sono in grado di volare. Il voluminoso nido é spesso sistemato sulle costruzioni dell'uomo (tetti delle case, tralicci, ecc.). La cicogna si nutre esclusivamente di animali, che caccia camminando. Raccoglie molte prede diverse, a seconda della disponibilità; insetti, lombrichi e molluschi costituiscono la parte più importante della dieta, in cui entrano anche anfibi, rettili, pesci e piccoli mammiferi. La Cicogna bianca non porta danni all agricoltura ma, anzi, contribuisce al controllo dei piccoli mammiferi e degli insetti. Nell immagine ha appena catturato una talpa. E' praticamente priva di voce ma emette un particolarissimo e forte suono, ottenuto battendo velocemente tra loro le due metà del becco. Ciò si osserva generalmente durante la cerimonia di "saluto", uno dei comportamenti più caratteristici della specie, in cui maschio e femmina si avvicinano, tendono il collo prima verso l'alto e poi lo rovesciano all'indietro, battendo contemporaneamente il becco. 2
3 Quali problemi Sono diverse le cause che hanno allontanato la Cicogna bianca dall'italia. Fattori determinanti sono comunque stati prima la caccia e poi il bracconaggio, che hanno impedito la costituzione e il mantenimento di popolazioni nidificanti fedeli al territorio. Tuttavia la cicogna è diminuita moltissimo o si è addirittura estinta anche in ampie zone europee dove nessuno mai la ucciderebbe. Fino agli inizi del secolo scorso essa era abbondantissima in tutta l'europa centrale, ma da allora si è praticamente estinta in Svezia, Olanda, Svizzera, Belgio ed é assai diminuita numericamente in Germania, Francia e Danimarca; anche popolazioni importanti, come quelle spagnola, nord-africana e ungherese, si sono notevolmente ridotte. Per capire le cause del fenomeno, occorre ricordare che esistono due popolazioni di Cicogne bianche nidificanti in Europa, identificabili rispettivamente come "occidentale" e "orientale". Esse sono fra loro separate per quanto riguarda le aree di riproduzione ma soprattutto per le diverse vie migratorie seguite e le distinte zone di svernamento. La popolazione occidentale nidifica in Marocco, Algeria, Tunisia, Portogallo, Spagna, Francia (Alsazia), Germania ovest (Baden-Württemberg) e migra attraverso lo stretto di Gibilterra raggiungendo l'africa occidentale a sud del Sahara, soffermandosi in particolare nella fascia del Sahel; una parte sverna nella penisola iberica e in Nord Africa. La popolazione orientale nidifica in Germania orientale, Russia, Cecoslovacchia, Polonia, Austria, Ungheria, Romania, Bulgaria, penisola balcanica e migra attraverso lo stretto del Bosforo raggiungendo le savane e i laghi del Corno d'africa, la grande Rift Valley ed arrivando in parte fino all'africa meridionale. In Danimarca, Olanda, Germania e Svizzera coesistono entrambe le popolazioni. La grave decimazione della specie si è verificata interamente a carico della popolazione occidentale le cui rotte migratorie attraversano regioni, come Francia e Spagna, dove la caccia è assai intensa. Una volta che queste cicogne arrivano nei territori di svernamento in Africa occidentale, oltre a cadere in gran numero vittime delle popolazioni locali, non trovano più come un tempo quale fonte di cibo i grandi sciami di Locuste vaganti nelle steppe e nelle savane, trasformate in coltivazioni e trattate con veleni. Al loro arrivo la stagione delle piogge è ancora lontana e quella riserva di cibo era fondamentale per la vita delle cicogne; gli animali sopravvissuti, al ritorno primaverile, subiscono di nuovo l'attacco dei cacciatori e, nella migliore delle ipotesi, giungono nelle zone di nidificazione in condizioni fisiche non ottimali per iniziare la fatica riproduttiva. La popolazione orientale, oltre a non subire un prelievo venatorio paragonabile all'altra, arriva nelle zone di svernamento all'inizio della stagione delle piogge; ciò permette alle cicogne di trovare un alimento abbondante e diversificato. Sembra quindi che la mortalità invernale e quella legata alla migrazione siano le maggiori responsabili della fortissima diminuzione della popolazione occidentale. Non mancano tuttavia problemi anche nelle aree di nidificazione, dove negli ultimi decenni larghe estensioni di zone umide sono state trasformate in monoculture cerealicole, in cui si fa ampio utilizzo di veleni. Altra grave causa di mortalità, alla quale in vari stati, compresa l'italia, si sta cercando di porre rimedio con semplici accorgimenti, é la folgorazione con le linee ad alta tensione. Nonostante questi problemi, tentativi di nidificazione di cicogne selvatiche avvengono continuamente anche in Italia, soprattutto nelle zone nord-occidentali, ma sempre più spesso anche altrove. Benché molte volte l'esito sia negativo, principalmente per atti di bracconaggio, c'è sicuramente un significativo ritorno della specie nel nostro Paese. Come conseguenza, sta diventando sempre più importante anche il terzo ponte di migrazione verso l'africa, rappresentato dallo stretto di Messina-Sicilia-Tunisia. 3
4 Il progetto del Parco del Mincio Nel Parco del Mincio, presso il Bosco delle Bertone, é in atto un progetto per la reintroduzione della Cicogna bianca. L'iniziativa, promossa, realizzata e finanziata dal Parco del Mincio, é stata affidata alla progettazione tecnica e direzione scientifica dello scrivente. Il territorio circostante il centro é particolarmente idoneo per le esigenze della specie, come confermano le sempre più numerose cicogne selvatiche presenti e un tentativo di nidificazione nel 1990, uno dei primi in Italia, quando non era ancora iniziato il programma di reintroduzione. Il Bosco delle Bertone con il Centro per la Reintroduzione della Cicogna Bianca. Il bosco è circondato da grandi distese di prati stabili, ambiente ideale per le cicogne. Inoltre non ci sono linee elettriche nelle immediate vicinanze La fase operativa del programma per la reintroduzione della Cicogna bianca nel Parco del Mincio é iniziata il 12 marzo 1994, con l'arrivo di 12 soggetti offerti dai colleghi svizzeri della Swiss White Stork Society. 12 marzo dodici cicogne arrivano in aereo dalla Svizzera, destinate al Centro Reintroduzione del Parco del Mincio Gli uccelli erano accompagnati dal dott. Peter Enggist, direttore della Swiss White Stork Society (Svizzera). Riprese dalle televisioni e alla presenza di moltissimi giornalisti, le cicogne sono state sbarcate all'aeroporto di Verona e trasportate al Parco delle Bertone. 4
5 Fino al momento attuale il programma, nonostante alcuni problemi, é proseguito secondo le previsioni. Nel 1996, entro ampie voliere, sono nati i primi piccoli; dall'anno seguente é iniziato il rilascio delle cicogne, che nei territori circostanti hanno trovato cibo in abbondanza; la prima coppia libera ha subito costruito il nido su un'alta piattaforma presso il centro. Da allora il volo delle cicogne attorno al Parco delle Bertone é uno spettacolo consueto e sono frequenti gli "incontri ravvicinati" con questi uccelli nei prati circostanti, dove si osservano insieme sia le cicogne rilasciate dal Parco che numerose altre selvatiche. L iniziativa si propone di costituire, all'interno del Parco del Mincio, un nucleo stabile di Cicogne bianche nidificanti, intervenendo artificialmente per indurre e facilitare lo stabilirsi di un "legame territoriale" negli animali. Contemporaneamente, il centro funziona come punto di diffusione della specie verso ampi territori. Speranza dei promotori é che, anno dopo anno, le cicogne vadano a costruire i loro nidi sempre più lontano dal centro vivendo sempre più libere e indipendenti nei nostri cieli. Insieme ad altri centri italiani si intende riportare la Cicogna bianca nei territori anticamente occupati e, in coordinamento con i numerosi centri funzionanti all'estero, contribuire al recupero della specie nell'europa occidentale. Si vuole anche ricostituire quel rapporto uomocicogna che da noi si è perduto ma che ancora è vivo ed attuale in tanti altri Paesi. Il progetto del Parco del Mincio ha preso avvio in stretta collaborazione con la Swiss White Stork Society (Altreu, Svizzera) e rientra nei programmi dell'international White Stork Working Group - Western Population. Perché la Cicogna bianca I progetti in favore della Cicogna bianca hanno un'importante finalità zoologica, ma altre specie meriterebbero analoghi interventi. Perché allora proprio la cicogna? Si tratta certamente di un uccello del tutto particolare, che da tempi lontanissimi ha legato la sua esistenza alla nostra, pur mantenendo la natura selvatica. Anche l'uomo ha imparato a condividere con la cicogna le sue abitazioni; ovunque ne ha fatto un simbolo positivo di felicità e fertilità, ha costruito su di essa molte leggende e da sempre ha cercato di attirarla nei villaggi e nelle città. E' un animale molto amato dalla gente e ovunque uomo e cicogna convivono subito si avverte questo rapporto di simpatia. In quei luoghi le cicogne si fanno osservare da vicino, scendendo dall'alto come piccoli alianti, e allevano i piccoli sotto gli occhi della gente. In un "Centro Cicogna" l'approccio con il mondo animale, pur essendo molto facile, è fra i più positivi: si osservano uccelli che non hanno alcun timore dell'uomo ma nello stesso tempo vivono liberi in grandi spazi, volano altissimi nel cielo e mantengono il comportamento proprio della specie. La Cicogna bianca costituisce comunque un simbolo sotto il quale ci si propongono obiettivi più importanti della conservazione di una singola specie. I progetti finalizzati alla sua salvaguardia sono infatti gli stessi che consentono la protezione e la ricostituzione delle zone umide, programma al quale negli ultimi decenni si sono indirizzati i principali sforzi conservazionisti internazionali. Alla cicogna servono zone idonee di svernamento in Africa, le stesse che sono indispensabili per una grande massa di migratori europei, aventi l'assoluta necessità di trovarvi il cibo durante l'inverno. La cicogna non deve incontrare fucili lungo la rotta migratoria, grave problema per molti altri uccelli, soprattutto quelli in maggior pericolo di estinzione. Per la cicogna deve diminuire il rischio di folgorazione con le linee ad alta tensione, causa importante di mortalità per moltissime specie di uccelli e di rilevanti danni economici per le attività umane, facilmente rimediabile con semplici accorgimenti. 5
6 Una cicogna selvatica morta fulminata nel Parco del Mincio; come questo, molti sono gli uccelli che rimangono vittime delle linee elettriche. La cicogna ha bisogno di alimenti privi di pesticidi, necessità che hanno tutti gli altri viventi, uomo compreso. Ed é proprio grazie alla Cicogna bianca che, nell'aprile 1994, si é potuto organizzare a Basilea (Svizzera) un simposio internazionale, con più di 230 partecipanti provenienti da 23 Paesi dell'europa e dell'africa; il proposito era di sviluppare dei piani di azione comuni in favore della popolazione occidentale della specie, coordinando delle iniziative concrete per la conservazione e la ricostituzione dei suoi habitat sia nelle aree di nidificazione che lungo le rotte migratorie e nelle zone di svernamento africane, in collaborazione con i rappresentanti dei diversi governi e dei settori economici coinvolti. I risultati del simposio, con gli interventi che ne sono seguiti, hanno già avuto e potranno avere futuri effetti positivi che andranno ben oltre la conservazione della Cicogna bianca. Nella pianificazione degli interventi faunistici, occorre inoltre tener conto che la Cicogna bianca è una delle specie d interesse comunitario, in quanto compresa nell allegato 1 della Direttiva 79/409/CEE e successive modificazioni, per le quali gli stati membri sono tenuti ad attuare interventi di conservazione delle specie e dei loro habitat. Idee guida per la reintroduzione Perché abbiano successo, i progetti di reintroduzione devono riuscire a ridurre le principali cause della diminuzione della specie. Gli sforzi per migliorare gli ambienti di nidificazione sono molto importanti ma, in assenza delle altre condizioni, gli effetti saranno poco evidenti. Se i maggiori problemi nascono dalla necessità di migrare, due sono le possibilità di intervento: ridurre i fattori di rischio dal momento della partenza a quello del ritorno oppure impedire la migrazione. E' molto difficile intervenire nel primo modo, in quanto il problema della pressione dell'uomo è su scala troppo vasta e la mancanza di cibo nelle zone di svernamento non appare di semplice risoluzione; é comunque indispensabile lavorare continuamente in questa direzione. Nell'immediato si può solo legare quanto più possibile le cicogne al territorio. Siamo facilitati in questo compito perché la specie, pur essendo migratrice, non soffre il freddo invernale, purché abbia a disposizione abbondante cibo come riserva di energia. Dalle ricerche dei primi sperimentatori europei in progetti di reintroduzione della Cicogna bianca oggi sappiamo che, dopo tre anni di sosta continua forzata in un territorio, e con maggior sicurezza dopo la prima riproduzione, le cicogne perdono la tendenza ad abbandonarlo, divenendo in pratica uccelli sedentari; questo purché ci sia sufficiente alimento in tutte le stagioni. Nei primi anni, anche se il cibo é abbondante, l'istinto migratorio ha invece il sopravvento. Si può quindi costituire un nucleo di cicogne residenti e nidificanti, intervenendo artificialmente sui giovani per impedirne la 6
7 migrazione. Una volta raggiunto un buon numero di animali, é possibile lasciar partire i giovani nati. Dopo almeno due anni di permanenza in Africa, i sopravvissuti ritorneranno in Europa occidentale, molto spesso nei territori dov'erano nati, e così continueranno a fare ad ogni primavera che seguirà. La presenza di cicogne, sia libere che nei recinti, ne invoglia altre, selvatiche, che già spontaneamente sostano nella zona durante la migrazione primaverile, a fermarsi per nidificare, unendosi alla popolazione presente o creando addirittura coppie miste con quelle nate nel centro. L'esistenza di un Parco, influendo su alcune attività antropiche che possono creare problemi (attività venatoria, uso di sostanze nocive, ecc.) aumenta le probabilità di successo di un progetto di reintroduzione. Come funziona il Centro Cicogna Per i primi anni di vita alle cicogne viene impedito di allontanarsi. Le giovani cicogne rimangono in grandi voliere fino a quando sono pronte per la riproduzione, normalmente a quattro anni di età ma talvolta anche prima. Coppie già formate vengono quindi liberate; solitamente occupano nidi vicini al centro, ma possono anche stabilirsi a una certa distanza. La struttura non é quindi uno zoo, ma un punto per la diffusione della specie sul territorio. Cicogne libere sono comunque osservabili da vicino, sia perché molte di loro frequentano regolarmente il centro sia perché diversi nidi vengono costruiti nelle immediate vicinanze. Tutte le cicogne dispongono di ampie vasche di acqua corrente; inoltre gran parte del terreno viene periodicamente allagato per creare un ambiente adatto alle esigenze di questa specie. Cicogne attualmente ospitate nel centro Al momento attuale (ottobre 2012) vivono nel centro 70 cicogne in condizioni controllate (in gabbie chiuse). Il gruppo è composto da alcuni individui arrivati in aereo dalla Svizzera nel 1994, da diversi individui nati successivamente nel centro e non ancora liberati, da vari individui nati in libertà ma caduti dai nidi e salvati mediante allevamento artificiale e da alcuni individui offerti al Parco del Mincio dal Centro Carapax di Massa Marittima, arrivati nel maggio Cicogne in libertà Alcune cicogne rilasciate in passato sono rimaste fedeli al territorio ed hanno regolarmente frequentato i grandi prati stabili della zona, spingendosi spesso anche a notevoli distanze. A queste cicogne se ne sono costantemente aggiunte altre di origine selvatica o liberate da altri centri italiani e stranieri, variabili di numero, che hanno sostato per tempi anche molto lunghi nei dintorni delle Bertone e nel centro stesso, unendosi a quelle rilasciate dal Parco e cacciando nei prati circostanti, ma talvolta anche a notevole distanza. Molte di esse hanno nidificato. Soprattutto durante l inverno, ma talvolta anche dopo e in particolare durante lo svezzamento dei piccoli, alcune cicogne viventi in libertà hanno utilizzato più o meno regolarmente le risorse alimentari distribuite nel centro. Dalla primavera 2011 tutte le cicogne libere sono completamente autonome dal punto di vista alimentare e utilizzano, anche durante l inverno, le abbondanti risorse trofiche disponibili nei grandi prati stabili circostanti, nel raggio di molti chilometri. 7
8 La presenza attorno al centro di cicogne libere è diventata assai consistente negli ultimi anni, arrivando alla contemporanea e regolare presenza di almeno una ventina di individui ; la maggior parte di questi ha poi nidificato sulle piattaforme predisposte allo scopo o in nidi da essi stessi costruiti sulle cime più alte degli alberi del bosco o su un traliccio delle linee elettriche. Le cicogne libere costituiscono un entusiasmante spettacolo giornaliero per i molti visitatori del centro, affascinati da questi grandi uccelli che scendono continuamente dal cielo, spesso con spettacolari acrobazie aeree. E dimostrato che la presenza di cicogne libere e di adatte piattaforme distribuite sul territorio circostante il centro induce sempre più le cicogne in transito a nidificare; assai probabile è anche la formazione di coppie miste tra un individuo liberato dal centro ed uno selvatico, come già più volte si è verificato. Cicogne recuperate In alcune occasioni sono state recuperate nei pressi del centro alcune cicogne, per lo più giovani e di origine estera, soprattutto in periodo migratorio autunnale. Esse sono state temporaneamente ospitate nelle voliere del centro e, perfettamente riabilitate, sono state liberate nella primavera successiva. Altre cicogne in cattive condizioni, raccolte in località distanti dal centro, sono state temporaneamente ospitate e successivamente liberate. Sono stati inoltre recuperati e allevati manualmente diversi piccoli caduti dal nido o insieme al nido a causa del maltempo. Molti di essi sono stati poi liberati. Nidificazioni Cicogne interne al centro Nel centro, sulle piattaforme appositamente predisposte e talvolta anche direttamente sul terreno, numerose coppie hanno regolarmente nidificato e svezzato i loro piccoli. I primi piccoli di cicogna nati nel centro del Parco del Mincio Altre coppie si sono comunque formate, con rituali di corteggiamento, occupazione di piattaforme e costruzione del nido. 8
9 Piccoli di cicogna sul nido con un genitore. Cicogne in libertà In libertà, esternamente al centro, hanno nidificato molte coppie di cicogne, sia rilasciate dal centro, sia completamente selvatiche, sia miste formate da un individuo rilasciato e da uno completamente selvatico. Nel 2010 hanno nidificato otto coppie di cicogne, totalmente di provenienza selvatica. Una coppia è andata ad occupare la sommità di un traliccio ENEL nei pressi della frazione di Maglio, a circa un chilometro di distanza, allevando 4 piccoli, che si sono regolarmente involati. Il maschio era nato nel 2006 proprio su quel traliccio; dopo due anni di assenza e benché ancora giovane, nel 2008 è tornato nel Parco del Mincio a nidificare nello stesso nido in cui era nato, con una femmina senza segni di riconoscimento. La stessa coppia si è poi riprodotta sullo stesso nido anche nel Altre coppie libere hanno occupato delle piattaforme su alberi predisposte dal Parco o hanno risistemato dei nidi costruiti in passato da loro stesse o da altri individui sugli alberi più alti del bosco. Alcune coppie hanno costruito dei nuovi nidi. Negli ultimi tre anni sono nate e si sono involate quasi sessanta nuove cicogne completamente selvatiche, che sono andate ad incrementare la presenza della specie in Europa (24 nel 2010, 21 nel 2011, 13 nel 2012). Interessante è il fatto che dalla stagione riproduttiva 2011 l allevamento dei piccoli è sempre avvenuto senza alcun apporto alimentare artificiale, quindi integralmente sostenuto dalle risorse trofiche del territorio. 9
10 Un nido con tre giovani cicogne costruito su una piattaforma predisposta dal Parco del Mincio nel Bosco delle Bertone, in riva al Naviglio Inanellamento delle cicogne Per consentire agli ornitologi di seguire i giovani nati sia localmente sia nei possibili annuali spostamenti tra l Europa e l Africa, sono stati posti degli anelli alle zampe delle giovani cicogne nate in libertà, con la collaborazione di Rosita Mantovani, Giuseppe Rossi e Alessio Farioli, inanellatori ufficiali dell INFS (Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica), oggi ISPRA. I tecnici ENEL riportano sul nido le giovani cicogne dopo il loro inanellamento Alle cicogne sono stati posti due anelli, uno metallico che le accompagnerà per sempre, con un codice ufficiale EURING, e l altro in materiale plastico colorato, con un codice anch esso ufficiale ma leggibile a distanza; si tratta di una specie di carta d identità dalla quale, ovunque esse si troveranno, sarà sempre possibile risalire rapidamente alla loro origine. Ad altre giovani cicogne è stato messo un unico nuovo tipo di anello ufficiale, denominato ELSA (European Laser Signed Advanced Ring), riportante la codifica Euring leggibile a distanza. Non sempre le piccole cicogne sono state inanellate, per l impossibilità di arrivare al nido sistemato troppo in alto o comunque in posizione difficilmente raggiungibile. 10
11 Inanellamento delle giovani cicogne con il nuovo tipo di anello ELSA Gli interventi sono stati possibili grazie alla collaborazione tra il Parco del Mincio e l ENEL, che ha fornito il proprio personale e i propri mezzi, oltre a provvedere a sospendere l erogazione di energia nella zona dei tralicci durante le operazioni. I tecnici ENEL, dopo aver interrotto l erogazione di energia elettrica, prelevano dal nido sul traliccio tre giovani cicogne per inanellarle Collaborazione con ENEL Nella primavera 2005 una coppia di Cicogne bianche selvatiche aveva costruito un grande nido sulla sommità di un traliccio ENEL in località Maglio di Goito. La collaborazione tra il Parco del Mincio e L ENEL aveva consentito di evitare contemporaneamente dei possibili problemi tecnici nella distribuzione dell energia e dei probabili danni alla fauna selvatica. I cavi dell alta tensione in prossimità dei tralicci costituiscono un pericolo costante per gli uccelli, soprattutto quelli di grandi dimensioni, tra cui principalmente i rapaci e le cicogne, che hanno l abitudine di sostare sui tralicci. Posando i piedi sulla struttura di sostegno e toccando o anche solo avvicinandosi ad un cavo gli uccelli rimangono folgorati; la conseguenza, oltre alla morte dell animale, sono delle microinterruzioni nell erogazione dell energia, con pericolosi effetti sui sistemi elettronici degli utenti connessi o addirittura dei blackout nell area servita. 11
12 L ENEL era intervenuta isolando i cavi per un ampio tratto in prossimità del traliccio, rendendo praticamente impossibile la folgorazione delle cicogne e della loro prossima prole ed evitando nello stesso tempo futuri problemi agli altri uccelli che inevitabilmente avrebbero sostato sul traliccio, con i connessi disagi e danni economici per gli utenti. L intervento era stato realizzato in aprile, alla presenza dei tecnici del Parco del Mincio e dei responsabili ENEL. Grazie alla sensibilità e alle capacità tecniche degli operatori che, con la massima discrezione, avevano concluso l intervento in poco più di due ore, le cicogne avevano subito un disturbo minimo e al termine erano immediatamente ritornate sul nido riprendendo la cova delle cinque uova presenti. A conferma del buon successo dell operazione poco dopo erano nati due piccoli che sono stati incessantemente accuditi da entrambi i genitori e alla fine di giugno avevano effettuato i primi voli. In giugno l ENEL aveva poi collaborato con i suoi mezzi e con i suoi operatori per inanellare le due giovani cicogne. In luglio l ENEL era di nuovo intervenuta per rendere possibile l inanellamento dei tre piccoli nel nido situato nel bosco delle Bertone in riva al Naviglio. Anche negli anni seguenti l ENEL ha sempre collaborato con il Parco del Mincio per consentire l inanellamento delle giovani cicogne; come in passato i tecnici ENEL sono intervenuti con i loro mezzi e i loro operatori e, nel caso del nido su traliccio elettrico, è stato necessario interrompere brevemente l erogazione di energia elettrica nella zona. Nel 2011una coppia di Cicogne bianche selvatiche, da poco ritornate dalla loro migrazione in Africa, stava costruendo il nido sulla sommità di un traliccio ENEL nei pressi del Bosco della Fontana. Gli animali erano tuttavia in forte pericolo. Posando i piedi sulla struttura di sostegno e toccando o anche solo avvicinandosi ad un cavo le cicogne avrebbero infatti potuto rimanere folgorate. I tecnici dell ENEL sono intervenuti isolando i cavi per un ampio tratto in prossimità del traliccio, rendendo praticamente impossibile la folgorazione delle cicogne e della loro prole. L intervento è anche servito ad evitare futuri problemi ad altri uccelli, soprattutto quelli di grandi dimensioni, tra cui principalmente rapaci e cicogne, che sostano spesso sui tralicci. Messa in sicurezza del nido di Cicogna effettuata dagli operatori ENEL nel
13 Collaborazione con le aziende agricole Attorno al Bosco delle Bertone sono già state posizionate alcune grandi piattaforme, adatte alla nidificazione della cicogna, sia sui tetti che sugli alberi. Diversi abitanti delle campagne circostanti, frequentemente visitate dalle nostre cicogne, hanno chiesto di poter sistemare, con l aiuto del Parco, alcuni nidi anche sulle loro abitazioni, che funzionino da richiamo per gli animali che già spontaneamente frequentano la zona. Occorre quindi intervenire posizionando il maggior numero possibile di nidi adatti, che eserciteranno un fortissimo richiamo alla sosta e alla nidificazione non solo per le cicogne localmente liberate dal Parco ma anche per quelle selvatiche che frequentano sempre più numerose il nostro territorio, richiamate dagli individui presenti nel e attorno al centro. Predisposizione di nuove voliere Nel centro esistevano fino all inverno quattro voliere e tre recinti aperti. I recinti aperti ospitavano delle cicogne a cui era impedito il volo mediante l accorciamento periodico, temporaneo e indolore di parte delle remiganti di un ala. In questi recinti scendevano regolarmente ad alimentarsi, soprattutto d inverno, le cicogne libere che frequentano più o meno regolarmente il centro. Almeno un anno prima della liberazione prevista, ma solitamente anche prima, alle cicogne venivano lasciate crescere le penne delle ali e venivano messe nelle grandi voliere chiuse affinché non fuggissero durante il periodo di imperfetta abilità al volo e contemporaneamente si esercitassero ad esso, recuperandone la piena capacità. In previsione della liberazione, con periodicità annuale, di un numero significativo di cicogne, recentemente sono state predisposte altre ampie voliere oltre a quelle già esistenti. Per far questo, senza estendere la superficie occupata dal centro, è stato sufficiente ricoprire superiormente mediante rete metallica due dei precedenti recinti aperti, dei rettangolo di circa 18 m di lunghezza x 8 m di larghezza, elevando a 3 m la recinzione metallica già esistente, alta solo 2 m. La copertura è stata fatta con rete metallica. L intervento non ha impedito alle cicogne libere di alimentarsi nel centro in quanto la superficie molto ampia del rimanente recinto aperto era sufficiente per questa funzione. Tuttavia si è scelto di rendere gradualmente totalmente indipendenti le cicogne libere dal cibo, riducendone la fornitura fino alla totale eliminazione realizzata dall aprile Sono state recentemente restaurate anche due delle grandi voliere esistenti, mediante sostituzione della vecchia copertura in rete morbida con rete metallica e adeguamento delle strutture portanti. Alimentazione delle cicogne Il numero di interventi per la distribuzione del cibo è normalmente di uno giornaliero, due in presenza di piccoli appena nati. La distribuzione, quando unica, può avvenire circa due ore prima del tramonto o al mattino, con le prime luci dell alba. La distribuzione del mattino si rende necessaria, oltre che in presenza dei piccoli, in aggiunta a quella pomeridiana, anche in periodo di freddo intenso perché il cibo distribuito alla sera e non consumato 13
14 subito congelerebbe durante la notte; il freddo diurno non consentirebbe poi lo scongelamento, rendendolo inutilizzabile. Il cibo, composto da pesce, pulcini di un giorno e carne macinata, viene conservato congelato e preparato per il giorno seguente. Per l approvvigionamento occorre rivolgersi a fornitori che assicurino il rispetto di tutte le normative veterinarie vigenti. L alimentazione delle cicogne costituisce la spesa gestionale più importante, ma è indispensabile garantirne la sicurezza sanitaria, rinunciando a prodotti potenzialmente rischiosi, anche se più economici. Manutenzione del centro Il centro richiede frequenti interventi di manutenzione, soprattutto dalla tarda primavera ad inizio autunno. E necessario tagliare periodicamente la vegetazione, sia quella a terra sia quella rampicante sulle recinzioni, internamente e sul perimetro esterno del centro. Data la notevole fertilizzazione del terreno, dovuta alle deiezioni degli animali, gli interventi devono essere molto frequenti. Il taglio deve essere effettuato rigorosamente in modo manuale, senza ricorrere ad alcuna macchina, per non disturbare gli animali. Altro intervento di manutenzione riguarda la pulizia delle vasche dell acqua. La conduzione del programma richiede una costante attenzione e una regolare presenza nel Centro, per prevenire gli incidenti e rimediare agli imprevisti. E indispensabile che una stessa persona, eventualmente coadiuvata da una o poche altre, segua giornalmente gli animali. Solo grazie all osservazione regolare e costante è infatti possibile accorgersi immediatamente di eventuali problemi, adottare di volta in volta le soluzioni più idonee e programmare nel modo più razionale la distribuzione del cibo. La persona addetta che accede regolarmente alle voliere e ai recinti, seguendo il più possibile le stesse procedure, viene inoltre riconosciuta dalle cicogne come soggetto non pericoloso e costituisce quindi un limitato disturbo, riducendo notevolmente lo stress degli animali. Particolare attenzione è necessaria per regolare il livello e il ricambio dell acqua nelle vasche, utilizzando in modo integrato sia l afflusso spontaneo e controllato dal canale Colarina sia l afflusso artificiale dallo stesso canale mediante il sistema esistente di pompe. 14
15 PROSSIMI SVILUPPI DEL PROGETTO Nel 2012, dopo 18 anni di conduzione del progetto, la Cicogna bianca è diventata una specie relativamente comune nel Parco del Mincio. L attuale consistente gruppo di cicogne ospitate nel centro consente il mantenimento di un sufficiente numero di riproduttori per effettuare delle regolari liberazioni di un significativo numero di coppie nei prossimi anni. Contemporaneamente, all esterno del centro, vivono regolarmente una ventina di cicogne quasi sedentarie, in parte derivanti da nascite nel territorio circostante le Bertone e in parte di provenienza più lontana, anche esterna all Italia, ma che hanno deciso, una volta raggiunta Mantova, di rimanervi più o meno stabilmente. Quasi tutte si riproducono regolarmente in libertà. Dalla primavera all autunno ad esse si aggiungono altre cicogne di varia provenienza che arrivano con la migrazione primaverile e, vista la presenza rassicurante delle cicogne nel centro e libere intorno, decidono di fermarsi. Un fattore importante per invogliare le cicogne a stabilirsi in un territorio, oltre alla presenza di altri individui della specie, è l esistenza di adatte piattaforme sulle quali poter costruire il nido, opportunamente sistemate. Per questo si provvederà nei prossimi anni all allestimento di un significativo numero di nidi artificiali sul territorio, che già sono stati costruiti allo scopo. Ci sono quindi tutte le condizioni per realizzare una nuova importante fase del progetto che prevede, nei prossimi due anni e mezzo: a - il posizionamento di almeno 10 piattaforme su tralicci ENEL di media e bassa tensione Le piattaforme saranno fornite dal Parco del Mincio mentre l ENEL effettuerà gli interventi tecnici per il loro posizionamento sulla sommità dei tralicci, con modalità di fissaggio che dovranno essere decise di volta in volta dai tecnici dell Azienda. Proseguendo nella collaborazione già in atto, il Parco del Mincio, insieme ai Dirigenti e ai Tecnici dell ENEL, ha programmato di iniziare l intervento dalle zone del Parco più idonee per la specie, cominciando dalle aree di massima frequentazione per vari chilometri intorno al Centro delle Bertone. La scelta dei tralicci sarà effettuata insieme dal Parco del Mincio e dai responsabili ENEL, analizzando la loro distribuzione e tipologia sul territorio e preferendo le zone di massima probabilità d utilizzo da parte della specie. Il posizionamento di queste piattaforme sulla sommità dei tralicci risolverà anche in modo quasi definitivo, almeno in questa estesa parte di territorio del Parco, il problema della morte degli uccelli per elettrocuzione. b - il posizionamento di almeno 10 piattaforme sui tetti di aziende agricole o altri siti: Le piattaforme saranno fornite dal Parco del Mincio mentre le aziende agricole effettueranno gli interventi tecnici per il loro posizionamento sui tetti. Le piattaforme possono essere posizionate anche sulla sommità di un palo di almeno 6 metri fuori dal terreno, meglio se più alto. La piattaforma viene assicurata alla sommità dello stesso mediante una struttura metallica tubolare, di diametro tale da contenere esattamente il palo, saldata centralmente alla piattaforma mediante una piastra metallica di rinforzo. Il palo può essere interrato alla base, meglio se con fondamenta in cemento. Se necessario, la tenuta può essere assicurata mediante tiranti metallici. 15
16 c la liberazione di cicogne presenti nel centro Contemporaneamente al posizionamento delle piattaforme sui tralicci e sui tetti, nella primavera di ciascun anno verrà liberato un numero significativo di coppie già formate di cicogne attualmente ospiti del centro. È molto facile che le cicogne liberate scelgano questi alti nidi per riprodursi, aumentando la popolazione di cicogne libere e il loro effetto attrattivo e rassicurante su quelle in migrazione, che saranno invogliate a fermarsi per nidificare. Le liberazioni avverranno nei periodi tra fine febbraio ed aprile di ciascun anno, in relazione alle condizioni climatiche. Per un certo periodo seguente alla liberazione, indicativamente due mesi, alle cicogne rilasciate verrà fornito artificialmente del cibo, nel recinto aperto interno al centro, per garantire il graduale adattamento al reperimento autonomo di risorse trofiche sul territorio. Dalle positive esperienze finora condotte, l ambiente circostante le Bertone, con i suoi prati stabili che si estendono nel raggio di molti chilometri, sembra molto adatto per la Cicogna bianca e in grado di offrire le risorse trofiche necessarie per una popolazione importante della specie. È prevista la liberazione di: - 14 cicogne nella primavera 2013; - 14 cicogne nella primavera 2014 più un numero di cicogne adulte corrispondente al numero di nuovi nati all interno del centro nel 2013 più eventuali ingressi avvenuti nello stesso anno (cicogne ferite e recuperate, piccoli caduti dai nidi, ecc.) meno eventuali decessi; - 14 cicogne nella primavera 2015 più un numero di cicogne adulte corrispondente al numero di nuovi nati all interno del centro nel 2014 più eventuali ingressi avvenuti nello stesso anno (cicogne ferite e recuperate, piccoli caduti dai nidi, ecc.) meno eventuali decessi. Pertanto: dalla primavera 2013 alla primavera 2014 rimarranno nel centro circa 56 cicogne, più i nuovi nati all interno del centro nel 2013, più eventuali ingressi avvenuti nello stesso anno (cicogne ferite e recuperate, piccoli caduti dai nidi, ecc.) meno eventuali decessi; dalla primavera 2014 alla primavera 2015 ne rimarranno circa 42, più i nuovi nati all interno del centro nel 2013, più eventuali ingressi avvenuti nello stesso anno (cicogne ferite e recuperate, piccoli caduti dai nidi, ecc.) meno eventuali decessi; dalla primavera 2015 ne rimarranno circa 28, più i nuovi nati all interno del centro nel 2014, più eventuali ingressi avvenuti nello stesso anno (cicogne ferite e recuperate, piccoli caduti dai nidi, ecc.) meno eventuali decessi. Di seguito verrà annualmente liberato un numero di cicogne adulte corrispondente al numero di nuovi nati all interno del centro nell anno precedente più eventuali ingressi avvenuti nello stesso anno (cicogne ferite e recuperate, piccoli caduti dai nidi, ecc.) meno eventuali decessi, in modo da mantenere stabile su circa 28 individui di almeno tre anni di età la popolazione ospitata nel centro. 16
17 Nel 2015 dovrebbe in tal modo essersi costituito un polo molto forte e stabile di cicogne nidificanti per vari chilometri intorno al centro, la zona più idonea del Parco del Mincio; esso costituirà la base di diffusione della specie su territori sempre più ampi, scopo principale del progetto. Le cicogne nate e quelle liberate, così come quelle selvatiche, verranno costantemente monitorate sia localmente sia nei loro spostamenti a largo raggio, grazie agli anelli di riconoscimento che verranno regolarmente apposti alle zampe dei giovani nati e delle cicogne adulte nel momento della liberazione. Progettazione dei nidi Data la possibilità di posizionare piattaforme per cicogne sia sui tralicci ENEL sia nelle aziende agricole, lo scrivente ha progettato dei nidi in metallo per cicogne che, per caratteristiche dimensionali, ricopiano i modelli in legno ampiamente sperimentati con successo in tutta Europa. La scelta del metallo consente una lunga durata e la zincatura a caldo elimina in pratica ogni necessità di manutenzione. Risulta infatti molto difficile effettuare interventi sui nidi già sistemati, sia per la posizione sopraelevata, sia per l abitudine delle cicogne di accumulare in continuazione, anno dopo anno e anche al di fuori del periodo riproduttivo, materiale da costruzione, rendendo il nido sempre più voluminoso. La struttura del nido progettato è molto robusta e in grado di sostenere il notevole peso dei rami che si accumulano nel tempo. Il colore scelto, mimetico, migliora l impatto estetico della struttura metallica. Caratteristiche tecniche dei nidi Sono già stati costruiti e sono pronti per la distribuzione sul territorio 19 nidi artificiali. Essi sono costruiti in ferro e protetti dall ossidazione mediante zincatura a caldo. Sono colorati con tinta di minimo impatto visivo (codice RAL 6003 OLIVGRUN). Il cerchio esterno ha diametro 130 cm ed è fatto con tubo 40 mm x 20 mm, spessore 2 mm. Le traverse di base misurano 30 mm x 15 mm, spessore 1,5 mm I fermi laterali sono in tondino diametro 10 mm, con altezza 200 mm. La struttura semplice consente un facile adattamento alle diverse basi d appoggio su cui potrebbe essere sistemata. nido in metallo per Cicogna bianca progettato dal Parco del Mincio Il responsabile scientifico del progetto (Cesare Martignoni) 17
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