GLI ESITI OCCUPAZIONALI DELL ALTA FORMAZIONE NEL MEZZOGIORNO

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1 I libri del Fondo sociale europeo UNIONE EUROPEA Fondo sociale europeo Ob. 1 PON ATAS Ministero dell Università e della Ricerca GLI ESITI OCCUPAZIONALI DELL ALTA FORMAZIONE NEL MEZZOGIORNO Indagine placement sugli interventi cofinanziati dal FSE nell ambito del PON Ricerca

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3 I libri del Fondo sociale europeo ISSN

4 L Isfol, Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori, è stato istituito con D.P.R. n. 478 del 30 giugno 1973, e riconosciuto Ente di ricerca con Decreto legislativo n. 419 del 29 ottobre 1999, è sottoposto alla vigilanza del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale. L Istituto opera in base allo Statuto approvato con D.P.C.M. 19 marzo 2003, nel campo della formazione, delle politiche sociali e del lavoro al fine di contribuire alla crescita dell occupazione, al miglioramento delle risorse umane, all inclusione sociale ed allo sviluppo locale. L Isfol svolge e promuove attività di studio, ricerca, sperimentazione, documentazione, informazione e valutazione, consulenza ed assistenza tecnica. Fornisce un supporto tecnico-scientifico al Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, ad altri Ministeri, alle Regioni e Province Autonome, agli Enti locali, alle Istituzioni nazionali, pubbliche e private, sulle politiche e sui sistemi della formazione ed apprendimento lungo tutto l arco della vita, del mercato del lavoro e dell inclusione sociale. Svolge incarichi che gli vengono attribuiti dal Parlamento e fa parte del Sistema Statistico Nazionale. Svolge inoltre il ruolo di assistenza metodologica e scientifica per le azioni di sistema del Fondo sociale europeo, è Agenzia nazionale Lifelong Learning Programme - Programma settoriale Leonardo da Vinci e Struttura Nazionale di Supporto Equal. Dove siamo Via G. B. Morgagni, Roma Tel Riferimenti Web: Presidente: Sergio Trevisanato Direttore Generale: Giovanni Principe La Collana I libri del Fondo sociale europeo raccoglie i risultati tecnico-scientifici conseguiti nell ambito del Piano di attività ISFOL per la programmazione di FSE Progetti operativi: Azioni per l attuazione del Programma Operativo Nazionale Ob. 3 Azioni di sistema e del Programma Operativo Nazionale Ob. 1 Assistenza tecnica e azioni di sistema. La Collana I libri del Fondo sociale europeo è curata da Isabella Pitoni responsabile Ufficio Comunicazione Istituzionale Isfol.

5 I libri del Fondo sociale europeo UNIONE EUROPEA Fondo sociale europeo ISFOL GLI ESITI OCCUPAZIONALI DELL ALTA FORMAZIONE NEL MEZZOGIORNO Indagine placement sugli interventi cofinanziati dal FSE nell ambito del PON Ricerca Ministero dell Università e della Ricerca

6 Il volume raccoglie i risultati di una ricerca curata dall Area Valutazione Politiche Risorse Umane dell Isfol nell ambito del Programma Operativo Nazionale Assistenza tecnica e Azioni di sistema Ob. 1 misura II.1, azione E Analisi e valutazione del Fse. La ricerca è stata condotta dalla Struttura nazionale di valutazione Fse diretta da Stefano Volpi. Hanno partecipato al Gruppo di lavoro interistituzionale Placement Alta Formazione, costituito nel 2003: per l Isfol:Cristina Berliri, Cristina Lion, Paola Martini, Luisa Palomba e Corrado Polli. Per il Ministero dell Università e della Ricerca: Antonietta Paone, Canio Russo e Alessandra Megna. Per il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale: Rosita Caputo. Il volume è a cura di Cristina Berliri. Sono autori del volume: Cristina Berliri (cap. 6, 7, 9 e 10); Cristina Lion (cap. 4 e 5); Paola Martini (cap. 4 e 5); Luisa Palomba (cap. 1, 2 e 8; par. 3.1e 3.2). Si ringraziano Marco Centra per il piano di campionamento, Paolo Emilio Cardone, Vanessa Lupo, Corrado Polli per le elaborazioni statistiche, Patrice Poupon, Anna Maria Senatore per l editing. L indagine telefonica CATI è stata realizzata dalla società Zetesis con un finanziamento del Ministero dell Università e della Ricerca nell ambito del Programma Operativo Nazionale Ricerca, Sviluppo Tecnologico ed Alta Formazione Coordinamento editoriale della collana I libri del Fondo sociale europeo: Aurelia Tirelli e Piero Buccione. Collaborazione di Paola Piras.

7 INDICE Introduzione 13 1 Le attività di alta formazione realizzate tramite il PON Ricerca Il disegno del percorso valutativo. Metodologia e strumenti Gli obiettivi e il percorso di ricerca Le fonti informative Gli indicatori utilizzati L indagine campionaria Le interviste 40 3 L analisi del target I partecipanti al dottorato e i partecipanti al master Il confronto con i dati dell indagine ISTAT sui laureati Il confronto tra i partecipanti ai master e ai dottorati 52 4 I percorsi formativi La motivazione Le caratteristiche dell attività formativa Il gradimento Gli abbandoni 62 5 Gli esiti occupazionali La condizione occupazionale a sei mesi: gli esiti dei dottorati La condizione occupazionale a sei mesi: gli esiti dei master Le caratteristiche del lavoro trovato: gli esiti dei dottorati Le caratteristiche del lavoro trovato: gli esiti dei master Gli aspetti formali/contrattuali/retributivi (tipo di contratto, orario di lavoro, durata del contratto, reddito): gli esiti dei dottorati 82 INDICE 5

8 5.6 Gli aspetti formali/contrattuali/retributivi (tipo di contratto, orario di lavoro, durata del contratto, reddito): gli esiti dei master I canali di inserimento lavorativo Il contributo dell alta formazione allo sviluppo della ricerca Il confronto tra dottorati e master rispetto all inserimento occupazionale La mobilità geografica La qualità del lavoro Gli aspetti generali Gli esiti occupazionali dei partecipanti ai corsi di dottorato rispetto alla qualità del lavoro Gli esiti occupazionali dei partecipanti ai master rispetto alla qualità del lavoro La coerenza tra il profilo professionale previsto e l attività lavorativa Il giudizio dei partecipanti circa l utilità e l adeguatezza del percorso formativo rispetto all attività lavorativa La coerenza oggettiva del lavoro svolto con il percorso formativo Gli effetti dei corsi sugli sbocchi occupazionali: il confronto tra trattati e controlli Premessa La popolazione dei trattati e dei controlli : il dottorato La popolazione dei trattati e dei controlli : il master Analisi descrittiva degli esiti occupazionali dei trattati e dei controlli 192 Considerazioni conclusive 199 Bibliografia 213 Indice dei grafici Grafico 3.1 Classi di voto del diploma: confronto laureati ISTAT, partecipanti a dottorati e master finanziati dal PON Ricerca 50 Grafico 3.2 Classi di voto di laurea: confronto tra laureati ISTAT e partecipanti a dottorati e master finanziati dal PON Ricerca 51 Grafico 4.1 Dottorati e master finanziati dal PON Ricerca. Soddisfazione dei partecipanti relativa all intervento formativo seguito 60 Grafico 4.2 Dottorati e master finanziati dal PON Ricerca. Tasso di conseguimento del titolo per genere 63 Grafico 5.1 Dottorati finanziati dal PON Ricerca. Condizione occupazionale dei partecipanti a sei mesi dalla conclusione dell intervento formativo, per genere 65 6 INDICE

9 Grafico 5.2 Grafico 5.3 Grafico 5.4 Grafico 5.5 Grafico 5.6 Grafico 5.7 Grafico 5.8 Grafico 5.9 Grafico 5.10 Grafico 5.11 Grafico 5.12 Grafico 5.13 Grafico 5.14 Grafico 5.15 Grafico 5.16 Grafico 5.17 Grafico 5.18 Grafico 5.19 Grafico 5.20 Grafico 5.21 Grafico 5.22 Dottorati finanziati dal PON Ricerca. Condizione occupazionale dei destinatari a sei mesi dalla conclusione dell intervento formativo, per macro-settore disciplinare (settore MST e settore non scientifico) 67 Master finanziati dal PON Ricerca. Condizione occupazionale dei destinatari a sei mesi dalla chiusura dell intervento formativo 70 Dottorati finanziati dal PON Ricerca. Organismo/ente/azienda di sbocco dei destinatari, per genere 73 Dottorati finanziati dal PON Ricerca. Sbocco occupazionale per gruppo professionale e per genere 74 Dottorati finanziati dal PON Ricerca. Dimensione azienda privata di sbocco 76 Master finanziati dal PON Ricerca. Tipo di azienda/organismo/ente di sbocco 79 Master finanziati dal PON Ricerca. Sbocco occupazionale per gruppo professionale e per genere 81 Sbocco occupazionale dei dottorati finanziati dal PON Ricerca per tipologia di rapporto di lavoro e per genere 82 Sbocco occupazionale dei dottorati finanziati dal PON Ricerca per tipo di contratto e per genere 83 Sbocco occupazionale dei dottorati finanziati dal PON Ricerca per classi di orario di lavoro medio settimanale e per genere 85 Sbocco occupazionale dei dottorati finanziati dal PON Ricerca per modalità di lavoro tempo pieno/tempo parziale per genere 86 Sbocco occupazionale dei dottorati finanziati dal PON Ricerca per classi di reddito mensile e per genere 87 Sbocco occupazionale dei dottorati finanziati dal PON Ricerca per reddito medio mensile per genere 88 Sbocco occupazionale dei dottorati finanziati dal PON Ricerca per reddito medio mensile e per tipo di rapporto di lavoro 89 Sbocco occupazionale dei master finanziati dal PON Ricerca per tipologia di rapporto di lavoro e per genere 90 Partecipanti ai dottorati finanziati dal PON Ricerca. Canale utilizzato per trovare lavoro 95 Partecipanti ai master finanziati dal PON Ricerca. Canale utilizzato per trovare lavoro 100 Partecipanti a dottorati e master finanziati dal PON Ricerca. Canale utilizzato per trovare lavoro 102 Partecipanti ai dottorati e master finanziati dal PON Ricerca. Tassi di inserimento occupazionale a sei mesi per genere 107 Partecipanti ai dottorati e master finanziati dal PON Ricerca. Tassi di inserimento occupazionale a sei mesi per settore disciplinare 108 Partecipanti ai dottorati e master finanziati dal PON Ricerca. Tassi di inserimento occupazionale a sei mesi per regione 109 INDICE 7

10 Grafico 5.23 Grafico 5.24 Grafico 5.25 Grafico 5.26 Grafico 5.27 Grafico 5.28 Grafico 5.29 Grafico 6.1 Grafico 6.2 Grafico 6.3 Grafico 6.4 Grafico 6.5 Grafico 6.6 Grafico 6.7 Grafico 6.8 Grafico 6.9 Grafico 6.10 Grafico 6.11 Partecipanti ai dottorati e master finanziati dal PON Ricerca. Occupati per ente/organismo/azienda 110 Dottorati e master finanziati dal PON Ricerca. Occupati per dimensione aziendale (PMI e grandi imprese) 111 Partecipanti ai dottorati e master finanziati dal PON Ricerca. Tipologia contrattuale 112 Partecipanti ai dottorati e master finanziati dal PON Ricerca. Reddito medio mensile per genere 113 Partecipanti ai dottorati e master finanziati dal PON Ricerca per gruppo professionale dello sbocco lavorativo 115 Partecipanti a dottorati e master finanziati dal PON Ricerca. Confronto tra regione di lavoro e area geografica di residenza al momento dell iscrizione 117 Partecipanti ai dottorati e master finanziati dal PON Ricerca. La regione di lavoro coincide con la regione di: residenza, laurea, svolgimento dell intervento formativo, svolgimento stage/tirocinio, svolgimento di parte della formazione in aula 122 Qualità del lavoro trovato dai partecipanti ai dottorati finanziati dal PON Ricerca 126 Percentuale di lavoratori a basso reddito, per azienda o ente in cui sono inseriti, in seguito ad un dottorato finanziato dal PON Ricerca 127 Partecipanti al dottorato finanziato dal PON Ricerca. Percentuale di lavoratori a basso reddito per area disciplinare del corso 128 Partecipanti al dottorato finanziato dal PON Ricerca. Percentuale di lavoratori a basso reddito per macro-settore disciplinare del corso 129 Partecipanti al dottorato finanziato dal PON Ricerca. Percentuale di lavoratori a basso reddito per regione di svolgimento corso 130 Partecipanti al dottorato finanziato dal PON Ricerca. Percentuale di occupati in impieghi che offrono possibilità di sviluppo professionale per azienda o ente in cui sono inseriti 131 Partecipanti al dottorato finanziato dal PON Ricerca. Percentuale di occupati in impieghi che offrono possibilità di sviluppo professionale per area disciplinare dei corsi 132 Partecipanti al dottorato finanziato dal PON Ricerca. Percentuale di occupati in impieghi che offrono possibilità di sviluppo professionale per regione di svolgimento dei corsi 133 Partecipanti al dottorato finanziato dal PON Ricerca. Percentuale di lavoratori precari per azienda o ente in cui sono inseriti 134 Partecipanti al dottorato finanziato dal PON Ricerca. Percentuale di lavoratori precari per area disciplinare dei corsi 135 Partecipanti al dottorato finanziato dal PON Ricerca. Tassonomia della qualità del lavoro trovato, valori percentuali INDICE

11 Grafico 6.12 Grafico 6.13 Grafico 6.14 Grafico 6.15 Grafico 6.16 Grafico 6.17 Grafico 6.18 Grafico 6.19 Grafico 6.20 Grafico 6.21 Grafico 6.22 Grafico 6.23 Grafico 6.24 Grafico 6.25 Grafico 6.26 Grafico 6.27 Partecipanti al dottorato finanziato dal PON Ricerca. Qualità del lavoro trovato per tipo di azienda o ente, valori percentuali 137 Partecipanti al dottorato finanziato dal PON Ricerca. Qualità del lavoro trovato per area disciplinare, valori percentuali 138 Partecipanti al dottorato finanziato dal PON Ricerca. Qualità del lavoro trovato per settore disciplinare, valori percentuali 139 Partecipanti al dottorato finanziato dal PON Ricerca. Qualità del lavoro trovato per regione di svolgimento corso, valori percentuali 140 Partecipanti al dottorato finanziato dal PON Ricerca. Giudizio sull adeguatezza del titolo di studio rispetto alle mansioni svolte per qualità del lavoro trovato, valori percentuali 141 Partecipanti al dottorato finanziato dal PON Ricerca. Giudizio sulla coerenza tra lavoro svolto e contenuti del corso di dottorato per qualità del lavoro trovato, valori percentuali 142 Partecipanti a master e altri corsi post-laurea finanziati dal PON Ricerca. Indicatori della qualità del lavoro 145 Partecipanti a master e altri corsi post-laurea finanziati dal PON Ricerca. Percentuale di lavoratori a basso reddito per area disciplinare del corso 146 Partecipanti a master e altri corsi post-laurea finanziati dal PON Ricerca. Percentuale di lavoratori a basso reddito per azienda o ente in cui sono inseriti 147 Partecipanti a master e altri corsi post-laurea finanziati dal PON Ricerca. Percentuale di lavoratori a basso reddito per misura di appartenenza dei corsi 148 Partecipanti a master e altri corsi post-laurea finanziati dal PON Ricerca. Percentuale di occupati in impieghi con possibilità di sviluppo professionale per ente o azienda in cui sono inseriti 149 Partecipanti a master e altri corsi post-laurea finanziati dal PON Ricerca. Percentuale di occupati in impieghi con possibilità di sviluppo professionale per misura di appartenenza dei corsi 150 Partecipanti a master e altri corsi post-laurea finanziati dal PON Ricerca. Percentuale di lavoratori precari per ente o azienda in cui sono inseriti 151 Partecipanti a master e altri corsi post-laurea finanziati dal PON Ricerca. Percentuale di lavoratori precari per area disciplinare del corso 151 Partecipanti a master e altri corsi post-laurea finanziati dal PON Ricerca. Percentuale di lavoratori precari per misura di appartenenza dei corsi 152 Partecipanti a master e altri corsi post-laurea finanziati dal PON Ricerca. Tassonomia della qualità del lavoro trovato, valori percentuali 153 INDICE 9

12 Grafico 6.28 Grafico 6.29 Grafico 6.30 Grafico 6.31 Grafico 6.32 Grafico 6.33 Grafico 7.1 Grafico 7.2 Grafico 7.3 Grafico 7.4 Grafico 7.5 Grafico 7.6 Grafico 7.7 Grafico 7.8 Grafico 8.1 Grafico 8.2 Grafico 8.3 Partecipanti a master e altri corsi post-laurea finanziati dal PON Ricerca. Tassonomia della qualità del lavoro trovato per area disciplinare dei corsi, valori percentuali 154 Partecipanti a master e altri corsi post-laurea finanziati dal PON Ricerca. Tassonomia della qualità del lavoro trovato per settore disciplinare dei corsi, valori percentuali 155 Partecipanti a master e altri corsi post-laurea finanziati dal PON Ricerca. Tassonomia della qualità del lavoro trovato per misura di appartenenza dei corsi, valori percentuali 156 Partecipanti a master e altri corsi post-laurea finanziati dal PON Ricerca. Tassonomia della qualità del lavoro trovato per ente o azienda di appartenenza, valori percentuali 157 Partecipanti a master e altri corsi post laurea finanziati dal PON Ricerca. Giudizio sull adeguatezza del titolo di studio rispetto alle mansioni svolte per qualità del lavoro trovato, valori percentuali 158 Partecipanti a master e altri corsi post-laurea finanziati dal PON Ricerca. Giudizio sulla coerenza tra lavoro svolto e contenuti del corso per qualità del lavoro trovato, valori percentuali 159 Tasso di utilità del corso di dottorato finanziato dal PON Ricerca nel trovare lavoro e tasso di occupazione per settore disciplinare 163 Dottorati finanziati dal PON Ricerca. Coerenza tra il corso e il lavoro svolto 164 Dottorati finanziati dal PON Ricerca. Tasso di coerenza per tipo di rapporto di lavoro 165 Dottorati finanziati dal PON Ricerca. Adeguatezza del titolo di studio per tipo di rapporto di lavoro 166 Master finanziati dal PON Ricerca. Utilità del corso nel trovare lavoro, per genere 167 Tasso di utilità dei master finanziati dal PON Ricerca nel trovare lavoro e tasso di occupazione per area disciplinare 168 Master finanziati dal PON Ricerca. Tassi di coerenza tra i contenuti del corso e il tipo di rapporto di lavoro 169 Master finanziati dal PON Ricerca. Coerenza tra il titolo di studio conseguito e il tipo di rapporto di lavoro 169 Master finanziati dal PON Ricerca. Ambiti disciplinari dei corsi cui hanno presentato domanda di iscrizione trattati e controlli *. Distribuzioni percentuali 191 Dottorati finanziati dal PON Ricerca. Tipo di contratto lavoratori dipendenti e parasubordinati separatamente per trattati e controlli. Distribuzioni percentuali 193 Partecipanti ai dottorati finanziati dal PON Ricerca. Tassonomia della qualità del lavoro trovato separatamente per trattati e controlli, valori percentuali INDICE

13 Grafico 8.4 Grafico 8.5 Master finanziati dal PON Ricerca. Tipo di contratto lavoratori dipendenti e parasubordinati separatamente per trattati e controlli. Distribuzioni percentuali 196 Partecipanti ai master e altri corsi post-laurea finanziati dal PON Ricerca. Tassonomia della qualità del lavoro trovato separatamente per trattati e controlli, valori percentuali 197 Introduzione Indice delle tabelle Tabella 2.1 Dottorati finanziati dal PON Ricerca. Distribuzione del campione di beneficiari e del campione di controllo nelle regioni Obiettivo 1 36 Tabella 2.2 Master finanziati dal PON Ricerca. Aggregazione delle misure del PON Ricerca ai fini del campionamento 37 Tabella 2.3 Master finanziati dal PON Ricerca. Distribuzione del campione di beneficiari e del campione di controllo nelle regioni Obiettivo 1 38 Tabella 2.4 Questionario per l indagine sui master e dottorati finanziati dal PON Ricerca. Sezioni presenti nel questionario 41 Tabella 2.5 Indagine sui master e dottorati finanziati dal PON Ricerca. Campione dei trattati. Risultati del processo d intervista 42 Tabella 2.6 Indagine sui master e dottorati finanziati dal PON Ricerca. Campione dei controlli. Risultati del processo d intervista 43 Tabella 2.7 Indagine sui master e dottorati finanziati dal PON Ricerca. Tasso netto di rifiuto dell intervista 44 Tabella 5.1 Dottorati finanziati dal PON Ricerca. Partecipanti occupati nel settore manifatturiero, valori percentuali 76 Tabella 5.2 Sbocco occupazionale dei master finanziati dal PON Ricerca per durata del contratto di lavoro, valori percentuali 92 Tabella 5.3 Partecipanti ai master finanziati dal PON Ricerca. Canale utilizzato per trovare lavoro per misura 98 Tabella 5.4 Partecipanti ai dottorati e master finanziati dal PON Ricerca. Confronto tra regione di lavoro e area geografica di residenza al momento dell iscrizione per ente/azienda di sbocco lavorativo 119 Tabella 6.1 Partecipanti al dottorato finanziato dal PON Ricerca. Canale di accesso all impiego per qualità del lavoro trovato, valori percentuali 143 Tabella 6.2 Partecipanti a master e altri corsi post-laurea finanziati dal PON Ricerca. Canale di accesso all impiego per qualità del lavoro trovato, valori percentuali 160 Tabella 7.1 Dottorati finanziati dal PON Ricerca. Utilità del corso nel trovare lavoro, per genere 161 Tabella 7.2 Dottorati finanziati dal PON Ricerca. Utilità del corso nel trovare lavoro per macro-settore disciplinare (MST e non scientifico) 162 Tabella 7.3 Partecipanti ai dottorati finanziati dal PON Ricerca. Coerenza oggettiva del lavoro con il settore disciplinare del corso seguito 170 INDICE 11

14 Tabella 7.4 Tabella 7.5 Tabella 7.6 Tabella 7.7 Tabella 7.8 Tabella 7.9 Tabella 7.10 Tabella 7.11 Tabella 7.12 Tabella 7.13 Tabella 7.14 Tabella 7.15 Tabella 7.16 Tabella 7.17 Tabella 7.18 Tabella 8.1 Tabella 8.2 Tabella 8.3 Tabella 8.4 Partecipanti ai dottorati finanziati dal PON Ricerca. Coerenza oggettiva del lavoro per area disciplinare del corso seguito 171 Partecipanti ai dottorati finanziati dal PON Ricerca. Incrocio tra la coerenza oggettiva del lavoro e quella auto-percepita rispetto al corso seguito 171 Partecipanti ai dottorati finanziati dal PON Ricerca. Coerenza oggettiva del lavoro trovato per tipologia di azienda, ente, organismo 172 Partecipanti ai dottorati finanziati dal PON Ricerca. Coerenza oggettiva del lavoro per tipologia di contratto 173 Partecipanti ai dottorati finanziati dal PON Ricerca. Coerenza oggettiva del lavoro per tipologia di contratto e genere 173 Partecipanti ai dottorati finanziati dal PON Ricerca. Coerenza oggettiva del lavoro per classi di reddito 174 Partecipanti ai dottorati finanziati dal PON Ricerca. Coerenza oggettiva del lavoro e pubblicazioni su riviste scientifiche 175 Partecipanti ai master finanziati dal PON Ricerca. Coerenza oggettiva del lavoro con il settore disciplinare del corso seguito 175 Partecipanti ai master finanziati dal PON Ricerca. Coerenza oggettiva del lavoro per area disciplinare del corso seguito 176 Partecipanti ai master finanziati dal PON Ricerca. Coerenza oggettiva del lavoro per tipologia di ente attuatore del corso seguito 176 Partecipanti ai master finanziati dal PON Ricerca. Incrocio tra la coerenza oggettiva del lavoro e quella auto-percepita rispetto al corso seguito 177 Partecipanti ai master finanziati dal PON Ricerca. Coerenza oggettiva del lavoro trovato per genere e per tipologia di azienda, ente, organismo 178 Partecipanti ai master finanziati dal PON Ricerca. Coerenza oggettiva del lavoro trovato per tipologia di contratto 180 Partecipanti ai master finanziati dal PON Ricerca. Coerenza oggettiva del lavoro trovato per classi di reddito 182 Partecipanti ai master finanziati dal PON Ricerca. Coerenza oggettiva del lavoro trovato e pubblicazione di articoli su riviste sia di carattere scientifico che tecnico e commerciale 183 Dottorati finanziati dal PON Ricerca. Tipo di diploma conseguito dai trattati e dai controlli. Distribuzioni percentuali 189 Dottorati finanziati dal PON Ricerca. Voto di laurea conseguito dai trattati e dai controlli. Distribuzioni percentuali 189 Master finanziati dal PON Ricerca. Tipo di diploma conseguito dai trattati e dai controlli. Distribuzioni percentuali 190 Master finanziati dal PON Ricerca. Voto di laurea conseguito dai trattati e dai controlli. Distribuzioni percentuali INDICE

15 INTRODUZIONE Il Ministero dell istruzione, dell università e della ricerca (MIUR 1 ) e il Ministero del lavoro e delle politiche sociali (MLPS 2 ) hanno affidato nel 2003 all ISFOL - Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori - Struttura nazionale di valutazione del Fondo sociale europeo (FSE), un indagine retrospettiva sui percorsi di studio e di lavoro di giovani che, dopo il conseguimento della laurea, hanno frequentato percorsi di alta formazione (dottorati, master e altri corsi postlaurea) nel Mezzogiorno, finanziati dal Programma operativo nazionale Ricerca, sviluppo tecnologico e alta formazione (d ora in avanti PON Ricerca), a titolarità del Ministero dell università e della ricerca. L indagine si inserisce nell ambito delle attività di ricerca sugli esiti occupazionali dei formati, svolte dal gruppo di lavoro placement, coordinato dalla Struttura nazionale di valutazione FSE dell ISFOL e composto anche dalle Autorità di gestione del FSE Obiettivi 1 e 3. Tale gruppo ha esteso negli anni i propri ambiti di indagine, in linea con i nuovi obiettivi del FSE, ma non si è mai confrontato con il tema dell alta formazione successiva alla laurea. In questi ultimi anni si sono intensificati gli studi sulla condizione occupazionale dei laureati (Borzaga et al, 2001; Checchi, 2004, Cicchitelli, 2002), che sono andati ad affiancarsi alle indagini periodiche condotte dal Consorzio AlmaLaurea sui percorsi lavorativi dei laureati e dall ISTAT sull inserimento professionale dei diplomati e dei laureati. Da queste ricerche è emerso che ad un maggiore investimento in formazione, misurato in numero di anni di studio, è associato un più facile e qualificato inserimento nel mercato del lavoro. I dati ISTAT mostrano, ad esempio, che a tre anni dal conseguimento del titolo il 63% dei laureati ha un lavoro continuativo contro soltanto il 42% dei diplomati di scuola secondaria superiore. Anche la coerenza tra titolo posseduto e richiesto per accedere al lavoro tende ad aumentare al crescere del livello di istruzione. I laureati dichiarano di svolgere un lavoro per il quale era richiesta la laurea nel 67% dei casi rispetto al 56% dei diplomati. 1 Ora Ministero dell università e della ricerca. 2 Ora Ministero del lavoro e della previdenza sociale. INTRODUZIONE 13

16 Introduzione Le indagini ad oggi realizzate hanno dedicato minore attenzione all analisi degli inserimenti lavorativi dei laureati in possesso di un titolo di studio post- universitario (dottorato, master e altre specializzazioni post-laurea), che rappresentano una fetta cospicua e in crescita della popolazione universitaria. Il volume fornisce dunque un contributo innovativo all analisi dei percorsi di studio e di lavoro dei laureati specializzati attraverso la frequenza di corsi post-laurea e dottorati cofinanziati dal FSE, analizzando nel dettaglio il valore aggiunto di questo tipo di formazione. Dal punto di vista delle tipologie di interventi formativi offerte è utile, in quel che segue, tenere distinti i dottorati di ricerca, caratterizzati da una maggiore durata (almeno triennale), l erogazione di una borsa, l orientamento verso attività di ricerca e il titolo che consentono di conseguire, da tutti gli altri corsi post-laurea, meno omogenei tra loro riguardo caratteristiche e durata. Questo secondo gruppo, che chiameremo per brevità master, è composto oltre che dai master, da corsi di specializzazione e altri corsi post-laurea. Il percorso di ricerca è stato seguito da un Gruppo di lavoro interistituzionale, costituito, oltre che dall ISFOL, dal MLPS e dal MIUR, che ha avuto il compito di condividere le scelte metodologiche adottate e i risultati in itinere dell indagine stessa. La rilevazione dei dati è stata realizzata in due fasi, in relazione ai diversi tempi di conclusione degli interventi formativi oggetto della ricerca. La prima fase ha avuto luogo tra ottobre e novembre 2004 e ha riguardato gli interventi che si sono conclusi entro aprile La seconda fase ha riguardato i progetti la cui conclusione è avvenuta nel corso dell anno successivo e ha contemplato la realizzazione delle interviste da luglio a novembre Nel complesso sono state condotte interviste complete, di cui ai trattati e 916 ai controlli. In riferimento ai partecipanti ai corsi di dottorato, gli intervistati sono stati 971, rappresentativi di una popolazione pari a individui, mentre gli intervistati del gruppo di controllo sono stati 407. Riguardo i master e altri percorsi di alta formazione, le interviste ai trattati sono state in rappresentanza di una popolazione di 7.785, e quelle ai controlli 509. In entrambi i casi il tasso di sondaggio (numerosità del campione degli intervistati rispetto all universo di riferimento) risulta elevato, pari rispettivamente al 30% per i dottorati e al 21% per i master. Obiettivo dell indagine è quello di indagare sia il tema della formazione di capitale umano di eccellenza, sia quello della possibilità, per i formati, di inserirsi nel mondo del lavoro e, in particolare, nel settore della ricerca e/o delle professioni ad alto contenuto intellettuale. L obiettivo generale che, come è stato evidenziato, consiste nel rilevare le opportunità di trovare lavoro per coloro che hanno seguito un percorso di alta formazione, a sei mesi dalla conclusione dei corsi, si articola nei sotto-obiettivi di seguito elencati: rilevare se e in quale misura, master e dottorati, che costituiscono l ambito dell indagine, presentino caratteri distintivi; 14 INTRODUZIONE

17 evidenziare quale sia la qualità del lavoro trovato, da parte del target dell indagine (il gruppo dei trattati ), rispetto a coloro non hanno proseguito gli studi oltre la laurea che costituiscono il gruppo di controllo (i controlli ); rilevare le caratteristiche degli impieghi in riferimento allo svolgimento di attività di ricerca o innovative e alla collocazione rispetto al sistema produttivo meridionale. percepire le dimensioni del fenomeno della mobilità geografica per motivi di lavoro, per la popolazione target dell indagine; verificare se il lavoro trovato sia coerente, in termini di posizione professionale e di contenuti, rispetto al percorso formativo effettuato; rilevare, in relazione agli esiti occupazionali dei formati, quali siano stati i criteri e le alternative di scelta del lavoro. Introduzione INTRODUZIONE 15

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19 capitolo 1 LE ATTIVITÀ DI ALTA FORMAZIONE REALIZZATE TRAMITE IL PON RICERCA L ambito di riferimento dell indagine, di cui al presente volume, è costituito dai progetti di alta formazione post-laurea (dottorato di ricerca, master e corsi postlaurea) finanziati dal Ministero dell università e della ricerca attraverso il PON Ricerca In particolare, all interno di tale Programma, si esaminano i progetti afferenti all asse prioritario d intervento III Sviluppo del capitale umano di eccellenza e dalle misure III.1, III.2, III.4 e III.6, finanziate dal Fondo sociale europeo (FSE). Inoltre, nell ambito delle suddette misure sono stati considerati solo i progetti rivolti agli individui inoccupati, essendo il focus dell indagine rappresentato dagli esiti occupazionali dei partecipanti agli interventi. Come recita il PON Ricerca, le azioni previste nell Asse III partono dal riconoscimento della centralità del fattore umano quale elemento immateriale determinante nei processi di sviluppo. La ricerca di una costante armonizzazione della preparazione professionale all evoluzione della domanda, attuata attraverso la leva formativa, costituisce il fattore critico di successo per garantire l occupabilità delle risorse umane. Gli obiettivi di Asse sono individuati, secondo la logica a cascata del Fondo sociale europeo (FSE), a livello di misura; per ciascuna misura, sono indicate le tipologie d azione prevalenti e i policy field di riferimento. Le misure che interessano l indagine, come anticipato, sono la misura III.1 Miglioramento delle risorse umane nel settore della ricerca e dello Sviluppo tecnologico, la misura III.2 Formazione di alte professionalità per lo sviluppo della competitività delle imprese con priorità alle PMI, la misura III.4 Formazione superiore e universitaria e la misura III.6 Promozione della partecipazione femminile al mercato del lavoro 3. Nel passaggio dalla programmazione strategica del PON a quella attuativa, le tipologie di intervento delle misure si specificano e/o si modificano. Nel prospetto che segue (prospetto 1.1) sono elencate le misure dell Asse III del PON e le relative tipologie di azione, così come sono state declinate nei Complementi di programmazione del 2001 e nell Avviso n. 4391/01 del 31 luglio Per gli obiettivi di Asse si rimanda al PON Ricerca LE ATTIVITÀ DI ALTA FORMAZIONE REALIZZATE TRAMITE IL PON RICERCA 17

20 (d ora in poi Avviso 4391/01). Per quanto riguarda l indagine di cui al presente volume, le tipologie di azione considerate sono le seguenti: III.1/A - Percorsi formativi per giovani laureati disoccupati o in cerca di prima occupazione, finalizzati al futuro inserimento in strutture pubbliche o private o a capitale misto che operano nel settore della ricerca industriale e/o in imprese per lo sviluppo; III.2/B - Percorsi formativi per personale già inserito in strutture associate di impresa o in centri di servizi all innovazione pubblici o privati o a capitale misto, finalizzati all acquisizione di competenze professionali per lo sviluppo di attività terziarie a sostegno delle diffusione dell innovazione presso le imprese, con priorità per le PMI (limitatamente agli interventi rivolti agli inoccupati presenti nella misura); III.2/C - Percorsi formativi professionalizzanti per personale già inserito o da inserire in centri di servizi finanziari e istituti di credito finalizzati all acquisizione di know-how specialistico per lo sviluppo di attività terziarie nel settore finanza a sostegno dell innovazione; III.4/A - Corsi post-laurea professionalizzanti (master) per la formazione di profili professionali ad alta qualificazione nel settore della ricerca industriale o del terziario per l innovazione; III.4/B - Dottorati di ricerca; III.6/A - Percorsi formativi professionalizzanti per giovani donne laureate, disoccupate o in cerca di prima occupazione, finalizzati all inserimento in strutture di ricerca pubbliche o private o a capitale misto; III.6/C - Azioni di formazione-intervento dirette a donne con esperienze di lavoro finalizzate a sostenere l imprenditorialità femminile; III.6/D - Percorsi formativi professionalizzanti per donne in possesso di lauree deboli finalizzati all acquisizione di skills innovativi in grado di valorizzare il proprio profilo professionale e di agevolare il loro inserimento lavorativo con particolare riferimento ai settori/ambiti prioritari per lo sviluppo delle regioni Obiettivo 1. Si noti che mentre i dottorati afferiscono esclusivamente alla misura III.4, le altre tipologie di corsi post-laurea risultano implementate nell ambito di tutte le misure dell Asse III qui considerate LE ATTIVITÀ DI ALTA FORMAZIONE REALIZZATE TRAMITE IL PON RICERCA

21 Prospetto 1.1 PON Ricerca , misure dell asse III. Confronto tra le azioni previste dal Complemento di programmazione e quelle previste dall Avviso 4391/01 Azioni previste dal Complemento di programmazione Azioni previste dall Avviso 4391/01 Misura III.1 - Miglioramento delle risorse umane nel settore della ricerca e dello sviluppo tecnologico III.1/A Percorsi formativi per giovani laureati disoccupati o in cerca di prima occupazione, finalizzati al futuro inserimento in strutture pubbliche o private o a capitale misto che operano nel settore della ricerca industriale e/o in imprese per lo sviluppo a. Formazione di personale impiegato nei progetti di ricerca d'interesse industriale III.1/E Azioni formative dirette esclusivamente alle categorie svantaggiate ai sensi del D.D. n. 800/RIC, del 30 luglio 2001, inserite in strutture pubbliche, private o a capitale misto che operano nel settore della ricerca III.1/B Percorsi formativi professionalizzanti per personale già inserito in imprese, o in strutture associate di impresa, a supporto o nella direzione della funzione Ricerca e Sviluppo e/o Produzione b. Riqualificazione del personale di ricerca nei centri di interesse industriale III.1/C Percorsi formativi per personale già inserito in centri di ricerca pubblici o privati o a capitale misto, finalizzati all acquisizione di competenze specialistiche, con particolare riferimento ai settori/ambiti prioritari per lo sviluppo delle Regioni Obiettivo1 c. Formazione del personale di ricerca per i settori strategici d. Distacco di personale di ricerca da enti pubblici e università a PMI e. Assunzione diretta di ricercatori f. Spin-off di imprese da centri di ricerca III.1/D Azioni di formazione-intervento dirette a personale di ricerca già inserito in università o centri di ricerca pubblici o privati o a capitale misto, per l acquisizione di competenze manageriali finalizzate a sostenere progetti di creazione di impresa segue Prospetto 1.1 PON Ricerca , misure dell asse III. Confronto tra le azioni previste dal Complemento di programmazione e quelle previste dall Avviso 4391/01 1 LE ATTIVITÀ DI ALTA FORMAZIONE REALIZZATE TRAMITE IL PON RICERCA 19

22 segue Prospetto 1.1 PON Ricerca , misure dell asse III. Confronto tra le azioni previste dal Complemento di programmazione e quelle previste dall Avviso 4391/01 segue Prospetto 1.1 PON Ricerca , misure dell asse III. Confronto tra le azioni previste dal Complemento di programmazione e quelle previste dall Avviso 4391/01 Azioni previste dal Complemento di programmazione Azioni previste dall Avviso 4391/01 Misura III.2 - Formazione di alte professionalità per lo sviluppo della competitività delle imprese con priorità alle PMI a. Formazione continua di imprenditori e manager di PMI III.2/A Percorsi formativi per imprenditori e manager di PMI finalizzati alla condivisione di una cultura manageriale orientata all innovazione III.2/B Percorsi formativi per personale già inserito in strutture associate di impresa o in centri di servizi all innovazione pubblici o privati o a capitale misto, finalizzati all acquisizione di competenze professionali per lo sviluppo di attività terziarie a sostegno delle diffusione dell innovazione presso le imprese, con priorità per le PMI b. Formazione di personale impiegato e/o da impiegare nell'ambito dei servizi per la promozione dell'innovazione e dello sviluppo tecnologico III.2/D Azioni formative dirette esclusivamente alle categorie svantaggiate ai sensi del D.D. n. 800/RIC. del 30 luglio 2001 inserite in strutture pubbliche, private o a capitale misto che operano nel settore del terziario per l innovazione III.2/C Percorsi formativi professionalizzanti per personale già inserito o da inserire in centri di servizi finanziari e istituti di credito finalizzati all acquisizione di know-how specialistico per lo sviluppo di attività terziarie nel settore finanza a sostegno della diffusione dell innovazione presso le imprese c. Formazione del personale impiegato e/o da impiegare nel settore finanziario per la valutazione di iniziative innovative segue 20 1 LE ATTIVITÀ DI ALTA FORMAZIONE REALIZZATE TRAMITE IL PON RICERCA

23 segue Prospetto 1.1 PON Ricerca , misure dell asse III. Confronto tra le azioni previste dal Complemento di programmazione e quelle previste dall Avviso 4391/01 Azioni previste dal Complemento di programmazione Azioni previste dall Avviso 4391/01 Misura III.4 - Formazione superiore e universitaria a. Percorsi formativi di 1 e 2 livello universitario b. Dottorati di ricerca c. Corsi post-laurea professionalizzanti (master) III.4/A Corsi post-laurea professionalizzanti (master) per la formazione di profili professionali ad alta qualificazione nel settore della ricerca industriale o del terziario per l innovazione d. Assegni di ricerca e borse di studio e. Formazione di personale da destinare alla ricerca e allo sviluppo tecnologico da impegnare nei centri di eccellenza Misura III.6 - Promozione della partecipazione femminile al mercato del lavoro III.6/A Percorsi formativi professionalizzanti per giovani donne laureate, disoccupate o in cerca di prima occupazione, finalizzati all inserimento in strutture di ricerca pubbliche o private o a capitale misto a. Azioni volte a promuovere e sostenere l occupabilità femminile nel settore della ricerca e sviluppo, della tecnologia e dell innovazione III.6/B Percorsi formativi per donne già inserite in imprese o centri di ricerca pubblici o privati o a capitale misto, finalizzati all acquisizione di competenze manageriali riferite alla gestione di progetti di ricerca o all assunzione di responsabilità nella direzione di unità organizzative di ricerca III.6/C Azioni di formazione-intervento dirette a donne con esperienze di lavoro finalizzate a sostenere l imprenditorialità femminile III.6/D Percorsi formativi professionalizzanti per donne in possesso di lauree deboli finalizzati all acquisizione di skills innovativi in grado di valorizzare il proprio profilo professionale e di agevolare il loro inserimento lavorativo con particolare riferimento ai settori/ambiti prioritari per lo sviluppo delle regioni Obiettivo 1 b. Azioni volte a promuovere e sostenere l occupabilità prioritariamente tramite la valorizzazione e riqualificazione di percorsi formativi deboli Fonte: Elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE segue Prospetto 1.1 PON Ricerca , misure dell asse III. Confronto tra le azioni previste dal Complemento di programmazione e quelle previste dall Avviso 4391/01 1 LE ATTIVITÀ DI ALTA FORMAZIONE REALIZZATE TRAMITE IL PON RICERCA 21

24 Dalla disanima degli obiettivi dell Asse III del PON Ricerca, così come esplicitati nei documenti di programmazione strategica ed operativa, emerge un quadro logico e una tassonomia degli obiettivi medesimi che si possono ricondurre ad alcune matrici fondanti la stessa programmazione, che per comodità d analisi definiamo macro obiettivi o idee guida della programmazione. Esse consistono sostanzialmente nel rafforzamento delle imprese meridionali che devono diventare competitive grazie al trasferimento di know-how dal mondo della ricerca a quello della produzione (macro obiettivo a); nel potenziamento, miglioramento e incremento dell offerta di alta formazione (macro obiettivo b); nella formazione del personale che già lavora negli enti ricerca o che è da inserire, al termine di percorsi di alta formazione, nel sistema produttivo (macro obiettivo c). Tali idee-guida si intersecano variamente a livello dei singoli obiettivi di misura, ovvero: nella misura III.1, l enfasi è sul miglioramento delle risorse umane nel settore della ricerca e dello sviluppo tecnologico, che tuttavia - si precisa - devono essere in grado, al termine del percorso formativo e dell inserimento lavorativo, di favorire il trasferimento di conoscenze dal sistema scientifico al sistema produttivo; in tale misura, dunque, il macro obiettivo (c) si interseca con il macro obiettivo (a); nella misura III.2, l enfasi è sulle imprese (soprattutto le PMI del terziario) che devono incorporare know-how per l innovazione e per la finanza dell innovazione. Le tipologie di azione corrispondenti specificano che gli interventi formativi, rivolti sia agli occupati che alle persone in cerca di occupazione, devono essere focalizzati all acquisizione di competenze tecnico-scientifiche, giuridico-economiche e manageriali, utili al presidio delle singole fasi del processo di innovazione. L incrocio obiettivo/tipologie di azione della misura sottintende, dunque, una relazione tra il macro obiettivo (a) e il macro obiettivo (c); nella misura III.4, il punto focale è sul sistema di offerta, che a sua volta rimanda al capitale umano che deve essere valorizzato attraverso percorsi formativi di alta formazione: si incrociano, dunque, in questa misura il macro obiettivo (b) con il macro obiettivo (c); l obiettivo della misura III.6, che si riferisce al rafforzamento della presenza femminile nei percorsi di alta formazione, incrocia il macro obiettivo (b) e il macro obiettivo (c). Come si evince dalla disamina degli obiettivi di misura, la crescita del capitale umano attraverso interventi formativi (macro obiettivo c) rappresenta una costante e anche lo strumento che consente di realizzare gli altri macro obiettivi. L analisi degli obiettivi e delle loro relazioni reciproche permette di individuare meglio la domanda di valutazione e di tararla rispetto agli obiettivi del Programma e della committenza LE ATTIVITÀ DI ALTA FORMAZIONE REALIZZATE TRAMITE IL PON RICERCA

25 capitolo 2 IL DISEGNO DEL PERCORSO VALUTATIVO. METODOLOGIA E STRUMENTI 2.1 GLI OBIETTIVI E IL PERCORSO DI RICERCA La domanda di valutazione che è a monte della presente indagine riguarda le opportunità di trovare lavoro per i partecipanti a master e dottorati, a sei mesi dalla conclusione dei percorsi formativi (valutazione dell impatto lordo e dell impatto netto). Tale domanda, che enuclea l obiettivo della stessa indagine, si articola al suo interno in sotto questioni che possono costituire un ponte tra l indagine (momento esclusivamente teorico) e le necessità dell agire politico-amministrativo del MIUR. In concreto, in relazione agli esiti degli interventi, ci si chiede: le due tipologie d intervento prese in considerazione, master e dottorati, per quanto riguarda il placement, presentano caratteri distintivi? E se sì, quali? per quanto riguarda i partecipanti a master e dottorati, si possono trarre conclusioni rispetto ai comportamenti e alle motivazioni che li hanno guidati nella scelta di un lavoro? i percorsi formativi sono stati giudicati positivamente dai partecipanti, sia in termini di utilità rispetto alla ricerca di un posto di lavoro, sia in termini di adeguatezza della formazione ricevuta rispetto al lavoro trovato? quali elementi sono entrati in gioco nei casi in cui il partecipante ad un percorso di alta formazione ha trovato lavoro? qual è la qualità del lavoro svolto? il lavoro trovato risulta coerente con la figura professionale in uscita dal percorso formativo? in che misura la partecipazione ad un percorso di alta formazione ha generato fenomeni di mobilità geografica? in che misura il sistema produttivo richiede e remunera le attività di ricerca e il personale qualificato? Le risposte il più possibile puntuali alle domande sopra elencate forniscono al decisore politico elementi concreti per riprogrammare le diverse tipologie di percorsi di alta formazione in modo da aumentarne l efficacia. 2 IL DISEGNO DEL PERCORSO VALUTATIVO. METODOLOGIA E STRUMENTI 23

26 2.1 Gli obiettivi e il percorso di ricerca Inoltre, si possono considerare tali tematiche in forma aggregata per individuare il filo rosso dell indagine. Le chiavi di lettura così individuate, a cui si agganciano le variabili oggetto dell indagine, possono essere declinate come segue: caratterizzazione dei diversi percorsi analizzati (dottorati e master); termini di scambio nella scelta dell impiego tra stabilità, remunerazione, possibilità di sviluppo professionale, creatività delle mansioni; coerenza tra obiettivi della programmazione ed esiti e, a livello di progetto, tra percorso formativo (figura professionale in uscita) e attività lavorativa. capacità di assorbimento da parte del tessuto produttivo dell offerta di capitale umano di eccellenza. Le fasi attraverso cui si è realizzato il percorso di ricerca consistono in: costituzione del gruppo di lavoro congiunto MIUR-MLPS-ISFOL; definizione del campo d indagine e delle domande valutative; individuazione delle metodologie e degli strumenti appropriati; individuazione del campione; costruzione del questionario; avvio, da parte dell ISFOL della procedura di evidenza pubblica per la selezione della società incaricata dello svolgimento dell indagine telefonica (l incarico è stato affidato alla società Zetesis s.a.s); sensibilizzazione delle persone da intervistare, mediante l invio di una lettera da parte del MIUR; interviste telefoniche alle persone costituenti il campione e il gruppo di controllo (la rilevazione è stata preceduta da alcune sessioni di briefing tecnici e teorici con gli intervistatori al fine di favorire la conoscenza degli obiettivi e delle finalità complessive dell indagine, nonché di approfondire i contenuti e l articolazione del questionario attraverso esercitazioni e simulazioni delle interviste); trattamento e analisi dei dati forniti dalle risposte al questionario; elaborazione di indicatori sintetici; stesura dei rapporti di valutazione. Tutti i passaggi di progettazione e di impostazione metodologica dell indagine, nonché la definizione dello strumento di rilevazione sono stati condivisi con il gruppo di lavoro IL DISEGNO DEL PERCORSO VALUTATIVO. METODOLOGIA E STRUMENTI

27 2.2 LE FONTI INFORMATIVE L analisi dei percorsi di studio e di lavoro dei partecipanti a corsi di alta formazione è stata realizzata integrando tra loro diverse fonti informative. Il perno della ricerca è rappresentato dalla realizzazione di una indagine retrospettiva su un campione di laureati che hanno presentato domanda di partecipazione ai corsi di formazione post-laurea finanziati dal PON Ricerca. L indagine si è focalizzata sulla condizione occupazionale a sei mesi dalla conclusione degli interventi formativi e sulle caratteristiche dell attività lavorativa eventualmente svolta. Ad integrazione dell indagine campionaria sono stati utilizzati archivi e documenti di fonte amministrativa. Innanzitutto sono stati utilizzati i formulari di presentazione delle domande di iscrizione ai corsi, contenenti dati anagrafici e informazioni sulla condizione occupazionale, il curriculum scolastico e il background famigliare. L utilizzo di tale fonte consentiva di ricostruire con maggiore precisione la condizione occupazionale nel periodo precedente l intervento formativo e aveva lo scopo di alleggerire il questionario telefonico, per agevolare lo svolgimento delle interviste. Tuttavia in riferimento ai dottorati tale archivio è risultato incompleto e dopo una prima fase di interviste il questionario originario è stato integrato al fine di recuperare le informazioni mancanti 4. Le informazioni sugli individui che hanno presentato domanda di partecipazione ai corsi, sono state integrate da informazioni sulle attività formative, tratte dagli archivi sui progetti contenuti nel sistema di monitoraggio delle attività cofinanziate dal FSE Monitweb. Ulteriori informazioni sulle attività formative sono state ottenute mettendo insieme le schede sullo stato di attuazione dei singoli progetti. Anche in questo caso, in riferimento ai dottorati, gli archivi sono risultati incompleti 5. L ultima fonte amministrativa utilizzata è rappresentata dai formulari di presentazione dei progetti. Si tratta dei documenti cartacei nei quali vengono presentati i singoli progetti formativi per i quali viene chiesto il cofinanziamento FSE. Poiché nei formulari veniva chiesto di specificare quali fossero le figure professionali che si intendeva formare e gli sbocchi occupazionali previsti, tali documenti sono risultati utili al fine di confrontare esiti occupazionali effettivi ed esiti attesi. 4 L indagine è stata realizzata in due fasi. Si veda paragrafo I risultati del processo di intervista. 5 Nel caso dei dottorati poiché gli interventi cofinanziati si sostanziavano nella aggiunta di borse rispetto a progetti già esistenti, le Università hanno utilizzato le usuali procedure amministrative senza particolare riguardo alle procedure FSE. 2 IL DISEGNO DEL PERCORSO VALUTATIVO. METODOLOGIA E STRUMENTI 25

28 2.3 GLI INDICATORI UTILIZZATI L area disciplinare dei corsi e delle lauree I progetti di alta formazione post-laurea oggetto della presente indagine afferiscono a diversi settori disciplinari o ambiti di intervento. Sebbene ciascun progetto abbia un proprio programma formativo è utile analizzare caratteristiche, percorsi formativi ed esiti occupazionali dei partecipanti ai corsi aggregando i progetti in base al settore disciplinare di riferimento. Per quanto riguarda i dottorati di ricerca, un primo riferimento obbligato è alle aree disciplinari nelle quali il Ministero dell università e della ricerca aggrega i corsi di laurea 6. Per quanto riguarda i master il bando di chiamata dei progetti indicava già una selezione di possibili ambiti di intervento 7. Un ulteriore aggregazione dei progetti tanto di master quanto di dottorato è stata realizzata al fine di identificare in modo separato i corsi afferenti al settore disciplinare di Matematica, scienze e tecnologia (MST, acronimo di Mathematics, science and technology). Secondo la definizione dell Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) fanno parte del settore MST le seguenti are disciplinari: scienze della vita, scienze fisiche, matematica e statistica, informatica, ingegneria e architettura 8. Diverse elaborazioni utilizzano la distinzione tra i progetti afferenti al settore scientifico e gli altri progetti sulla base della tassonomia precedente. Analoga tassonomia è stata anche utilizzata per classificare gli individui in base al tipo di laurea conseguita. Tale bipartizione degli ambiti disciplinari assume rilevanza alla luce del ruolo strategico attribuito al settore degli studi scientifici nell ambito della strategia di Lisbona. Il Consiglio europeo di Stoccolma del 2001 ha sottolineato la necessità di incoraggiare i giovani e, in particolar modo, le giovani donne a intraprendere studi in materie scientifiche e tecnologiche. L Unione europea si è data l obiettivo di incrementare del 15% entro il 2010 il numero di laureati in MST e al tempo stesso di ridurre il differenziale di genere in questo ambito 9. La necessità di incrementare il reclutamento di studenti in tali settori è stata motivata dal fine di disporre di una adeguata offerta di specialisti delle discipline matematiche e scientifiche, considerata essenziale per rendere l Unione il siste- 6 Le aree disciplinari considerate sono: agraria, area dell architettura, farmacia, ingegneria, medicina, medicina veterinaria, area scientifica, economia e statistica, area giuridica, area umanistica, area politico sociale. Rispetto alle aree disciplinari individuate dal MIUR sono state tenute distinte farmacia da medicina e agraria da medicina veterinaria. 7 Gli ambiti di intervento previsti dal bando (Avviso 4391/01) sono i seguenti: agro-industria; ambiente, analisi e monitoraggio del rischio ambientale, biologie avanzate e sue applicazioni, nuove tecnologie per le attività produttive, produzioni agro-alimentari, tecnologie dell informazione e comunicazione, trasporti, beni culturali, conservazione valorizzazione e fruizione beni culturali e ambientali, altro. 8 Cfr. ambiti di istruzione ISCED 42, 44, 46, 48, 52, 54, 58. Nota bene, dalle scienze della vita sono esplicitamente escluse agraria, medicina e veterinaria. 9 Cfr. European Commission, Progress Towards The Lisbon Objectives in Education and Training- Report 2005, Commission Staff Working Paper, SEC(2005) 419, Brussels, IL DISEGNO DEL PERCORSO VALUTATIVO. METODOLOGIA E STRUMENTI

29 ma economico basato sulla conoscenza maggiormente dinamico e competitivo nel mondo. Sebbene l indicatore comunitario si riferisca ai laureati e non alle specializzazioni post-laurea, è evidente come l offerta di specialisti in tali ambiti disciplinari chiami in causa anche le attività di alta formazione. L utilizzo dell indicatore che identifica le aree disciplinari MST, consente da un lato di analizzare il contributo dell offerta formativa realizzata tramite il PON Ricerca all obiettivo di incrementare gli studi scientifici, dall altro di verificare se tale obiettivo comunitario trova riscontro nei fabbisogni del territorio e negli sbocchi occupazionali. 2.3 Gli indicatori utilizzati L indicatore sul grado di utilizzo strumenti ICT nelle attività formative Ai partecipanti ai corsi di alta formazione viene chiesto di fornire informazioni sull utilizzo nell ambito delle attività formative delle tecnologie dell informazione e delle comunicazione (ICT, acronimo per Information and Communication Technology). La rilevanza dell utilizzo di strumenti ICT nelle attività formative trova riscontro nei documenti comunitari che assegnano alla diffusione di questi strumenti un ruolo strategico rispetto agli obiettivi di Lisbona per l istruzione e la formazione 10. Ai partecipanti ai corsi è stato chiesto se le attività formative prevedessero lo svolgimento di uno specifico modulo didattico dedicato all acquisizione di competenze nell ambito delle tecnologie dell informazione e della comunicazione. Sempre in riferimento allo sviluppo di competenze nell ambito ICT, è stato richiesto in che misura si siano utilizzati software di progettazione, simulazione o elaborazione dei dati. In riferimento alla didattica è stato inoltre richiesto in quale misura si siano utilizzati strumenti quali videoconferenze e lezioni simulate mediante audiovisivi. Infine è stato indagato il grado di utilizzo di strumenti base quali internet, programmi di videoscrittura e fogli elettronici. Sulla base di queste informazioni è stato possibile costruire tre indicatori: il primo riferito agli aspetti contenutistici, il secondo agli strumenti didattici e il terzo all utilizzo di strumenti di base. I tre indicatori esprimono il grado di utilizzo in quattro modalità: nullo, basso, medio e alto. I tre indicatori a loro volta sono stati sintetizzati un unico indicatore che assume le seguenti cinque modalità: uso scarso o nullo di tutti gli strumenti ICT, uso medio/alto dei soli strumenti base, uso medio/alto degli strumenti didattici ma non contenutistici ICT, trattamento medio/alto dei contenuti ICT ma non degli strumenti didattici e uso medio/alto di strumenti didattici e contenuti ICT. 10 Successivamente al Consiglio europeo di Lisbona, nel quale veniva enfatizzata le rilevanza della accessibilità per tutti i cittadini degli strumenti ICT, il richiamo all utilizzo di tali strumenti nell ambito dell istruzione e delle formazione trova riscontro in diversi documenti comunitari. Si vedano tra gli altri: The elearning Action Plan: Designing tomorrow s education, 2001; elearning Programme, Decision No 2318/2003/EC; Education Council report to the European Council on the Concrete future objectives of education and training systems, 2001; Lifelong learning: key competences and access for all citizens, COD/2005/ IL DISEGNO DEL PERCORSO VALUTATIVO. METODOLOGIA E STRUMENTI 27

30 2.3 Gli indicatori utilizzati La costruzione di un indicatore della qualità del lavoro L efficacia dei corsi di alta formazione realizzati con il cofinanziamento del FSE è stata valutata anche alla luce della qualità degli sbocchi occupazionali dei partecipanti agli interventi. A tale fine è stato ricostruito un indicatore sintetico della qualità del lavoro traendo spunto dal dibattito comunitario sull argomento. Analogamente a quanto suggerito in Employment in Europe 2001 (European Communities, 2001), è stata ricostruita una tassonomia degli impieghi facendo riferimento a tre dimensioni della qualità del lavoro: retribuzione/produttività, tutela contrattuale, possibilità di sviluppo professionale. Per quanto riguarda la retribuzione/produttività, sono stati classificati gli impieghi in due categorie - retribuzione bassa e retribuzione medio/alta - sulla base del confronto del reddito orario con un valore soglia dato dal 75% del salario orario mediano dell area territoriale (Obiettivo 1) 11. Similmente, rispetto alla tutela contrattuale, sono state identificate due categorie di impieghi: gli impieghi precari, caratterizzati da un livello professionale non elevato (esclusi quindi i livelli dirigenziali) e forme contrattuali prive di tutela o di durata inferiore ai tre anni, e gli impieghi tutelati, in cui confluisce tutto il resto. Riguardo le possibilità di sviluppo professionale, la scelta compiuta si discosta da quanto suggerito nel rapporto Employment in Europe Infatti, mentre in quel caso viene utilizzata l informazione, presente nei dati ECHP, sulla possibilità di accedere alla formazione aziendale, nel presente volume si utilizza come proxy della possibilità di sviluppo professionale la variabile inerente lo svolgimento di attività che richiedono apporto creativo/innovativo. Pertanto, nel presente volume, le possibilità di sviluppo professionale sono messe in relazione allo sviluppo di competenze che si realizza on the job, tramite lo svolgimento di mansioni non ripetitive, piuttosto che alle attività formative in aula, come registrato dalla variabile sull accesso ai corsi aziendali. Si ritiene, tuttavia, che i due aspetti (accesso alla formazione e svolgimento di mansioni creative) siano nella realtà fortemente correlati. L indicatore sulle possibilità di sviluppo professionale consente di individuare gli impieghi con mansioni creative/innovative sulla base dello svolgimento di almeno una tra le seguenti attività: ricerca e sviluppo professionale; progettazione di nuovi impianti o prodotti; acquisto di brevetti; acquisto di macchinari e impianti per il rinnovo dei processi produttivi (distinti dagli acquisti di macchinari o impianti dello stesso tipo di quelli in essere); marketing di prodotti tecnologicamente nuovi; installazione di nuovi impianti. Sulla base dei tre indicatori sopra riportati è stata ricostruita la tassonomia degli impieghi utilizzando i seguenti criteri: i lavori di buona qualità si caratterizzano per retribuzione medio-alta, buona tutela contrattuale e possibilità di sviluppo professionale; 11 Il valore soglia è stato calcolato utilizzando i dati Banca d Italia sui bilanci delle famiglie nell anno 2002 in riferimento alle regioni dell Obiettivo IL DISEGNO DEL PERCORSO VALUTATIVO. METODOLOGIA E STRUMENTI

31 i lavori di qualità ragionevole, si caratterizzano per retribuzione medio/alta e, alternativamente, possibilità di sviluppo professionale o buona tutela contrattuale; si definiscono poco retribuiti gli impieghi con retribuzione bassa abbinata con possibilità di sviluppo professionale e/o buona tutela contrattuale; i lavori si definiscono senza prospettive nel caso siano assenti sia prospettive di sviluppo professionale che buone tutele contrattuali, indipendentemente dalla retribuzione conseguita. 2.3 Gli indicatori utilizzati La tassonomia così ricostruita si basa su concetti definiti in relazione ai soli lavori di tipo dipendente e ai lavori atipici ad esso assimilati. Lo stesso indicatore è stato costruito anche per i lavori di tipo autonomo, estendendo, ove possibile, a questa categoria i concetti definiti per il lavoro dipendente. Infatti, data l elevata incidenza del lavoro autonomo nel nostro paese, crediamo utile estendere a tale categoria l analisi della qualità del lavoro intrapreso. In tal caso il riferimento è al reddito orario, come indicatore di redditività o produttività, mentre rimane invariato il riferimento all innovatività delle attività intraprese come indicatore di possibilità di sviluppo professionale. La dimensione della tutela contrattuale, invece, in riferimento al lavoro autonomo perde significato. Si è pertanto convenuto di collocare per default i lavoratori autonomi nella categoria tutelati La costruzione di un indicatore di coerenza tra la formazione ricevuta e il lavoro svolto Gli esiti occupazionali dei partecipanti ai corsi sono stati valutati anche alla luce della loro rispondenza con gli esiti attesi. Si è cioè inteso valutare se l occupazione trovata fosse coerente con la formazione ricevuta. Le università e gli altri enti attuatori degli interventi formativi erano tenuti ad indicare nel formulario di presentazione del progetto formativo le figure professionali che intendevano formare (in uscita) e gli sbocchi professionali previsti per i partecipanti. Similmente agli intervistati occupati è stato chiesto di definire la professione svolta. Sulla base di tali informazioni è stato possibile costruire un indicatore sintetico della coerenza tra professione svolta e figura professionale prevista dal corso. Poiché ci sono molti modi di definire una stessa professione e anche nell ambito di professioni diverse tra loro non è immediatamente agevole definire il grado di dissomiglianza, un primo passo nella costruzione dell indicatore è stato quello di ricondurre le definizioni presenti nei formulari di presentazione dei progetti, da una parte, e nelle interviste, dall altra, ad una classificazione standard. A tale fine è stata adottata la classificazione analitica per categorie di professioni ISTAT-EOL 12. Tale classificazione risulta particolarmente adatta allo scopo in 12 Tale classificazione si raccorda con la classificazione adottata a livello internazionale, la International Standard Classification of Occupation (ISCO88), ed è quindi completamente raccordabile sia ad essa, sia alla versione adottata a livello comunitario (ISCO88-COM). 2 IL DISEGNO DEL PERCORSO VALUTATIVO. METODOLOGIA E STRUMENTI 29

32 2.3 Gli indicatori utilizzati quanto nel classificare le professioni sulla base delle competenze e cioè delle capacità richieste nello svolgimento delle mansioni, tiene conto della duplice dimensione del livello e del campo delle competenze. Consente, quindi, di tener conto del fatto che professioni inerenti lo stesso campo di competenza (es. ingegnere elettrotecnico e perito elettrotecnico) possono differire per il livello delle competenze richieste. Come illustrato più oltre, la capacità di distinguere le professioni anche sulla base del livello delle competenze consente di costruire un indicatore di coerenza in grado di evidenziare eventuali fenomeni di overeducation. La classificazione ISTAT-EOL tiene conto del livello delle competenze attraverso una ripartizione delle professioni in grandi gruppi secondo una struttura gerarchica che fa riferimento implicitamente all istruzione formale necessaria allo svolgimento delle professioni. I grandi gruppi al loro interno sono dettagliati, a seconda del campo delle competenze, in 37 gruppi, 121 classi, 519 categorie e voci professionali. Come illustrato nella pubblicazione ISTAT dedicata all argomento 13, entrambe le dimensioni, livello e campo delle competenze, da sole o in combinazione, determinano l ordinamento nei nove grandi gruppi ma è il campo delle competenze che descrive il loro svolgersi, con un dettaglio crescente, in gruppi, classi e categorie di professioni. Tale gerarchia si riflette nei codici a 4 digit, il primo dei quali si riferisce al grande gruppo e l ultimo alla categoria, al cui interno trovano posto le voci professionali. Secondo tale classificazione le professioni che richiedono la laurea dovrebbero per lo più risultare concentrate nel secondo grande gruppo Professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione. Nel classificare il lavoro svolto dagli intervistati tuttavia, si è posta attenzione a non confondere le competenze possedute dagli individui con quelle richieste dalla professione da loro svolta. Ad esempio, il fatto di essere un laureato che lavora nell ambito dell elettrotecnica non esclude la possibilità di svolgere la professione di perito piuttosto che di ingegnere elettrotecnico. Una volta classificate le professioni dichiarate dagli intervistati e quelle previste dai progetti secondo la tassonomia ISTAT-EOL, l indicatore di coerenza è stato costruito confrontando per ciascun individuo i relativi codici 14. In prima battuta, se i due codici risultavano coincidere in riferimento ad almeno i primi tre digit, la coerenza è stata considerata alta, mentre è stata considerata media se coincidevano i primi due o almeno il primo e bassa se non si verificava nessuna delle condizioni precedenti. Su questa prima definizione dell indicatore è stata apportata una correzione in riferimento agli individui che hanno trovato lavoro come docenti universitari o ricercatori. Costoro risultavano classificati in due rispettive 13 Si veda Cataldo Scarnera (a cura di) Classificazione delle professioni, Metodi e Norme - Nuova serie n , Istituto Nazionale di Statistica, cui si rimanda per approfondimenti. 14 In alcuni casi il progetto prevedeva diverse figure professionali di sbocco. In questo caso il confronto è stato fatto, caso per caso, con quella che risultava più simile a quella svolta dall intervistato IL DISEGNO DEL PERCORSO VALUTATIVO. METODOLOGIA E STRUMENTI

33 categorie a prescindere dall ambito disciplinare. In questo caso, poiché era obiettivo comune di tutti i progetti creare ricercatori e, in generale, capitale umano di eccellenza nel rispettivo ambito, la coerenza è stata considerata alta, a prescindere dal confronto tra i codici. Si noti che poiché quasi tutti i progetti prevedevano di formare figure professionali appartenenti al grande gruppo Professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione, la scelta di attribuire una coerenza media quando coincideva un solo digit equivale ad escludere per gli occupati in professioni di questo gruppo che la coerenza possa essere definita bassa. In questo modo di fatto l indicatore di coerenza assume il valore minimo quando l incoerenza, oltre all ambito, riguarda anche il livello delle competenze e segnala pertanto il fenomeno dell overeducation o, che è l altra faccia della stessa medaglia, del sotto utilizzo delle competenze. 2.3 Gli indicatori utilizzati 2 IL DISEGNO DEL PERCORSO VALUTATIVO. METODOLOGIA E STRUMENTI 31

34 2.4 L INDAGINE CAMPIONARIA La definizione della popolazione di riferimento L universo di riferimento preso in esame è composto da tutte le persone che hanno mostrato interesse a partecipare ad interventi di alta formazione post ciclo universitario afferenti all Asse III - Sviluppo del capitale umano di eccellenza - con l esclusione degli interventi rivolti agli occupati. In particolare, sono stati inclusi nell indagine i corsi post-laurea finanziati nell ambito dell Avviso 4391/01 (denominati master ) e i dottorati di ricerca (15 ciclo, anni 1999/2000 e 16 ciclo, anni ), conclusi entro aprile Con riferimento all Avviso 4391/01, le misure interessate da tale tipologia di interventi sono: le misure III.1 (Miglioramento delle risorse umane nel settore della ricerca e dello sviluppo tecnologico); III.2 (Formazione di alte professionalità per lo sviluppo della competitività delle imprese con priorità alle PMI); III.4 (Formazione superiore e universitaria); III.6 (Promozione della partecipazione femminile al mercato del lavoro). A tale popolazione appartengono sia coloro che sono stati destinatari effettivi dell intervento, sia coloro che pur avendo dimostrato interesse a partecipare sono stati poi esclusi. Tale distinzione risulta rilevante ai fini della possibilità di costruire dei tassi di inserimento occupazionale netto che consentono di valutare l efficacia degli interventi di alta formazione al netto di ciò che sarebbe avvenuto in loro assenza. Questi indicatori si basano infatti sulla costruzione di una situazione controfattuale corrispondente all alternativa inosservabile con cui confrontare gli esiti occupazionali dei partecipanti. La popolazione di riferimento è stata, dunque, distinta in due gruppi: il gruppo dei formati è composto sia da coloro che avevano superato la selezione iniziale portando a termine il corso, sia da coloro che si erano ritirati durante le attività realizzando comunque parte dell iniziativa; il gruppo di controllo è composto da coloro che hanno presentato domanda di ammissione e non sono rientrati in graduatoria. Su entrambi i gruppi si è proceduto successivamente al campionamento Il disegno campionario La diversità delle informazioni di fonte amministrativa ha reso necessario l impiego di due strategie campionarie differenti per i dottorati e per i master. Per quanto riguarda i dottorati, il sistema amministrativo non prevedeva l invio al MIUR da parte degli atenei degli archivi riguardanti gli elenchi dei partecipanti ai corsi e di coloro che avevano preso parte al processo di selezione. Le informazioni disponibili a livello centrale riguardavano esclusivamente i progetti, comprensivi del numero di destinatari finali. È stato pertanto scelto un piano di campionamento a due stadi, il primo riguardante i progetti, il secondo i destinatari finali, cosicché fosse necessario richiedere l invio degli archivi solo per i progetti effettivamente campionati IL DISEGNO DEL PERCORSO VALUTATIVO. METODOLOGIA E STRUMENTI

35 Nel caso dei master (i progetti dell Avviso 4391/01), poiché era previsto l utilizzo da parte di tutti gli enti attuatori dello stesso sistema di archiviazione delle informazioni sui destinatari (il sistema di monitoraggio Monitweb 15 ), si poteva contare sulla disponibilità a livello centrale di un archivio completo dei progetti e dei destinatari. Pur non avendo a disposizione dall inizio tutti gli archivi relativi agli ammessi ai corsi, si disponeva per ogni corso dell informazione relativa al numero di partecipanti previsti; è stato perciò possibile pianificare il campione sulla base delle informazioni contenute nell anagrafica dei progetti. Una volta disegnato il campione ed ottenute le liste dei destinatari si è proceduto all estrazione delle unità campionarie, sia del campione di destinatari che del campione di controllo, secondo quanto pianificato. Sia per i dottorati, sia per i master è risultato problematico identificare la popolazione di riferimento dei gruppi di controllo. Idealmente, infatti, si vorrebbe disporre di informazioni sull intera popolazione di coloro che hanno presentato domanda di partecipazione ai corsi, distinti per ammessi (formati) e non ammessi ( controlli ). Sfortunatamente, le informazioni fornite da università e altri enti attuatori per i non ammessi sono risultate parziali e frammentate. Si e deciso pertanto di sostituire il riferimento all effettiva popolazione dei non ammessi, di cui non conoscevamo la connotazione, con il riferimento ad una popolazione teorica che per ciascun progetto fosse composta da un numero di potenziali controlli pari al numero dei trattati. 2.4 L indagine campionaria Dottorati Come accennato, il campione dei destinatari finali e quello di controllo sono stati estratti tramite un disegno a due stadi. Nel primo stadio di campionamento sono stati estratti 400 progetti su un totale di 600; i progetti campionati sono stati poi comunicati agli atenei che hanno fornito i corrispondenti elenchi degli iscritti, dai quali sono stati estratti i campioni di secondo stadio relativi ai beneficiari e al controllo, la cui numerosità è stata fissata, rispettivamente, in e 677 unità. Nella fase di campionamento di primo stadio, pur non essendo disponibili gli elenchi dei destinatari finali, per ogni progetto è stato riportato il numero dei trattati e dei controlli, rendendo perciò possibile la pianificazione del campione di secondo stadio, seppure limitatamente alle caratteristiche del progetto; tale limite non ha però inciso in maniera sensibile sulla rappresentatività del campione, dal momento che il profilo dei destinatari è stato recuperato in sede di post-stratificazione. Il disegno del campione è stato realizzato tenendo conto dell attendibilità desiderata delle stime, determinando ex ante la numerosità degli strati in modo da rendere il campione in grado di produrre stime significative per domini di studio 15 Monitweb è il sistema informatico centralizzato di monitoraggio finanziario, fisico e procedurale dei programmi cofinanziati dai Fondi strutturali, gestito dal Ministero dell economia e delle finanze, Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato-IGRUE. 2 IL DISEGNO DEL PERCORSO VALUTATIVO. METODOLOGIA E STRUMENTI 33

36 2.4 L indagine campionaria pianificati. Il campione è stato stratificato secondo la distribuzione congiunta per regione e area disciplinare, mentre i domini di studio per i quali si intendono avere stime attendibili, coincidono con le regioni. Il campione di primo stadio, stratificato, come accennato, secondo la regione e l area disciplinare, è stato allocato proporzionalmente negli strati; il campione finale di beneficiari e di idonei non ammessi è stato invece allocato negli strati secondo un disegno complesso che ha tenuto conto, come detto, del livello di attendibilità di una generica stima di una proporzione in ciascuna regione, ma anche dell omogeneità dell errore campionario delle stime tra le regioni. Generalmente un campione di numerosità data viene distribuito negli strati secondo un disegno proporzionale alla popolazione, in accordo con il modello dell allocazione ottima (Cicchitelli et al., 1992); tuttavia in questo caso l elevata disomogeneità della numerosità degli strati nella popolazione genera distanze sensibili nell attendibilità delle stime tra gli strati. Tale fenomeno può generare intervalli di confidenza molto dissimili tra due generici domini di studio, rendendo poco significativo un confronto. Dal momento che tra gli obiettivi dell indagine v è la produzione di stime significative e confrontabili tra le regioni, il disegno fornito dall allocazione proporzionale non avrebbe prodotto i risultati desiderati. La distribuzione del campione negli strati è stata effettuata perciò tramite un modello di compromesso tra il disegno proporzionale, che ottimizza l efficienza delle stime sull intera popolazione, e un allocazione in grado di rendere uguale l errore standard tra i domini di studio, coincidenti in questo caso con le regioni (Centra e Falorsi, 2007). L intera fase di disegno del campione ha dunque soddisfatto due obiettivi fondamentali: da un lato, rendere le stime attendibili per regione e, dall altro, far in modo che l errore campionario non fosse troppo differente tra le regioni. In tal modo è stato ottenuto il numero di beneficiari e di ammessi non iscritti per ciascuna regione. Una volta estratto il campione dei 400 progetti e ottenute le relative liste di beneficiari e di ammessi non iscritti, i campioni di secondo stadio, già definiti in ciascuna regione, sono stati allocati proporzionalmente tra i progetti della regione. Di seguito è riportata analiticamente la procedura utilizzata per l allocazione del campione: N = numero totale di progetti nella popolazione; N r,a = numero di progetti nella regione r e nell area disciplinare a nella popolazione; n r,a = numero di progetti nella regione r e nell area disciplinare a nel campione; M = numero totale di beneficiari nella popolazione; M r,a = numero di beneficiari nella regione r e nell area disciplinare a nella popolazione; M r,a,i = numero di beneficiari nella regione r, nell area disciplinare a e nel progetto i nella popolazione; m = numerosità del campione di beneficiari; m r,a = numerosità del campione di beneficiari nella regione r e nell area disciplinare a; 34 2 IL DISEGNO DEL PERCORSO VALUTATIVO. METODOLOGIA E STRUMENTI

37 m r = numerosità del campione di beneficiari nella regione r; m r,a,i = numerosità del campione di beneficiari nella regione r, nell area disciplinare a, nel progetto i; u m r = numerosità del campione di beneficiari nella regione r, allocato in modo da rendere uguale l attendibilità delle stime tra le regioni. 2.4 L indagine campionaria La numerosità del campione di primo stadio (progetti) in ciascuno strato, definito dalla regione e dall area disciplinare, è ricavato in misura proporzionale, una volta definita la dimensione totale del campione, n: n = n r, a N r, a N la numerosità del campione di secondo stadio, i beneficiari, è ottenuta tramite un disegno di compromesso tra l allocazione proporzionale, data dalla quantità m Mr M e l allocazione u m r che assicura un errore delle stime uguale in tutte le regioni: Mr mr = m 1 u r M ( λ) + m λ Il parametro λ, compreso nell intervallo [0,1], permette di ottenere tramite una combinazione convessa l allocazione di compromesso; in questo caso è stato scelto un valore del parametro pari a 0,8, valore che attribuisce un peso più elevato all allocazione in grado di uguagliare l attendibilità delle stime tra le regioni, allontanando sensibilmente il modello dal disegno proporzionale. La quantità u m r è stata determinata tramite un complesso procedimento iterativo (Centra and Falorsi, 2004). La dimensione del campione di beneficiari in ciascuna regione, così ottenuta, è stata ripartita tra le aree disciplinari di ciascuna regione in misura proporzionale: m = m r, a r M M r, a Infine viene determinato, anche in questo caso in misura proporzionale alla dimensione di ciascun progetto, il numero di beneficiari da estrarre dal generico progetto i campionato nel primo stadio; m r, a, i = mr, a M M r, a, i r, a 2 IL DISEGNO DEL PERCORSO VALUTATIVO. METODOLOGIA E STRUMENTI 35

38 2.4 L indagine campionaria L estrazione sia delle unità di primo che di secondo stadio è stata effettuata senza ripetizione con probabilità costante. Il disegno del campione degli iscritti non ammessi ha seguito una procedura analoga. Di seguito (tab. 2.1) è riportata la distribuzione nelle regioni del campione di beneficiari e del campione di controllo: Tabella 2.1 Dottorati finanziati dal PON Ricerca. Distribuzione del campione di beneficiari e del campione di controllo nelle regioni Obiettivo 1 Regione Popolazione Campione Progetti Destinatari Progetti Destinatari Controllo (iscritti non ammessi) Basilicata Calabria Campania Puglia Sardegna Sicilia Totale Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE Il campione è stato stratificato secondo caratteristiche attribuibili ai progetti, non tenendo conto, nella fase di disegno, del profilo dei formati e dei non formati rispettivamente per il campione di trattamento e di controllo. Le caratteristiche degli individui, ricondicibili in ultima analisi solo al genere, sono state considerate nella fase di post stratificazione. Master In questo caso non è stato necessario ricorrere ad un doppio stadio di campionamento, dal momento che è stato possibile censire tutti i progetti. In un primo momento sono state messe a disposizione le sole liste relative ai corsi, mentre successivamente è stato possibile acquisire le liste anagrafiche dei destinatari per ciascun corso. Come nel caso dei dottorati le informazioni relative ai corsi comprendevano la numerosità dei destinatari: è stato perciò possibile pianificare il campione sulla numerosità prevista di destinatari, anche in assenza delle liste anagrafiche. In questo caso va evidenziato un certo scostamento tra la numerosità prevista e l effettivo numero di beneficiari dei corsi, ricavato in un momento successivo dalle liste trasmesse dal MIUR. Le anagrafiche dei corsi richieste sono state peraltro inviate con una certa discontinuità, dovuta principalmente al fatto che i progetti oggetto dell indagine sono stati distribuiti su un intervallo temporale decisamente ampio e in alcuni casi parzialmente sovrapposto all indagine stessa IL DISEGNO DEL PERCORSO VALUTATIVO. METODOLOGIA E STRUMENTI

39 Il campione di beneficiari e il campione di controllo, di numerosità pari, rispettivamente, a e unità, sono stati stratificati secondo la regione e la misura cui il progetto è riferito. Anche in questa occasione è stato studiato un disegno campionario in grado di produrre stime attendibili per domini pianificati. In questo caso i domini di studio coincidono con l incrocio tra regione e misura, vale a dire che è stato possibile ottenere stime attendibili per ciascuna misura all interno della singola regione. Da rilevare che le azioni presenti in ciascuna misura e le prime due misure sono state aggregate in modo da ottenere tre sole modalità relative alla misura, secondo lo schema seguente (tab. 2.2). 2.4 L indagine campionaria Misura/Azione III.1/A III.1/D III.2/A III.2/B III.2/C III.4/A III.6/A III.6/B III.6/C III.6/D Aggregazione Misura III/1-2 Misura III/4 Misura III/6 Tabella 2.2 Master finanziati dal PON Ricerca. Aggregazione delle misure del PON Ricerca ai fini del campionamento Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE Per la messa a punto del disegno di allocazione è stata utilizzata la medesima tecnica di compromesso tra il modello proporzionale e il disegno che rende omogeneo l errore standard nei domini, già adottata per i progetti di dottorato. Di seguito (tab. 2.3) è riportata l allocazione nei domini di studio dei campioni di beneficiari e di iscritti non ammessi: 2 IL DISEGNO DEL PERCORSO VALUTATIVO. METODOLOGIA E STRUMENTI 37

40 Tabella 2.3 Master finanziati dal PON Ricerca. Distribuzione del campione di beneficiari e del campione di controllo nelle regioni Obiettivo 1 Basilicata Calabria Campania Puglia Sardegna Sicilia Regione Popolazione dei Campione Misura destinatari Destinatari Controllo III/ III/ III/ III/ III/ III/ III/ III/ III/ III/ III/ III/ III/ III/ III/ III/ III/ III/ Totale Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE Va comunque aggiunto che la popolazione di riferimento prevista, sulla quale è stato pianificato il campione e la popolazione effettiva non sono risultate completamente coincidenti. In alcuni casi, la numerosità dei beneficiari prevista nel progetto non ha coinciso esattamente con le liste anagrafiche acquisite in un secondo momento. Inoltre i destinatari relativi a 56 progetti non sono potuti rientrare nel campione perché afferenti a corsi posticipati, e quindi fuori intervallo temporale per gli scopi dell indagine, o perché i progetti hanno mutato il target dei destinatari (progetti per occupati o per diplomati) o sono stati definitivamente revocati; tuttavia tali progetti sono stati considerati nella fase di studio della popolazione di riferimento e nella pianificazione del campione. Un problema ulteriore si è presentato, infine, per la copertura del campione di controllo in quanto per alcuni progetti le liste dei non ammessi non presentavano una capienza sufficiente a coprire la numerosità prevista dal disegno IL DISEGNO DEL PERCORSO VALUTATIVO. METODOLOGIA E STRUMENTI

41 Le incongruenze rilevate sono state totalmente recuperate in fase di post stratificazione e non hanno comunque avuto effetti rilevanti sull attendibilità delle stime. Anche in questo caso, la fase di post stratificazione ha consentito un allineamento del campione alla popolazione rispetto alla variabile di genere, non considerata nella fase di pianificazione ex ante. 2.4 L indagine campionaria 2 IL DISEGNO DEL PERCORSO VALUTATIVO. METODOLOGIA E STRUMENTI 39

42 2.5 LE INTERVISTE La metodologia utilizzata L indagine è stata effettuata mediante interviste telefoniche, della durata di circa 20 minuti, in cui è stato somministrato il questionario, elaborato dall ISFOL e discusso nel gruppo di lavoro, con metodologia CATI (Computer Assisted Telephonic Interviewing) da parte di una società di rilevazione specializzata in interviste telefoniche nelle materie oggetto di analisi (Zetesis s.a.s.). L indagine telefonica assistita dal computer, conosciuta come CATI, è una procedura di indagine che presenta due grandi vantaggi: migliora la qualità del dato rilevato poiché riduce gli errori di compilazione e le incongruenze; registra le informazioni sulle modalità di rilevazione. Il questionario viene infatti gestito tramite l ausilio di un software sul quale vengono digitate le risposte. Il software consente, tra le altre cose, di saltare le domande che risultano non pertinenti in base alle risposte precedenti, di evidenziare in tempo reale eventuali incongruenze tra le risposte fornite a domande diverse, consentendo di richiedere chiarimenti, e di introdurre eventuali correzioni. Inoltre è possibile tenere sotto controllo lo svolgimento della rilevazione poiché vengono registrati: il numero dei tentativi telefonici effettuati, i contatti mancati, le motivazioni, le interviste valide, quelle interrotte o annullate. In sostanza con il CATI il compito degli intervistatori è notevolmente facilitato poiché si riducono gli errori di rilevazione, i tempi di somministrazione dei questionari e di registrazione dei dati. Per la realizzazione dell indagine è stato utilizzato come strumento di rilevazione un questionario, di tipo strutturato, di circa 45 domande. La costruzione del questionario è stata preceduta da un lavoro di documentazione preliminare volto ad esaminare i risultati e i metodi di indagini precedenti su temi analoghi, ad utilizzare il riferimento a classificazioni convenzionali (nazionali e internazionali) nella costruzione delle principali variabili e, in particolare, ad approfondire la conoscenza sui criteri di classificazione e gli indicatori internazionali riguardanti le attività di ricerca, l innovazione tecnologica e il settore delle tecnologie dell informazione e della comunicazione (ICT) (es. OECD Frascati Manual, 2002; EUROSTAT, 2003). Per verificare la robustezza del questionario è stato effettuato un pre-test su 20 individui con le stesse caratteristiche del campione oggetto di studio. Sulla base dei risultati emersi è stata predisposta la versione finale del questionario. Il questionario si suddivide in quattro sezioni: la prima sezione è dedicata all attività formativa, la seconda al curriculum scolastico con domande sulla scuola secondaria superiore e sulla formazione post-secondaria dell intervistato; la terza parte è relativa alla condizione precedente al corso di formazione seguito dall intervistato. L ultima parte, infine, indaga la condizione professionale e l attività lavorativa dell intervistato a sei mesi dalla chiusura dell intervento con domande specifiche relative alla professione svolta (tab. 2.4) IL DISEGNO DEL PERCORSO VALUTATIVO. METODOLOGIA E STRUMENTI

43 Le sezioni intendono ricostruire con apposite domande le seguenti aree tematiche: caratteristiche e livello qualitativo dei corsi, soddisfazione dell utente, dimensione geografica dell intervento, curriculum scolastico post-diploma e post-laurea, esito occupazionale, mobilità geografica dei partecipanti, professione, caratteristiche dell impiego, mansioni svolte e tipo di azienda/ente/organismo di appartenenza. Il questionario è finalizzato, in particolare, ad ottenere le informazioni circa la condizione occupazionale del soggetto intervistato, i cui dati anagrafici sono stati rilevati nella domanda di iscrizione, e a indagare le caratteristiche del lavoro svolto, con particolare riguardo ai settori e alle professionalità maggiormente innovativi. Il questionario predisposto per le interviste agli individui appartenenti al gruppo di controllo presenta la medesima struttura e articolazione di quello rivolto ai formati, al fine di consentire un confronto il più possibile omogeneo, ad eccezione della sezione riguardante l attività formativa, somministrata ovviamente solo ai formati. Anche per questo gruppo, la sezione relativa agli esiti occupazionali ricostruisce la condizione professionale in riferimento ad una data corrispondente a sei mesi dopo la chiusura dell intervento a cui avrebbe dovuto partecipare l intervistato. Tale scelta risulta funzionale alla costruzione dei tassi di inserimento occupazionale netti. 2.5 Le interviste Trattati Attività formativa e background famigliare Curriculum scolastico Esperienze lavorative e formative successive alla laurea Condizione professionale e attività lavorativa a sei mesi dalla chiusura dell intervento formativo Background famigliare Curriculum scolastico Controlli Esperienze lavorative e formative successive alla laurea Condizione professionale e attività lavorativa a sei mesi dalla chiusura dell intervento formativo Tabella 2.4 Questionario per l indagine sui master e dottorati finanziati dal PON Ricerca. Sezioni presenti nel questionario Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE I risultati del processo di intervista La rilevazione dei dati è stata realizzata in due fasi, in relazione ai diversi tempi di conclusione degli interventi formativi oggetto della ricerca. La prima fase ha avuto luogo tra ottobre e novembre 2004 e ha riguardato gli interventi che si sono conclusi entro aprile La seconda fase ha riguardato i progetti la cui conclusione è avvenuta nel corso dell anno successivo e ha contemplato la realizzazione delle interviste da luglio a novembre 2005, con l esclusione del mese di agosto. Nel complesso sono state condotte interviste complete, di cui ai trattati e 916 ai controlli. In riferimento ai partecipanti ai corsi di dottorato del 15 e 16 ciclo, gli intervistati sono stati 971, rappresentativi di una popolazione pari a individui, mentre gli intervistati del gruppo di controllo sono stati IL DISEGNO DEL PERCORSO VALUTATIVO. METODOLOGIA E STRUMENTI 41

44 2.5 Le interviste Riguardo ai master (progetti afferenti all Avviso 4391/01), le interviste ai trattati sono state in rappresentanza di una popolazione di 7.785, e quelle ai controlli 509. In entrambi i casi il tasso di sondaggio dei trattati (numerosità del campione degli intervistati rispetto all universo di riferimento) risulta elevato, pari rispettivamente al 30% per i dottorati e al 21% per master. Anche il tasso di risposta 16, che misura la proporzione di individui effettivamente intervistati rispetto a quelli appartenenti al campione teorico, risulta elevato. Il tasso di risposta (master e dottorato) è stato rispettivamente del 91% per il gruppo dei formati e del 76% per il gruppo di controllo. Il minore tasso di risposta dei controlli non deve sorprendere essendo, come vedremo, prevalentemente dovuto a problemi di registrazione dei recapiti. L elevato tasso di risposta 17, è indicativo di una elevata consapevolezza sull utilità delle rilevazioni statistiche, spesso riscontrabile nei segmenti maggiormente istruiti della popolazione, ma presumibilmente è anche un riconoscimento della rilevanza dei temi trattati da questa indagine e dell affidabilità riconosciuta alle istituzioni che la hanno presentata. La maggiore causa di mancata intervista è rappresentata dalla irreperibilità del soggetto, a causa di un recapito errato o sconosciuto, o della mancata risposta, malgrado numerosi tentativi di chiamata, al recapito telefonico disponibile (tab. 2.5 e tab. 2.6). Tabella 2.5 Indagine sui master e dottorati finanziati dal PON Ricerca. Campione dei trattati. Risultati del processo d intervista Campione dei trattati Master Dottorato 15 ciclo Percentuale Dottorato 16 ciclo Totale Tasso di risposta 92,2 89,5 87,5 90,8 Recapito introvabile/sconosciuto 5,1 5,4 6,9 5,5 Non risponde, occupato, fax, segreteria 2,0 3,1 4,3 2,7 Rifiuta l intervista 0,6 1,9 1,4 1,0 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE 16 Esclusi gli individui risultati non eleggibili (pochi casi). 17 Si noti che, a differenza di altre indagini presenti nel Piano statistico nazionale, questa indagine non presenta l obbligo di risposta IL DISEGNO DEL PERCORSO VALUTATIVO. METODOLOGIA E STRUMENTI

45 Campione dei controlli Master Dottorato 15 ciclo Percentuale Dottorato 16 ciclo Totale Tasso di risposta 78,7 72,7 73,1 76,0 Recapito introvabile/sconosciuto 17,3 16,3 17,7 17,2 Non risponde, occupato, fax, segreteria 2,2 5,7 4,8 3,6 Rifiuta l intervista 1,9 5,3 4,4 3,2 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 Tabella 2.6 Indagine sui master e dottorati finanziati dal PON Ricerca. Campione dei controlli. Risultati del processo d intervista Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE In riferimento ai trattati i recapiti introvabili o sconosciuti sono stati nel complesso pari al 5,5%, con un picco del 6,9% in riferimento ai dottorati del 16 ciclo. La percentuale dei recapiti errati sale al 17,2% per gli individui appartenenti al gruppo di controllo, a causa, in molti casi, di una non completa registrazione da parte degli enti attuatori del recapito degli individui che non sono risultati ammessi ai corsi cui avevano presentato domanda. Maggiormente simile tra trattati e controlli risultano le percentuali di individui che non è stato possibile intervistare poiché al recapito disponibile non si è ottenuta risposta, rispettivamente pari al 2,7 per i trattati e al 3,6 per i controlli. Come era da aspettarsi, la disponibilità a partecipare all intervista è stata maggiore per gli individui che hanno partecipato agli interventi piuttosto che per coloro che sono risultati esclusi: i rifiuti all intervista sono stati infatti tre volte maggiori per il gruppo dei controlli rispetto a quello dei trattati. In entrambi i casi, tuttavia, si tratta di percentuali davvero basse, pari rispettivamente all 3% e all 1% per cento. Si osservi come sia per i trattati sia per i controlli i tassi di partecipazione all intervista sono risultati più elevati per coloro che hanno fatto domanda di partecipazione ai master (progetti afferenti all Avviso 4391/01). Analogamente, il tasso di rifiuto, che rappresenta la percentuale di individui che una volta contattati rifiuta l intervista 18, è stato del 4% circa per i controlli e dell 1% per i trattati, nuovamente con una maggiore disponibilità a rilasciare l intervista per gli individui che hanno fatto domanda di partecipazione ai corsi di master (tab. 2.7). 18 Il tasso di rifiuto si ottiene dal rapporto tra il totale dei rifiuti e la somma del totale degli intervistati e dei rifiuti. 2 IL DISEGNO DEL PERCORSO VALUTATIVO. METODOLOGIA E STRUMENTI 43

46 Tabella 2.7 Indagine sui master e dottorati finanziati dal PON Ricerca. Tasso netto di rifiuto dell intervista Tasso di rifiuto Master Dottorato 15 ciclo Percentuale Dottorato 16 ciclo Totale Trattati 0,7 2,1 1,5 1,1 Controlli 2,3 6,8 5,7 4,1 Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE Nel complesso, dall analisi delle cause delle mancate interviste emerge una ulteriore conferma della buona accoglienza riservata a tale indagine dagli individui campionati IL DISEGNO DEL PERCORSO VALUTATIVO. METODOLOGIA E STRUMENTI

47 capitolo 3 L ANALISI DEL TARGET 3.1 I PARTECIPANTI AL DOTTORATO E I PARTECIPANTI AL MASTER L analisi dell efficacia degli interventi formativi realizzati rispetto all obiettivo di favorire l inserimento occupazionale di una forza lavoro altamente qualificata, non può prescindere dalla preventiva identificazione delle caratteristiche degli utenti coinvolti. L analisi delle caratteristiche del target, ossia delle persone laureate che hanno partecipato ad un corso di alta formazione, è stata condotta prendendo in esame le seguenti variabili: sesso, età, tipo di diploma e di laurea, voto di diploma e di laurea e condizione occupazionale dei genitori. Dai dati a disposizione sui partecipanti al dottorato non emerge una forte caratterizzazione in senso di genere nei percorsi di dottorato, anche se le donne risultano essere in maggioranza, rappresentando il 52% circa dei partecipanti contro il 48% degli uomini. Considerando la sotto rappresentazione delle donne nel comparto della ricerca, evidenziata dalle statistiche internazionali per il nostro paese (OECD, 2003), e assumendo che la partecipazione al dottorato possa rappresentare un primo passo di un percorso orientato verso questo settore, la percentuale di donne appare rilevante e segnala forse un fenomeno in controtendenza. La popolazione dei partecipanti ai corsi di dottorato è nella quasi totalità dei casi una popolazione adulta. Oltre la metà dei partecipanti ha, al momento dell avvio, un età compresa nella classe anni (59%). Consistente è anche la quota di persone nella fascia d età (25,3%). Al contrario, i giovani (nella classe fino a 24 anni) non superano il 9% del totale. Si segnala, inoltre, un 2% circa di intervistati con più di 40 anni, a testimonianza di scelte formative individuali che realizzano un recupero di competenze in discontinuità con la formazione iniziale. Rispetto al dato complessivo sui partecipanti, il dettaglio di genere non evidenzia forti differenze. Il 58,0% delle donne ha, infatti, un età compresa tra 25 e 29 anni, contro il 60,1% degli uomini nella stessa fascia di età. Le donne sono, però, maggiormente rappresentate nella classe fino a 24 anni, 12% a fronte del 5% degli uomini. 3 L ANALISI DEL TARGET 45

48 3.1 I partecipanti al dottorato e i partecipanti al master L età abbastanza alta dei partecipanti al dottorato deriva da vari elementi: anche tra gli iscritti al dottorato non sono molti quelli che risultano aver conseguito la laurea nei tempi previsti. In alcuni casi, inoltre, prima dell iscrizione al dottorato l intervistato risulta aver partecipato ad altri corsi di specializzazione. Infine, non va tralasciato che la partecipazione ad un dottorato comporta dei tempi, normalmente lunghi, di svolgimento di un concorso pubblico che tendono a ritardare l avvio effettivo dell attività. Per quanto riguarda il curriculum scolastico, il 79,2% degli intervistati ha studiato in un liceo 19, con una percentuale più alta delle donne (82,6%, contro il 75,4% degli uomini). La quota dei formati con un diploma di tipo tecnico è del 14,3%, con una prevalenza, invece, del segmento maschile (20,7% a fronte dell 8,5% delle donne). Tali dati non sorprendono alla luce della diversa finalità dei due segmenti del sistema di istruzione, il primo rivolto a fornire una formazione generalistica funzionale al proseguimento degli studi, il secondo maggiormente orientato ad offrire competenze tecniche immediatamente spendibili sul mercato del lavoro. Considerando il voto di conseguimento del titolo di studio come proxy dell abilità individuale e della riuscita negli studi, si delinea un target di utenza con un buon grado di successo negli studi pregressi; circa la metà di coloro che hanno partecipato ad un corso di alta formazione ha, infatti, ottenuto un punteggio alla maturità superiore a Il 25,9% si è diplomato con il massimo dei voti. Non si rilevano differenze di rilievo tra uomini e donne. Anche la performance negli studi universitari risulta di buon livello. Dall esame del voto di laurea emerge che il 73,5% degli intervistati si è laureato con il massimo dei voti e l 86% presenta un punteggio superiore al 105. Tuttavia, il fenomeno dei fuori corso coinvolge ampiamente anche chi decide di partecipare ad un corso di alta formazione. Solo un terzo degli intervistati, infatti, ha dichiarato di essersi laureato in corso. Quasi la totalità di coloro che hanno partecipato ad un dottorato si sono laureati in un università pubblica (0,97%). I corsi di dottorato finanziati dal PON Ricerca sono stati rivolti principalmente a laureati nelle discipline scientifiche. L esame dell area disciplinare evidenzia che il 32,4% dei destinatari proviene dall area scientifica, il 17,4% da quella dell ingegneria e il 13,8% da quella medica. Si segnala inoltre un 9,9% assorbito dai laureati in agraria e medicina veterinaria e un 9,6% dai laureati in materie umanistiche. In particolare i laureati in discipline matematiche, scientifiche o tecnologiche rappresentano il 55% del totale 20. Si noti che si tratta del tipo di lauree che l Unione europea si è data l obiettivo di incrementare al fine sostenere la strategia di Lisbona mediante una adeguata offerta di specialisti in questi settori. L analisi della condizione occupazionale dei genitori fornisce qualche elemento utile sul tema della mobilità sociale intergenerazionale 21. Circa i due terzi di colo- 19 I licei artistici sono stati considerati a parte. 20 Il riferimento è al settore MST (cfr. paragrafo ). 21 La rilevanza delle informazioni inerenti il background famigliare dei partecipanti all istruzione post secondaria in riferimento alle politiche di sostegno all istruzione è stata recentemente sottolineata 46 3 L ANALISI DEL TARGET

49 ro che partecipano ad un corso di dottorato ha, infatti, il padre laureato o diplomato, mentre il restante terzo ha il padre con licenza media o elementare. Come vedremo la proporzione di genitori con titolo di studio basso aumenta al diminuire del titolo di studio dei figli. Per quanto riguarda i master (nei quali comprendiamo anche gli altri corsi di specializzazione successivi alla laurea), la partecipazione ai corsi è caratterizzata da una prevalenza del segmento femminile, pari al 73,8% contro il 26,2% degli uomini. Rispetto al dottorato si rileva, quindi, una maggiore partecipazione delle donne. Tale dato si spiega con il fatto che un intera misura del PON Ricerca è dedicata ad esse (circa il 50% del totale hanno seguito corsi nell ambito di questa misura). Anche per i master come per i dottorati, la popolazione coinvolta risulta nella gran parte dei casi già in età adulta. Oltre due terzi dei partecipanti ai corsi avevano al momento dell iscrizione un età compresa tra 25 e 29 anni (68,3%). Alta è anche la percentuale di persone con età compresa tra 30 e 34 anni: 21,1%, che sale al 27% se si considera il solo segmento femminile. Il percorso formativo, per la maggior parte degli intervistati, inizia con il conseguimento di un diploma liceale (72,7%). Il 22,7% ha ottenuto un diploma tecnico (il 36,3% degli uomini, a fronte del 17,9% delle donne). Abbastanza buona risulta essere la riuscita negli studi. Infatti, oltre un terzo degli intervistati si è diplomato con un voto superiore a 52/60, senza grandi differenze tra uomini e donne. Tra questi i diplomati con 60/60 rappresentano il 16% del totale. Inoltre, il 44,8% risulta laureato con il massimo dei voti e il 63,6% con un punteggio superiore al 105. Anche considerando il voto di laurea non si evidenziano divari di rilievo tra i generi. Se a livello di punteggio, sia per quanto riguarda il diploma sia con riferimento alla laurea, si osserva una discreta performance degli intervistati, considerando la durata del corso legale degli studi nuovamente emerge la difficoltà degli studenti a rispettare la durata del corso legale degli studi. Il 76,7% degli intervistati, infatti, non si è laureato in corso, con una percentuale che sale all 81,9% nel caso degli uomini. Come vedremo, percentuali anche maggiori si osservano per la popolazione dei laureati nel Mezzogiorno. In prevalenza gli intervistati hanno frequentato un università pubblica; solo l 1,4%, infatti, ha frequentato un uni ver - sità privata. I master e gli altri corsi di formazione post-laurea hanno intercettato prevalentemente laureati nell area umanistica (24,5%) o dell economia (17,4%). Relativamente alte sono anche le percentuali relative alle aree dell ingegneria (12%) e 3.1 I partecipanti al dottorato e i partecipanti al master in ambito europeo. La Commissione europea ha proposto di inserire tra i nuovi indicatori per il monitoraggio del contributo dell istruzione e della formazione alla Strategia di Lisbona, un indicatore del background sociale degli studenti universitari (Cfr.: Commission of the European Communities, New Indicators On Education And Training, Commission Staff Working Paper, Brussels, ). Tale indicatore è considerato rilevante al fine di monitorare l inclusione sociale e analizzare l impatto di politiche volte ad innalzare il contributo delle famiglie al finanziamento dell istruzione terziaria. 3 L ANALISI DEL TARGET 47

50 3.1 I partecipanti al dottorato e i partecipanti al master scientifica (10,7%). Nel complesso i laureati in scienze umane e sociali prevalgono su quelli in discipline tecnico scientifiche 22 (rispettivamente 68% e 32%). L analisi del titolo di studio dei genitori evidenzia che la maggior parte degli intervistati ha il padre diplomato (41,5%). Si segnala, tuttavia, che il 38,2% degli intervistati ha il padre con al massimo la licenza media. Come già evidenziato nell analisi dedicata al dottorato di ricerca, anche nel caso dei master, questo dato rappresenta un importante indicatore di mobilità sociale. 22 Nuovamente il riferimento è al settore MST L ANALISI DEL TARGET

51 3.2 IL CONFRONTO CON I DATI DELL INDAGINE ISTAT SUI LAUREATI Per meglio descrivere i connotati della popolazione dei partecipanti ai corsi di alta formazione nelle regioni Obiettivo 1, è stata considerata come termine di paragone la popolazione dei laureati nel 1998 nel Mezzogiorno rilevata dall indagine ISTAT Ciò permette una migliore caratterizzazione del segmento dei laureati che scelgono di proseguire gli studi con percorsi formativi anche lunghi, come nel caso del dottorato. L elevata età dei partecipanti ai corsi post-laurea trova conferma nella distribuzione per età dei laureati al conseguimento del titolo. L indagine ISTAT rileva come il tasso di conseguimento della laurea secondo la durata legale sia molto basso (circa l 8%) 24, determinando un innalzamento dell età al conseguimento del titolo. Solo l 1,9% si è laureato, infatti, entro i 25 anni. Il 53,1% si colloca nella classe anni e un rilevante 45,0% di intervistati si è laureato in età adulta, a 30 anni o oltre. Il conseguimento del titolo in età adulta comporta uno slittamento dei tempi sia con riferimento ad un eventuale specializzazione post-laurea, sia per quanto riguarda l ingresso nel mondo del lavoro. Per quanto riguarda il curriculum scolastico, secondo l indagine ISTAT la maggior parte dei laureati ha frequentato un liceo (61,8%). Tra coloro che frequentano corsi di master tale percentuale cresce al 73% e raggiunge il 79% per i partecipanti al dottorato. Tale confronto sembrerebbe indicare come l indirizzo generalistico, piuttosto che tecnico del diploma conseguito, rimanga rilevante anche dopo il conseguimento della laurea nel determinare l attitudine verso l ulteriore proseguimento degli studi. I dati sul voto di diploma evidenziano una performance negli studi abbastanza simile per quanto riguarda i laureati e i partecipanti ai master, mentre nettamente migliore risulta essere l esito scolastico dei dottorandi. Infatti, secondo l indagine ISTAT il 34% dei laureati ha ottenuto un punteggio alla maturità superiore a 52/60 e il 13,3% il punteggio massimo pari a 60/60. La percentuale di diplomati con voto superiore a 52/60 sale al 37% per i partecipanti al master e al 52% circa per i dottorandi. Analogamente le percentuali relative ai diplomati con il massimo dei voti salgono al 16% per i master e al 26% per i dottorati (graf. 3.1). 23 Si fa presente che in riferimento al dottorato si sono considerati i cicli 15 e 16 avviati rispettivamente nel 1999 e nel Tale dato evidenzia un fenomeno endemico dei sistemi di istruzione universitaria italiana, ossia la difficoltà di portare a termine il ciclo di studi nei termini di legge. 3 L ANALISI DEL TARGET 49

52 Grafico 3.1 Classi di voto del diploma: confronto laureati ISTAT, partecipanti a dottorati e master finanziati dal PON Ricerca 23,7 12,5 17,2 25,2 21,7 26,8 17,0 13,9 18,8 26,0 25,9 20,7 20,7 16,5 13, Laureati Istat Dottorato Master Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati ISTAT e MIUR Anche analizzando la performance negli studi universitari, si osserva che i partecipanti ad un corso di dottorato rappresentano un segmento più qualificato rispetto alla media dei laureati. Dall esame del voto di laurea emerge che il 73,5% dei dottorandi si è laureato con il massimo dei voti e l 86% presenta un punteggio superiore al 105, mentre tra i laureati solo il 34,4% ha conseguito il titolo con il massimo dei voti e poco più del 50% con un voto superiore al 105. I master si collocano invece in una posizione intermedia. Infatti, come abbiamo visto, il 44,8% risulta laureato con il massimo dei voti e il 63,6% con un punteggio superiore al 105 (graf. 3.2). Da questi dati si evince che le persone che partecipano ad un corso post-laurea presentano un buon livello di riuscita con riferimento sia agli studi superiori, sia agli studi universitari, se comparati con il totale dei laureati L ANALISI DEL TARGET

53 34,4 15,9 73,5 44,8 Grafico 3.2 Classi di voto di laurea: confronto tra laureati ISTAT e partecipanti a dottorati e master finanziati dal PON Ricerca 20,0 18,8 29,7 12,6 8,5 5,5 18,6 17,8 Laureati Istat Dottorato Master e 110 e lode Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati ISTAT e MIUR Riguardo l area disciplinare della laurea conseguita, mentre tra i partecipanti al dottorato l area scientifica risulta sovra rappresentata, se confrontata con la sua incidenza sui laureati, per i partecipanti ai master risulta sovra dimensionata l area umanistica, anche a causa dell obiettivo del PON Ricerca di sostenere le lauree deboli 25. Riguardo il tema della mobilità sociale è interessante notare come la percentuale di individui il cui padre ha conseguito al massimo la licenza media si riduca all aumentare del titolo di studio dei figli. Tale percentuale è infatti del 45,5% per la popolazione dei laureati, del 37,6 per i partecipanti ai master e del 33% per i dottorandi. Se, dunque, da una parte l innalzamento dei livello di istruzione comporta per un segmento rilevante della popolazione un salto tra il titolo di studio dei figli e quello dei padri, dall altra sembrerebbe che anche per la popolazione già adulta dei laureati, il titolo dei genitori abbia una influenza sulla propensione a continuare a formarsi. Data la correlazione tra reddito e livello di istruzione, è plausibile, tuttavia, che tale influenza dipenda dalla diverse possibilità di sostenere economicamente le scelte formative dei figli da parte di genitori con diverso livello di istruzione. 25 Tale obiettivo è stato perseguito attraverso la misura III.6, che ha interessato i master e gli altri corsi di specializzazione post laurea ma non i dottorati. 3 L ANALISI DEL TARGET 51

54 3.3 IL CONFRONTO TRA I PARTECIPANTI AI MASTER E AI DOTTORATI L analisi delle caratteristiche dei partecipanti ai corsi di alta formazione, dottorato, da un lato, e master, dall altro, permette di mettere in luce gli elementi comuni e le peculiarità dei due percorsi post-universitari. In generale, i partecipanti al dottorato risultano avere un curriculum scolastico più brillante di quello dei partecipanti ad un corso di tipo master. Come si è visto, sia in riferimento al voto di diploma che a quello di laurea, tra i dottorandi cresce la percentuale di coloro che hanno conseguito i punteggi più elevati. Anche con riferimento alla durata del corso legale degli studi i partecipanti al dottorato risultano presentare una situazione migliore, sebbene in entrambi i casi prevalgono nettamente i laureati fuori corso, in sintonia con la peculiarità italiana di allungare i percorsi di laurea oltre il termine legale previsto. Solo poco meno di un terzo degli intervistati si è laureato in corso nel caso del dottorato e il 23% nel caso del master. Di conseguenza, l età media di iscrizione al corso di perfezionamento è piuttosto alta in entrambi i casi: anni è la classe in cui si concentra la maggior parte dei partecipanti alle attività formative. Oltre ad un miglior curriculum scolastico i partecipanti al dottorato presentano un background famigliare più favorevole potendo contare mediamente su genitori meglio istruiti. L analisi per genere evidenzia una composizione diversa del target nel caso del dottorato e dei master: il 73,8% dei partecipanti al master è, infatti, di sesso femminile a fronte del 52% dei dottori. Ciò è legato, in particolare, al fatto che un intera misura dell Avviso 4391/01 si rivolge in maniera specifica alle donne. Per la maggior parte degli intervistati, il corso di specializzazione finanziato attraverso il contributo del PON Ricerca ha rappresentato la prima esperienza formativa successiva alla laurea. Tuttavia, la quota di laureati che ha gia intrapreso altre esperienze formative risulta tutt altro che trascurabile. Il 34% dei partecipanti al master ha, infatti, dichiarato di aver già partecipato ad altre attività di formazione dopo gli studi universitari. Più alta la quota dei dottori di ricerca che prima del dottorato ha partecipato a corsi formativi (il 41,5%). Si evince, inoltre, che l esigenza di specializzarsi, arricchendo il proprio percorso formativo con altre attività di studio, è stata avvertita, in particolar modo, dai laureati in possesso di lauree deboli, con maggiori difficoltà nella fase di transizione scuola-lavoro e nell inserimento lavorativo. Chi ha partecipato al master nell ambito dei beni culturali, infatti, in oltre il 50% dei casi aveva già seguito altri corsi subito dopo la laurea, a fronte del valore medio del 34%. Anche considerando i dottori di ricerca, emerge che il 56,7% di coloro che si sono specializzati in discipline umane e sociali ha partecipato ad attività formative prima del dottorato di ricerca, contro il 37,3% dei dottori in settori tecnico-scientifici. Con l età aumenta anche il numero di esperienze formative realizzate. Analizzando il dato sull età si osserva, infatti, che sono soprattutto i laureati di età superiore ai L ANALISI DEL TARGET

55 anni ad aver già partecipato ad attività formative (oltre il 50% dei partecipanti ai master, oltre il 60% dei partecipanti al dottorato). Infine, il confronto è stato esteso anche alle esperienze lavorative realizzate dagli intervistati subito dopo la laurea. Il 33% dei partecipanti ai dottorati ha dichiarato di aver già lavorato prima della partecipazione al corso di formazione, percentuale che scende al 17% nel caso dei master. Diversi sono stati i settori di impiego per gli intervistati dei due gruppi. Tra coloro che hanno seguito un master il 44,5% di chi ha già lavorato ha svolto la sua esperienza più significativa in un azienda privata, a fronte del 26,5% dei dottori di ricerca. Questi ultimi, invece, risultano in misura maggiore aver fatto esperienza lavorativa in ambito universitario, ad indicare come in alcuni casi la scelta di intraprendere un dottorato si inserisca all interno di un percorso formativo e professionale in cui la decisione di gravitare in ambito universitario è già stata presa. 3.3 Il confronto tra i partecipanti ai master e ai dottorati 3 L ANALISI DEL TARGET 53

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57 capitolo 4 I PERCORSI FORMATIVI 4.1 LA MOTIVAZIONE I diversi interventi oggetto di analisi condividono la finalità generale dell Asse III del PON Ricerca, dedicato in modo specifico alla formazione ed all aggiornamento del personale che dovrà alimentare il sistema della ricerca, o che dovrà operare all interno della Pubblica amministrazione e delle imprese per utilizzare i risultati scientifici disponibili 26. A fronte di tali finalità istituzionali vi sono gli obiettivi che spingono i singoli destinatari ad aderire agli interventi. Dal punto di vista degli utenti, diverse risultano essere le aspettative alla base della partecipazione ad un master piuttosto che ad un dottorato. Per gli iscritti ad un master tra le motivazioni è prevalente quella dell inserimento lavorativo, mentre per i dottorati prevale la motivazione della crescita culturale (in eguale misura). Nel complesso, per i master rivestono un peso maggiore le motivazioni legate al lavoro. Infatti la decisione di seguire un master è finalizzata per il 47% degli intervistati all inserimento nel mondo del lavoro, e per un ulteriore 24,1% all aggiornamento professionale; solo il 25,6% indica nella crescita culturale la motivazione principale della partecipazione al corso. Le motivazioni presentano un ordinamento inverso per i dottorati. Infatti il 46,7% dei dottorandi dichiara di aver deciso di seguire un dottorato per crescita culturale e solo il 27,9% per inserirsi nel primo lavoro. Infine, il 20,9% indica nell aggiornamento professionale la motivazione principale nella partecipazione al corso. Questi dati segnalano la differenza di aspettative degli utenti rispetto ai due tipi di interventi. Da una parte, ad un percorso formativo di tipo master viene riconosciuta una componente professionalizzante in grado di agevolare l inserimento lavorativo. La scelta di investire in anni aggiuntivi di studio è dunque determinata da un aumento delle chance occupazionali legate a tale partecipazione. Dall altra, per i partecipanti al dottorato, la scelta di proseguire gli studi non sembra 26 Cfr. p. 81 del Programma Operativo Nazionale per le Regioni Obiettivo 1 - Ricerca Scientifica, Sviluppo Tecnologico, Alta Formazione giugno I PERCORSI FORMATIVI 55

58 4.1 La motivazione tanto determinata dall obiettivo di facilitare l ingresso nel mercato del lavoro, quanto piuttosto dal bisogno di ampliare e arricchire la propria formazione e le proprie conoscenze. In altri termini, lo sviluppo del capitale umano sembra assumere una rilevanza in sé, facendo prefigurare scelte lavorative anche esse maggiormente attente alle possibilità di sviluppo delle competenze. L analisi di genere mette in evidenza una maggiore propensione delle donne verso la partecipazione al dottorato per motivi connessi alla crescita culturale, mentre gli uomini indicano in misura più elevata delle donne l aggiornamento professionale come finalità della scelta formativa, sebbene in entrambi i casi le differenze non siano particolarmente accentuate. In riferimento ai master non si osservano differenze di genere rispetto al peso della crescita culturale tra le motivazioni per la partecipazione ai corsi. La differenza più rilevante rispetto ai colleghi maschi riguarda, invece, la minore incidenza della motivazione legata all inserimento nel primo lavoro e, al contrario, il maggior peso della crescita professionale. Tali differenze dipendono in gran parte dalle caratteristiche dei due segmenti femminile e maschile della popolazione coinvolta. Infatti tramite la misura III.6, esplicitamente rivolta a favorire la partecipazione femminile al mercato del lavoro, è stata coinvolta una popolazione femminile mediamente di età più elevata e in misura maggiore con precedenti esperienze lavorative. In riferimento al master, all elevata percentuale di donne che si iscrive ai corsi per aggiornamento professionale, si aggiunge una percentuale non trascurabile di intervistate (pari al 2,5%) che dichiara di aver deciso di partecipare ad un corso per tornare a lavorare dopo un periodo di disoccupazione, dato che segnala come la formazione rappresenti per molte donne uno strumento di reinserimento lavorativo 27. Tra i partecipanti sia al master che al dottorato la percentuale di coloro che dichiarano di aver scelto il dottorato per crescita culturale non differisce molto in base alla classe di età. In entrambi i casi, come è naturale, la motivazione prevalente al crescere dell età diviene l aggiornamento professionale a scapito dell inserimento nel primo impiego. 27 Si noti che le persone oggetto di indagine erano tutte non occupate al momento dell iscrizione al corso I PERCORSI FORMATIVI

59 4.2 LE CARATTERISTICHE DELL ATTIVITÀ FORMATIVA Ai partecipanti ai corsi di alta formazione è stato chiesto di fornire alcune indicazioni sulle caratteristiche dell attività formativa cui hanno partecipato. In particolare interessava indagare due aspetti: l organizzazione dei corsi in riferimento alla consistenza delle attività didattiche, alla presenza di attività di stage, allo svolgimento di parte delle attività in altra regione o stato estero; il grado di utilizzo di ICT nella didattica e la presenza di attività specificatamente finalizzate all acquisizione di competenze nell ambito dell ICT. La attività di dottorato hanno generalmente durata triennale e prevedono su base individuale la possibilità di realizzare parte del percorso formativo al di fuori dell ateneo di riferimento. Rispetto all organizzazione della didattica, quasi la metà dei dottorati ha previsto lo svolgimento di parte delle attività fuori dalla regione in cui il corso è stato finanziato (49,1%). In particolare, questa delocalizzazione riguarda lo stage/tirocinio nel 24,2% dei casi, la formazione in aula nel 18,5% ed entrambe le attività nel 6,4%. Rispetto alle aree disciplinari appare evidente come ci sia una sorta di specializzazione tra settori delle scienze umane e sociali e settori tecnico-scientifici: infatti lo svolgimento dello stage/tirocinio al di fuori dell ateneo di dottorato è più diffuso per i dottorati del primo settore; mentre per i dottorati del secondo settore la esternalizzazione ha riguardato, nella stessa misura, lo stage e la formazione in aula. La maggior parte delle attività formative svolte al di fuori della regione sono state realizzate in paesi appartenenti all Unione europea (37,8%). Il 33,8% dei rispondenti ha svolto parte dell intervento in una regione del centro-nord, mentre il 13,4% in altra regione del sud Italia. La rimanente quota è stata coinvolta in paesi extra europei (12,1%) e in altri paesi europei non appartenenti all Unione europea (2,9%). Nel complesso, pertanto, sono state svolte all estero il 53% circa delle attività realizzate al di fuori della regione. Va osservato come la tendenza all internazionalizzazione dei percorsi di dottorato risulti coerente con gli obiettivi del PON Ricerca relativi all importanza di spendere un periodo di studio e/o formazione al di fuori dell ateneo presso cui si svolge il dottorato. Solo nel 23% dei casi è stato realizzato un apposito modulo formativo per l acquisizione di competenze ICT. Nei dottorati in scienze umane e sociali tale percentuale risulta leggermente inferiore. Evidentemente l esigenza di sviluppare i contenuti ICT, anche di tipo avanzato, nei dottorati di tipo più tecnico ha prevalso rispetto all utilità di recuperare competenze di base non presenti nei laureati in aree disciplinari non tecniche. Con riferimento all utilizzo di modalità didattiche di tipo ICT, emerge un ricorso diffuso 28 a strumenti come internet (72,2%), programmi di video scrittura e fogli 28 Le percentuali si riferiscono al numero di partecipanti che alla domanda sul grado di utilizzo dello strumento ICT ha risposto molto o abbastanza. 4 I PERCORSI FORMATIVI 57

60 4.2 Le caratteristiche dell attività formativa elettronici (78,5%), software di progettazione/simulazione/elaborazione dei dati (60,2%). Maggiormente ridotta è l organizzazione delle lezioni mediante audiovisivi (28,6%) o attraverso la video conferenza (13,4%). Si registra, pertanto, una discreta diffusione degli strumenti informatici di base ed avanzati e un limitato utilizzo ai fini didattici degli strumenti informatici più innovativi. Nel complesso solo il 9% circa dei corsi di dottorato ha fatto un uso scarso o nullo di tutti gli strumenti ICT e non ha realizzato un modulo formativo sull argomento. I master e gli altri corsi di formazione post-laurea hanno avuto una durata media di circa 11 mesi, con circa il 70% dei progetti di durata superiore ai 9 mesi. Inoltre, la maggior parte dei corsi ha previsto la realizzazione di uno stage (86% dei corsi master). Per quanto riguarda l organizzazione della didattica nei master, si osserva che meno della metà dei partecipanti ad un master ha svolto una parte delle attività fuori dalla regione in cui il corso è stato finanziato (41,7%). In particolare, questa delocalizzazione riguarda soprattutto lo stage/tirocinio (33%, cui si somma un 3,2% di corsi che hanno realizzato in altra regione sia la formazione in aula che lo stage). Al di fuori della regione le attività formative sono state svolte soprattutto nelle regioni del centro-nord (49,9%) e in paesi dell Unione europea (28,8%). La rimanente quota è stata svolta in strutture presenti nel Mezzogiorno (17,5%) e in paesi extra-europei (3,5%). In questo caso quindi, data la minore durata dell intervento si riduce l incidenza delle attività delocalizzate e nell ambito di queste prevale lo spostamento verso regioni del centro-nord piuttosto che paesi esteri. Anche per i master va notato come la realizzazione in altra area geografica di parte del percorso formativo sia coerente con le indicazioni del PON Ricerca, nel quale si auspicava il ricorso di periodi di specializzazione svolti presso strutture di eccellenza ubicate anche all estero. Con riferimento alle metodologie didattiche di tipo ICT emerge un ricorso diffuso a strumenti come programmi di video scrittura e fogli elettronici (79,1%), internet (65,5%), software di progettazione/simulazione/elaborazione dei dati (58,2%). Elevato è anche il ricorso agli audiovisivi come strumento didattico (43%), mentre ridotto è il ricorso a video conferenze (8,3%). Inoltre le competenze inerenti le tecnologie dell informazione e della comunicazione vengono sviluppate all interno dei corsi (almeno in un modulo formativo) nell 82,9% dei casi. Rispetto a quanto osservato per i dottorati, in riferimento ai master, le tecnologie dell informazione e della comunicazione risultano più frequentemente inserite come argomento di studio e utilizzate come strumento della didattica. Un uso scarso o nullo di tali strumenti e la non trattazione di tale argomento riguarda solo il 3% dei corsi I PERCORSI FORMATIVI

61 4.3 IL GRADIMENTO Ai partecipanti all indagine è stato chiesto di esprimere il proprio grado di soddisfazione rispetto al corso. Il gradimento per il corso è stato indagato anche con specifico riferimento al corpo docente. La soddisfazione per l attività formativa è stata indagata in relazione a diverse variabili: lo stato di occupazione a sei mesi dalla conclusione del percorso formativo, l area disciplinare del corso, l ateneo in cui si è svolto il corso, il conseguimento o meno del titolo, l utilizzo degli strumenti ICT. Si consideri in primo luogo il giudizio espresso dai partecipanti ai dottorati di ricerca. Il tasso di soddisfazione per il corso di dottorato seguito è in genere alto. Nell 86,7% dei casi, gli intervistati hanno dichiarato di essere soddisfatti (molto o abbastanza) del corso di dottorato seguito (graf. 4.1). Il conseguimento o meno del titolo determina giudizi diversi sui corsi. Coloro che lo hanno conseguito si sono dichiarati abbastanza o molto soddisfatti nell 89,1% dei casi, contro il 70,8% di chi non ha conseguito il titolo. L essere occupato o meno a sei mesi dalla fine dell intervento sembra incidere sul grado di soddisfazione espresso dai dottori relativamente al corso. Il tasso di soddisfazione, infatti, è più alto per chi è occupato a sei mesi di due punti percentuali. Inoltre tra gli occupati la percentuale di coloro che si dichiarano molto soddisfatti risulta maggiore di circa 5 punti percentuali. L analisi per area disciplinare non evidenzia differenze rilevanti con riferimento alla soddisfazione per il corso; si segnala, tuttavia, il minor gradimento per i corsi di dottorato in agraria e architettura, in quanto rispettivamente il 22,9% e il 27,1% degli intervistati si è dichiarato per niente o poco soddisfatto del corso seguito, a fronte di una media di circa il 13%. Nel caso dei corsi impartiti nella facoltà di architettura, come si dirà in seguito, ciò sembra legato, in particolare, al corpo docente giudicato spesso inadeguato. Il grado di soddisfazione per il corso è stato indagato anche con riferimento al corpo docente. Sono state prese in considerazione, da un lato, la capacità e il metodo d insegnamento e, dall altro, le competenze e l aggiornamento nelle discipline. La qualità del corpo docente dal punto di vista di capacità e metodo di insegnamento è stata considerata buona nel 57,6% dei casi e soddisfacente nel 33,7%. Solo il restante 8,6% l ha giudicata scarsa. Simile è anche il giudizio in riferimento a competenza e aggiornamento nelle discipline insegnate (buono nel 62,5% dei casi e soddisfacente nel 30,2%). Prendendo in esame l area disciplinare, si rileva una scarsa soddisfazione per i docenti della facoltà di architettura: il 17,9% si è dichiarato non soddisfatto in riferimento a competenza e grado di aggiornamento e il 23,6% per capacità e metodo di insegnamento dei docenti. Analogamente, anche per quanto riguarda l area disciplinare di medicina e veterinaria, si registra un alta percentuale di destinatari non soddisfatti dell insegnamento ricevuto (11,9% rispetto ai contenuti e 14,4% rispetto ai metodi di insegnamento). 4 I PERCORSI FORMATIVI 59

62 4.3 Il gradimento L utilizzo di strumenti e contenuti ICT aumenta il grado di soddisfazione sia con riferimento al corso nel suo complesso, sia con riferimento al corpo docente. Il 51,4% di coloro che si sono avvalsi durante il corso in maniera medio-alta di strumenti ICT o ha seguito un apposito modulo formativo sull argomento ha, infatti, dichiarato di essere molto soddisfatto per il corso seguito, a fronte del 22,9% di chi ne ha fatto un uso scarso o nullo. Inoltre, il 65,5% degli intervistati ha dato una valutazione positiva sul grado di preparazione e aggiornamento dei docenti nel caso di impiego di strumenti ICT, a fronte di un 31,3% di coloro che ne hanno fatto un uso scarso o nullo. Anche ai partecipanti ai master e agli altri corsi post-laurea è stato chiesto di esprimere un giudizio sulla qualità delle attività formative erogate. Gli intervistati si sono dichiarati perlopiù soddisfatti dell attività formativa seguita. Si nota, tuttavia, una differenza di rilievo rispetto ai partecipanti al dottorato (graf. 4.1). Infatti, mentre per i dottorandi è stata mostrata soddisfazione nell 86,7% dei casi, la percentuale per i master non supera il 75% dei casi. Il grado di soddisfazione non presenta significative differenze in base all area disciplinare del corso. Tuttavia, si osserva un giudizio più critico con riferimento ai master di tipo tecnico-scientifico e, in particolare, per quelli in biologia avanzata e in tecnologie dell informazione; ciò appare collegato, in particolare, all insoddisfazione per il corpo docente. A proposito di quest ultimo, è stata data una valutazione buona o comunque soddisfacente in circa il 90% dei casi (sia in riferimento al grado di aggiornamento che alle capacità di insegnamento). Come anticipato, si segnala una soddisfazione minore rispetto alla media da parte di chi ha seguito un corso nell ambito delle biologie avanzate, delle tecnologie dell informazione oltre che in conservazione e valorizzazione dei beni culturali e ambientali. Grafico 4.1 Dottorati e master finanziati dal PON Ricerca. Soddisfazione dei partecipanti relativa all intervento formativo seguito 48,9 25,3 37,8 49,4 18,6 7,2 6,1 6,8 Molto Abbastanza Poco Per niente Dottorato Master Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR 60 4 I PERCORSI FORMATIVI

63 Anche in questo caso, sulla soddisfazione per il corso sembra incidere la condizione occupazionale degli intervistati a sei mesi dalla conclusione del corso, in particolare per quanti si sono definiti molto soddisfatti. Coloro che si sono dichiarati occupati si sono dimostrati, infatti, mediamente più soddisfatti per il corso seguito di circa 5 punti percentuali; il giudizio è più severo nel caso degli intervistati disoccupati o in cerca di prima occupazione e di quelli che sono ancora nella condizione di studenti. Anche il conseguimento o meno del titolo determina giudizi differenti in merito alla soddisfazione per il corso: si è dichiarato molto o abbastanza soddisfatto, infatti, il 76,6% di chi ha conseguito il titolo, mentre chi ha interrotto prima della conclusione del corso lo è stato solo nel 55,8% dei casi. Anche in riferimento al master il trattamento delle tematiche e l utilizzo degli strumenti ICT aumenta la soddisfazione per il corso seguito. Aumenta infatti la percentuale di coloro che risultano molto o abbastanza soddisfatti del corso, pari al 75,2% per coloro che si sono avvalsi durante il corso in maniera medio-alta di strumenti ICT o ha seguito un apposito modulo formativo sull argomento a fronte del 58,9% di chi ne ha fatto un uso scarso o nullo. Per quanto riguarda la valutazione delle competenze del corpo docente la lettura è meno univoca. Infatti, tra i corsi che non trattano adeguatamente le tematiche ICT si osserva una percentuale maggiore di individui molto soddisfatti (+6%), sebbene minore sia la percentuale di coloro che si dichiarano abbastanza soddisfatti (-15%) Il gradimento 29 Si ricorda che i corsi che non trattano le tematiche ICT sono circa il 3% nel caso dei corsi di master. 4 I PERCORSI FORMATIVI 61

64 4.4 GLI ABBANDONI I tassi di abbandono, che esprimono la percentuale di individui che abbandona il corso prima della sua conclusione, risultano pari al 5% circa sia per il dottorato sia per gli altri corsi post-laurea. I corsi di alta formazione si caratterizzano pertanto per un alto tasso di conclusione corrispondente al restante 95%. Nella lettura dei diversi tassi di abbandono occorre considerare le diverse motivazioni che possono determinare l interruzione della partecipazione ai corsi. L esame dei motivi dell interruzione incontra per i dottorati il limite di un alto tasso di mancate risposte, pari al 45%. Per i partecipanti al dottorato, considerando i dati a disposizione, il principale motivo di interruzione del corso è nel 59% dei casi l inserimento lavorativo. La mancanza di prospettive lavorative collegate al corso è stata causa di abbandono nel 11% dei casi. La quota di persone che ha interrotto per problemi famigliari è pari al 15%. Analizzando i motivi delle rinunce e delle interruzioni tra i partecipanti al master si osserva che nel 52% dei casi l interruzione è legata ad un inserimento occupazionale; alta è anche la percentuale delle persone che hanno abbandonato il corso in seguito all inserimento in un altro corso o dottorato (15%), evidentemente preferito e di quelle che non hanno conseguito il titolo perché sono sopraggiunti problemi famigliari (14,3%). Di questa quota oltre il 90% è rappresentato da donne, la cui scelta di non proseguire l attività formativa è probabilmente legata alla difficoltà di conciliare gli impegni famigliari con la partecipazione al corso. Il confronto tra le due tipologie formative mette in luce motivazioni molto simili ad eccezione della maggiore percentuale di interruzioni tra i partecipanti al master attribuibili alla possibilità di intraprendere un altro corso o dottorato. Elevato risulta inoltre il tasso di successo delle due tipologie corsuali, in riferimento alla performance dei partecipanti. Gli iscritti che portano a termine il corso di perfezionamento con il conseguimento del titolo rappresentano infatti l 87% nel caso del dottorato e il 90,6% con riferimento ai master (graf. 4.2), a questi si aggiungono coloro che sono in attesa di sostenere l esame finale (7% nel caso del dottorato 1,7% per il master) e coloro che hanno concluso il corso senza conseguire il relativo titolo. Tra i partecipanti al dottorato il tasso di successo non presenta differenze di rilievo tra i generi, mentre risulta lievemente più alto per le donne tra i partecipanti al master (92,4%) I PERCORSI FORMATIVI

65 92,4 90,6 Grafico 4.2 Dottorati e master finanziati dal PON Ricerca. Tasso di conseguimento del titolo per genere 86,4 87,6 87,0 85,5 Dottorato Master Uomini Donne Totale Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Non si osservano differenze rilevanti nei tassi di conseguimento del titolo neanche analizzando le varie classi di età. Per quanto riguarda i dottorati, i formati in età compresa tra i 25 e i 29 anni hanno conseguito il titolo nell 87,3% dei casi, ma anche nella classe superiore, anni, la percentuale è alta e pari all 86,6%. Una percentuale minore si registra solo con riferimento alla popolazione over 40 il cui tasso di successo è pari al 77,2%. In riferimento ai master si rileva minore tasso di successo nella classe di età anni, in cui il 92,7% degli iscritti ha portato a termine l attività con il conseguimento del titolo. I tassi di conseguimento del titolo analizzati in base all area disciplinare evidenziano maggiori criticità nei percorsi di dottorato nell ambito di scienze politiche, economia e statistica. Le performance migliori si registrano da parte di chi ha partecipato ad un corso afferente a farmacia, scienze matematiche fisiche e naturali, medicina e chirurgia. 4 I PERCORSI FORMATIVI 63

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67 capitolo 5 GLI ESITI OCCUPAZIONALI 5.1 LA CONDIZIONE OCCUPAZIONALE A SEI MESI: GLI ESITI DEI DOTTORATI Ai partecipanti ai corsi di dottorato intervistati è stato chiesto di fornire informazioni sulla condizione occupazionale e l attività lavorativa svolta a sei mesi dalla conclusione dell intervento formativo. A sei mesi dalla conclusione del dottorato, il tasso di occupazione dei formati risulta pari al 67,1% sul totale degli intervistati. Il 13,1% si dichiara ancora alla ricerca di prima occupazione, mentre il 7,7% degli intervistati si colloca tra gli studenti. Infine, il tasso di disoccupazione si attesta sul 6,9% (graf. 5.1). 73,4 67,1 61,5 8,1 5,7 6,9 16,8 13,1 9,0 4,0 1,8 2,8 7,5 8,0 7,7 3,0 0,5 1,8 0,0 0,8 0,4 Grafico 5.1 Dottorati finanziati dal PON Ricerca. Condizione occupazionale dei partecipanti a sei mesi dalla conclusione dell intervento formativo, per genere Occupato (tirocinante retribuito, atipico, ecc.) Disoccupato alla ricerca di nuova occupazione In cerca di prima occupazione Doveva iniziare un attività in futuro Studente Tirocinante non retribuito Altro inattivo (casalinga, inabile al lavoro) Uomini Donne Totale Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR 5 GLI ESITI OCCUPAZIONALI 65

68 5.1 La condizione occupazionale a sei mesi: gli esiti dei dottorati In prima battuta, l elevata percentuale di dottori di ricerca occupati, ad un lasso di tempo tutto sommato breve dalla conclusione delle attività, sembra evidenziare l esistenza di un valore aggiunto dell alta formazione rispetto al percorso accademico della laurea, almeno in termini di esiti occupazionali: infatti dai dati disponibili riferiti all area del Mezzogiorno 30, nel 2004 la quota di laureati occupati ad una anno dal conseguimento del titolo è stata pari al 41,1%. Sembra dunque che al crescere della dotazione di competenze e skills tenda a ridursi in maniera significativa il mismatch tra l offerta e la domanda di lavoro altamente qualificato. Va tuttavia tenuto presente che si tratta di una popolazione più adulta rispetto a quella dei laureati (il dottorato dura mediamente tre anni), circostanza che influisce sulla partecipazione al mercato del lavoro anche a prescindere dal livello di istruzione. L analisi di genere mette in luce esiti decisamente migliori per gli uomini (73,4%) rispetto a quelli delle donne (61,5%), con una differenza di circa 12 punti percentuali. Tale differenziale trova riscontro in riferimento all intero territorio nazionale nel dato AlmaLaurea, che registra per il collettivo dei laureati del 2004 una performance migliore degli uomini di 8 punti percentuali. Il differenziale di genere nell accesso al mercato del lavoro anche per i profili più elevati, trova conferma nell elevata percentuale di donne che a sei mesi dal termine dell attività formativa risulta ancora in cerca di prima occupazione, pari al 16,8% rispetto al 9% degli uomini. Il dettaglio regionale segnala alcune situazioni di criticità, da leggere anche alla luce della diversa dinamicità dei mercati del lavoro locali: rispetto al dato medio, tassi di occupazione più elevati si registrano in Sardegna (73,3%), in Calabria (68%) e in Campania (67,5%). In Puglia e in Basilicata la quota di occupati è inferiore al dato medio e, conseguentemente, aumenta quella dei dottori di ricerca in cerca di prima occupazione (rispettivamente 34,2% e 14,0%). I differenziali di genere in favore degli uomini sono presenti in tutti i contesti regionali seppure in misura diversa: la Campania è la regione in cui il divario di genere in termini di occupazione risulta più marcato con una differenza di circa 17 punti percentuali 31. In Sicilia e Puglia invece tale differenza risulta inferiore alla media, collocandosi al di sotto dei 10 punti percentuali. I tassi di occupazione presentano valori diversi se si considerano i settori disciplinari cui i dottorati fanno riferimento 32 : i tassi di occupazione di coloro che 30 AlmaLaurea, Rapporto sulla condizione occupazionale dei laureati. Pre e post riforma. VIII indagine, Il dato analogo relativo alla Basilicata non viene commentato in quanto statisticamente non significativo. 32 Tassi di occupazione diversi si rilevano anche con riferimento ai singoli atenei, anche se i dati a disposizione non consentono di trarre conclusioni robuste in merito ad una diversità di performance tra le università. Alcuni studi hanno tentato di analizzare quale sia la relazione tra performance occupazionale dei laureati e la qualità degli atenei La qualità degli atenei è stata misurata da indicatori di performance quali i risultati della ricerca, la partecipazione degli studenti, i risultati degli studenti e l internazionalizzazione. Le principali evidenze mostrano come il maggiore o minore grado di orientamento alla ricerca degli atenei possa determinare performance sul mercato del lavoro migliori o peggiori per i laureati (Di Pietro G., Cutillo A., University Quality and Labour Market Outcomes in Italy, in Labour 20(1), 2006) GLI ESITI OCCUPAZIONALI

69 hanno seguito un corso appartenente al settore tecnico-scientifico (MST) risultano maggiori rispetto a quelli dei colleghi nei restanti settori (69,7% rispetto a 64,9%) (graf. 5.2). Si tratta di un risultato in parte atteso, che testimonia come l obiettivo a sostegno della strategia di Lisbona di rafforzare l offerta di esperti in materie tecnico-scientifiche trovi supporto dal lato della domanda nel differenziale dei fabbisogni espressi dal territorio. 5.1 La condizione occupazionale a sei mesi: gli esiti dei dottorati 69,7 64,9 Occupato (tirocinante retribuito, atipico, ecc.) 8,2 5,8 Disoccupato alla ricerca di nuova occupazione 14,3 11,6 In cerca di prima occupazione 10,0 3,8 5,1 2,1 Doveva iniziare un attività in futuro Studente 1,6 2,0 0,0 0,8 Tirocinante non retribuito Altro inattivo (casalinga, inabile al lavoro) Grafico 5.2 Dottorati finanziati dal PON Ricerca. Condizione occupazionale dei destinatari a sei mesi dalla conclusione dell intervento formativo, per macro-settore disciplinare (settore MST e settore non scientifico) Settore MST Altri settori Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Inoltre, i dottorati afferenti al secondo settore presentano percentuali più elevate di coloro che risultano ancora in cerca di prima occupazione (14,3% rispetto a 11,6%) o che si dichiarano studenti (10,2% rispetto a 5,1%), mentre nel primo settore il tasso di disoccupazione 33 è più consistente (l 8,2% rispetto a 5,8%). Sembra dunque che i dottori di ricerca in discipline tecnico-scientifiche abbiano comunque più chance occupazionali dei loro colleghi e che siano più attivi e mobili sul mercato del lavoro; al contrario la transizione istruzione-lavoro è più lenta per chi ha conseguito un dottorato in scienze umane e sociali o, come già evidenziato, è rimandata a favore di un ulteriore investimento in formazione. I tassi di inserimento per macro-settore disciplinale sono stati costruiti anche rispetto alla suddivisone tra scienze umane e sociali da una parte e area scientifica dall altra utilizzata in AlmaLaurea (2004), al fine di rendere i risultati compa- 33 In questo caso si fa riferimento ai disoccupati in senso stretto, a coloro cioè che si dichiarano in cerca di nuova occupazione. 5 GLI ESITI OCCUPAZIONALI 67

70 5.1 La condizione occupazionale a sei mesi: gli esiti dei dottorati rabili. La differenza tra le due classificazioni riguarda il trattamento delle scienze mediche, veterinarie e agrarie, che rientrano nell area scientifica (AlmaLaurea) ma non nel settore MST e al contrario le scienze statistiche che non rientrano nella prima ma rientrano nel secondo. In questo caso lo scarto si riduce (67,5% rispetto al 65,8%). Il divario appare decisamente poco rilevante se lo si confronta con quello osservato per i due gruppi con riferimento ai laureati: secondo le rilevazioni condotte da AlmaLaurea (2004) ad un anno dalla laurea i tassi di occupazione dei laureati in discipline tecnico-scientifiche risultano infatti maggiori di 10 punti percentuali rispetto al settore delle scienze umane e sociali. Con riferimento alle singole aree disciplinari del settore tecnico-scientifico, l area dell architettura e quella di ingegneria presentano tassi di occupazione molto superiori al valore medio (rispettivamente 80,2 e 73,4%). Va rilevato, inoltre, come in questi stessi settori le differenze di genere presentano segno opposto, a favore delle donne per quanto riguarda architettura e degli uomini per ingegneria. Meno brillanti appaiono invece gli esiti per i partecipanti ad un dottorato in scienze matematiche, fisiche e naturali, per i quali i tassi di occupazione si attestano sul 66,6% e i tassi di chi è ancora in cerca di prima occupazione raggiungono il 14,5%. Tra i dottorati delle discipline non scientifiche, l area giuridica e quella medico-chirurgica mostrano ottime performance in termini occupazionali (rispettivamente 73,4% e 73,0%); economia e statistica hanno invece tassi di occupazione estremamente bassi (59%) e una consistente quota di dottori che si collocano tra gli studenti (20%). Decisamente critico è l inserimento occupazionale dei dottori in agraria (57,5%) e medicina veterinaria (37,6%) GLI ESITI OCCUPAZIONALI

71 5.2 LA CONDIZIONE OCCUPAZIONALE A SEI MESI: GLI ESITI DEI MASTER L analisi dei dati sull inserimento occupazionale dei partecipanti ai corsi di master mette in luce due aspetti: da un lato, la difficoltà di trovare lavoro anche da parte di chi ha seguito un corso di specializzazione successivo alla laurea e, dall altro, maggiori criticità nell accesso al mercato del lavoro per le donne e in particolare per quelle in possesso di lauree deboli. A sei mesi dalla chiusura dell intervento formativo, infatti, meno della metà dei formati è occupato (43,3%). Tale percentuale supera solo di due punti quella osservata nell indagine AlmaLaurea 34 che ha preso in considerazione gli esiti occupazionali dei laureati ad un anno dal conseguimento del titolo. Sebbene i due dati non siano direttamente confrontabili a causa della diversa durata della ricerca di lavoro e della diversa età media dei due gruppi, non sembra emergere un consistente valore aggiunto in termini occupazionali di un percorso formativo più lungo. Rispetto alla condizione di inoccupazione si rileva che il 32,3% degli intervistati è in cerca di prima occupazione. I disoccupati costituiscono una quota pari al 9,3%, mentre il 9,7% degli intervistati si colloca tra gli studenti (graf. 5.3). Questo ultimo dato è piuttosto alto, trattandosi in oltre i due terzi dei casi di individui che hanno portato a termine il corso seguito. Ciò evidenzia come il conseguimento del master in molti casi non rappresenti l approdo finale di un percorso formativo ma un punto di passaggio rispetto a ulteriori corsi di perfezionamento. Il master in vari casi può, infatti, essere di ausilio, in termini di preparazione, per una successiva partecipazione al dottorato. In particolare, la quota di studenti più elevata si osserva nel caso di laureati che hanno seguito percorsi formativi finalizzati al futuro inserimento in strutture pubbliche o private o a capitale misto operanti nel settore della ricerca industriale e/o in imprese per lo sviluppo di progetti di ricerca e sviluppo (misura III.1/A del PON Ricerca). I corsi formativi post-laurea organizzati da enti non universitari hanno registrato migliori esiti in termini occupazionali rispetto a quelli in cui l ente attuatore è universitario, con uno scarto di circa il 6%. Di contro, tuttavia, le università fanno registrare una percentuale doppia di individui il cui esito è la continuazione degli studi (16,5% a fronte dell 8,1%), ad indicare come in ambito universitario il master rappresenti in misura maggiore un passaggio intermedio verso il conseguimento del dottorato di ricerca. 34 Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea (a cura di), Lavorare dopo la laurea. Caratteristiche e percorsi occupazionali, Il Mulino, Bologna, GLI ESITI OCCUPAZIONALI 69

72 Grafico 5.3 Master finanziati dal PON Ricerca. Condizione occupazionale dei destinatari a sei mesi dalla chiusura dell intervento formativo 52,2 43, ,2 9,3 3,9 32,9 31,1 32,3 2,0 0,6 1,0 10,2 8,3 9,7 4,4 2,5 3,9 0,0 0,6 0,5 Occupato (tirocinante retribuito, atipico, ecc.) Disoccupato alla ricerca di nuova occupazione In cerca di prima occupazione Doveva iniziare un attività in futuro Studente Tirocinante non retribuito Altro inattivo Uomini Donne Totale Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Inoltre, il corso di specializzazione successivo alla laurea non sembra essere riuscito nell intento di valorizzare il profilo professionale delle donne, e in particolar modo di quelle con lauree deboli (azione III.6/D). La scomposizione del dato in base al genere evidenzia, infatti, un tasso di occupazione degli uomini superiore di circa 12 punti percentuali rispetto a quello delle donne. Tale dato è analogo a quello registrato con riferimento al dottorato. I dati di genere, tuttavia, vanno letti alla luce dei diversi obiettivi programmatori delle misure del PON Ricerca nel cui ambito sono stati finanziati i progetti e, in particolar modo, del diverso obiettivo che guida i progetti rivolti prevalentemente al segmento femminile. Infatti, se consideriamo le due tipologie di azione quantitativamente più rilevanti 35 emergono tassi di inserimento occupazionale molto differenziati. Da una parte l azione III.6/D, rivolta alle donne in possesso di lauree deboli, presenta un tasso di inserimento occupazionale del 37,3%, dall altra l azione III.4/A, rivolta a sostenere corsi di master 36 qualificanti nel settore della ricerca industriale o del terziario avanzato, presenta un tasso del 47,1%. Incrociando il dato sulla condizione occupazionale a sei mesi con quello dell area disciplinare si osserva un più facile inserimento lavorativo per chi ha seguito un corso di tipo tecnico-scientifico, mentre maggiori criticità nella transizione al 35 Viene qui esclusa l azione riguardante i dottorati di ricerca. 36 In questo caso si intende fare riferimento ai corsi di master propriamente detti e non anche agli altri corsi di specializzazione post-laurea GLI ESITI OCCUPAZIONALI

73 lavoro si sono registrate con riferimento ai restanti corsi di perfezionamento. Lo scarto è, tuttavia, di pochi punti percentuali (44,5% rispetto al 41,5%) e riguarda prevalentemente il segmento femminile. La percentuale di uomini occupati, infatti, non cambia in maniera rilevante in base all area disciplinare del corso, mentre un divario maggiore si registra nel caso delle donne, con una differenza di circa 3 punti percentuali (41,4% occupate nell area tecnico scientifica contro il 38,4% di occupate nell ambito delle scienze umanistiche e sociali). Nuovamente tale dato va letto alla luce del peso che nell ambito del settore non scientifico rivestono i progetti rivolti alle lauree deboli. Con riferimento alle singole aree disciplinari, chi ha seguito un corso nell ambito delle nuove tecnologie per le attività produttive o nel settore dei trasporti è occupato rispettivamente nel 61,8% e nel 54,1% dei casi, a fronte del 38,5% di chi ha seguito un master in beni culturali e del 41,6% di chi si è specializzato nel settore ambientale. Nell analisi di questi dati bisogna considerare che le dinamiche di transizione al mercato del lavoro sono caratterizzate da vari fattori che possono incidere in modo diverso per ambiti disciplinari sulle modalità di accesso all impiego, quali, ad esempio, l iscrizione ad albi professionali o le procedure concorsuali. L analisi di genere evidenzia delle differenziazioni negli esiti in base agli ambiti disciplinari. Gli uomini che hanno partecipato ad un corso classificato nella voce Altro dove sono inclusi numerosi progetti relativi alla gestione e amministrazione, nel 65,7% dei casi hanno, infatti, trovato un lavoro a fronte del 39,6% delle donne. Nell ambito delle tecnologie dell informazione sono occupati rispettivamente il 70,7% degli uomini e il 40,4% delle donne, mentre con riferimento all area delle biologie avanzate è risultato occupato il 38,0% degli uomini a fronte del 24,1% delle donne. Esaminando l area della conservazione dei beni culturali e ambientali, si osservano risultati ribaltati tra i due generi, sebbene molto simili 37. La percentuale di occupati tra gli uomini è del 34,3% contro il 35,1% delle donne. 5.2 La condizione occupazionale a sei mesi: gli esiti dei master 37 Anche l area dei beni culturali vede migliori risultati del segmento femminile, ma il ridotto numero di studenti maschi coinvolti non garantisce la significatività statistica del dato. 5 GLI ESITI OCCUPAZIONALI 71

74 5.3 LE CARATTERISTICHE DEL LAVORO TROVATO: GLI ESITI DEI DOTTORATI Agli occupati è stato chiesto di indicare presso quale tipo di ente, organismo o azienda lavorassero. La domanda è stata posta anche ai lavoratori parasubordinati (collaborazioni coordinate e continuative, prestatori d opera occasionale, lavoratori a progetto, etc.) nella ipotesi che anche per costoro ci fosse un datore di lavoro di riferimento, circostanza che è risultata confermata dai dati. Dall analisi dei principali canali di sbocco emerge come la maggior parte dei dottori ha trovato un occupazione presso le università/consorzi universitari o interuniversitari (43%) (graf. 5.4). A questi si aggiunge uno 0,8% di occupati in policlinici o cliniche universitarie. Un altra quota rilevante svolge un lavoro nel settore privato: il 15,7% svolge un lavoro autonomo, il 13,6% è inserito in aziende private. Anche i settori della ricerca e dell istruzione assorbono una percentuale elevata di occupati: il 7,4% lavora in istituti scolastici o centri di formazione e il 6,8% è impiegato in enti/istituti di ricerca pubblici e privati 38. Infine, si segnala un 6% di occupati presso ospedali o aziende sanitarie locali e un 4,2% nella pubblica amministrazione. Riguardo l elevata percentuale di individui che si dichiarano lavoratori autonomi va rilevato che all 89% si tratta di liberi professionisti, mentre gli imprenditori e i lavoratori in proprio non superano complessivamente il 6%. 38 La percentuale include anche un 0,1% di occupati nei centri servizi di innovazione e trasferimento tecnologico GLI ESITI OCCUPAZIONALI

75 Università, consorzio universitario Istituto scolastico o centro di formazione Ente di ricerca 5,2 9,7 7,4 7,7 5,8 6,8 37,6 43,0 48,9 Grafico 5.4 Dottorati finanziati dal PON Ricerca. Organismo/ente/ azienda di sbocco dei destinatari, per genere Policlinico o clinica universitaria 1,0 0,7 0,8 Ospedale, azienda sanitaria o altro ist. pubbl. sanitario Pubblica amministrazione, difesa, assicurazione sociale obbligatoria Azienda pubblica 6,0 6,0 6,0 4,6 3,8 4,2 2,3 0,9 1,6 Azienda privata 14,8 12,4 13,6 Lavoro autonomo 10,9 15,7 20,1 Altro 0,7 0,9 0,8 Uomini Donne Totale Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Rispetto alla variabile di genere appare interessante evidenziare come l università risulti in misura maggiore lo sbocco lavorativo delle donne (49% rispetto al 38% degli occupati maschi), mentre nel comparto ricerca diverso dall università si registra una presenza relativamente maggiore di uomini. La scuola e la formazione rimangono appannaggio delle donne (9,7% rispetto al 5,2%), mentre gli uomini sono in maggioranza nelle aziende private (14,8% rispetto a 12,4). Lievi differenze si osservano nel settore della sanità. La quasi totalità dei formati risulta svolgere lavori appartenenti al gruppo professionale dei professionisti e intellettuali ad elevata specializzazione (92,8%); il 5,5% si colloca tra le professioni intermedie, mentre i restanti livelli professionali hanno un peso trascurabile (graf. 5.5). Appare interessante notare come le donne risultino sovra rappresentate nelle professioni intermedie, mentre il contrario avviene per le professioni ad elevata specializzazione. 5 GLI ESITI OCCUPAZIONALI 73

76 Grafico 5.5 Dottorati finanziati dal PON Ricerca. Sbocco occupazionale per gruppo professionale e per genere 94,0 91,6 92,8 4,6 6,6 5,5 0,2 1,6 0,9 1,2 0,2 0,7 Professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione Professioni intermedie Impiegati Altre professioni Uomini Donne Totale Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR I dati sui gruppi professionali testimoniano l inserimento dei dottori in professioni che richiedono almeno la laurea specialistica. La classificazione per grandi gruppi adottata distingue infatti le professioni secondo una struttura gerarchica che fa riferimento implicitamente all istruzione formale necessaria allo svolgimento delle relative funzioni e consente quindi di evidenziare eventuali fenomeni di overeducation (cfr. par ). La scarsa presenza di fenomeni di overeducation è confermata anche dal giudizio che i formati danno sull adeguatezza del titolo di studio rispetto alle mansioni svolte: nel 78,2% dei casi esso appare adeguato 39. Rispetto alle aree disciplinari del dottorato, a parte l ovvio legame tra discipline mediche e inserimento in ospedali o policlinici, va rilevato, da una parte, come i dottori in scienze umane e sociali siano più frequentemente inseriti nelle scuole e nella formazione e, dall altra, come l impiego in imprese private e in ambito universitario rivesta un peso maggiore per i dottori di ricerca in discipline tecnico-scientifiche. Il dato più significativo è quello relativo al settore privato: nelle aziende private la percentuale di dottori di ricerca in discipline tecnico-scientifiche è quasi doppia rispetto a quella riscontrata per le scienze umane e sociali. Anche nel settore della ricerca diverso dalle università i dottori in discipline tecnico-scientifiche risultano maggiormente rappresentati. 39 Cfr. più oltre paragrafo 7.1 sul giudizio dei partecipanti rispetto alla utilità ed adeguatezza del percorso formativo rispetto al lavoro trovato GLI ESITI OCCUPAZIONALI

77 Complessivamente il peso del settore pubblico risulta dominante, considerando sia il sistema della ricerca e dell istruzione pubblica, sia la pubblica amministrazione e la sanità: da una parte lo sbocco occupazionale nelle università conferma il ruolo del dottorato come via d accesso alla carriera accademica e all attività di ricerca, dall altra la scarsa presenza di inserimenti lavorativi in imprese private può essere sintomo di una bassa domanda di lavoro qualificato da parte del settore produttivo o di un mismatch tra domanda e offerta. D altra parte, secondo i dati Excelsior 40 più recenti, le assunzioni previste dalle imprese del Mezzogiorno per il 2005 riguardano solo per il 5,4% personale altamente qualificato. La rilevanza del settore pubblico viene confermata dall analisi dei settori di attività economica in cui risultano impiegati i dottori di ricerca. I partecipanti al dottorato risultano infatti prevalentemente impiegati in settori in cui prevale o è presente in modo esclusivo l operatore pubblico, quali i settori dell istruzione (51%), della sanità e assistenza sociale (10,5%), della pubblica amministrazione (4,8%) e degli altri servizi pubblici sociali e personali (9,7%). L industria in senso stretto riguarda solo il 6,8% degli occupati 41. Limitatamente agli occupati in questo settore è stata applicata la tassonomia Pavitt che classifica le imprese del settore manifatturiero sulla base delle fonti e della natura delle opportunità tecnologiche e delle innovazioni, dell intensità della ricerca e sviluppo e della tipologia dei flussi di conoscenza 42. Sulla base dei criteri sopra accennati, è possibile individuare quattro grandi raggruppamenti settoriali: dominati dai fornitori, fornitori specializzati, ad intensità di scala, basati sulla scienza. Come mostra la tabella seguente (tab. 5.1) la maggior parte degli occupati nel settore manifatturiero ha trovato lavoro in settori merceologici caratterizzati dall alta densità di scala (61,2%) o dall alto livello tecnologico (26,9%). Entrambi i settori, secondo lo studio realizzato da Pavitt, si caratterizzano per avere come principale fonte interna di innovazione le attività di ricerca e sviluppo Le caratteristiche del lavoro trovato: gli esiti dei dottorati 40 Excelsior è il sistema informativo dell Unioncamere che indaga i fabbisogni professionali che le imprese esprimono al mercato del lavoro. 41 Per industria in senso stretto si intende il settore manifatturiero comprensivo dell estrazione di minerali e dalla produzione e distribuzione di energia elettrica, gas ed acqua. 42 Tale classificazione prende il nome dall economista inglese, Keith Pavitt, che la propose in un articolo apparso su Research Policy nel 1984, nel quale la tassonomia veniva ricavata dall analisi di circa 2000 innovazioni introdotte da imprese del Regno Unito tra il 1945 e il Secondo Pavitt ciascun raggruppamento risulta caratterizzato da regolarità interne riguardo i seguenti aspetti: le fonti potenziali dell innovazione; la tipologia delle innovazioni; il loro grado di appropriabilità; l altezza delle barriere all entrata; la grandezza media delle imprese. Mentre i settori dominati dai fornitori e fornitori specializzati si caratterizzano per avere come fonte potenziale di innovazione l apprendimento interno, i settori ad intensità di scala e basati sulla scienza hanno come principale fonte interna di innovazione le attività di ricerca e sviluppo. 5 GLI ESITI OCCUPAZIONALI 75

78 Tabella 5.1 Dottorati finanziati dal PON Ricerca. Partecipanti occupati nel settore manifatturiero, valori percentuali Settore manifatturiero Occupati con dottorato di ricerca Settori tradizionali 7,2 Ad intensità di scala 61,2 Settori di specializzazione 4,8 Ad alta tecnologia 26,9 Totale 100,0 Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Per quanto riguarda il settore privato, nella maggior parte dei casi l inserimento lavorativo è avvenuto in aziende con meno di 250 addetti. Le piccole e medie imprese assorbono infatti il 62,5% degli occupati nelle imprese private (graf. 5.6) 44. Questo dato va letto con una certa cautela a causa dell elevato tasso di non risposta a questa domanda (24%), è presumibile infatti che la difficoltà a definire il numero di addetti della azienda in cui si lavora riguardi prevalentemente gli occupati nelle imprese di dimensione maggiore, portando ad una sottostima del loro peso. Grafico 5.6 Dottorati finanziati dal PON Ricerca. Dimensione azienda privata di sbocco Grandi imprese 37,5 Dottorato PMI 62,5 PMI Grandi imprese Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR 44 Nella definizione di PMI in questo caso si fa esclusivamente riferimento al numero di addetti non essendo disponibili le informazioni sul fatturato e il bilancio di impresa GLI ESITI OCCUPAZIONALI

79 A maggior ragione il dato sulla proporzione di dipendenti di imprese di grande dimensione risulta significativo: infatti il tessuto produttivo del Mezzogiorno è caratterizzato per la quasi totalità da imprese di piccole e medie dimensioni 45, appare dunque interessante notare come le grandi aziende del Sud abbiano assorbito poco meno del 40% dei dottori di ricerca impiegati nel settore privato. Dal dettaglio sul settore merceologico emerge che si tratta delle grandi aziende chimiche e metallurgiche del Mezzogiorno 46. In generale, il lavoro trovato dai dottori di ricerca non necessariamente coincide con un attività di sostegno all innovazione e all adeguamento tecnologico delle imprese private del Mezzogiorno, che abbiamo visto assorbire il 13,6% degli occupati. In tal senso, non sembra che gli obiettivi del PON Ricerca relativi all esigenza di crescita e di innovazione tecnologica delle imprese meridionali siano stati raggiunti. Tuttavia, va osservato come la transizione verso sbocchi lavorativi diversi dall università non sia affatto scontata: anche a livello europeo il dottorato rappresenta tradizionalmente un primo passo verso l inserimento nell attività di ricerca e nella didattica universitaria 47, prerogative essenziali degli atenei. Tra gli elementi che vengono associati ad una scarsa spendibilità del titolo di dottore di ricerca nel mercato del lavoro, vi è da una parte l eccessiva specializzazione e dall altra la scarsa professionalizzazione della formazione offerta. Rimane, inoltre, irrisolto il problema di uno scarso networking tra università e imprese che impedisce la messa a punto di percorsi più aderenti alle necessità delle imprese e che rende difficile l incontro tra domanda e offerta 48. Questo ultimo aspetto si collega anche al tema più ampio del rapporto che intercorre tra università e imprese nonché ad un dibattito in corso circa lo sviluppo di una terza missione (oltre alla ricerca e alla didattica) delle università, ossia di un loro maggiore e diretto contributo allo sviluppo economico mediante un raccordo più stretto con il mondo produttivo Le caratteristiche del lavoro trovato: gli esiti dei dottorati 45 Il 99% delle imprese attive nel Mezzogiorno nel periodo (elaborazioni ISFOL-Struttura nazionale di valutazione FSE su archivi ASIA-Unioncamere-Infocamere). 46 Ricordiamo che nel Mezzogiorno sono collocati alcuni poli di grandi imprese come quello dell industria ad alta tecnologica del polo aeronautico campano, quello microelettronico di Catania (Alenia, STMicroeletronics) e quello della Fiat di Melfi, o l industria leggera dell arredamento di Matera (Natuzzi). 47 Cfr. UNESCO-CEPES, Atti del seminario Doctoral Degrees and Qualifications in the Contexts of the European Higher Education Area and the European Research and Innovation Area, Nel Piano Nazionale della Ricerca sono state definite alcune priorità in relazione alla formazione dottorale e post-dottorato. Tra le altre figurano: modalità per incentivare, ove esistano le opportune condizioni, la partecipazione delle imprese alla formazione del dottorando; concentrare parte delle risorse in corsi di dottorato in settori strategici a maggiore e più promettente sviluppo scientifico e tecnologico, incrementare il numero di corsi svolti in partenariato con università e enti di ricerca italiani e stranieri. 49 Montefalcone M., Università e impresa in Conoscenza e innovazione, Rivista elettronica del CERFE sulla responsabilità tecnologica, Marzo Di recente in un comunicato stampa congiunto CRUI- ADI e Giovani imprenditori si è rilanciato il ruolo del dottorato come anello di congiunzione tra il mondo della ricerca e quello produttivo (gennaio 2006). 5 GLI ESITI OCCUPAZIONALI 77

80 5.4 LE CARATTERISTICHE DEL LAVORO TROVATO: GLI ESITI DEI MASTER Tra i partecipanti ai master risulta molto diffuso l inserimento occupazionale nel settore privato. Coloro che hanno scelto di avviare un attività autonoma rappresentano il 13,4% degli occupati, cui si aggiunge un 50% circa di occupati in aziende private, perlopiù di piccola o media dimensione. Le PMI, infatti, rappresentano il 72,6% delle imprese di sbocco. Questo dato sembra in linea con quanto auspicato nel PON Ricerca. Infatti, uno degli obiettivi del MIUR è quello di favorire l inserimento di figure altamente specializzate e qualificate in particolare nelle PMI, al fine di rispondere alle esigenze di riposizionamento strategico delle stesse e accrescerne la competitività nel tessuto produttivo locale. Gli istituti scolastici e i centri di formazione costituiscono l 8,4% degli organismi/enti di sbocco. Il comparto della ricerca è poco presente: le università sono rappresentate solo per il 5,2% e una percentuale poco maggiore si rileva considerando insieme gli enti di ricerca pubblici e privati e i centri servizi innovazione e trasferimenti tecnologici (graf. 5.7). Trascurabile è anche la percentuale di occupati in policlinici e in ospedali e aziende sanitarie GLI ESITI OCCUPAZIONALI

81 Università, consorzio università o interuniversitario Istituto scolastico o centro di formazione Ente di ricerca e servizi innovazione 6,9 4,4 5,2 3,4 10,7 8,4 3,6 7,9 6,6 Grafico 5.7 Master finanziati dal PON Ricerca. Tipo di azienda/ organismo/ente di sbocco Policlinico o clinica universitaria Ospedale, azienda sanitaria o altro ist. pubbl. sanitario Pubblica amministrazione, difesa, assicurazione sociale obbligatoria Azienda pubblica 0,0 0,3 0,2 0,5 1,1 0,9 3,3 4,5 3,6 3,9 9,1 7,2 Azienda privata 42,5 49,5 64,7 Lavoro autonomo 10,7 14,6 13,4 Non-profit e altro 2,4 5,8 4,7 Uomini Donne Totale Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Infine vi è una quota non trascurabile di occupati nel comparto pubblico: il 7,2% presso la pubblica amministrazione e il 3,9% in un azienda pubblica. Si evidenzia come le donne siano più rappresentate negli istituti scolastici/centri di formazione (10,7% rispetto al 3,4% degli uomini), ambito tradizionalmente scelto dalle donne, ma anche negli enti di ricerca pubblici e privati, mentre la percentuale degli uomini è nettamente più consistente nelle aziende private (64,7% rispetto al 42,5% delle donne). Con riferimento a queste ultime, la variabile riguardante la struttura societaria evidenzia una prevalenza di occupati in aziende italiane, la cui percentuale, considerando anche le aziende appartenenti ad un gruppo italiano e le multinazionali italiane, è pari all 86,3%; il 13,2%, invece, è assorbito da aziende, gruppi o multinazionali estere. Residuale la categoria di chi non conosce la struttura societaria dell azienda in cui è inserito. Si noti che nel complesso le multinazionali italiane o estere pesano per il 15% circa. 5 GLI ESITI OCCUPAZIONALI 79

82 5.4 Le caratteristiche del lavoro trovato: gli esiti dei master Per quanto riguarda il settore di attività economica, circa il 78% degli intervistati è occupato nel settore dei servizi. Il settore industriale in senso stretto assorbe poco più del 10%, cui va aggiunto un 8% circa del settore delle costruzioni. Si tratta in entrambi i casi di percentuali molto maggiori di quelle osservate per i dottorati di ricerca. La quota residuale è occupata nel settore agricolo. Rispetto a quanto osservato per i dottorati, nel complesso rivestono un ruolo relativamente minore i settori in cui l operatore pubblico risulta prevalente. Si osserva infatti un 14% di occupati nell istruzione, un 2% nella sanità e assistenza sociale. Relativamente maggiore, tuttavia è la percentuale di occupati nella pubblica amministrazione (8,3%) e nei servizi pubblici sociali e personali (21%) 50. Rispetto ai partecipanti al dottorato va anche rilevato un peso minore del settore della ricerca e sviluppo e al contrario un peso maggiore di attività commerciali e dei servizi alle imprese. Riguardo al settore industriale in senso stretto, si osserva, come per i dottorati, un peso rilevante dei settori merceologici che secondo la tassonomia Pavitt si definiscono ad intensità di scala (56%), maggiore è invece la rilevanza dei settori tradizionali in cui l innovazione tecnologica gioca un ruolo secondario (24%). Prendendo in esame il settore scientifico e tecnologico di chi lavora nelle università, in centri di servizi di innovazione e trasferimento tecnologico, in enti/istituti di ricerca pubblici e privati, in organismi non-profit e internazionali, si riscontra la prevalenza di strutture appartenenti al settore agrario (12,9%) e all area dell ingegneria e informatica (12,1%), seguite da quelle relative alle scienze sociali (11,5%), alle scienze naturali, matematiche e fisiche (10,7) e al settore economico-statistico (9,3%). Il 67,7% degli occupati ha trovato un lavoro appartenente alla categoria delle professioni intellettuali di elevata specializzazione, segue un 15,9% appartenente alle professioni intermedie. Sono, in particolare, coloro che hanno partecipato a corsi di specializzazione organizzati da enti universitari che lavorano, a sei mesi dalla chiusura del corso formativo, con un inquadramento elevato. Si registra, infatti, una differenza di circa 4 punti percentuali rispetto ai laureati che si sono specializzati con un corso organizzato da un ente non universitario. Le professioni esecutive di amministrazione e gestione e le professioni di vendita e servizi alle famiglie assorbono, invece, il 15%. Vi è inoltre un 1% di occupati al livello più alto della gerarchia rappresentato da legislatori, dirigenti e imprenditori. Residuali sono le altre categorie. L inquadramento professionale presenta forti differenze di genere. Si registra, da un lato, una netta prevalenza degli uomini nelle qualifiche più elevate e, dall altro, un incidenza maggiore dell aggregato donne nelle professioni impiegatizie e nelle vendite e servizi alle famiglie (graf. 5.8). 50 Nell ambito di questo settore vengono svolte prevalentemente attività di smaltimento dei rifiuti solidi, delle acque di scarico e simili; attività associative, ricreative, culturali e sportive; servizi alle famiglie GLI ESITI OCCUPAZIONALI

83 77,4 63,1 67,7 Grafico 5.8 Master finanziati dal PON Ricerca. Sbocco occupazionale per gruppo professionale e per genere 12,7 17,4 15,9 16,8 7,8 14,0 2,0 2,6 2,5 Professioni intellettuali scientifiche e di elevata specializzazione Professioni tecniche Impiegati Altre professioni Uomini Donne Totale Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Tali dati documentano fenomeni di segregazione verticale, ossia la difficoltà per le donne di ricoprire ruoli di vertice nel mondo lavorativo, che si associano a quelle già evidenziate di accesso al mercato del lavoro. 5 GLI ESITI OCCUPAZIONALI 81

84 5.5 GLI ASPETTI FORMALI/CONTRATTUALI/RETRIBUTIVI (TIPO DI CONTRATTO, ORARIO DI LAVORO, DURATA DEL CONTRATTO, REDDITO): GLI ESITI DEI DOTTORATI Il 41,7% di coloro che hanno partecipato ad un dottorato dichiara di avere un lavoro alle dipendenze ed una quota analoga di persone risulta inserita nel mercato del lavoro con contratti di collaborazione o altri tipi di contratto che configurano un rapporto di lavoro di tipo parasubordinato (42,5%). I differenziali di genere sono significativi: rapporti di lavoro parasubordinato interessano il 48,5% delle donne rispetto al 37,0% degli uomini, con un divario di quasi 12 punti percentuali, mentre meno marcato tra i generi è il divario nel lavoro alle dipendenze (+2% per gli uomini) (graf. 5.9). Grafico 5.9 Sbocco occupazionale dei dottorati finanziati dal PON Ricerca per tipologia di rapporto di lavoro e per genere 42,7 40,5 48,5 41,7 42,5 37,0 20,3 11,0 15,9 Alle dipendenze Parasubordinato Autonomo Uomini Donne Totale Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR L avvio di un attività di tipo autonomo ha riguardato il restante 15,9% degli occupati e rappresenta una scelta decisamente più diffusa tra gli uomini (20% rispetto all 11% di donne). Si tratta nel 90% dei casi di liberi professionisti che provengono in prevalenza dalle aree disciplinari di giurisprudenza, medicina e chirurgia ed economia e statistica. Rispetto all ente/organismo in cui sono inseriti gli occupati alle dipendenze o parasubordinati due dati risultano interessanti, in quanto significativi di un mercato del lavoro che sta cambiando: mentre i contratti di collaborazione sono prevalenti nelle università (68%), il contratto alle dipendenze è diffuso tra le aziende private (67%). Tuttavia si osservano comportamenti differenziati tra PMI e grandi imprese: mentre le forme di lavoro parasubordinato sono largamente diffuse tra le PMI (47%), rapporti di lavoro alle dipendenze prevalgono di gran lunga nelle grandi imprese (90%) GLI ESITI OCCUPAZIONALI

85 Inoltre, il lavoro alle dipendenze continua a rimanere appannaggio di alcuni comparti del settore pubblico come la scuola (88%) e gli ospedali (78%), mentre nel settore della ricerca diverso dalle università (enti di ricerca pubblici e privati) si conferma una precarietà maggiore determinata dalla elevata diffusione di forme di lavoro parasubordinato (oltre il 54%). Sempre limitando l analisi ai lavoratori dipendenti o parasubordinati, i dati sulla forma contrattuale mettono in risalto come l ingresso nel mercato del lavoro di questo segmento della popolazione, altamente specializzato e ormai adulto, sia avvenuto nel 70% dei casi con un contratto temporaneo. Il lavoro parasubordinato risulta il più diffuso tra i dottori (45,6%) (più precisamente prevalgono i contratti di collaborazione coordinata e continuativa cui si aggiungono altre tipologie contrattuali ex-lege Biagi 51 ), seguito dal contratto di dipendente a tempo indeterminato (30,4%) e da quello di dipendente a tempo determinato (21,9%) 52 (graf. 5.10). Preoccupanti appaiono le differenze contrattuali che emergono rispetto al genere, differenze che confermano forme di discriminazione : mentre la tipologia contrattuale diffusa tra gli uomini è il contratto alle dipendenze a tempo indeterminato (36% rispetto al 25%), tra le donne prevale in maniera netta la collaborazione coordinata e continuativa (40,4% rispetto al 32%). 5.5 Gli aspetti formali/contrat - tuali/retributivi (tipo di contratto, orario di lavoro, durata del contratto, reddito): gli esiti dei dottorati 35,9 25,1 30,4 21,4 22,6 21,9 49,6 45,6 41,4 Grafico 5.10 Sbocco occupazionale dei dottorati finanziati dal PON Ricerca per tipo di contratto e per genere 0 1,8 0,9 1,4 1 1,2 Contratto a tempo indeterminato Contratto a tempo determinato Rapporto parasubordinato Rapporto di tipo sovvenzionato Accordo informale Uomini Donne Totale Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR 51 Legge 30/ La voce contratti a tempo determinato in questo caso aggrega i contratti alle dipendenze a tempo determinato, i contratti di formazione e lavoro e i contratti con agenzie interinali. 5 GLI ESITI OCCUPAZIONALI 83

86 5.5 Gli aspetti formali/contrat - tuali/retributivi (tipo di contratto, orario di lavoro, durata del contratto, reddito): gli esiti dei dottorati La transizione al lavoro dei dottori di ricerca appare caratterizzata da una condizione di precarietà, connessa alla tipologia contrattuale e alla durata a termine dei contratti che regolano i rapporti di lavoro, analogamente a quanto osservato per i laureati dalle indagini ISTAT e AlmaLaurea. I dati AlmaLaurea sui laureati, tuttavia, segnalano come questa precarietà tenda ad assorbirsi nel corso del tempo, poiché dopo cinque anni dal conseguimento del titolo per il 70% degli occupati si osserva la tendenza ad una stabilizzazione dei contratti, ossia ad una trasformazione a tempo indeterminato dei rapporti precari 53. Nelle regioni del Mezzogiorno, secondo ISTAT, a tre anni dalla laurea l 85% dei laureati lavora con un contratto non occasionale, vale a dire a tempo indeterminato o a tempo determinato 54. Se e in che misura tale tendenza alla stabilizzazione dei contratti riguardi anche i dottori di ricerca sarà oggetto di futura indagine 55. È da segnalare, inoltre, come non sempre ad una maggiore stabilità del contratto in ingresso corrisponda una maggiore aderenza del titolo di studio posseduto al lavoro svolto: infatti, i dati AlmaLaurea sui laureati evidenziano come è proprio tra i lavoratori dipendenti che risultano più diffusi fenomeni di overeducation, ossia di laureati che dichiarano eccessivo il titolo di studio rispetto alle mansioni che sono loro richieste, per cui si è parlato di un trade-off tra stabilità precoce e coerenza 56. Tale tendenza si verifica anche per i dottori, come si vedrà oltre. Con riferimento agli enti/organismi in cui sono inseriti i dottori, i contratti a tempo indeterminato prevalgono negli istituti scolastici (71%) e nelle aziende private (49%), mentre le università e, più in generale, gli enti del comparto della ricerca utilizzano in prevalenza le collaborazioni coordinate e continuative. Come già osservato, ospedali e scuole ricorrono ai contratti alle dipendenze a tempo determinato e indeterminato. Fatta eccezione per l istruzione e la sanità, questi dati confermano una tendenza in atto, già rilevata per i laureati (AlmaLaurea 2005): la precarietà nei rapporti di lavoro si è andata rafforzando nel corso degli anni proprio nel settore pubblico, il quale era tradizionalmente considerato un bacino di occupazione più stabile rispetto alle imprese. Queste ultime sembrano, invece, più orientate a regolare i rapporti di lavoro in ingresso in maniera più stabile. Il carattere precario della occupazione trova conferma nell analisi della durata dei contratti di lavoro. A fronte di un 29% di contatti a tempo indeterminato, circa la metà (48%) degli occupati ha un contratto di durata non superiore all anno. Più precisamente i contratti hanno una durata collocata in prevalenza tra i sette mesi 53 La stessa tendenza è stata osservata da ISTAT, sempre a tre anni dal conseguimento della laurea (cfr. nota 2). 54 Ibidem. 55 Attualmente è in corso una nuova fase dell indagine volta ad indagare per lo stesso campione, qui analizzato, l evoluzione della condizione occupazionale a 18 mesi dalla conclusione dei corsi. 56 Franchi M., Seravalli G., I laureati nella transizione al lavoro: tra attesa della stabilità e ricerca di coerenza in AlmaLaurea, Lavorare dopo la laurea. Caratteristiche e percorsi occupazionali, il Mulino, Bologna, GLI ESITI OCCUPAZIONALI

87 ed un anno (25,8%). Tale precarietà dei rapporti di lavoro risulta correlata anche al tipo di contratto: infatti la durata media dei contratti a termine è di 11 mesi, ma nei rapporti di lavoro alle dipendenze tende ad essere più lunga (13 mesi) rispetto a quelli parasubordinati. Tra le tipologie contrattuali a termine il contratto di formazione presenta la durata media più lunga, evidentemente associata alla natura stessa dell istituto che prevede una durata predeterminata. In termini di orario di lavoro la maggior parte degli impieghi corrisponde ad un full-time. Su 100 occupati che hanno trovato lavoro 57 il 47,6% lavora dalle 36 alle 40 ore settimanali e il 19,9% dichiara di lavorare oltre le 40 ore settimanali (graf. 5.11). Infine, il 25% ha un orario compreso tra le 15 e le 35 ore. Un dato significativo è rappresentato dalle differenze di genere: le donne lavorano tendenzialmente meno degli uomini, poiché risultano più distribuite nelle fasce orarie inferiori alle 36 ore (15-20 ore e ore) e risulta inferiore l orario medio all interno della classe prevalente. 5.5 Gli aspetti formali/contrat - tuali/retributivi (tipo di contratto, orario di lavoro, durata del contratto, reddito): gli esiti dei dottorati 8,4 6,7 7,5 7,6 15,5 14,8 11,4 12,4 13,6 49,8 45,2 47,6 22,6 19,1 15,3 Grafico 5.11 Sbocco occupazionale dei dottorati finanziati dal PON Ricerca per classi di orario di lavoro medio settimanale e per genere 0,8 0,9 0, ore ore ore ore ore ore Uomini Donne Totale Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Ad eccezione degli istituti scolastici, in cui l orario di lavoro prevalente è, come ci si poteva aspettare, nella classe ore, non si rilevano differenze significative tra i luoghi di lavoro in cui sono collocati in prevalenza i formati, ossia le università e le imprese private. Tuttavia la dispersione tra le diverse fasce orarie è maggiore nelle università, ove una quota non esigua di dottori lavora oltre le 40 ore (19%), ma anche sotto le 20 ore settimanali (14,5%). 57 In questo caso l analisi riguarda il complesso degli occupati, compresi quindi i lavoratori autonomi. 5 GLI ESITI OCCUPAZIONALI 85

88 5.5 Gli aspetti formali/contrat - tuali/retributivi (tipo di contratto, orario di lavoro, durata del contratto, reddito): gli esiti dei dottorati La dispersione tra le diverse fasce orarie è elevata se si considerano i due aggregati relativi ai contratti alle dipendenze e ai contratti di tipo parasubordinato. Tuttavia nella fascia ore prevalgono decisamente rapporti di lavoro parasubordinato, in particolare i contratti di collaborazione coordinata e continuativa. Fasce orarie di lavoro contenute (sotto le 35 ore) si osservano nei contratti di lavoro a progetto 58. L orario medio settimanale è pari a 35 ore, 37 per gli uomini e 34 per le donne. Orari medi settimanali più corti si registrano per i dottori in lettere, lingue e magistero, quelli più lunghi per chi ha conseguito un dottorato in scienze politiche. In generale i dottori dell area MST lavorano più dei colleghi in altre discipline (36 ore rispetto a 35). Anche la tipologia di rapporto di lavoro risulta correlata all orario. I lavoratori autonomi hanno durate medie più lunghe (38 ore), inoltre è interessante evidenziare come nei contratti di tipo subordinato (a tempo determinato e a tempo indeterminato) l orario medio sia inferiore rispetto alla collaborazione coordinata e continuativa (34 rispetto a 36). In riferimento all ente o organismo di appartenenza, non si osservano differenze significative tra chi lavora all università e chi è collocato in azienda; prevedibilmente negli istituti scolastici la durata media è di 18 ore. Poiché la definizione di lavoro part-time non trova riscontro in un preciso limite in termini di ore settimanali lavorate, agli intervistati è stato chiesto esplicitamente di definire la modalità di lavoro rispetto a questo aspetto. La maggior parte degli occupati ha dichiarato di lavorare a tempo pieno (85,1%); il part-time coinvolge, soprattutto, l aggregato donne: tra le donne lavora con questa modalità il 17,3% contro il 12,6% degli uomini (graf. 5.12). Grafico 5.12 Sbocco occupazionale dei dottorati finanziati dal PON Ricerca per modalità di lavoro tempo pieno/tempo parziale per genere 87,4 82,7 85,1 12,6 17,3 14,9 A tempo pieno A tempo parziale Uomini Donne Totale Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR 58 Un ridotto orario di lavoro si registra anche per i contratti di lavoro con agenzie interinali, ma il dato non è statisticamente significativo GLI ESITI OCCUPAZIONALI

89 Rispetto ai rapporti di lavoro, il part-time è diffuso maggiormente nei contratti di lavoro parasubordinati, mentre nei lavori alle dipendenze il 91,3% degli intervistati lavora a tempo pieno. In particolare, nei contratti di lavoro a tempo indeterminato il 97% lavora a tempo pieno, mentre inferiore è la quota nei contratti a tempo determinato. È interessante evidenziare come nella collaborazione coordinata e continuativa il tempo pieno rappresenta l 84% dei casi. Diversamente, nel contratto di lavoro occasionale e nei lavori a progetto la percentuale di coloro che lavorano a tempo pieno si riduce, (rispettivamente 56,8% e 62,2%), a favore della modalità part-time. L opzione per il tempo pieno e il part-time non sembra collegata al tipo di ente/organismo in cui sono inseriti i formati, fatta eccezione per chi risulta collocato negli ospedali (il 90,8% lavora a tempo pieno) e negli enti pubblici di ricerca (il 98,1%), ove è richiesta una presenza full-time. L analisi del reddito percepito evidenzia un salario di ingresso al termine del dottorato di ricerca non particolarmente elevato. Il 24,1% degli intervistati dichiara un reddito mensile compreso tra 850 e euro e il 22,6% nella fascia euro (graf. 5.13). Una quota non trascurabile dichiara, infine, un reddito che supera i euro (17,9%). 5.5 Gli aspetti formali/contrat - tuali/retributivi (tipo di contratto, orario di lavoro, durata del contratto, reddito): gli esiti dei dottorati 7,0 4,9 5,2 5,0 5,4 4,0 12,6 18,1 15,2 29,2 26,2 25,1 23,6 21,4 21,1 10,2 3,6 7,0 25,9 10,8 18,6 Grafico 5.13 Sbocco occupazionale dei dottorati finanziati dal PON Ricerca per classi di reddito mensile e per genere Fino a 450 euro Da più di 450 euro a 650 euro Da più di 650 euro a 850 euro Da più di 850 euro a euro Da più di euro a euro Da più di euro a euro Oltre euro Uomini Donne Totale Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR In termini di reddito medio mensile gli occupati percepiscono uno stipendio di euro. Le differenze di genere sono evidenti: gli uomini infatti guadagnano mediamente euro contro i delle donne (graf. 5.14). 5 GLI ESITI OCCUPAZIONALI 87

90 Grafico 5.14 Sbocco occupazionale dei dottorati finanziati dal PON Ricerca per reddito medio mensile per genere Euro Uomini Donne Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Tali differenze risultano, inoltre più marcate nelle fasce stipendiali più elevate, oltre i euro: si collocano in quella classe circa il 36% degli uomini rispetto al 14% delle donne. Tali differenziali di reddito sono in buona parte il riflesso delle differenze osservate nella diffusione del part-time e nelle ore lavorate, infatti il salario orario maschile risulta solo lievemente maggiore di quello femminile (9,36 euro rispetto a 9,23). Questi dati segnalano due fenomeni: da una parte l esistenza anche per livelli elevati di qualificazione di differenziali retributivi per genere, in buona parte attribuibili a diversità tra i generi negli orari di lavoro; dall altra segnalano come i rendimenti della partecipazione ai dottorati di ricerca, sebbene tendano ad essere maggiori rispetto a quelli osservati per i laureati (997 euro è il reddito medio mensile di un laureato ad un anno dal termine del corso di studi secondo AlmaLaurea), non risultano particolarmente elevati. Considerando le aree disciplinari, redditi medi elevati sono associati al dottorato in scienze politiche (1.433 euro). Ingegneri e dottori in scienze matematiche, fisiche e naturali si collocano intorno al valore medio, mentre salari medi al di sopra della media si osservano per i dottori in economia e statistica e in medicina-chirurgia. I redditi medi più bassi sono appannaggio degli architetti, dei farmacisti, dei veterinari e dei dottori in giurisprudenza. Appare interessante evidenziare come le classi di reddito più elevate, tra i e oltre i euro, siano appannaggio dei contratti alle dipendenze (il 68,9% degli intervistati alle dipendenze), che presentano un reddito medio di euro; viceversa i rapporti di lavoro parasubordinato sono caratterizzati da fasce 88 5 GLI ESITI OCCUPAZIONALI

91 stipendiali più ridotte con un reddito medio di euro (graf. 5.15). In particolare il reddito medio di un lavoratore alle dipendenze è di circa euro a fronte di euro di un lavoratore parasubordinato 59. Euro Grafico 5.15 Sbocco occupazionale dei dottorati finanziati dal PON Ricerca per reddito medio mensile e per tipo di rapporto di lavoro Alle dipendenze Parasubordinato Autonomo Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Rispetto ai diversi enti/organismi in cui sono collocati i dottori, la dispersione tra le diverse classi di reddito appare elevata. In particolare si segnalano alcune situazioni di rilievo: mentre nelle università i redditi più elevati ( euro) non superano il 9%, nelle aziende private il 42% dei dottori dichiara di percepire uno stipendio mensile oltre i euro. Ospedali e aziende sanitarie assicurano un reddito maggiormente elevato, oltre i euro nel 64% dei casi; infine tra chi lavora presso istituti scolastici o centri di formazione prevale un reddito inferiore, compreso nel 57% dei casi tra i e i euro. Fatta eccezione per gli ospedali e le aziende sanitarie, ove il reddito medio raggiunge i euro, si osservano due situazioni contrapposte: nelle università i redditi medi si attestano sui 973 euro, nelle aziende private essi raggiungono i euro. In altre parole i dottori oltre a soffrire di un trade-off tra stabilità precoce e adeguatezza del titolo, lamentano anche un trade-off tra adeguatezza del titolo e reddito: infatti, a redditi più elevati si associa spesso un giudizio di inadeguatezza del titolo rispetto alle mansioni svolte, ossia di eccessiva qualificazione rispetto al lavoro. 59 Si noti che a fronte di un minor stipendio medio i lavoratori parasubordinati presentano un orario medio settimanale maggiore. 5 GLI ESITI OCCUPAZIONALI 89

92 5.6 GLI ASPETTI FORMALI/CONTRATTUALI/RETRIBUTIVI (TIPO DI CONTRATTO, ORARIO DI LAVORO, DURATA DEL CONTRATTO, REDDITO): GLI ESITI DEI MASTER Il rapporto di lavoro prevalente per coloro che hanno partecipato ad un master è di tipo parasubordinato 60 (45,4%). Lavora alle dipendenze il 41,2% dei formati. In particolare, il lavoro dipendente riguarda chi ha seguito percorsi formativi finalizzati all inserimento in strutture pubbliche o private che operano nel settore della ricerca industriale (tipologia di azione III.1/A del PON Ricerca). Gli intervistati che hanno scelto di avviare un attività autonoma rappresentano il 13,4%. In questo caso si tratta di una scelta fatta in prevalenza dalle donne, 14,6% rispetto al 10,7% degli uomini (graf. 5.16). Grafico 5.16 Sbocco occupazionale dei master finanziati dal PON Ricerca per tipologia di rapporto di lavoro e per genere 49,9 37,2 41,2 39,5 48,2 45,4 10,7 14,6 13,4 Alle dipendenze Parasubordinato Autonomo Uomini Donne Totale Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Il lavoro alle dipendenze prevale sul parasubordinato solo in due casi: nell ambito delle aziende private, in particolare nel settore dell intermediazione monetaria e finanziaria, e degli istituti scolastici o centri di formazione. L analisi per genere mette in luce una maggiore concentrazione di donne nei rapporti di lavoro parasubordinati (48,2%) rispetto agli uomini (39,5%). Il lavoro parasubordinato riguarda, in misura maggiore, chi ha seguito un corso di specializzazione in beni culturali, mentre il lavoro alle dipendenze i partecipan- 60 Come sopra definiamo atipico un rapporto di lavoro parasubordinato regolato ad esempio da un contratto di collaborazione coordinata e continuativa o occasionale o a progetto GLI ESITI OCCUPAZIONALI

93 ti ai corsi nei settori delle produzioni agro-alimentari e dei trasporti. Lo sbocco del lavoro autonomo è prevalente, invece, tra chi ha seguito un corso in biologia avanzata e in analisi e monitoraggio del rischio ambientale. L organizzazione e la realizzazione del corso di perfezionamento post-laurea da parte di enti universitari sembra essere una garanzia di maggiore stabilità nel rapporto di lavoro: a sei mesi dalla fine del corso, infatti, chi ha seguito un corso di questo tipo lavora, nella maggior parte dei casi, con un rapporto di tipo dipendente, mentre prevale il parasubordinato per chi ha partecipato ad un master organizzato da enti non universitari. Anche in riferimento ai partecipanti ai corsi di master l ingresso nel mondo del lavoro avviene prevalentemente con contratti temporanei. Per quanto riguarda le tipologie contrattuali, infatti, si rileva che oltre il 50% degli occupati dipendenti o parasubordinati ha un contratto di collaborazione, il 26,0% un contratto a tempo determinato e solo il 15,7% un contratto a tempo indeterminato. Non trascurabile è la quota di coloro che lavorano nel sommerso. È infatti pari al 5,6% la percentuale di coloro che dichiarano di avere un accordo di tipo informale che non prevede il pagamento dei contributi. La tipologia prevalente tra i contratti parasubordinati è quella dei contratti a progetto, mentre poco diffuse sono le altre nuove forme legate all entrata in vigore della legge 30/2003 (nota come legge Biagi). Il contratto di formazione lavoro, infine, interessa il 6,7% circa degli occupati. Le differenze di genere non sono rilevanti, anche se la percentuale delle donne è leggermente superiore nei contratti di tipo parasubordinato, mentre gli uomini sono più rappresentati nei contratti alle dipendenze (sia tempo determinato che indeterminato). In particolare, la diffusione di forme contrattuali flessibili riguarda le donne in possesso di lauree deboli, che hanno seguito percorsi formativi finalizzati all inserimento in strutture di ricerca pubbliche o private e all acquisizione di competenze innovative in grado di valorizzare il proprio percorso professionale (misura III.6 del PON Ricerca). Pur in presenza di contratti di breve durata e di tipo atipico, gli intervistati a sei mesi dalla conclusione del corso svolgono, prevalentemente, attività ad elevata specializzazione coerentemente con il percorso di istruzione e formativo seguito. Le professioni intellettuali di elevata specializzazione e le professioni commerciali sono regolate nella maggior parte dei casi da contratti di tipo parasubordinato, mentre le professioni tecniche e impiegatizie, per cui è richiesto un titolo di studio inferiore alla laurea prevedono perlopiù contratti alle dipendenze, in prevalenza a tempo determinato. Sembra, quindi, che la scelta per i laureati con un titolo di specializzazione post-laurea sia tra lavoro atipico ma intellettuale di elevata specializzazione, da un lato, e lavoro non adeguato alla propria formazione ma sicuro in termini contrattuali e con una maggiore retribuzione (come si vedrà in seguito), dall altro. Con riferimento alla durata dei contratti, la tabella seguente (tab. 5.2) evidenzia l ampia diffusione di rapporti di lavoro di breve durata. Infatti i contratti a tempo indeterminato sono meno del 18% e in oltre il 60% dei casi la durata del contratto non supera i 12 mesi. Se si prendono in considerazione gli intervistati con un 5.6 Gli aspetti formali/contrat - tuali/retributivi (tipo di contratto, orario di lavoro, durata del contratto, reddito): gli esiti dei master 5 GLI ESITI OCCUPAZIONALI 91

94 5.6 Gli aspetti formali/contrat - tuali/retributivi (tipo di contratto, orario di lavoro, durata del contratto, reddito): gli esiti dei master contratto a termine, che rappresentano, come abbiamo visto, la tipologia prevalente, la durata media del contratti per i lavoratori dipendenti è di 10,0 mesi a fronte di 8,6 mesi nel caso dei lavoratori atipici (la durata media è di 9). I contratti più lunghi sono offerti dagli organismi non-profit (pochi casi) e dagli ospedali e aziende sanitarie (13 mesi). I policlinici e le cliniche universitarie, i centri servizi di innovazione e gli istituti scolastici o centri di formazione sono, invece, quelli che prevedono contratti di minore durata (circa 5-6 mesi). Nelle università la durata media del contratto è di 10 mesi. In generale, dunque, prevalgono rapporti di lavoro di tipo temporaneo e brevi che segnalano una condizione di instabilità degli occupati (OECD, 2001). Tabella 5.2 Sbocco occupazionale dei master finanziati dal PON Ricerca per durata del contratto di lavoro, valori percentuali Durata Uomini Donne Totale Meno di un mese 0,9 1,7 1,5 Da 1 a 3 mesi 5,6 15,4 12,2 Da 4 a 6 mesi 19,2 27,0 24,4 Da 7 mesi ad un anno 25,9 26,6 26,4 Da più di un anno a 2 anni 18,5 11,7 14,0 Da più di 2 anni a 3 anni 4,1 2,4 2,9 Più di 3 anni 0,3 0,0 0,1 Tempo indeterminato 23,2 14,2 17,2 Durata non definita 2,3 1,0 1,4 Totale 100,0 100,0 100,0 Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR La maggioranza dei formati svolge un lavoro a tempo pieno (76,5%), con un orario di lavoro settimanale nel 69,8% dei casi tra le 36 e le 40 ore; nel 14,2% dei casi gli intervistati lavorano oltre 40 ore, mentre il 16,0% ha un orario di lavoro settimanale inferiore alle 36 ore. Sono le donne, inoltre, principalmente, a svolgere, lavori part-time (28,9%, contro l 11,8% degli uomini), in particolare quelle che hanno seguito azioni di formazione finalizzate a sostenere le donne in possesso di lauree deboli (cfr. azione III.6/D). Con riferimento al monte ore settimanale si registrano divari consistenti tra uomini e donne: infatti, il 19,2% degli uomini lavora più di 40 ore settimanali rispetto al 7,0% delle donne. Anche nella classe oraria centrale (da 36 a 40 ore) la percentuale degli uomini è superiore a quella femminile di circa 10 punti percentuali (60,9% a fronte del 50,9% delle donne). La componente femminile prevale, invece, nella classe oraria inferiore alle 36 ore (42,2% contro il 19,9% degli uomini). Nel complesso, se consideriamo separatamente gli occupati che si dichiarano a tempo pieno da quelli part-time, mentre nella prima categoria gli uomini risulta GLI ESITI OCCUPAZIONALI

95 no in media lavorare più delle donne (40 ore rispetto a 38), nella seconda è vero il contrario, sebbene le differenze risultino ridotte (17 ore per gli uomini e 18 per le donne). In sostanza, si rilevano due fenomeni: da un lato, la scelta di un contratto a orario ridotto risulta prevalentemente appannaggio delle donne, dall altro, nell ambito del lavori a tempo pieno gli uomini lavorano mediamente più ore delle donne. L azienda privata rappresenta l ambito lavorativo in cui si lavora di più: nel 64,1% dei casi gli intervistati hanno dichiarato di lavorare dalle 36 alle 40 ore e un 12,4% di occupati lavora oltre 40 ore. Nel settore della pubblica amministrazione e nelle aziende pubbliche oltre la metà dei rispondenti lavora dalle 36 alle 40 ore, ma circa il 43% ha un orario inferiore alle 36 ore. Nell ambito dell università circa la metà degli intervistati lavora, invece, meno di 36 ore settimanali e solo l 8,9% oltre 40 ore. L 80,5% di chi lavora alle dipendenze ha un lavoro a tempo pieno. Il tempo pieno prevale anche nel caso dei lavori parasubordinati (70,6%) e dei lavori autonomi (84,7%). In particolare, il tempo pieno è maggiormente utilizzato nell ambito dei contratti di lavoro dipendente a tempo indeterminato e determinato mentre si riduce per le persone con un contratto di lavoro occasionale, di collaborazione coordinata e continuativa e a progetto. Tale dato è confermato anche prendendo in esame l orario di lavoro di coloro che si sono dichiarati atipici 61 : nel 47,2% dei casi, infatti, lavorano da 36 a 40 ore e addirittura un 10,1% degli intervistati lavora oltre 40 ore. Le percentuali più alte di lavoro part-time si riscontrano nell ambito degli istituti scolastici o centri di formazione (50,6%) 62. Nelle aziende private e nelle università o consorzi universitari il tempo pieno è, invece, largamente prevalente (oltre l 80%). La maggior parte degli occupati dichiara un guadagno medio mensile inferiore ai euro al mese (64,5%). Oltre un terzo degli occupati percepisce un guadagno superiore ai euro e, in particolare, solo il 5,6% dichiara una retribuzione che supera i euro. La retribuzione media mensile è di 900 euro (inferiore a quella percepita da chi ha seguito un corso di dottorato: euro, ma anche a quella percepita dai laureati ad un anno dalla laurea secondo i dati di AlmaLaurea: 997 euro 63 ). Le donne ricevono una retribuzione mediamente più bassa degli uomini: 810 euro il guadagno medio mensile, a fronte di euro degli uomini. Tale differenza solo in parte è attribuibile al diverso numero di ore lavorate. Infatti il salario orario maschile è in media pari a euro 7,27 a fronte di euro 6,95 delle colleghe donne. 5.6 Gli aspetti formali/contrat - tuali/retributivi (tipo di contratto, orario di lavoro, durata del contratto, reddito): gli esiti dei master 61 Si tratta di domanda diversa da quella sulla forma contrattuale. In questo caso si chiedeva agli intervistati se il loro lavoro fosse di tipo dipendente, autonomo o atipico. 62 Il dato relativo agli organismi non-profit non è statisticamente significativo. 63 Si noti che tra i partecipanti al master rispetto alla popolazione dei laureati risultano sovra rappresentate le donne e, in particolare, quelle con lauree deboli a causa della rilevanza che nel PON Ricerca assume la misura III.6. Questo concorre a spiegare il differenziale di reddito tra le due popolazioni. 5 GLI ESITI OCCUPAZIONALI 93

96 5.6 Gli aspetti formali/contrat - tuali/retributivi (tipo di contratto, orario di lavoro, durata del contratto, reddito): gli esiti dei master Oltre alle osservate differenze tra i generi nell accesso al lavoro, si deve registrare quindi, l esistenza di differenziali retributivi che si accompagnano, da un lato, a una minore stabilità dell occupazione per le donne e, dall altro, ad una maggiore difficoltà a raggiungere posizioni apicali. Ad una segregazione di tipo orizzontale, legata all inserimento lavorativo, si associa una segregazione verticale che si riflette nella scarsa presenza delle donne nei ruoli di vertice e in retribuzioni più basse del segmento femminile. Un dato interessante emerge dall incrocio del dato della retribuzione con quello del gruppo professionale. All appartenenza al gruppo delle professioni intellettuali di elevata specializzazione si associa un guadagno mensile più alto, sebbene non troppo diverso da quello degli impiegati. Infatti il guadagno medio è pari a 926 euro per i primi e a 913 euro per i secondi. Più basso risulta essere il salario mensile di chi svolge professioni tecniche (790 euro). Lo svolgimento di lavori più coerenti con il proprio titolo di studio risulta quindi associato ad una retribuzione più elevata. Considerando le aree disciplinari, le retribuzioni più elevate si osservano tra coloro che hanno seguito un corso nell ambito dei trasporti, delle tecnologie della informazione e comunicazione e delle nuove tecnologie, mentre le più basse retribuzioni sono associate all area della conservazione e valorizzazione dei beni culturali e ambientali. In riferimento al tipo di contratto sembrerebbe che la minore tutela contrattuale non trovi compensazione in una maggiore remunerazione. I lavoratori dipendenti guadagnano mediamente più di quelli parasubordinati, questi ultimi ampliamente sottorappresentati nelle classi retributive più alte. In riferimento ai principali organismi di sbocco, incrociando il dato della retribuzione con quello del tipo di azienda/ente/organismo si osserva che le retribuzioni più elevate sono erogate dalle aziende private (952 euro). Gli istituti scolastici e le università corrispondono invece retribuzioni più basse, pari a rispettivamente a 676 euro e 876 euro. L analisi presentata evidenzia l esistenza di alcune criticità. Da una parte ci si chiede se il rafforzamento del sistema produttivo del Mezzogiorno tramite l inserimento di risorse altamente qualificate possa basarsi su rapporti di lavoro mediamente poco duraturi. Dall altro, rimane critico il differenziale tra i generi e debole l empowerment delle donne auspicato nel PON Ricerca, in quanto a sei mesi dalla fine dei corsi si osserva una segregazione nel mercato del lavoro che riguarda sia l accesso, sia la possibilità di raggiungere posizioni professionali e retributive apicali GLI ESITI OCCUPAZIONALI

97 5.7 I CANALI DI INSERIMENTO LAVORATIVO Nell analizzare gli esiti occupazionali dei corsi di alta formazione è utile domandarsi quali siano stati i canali utilizzati dai partecipanti ai corsi per trovare lavoro. Infatti, l analisi degli effettivi canali di accesso all impiego non solo consente di evidenziare un eventuale ruolo diretto delle attività formative nei percorsi di transizione al lavoro, ma fornisce elementi di interesse per le politiche volte a favorire l incontro tra domanda e offerta di lavoro. Si consideri innanzitutto il canale di accesso all impiego utilizzato dai partecipanti ai corsi di dottorato. Il 32,6% di coloro che hanno partecipato ad un corso di dottorato ha trovato lavoro tramite l università presso cui ha svolto il dottorato e il 27,4% per concorso pubblico. Il 12,1% ha iniziato un attività autonoma e il 9,3% ha usufruito della segnalazione a datori di lavoro di famigliari e amici. L invio del proprio curriculum vitae a datori di lavoro avviene solo nell 8,0% dei casi; quasi totalmente assenti i servizi pubblici per l impiego o le agenzie del lavoro (graf. 5.17). Iniziando un attività autonoma o collaborando ad una attività famigliare Rivolgendosi ad un agenzia di lavoro interinale Tramite contatti acquisiti nei lavori svolti precentemente 0,5 0,4 0,6 2,4 2,2 2,7 8,6 12, 15,4 Grafico 5.17 Partecipanti ai dottorati finanziati dal PON Ricerca. Canale utilizzato per trovare lavoro Tramite azienda dove svolto stage/tirocinio/work experience 1, 0,9 1,2 Tramite il centro di formazione/ università dove ha svolto il corso 32,6 35,3 30,2 Per concorso pubblico 23,9 27,4 31,3 Attraverso un servizio pubblico per l impiego 0,7 1,3 0,3 Iniziando domanda a datori di lavoro 0,7 1,3 0,3 Rispondendo a offerte di lavoro pubblicate sui giornali o su internet 8,0 5,9 10,0 Con inserzioni sui giornali o su internet 1,0 0,3 1,7 Su segnalazione a datori di lavoro di famigliari, amici 9,3 9,7 8,8 Uomini Donne Totale Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR 5 GLI ESITI OCCUPAZIONALI 95

98 5.7 I canali di inserimento lavorativo Uomini e donne esprimono comportamenti differenziati nella ricerca di lavoro: il contatto tramite l università è più diffuso tra le donne, come anche il ricorso alla rete amicale o la partecipazione ad un concorso pubblico. Gli uomini risultano più autonomamente attivi nella ricerca di lavoro poiché, più delle donne, contattano i datori di lavoro inviando curriculum vitae o domanda di assunzione. Inoltre, più frequente da parte degli uomini è l avvio di una attività autonoma. Il canale utilizzato per l inserimento lavorativo evidenzia strategie diverse anche rispetto alle fasce di età: rispetto agli over 30, i giovani collocati nella fascia anni si rivolgono in misura maggiore alle università presso cui hanno svolto il dottorato, ricorrono alle conoscenze di amici e parenti, e si attivano di più inviando il proprio curriculum. Gli over 30 accedono di più al mondo del lavoro attraverso i concorsi pubblici o attraverso l avvio di un attività autonoma. Come si vedrà oltre più nel dettaglio, il ruolo di intermediazione degli atenei, come anche il peso delle procedure concorsuali, appare strettamente connesso allo sbocco occupazionale dei dottori di ricerca. In particolare, la modalità del concorso è diffusa per l accesso a organismi del comparto pubblico, come gli istituti scolastici (77,4%) e gli ospedali o le aziende sanitarie (59,5%), mentre l inserimento in aziende private avviene, soprattutto, mediante l invio di domanda ai datori di lavoro (30,6%), la segnalazione di famigliari e amici (25,6%) e la risposta ad offerte di lavoro (18,9%). È interessante segnalare come l università, oltre a funzionare da collettore delle richieste di lavoro al suo interno, svolga anche un ruolo di contatto con altri istituti ed enti di ricerca pubblici: nel 42,1% dei casi i dottori di ricerca hanno trovato lavoro presso questi enti grazie all intermediazione svolta dall università in cui hanno svolto il dottorato. Nella transizione al lavoro dei dottori, molto debole è invece il network tra università e imprese, network che dovrebbe rappresentare una modalità privilegiata di trasferimento tecnologico e di diffusione dell innovazione nel sistema produttivo, anche attraverso gli spin-off. L esame delle modalità di inserimento lavorativo di coloro che hanno frequentato un master fornisce ulteriori spunti di riflessione. Il canale prevalente nella ricerca del lavoro risulta essere l invio della domanda e del proprio curriculum vitae ai datori di lavoro (20,6%). Tale canale risulta, in particolare, prescelto dai giovani laureati che hanno seguito percorsi formativi per l inserimento in strutture pubbliche o private che operano nel settore della ricerca industriale (misura III.1/A) (tab. 5.3). Una percentuale non trascurabile dei partecipanti ai master dichiara di aver trovato lavoro attraverso l azienda presso cui ha svolto lo stage o il tirocinio (16,2%). Tale dato non sorprende. Gli stage rappresentano spesso un canale privilegiato di inserimento lavorativo in quanto, da un lato, consentono agli stagiaires di farsi conoscere e di proporre tempestivamente in caso di necessità la propria candidatura ai potenziali datori di lavoro, dall altro, costituiscono una opportunità per l impresa che li utilizza anche come strumento di pre-selezione del personale da assumere. Il 9,8% dei formati ha scelto di avviare un attività autonoma GLI ESITI OCCUPAZIONALI

99 Il centro di formazione o l università presso cui si è svolto il corso hanno, infine, svolto un ruolo di intermediazione nel 12,9% dei casi. La segnalazione a datori di lavoro da parte di famigliari e amici resta un canale ampiamente utilizzato (il 17,7%). Questo dato non stupisce in una realtà come quella italiana in cui l accesso ad alcune professioni sembra ancora legato fortemente a canali informali piuttosto che a competitivi meccanismi di selezione. In particolare, sono ricorse a tale canale le donne in possesso di lauree deboli che hanno partecipato a percorsi formativi professionalizzanti finalizzati all acquisizione di skills innovative (tipologia di azione III.6/D) (tab. 5.3). 5.7 I canali di inserimento lavorativo 5 GLI ESITI OCCUPAZIONALI 97

100 Tabella 5.3 Partecipanti ai master finanziati dal PON Ricerca. Canale utilizzato per trovare lavoro per misura Tabella 5.3 Partecipanti ai master finanziati dal PON Ricerca. Canale utilizzato per trovare lavoro per misura Misure del PON Ricerca III.1/A III.2/A III.2/B III.2/C III.4/A III.6/A III.6/C III.6/D Totale 18,4 0,0 19,5 10,0 14,8 6,5 5,9 25,8 17,7 Canale utilizzato per trovare lavoro Su segnalazione a datori di lavoro di famigliari e amici Con inserzioni su giornali e su internet 4,4 0,0 1,9 10,0 5,7 5,7 17,6 1,5 4,4 6,2 0,0 3,3 5,0 6,4 7,3 0,0 4,0 5,5 Rispondendo a offerte di lavoro pubblicate Inviando domanda a datori di lavoro 27,4 0,0 19,0 5,0 24,3 6,5 0,0 15,1 20,6 0,3 0,0 2,9 0,0 0,0 0,0 0,0 4,1 1,3 Attraverso un servizio pubblico per l impiego Per concorso pubblico 6,5 0,0 8,6 30,0 6,2 12,2 0,0 7,2 7,2 8,4 0,0 17,1 0,0 14,0 25,2 8,8 10,5 12,9 Tramite centro formazione/università del corso 13,7 100,0 16,7 20,0 20,3 0,0 17,6 10,9 16,2 Tramite azienda dove svolto stage/tirocinio/work experience 1,9 0,0 1,4 10,0 0,0 13,8 14,7 4,4 2,3 Tramite contatti acquisiti nei lavori svolti precedentemente 0,0 0,0 0,0 0,0 0,4 0,0 0,0 0,3 0,3 Attraverso agenzie private di collocamento/selezione 1,6 0,0 0,5 0,0 1,3 2,4 0,0 3,5 1,8 Rivolgendosi ad un agenzia di lavoro interinale 11,2 0,0 9,0 10,0 6,7 20,3 35,3 12,6 9,8 Iniziando un attività autonoma o collaborando ad attività famigliare Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: elaborazioni ISFOL Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR 98 5 GLI ESITI OCCUPAZIONALI

101 Gli uomini risultano più dinamici rispetto alle donne nel proporsi direttamente ad un datore di lavoro (26,3% rispetto al 17,9%). Queste ultime, invece, si affidano maggiormente al centro o all università dove si sono formate (13,8% rispetto all 11,0% degli uomini) o sfruttano meglio l esperienza lavorativa maturata presso le imprese durante il corso (17,0% contro il 14,4% degli uomini). Emerge l assenza dei centri pubblici per l impiego o delle agenzie private di collocamento nello svolgere il compito di favorire l incontro tra domanda e offerta di lavoro per il segmento più istruito della popolazione. Da altre indagini realizzate dall ISFOL risulta che i servizi pubblici per l impiego intercettano non solo persone con qualifiche basse, ma anche persone in possesso di titolo di studio universitario (19%) 64. In tal caso lo scarso ruolo dei centri per l impiego sarebbe da imputare non tanto al mancato ricorso a questo servizio da parte dei laureati quanto piuttosto alla difficoltà di ricavarne concrete opportunità lavorative. Il canale dei concorsi pubblici è stato sfruttato dal 7,2% degli intervistati. I tempi lunghi dei concorsi pubblici, unitamente alla scarsità di opportunità occupazionali nel pubblico impiego, ha fatto sì che il suo peso sia risultato modesto. Occorre tener presente, infatti, il breve lasso temporale intercorso dalle fine dei corsi, che può comportare un ruolo ridotto di questo canale. Tramite inserzioni su giornali e su internet ha trovato lavoro il 4,4% dei rispondenti. L agenzia di lavoro interinale è stata utile solo nell 1,8% dei casi. L iniziativa personale risulta, quindi, la modalità più diffusa, anche se i canali a carattere informale rivestono un ruolo significativo (graf. 5.18). 5.7 I canali di inserimento lavorativo 64 ISFOL, Rapporto Isfol 2005, p GLI ESITI OCCUPAZIONALI 99

102 Grafico 5.18 Partecipanti ai master finanziati dal PON Ricerca. Canale utilizzato per trovare lavoro 17,7 4,4 5,5 20,6 1,3 7,2 12,9 16,2 2,4 0,3 1,8 9,8 Su segnalazione a datori di lavoro di famigliari, amici Con inserzioni su giornali o su internet Rispondendo a offerte di lavoro pubblicate Inviando domanda a datori di lavoro Attraverso un servizio pubblico per l'impiego Per concorso pubblico Tramite centro formazione/ università presso dove corso Tramite azienda dove svolto stage/tirocinio/work experience Tramite contatti acquisiti nei lavori svolti precedentemente Attraverso agenzie private di collocamento/selezione Rivolgendosi ad un'agenzia di lavoro interinale Iniziando un'attività autonoma o collaborando ad attività famigliare Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Alcune differenze sul canale di lavoro a cui hanno fatto ricorso i partecipanti ai master emergono analizzandone l età. L invio della domanda ai datori di lavoro prevale nelle classi di età inferiori ai 30 anni, mentre nelle classi superiori, e 35-39, il canale della segnalazione a datori di lavoro di famigliari e amici risulta quello maggiormente utilizzato. Per i formati di età superiore ai 40 anni la modalità prevalente di accesso al lavoro risulta quella dei contatti acquisiti nei lavori svolti precedentemente. L analisi per area disciplinare fa emergere ulteriori elementi di approfondimento. Si rileva, infatti, che chi ha seguito un corso nell ambito dell agro-industria, della conservazione dei beni culturali e ambientali e delle nuove tecnologie per le attività produttive ha trovato lavoro in prevalenza attraverso la segnalazione ai datori di lavoro di famigliari e amici. Negli altri casi è prevalente il canale dell invio ai datori di lavoro del proprio curriculum vitae, ad eccezione di coloro che si sono formati attraverso un corso rientrante nell area dei trasporti in cui il 28,6% ha trovato un lavoro tramite l azienda in cui ha svolto lo stage/tirocinio e quelli che hanno partecipato ad un corso in analisi e monitoraggio dei beni ambientali o in biologie avanzate che hanno avviato un attività autonoma, rispettivamente nel 34,8 e nel 40,5% dei casi. È stata presa in considerazione anche la condizione di studio dei genitori per vedere se, e in che modo, questa incida sul canale di inserimento lavorativo. Nel caso degli intervistati con padre laureato, la modalità prevalente di inserimento è stata quella dell azienda dove hanno svolto lo stage/tirocinio (25,7%); segue un 20,0% di persone che si sono inserite inviando domande ai potenziali datori di GLI ESITI OCCUPAZIONALI

103 lavoro. Prevale, invece, la segnalazione ai datori di lavoro di famigliari e amici nel caso in cui il padre abbia il diploma. L invio della domanda ai datori di lavoro è prevalente sia tra coloro il cui padre ha la licenza elementare, sia tra coloro il cui padre ha la licenza media. Dall incrocio del dato relativo al tipo di azienda in cui l intervistato lavora a sei mesi dalla chiusura dell intervento con quello del canale di inserimento si osserva che chi lavora in università, consorzi universitari e interuniversitari ha prevalentemente trovato il lavoro tramite il centro di formazione o università dove si è svolto il corso (35,2% dei casi). Prevale questa modalità anche per chi lavora in un ente di ricerca pubblico. L inserimento in azienda privata o pubblica e negli organismi non-profit è avvenuto, invece, principalmente attraverso l invio della domanda ai datori di lavoro. Quasi il 50% di coloro che lavorano in una Pubblica amministrazione si è inserita, infine, tramite un concorso pubblico. Confrontando i canali di accesso al mondo del lavoro dei partecipanti rispettivamente a corsi di master e di dottorato emergono comportamenti differenziati che si collegano anche al diverso sbocco occupazionale. Come si è visto, tra i master svolgono un ruolo rilevante da una parte l invio del curriculum vitae e la segnalazione di parenti e amici, dall altra il contatto stabilito tramite il centro di formazione che ha organizzato il master o l azienda presso cui si è svolto lo stage/tirocinio (è ipotizzabile che si tratti della stessa azienda in cui i formati si sono inseriti). Per i dottori invece l università presso cui si è svolto il dottorato e il concorso pubblico sono i canali più diffusi per entrare nel mondo del lavoro, ed ha un peso rilevante anche l avvio di un attività autonoma (libera professione) (graf. 5.19). 5.7 I canali di inserimento lavorativo 5 GLI ESITI OCCUPAZIONALI 101

104 Grafico 5.19 Partecipanti a dottorati e master finanziati dal PON Ricerca. Canale utilizzato per trovare lavoro Su segnalazione a datori di lavoro di famigliari, amici Con inserzioni su giornali o su internet Rispondendo a offerte di lavoro pubblicate su giornali o su internet 1,0 4,4 4,8 5,5 9,3 17,7 Inviando domanda a datori di lavoro 8,0 20,6 Attraverso un servizio pubblico per l impiego 0,7 1,3 Per concorso pubblico 7,2 27,4 Tramite il centro di formazione/università presso cui ha svolto il corso 12,9 32,6 Tramite azienda dove svolto stage/tirocinio/work experience 1,1 16,2 Tramite contatti acquisiti nei lavori svolti precedentemente 2,4 2,4 Rivolgendosi ad un agenzia di lavoro interinale 0,5 1,8 Iniziando un attività autonoma o collaborando ad un attività famigliare 12,1 9,8 Dottorato Master Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR GLI ESITI OCCUPAZIONALI

105 5.8 IL CONTRIBUTO DELL ALTA FORMAZIONE ALLO SVILUPPO DELLA RICERCA L analisi degli sbocchi occupazionali dei partecipanti ai corsi di alta formazione in riferimento allo svolgimento di attività di ricerca e innovazione riveste particolare rilevanza alla luce degli obiettivi del PON Ricerca. Lo sviluppo di capitale umano di eccellenza viene infatti sia perseguito in se, tramite il rafforzamento del sistema di offerta di alta formazione, sia finalizzato al trasferimento di know-how dal mondo della ricerca a quello della produzione e al rafforzamento del personale addetto ad attività di ricerca 65. In quel che segue, lo svolgimento di attività lavorative connesse alla ricerca e alla innovazione tecnologica viene indagato da diversi punti di vista: il tipo di struttura o l area aziendale in cui si opera, le mansioni svolte e gli output del lavoro. Come si è visto, la partecipazione a corsi di dottorato piuttosto che altri corsi di alta formazione comporta esiti diversi in termini di inserimento in enti o strutture riconducibili al comparto della ricerca. In particolare, mentre nel caso del dottorato le università, i policlinici o cliniche universitarie e gli enti di ricerca assorbono, complessivamente, circa il 50% degli occupati, per il master non arrivano a superare il 12% 66. In entrambi i casi, tuttavia, risulta analoga la percentuale di occupati in enti di ricerca anche se diversa è la composizione tra pubblici e privati. Infatti, per il dottorato gli occupati negli enti di ricerca pubblici sono il 5% e in quelli privati l 1,7%, mentre per il master le analoghe percentuali sono pari rispettivamente al 3,7% e al 2,2%. Limitatamente agli occupati nel comparto della ricerca 67 è stato chiesto di indicare l ambito disciplinare. Per gli occupati nel comparto provenienti dai dottorati, i settori scientifici risultati prevalenti sono quelli delle scienze matematiche, fisiche e naturali (30,4%), dell ingegneria e dell informatica (22,4%) e della medicina-chirurgia (13,1%). Negli organismi operanti nei settori dell ingegneria e dell informatica sono collocati in prevalenza gli uomini, mentre leggermente sbilanciati verso le donne risultano quelli inseriti nei settori delle scienze fisiche, matematiche e naturali e nell area medica. Gli enti di ricerca pubblici in cui hanno trovato lavoro i dottori appartengono alle scienze matematiche, fisiche e naturali (51,1%) e al settore agrario (23,9%). Si osservi come in linea con l obiettivo comunitario di rafforzare l offerta di specialisti nel campo delle scienze e della tecnologia, il settore MST nel complesso assorbe il 56,8% dei dottori che hanno trovato un impiego nel comparto della ricerca. 65 Cfr. capitolo Cfr. par. 5.3 e Più precisamente l ambito disciplinare è stato richiesto a chi lavora in università, enti di ricerca pubblici e privati, centri servizi di innovazione e trasferimento tecnologico, organismi non-profit, organismi internazionali. Si noti che gli ultimi tre tipi di istituzioni citate giocano in questo ambito un ruolo marginale. 5 GLI ESITI OCCUPAZIONALI 103

106 5.8 Il contributo dell alta formazione allo sviluppo della ricerca Per quanto riguarda i partecipanti ai master occupati nel comparto della ricerca gli ambiti disciplinari prevalenti risultano essere agraria e ingegneria. Nel complesso, tuttavia si osserva una distribuzione per settore disciplinare maggiormente omogenea di quella osservata per i dottorati. Il dato sull occupazione in istituzioni appartenenti al comparto della ricerca, per quanto significativo, non fornisce informazioni sul tipo di attività effettivamente svolta. Un informazione aggiuntiva deriva dall analisi dell area aziendale in cui i partecipanti ai corsi hanno trovato occupazione. Si considerino innanzitutto i partecipanti ai dottorati. A tutti gli occupati è stato chiesto di indicare in quale area aziendale fossero inseriti 68. Circa la metà di essi è risultata lavorare nell area della ricerca e sviluppo (49,9%), con una maggioranza di donne (54,9%). I dottorati nelle discipline tecnico-scientifiche sembrano favorire l inserimento nel settore della ricerca, rispetto ai dottorati in scienze umane e sociali. In particolare, i dottori in farmacia e in scienze matematiche, fisiche e naturali sono fortemente concentrati nell area della ricerca e dello sviluppo (R&S) (rispettivamente 74,6% e 65,7%). L inserimento nell area della ricerca trova, naturalmente, maggiore diffusione negli organismi ad essa preposti (università, centri di ricerca, etc.), mentre si riduce decisamente se si considerano le sole aziende private: anche in questo caso, tuttavia, l area R&S impiega circa un quarto degli occupati, inoltre hanno un peso rilevante il marketing e le vendite (22,3%) e la produzione e logistica (17,2%). Per quanto riguarda i partecipanti ai master, si osserva una diversa distribuzione degli occupati per area aziendale della struttura in cui lavorano. Innanzitutto va rilevato un 30% di occupati in aziende che non sono strutturate in aree. Si osserva poi una prevalenza di occupati nell amministrazione (13,6%), cui seguono quelli in R&S (12,0%) e nella produzione e logistica (10,6%). Il marketing e le vendite, i sistemi informativi e l area della qualità sono presenti rispettivamente per il 9,5%, il 6,3% e il 4,8%. Nell area amministrativa prevalgono le donne (15,5%, contro il 9,5% degli uomini), mentre si rileva una percentuale più alta di uomini occupati nell area della ricerca e sviluppo (di circa 4 punti percentuali) e nell ambito dei sistemi informativi (di circa 10 punti percentuali). In particolare la percentuale di occupati inserita nel settore R&S dipende fortemente dal tipo di ente, azienda o organismo in cui si lavora. Gli occupati nelle università nel 64,6% dei casi si occupano di R&S; percentuale analoga si riscontra per chi è inserito negli enti di ricerca pubblici. Seguono gli enti di ricerca privati in cui circa il 26,7% degli intervistati svolge attività di ricerca e sviluppo. Nelle aziende private, invece, la quota di persone che lavora nell ambito di questo settore è sensibilmente inferiore (8,7%). 68 Nel questionario si è fatto riferimento alle tipiche aree in cui sono generalmente strutturate le aziende: personale e organizzazione; marketing e vendite; sistemi informativi; produzione logistica; qualità; ricerca e sviluppo; amministrazione; gestione d impresa; sicurezza; manutenzione. Inoltre si è considerata la possibilità che l area aziendale non fosse nessuna delle precedenti e che l azienda non fosse strutturata in settori GLI ESITI OCCUPAZIONALI

107 Ulteriori spunti di riflessione emergono dalle informazioni sul tipo di attività effettivamente svolta e sulla eventuale produzione dei tipici output delle attività di ricerca e sviluppo. Indipendentemente dal tipo di struttura o area aziendale in cui fossero inseriti, è stato chiesto agli occupati se svolgessero specifiche attività che richiedono in diverso grado un apporto creativo/innovativo, quali: ricerca; progettazione di nuovi impianti o prodotti; acquisto di brevetti; acquisto di macchinari e impianti per il rinnovo dei processi produttivi (distinti dagli acquisti di macchinari o impianti dello stesso tipo di quelli in essere); marketing di prodotti tecnologicamente nuovi; installazione di nuovi impianti 69. Nuovamente tra dottorati e master emerge un quadro molto differenziato. Mentre per il dottorato il 40% dichiara di svolgere attività di ricerca e oltre il 70% di svolgere attività di ricerca o almeno una delle altre attività non di routine sopra elencate, per il master le attività di ricerca riguardano meno del 10% degli occupati e le altre attività il 41% circa. Anche in riferimento agli output tipici del lavoro di ricerca emerge un quadro differenziato tra i partecipanti alle due tipologie formative 70. Per quanto riguarda i dottori di ricerca il 39% dei trattati ha realizzato pubblicazioni in riviste di carattere scientifico, il 15% altre pubblicazioni e l 11% pubblicazioni di carattere tecnico o commerciale 71. Inoltre l 1,4% dei dottori ha realizzato brevetti nell ambito del suo lavoro. In riferimento ai partecipanti ai master, solo il 2,4% degli intervistati ha realizzato pubblicazioni su riviste scientifiche, il 4% altre pubblicazioni e il 2% pubblicazioni di carattere tecnico o commerciale. In questo caso la realizzazione di brevetti ha coinvolto solo lo 0,2% dei trattati. Nel complesso, se da una parte il contributo alla attività di ricerca, soprattutto per i partecipanti ai dottorati, sembra rilevante, dall altra l obiettivo delineato dal PON Ricerca di favorire l upgrading tecnologico del sistema produttivo meridionale sembra soddisfatto solo in parte. Da un lato, infatti, i dottorati sembrano formare prevalentemente occupati nel settore pubblico, e tuttavia in riferimento agli occupati in aziende private contribuiscono al rafforzamento del settore R&S con un 25% circa di occupati in tale area. Dall altro, in riferimento al master, per il quale l azienda privata risulta essere l esito prevalente, la percentuale di occupati che si occupa di attività considerate in vario grado innovative risulta di gran lunga più ridotta. 5.8 Il contributo dell alta formazione allo sviluppo della ricerca 69 Sulla base dello svolgimento di almeno una di queste attività è stato costruito un indicatore che esprime le possibilità di sviluppo professionale. Per dettagli si rimanda al capitolo 6, sulla qualità del lavoro trovato. 70 In questo caso i dati sono riferiti a tutti i partecipanti ai corsi e non solo a coloro che si dichiarano occupati. Va tenuto presente, tuttavia, che gli output delle attività di ricerca risultano prodotti in misura maggiore da questi ultimi. 71 Le percentuali non sono sommabili, il questionario consentiva risposte multiple. 5 GLI ESITI OCCUPAZIONALI 105

108 5.9 IL CONFRONTO TRA DOTTORATI E MASTER RISPETTO ALL INSERIMENTO OCCUPAZIONALE Il confronto tra dottorati e master proposto in questo paragrafo ha come obiettivo quello di mettere in evidenza le principali differenze o uniformità osservate tra i due percorsi in termini di esiti occupazionali dei partecipanti, rilevati a sei mesi dalla conclusione delle attività formative. Tale confronto deve tener conto del fatto che si tratta di due tipologie formative molto diverse tra loro, non solo per la durata delle attività - l una triennale, l altra mediamente annuale - ma anche per gli sbocchi occupazionali normalmente associati ai due percorsi (in particolare il dottorato rappresenta ancora un passaggio obbligato verso l inserimento nell università). Inoltre, mentre nel caso dei dottorati gli ambiti disciplinari coincidono sostanzialmente con quelli della laurea, consentendo un analisi degli esiti rispetto al complesso della formazione ricevuta, nel caso dei master le aree tematiche risultano spesso trasversali a più ambiti disciplinari e possono contenere al loro interno più tipologie formative. Ciononostante, l obiettivo del PON Ricerca di formare professionalità ad elevata qualificazione da mettere a disposizione dello sviluppo del Mezzogiorno, in particolare delle imprese di piccole e medie dimensioni, accomuna i due percorsi e rappresenta un terreno comune di confronto. In particolare, la comparazione si concentra sulle principali caratteristiche del lavoro trovato (settore di sbocco, contratto, reddito, inquadramenti, etc.), contribuendo a identificare la condizione lavorativa degli occupati in possesso di un titolo di dottorato o di un altro titolo post-laurea di elevata specializzazione. Guardando agli esiti occupazionali, i tassi di inserimento lavorativo a sei mesi dalla conclusione del corso risultano nettamente più elevati per i partecipanti ai corsi di dottorato rispetto agli altri corsi post-laurea, con uno scarto a favore dei dottori di circa +25% (graf. 5.20), in parte attribuibile alla diversa età media dei due gruppi. La difficoltà di ingresso nel mercato del lavoro per chi ha partecipato ad un master trova riscontro in un 41,6% di individui che a sei mesi alla conclusione del corso risulta ancora alla ricerca di un occupazione (a fronte del 20% tra i dottori). Inoltre, come si vedrà più oltre, tale difficoltà si manifesta nell elevato livello di mobilità geografica per motivi di lavoro. Infatti, tra i partecipanti ad un master residenti nel mezzogiorno il 21% degli occupati si è spostato in una regione del centro-nord rispetto all 8% dei dottori di ricerca Cfr. Par GLI ESITI OCCUPAZIONALI

109 73,4 52,2 61,5 40,2 67,1 43,3 Grafico 5.20 Partecipanti ai dottorati e master finanziati dal PON Ricerca. Tassi di inserimento occupazionale a sei mesi per genere Uomini Donne Totale Dottorato Master Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Analoghe tra i due percorsi sono, invece, le differenze di genere: per entrambi le tipologie formative, l accesso delle donne ad un occupazione a sei mesi dalla conclusione delle attività è decisamente più difficile, con uno scarto in entrambi i casi di 12 punti percentuali nei tassi di inserimento occupazionale. Con riferimento alle aree disciplinari dei progetti, entrambi i percorsi evidenziano una performance occupazionale migliore nei partecipanti a corsi afferenti al settore scientifico-tecnico (MST) rispetto a quelli compresi tra le scienze umanesociali, anche se, come già osservato, tale confronto risente di una forte disomogeneità di tematiche all interno dei due aggregati che fanno riferimento a percorsi di tipo scientifico e di tipo socio-umanistico e medico, tale da rendere tale confronto solo parzialmente significativo (graf. 5.21). Va notato, inoltre, come tra i partecipanti a corsi di master afferenti al settore MST si osservi una maggiore proporzione di individui che ha trovato lavoro in una regione del centro-nord. 5 GLI ESITI OCCUPAZIONALI 107

110 Grafico 5.21 Partecipanti ai dottorati e master finanziati dal PON Ricerca Tassi di inserimento occupazionale a sei mesi per settore disciplinare 69,7 44,5 64,9 41,5 67,1 43,3 Settore MST Altri settori Totale Dottorato Master Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Rispetto ai singoli contesti regionali 73, i tassi di occupazione riferiti ai due percorsi segnalano mercati del lavoro locali in cui l inserimento lavorativo può essere più o meno agevole, indipendentemente dal tipo di formazione post-laurea ricevuta (graf. 5.22): infatti, similmente per il dottorato e il master la Campania e la Sardegna risultano i contesti più dinamici per chi possiede un titolo post-laurea, viceversa Puglia e Basilicata registrano maggiori difficoltà di assorbimento di personale ad elevata qualificazione. Unica eccezione è la Calabria in cui il dottorato registra i rendimenti migliori tra le Regioni del Mezzogiorno, ma anche quelli peggiori per i percorsi di tipo master. 73 Il riferimento è alla regione di svolgimento dell attività formativa GLI ESITI OCCUPAZIONALI

111 57,9 40,5 68,3 38,3 67,5 46,4 65,3 40,8 73,3 46,2 67,0 43,9 67,0 43,3 Grafico 5.22 Partecipanti ai dottorati e master finanziati dal PON Ricerca. Tassi di inserimento occupazionale a sei mesi per regione Basilicata Calabria Campania Puglia Sardegna Sicilia Totale Dottorato Master Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR In riferimento agli obiettivi del PON Ricerca di rafforzamento del settore produttivo meridionale, è utile confrontare gli sbocchi occupazionali dei due percorsi formativi in relazione agli organismi di sbocco, ai settori di attività economica e alla dimensione aziendale. Rispetto al mercato di sbocco, i percorsi lavorativi dei due target di formati risultano molto differenziati: mentre per i dottori l inserimento nelle università risulta il più comune (43% a fronte del 5% dei partecipanti al master), confermando il ruolo del dottorato come primo passo verso la carriera accademica, per gli specializzati l azienda privata rappresenta lo sbocco prevalente (50% a fronte del 14% dei dottori) (graf. 5.23). I due percorsi risultano accomunati da percentuali analoghe di formati occupati presso istituti scolastici e enti di formazione (circa il 8%), mentre in riferimento al settore pubblico per i dottorati un peso più rilevante lo hanno ospedali, aziende sanitarie e enti di ricerca pubblici, mentre per il master aziende pubbliche e pubblica amministrazione. 5 GLI ESITI OCCUPAZIONALI 109

112 Grafico 5.23 Partecipanti ai dottorati e master finanziati dal PON Ricerca. Occupati per ente/organismo/ azienda Università, consorzio università o interuniversitario Istituto scolastico o centro di formazione Ente di ricerca 5,2 7,4 8,4 6,8 6,6 43,0 Policlinico o clinica universitaria 0,8 0,2 Ospedale, azienda sanitaria o altro istituto pubblico sanitario 0,9 6,0 Pubblica amministrazione, difesa, assicurazione sociale obbligatoria 4,2 7,2 Azienda pubblica 1,6 3,9 Azienda privata 13,6 49,5 Lavoro autonomo 15,7 13,4 Altro 0,8 4,7 Dottorato Master Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR In termini di genere, sia per i dottorati che per i master la componente di occupazione femminile appare prevalente nella scuola, mentre nelle aziende private prevalgono gli uomini. In particolare tra i partecipanti al master dove si osserva uno scarto di oltre 20 punti percentuali a favore degli uomini. Differenze si riscontrano, invece, in riferimento agli occupati all università: in prevalenza donne nel caso del dottorato, uomini per il master. Riguardo i settori di attività economica, in entrambi i casi l industria in senso stretto ha un peso molto ridotto (7% per il dottorato e 11% per il master), mentre prevale nettamente il settore dei servizi. Per i partecipanti a corsi di specializzazione post-laurea si osserva dunque quella tendenza alla terziarizzazione 74, già evidente per i laureati, rispetto alla struttura occupazionale complessiva del paese. 74 Potestio P., Una nota sul reddito dei giovani laureati, in Almalaurea (a cura di), op. cit GLI ESITI OCCUPAZIONALI

113 In riferimento alla dimensione aziendale, considerando l occupazione nelle aziende private dei due gruppi di formati, si osserva tra gli occupati che hanno seguito un corso di master una maggiore percentuale di persone collocate in una PMI rispetto a quella osservata tra i dottori. In entrambi i gruppi una quota non trascurabile di occupati è inserita in contesti aziendali di grandi dimensioni (graf. 5.24). 5.9 Il confronto tra dottorati e master rispetto all inserimento occupazionale 37,5 Dottorato Grafico 5.24 Dottorati e master finanziati dal PON Ricerca. Occupati per dimensione aziendale (PMI e grandi imprese) 62,5 PMI Grandi imprese Master 27,4 72,6 PMI Grandi imprese Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Le differenze riscontrate tra i due gruppi in riferimento al tipo di ente o organismo di sbocco trovano riscontro nell area aziendale di inserimento e nel tipo di mansioni svolte. Rispetto all area di inserimento nell azienda/ente/organismo, il dottorato riesce a favorire un inserimento maggiore nel settore della ricerca (50%); il master invece orienta più fortemente verso un tipo di occupazione più 5 GLI ESITI OCCUPAZIONALI 111

114 5.9 Il confronto tra dottorati e master rispetto all inserimento occupazionale operativa, come l amministrazione, il marketing e le vendite e la produzione e logistica 75. Ciò si riflette anche nella possibilità di produrre output tipici dell attività di ricerca come le pubblicazioni su riviste: il 92,9% dei partecipanti ad un master dichiara di non aver realizzato pubblicazioni, contro il 45,3% dei dottori di ricerca. Gli indicatori sull attività lavorativa presi in considerazione segnalano quindi differenze rilevanti: mentre i dottori si occupano in misura rilevante di ricerca, i partecipanti ad un corso post-laurea sono decisamente meno orientati verso questo tipo di attività e inseriti in contesti meno innovativi. Se per i dottori questo risultato era comunque prevedibile e in qualche modo scontato, l esito riferito ai partecipanti agli altri corsi di formazione mostra una minore rispondenza di tali interventi agli obiettivi di programmazione. I due percorsi segnalano alcune differenze nella disciplina contrattuale. I contratti di collaborazione 76 nel complesso risultano diffusi tra i formati di entrambe le tipologie, sebbene per i master prevalgano quella a progetto e per i dottorati quelle coordinate e continuative (più diffuse nella pubblica amministrazione). In riferimento al lavoro di tipo dipendente il contratto a tempo indeterminato è più diffuso tra i dottori (30,4% rispetto a 15,7%) mentre tra i partecipanti ai master è più alta la quota di coloro che hanno un contratto a tempo determinato (graf. 5.25). Grafico 5.25 Partecipanti ai dottorati e master finanziati dal PON Ricerca. Tipologia contrattuale 30,4 15,7 26,0 20,1 36,3 13,8 23,8 Dottorato Master 6,7 1,1 4,6 4,7 4,6 5,6 0,4 1,7 0,3 0,6 0,9 0,9 1,2 Contratto di lavoro a tempo indeterminato Contratto di lavoro a tempo determinato Contratto di formazione Contratto di collaborazione coordinata e continuativa Contratto di lavoro occasionale Contratto di lavoro a progetto Contratto di lavoro con agenzia interinale Contratto intermittente o a chiamata Rapporto di tipo sovvenzionato Accordo informale che non prevede pagamento dei contributi Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR 75 Nel caso dei master l area della ricerca assorbe il 12% degli occupati. 76 Il riferimento è all aggregazione dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa, occasionale e a progetto GLI ESITI OCCUPAZIONALI

115 La durata media dei contratti a termine conferma la relativa maggiore precarietà degli inserimenti occupazionali di chi ha partecipato ad un master rispetto ai dottori di ricerca: per questi ultimi la durata media si attesta sugli 11 mesi, rispetto ai 9 dei formati con un master. L occupazione trovata dai partecipanti ai master risulta maggiormente atipica anche in riferimento alla maggiore diffusione del part-time. La scelta del part-time che è in entrambi i casi prevalentemente femminile, assume valori più elevati tra le donne che hanno partecipato ad un master. In modo corrispondente si osservano differenze anche negli orari medi settimanali di lavoro: i formati con un master lavorano mediamente 33 ore, rispetto alle 34 dei dottori di ricerca. 5.9 Il confronto tra dottorati e master rispetto all inserimento occupazionale Grafico 5.26 Partecipanti ai dottorati e master finanziati dal PON Ricerca. Reddito medio mensile per genere Uomini Donne Dottorato Master Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR La diversa entità dell investimento in capitale umano nel caso di partecipazione ad un dottorato piuttosto che ad un master trova riscontro nei differenziali di reddito. Comuni sono invece all interno dei due gruppi di formati i differenziali retributivi di genere (graf. 5.26). Va notato, tuttavia, che in termini di reddito orario il differenziale di genere si riduce fortemente soprattutto per i dottorati. 5 GLI ESITI OCCUPAZIONALI 113

116 5.9 Il confronto tra dottorati e master rispetto all inserimento occupazionale In sintesi, dal punto di vista della disciplina contrattuale, i due target sono accomunati da rapporti di lavoro tendenzialmente precari, di breve durata e con retribuzioni medio-basse, anche se questa precarietà tende ad essere più evidente tra gli occupati che hanno partecipato ad un master. Similmente per i due percorsi si segnalano forti divari di genere a sfavore delle donne, le quali soffrono di una maggiore precarietà nei rapporti di lavoro. Va rilevata inoltre una maggiore propensione ad avviare un attività autonoma da parte delle donne partecipanti ai corsi di master rispetto alle colleghe dottori di ricerca. In entrambi i casi si osserva la tendenza ad una maggiore precarizzazione dei rapporti di lavoro nel comparto pubblico, a cui era tradizionalmente associata un tipo di occupazione più stabile. L analisi degli aspetti contrattuali dell impiego evidenzia come le trasformazioni intervenute nel mercato del lavoro in direzione di una maggiore flessibilità e instabilità dei rapporti di lavoro riguardino in misura elevata anche il segmento con i più alti livelli di istruzione. Come noto, il deterioramento dei termini dello scambio alla base del modello fordista del lavoro - subordinazione in cambio di sicurezza - entrato in crisi già da alcuni decenni- ha subito un accelerazione negli ultimi anni. Nell ambito del lavoro subordinato o ad esso assimilabile è andata crescendo l insicurezza e la precarietà lavorativa. Anche dall analisi qui realizzata emerge come il lavoro trovato da partecipanti a corsi di alta formazione sia prevalentemente di tipo atipico in quanto parasubordinato o comunque di breve durata e con una bassa retribuzione, connotandosi, quindi, come lavoro precario. Resta, tuttavia, da stabilire in che modo queste modalità di ingresso nel mercato del lavoro si riflettano nei percorsi professionali successivi. Particolarmente interessante in questa ottica sarà l analisi del tipo di lavoro svolto dai formati a 18 mesi 77 dalla conclusione dei corsi, in quanto permetterà di analizzare l evoluzione delle condizioni lavorative e di valutare in che misura il lavoro precario rappresenti un primo passo verso un inserimento stabile nell occupazione piuttosto che un intrappolamento per la vita 78. Anticipando quanto sarà approfondito più avanti, si evidenziano differenze significative tra master e dottorato anche in riferimento al giudizio espresso dagli intervistati sulla utilità del corso rispetto all impiego trovato 79. L esito occupazionale è associato positivamente alla partecipazione al corso dal 60% circa dei dottori e dal 48,5% dei partecipanti ad un master. A giudizio dei formati, sembra dunque che la partecipazione ad un dottorato sia più utile del master per inserirsi nel mondo del lavoro. Nell interpretare tali dati, tuttavia, va tenuto presente che il giudizio espresso non necessariamente attiene alla efficacia dei corsi in riferimento alla sfera delle competenze sviluppate. Il giudizio espresso può infatti segnalare tanto il successo del corso nel fornire delle competenze immediata- 77 L indagine è attualmente in corso. 78 Massimo Paci, Nuovi lavori, nuovo welfare. Sicurezza e libertà nella società attiva, Il Mulino, Si veda oltre capitolo GLI ESITI OCCUPAZIONALI

117 mente spendibili sul mercato del lavoro, quanto la capacità di attivare dei contatti per agevolare l inserimento occupazionale. Appare interessante segnalare come nel giudizio sull utilità del corso rispetto ai due macro-settori disciplinari, dottorati e master presentino valori contrapposti: in particolare i percorsi di tipo master nel settore delle scienze-umane e sociali sono considerati più utili rispetto ai dottorati in analoghe aree disciplinari, a significare come una formazione maggiormente mirata alla creazione di specifiche competenze professionali quale quella in genere fornita dai master possa trovare diversa accoglienza sul mercato del lavoro in funzione del settore disciplinare. Secondo il giudizio degli intervistati, i dottorati di ricerca rispetto ai master risultano avviare ad impieghi maggiormente coerenti con la formazione ricevuta, sia rispetto al livello che al tipo di competenze richieste. Infatti, mentre il dottorato assicura una buona coerenza del lavoro svolto con i contenuti del percorso formativo nel 77% dei casi, per i master l analoga percentuale scende al 47,9%. Anche in questo caso i master nei settori delle scienze umane e sociali presentano percentuali sopra il valore medio (53,8%). Inoltre, in termini di adeguatezza del titolo rispetto alle mansioni svolte il dottorato registra un giudizio maggiormente positivo (78,2% rispetto al 71,8%) anche se lo scarto appare meno netto. Indipendentemente dal giudizio espresso dagli intervistati, la rispondenza dell impiego trovato con il livello di competenze acquisite può essere analizzato sulla base dell inquadramento professionale. Il tipo di lavoro svolto risulta per entrambi i gruppi di destinatari di alto livello sotto il profilo dell inquadramento (gruppo professionale), anche se si osservano fenomeni di overeducation maggiori tra i master rispetto ai dottori (il 16% degli intervistati si colloca tra le professioni intermedie rispetto al 5,5% dei dottori) (graf. 5.27). 5.9 Il confronto tra dottorati e master rispetto all inserimento occupazionale 92,8 67,7 Grafico 5.27 Partecipanti ai dottorati e master finanziati dal PON Ricerca per gruppo professionale dello sbocco lavorativo 0,5 1,2 5,5 15,9 14,0 0,9 0,2 1,1 Legislatori, dirigenti e imprenditori Professionisti intellettuali ad elevata specializzazione Professioni intermedie Professioni esecutive di amministrazione e gestione Altro Dottorato Master Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR 5 GLI ESITI OCCUPAZIONALI 115

118 5.9 Il confronto tra dottorati e master rispetto all inserimento occupazionale Sia per i dottori di ricerca che per individui in possesso di un diverso titolo di studio post-laurea risulta presente il trade-off tra stabilità precoce e adeguatezza del titolo con il lavoro svolto: infatti fenomeni di overeducation risultano più diffusi tra coloro che hanno un rapporto di lavoro alle dipendenze, ovvero coloro che possono contare su un occupazione immediatamente stabile GLI ESITI OCCUPAZIONALI

119 5.10 LA MOBILITÀ GEOGRAFICA Oggetto di questo paragrafo è la mobilità per lavoro dei partecipanti ai corsi di alta formazione finanziati dal PON Ricerca. La dimensione del fenomeno viene valutata identificando quanti hanno trovato lavoro in regione, macroarea o stato diverso da quello di residenza al momento di presentazione della domanda di partecipazione al corso 80. In riferimento a quanti si sono spostati per ragioni di lavoro, viene poi ricostruito il percorso di mobilità geografica, indagando se il luogo di lavoro fosse già presente nel percorso formativo dell interessato. In primo luogo vengono analizzati i percorsi di mobilità geografica dei partecipanti ai dottorati, limitatamente a coloro che al momento dell iscrizione risiedevano nelle regioni del Mezzogiorno 81. A sei mesi dalla conclusione del relativo ciclo di dottorato, il 16% circa degli occupati ha trovato lavoro al di fuori della regione in cui risiedeva quando ha presentato la domanda di ammissione. Tale dato si compone di un 8,1% di occupati in una regione del centro-nord, 4,6% in una regione del Mezzogiorno diversa da quella in cui risiedeva, cui si aggiunge un 3,5% di occupati all estero ad appena sei mesi dalla conclusione del ciclo di dottorato (graf. 5.28). 83,8 73,4 21,2 Grafico 5.28 Partecipanti a dottorati e master finanziati dal PON Ricerca. Confronto tra regione di lavoro e area geografica di residenza al momento dell iscrizione 4,6 4,9 8,1 3,5 0,6 Nella stessa regione di residenza In un'altra regione nella stessa macroarea geografica In altra macroarea della regione di residenza In un altro stato Dottorato Master Nota: Le elaborazioni si riferiscono al sotto campione dei residenti al Sud al momento dell iscrizione Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR 80 L informazione sulla regione di nascita, che pure sarebbe stato interessante considerare, non è risultata disponibile. 81 Circa un 6% degli ammessi ai dottorati, al momento della presentazione delle domanda di ammissione risultava risiedere in regione del centro-nord. Se consideriamo anche costoro nell analisi la percentuale di coloro che hanno trovato lavoro al di fuori della regione in cui risiedevano sale al 19%. 5 GLI ESITI OCCUPAZIONALI 117

120 5.10 La mobilità geografica La maggior parte di coloro che si sono spostati all estero lavora presso una università (50,7%), ma vi è anche una quota ragguardevole di occupati presso imprese private (25,4%) o enti pubblici di ricerca (14,1%). Sono soprattutto i dottori in farmacia, medicina veterinaria e scienze matematiche fisiche e naturali a spostarsi all estero per motivi di lavoro (la percentuale varia tra il 6,2% e il 7,9% degli occupati nei diversi casi) (tab. 5.4). Nel centro-nord ci si sposta invece prevalentemente per lavorare in una impresa privata (48,5%) o per lavorare nel comparto pubblico, all interno delle pubblica amministrazione (12,3%) o in un istituto scolastico (13,5%). Infine, coloro che si sono spostati in un altra regione del Mezzogiorno lavorano prevalentemente all università o nella pubblica amministrazione (rispettivamente nel 30,4% e 13% dei casi) o hanno avviato una attività autonoma (13%) GLI ESITI OCCUPAZIONALI

121 Tabella 5.4 Partecipanti ai dottorati e master finanziati dal PON Ricerca. Confronto tra regione di lavoro e area geografica di residenza al momento dell iscrizione per ente/azienda di sbocco lavorativo In altra regione del sud Nel centro-nord In un altro Stato Nella stessa regione di residenza Sbocco lavorativo Dottorato Master Dottorato Master Dottorato Master Dottorato Master 47,0 6,0 30,4 3,1 8,6 3,5 50,7 0,0 Università, consorzio università o interuniversitario Istituto scolastico o centro di formazione 7,3 8,5 4,3 4,7 13,5 9,4 0,0 0,0 0,2 1,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Centro servizi di innovazione e trasferimento tecnologico Policlinico o clinica universitaria 0,8 0,3 3,3 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 6,1 1,0 7,6 0,0 6,7 0,0 4,2 0,0 Ospedale, azienda sanitaria o altro istituto pubblico sanitario Ente/istituto pubblico di ricerca 3,7 4,6 9,8 4,7 5,5 0,7 14,1 0,0 Ente/istituto di ricerca privato 1,4 2,4 7,6 7,1 0,0 0,9 5,6 0,0 2,9 5,6 13,0 11,0 12,3 11,8 0,0 0,0 Pubblica amministrazione, difesa, assicurazione sociale obbligatoria Azienda pubblica 1,6 3,2 4,3 0,0 2,5 8,0 0,0 0,0 Azienda privata 9,9 45,2 3,3 69,3 48,5 56,4 25,4 100,0 Organismo non-profit 0,0 1,3 3,3 0,0 0,0 0,9 0,0 0,0 Lavoro autonomo 18,3 16,7 13,0 0,0 2,5 6,4 0,0 0,0 Altro 0,8 4,2 0,0 0,0 0,0 2,1 0,0 0,0 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Tabella 5.4 Partecipanti ai dottorati e master finanziati dal PON Ricerca. Confronto tra regione di lavoro e area geografica di residenza al momento dell iscrizione per ente/azienda di sbocco lavorativo 5 GLI ESITI OCCUPAZIONALI 119

122 5.10 La mobilità geografica L analisi della distribuzione delle forme contrattuali per sede di impiego evidenzia come la mobilità per ragioni di lavoro all interno del territorio italiano trovi contropartita in tutele contrattuali mediamente più forti. In particolare tra coloro che per lavorare si sono spostati nel centro-nord la percentuale di dipendenti a tempo indeterminato risulta del 47% mentre è del 31% per il complesso degli occupati. Chi ha scelto di lavorare all estero, invece, risulta nella maggior parte dei casi occupato con contratti alle dipendenze di tipo temporaneo. Considerando i percorsi di mobilità geografica dei partecipanti ai master emerge un quadro in parte diverso. Sempre circoscrivendo l analisi ai residenti nel Mezzogiorno 82, si osserva che sale al 26,7% la percentuale di occupati in regione diversa da quella in cui risiedevano prima della partecipazione ai corsi. Oltre un individuo su quattro, cioè, per lavorare ha lasciato la regione in cui risiedeva. A differenza di quanto riscontrato per i dottori di ricerca, tuttavia, risulta quasi trascurabile la percentuale di coloro che si sono trasferiti all estero (0,6%). Solo limitatamente ai partecipanti a corsi nell ambito delle nuove tecnologie per le attività produttive e dei trasporti si osserva una percentuale rilevante di individui che lavorano all estero (in entrambi i casi oltre il 4%). Rispetto ai dottorati aumenta vistosamente la percentuale di coloro che si sono spostati al centro-nord (21,2%). In particolare si tratta di individui provenienti da corsi negli ambiti disciplinari dei trasporti, delle tecnologie dell informazione e della comunicazione, e delle produzioni agro-alimentari. Come riscontrato per i dottorati, chi si sposta al centro-nord lo fa prevalentemente per lavorare in una impresa privata 56,4%, o, in misura minore, nella pubblica amministrazione e in istituti scolastici (rispettivamente 11,8% e 9,4% dei casi). Vi è infine un 5% circa di occupati che si sono trasferiti in un altra regione del Mezzogiorno, anche in questo caso prevalentemente per lavorare in una azienda privata. Dal punto di vista delle tutele contrattuali, nel caso dei master, i tempi indeterminati sono maggiori tra coloro che si sono spostati in altra regione del Mezzogiorno (24,2%) rispetto alla media registrata sul totale degli occupati (15,8), mentre si riducono tra chi si è spostato nel centro-nord (11,9%). Questi ultimi presentano inoltre una minore percentuale di impieghi di tipo parasubordinato. Nel complesso, tra gli occupati dei corsi di master rispetto a quelli del dottorato aumenta del 10% circa la percentuale di individui che hanno cambiato regione per trovare lavoro. Questo dato non è da sottovalutare considerando che si tratta di soggetti che dopo il conseguimento della laurea hanno deciso di seguire un corso di perfezionamento nel Mezzogiorno e pertanto non tiene conto di quanti per lavoro o per studio hanno deciso di spostarsi appena laureati. Per avere un idea della rilevanza del dato registrato a sei mesi dalla conclusione del corso si osserva che, a tre anni dalla laurea, circa il 39% dei laureati meridionali lavora nel 82 Nuovamente il riferimento è alla regione di residenza al momento della iscrizione ai corsi. Nel caso dei master risiedevano nel Mezzogiorno la quasi totalità degli allievi GLI ESITI OCCUPAZIONALI

123 centro-nord 83. La fuga di capitale qualificato dal Mezzogiorno appare quindi di rilievo; tale aspetto si associa, inoltre, alla mancanza di scambio di cervelli tra le due aree geografiche e a una fuoriuscita di laureati a sfavore del Mezzogiorno, come dimostra la scarsa mobilità dal centro-nord al sud rilevata attraverso altre indagini 84. Il mercato estero e, in particolar modo, le università straniere sembrano attrarre i dottori di ricerca piuttosto che gli altri specializzati. Infatti, tra i partecipanti ai corsi di master gli occupati all estero rappresentano un quota trascurabile e l università risulta un ente di sbocco poco rilevante. Al contrario per i dottori in ricerca l accademia straniera risulta determinante nel motivare lo spostamento all estero. In riferimento a coloro che per motivi di lavoro hanno cambiato regione, ci si è chiesti se il percorso formativo precedente abbia giocato un ruolo nel determinare la regione di destinazione 85. In particolare si è posta a confronto la regione in cui l individuo risulta occupato con la regione di residenza al momento dell iscrizione e con la regione in cui ha svolto, rispettivamente, il corso di laurea, le attività di alta formazione 86, lo stage o parte della formazione post laurea 87. In riferimento ai dottori di ricerca, il luogo di svolgimento degli studi accademici risulta meno rilevante (1,4%) nel determinare la sede di lavoro rispetto al luogo in cui è stato realizzato lo stage/tirocinio (3,3%) (graf. 5.29) La mobilità geografica 83 Cfr. Indagine ISTAT sui percorsi di studio e di lavoro dei laureati. 84 D. Cariaci (2005), La fuga del capitale umano qualificato dal Mezzogiorno: un catching-up sempre più difficile, in Rivista economica del Mezzogiorno, n Anche in questo caso l analisi è stata svolta limitatamente a coloro che al momento dell iscrizione ai corsi risiedevano nel Mezzogiorno. 86 Se in regione diversa da quella di laurea. 87 Nuovamente se in regione diversa da quella in cui sono state svolte la attività precedentemente considerate. 5 GLI ESITI OCCUPAZIONALI 121

124 Grafico 5.29 Partecipanti ai dottorati e master finanziati dal PON Ricerca. La regione di lavoro coincide con la regione di: residenza, laurea, svolgimento dell intervento formativo, svolgimento stage/tirocinio, svolgimento di parte della formazione in aula 83,8 73,3 Regione di residenza 4,1 1,4 0,6 1,3 Regione di laurea Regione dell intervento 3,3 8,2 Regione dello stage-tirocinio 1,2 0,2 Formazione in aula 9,8 12,9 Nessuno di questi Dottorato Master Nota: Le elaborazioni si riferiscono al sotto campione dei residenti al Sud al momento dell iscrizione Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR La percentuale di individui che lavora nella stessa regione in cui ha svolto uno stage o attività di tirocinio sale all 11% se si fa riferimento esclusivamente agli occupati nel centro-nord. È interessante notare come tra coloro che lavorano all estero rispettivamente il 50% e il 15,7% si sono spostati nel paese in cui hanno svolto attività di stage e di formazione in aula, ad indicare come in questo caso l esperienza pregressa sia determinante rispetto alle scelte di mobilità. Per quanto riguarda i partecipanti ai master, tra coloro che lavorano in regione diversa da quella in cui risiedevano prima della partecipazione ai corsi (26,7%), oltre la metà si è spostata nella regione in cui ha conseguito la laurea, seguito il corso di alta formazione o lo stage (rispettivamente il 4,1%, l 1,3 e l 8,2% degli occupati), mentre il 13% circa si è spostato in una regione con cui non risultano precedenti legami. La rilevanza dello stage nel determinare il luogo di lavoro sale al 35% se ci si concentra sugli occupati che lavorano nel centro-nord. Nel complesso emerge come lo stage rappresenti uno strumento rilevante nell agevolare la mobilità geografica in direzione del centro-nord, soprattutto nel caso dei master, per i quali l azienda privata e in diversa misura la pubblica amministrazione rappresentano i principali datori di lavoro. In riferimento ai dottorati, il luogo in cui si è svolto lo stage o partecipato a corsi accademici risulta rilevante nel determinare lo spostamento all estero. All estero ci si muove soprattutto per fare ricerca presso università o enti pubblici e pertanto, non sorprendentemente, lo spostamento in altri paesi riguarda quasi esclusivamente coloro che hanno conseguito un dottorato GLI ESITI OCCUPAZIONALI

125 capitolo 6 LA QUALITÀ DEL LAVORO 6.1 GLI ASPETTI GENERALI Favorire un migliore inserimento occupazionale dei laureati in termini qualitativi, oltre che quantitativi, rappresenta un punto nodale dell Asse III del PON Ricerca, rivolto allo sviluppo di capitale umano di eccellenza. L accesso a posti di lavoro migliori non solo rappresenta, come ovvio, un esito maggiormente desiderabile per i destinatari diretti degli interventi di alta formazione, ma riveste un ruolo strategico più complessivo rispetto all obiettivo dell Asse di creare capacità autonoma di sviluppo nelle regioni Obiettivo 1, tramite l innalzamento della dotazione e della qualità delle risorse umane. Con questa finalità nell ambito della misura III.1 Miglioramento delle risorse umane nel settore della ricerca e dello sviluppo tecnologico vengono promossi interventi volti alla qualificazione e al rafforzamento del potenziale umano nella ricerca, nella scienza, nella tecnologia. Nelle misure III.2 - Formazione di alte professionalità per lo sviluppo della competitività delle imprese con priorità alle PMI - e III.6 - Promozione della partecipazione femminile al mercato del lavoro - viene promosso l inserimento dei giovani e delle donne laureate nel mercato del lavoro e favorito l innalzamento del contenuto scientifico-tecnologico delle produzioni meridionali. Infine, con la misura III.4 Formazione superiore e universitaria, viene promossa l offerta di una formazione superiore e universitaria in grado di rispondere al fabbisogno di elevati profili professionali. Obiettivo comune di queste misure è quello di innalzare l offerta di profili professionali di eccellenza in raccordo con l evoluzione della domanda di lavoro qualificato nel Mezzogiorno. Infatti, come evidenziato nel PON Ricerca, nell area convivono due fenomeni antitetici, da una parte l esistenza di personale altamente qualificato costretto a ricercare lavoro in aree esterne al Mezzogiorno, dall altra la presenza di imprese operanti nei settori maggiormente innovativi che hanno difficoltà a trovare il personale altamente qualificato richiesto dalla ristrutturazione organizzativa e fun- 6 LA QUALITÀ DEL LAVORO 123

126 6.1 Gli aspetti generali zionale associata alla proiezione su nuovi mercati e alla diffusione di nuove tecnologie 88. Pertanto, anche a prescindere dagli interventi del PON Ricerca direttamente rivolti al lato della domanda di lavoro, ci si aspetta che le azioni di qualificazione dell offerta si traducano in maggiore qualità degli sbocchi occupazionali per l operare di due meccanismi: una maggiore corrispondenza tra domanda e offerta di personale altamente qualificato e una modifica delle convenienze dei soggetti economici ad orientarsi verso scelte di innovazione e sviluppo, con conseguente domanda di personale qualificato. Il paragrafo che segue intende valutare l efficacia dei corsi di alta formazione realizzati con il cofinanziamento del FSE alla luce della qualità degli sbocchi occupazionali dei partecipanti agli interventi. A tale fine verrà ricostruito un indicatore sintetico della qualità del lavoro traendo spunto dal dibattito comunitario sull argomento. Il concetto di qualità del lavoro ha acquistato rilevanza nell ambito delle politiche comunitarie a partire dal Consiglio europeo di Lisbona (2000) che ha posto l accento sulla creazione di nuovi e migliori posti di lavoro. Su quella scia la Commissione europea in una Comunicazione del 2001 ha identificato 10 dimensioni della qualità degli impieghi, proponendo un insieme di indicatori volti a monitorarne l evoluzione nei paesi europei 89. Successivamente, Employment in Europe 2001, facendo riferimento ad alcune delle dimensioni della qualità identificate dalla Commissione, ha suggerito una tassonomia degli impieghi sulla base dei dati del European Community Household Panel (ECHP). Le dimensioni scelte sono quelle risultate empiricamente maggiormente rilevanti per spiegare la soddisfazione rispetto al lavoro: sicurezza contrattuale; livello salariale/produttività; accesso alla formazione e progressione di carriera. Sulla base di queste dimensioni gli impieghi possono essere distinti in quattro categorie: di buona qualità, di qualità ragionevole, poco retribuiti e senza prospettive. Analogamente a quanto suggerito in Employment in Europe 2001, in questo lavoro viene ricostruita una tassonomia degli impieghi facendo riferimento a tre dimensioni della qualità del lavoro: retribuzione/produttività, tutela contrattuale e possibilità di sviluppo professionale 90. Va notato, tuttavia, che l indicatore qui ricostruito si discosta da quanto suggerito nel rapporto sopra citato in riferimento alla variabile utilizzata come proxy della possibilità di sviluppo professionale. Infatti, nel nostro caso, le possibilità di sviluppo professionale sono messe in relazione allo sviluppo di competenze che si realizza on the job, tramite lo svol- 88 Cfr. Programma Operativo Nazionale per le regioni Obiettivo 1 Ricerca Scientifica, Sviluppo Tecnologico, Alta formazione , par. 1.4 Il sistema dell alta formazione. 89 Cfr. European Commission (2001), Employment and social policies: a framework for investing in quality, Communication from the Commission to the Council, the European Parliament, the Economic and Social Committee and the Committee of the Regions, COM(2001) 313 final, Brussels, Per maggiori dettagli vedi capitolo 3 sugli indicatori LA QUALITÀ DEL LAVORO

127 gimento di mansioni non ripetitive, piuttosto che alle attività formative in aula, come registrato dalla variabile sull accesso ai corsi aziendali utilizzata nel rapporto europeo. Inoltre, lo stesso indicatore è stato costruito anche per i lavori di tipo autonomo, estendendo, ove possibile, a questa categoria i concetti originariamente definiti per il lavoro dipendente. Va notato, tuttavia, che la dimensione della tutela contrattuale in riferimento al lavoro autonomo perde significato. Si è pertanto convenuto di collocare per default i lavoratori autonomi nella categoria tutelati. 6.1 Gli aspetti generali 6 LA QUALITÀ DEL LAVORO 125

128 6.2 GLI ESITI OCCUPAZIONALI DEI PARTECIPANTI AI CORSI DI DOTTORATO RISPETTO ALLA QUALITÀ DEL LAVORO Prima di procedere ad un analisi degli esiti occupazionali sulla base della tassonomia sopra ricostruita, è utile analizzare separatamente i diversi aspetti caratterizzanti gli impieghi nella definizione dell indicatore sintetico della loro qualità (graf. 6.1). In primo luogo si farà riferimento agli esiti occupazionali dei partecipanti ai corsi di dottorato. Un primo aspetto da considerare riguarda la diffusione di lavori a basso reddito in questo segmento della popolazione. Come evidenzia il grafico 6.1, tra i partecipanti ai corsi di dottorato che risultano occupati a sei mesi dalla fine del relativo ciclo, sono circa il 19% coloro che percepiscono un reddito orario al di sotto della soglia che identifica le retribuzioni basse. Grafico 6.1 Qualità del lavoro trovato dai partecipanti ai dottorati finanziati dal PON Ricerca 50,9 66,6 58,4 14,9 23,9 19,2 27,8 28,0 27,9 Basso reddito Precario Senza possibilità di sviluppo Uomini Donne Totale Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR La percentuale varia in base al tipo di azienda o ente presso cui si è impiegati (graf. 6.2). Un alta percentuale di lavori a reddito basso si osserva per i lavoratori autonomi (31%) e, nell ambito dei lavoratori dipendenti, per coloro che lavorano presso un università o un consorzio universitario (26%). Al contrario la percentuale risulta molto ridotta tra i lavoratori degli istituti scolastici (tra cui non risultano redditi bassi), dei policlinici (7,5%) e del settore pubblico (6,6%) LA QUALITÀ DEL LAVORO

129 40,0 35,0 30,0 25,0 20,0 15,0 Grafico 6.2 Percentuale di lavoratori a basso reddito, per azienda o ente in cui sono inseriti, in seguito ad un dottorato finanziato dal PON Ricerca 10,0 5,0 0,0 Università Istituto scolastico Ente ricerca Policlinico Settore pubblico Azienda privata Lavoro autonomo Altro Totale Uomini Donne Totale Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR L incidenza degli impieghi a basso reddito varia in base al settore disciplinare del dottorato di appartenenza (graf. 6.3). Gli esiti migliori, in termini di retribuzione percepita, si osservano per i partecipanti ai dottorati di lettere, lingue e magistero, ingegneria e agraria mentre all estremo opposto si collocano i partecipanti a dottorati in alcune aree disciplinari tradizionalmente legate all esercizio delle libere professioni: giurisprudenza, architettura e medicina veterinaria. 6 LA QUALITÀ DEL LAVORO 127

130 Grafico 6.3 Partecipanti al dottorato finanziato dal PON Ricerca. Percentuale di lavoratori a basso reddito per area disciplinare del corso Agraria Architettettura Economia Farmacia Giurisprudenza Ingegneria Lettere-Lingue-Magistero Medicina e Chirurgia Medicina Veterinaria Scienze Politiche Ss.Mm.Ff.* Totale Uomini Donne Totale * Scienze matematiche fisiche Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Anche la dimensione di genere influisce sulla diffusione dei redditi bassi con le donne che presentano una maggiore probabilità di svolgere lavori poco retribuiti, pari al 24% contro il 15% dei loro colleghi maschi. Una elevata differenza di genere è stata riscontrata per tutte le tipologie di azienda o ente presso cui si è impiegati, considerate nell indagine. In riferimento all università, che rappresenta il principale canale di sbocco dei dottorati, si nota una spiccata differenza di genere nella proporzione dei lavori a basso reddito. Infatti, tra le donne impiegate in tali istituzioni sono il 35% quelle a basso reddito contro il 15% dei colleghi maschi. In riferimento all area disciplinare, le donne risultano svantaggiate nell area tecnico-scientifica mentre in media non si rilevano differenze di genere nella diffusione dei lavori poco retribuiti tra i formati nei restanti ambiti disciplinari (graf. 6.4). Alla luce dell obiettivo comunitario di ridurre il divario tra uomini e donne nel numero di laureati nelle facoltà scientifiche questo dato induce qualche riflessione sulle difficoltà che tale obiettivo incontra a monte delle scelte formative in discriminazioni di genere attuate dal mercato LA QUALITÀ DEL LAVORO

131 10,8 20,0 20,1 20,1 20,0 20,0 15,0 23,5 19,0 Grafico 6.4 Partecipanti al dottorato finanziato dal PON Ricerca. Percentuale di lavoratori a basso reddito per macro-settore disciplinare del corso Settore MST Altri settori Totale Uomini Donne Totale Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Nel complesso si osserva un incidenza leggermente maggiore dei lavori a basso reddito tra i dottorati dell area umanistica piuttosto che scientifica (circa un punto percentuale), sebbene proprio il settore di lettere, lingue e magistero rappresenti un eccezione. La percentuale dei lavori poco retribuiti varia anche in relazione alla regione di svolgimento del dottorato. Le percentuali più basse si osservano nelle tre regioni con minor peso in termini di popolazione dei dottorati: Basilicata, Calabria e Sardegna (graf. 6.5). 6 LA QUALITÀ DEL LAVORO 129

132 Grafico 6.5 Partecipanti al dottorato finanziato dal PON Ricerca. Percentuale di lavoratori a basso reddito per regione di svolgimento corso 20,0 24,8 18,1 10,5 9,2 10,3 Basilicata Calabria Campania Puglia Sardegna Sicilia Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Un secondo aspetto di rilievo è costituito dalle caratteristiche degli impieghi rispetto alla possibilità di consentire sviluppi professionali. Tra gli occupati successivamente alla partecipazione ai corsi di dottorato si osserva una percentuale molto elevata di individui che svolgono mansioni innovative o creative (72%). Come argomentato sopra, tale percentuale è interpretabile come incidenza degli impieghi che offrono possibilità di sviluppo del capitale umano on the job (graf. 6.6) LA QUALITÀ DEL LAVORO

133 Grafico 6.6 Partecipanti al dottorato finanziato dal PON Ricerca. Percentuale di occupati in impieghi che offrono possibilità di sviluppo professionale per azienda o ente in cui sono inseriti 0 Università Istituto scolastico Ente ricerca Policlinico Settore pubblico Azienda privata Lavoro autonomo Altro Totale Uomini Donne Totale Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Le possibilità di crescita professionale variano molto in base al tipo di azienda o ente presso cui si lavora. Non sorprendentemente la percentuale di occupati che svolgono attività innovative, creative o di ricerca è minima per quanti lavorano in istituti scolastici o enti di formazione, pari al 9%, mentre è massima per chi lavora presso enti di ricerca o università, pari rispettivamente al 98% e al 92%. Si osservi come in riferimento al reddito la performance di questi diversi tipi di istituto risultasse invertita, in particolare per quanto riguarda università e istituti scolastici, ad indicare come reddito e possibilità di crescita professionale possano in alcuni casi compensarsi a vicenda. Al di fuori di questi istituti in cui la ricerca rappresenta una componente fondante, la percentuale più elevata di impieghi con possibilità di sviluppo professionale si trova tra gli occupati nelle imprese private (70%). In particolare sono gli occupati maschi delle imprese private a svolgere in misura maggiore attività innovative (78% dei casi), mentre per le donne la percentuale si riduce fortemente (60%). Le mansioni riconducibili ad attività di ricerca e innovazione tecnologica risultano svolte principalmente da individui che hanno svolto il dottorato in materie scientifiche piuttosto che umanistiche. Le percentuali maggiormente elevate (superiori all 80%) si osservano per aree disciplinari quali farmacia, scienze matematiche, fisiche e naturali, agraria e ingegneria, mentre all estremo opposto troviamo lettere ed economia con percentuali inferiori al 50% (graf. 6.7). 6 LA QUALITÀ DEL LAVORO 131

134 Grafico 6.7 Partecipanti al dottorato finanziato dal PON Ricerca. Percentuale di occupati in impieghi che offrono possibilità di sviluppo professionale per area disciplinare dei corsi 120,0 100,0 80,0 60,0 40,0 20,0 0,0 Agraria Architettettura Economia Farmacia Giurisprudenza Ingegneria Lettere-Lingue-Magistero Medicina e Chirurgia Medicina Veterinaria Scienze Politiche Ss.Mm.Ff.* Totale Uomini Donne Totale * Scienze matematiche fisiche Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Va notato come mentre per i dottorati in ingegneria e agraria la rilevanza delle mansioni creative o orientate all innovazione tecnologica si associa ad una alta percentuale di redditi medio alti, il contrario avviene per i dottorati in lettere, lingue e magistero, per i quali la retribuzione potrebbe avere un ruolo di supplenza rispetto alle possibilità di crescita professionale. Si noti che un importante canale di sbocco per i dottorati in questa area è rappresentato dagli istituti scolastici e dagli enti formativi, cui risultano associati livelli retributivi e di tutela contrattuale relativamente buoni a fronte di ridotte possibilità di sviluppo professionale. Il settore disciplinare interagisce anche con la dimensione di genere nel determinare l incidenza degli impieghi che offrono possibilità di crescita professionale. Nel complesso le possibilità di sviluppo professionale risultano bilanciate tra le componenti maschile e femminile, mentre grosse differenze si osservano all interno delle singole aree disciplinari. In particolare, mentre nelle aree di ingegneria e medicina veterinaria gli uomini risultano impegnati in attività innovative in misura maggiore delle donne, in generale è vero il contrario. Per quanto riguarda la variabilità geografica (graf. 6.8), la maggiore percentuale di impieghi con possibilità di sviluppo professionale si osserva per i partecipanti a dottorati svolti nella regione Calabria (81% degli occupati) mentre le percentuali più basse riguardano le regioni Basilicata e Sicilia (rispettivamente 53% e 66% degli occupati) LA QUALITÀ DEL LAVORO

135 52,6 80,6 77,6 71,7 71,1 65,9 72,1 Grafico 6.8 Partecipanti al dottorato finanziato dal PON Ricerca. Percentuale di occupati in impieghi che offrono possibilità di sviluppo professionale per regione di svolgimento dei corsi Basilicata Calabria Campania Puglia Sardegna Sicilia Totale Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR La terza dimensione della qualità degli impieghi è rappresentata dal grado di tutela contrattuale. Nel complesso gli occupati in lavori poco tutelati sono circa il 58%, ad indicare la diffusione del precariato come modalità di accesso al mercato del lavoro anche per i segmenti maggiormente qualificati della popolazione. Ciò risulta particolarmente vero per la componente femminile, che nel 67% dei casi accede ad un impiego di durata inferiore ai tre anni, contro il 51% di quella maschile. Il tipo di azienda o istituto di appartenenza risulta particolarmente rilevante nello spiegare l incidenza di forme contrattuali poco tutelate. Come mostra il grafico seguente (graf. 6.9), la maggiore proporzione di precari si registra per gli occupati nell ambito dell università e degli enti di ricerca, essendo pari rispettivamente all 82% e al 77% dei casi. Al contrario la percentuale più bassa di lavoratori precari si osserva tra gli occupati in istituti scolastici. Questi dati sembrano testimoniare la disponibilità di un segmento qualificato della popolazione ad accettare scarse tutele contrattuali in cambio della possibilità di sviluppo professionale. 6 LA QUALITÀ DEL LAVORO 133

136 Grafico 6.9 Partecipanti al dottorato finanziato dal PON Ricerca. Percentuale di lavoratori precari per azienda o ente in cui sono inseriti Università Istituto scolastico Ente ricerca Policlinico Settore pubblico Azienda privata Lavoro autonomo Altro Totale Uomini Donne Totale Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Tra i meno precari troviamo i formati in scienze politiche o discipline economiche (rispettivamente 25% e 33% di impieghi poco tutelati), mentre una maggiore proporzione di impieghi con scarsa tutela si osserva in relazione alle aree disciplinari di architettura (64%), scienze matematiche fisiche e naturali (71%) e farmacia (69%). In riferimento alle ultime due aree disciplinari va notato come siano quelle in cui il principale sbocco professionale è rappresentato da un impiego all interno dell università (rispettivamente nel 47% e 43% dei casi) (graf. 6.10) LA QUALITÀ DEL LAVORO

137 Grafico 6.10 Partecipanti al dottorato finanziato dal PON Ricerca. Percentuale di lavoratori precari per area disciplinare dei corsi Agraria Architettettura Economia Farmacia Giurisprudenza Ingegneria Lettere-Lingue-Magistero Medicina e Chirurgia Medicina Veterinaria Scienze Politiche Ss.Mm.Ff.* Totale Uomini Donne Totale * Scienze matematiche fisiche Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Anche all interno delle singole aree disciplinari si presenta una spiccata differenza di genere nella diffusione del precariato. Come mostra il grafico 6.10, in riferimento a tutte le aree disciplinari tra le donne vi è una maggiore percentuale di lavori poco tutelati che tra gli uomini. La differenza risulta accentuata per agraria, farmacia e alcune discipline tradizionalmente legate alle libere professioni (giurisprudenza, medicina e architettura), mentre si assottiglia in relazione sia a indirizzi fortemente scientifici quali ingegneria e scienze matematiche fisiche e naturali, che per il settore disciplinare costituito da lettere, lingue e magistero. Un lettura congiunta delle diverse dimensioni della qualità del lavoro si ottiene utilizzando la tassonomia degli impieghi sopra descritta (graf. 6.11). Ne emerge un quadro abbastanza positivo sulla qualità dei lavori svolti dai partecipanti ai corsi di dottorato. La maggior parte degli impieghi trovati a sei mesi dalla fine delle attività risulta di qualità ragionevole, cioè presenta una retribuzione medio alta e alternativamente, una buona tutela contrattuale o buone possibilità di sviluppo professionale nel 51% dei casi. Vi è poi un 21% di impieghi di qualità alta, in cui sviluppo professionale e tutela contrattuale non sono alternative ma risultano soddisfatte entrambe. I lavori poco retribuiti, che tuttavia permettono sviluppo professionale e/o offrono buone tutele contrattuali rappresentano il 18%. Infine, a prescindere dalla retribuzione percepita, vi è un 10% di impieghi poco tutelati che non offre possibilità di sviluppo professionale. 6 LA QUALITÀ DEL LAVORO 135

138 Grafico 6.11 Partecipanti al dottorato finanziato dal PON Ricerca. Tassonomia della qualità del lavoro trovato, valori percentuali 7,6 12,6 10,0 14,8 21,2 17,9 51,9 50,1 51,0 25,7 16,1 21,1 Senza prospettive Poco retribuito Qualità ragionevole Qualità buona Uomini Donne Totale Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Il grafico seguente (graf. 6.12) mette in relazione la qualità dell impiego con il tipo di azienda o istituto in cui si lavora. Il dato relativo ai lavoratori autonomi va letto con attenzione tenendo presente che per assunzione tale categoria professionale è stata considerata tutelata dal punto di vista del rapporto di lavoro. Questo spiega sia l assenza di impieghi privi di prospettive, sia l alta percentuale di lavori di alta qualità. Si noti, tuttavia, che la percentuale di lavori di qualità discreta o buona dei lavoratori autonomi (ottenuta sommando le ultime due voci), presenta un valore non elevato, pari al 68%, contro il 72% di media del complesso degli occupati LA QUALITÀ DEL LAVORO

139 100,0 90,0 80,0 70,0 60,0 50,0 40,0 30,0 Grafico 6.12 Partecipanti al dottorato finanziato dal PON Ricerca. Qualità del lavoro trovato per tipo di azienda o ente, valori percentuali 20,0 10,0 0,0 Università Istituto scolastico Ente di ricerca Policlinico Settore pubblico Azienda privata Lavoro autonomo Totale Senza prospettive Poco retribuito Qualità ragionevole Qualità buona Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Limitatamente ai soli lavoratori dipendenti o parasubordinati, sono soprattutto gli enti di ricerca e le aziende o istituti del settore pubblico ad offrire la maggiore proporzione di impieghi di qualità almeno discreta. Inoltre, le aziende private oltre ad offrire una buona percentuale di impieghi di qualità discreta presentano la maggiore incidenza dei lavori di buona qualità. Al contrario, sia policlinici e aziende sanitarie, sia istituti scolastici e enti formativi si caratterizzano per una proporzione relativamente elevata di lavori senza prospettive, accompagnata da una ridotta proporzione di lavori a basso reddito. La maggiore proporzione di lavori mal pagati si registra invece per i dipendenti delle università. In riferimento ai settori disciplinari la maggiore percentuale di impieghi di buona qualità si ha per i partecipanti ai corsi di ingegneria e agraria (33% e 30% rispettivamente), mentre le percentuale più basse si registrano per medicina veterinaria (2%) e architettura (13%) che presenta anche la minore percentuale di impieghi di qualità discreta. Un alta percentuale di lavori poco retribuiti riguarda gli impieghi trovati dagli studenti di medicina e veterinaria, giurisprudenza, farmacia, economia ed architettura. Questi ultimi, insieme agli studenti di lettere, lingue e magistero presentano anche la maggiore percentuale di impieghi senza prospettive caratterizzati dall assenza sia di buone tutele contrattuali che di possibilità di sviluppi professionali (graf. 6.13). 6 LA QUALITÀ DEL LAVORO 137

140 Grafico 6.13 Partecipanti al dottorato finanziato dal PON Ricerca. Qualità del lavoro trovato per area disciplinare, valori percentuali 80,0 70,0 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 Agraria Architettura Economia Farmacia Giurisprudenza Ingegneria Lettere-Lingue-Magistero Medicina e Chirurgia Medicina Veterinaria Scienze Politiche Ss.Mm.Ff.* Totale Senza prospettive Poco retribuito Qualità ragionevole Qualità buona * Scienze matematiche fisiche Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Nel complesso gli occupati provenienti da aree disciplinari afferenti al settore scientifico presentano una maggiore probabilità di accedere a lavori di buona qualità e una minore probabilità di svolgere lavori senza prospettive rispetto a coloro che hanno ricevuto una formazione umanistica (graf. 6.14) LA QUALITÀ DEL LAVORO

141 16,6 51,4 50,7 51,0 23,6 19,0 18,9 17,9 21,1 Grafico 6.14 Partecipanti al dottorato finanziato dal PON Ricerca. Qualità del lavoro trovato per settore disciplinare, valori percentuali 8,4 11,4 10,0 Settore MST Altri settori Totale Senza prospettive Poco retribuito Qualità ragionevole Qualità buona Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR La qualità degli impieghi trovati non è la stessa per i segmenti maschile e femminile della popolazione. Tra le donne si riduce infatti di quasi 10 punti percentuali la proporzione di lavori di buona qualità, rispetto agli uomini (cfr. grafico 6.11). Dall analisi precedentemente svolta si evince che è soprattutto la differenza retributiva e di tutela contrattuale a determinare questo risultato, a fronte di impieghi che mediamente offrono le stesse possibilità di sviluppo professionale ai lavoratori di entrambi i generi. Le possibilità di accedere ad una lavoro di qualità ragionevole o buona, tuttavia, risultano maggiori per le donne piuttosto che per i loro colleghi maschi limitatamente ai partecipanti ai corsi di area umanistica, secondo la definizione di AlmaLaurea. Dal punto di vista dell effetto territoriale, la maggiore proporzione di impieghi di qualità si osserva tra i formati nelle regioni Calabria, Basilicata e Sardegna, che sono anche le regioni che facevano registrare la minore diffusione di impieghi a basso reddito (graf. 6.15). Va notato peraltro come, sia la Basilicata, che la Sardegna, presentino anche una elevata percentuale di lavori privi di prospettive. 6 LA QUALITÀ DEL LAVORO 139

142 Grafico 6.15 Partecipanti al dottorato finanziato dal PON Ricerca. Qualità del lavoro trovato per regione di svolgimento corso, valori percentuali 70,0 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 Basilicata Calabria Campania Puglia Sardegna Sicilia Totale Senza prospettive Poco retribuito Qualità ragionevole Qualità buona Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Il grafico successivo (graf. 6.16) mette in relazione la tassonomia degli impieghi in base alla loro qualità con il giudizio degli intervistati sull adeguatezza del titolo di studio rispetto alle mansioni svolte. Si noti come il 35% degli occupati in lavori senza prospettive giudichino il proprio titolo di studio eccessivo rispetto alle mansioni svolte, contro una media per il complesso degli occupati del 19%. Nella percezione dei diretti interessati il fenomeno dell overeducation riguarda, dunque, una quota rilevante degli impieghi e, in particolar modo, una gran parte dei lavori che non offrono possibilità di sviluppo professionale. Al contrario, tra i lavoratori in impieghi di buona qualità si osserva un 4% di individui che considera il proprio titolo insufficiente rispetto alle mansioni svolte, contro una media del 2% LA QUALITÀ DEL LAVORO

143 35,6 62,9 86,7 78,5 76,9 78,1 19,6 18,7 19,5 11,7 4,5 1,5 1,6 1,9 2,3 Grafico 6.16 Partecipanti al dottorato finanziato dal PON Ricerca. Giudizio sull adeguatezza del titolo di studio rispetto alle mansioni svolte per qualità del lavoro trovato, valori percentuali Senza prospettive Poco retribuito Qualità ragionevole Qualità buona Totale Eccessivo Adeguato Insufficiente Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Il grafico seguente (graf. 6.17), come il precedente, mette in relazione la tassonomia degli impieghi con il giudizio sulla coerenza tra il lavoro svolto e i contenuti del corso di dottorato cui si è partecipato. Come si può osservare, i lavori senza prospettive fanno registrare il minor tasso di coerenza, pari al 63%, mentre il tasso più elevato, 87%, si osserva per i lavori poco retribuiti, per effetto, crediamo della rilevanza che in questa categoria hanno gli occupati presso le università che percepiscono spesso basse retribuzioni. 6 LA QUALITÀ DEL LAVORO 141

144 Grafico 6.17 Partecipanti al dottorato finanziato dal PON Ricerca. Giudizio sulla coerenza tra lavoro svolto e contenuti del corso di dottorato per qualità del lavoro trovato, valori percentuali 37,6 28,2 24,8 9,4 52,9 32,4 9,3 5,3 48,7 27,4 11,2 12,7 45,8 31,2 12,6 10,3 47,8 28,9 13,1 10,2 Senza prospettive Poco retribuito Qualità ragionevole Qualità buona Totale Molto Abbastanza Poco Per niente Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Infine, la qualità dell impiego è stata messa in relazione con il canale di accesso al lavoro utilizzato (tab. 6.1). Il principale canale di accesso ai lavori di buona qualità risulta essere la partecipazione a concorso pubblico (44%), seguita dall avvio di una attività di tipo autonomo (19%) 91 e dall invio di domanda a datori di lavoro (11%). 91 In riferimento al lavoro autonomo ricordiamo che tale tipologia di impiego è stata considerata tutelata per assunzione LA QUALITÀ DEL LAVORO

145 Canale di accesso all impiego Senza prospettive Poco retribuito Qualità del lavoro trovato Qualità ragionevole Qualità buona Totale Segnalazione di famigliari 13,4 16,2 7,5 4,5 9,0 Inserzioni giornali e/o 0,0 0,8 1,0 0,9 0,9 internet Risposta ad annunci 4,0 0,0 4,7 9,7 4,8 Invio domanda 16,3 1,6 8,4 10,6 8,4 Servizi per l'impiego 3,5 0,0 0,8 0,0 0,8 Concorso pubblico 23,8 7,5 28,7 43,8 27,6 Università 32,2 55,3 36,7 9,0 33,8 Azienda stage 0,5 0,8 1,1 1,4 1,1 Contatti acquisiti lavori precedenti 4,5 2,9 2,4 0,9 2,4 Agenzia interinale 2,0 0,0 0,7 0,0 0,5 Iniziando attività autonoma 0,0 14,9 8,0 19,3 10,9 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Tabella 6.1 Partecipanti al dottorato finanziato dal PON Ricerca. Canale di accesso all impiego per qualità del lavoro trovato, valori percentuali Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR L università presso cui si è svolto il corso rappresenta il principale canale di accesso ai lavori poco retribuiti (55% dei casi) ma anche, in misura minore, ai lavori di qualità ragionevole (37%) e senza prospettive (32%). La partecipazione a concorsi pubblici è anche un tramite rilevante per l accesso ai lavori di qualità ragionevole e a quelli privi di prospettive, rispettivamente 29% e 24% dei casi. La segnalazione di parenti o amici risulta un canale rilevante soprattutto per accedere a lavori scarsamente retribuiti (16% dei casi), mentre risulta avere la minima efficacia nell accesso agli impieghi di buona qualità. Infine, i servizi per l impiego risultano in generale un canale scarsamente utilizzato per trovare lavoro da questo segmento della popolazione. Solo in riferimento ai lavori senza prospettive tale canale è stato utilizzato in misura non del tutto trascurabile (3% dei casi). Da questi dati emerge come l ingresso nel mondo del lavoro per questo segmento della popolazione si configuri spesso come la scelta tra i diversi estremi di un complesso trade-off, in cui la valorizzazione delle competenze acquisite e le possibilità di ulteriori sviluppi del proprio capitale umano possono essere scambiate con sicurezza contrattuale o livelli retributivi adeguati. A fronte cioè di un 21% di individui per i quali sono presenti simultaneamente tutte le caratteristiche che configurano un impiego di qualità buona, nei casi restanti la rinuncia ad una o più dimensioni della qualità del lavoro si configura come scelta tra reddito e tutele correnti e sviluppi di carriera futuri. 6 LA QUALITÀ DEL LAVORO 143

146 6.2 Gli esiti occupazionali dei partecipanti ai corsi di dottorato rispetto alla qualità del lavoro In molti casi cioè il lavoro intrapreso rappresenta un ulteriore investimento in capitale umano il cui costo è pagato in termini di bassi livelli retributivi o di condizioni contrattuali precarie. È questo il caso, ad esempio, di una gran parte di coloro che decidono di restare all interno dell università, ma anche di coloro che decidono di accedere ad alcune libere professioni, come testimonia l ampia diffusione di redditi bassi tra i dottori delle aree disciplinari tradizionalmente legate all esercizio delle libere professioni. In particolare, per quanto riguarda gli impieghi con retribuzioni orarie inferiori al 70% del reddito mediano, va sottolineato, come il differimento del momento in cui portare a frutto l investimento in capitale umano effettuato, riguardi nel caso della popolazione oggetto di questa indagine un segmento della popolazione in età già adulta e con il più elevato livello di istruzione LA QUALITÀ DEL LAVORO

147 6.3 GLI ESITI OCCUPAZIONALI DEI PARTECIPANTI AI MASTER RISPETTO ALLA QUALITÀ DEL LAVORO Il presente paragrafo intende analizzare la qualità delle attività lavorative intraprese dai partecipanti a master e altri corsi di formazione e specializzazione postlaurea (corsi messi a bando tramite l Avviso 4391/01). Nuovamente, verranno prima discusse separatamente le diverse caratteristiche che concorrono a determinare la qualità degli impieghi, per poi analizzare la distribuzione degli impieghi rispetto alla tassonomia individuata dall indicatore sintetico. Tra gli occupati a sei mesi dalla partecipazione ai corsi si osserva un elevata proporzione di individui che percepiscono un reddito basso. Sono infatti il 27% circa gli occupati in impieghi che offrono un reddito orario al di sotto della soglia che identifica le retribuzioni basse (graf. 6.18). Si tratta di una percentuale più elevata di quella osservata per i laureati che hanno partecipato a corsi di dottorato (19%). Anche per i partecipanti a queste attività formative si conferma l esistenza di accentuate differenze di genere. Infatti, mentre le donne presentano una probabilità di svolgere lavori poco retribuiti pari al 34%, l analoga probabilità per gli uomini scende al 14%. 69,2 73,9 72,4 44,4 65,2 58,7 Grafico 6.18 Partecipanti a master e altri corsi post-laurea finanziati dal PON Ricerca. Indicatori della qualità del lavoro 34,0 27,3 13,6 Basso reddito Precario Senza possibilità di sviluppo Uomini Donne Totale Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR 6 LA QUALITÀ DEL LAVORO 145

148 6.3 Gli esiti occupazionali dei partecipanti ai master rispetto alla qualità del lavoro Anche in questo caso la percentuale varia in base al settore disciplinare del corso intrapreso. Gli esiti migliori, in termini di retribuzione percepita, si osservano per i partecipanti ai corsi di biologie avanzate, produzione agro-alimentare e trasporti (graf. 6.19). Risultati deludenti riguardano invece l intera area connessa alla valorizzazione dell ambiente e dei beni culturali: infatti le percentuali minori di lavoratori con un reddito soddisfacente si osservano nei settori analisi e monitoraggio dei rischi ambientali e conservazione e valorizzazione dei beni culturali e ambientali. Inoltre valori non elevati si osservano anche per i settori ambiente e beni culturali. Gli ambiti disciplinari legati alla tutela dell ambiente e agli sviluppi tecnologici nel settore dell informazione e della comunicazione fanno riscontrare il maggior divario di genere nella diffusione di impieghi poco retribuiti 92. Grafico 6.19 Partecipanti a master e altri corsi post-laurea finanziati dal PON Ricerca. Percentuale di lavoratori a basso reddito per area disciplinare del corso 70,0 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 Uomini Donne Totale Agroindustria Altro Ambiente Analisi e monitoraggio del rischio ambientale Beni culturali Biologie avanzate e sue applicazioni Cons. valor. fruiz. beni culturali/ambientali Nuove tecnologie per le attività produttive Produzioni agroalimentari Tecnologie dell'informazione e comunicazione ICT Trasporti Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Riguardo ai principali canali di sbocco dei partecipanti a questi corsi, mentre università, settore pubblico e istituti scolastici risultano offrire una retribuzione oraria bassa in meno del 20% dei casi, tale percentuale sale oltre il 50% per chi intraprende un attività di tipo autonomo 93 (graf. 6.20). Nuovamente la differenza 92 Anche per i beni culturali si osserva un ampio divario di genere, tuttavia il dato è statisticamente poco significativo in riferimento al segmento maschile. 93 La minore diffusione di lavori mal pagati si osserva per i policlinici, che tuttavia riguardano un numero poco rilevante di casi LA QUALITÀ DEL LAVORO

149 di genere è stata riscontrata per tutte le tipologie di azienda o ente presso cui si lavora, ad eccezione del caso di attività autonoma, per il quale la differenza risulta trascurabile. In particolare, nell ambito delle aziende private, che rappresentano il principale canale di sbocco di questa categoria di laureati, mentre tra le donne occupate i redditi bassi rappresentano il 42%, tra gli uomini la percentuale scende sotto il 10%. 6.3 Gli esiti occupazionali dei partecipanti ai master rispetto alla qualità del lavoro 100,0 90,0 80,0 70,0 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 Uomini Donne Totale Grafico 6.20 Partecipanti a master e altri corsi post-laurea finanziati dal PON Ricerca. Percentuale di lavoratori a basso reddito per azienda o ente in cui sono inseriti Università Istituto scolastico o centro formazione Ente di ricerca Policlinico o clinica universitaria Settore pubblico Azienda privata Lavoro autonomo Altro Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Il grafico seguente (graf. 6.21) riporta la diffusione dei lavori a basso reddito tra i formati delle diverse misure FSE. La maggiore percentuale di individui a basso reddito si osserva per la misura III.6, rivolta alle donne. Si noti come nell ambito di questa misura, siano le partecipanti alle azioni A e C, rivolte a favorire l imprenditorialità femminile e l inserimento delle donne nella ricerca, a vedere una maggiore penalizzazione in termini di reddito e non, come ci si sarebbe aspettati, le beneficiarie di interventi rivolti alle lauree deboli. La maggiore incidenza di lavori poco retribuiti osservata per la misura III.6 non sorprende alla luce del divario di genere presente per tutte le misure. 6 LA QUALITÀ DEL LAVORO 147

150 Grafico 6.21 Partecipanti a master e altri corsi post-laurea finanziati dal PON Ricerca. Percentuale di lavoratori a basso reddito per misura di appartenenza dei corsi 23,3 41,1 34,1 18,5 33,1 26,2 10,8 26,0 18,9 60,0 60,0 35,0 35,0 34,0 27,3 13,6 III.1 III.2 III.4 III.6/AC III.6/D Totale Uomini Donne Totale Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Il secondo elemento da analizzare concerne le opportunità di sviluppo del capitale umano nell ambito dell attività lavorativa. Le possibilità di svolgere un lavoro che offra prospettive di sviluppo professionale risultano meno elevate per i partecipanti a questi corsi post-laurea rispetto a quanto osservato relativamente ai dottorati. Sono infatti il 41% gli impieghi che richiedono lo svolgimento di mansioni creative o innovative. La percentuale scende al 34,8% se si considera il solo segmento femminile della popolazione mentre non supera il 56% per quello maschile (graf. 6.22). Come ovvio la maggiore incidenza di impieghi con possibilità di sviluppo si osserva tra gli occupati nelle università e negli enti di ricerca, che tuttavia rappresentano una componente ridotta del totale degli occupati. In riferimento ai principali canali di sbocco dei partecipanti ai corsi, mentre nelle aziende private gli impieghi che offrono possibilità di sviluppo professionale sono il 47%, nell ambito del settore pubblico e degli istituti scolastici la percentuale scende rispettivamente al 20% e al 13%. Nell ambito delle aziende private va evidenziata l esistenza di un profondo divario di genere. Limitatamente agli uomini sale infatti al 60% la percentuale di impieghi che richiedono svolgimento di attività innovative mentre non supera il 38% per le donne LA QUALITÀ DEL LAVORO

151 120,0 100,0 80,0 60,0 40,0 20,0 0,0 Università Istituto scolastico o centro di formazione Ente Policlinico di ricerca o clinica universitaria Settore pubblico Azienda privata Lavoro autonomo Altro Totale Grafico 6.22 Partecipanti a master e altri corsi post-laurea finanziati dal PON Ricerca. Percentuale di occupati in impieghi con possibilità di sviluppo professionale per ente o azienda in cui sono inseriti Uomini Donne Totale Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Lo svolgimento di attività innovative risulta maggiormente diffuso tra i partecipanti a corsi afferenti alle aree disciplinari di produzioni agro-alimentari, agroindustria e biologie avanzate. Si noti che nel caso del settore agro-industriale le possibilità di sviluppo si accompagnano ad una elevata incidenza dei redditi bassi. Nuovamente il raffronto tra misure mostra risultati meno positivi per la misura III.6, nell ambito della quale l incidenza degli impieghi con possibilità di sviluppo professionale è pari circa al 28%, senza differenze di rilievo rispetto al tipo di azioni che fanno capo alla misura. La percentuale sale al 46% per i partecipanti alla misura III.4, e al 50% circa per le restanti misure. Si noti come per la misura III.2 si registrino maggiori possibilità di sviluppo professionale per il segmento femminile (graf. 6.23). 6 LA QUALITÀ DEL LAVORO 149

152 Grafico 6.23 Partecipanti a master e altri corsi post-laurea finanziati dal PON Ricerca. Percentuale di occupati in impieghi con possibilità di sviluppo professionale per misura di appartenenza dei corsi 63,7 44,3 51,9 39,1 58,2 49,6 57,0 35,6 45,4 28,8 28,8 27,627,5 0,0 0,0 55,6 34,8 41,4 III.1 III.2 III.4 III.6/AC III.6/D Totale Uomini Donne Totale Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR L analisi degli esiti occupazionali dal punto di vista della tutela contrattuale, mostra una elevata diffusione di lavori di tipo precario 94 che rappresentano il 74% degli impieghi, percentuale che sale al 77% se si considera la sola componente femminile (graf. 6.24). Se si esclude il lavoro autonomo, per il quale il concetto di tutela contrattuale non risulta appropriato, la percentuale di dipendenti con impieghi poco tutelati risulta pari all 84%. In riferimento ai principali settori di sbocco, la minore diffusione dei lavori precari si registra tra i dipendenti delle aziende private, di nuovo con un ridotto divario tra uomini e donne 95. A differenza di quanto osservato per i frequentanti i corsi di dottorato, va rilevato come in questo caso gli occupati presso gli istituti scolastici o enti formativi possiedano nella quasi totalità contratti precari o di breve durata (99%). 94 Nel calcolo sono inclusi anche i lavori di tipi autonomo, definiti tutelati. 95 Il dato sui policlinici si riferisce ad un numero ridotto di occupati LA QUALITÀ DEL LAVORO

153 120,0 100,0 80,0 60,0 40,0 20,0 Grafico 6.24 Partecipanti a master e altri corsi post-laurea finanziati dal PON Ricerca. Percentuale di lavoratori precari per ente o azienda in cui sono inseriti 0,0 Università Istituto scolastico o centro Ente di ricerca di formazione Policlinico o clinica universitaria Settore pubblico Azienda privata Lavoro autonomo Altro Totale Uomini Donne Totale Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR La minore percentuale di lavori precari si osserva in riferimento alle aree delle biologie avanzate, dei trasporti, dell ambiente e dell analisi e monitoraggio rischi ambientali (graf. 6.25). Si noti come in riferimento a queste aree, fatta eccezione per quella dei trasporti, si riscontri anche il maggiore squilibrio di genere. Le percentuali più elevate si osservano per beni culturali e produzioni agro-alimentari. 120,0 100,0 80,0 60,0 40,0 20,0 0,0 Uomini Donne Totale Grafico 6.25 Partecipanti a master e altri corsi post-laurea finanziati dal PON Ricerca. Percentuale di lavoratori precari per area disciplinare del corso Agroindustria Altro Ambiente Analisi e monitoraggio del rischio ambientale Beni culturali Biologie avanzate e sue applicazioni Cons. valor. fruiz. beni culturali/ambientali Nuove tecnologie per le attività produttive Produzioni agroalimentari Tecnologie dell'informazione e comunicazione ICT Trasporti Totale Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR 6 LA QUALITÀ DEL LAVORO 151

154 6.3 Gli esiti occupazionali dei partecipanti ai master rispetto alla qualità del lavoro In riferimento alla diffusione del precariato non si osservano differenze marcate tra i partecipanti alle diverse misure del PON Ricerca. In riferimento alla misura III.2 si rileva una maggiore diffusione di contratti poco tutelati tra le donne, che pure facevano registrare in questa misura un divario positivo rispetto alle possibilità di sviluppo professionale dei colleghi maschi (graf. 6.26). Grafico 6.26 Partecipanti a master e altri corsi post-laurea finanziati dal PON Ricerca. Percentuale di lavoratori precari per misura di appartenenza dei corsi 88,1 75,5 78,0 73,7 75,2 74,6 75,0 75,0 76,4 71,0 70,8 72,7 72,7 74,2 69,5 60,2 III.1 III.2 III.4 III.6/AC III.6/D Totale Uomini Donne Totale Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Nuovamente sulla base dei tre indicatori analizzati è possibile classificare ciascun impiego in una delle quattro categorie suggerite da Employment in Europe. L indicatore sintetico sulla qualità del lavoro rileva un dato piuttosto preoccupante. La maggior parte degli impieghi risulta senza prospettive o poco retribuita. Sono infatti il 44% gli occupati in impieghi che offrono bassi livelli di tutela contrattuale e scarse possibilità di sviluppo professionale e il 16% gli impieghi che ad una bassa retribuzione associano possibilità di sviluppo professionale e/o buona tutela contrattuale (graf. 6.27) LA QUALITÀ DEL LAVORO

155 31,4 50,0 44,0 43,3 26,8 32,1 Grafico 6.27 Partecipanti a master e altri corsi post-laurea finanziati dal PON Ricerca. Tassonomia della qualità del lavoro trovato, valori percentuali 11,6 17,6 15,7 13,7 5,6 8,2 Senza prospettive Poco retribuito Qualità ragionevole Qualità buona Uomini Donne Totale Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Vi è poi un 32% di impieghi di qualità ragionevole, in cui cioè risultano abbinati livelli retributivi medio-alti e, alternativamente, possibilità di sviluppo professionale o tutela contrattuale. Infine, gli impieghi di qualità alta riguardano solo l 8% degli occupati. Si noti la presenza di accentuate differenze di genere. L incidenza, tra le donne occupate, dei lavori di buona qualità è inferiore alla metà di quella osservata per gli uomini (6% contro il 14% degli uomini), ed è comunque ridotta in riferimento ai lavori di qualità ragionevole (27% contro il 43%). Si noti come tale distribuzione degli impieghi sulla base della loro qualità evidenzi un quadro del tutto ribaltato rispetto a quello riscontrato per i partecipanti ai corsi di dottorato, per i quali si osservava una larga predominanza dei lavori di qualità ragionevole o alta. In riferimento ai settori disciplinari la maggiore percentuale di impieghi di buona qualità si ha per i partecipanti alle aree di trasporti e agro-industria (rispettivamente 19% e 14%). Mentre il settore dei beni culturali si caratterizza per una elevata quota di impieghi privi di prospettive (graf. 6.28). 6 LA QUALITÀ DEL LAVORO 153

156 Grafico 6.28 Partecipanti a master e altri corsi post-laurea finanziati dal PON Ricerca. Tassonomia della qualità del lavoro trovato per area disciplinare dei corsi, valori percentuali 90,0 80,0 70,0 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 Agroindustria Altro Ambiente Analisi e monitoraggio del rischio ambientale Beni culturali Biologie avanzate e sue applicazioni Cons. valor. fruiz. beni culturali/ambientali Nuove tecnologie per le attività produttive Produzioni agroalimentari Tecnologie dell'informazione e comunicazione ICT Trasporti Totale Senza prospettive Poco retribuito Qualità ragionevole Qualità buona Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Nel complesso, come osservato per i formati dei corsi di dottorato, gli occupati provenienti da aree disciplinari afferenti al settore scientifico e tecnologico presentano una probabilità maggiore di accedere a lavori di qualità buona o ragionevole rispetto a coloro che hanno ricevuto una formazione umanistica (complessivamente pari al 42% nel primo caso e al 38% nel secondo), che invece risultano possedere in misura maggiore un impiego privo di prospettive (graf. 6.29). In questo caso, tuttavia, tra gli specializzati nel settore MST si osserva una maggiore diffusione dei lavori poco retribuiti LA QUALITÀ DEL LAVORO

157 40,8 17,1 49,0 44,0 32,7 31,2 32,1 15,7 13,5 9,4 6,3 8,2 Grafico 6.29 Partecipanti a master e altri corsi post-laurea finanziati dal PON Ricerca. Tassonomia della qualità del lavoro trovato per settore disciplinare dei corsi, valori percentuali Settore MST Altri settori Totale Senza prospettive Poco retribuito Qualità ragionevole Qualità buona Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Le misure III.1 e III.4 fanno registrare la maggiore proporzione di impieghi di qualità buona (10% circa) o ragionevole (34% circa), sebbene anche la misure III.2 presenti una incidenza di queste tipologie di impieghi non troppo difforme (graf. 6.30). Le differenze tra queste prime tre misure riguardano invece il peso delle restanti tipologie di impiego, con la misura III.4 che si caratterizza per una maggiore incidenza degli impieghi privi di prospettive e una minore dei lavori poco retribuiti. Le maggiori proporzioni di lavori privi di prospettive si osservano per la misura III.6. In particolare, gli sbocchi professionali delle azioni rivolte alle lauree deboli, non sorprendentemente, riguardano impieghi privi di prospettive nel 57% dei casi. 6 LA QUALITÀ DEL LAVORO 155

158 Grafico 6.30 Partecipanti a master e altri corsi post-laurea finanziati dal PON Ricerca. Tassonomia della qualità del lavoro trovato per misura di appartenenza dei corsi, valori percentuali 41,1 36,5 37,2 33,7 35,5 36,4 20,2 19,2 12,5 9,6 8,1 9,9 48,0 26,4 24,3 1,4 57,2 44,0 32,1 21,1 16,3 15,7 8,2 5,4 III.1 III.2 III.4 III.6/AC III.6/D Totale Senza prospettive Poco retribuito Qualità ragionevole Qualità buona Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR La qualità del lavoro dipende dal tipo di ente o organismo in cui si è inseriti. Gli istituti scolastici e il settore pubblico presentano la maggiore proporzione di impieghi senza prospettive e la più bassa percentuale di lavori di qualità discreta o buona. Università, policlinici ed enti di ricerca offrono una percentuale relativamente elevata di impieghi di qualità almeno discreta ma nel complesso hanno impiegato solo un numero ridotto di studenti. Tra i principali canali di sbocco va rilevato come gli occupati delle aziende private abbiano una maggiore probabilità rispetto a quelli del settore pubblico e degli istituti scolastici di accedere ad un lavoro di qualità almeno discreta (graf. 6.31) LA QUALITÀ DEL LAVORO

159 100,0 90,0 80,0 70,0 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 Grafico 6.31 Partecipanti a master e altri corsi post-laurea finanziati dal PON Ricerca. Tassonomia della qualità del lavoro trovato per ente o azienda di appartenenza, valori percentuali Università Istituto scolastico o centro di formazione Ente di ricerca Policlinico o clinica universitaria Settore pubblico Azienda privata Lavoro autonomo Altro Totale Senza prospettive Poco retribuito Qualità ragionevole Qualità buona Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Il grafico seguente (graf. 6.32) mette in relazione la tassonomia degli impieghi in base alla loro qualità con il giudizio degli intervistati sulla adeguatezza del titolo di studio rispetto alle mansioni svolte. Rispetto ai partecipanti ai dottorati si osserva nel complesso una maggiore proporzione di individui che reputa il proprio titolo di studio eccessivo rispetto alle mansioni svolte (26%, contro il 19%). Tale percentuale raggiunge il 35% per gli occupati in lavori senza prospettive, mentre scende al 15% nel caso di impieghi di buona ragionevole. Nel complesso, dunque, vi è una quota sostanziale di individui che considera il proprio capitale umano sotto utilizzato nell ambito del contesto lavorativo in cui è inserito, quota particolarmente rilevante tra coloro che svolgono un lavoro classificato come privo di prospettive. 6 LA QUALITÀ DEL LAVORO 157

160 Grafico 6.32 Partecipanti a master e altri corsi post laurea finanziati dal PON Ricerca. Giudizio sull adeguatezza del titolo di studio rispetto alle mansioni svolte per qualità del lavoro trovato, valori percentuali 81,7 69,8 62,7 34,9 26,3 15,0 2,4 3,9 3,3 23,7 76,3 0,0 26,2 71,0 2,8 Senza prospettive Poco retribuito Qualità ragionevole Qualità buona Totale Eccessivo Adeguato Insufficiente Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Il grafico seguente (graf. 6.33) mette in relazione la tassonomia degli impieghi con il giudizio sulla coerenza tra lavoro svolto e contenuti del corso cui si è partecipato. Nuovamente rispetto ai dottorati si osserva una percentuale minore di individui che reputano molto o abbastanza coerente il lavoro con l attività formativa, pari rispettivamente al 18% e al 30% (48% e 29% per i dottorati). Come si può osservare, i lavori senza prospettive fanno registrare la maggiore incidenza degli individui che reputano la coerenza nulla, pari al 48%, percentuale che scende al 18% per i lavori di buona qualità LA QUALITÀ DEL LAVORO

161 47,8 18,4 17,0 16,9 38,7 40,1 24,6 23,4 22,1 19,6 18,2 13,4 34,0 31,6 16,7 17,7 33,2 29,8 18,5 18,4 Grafico 6.33 Partecipanti a master e altri corsi post-laurea finanziati dal PON Ricerca. Giudizio sulla coerenza tra lavoro svolto e contenuti del corso per qualità del lavoro trovato, valori percentuali Senza prospettive Poco retribuito Qualità ragionevole Qualità buona Totale Molto Abbastanza Poco Per niente Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Infine, la tabella seguente (tab. 6.2) mette in relazione la qualità dell impiego con il canale di accesso al lavoro utilizzato. Il principale canale di accesso ai lavori di buona qualità risulta essere l azienda in cui si è svolto lo stage (26,5%), seguito dall invio di domanda ai datori di lavoro (25%). A differenza di quanto accadeva per i dottorati risulta poco rilevante la partecipazione a concorso pubblico, che risulta un canale di accesso maggiormente rilevante per i lavori privi di prospettive. Ai lavori di qualità ragionevole si accede pressoché in eguale misura tramite invio di domanda, segnalazione da parte di famigliari e amici, l università o ente in cui si è svolto il corso, l azienda in cui si è realizzato lo stage. Ai lavori poco retribuiti si accede prevalentemente avviando una attività di tipo autonomo (30%) o tramite l università/ente in cui si è svolto il corso. Infine ai lavori privi di prospettive si accede prevalentemente tramite invio di domanda. Va notato in questo caso l aumento di incidenza rispetto alle altre categorie di impieghi di canali quali il concorso pubblico, la segnalazione da parte di famigliari, i servizi per l impiego e le agenzie interinali. 6 LA QUALITÀ DEL LAVORO 159

162 Tabella 6.2 Partecipanti a master e altri corsi post-laurea finanziati dal PON Ricerca. Canale di accesso all impiego per qualità del lavoro trovato, valori percentuali Canale di accesso all impiego Senza prospettive Poco retribuito Qualità del lavoro trovato Qualità ragionevole Qualità buona Totale Segnalazione di famigliari 19,2 13,6 19,6 11,6 17,9 Inserzioni giornali e/o 2,5 2,9 5,8 14,0 4,6 internet Risposta ad annunci 7,8 3,4 4,5 1,9 5,6 Invio domanda 26,9 6,8 18,1 25,1 20,8 Servizi per l'impiego 2,5 0,0 0,5 0,0 1,3 Concorso pubblico 11,4 1,5 7,1 0,9 7,6 Università 9,0 23,4 17,0 0,9 13,2 Azienda stage 15,5 15,3 17,5 26,5 17,0 Contatti acquisiti lavori 2,3 2,7 2,9 0,5 2,4 precedenti Agenzie private 0,2 0,0 0,7 0,0 0,3 collocamento Agenzia interinale 2,8 0,0 1,4 0,0 1,7 Iniziando attività autonoma 0,0 30,4 5,0 18,6 7,9 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR LA QUALITÀ DEL LAVORO

163 capitolo 7 LA COERENZA TRA IL PROFILO PROFESSIONALE PREVISTO E L ATTIVITÀ LAVORATIVA 7.1 IL GIUDIZIO DEI PARTECIPANTI CIRCA L UTILITÀ E L ADEGUATEZZA DEL PERCORSO FORMATIVO RISPETTO ALL ATTIVITÀ LAVORATIVA Elementi interessanti di riflessione emergono dall analisi della spendibilità del titolo, vale a dire del suo utilizzo per l accesso al mercato del lavoro, da un lato, e dell utilizzo delle competenze acquisite durante il corso di formazione, dall altro. La partecipazione al corso di dottorato risulta nel complesso utile (molto o abbastanza) per entrare nel mondo del lavoro per il 60% degli intervistati, con una sostanziale indifferenziazione tra uomini e donne (tab. 7.1), anche se gli uomini esprimono più delle donne un giudizio completamente negativo, nella misura del 30,6%, rispetto il 26,4% delle donne. Utilità Uomini Donne Totale Molto 40,0 39,7 39,9 Abbastanza 20,1 19,3 19,7 Poco 9,3 14,5 11,9 Per niente 30,6 26,4 28,5 Totale 100,0 100,0 100,0 Tabella 7.1 Dottorati finanziati dal PON Ricerca. Utilità del corso nel trovare lavoro, per genere Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR La percezione degli intervistati sull utilità del corso nel trovare un occupazione presenta valori più alti nelle fasce di età inferiori ai 30 anni, mentre tende ad assumere una connotazione più fortemente critica nei formati appartenenti alle classi di età più elevate. 7 LA COERENZA TRA IL PROFILO PROFESSIONALE PREVISTO E L ATTIVITÀ LAVORATIVA 161

164 7.1 Il giudizio dei partecipanti circa l utilità e l adeguatezza del percorso formativo rispetto all attività lavorativa Tabella 7.2 Dottorati finanziati dal PON Ricerca. Utilità del corso nel trovare lavoro per macro-settore disciplinare (MST e non scientifico) Con riferimento ai due settori disciplinari, l utilità del corso registra percentuali superiori per i dottori di ricerca nelle discipline tecnico-scientifiche (molto, nella misura del 45% e abbastanza, nella misura del 20%) rispetto a quelli del settore non scientifico (rispettivamente 35% e 19%). Questi ultimi esprimono inoltre un opinione negativa per il 32% dei casi (tab. 7.2). Utilità Settore MST Macro-settore Altri settori Totale Molto 45,0 35,2 39,9 Abbastanza 20,1 19,3 19,7 Poco 9,9 13,6 11,9 Per niente 25,0 31,9 28,6 Totale 100,0 100,0 100,0 Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR In riferimento ai settori disciplinari, le maggiori percentuali di intervistati che considerano il corso molto o abbastanza utile ai fini dell impiego si rilevano per scienze matematiche fisiche e naturali (67,6%), agraria (65,7%), economia e statistica (63%) e ingegneria (62,9%). Una valutazione negativa è fornita invece dai dottori in scienze politiche (molto o abbastanza utile solo nel 34,5% dei casi), medicina e chirurgia e farmacia (49% circa). Il confronto per area disciplinare tra il giudizio sull utilità del corso espresso dai partecipanti e gli esiti occupazionali rileva una certa correlazione tra i due aspetti: il giudizio positivo sull utilità del corso si associa ad un alta percentuale di occupati nel caso dei dottori in ingegneria e giurisprudenza. Tuttavia, tale risultato non è sempre scontato: in alcuni casi in cui si registrano bassi tassi di occupazione, il valore relativo al giudizio sull utilità del corso appare spesso superiore al dato medio e viceversa (graf. 7.1). Così, ad esempio, una valutazione positiva è data dai dottori in medicina veterinaria o dai dottori in agraria. Al contrario, gli architetti e i dottori in scienze politiche, che pure hanno alti tassi di occupazione, dichiarano una utilità del corso meno accentuata LA COERENZA TRA IL PROFILO PROFESSIONALE PREVISTO E L ATTIVITÀ LAVORATIVA

165 65,7 57,5 54,1 80,2 63,0 59,0 49,3 64,7 73,4 73,3 61,8 62,9 54,5 64,5 Utilità nel trovare lavoro 73,0 55,6 49,1 37,6 Tasso di occupazione 82,9 34,5 67,666,6 Grafico 7.1 Tasso di utilità del corso di dottorato finanziato dal PON Ricerca nel trovare lavoro e tasso di occupazione per settore disciplinare Agraria Architettura Economia e Statistica Farmacia Giurisprudenza Ingegneria Lettere-Lingue- Magistero Medicina e Chirurgia Medicina e Veterinaria Scienze Politiche Ss.Mm.Ff.Nn. Scienze matematiche fisiche Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Se dunque la percezione sull utilità del corso nel trovare lavoro è tendenzialmente, ma non esclusivamente associata all esito occupazionale stesso, i dati segnalano anche come il giudizio di utilità raggiunga valori massimi per gli occupati che hanno trovato lavoro tramite l università in cui hanno svolto il dottorato, ovvero nei casi in cui al corso è collegata una funzione forte di outplacement. In altre parole, sembrerebbe che l utilità del corso sia collegata non tanto alla capacità del corso di fornire un valore aggiunto in termini di conoscenze e competenze spendibili sul mercato del lavoro, quanto piuttosto alla presenza di una qualche forma di intermediazione che riesca concretamente a favorire l incontro domanda/offerta di lavoro. Nel 77% dei casi i formati dichiarano che il lavoro svolto risulta coerente con i contenuti del corso (graf. 7.2). È interessante evidenziare come il giudizio più elevato di coerenza è espresso da chi risulta collocato presso le università (92,8%) e negli enti di ricerca (87,9%), mentre tende ad assumere valori più contenuti tra chi ha trovato lavoro presso un impresa privata (46,8%) o in istituto scolastico (60,4%). 7 LA COERENZA TRA IL PROFILO PROFESSIONALE PREVISTO E L ATTIVITÀ LAVORATIVA 163

166 Grafico 7.2 Dottorati finanziati dal PON Ricerca. Coerenza tra il corso e il lavoro svolto 76,8 77,1 77,0 9,4 10,6 10,0 13,8 12,3 13,1 Medio-alta Bassa Nulla Uomini Donne Totale Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Rispetto al settore disciplinare è interessante evidenziare come un giudizio migliore è espresso dai dottori in discipline non scientifiche (76,3%) rispetto a quelli in discipline MST (77,7%). È interessante evidenziare come ad una maggiore coerenza non corrisponda necessariamente un ingresso nel mondo del lavoro più stabile: al contrario un giudizio decisamente più positivo è espresso da chi ha un rapporto di lavoro parasubordinato rispetto a chi lavora alle dipendenze (graf. 7.3) LA COERENZA TRA IL PROFILO PROFESSIONALE PREVISTO E L ATTIVITÀ LAVORATIVA

167 38,1 60,6 39,5 36,9 Grafico 7.3 Dottorati finanziati dal PON Ricerca. Tasso di coerenza per tipo di rapporto di lavoro 28,4 27,1 14,5 18,9 15,9 6,4 6,0 7,7 Alle dipendenze Parasubordinato Autonomo Molto Abbastanza Poco Per niente Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Per quanto riguarda l adeguatezza del titolo di studio, nel 78,2% dei casi i dottori dichiarano di svolgere un lavoro per cui il titolo posseduto risulta adeguato. Il 19,4% ritiene, invece, eccessivo il titolo di studio rispetto alle mansioni svolte. Come già anticipato, si osserva un trade-off tra l adeguatezza del titolo e la maggiore o minore stabilità contrattuale: i rapporti di lavoro alle dipendenze soffrono di una mancata corrispondenza (il titolo risulta eccessivo nel 30,8% e insufficiente nell 1,6%) rispetto a rapporti di tipo parasubordinato (eccessivo nel 10,3% dei casi e insufficiente nell 1,8%) (graf. 7.4). In particolare, il valore più elevato rispetto all overeducation si registra per chi ha un lavoro a tempo indeterminato (35,2%); viceversa chi ha un contratto di collaborazione coordinata e continuativa esprime nel 91,7% dei casi un giudizio di adeguatezza. Come già anticipato si verifica questo trade-off tra stabilità precoce e adeguatezza del titolo. 7 LA COERENZA TRA IL PROFILO PROFESSIONALE PREVISTO E L ATTIVITÀ LAVORATIVA 165

168 Grafico 7.4 Dottorati finanziati dal PON Ricerca. Adeguatezza del titolo di studio per tipo di rapporto di lavoro 67,6 87,9 79,7 30,8 10,3 1,6 1,8 14,1 6,2 Alle dipendenze Parasubordinato Autonomo Eccessivo Adeguato Insufficiente Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Il dato sulla maggiore o minore adeguatezza del titolo di dottore di ricerca rispetto al lavoro svolto, letto in relazione al tipo di sbocco occupazionale, segnala alcuni elementi interessanti: chi è inserito in contesti di ricerca (università ed enti di ricerca) esprime un giudizio positivo; più insoddisfatti sono, invece, i dottori collocati in altri settori del comparto pubblico e in particolare negli istituti scolastici e nella pubblica amministrazione (il titolo è considerato eccessivo rispettivamente 58,9% e 43,5% dei casi), come del resto chi è collocato nelle aziende private (34,5%). Tali dati confermano l esistenza di un mismatch tra i contenuti o la finalità formativa del dottorato e il lavoro svolto e di una certa overeducation, quando lo sbocco occupazionale non è costituito dal comparto della ricerca. Il titolo di dottore di ricerca viene considerato eccessivo, soprattutto, dai dottori in lettere, lingue e magistero, mentre un giudizio di adeguatezza maggiore si riscontra tra i dottori in scienze matematiche, fisiche e naturali e medicina veterinaria. Per quanto riguarda la partecipazione ai master, l inserimento lavorativo è collegato alla partecipazione al corso solo in poco meno della metà dei casi: infatti, il 48,5% degli intervistati sostiene che il corso è stato molto o abbastanza utile nel trovare lavoro, mentre un giudizio totalmente negativo è espresso dal 37,8% dei formati (graf. 7.5). Non si rilevano differenze di rilievo tra i due generi LA COERENZA TRA IL PROFILO PROFESSIONALE PREVISTO E L ATTIVITÀ LAVORATIVA

169 29,3 28,1 28,4 33,3 39,9 37,8 Grafico 7.5 Master finanziati dal PON Ricerca. Utilità del corso nel trovare lavoro, per genere 20,9 20,1 18,4 19,0 13,6 11,1 Molto Abbastanza Poco Per niente Uomini Donne Totale Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR La percezione dell utilità differisce in base all area disciplinare del percorso formativo: in particolare vengono giudicati molto o abbastanza utili i corsi nei settori dell ambiente e della conservazione dei beni culturali e ambientali (53% circa in entrambi i casi) e agro-industria e trasporti (52% in entrambi i casi). Rispetto alla correlazione tra tasso di occupazione ed utilità percepita, mentre il settore dei trasporti risulta anche favorire in misura rilevante l ingresso nel mercato del lavoro, il settore della conservazione dei beni culturali e ambientali associa al giudizio positivo, circa l utilità del corso, un basso tasso di occupazione. Chi ha, invece, seguito un corso sull analisi e il monitoraggio del rischio ambientale esprime un giudizio poco favorevole circa l utilità del corso, ma ha incontrato minori difficoltà nel trovare lavoro (graf. 7.6). 7 LA COERENZA TRA IL PROFILO PROFESSIONALE PREVISTO E L ATTIVITÀ LAVORATIVA 167

170 Grafico 7.6 Tasso di utilità dei master finanziati dal PON Ricerca nel trovare lavoro e tasso di occupazione per area disciplinare 52,2 41,5 58,7 47,2 53,3 41,6 29,5 37,1 38,5 34,8 32,4 29,5 Utilità nel trovare lavoro Tasso di occupazione 62,0 53,4 54,1 52,0 44,5 45,8 41,6 42,7 39,8 35,0 Agroindustria Altro Ambiente Analisi e monitoraggio del rischio ambientale Beni culturali Biologie avanzate e sue applicazioni Cons. valor. fruiz. beni culturali/ambientali Nuove tecnologie per le attività produttive Produzioni agroalimentari Tecnologie dell'informazione e comunicazione ict Trasporti Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Il corso è ritenuto utile nel trovare lavoro in particolare da parte chi si è inserito con un contratto parasubordinato (57,7%). Gli intervistati con contratto a tempo indeterminato (45,9%) o anche a tempo determinato (45%) non hanno, invece, nella maggior parte dei casi, ritenuto il corso utile ai fini dell inserimento lavorativo. Ciò evidenzia che il lavoro trovato grazie al corso seguito è perlopiù di tipo precario. Le informazioni fondate sulla percezione che gli intervistati hanno circa la coerenza tra l esperienza formativa vissuta e i contenuti del lavoro svolto ci permettono, inoltre, di inquadrare con maggiore precisione il rapporto tra attività formativa e lavoro e possono essere lette come indicatori del grado di utilizzo del titolo di studio nell attività lavorativa. I risultati emersi evidenziano una coerenza medio-bassa tra formazione ricevuta e occupazione, per tutte le tipologie di contratto (graf. 7.7). L occupazione trovata risulta essere poco coerente con i contenuti del corso di formazione indagato per oltre il 52,2% degli intervistati LA COERENZA TRA IL PROFILO PROFESSIONALE PREVISTO E L ATTIVITÀ LAVORATIVA

171 14,6 23,1 9,4 17,8 19,8 35,9 41,8 30,0 65,6 41,0 48,8 52,2 Grafico 7.7 Master finanziati dal PON Ricerca. Tassi di coerenza tra i contenuti del corso e il tipo di rapporto di lavoro Molto Abbastanza Poco Alle dipendenze Parasubordinato Autonomo Totale Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Il 71,8% degli intervistati sostiene, tuttavia, che il titolo di studio in proprio possesso sia adeguato, e solo il 25,4% che sia eccessivo rispetto alle mansioni svolte in ambito lavorativo (graf. 7.8). 65,5 73,0 86,9 71,8 Grafico 7.8 Master finanziati dal PON Ricerca. Coerenza tra il titolo di studio conseguito e il tipo di rapporto di lavoro 31,6 24,1 25,4 10,5 2,9 2,9 2,7 2,9 Eccessivo Adeguato Insufficiente Alle dipendenze Parasubordinato Autonomo Totale Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR 7 LA COERENZA TRA IL PROFILO PROFESSIONALE PREVISTO E L ATTIVITÀ LAVORATIVA 169

172 7.2 LA COERENZA OGGETTIVA DEL LAVORO SVOLTO CON IL PERCORSO FORMATIVO Come è stato già evidenziato, oltre alla coerenza del corso rispetto al lavoro trovato, percepita e dichiarata dai partecipanti, è stata rilevata una coerenza oggettiva, calcolata sulla base di un indicatore, ottenuto attraverso la classificazione delle professioni dichiarate dagli intervistati e di quelle previste dai interventi formativi, secondo la tassonomia ISTAT-EOL. Se i due codici ISTAT-EOL risultavano coincidere in riferimento ad almeno i primi tre digit, la coerenza è stata considerata alta, mentre è stata considerata media se coincidevano i primi due o almeno il primo, e bassa se non si verificava nessuna delle condizioni precedenti 96. Se si prendono in considerazione i dottorati di ricerca, la coerenza risulta essere medio-alta nel 75,2% dei casi (tab. 7.3), con differenze significative a seconda del settore disciplinare. Sono soprattutto le discipline scientifiche 97 a registrare una coerenza medio-alta (80,4% dei casi), mentre quelle non scientifiche, pur presentando livelli elevati di coerenza nel 70,6% dei casi, vedono valori più elevati nella fascia bassa o nulla (rispettivamente, nel 22,8% e nel 6,7% dei casi). Considerando le aree disciplinari (tab. 7.4), medicina veterinaria, ingegneria, medicina e chirurgia, matematica e fisica sono quelle che presentano i valori più alti nella voce coerenza medio-alta. Tabella 7.3 Partecipanti ai dottorati finanziati dal PON Ricerca. Coerenza oggettiva del lavoro con il settore disciplinare del corso seguito Coerenza oggettiva del lavoro trovato Settore disciplinare del corso di dottorato (valori percentuali) Totale Scientifico Non scientifico Medio-alta 80,4 70,6 75,2 Bassa 11,8 22,8 17,6 Nulla 7,8 6,7 7,2 Totale 100,0 100,0 100,0 Fonte: ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR 96 Vedi in proposito il capitolo Ovvero discipline del settore MST seguendo la classificazione dell OCSE. (v. in proposito il paragrafo 2.3.4) LA COERENZA TRA IL PROFILO PROFESSIONALE PREVISTO E L ATTIVITÀ LAVORATIVA

173 Area disciplinare del corso di dottorato Coerenza oggettiva del lavoro trovato (valori percentuali) Totale Medio-alta Bassa Nulla Agraria 66,0 17,6 16,3 100,0 Architettura 63,5 28,2 8,2 100,0 Economia e statistica 48,2 43,0 8,8 100,0 Farmacia 67,2 10,4 22,4 100,0 Giurisprudenza 67,6 29,4 2,9 100,0 Ingegneria 84,4 9,3 6,2 100,0 Lettere-lingue-magistero 49,5 44,7 5,8 100,0 Medicina e chirurgia 87,8 10,3 1,9 100,0 Medicina veterinaria 89,4 10,6 0,0 100,0 Scienze politiche 77,4 16,1 6,5 100,0 Scienze matematiche e fisiche 80,2 11,1 8,7 100,0 Totale 75,2 17,6 7,2 100,0 Tabella 7.4 Partecipanti ai dottorati finanziati dal PON Ricerca. Coerenza oggettiva del lavoro per area disciplinare del corso seguito Fonte: ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR In linea di massima la coerenza percepita e la coerenza calcolata sulla base dell indicatore (tab. 7.5), non differiscono granché per quanto riguarda l incrocio tra la coerenza medio-alta risultante dall indicatore, e il giudizio di coerenza elevata, espresso dall intervistato (55,5% dei casi), e per quanto riguarda l incrocio tra coerenza oggettiva bassa o nulla e il giudizio soggettivo di scarsa coerenza (nel 42,4% dei casi, per la bassa coerenza e nel 45,8% dei casi, per la coerenza nulla). Coerenza soggettiva Coerenza oggettiva (valori percentuali) Totale Medio-alta Bassa Nulla Molto 55,5 21,3 28,4 47,6 Abbastanza 27,9 36,3 25,8 29,3 Poco 16,5 42,4 45,8 23,2 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Tabella 7.5 Partecipanti ai dottorati finanziati dal PON Ricerca. Incrocio tra la coerenza oggettiva del lavoro e quella auto-percepita rispetto al corso seguito 7 LA COERENZA TRA IL PROFILO PROFESSIONALE PREVISTO E L ATTIVITÀ LAVORATIVA 171

174 7.2 La coerenza oggettiva del lavoro svolto con il percorso formativo Incrociando l indicatore di coerenza con la tipologia di sbocco lavorativo, si osserva che la coerenza medio-alta si registra più frequentemente, in misura pressoché uguale per gli uomini e per le donne, ovvero in più dell 90% dei casi, quando lo sbocco lavorativo è rappresentato dell università; altrettanto dicasi per gli enti di ricerca pubblici e privati (nel 99,1% dei casi per gli enti di ricerca pubblici si registra una coerenza medio-alta e nel 94,6% dei casi per gli enti di ricerca privati) (tab. 7.6). Meno frequente la presenza della coerenza medio-alta nel settore privato per dipendenti e autonomi (69% circa dei casi). Il valore più basso di coerenza si constata negli istituti scolastici e nei centri di formazione, in misura pari al 93,8%. Questi dati confermano l università e i centri di ricerca non solo come sbocco occupazionale preferenziale, ma anche come quello più coerente con il percorso di dottorato. L analisi di genere non evidenzia differenze significative tra uomini e donne; si registra solo una minor coerenza per le donne che lavorano nelle aziende private. Tabella 7.6 Partecipanti ai dottorati finanziati dal PON Ricerca. Coerenza oggettiva del lavoro trovato per tipologia di azienda, ente, organismo Tipologia di azienda, ente, organismo Università, consorzio università o interuniversitario Istituto scolastico o centro di formazione Centro servizi di innovazione e trasferimento tecnologico Coerenza oggettiva del lavoro trovato (valori percentuali) Totale Medio-alta Bassa Nulla 91,1 1,5 7,4 100,0 2,5 93,8 3,8 100,0 100,0 0,0 0,0 100,0 Policlinico o clinica universitaria 82,4 17,6 0,0 100,0 Ospedale, azienda sanitaria o 79,2 13,1 7,7 100,0 altro istituto pubblico sanitario Ente/istituto di ricerca pubblico 99,1 0,0 0,9 100,0 Ente/istituto di ricerca privato 94,6 5,4 0,0 100,0 Pubblica amministrazione, difesa 44,6 43,5 12,0 100,0 e assicurazione sociale obbligatoria Azienda pubblica 62,9 37,1 0,0 100,0 Azienda privata 69,0 17,5 13,5 100,0 Organismo non-profit 100,0 0,0 0,0 100,0 Lavoro autonomo 68,6 26,4 5,0 100,0 Altro 85,7 0,0 14,3 100,0 Fonte: ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR LA COERENZA TRA IL PROFILO PROFESSIONALE PREVISTO E L ATTIVITÀ LAVORATIVA

175 Se confrontiamo l indicatore di coerenza con le tipologie di contratto attraverso cui i dottori di ricerca sono stati assunti (tab. 7.7), si nota che sono soprattutto i contratti parasubordinati e quelli a tempo determinato a registrare un indice di coerenza medio-alto (nell 89,0% dei casi, per i contratti parasubordinati e nel 74,1%, per i contratti a tempo determinato), mentre per quanto riguarda i contratti a tempo indeterminato, si registra una percentuale di coerenza medio-alta inferiore (55,2% dei casi). Il dato si spiega con la netta prevalenza di persone (uomini e donne) che lavorano con contratti precari, presso le università. Anche attraverso l analisi dell indicatore di coerenza si registra, dunque, un comportamento uniforme dei dottori di ricerca, che sembrano preferire un lavoro interessante (tale è probabilmente un lavoro coerente con il percorso formativo), alla sicurezza del posto di lavoro. 7.2 La coerenza oggettiva del lavoro svolto con il percorso formativo Tipologia di contratto Coerenza oggettiva del lavoro trovato (valori percentuali) Totale Medio-alta Bassa Nulla Contratto a tempo indeterminato 55,2 33,0 11,8 100,0 Contratto a tempo determinato 74,1 14,5 11,4 100,0 Contratto parasubordinato 89,0 7,1 3,9 100,0 Fonte: ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Tabella 7.7 Partecipanti ai dottorati finanziati dal PON Ricerca. Coerenza oggettiva del lavoro per tipologia di contratto Le donne (tab. 7.8) risultano, comunque, penalizzate per quanto riguarda l incrocio tra la coerenza e il tipo di contratto. Infatti, per tutte le tipologie contrattuali il livello di coerenza risulta meno elevato per le donne, in particolare nell ambito dei lavori alle dipendenze. Coerenza oggettiva del lavoro trovato (valori percentuali) Tipologia di contratto Medio-alta Bassa Nulla Donne Uomini Donne Uomini Donne Uomini Contratto a tempo indeterminato 48,2 60,3 37,2 29,7 14,6 10,0 Contratto a tempo determinato 66,1 83,0 17,7 10,9 16,1 6,1 Contratto parasubordinato 86,9 91,5 8,6 5,3 4,5 3,1 Fonte: ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Tabella 7.8 Partecipanti ai dottorati finanziati dal PON Ricerca. Coerenza oggettiva del lavoro per tipologia di contratto e genere 7 LA COERENZA TRA IL PROFILO PROFESSIONALE PREVISTO E L ATTIVITÀ LAVORATIVA 173

176 7.2 La coerenza oggettiva del lavoro svolto con il percorso formativo Se confrontiamo l indicatore di coerenza con il reddito dei dottori di ricerca che lavorano, risulta che non sono i redditi più alti a registrare l indicatore di coerenza più elevato, bensì i redditi medi (da 650 euro a euro), in una misura superiore all 80%, tanto per gli uomini quanto per le donne, sia pure in misura non omogenea (tab. 7.9). Anche nella fascia di reddito più elevata (oltre euro) si registra una correlazione con l indicatore di coerenza medio-alto per l 84,4% delle donne e per il 71,8% degli uomini situati in quella classe di reddito. Per le fasce di reddito più basse (fino a 650 euro) la correlazione con un indicatore di coerenza basso si evidenzia nella misura di circa il 20%. È comunque significativo, sia pure per pochi casi (35 donne e 29 uomini), che ad un reddito molto basso (fino a 450 euro) corrisponda un indicatore di coerenza alto. Sembrerebbe, in questo caso, che la variabile reddito non pesi eccessivamente nella scelta del lavoro, per i dottori di ricerca: è più rilevante il peso attribuito alla possibilità di spendere sul lavoro quanto appreso nell attività formativa. Ribaltando il ragionamento, si potrebbe anche affermare che la gratificazione di un lavoro interessante, cioè coerente con gli studi fatti, possa avere come contrappeso una bassa retribuzione. Tabella 7.9 Partecipanti ai dottorati finanziati dal PON Ricerca. Coerenza oggettiva del lavoro per classi di reddito Coerenza oggettiva del lavoro trovato Classe di reddito Medio-alta Bassa Nulla Donne Uomini Donne Uomini Donne Uomini Fino a 450 euro 68,6 53,7 9,8 29,6 21,6 16,7 Da 451 euro a 650 euro 75,7 69,0 11,4 31,0 12,9 0,0 Da 651 euro a 850 euro 82,5 87,2 12,4 8,3 5,1 4,5 Da 851 euro a euro 80,1 84,5 11,6 5,6 8,2 9,9 Da euro a euro 64,6 72,5 25,9 22,3 9,5 5,2 Da euro a euro 47,2 72, ,8 2,8 5,5 Oltre euro 84,4 71,8 11,9 23,9 3,7 4,3 Fonte: ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Come era lecito attendersi, l indicatore di coerenza oggettiva del lavoro trovato si correla positivamente con la pubblicazione di articoli su riviste scientifiche: l 84,9% di coloro che hanno pubblicato su tali riviste, infatti, svolge un lavoro molto o abbastanza coerente con il percorso formativo (tab. 7.10) LA COERENZA TRA IL PROFILO PROFESSIONALE PREVISTO E L ATTIVITÀ LAVORATIVA

177 Coerenza oggettiva del lavoro trovato Pubblicazione di articoli su riviste scientifiche Si No Medio-alta 84,9 61,8 Bassa 8,9 29,7 Nulla 6,3 8,4 Totale 100,0 100,0 Fonte: ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Tabella 7.10 Partecipanti ai dottorati finanziati dal PON Ricerca. Coerenza oggettiva del lavoro e pubblicazioni su riviste scientifiche Se si prende in considerazione coloro che hanno frequentato un master, l indicatore di coerenza oggettiva del lavoro trovato con il percorso formativo registra andamenti ben diversi. Infatti, prevale una coerenza bassa o nulla sia che prendiamo in considerazione il settore tecnico-scientifico sia quello non scientifico. Diversa, tuttavia, è la dimensione del fenomeno: nel caso del settore scientifico la coerenza è bassa nel 29,4% dei casi e nulla nel 32,7%% dei casi, mentre in quello non scientifico è bassa nel 45,9% dei casi e nulla nel 30,4% (tab. 7.11). Analogamente, se articoliamo i macro-settori in aree disciplinari, osserviamo una grande variabilità di casi, ma resta sostanzialmente confermata la differenziazione tra aree scientifiche e non, in particolare la minore coerenza si osserva per la conservazione, valorizzazione, fruizione dei beni culturali e ambientali e nei beni culturali (coerenza medio-alta nel 13% e nel 28% dei casi). Tra i settori afferenti all area MST fa eccezione quello delle tecnologie ICT (tab. 7.12). Coerenza oggettiva del lavoro trovato Settore disciplinare del corso di dottorato (valori percentuali) Totale Scientifico Non scientifico Medio-alta 23,7 37,9 32,4 Bassa 45,9 29,4 35,8 Nulla 30,4 32,7 31,8 Totale 100,0 100,0 100,0 Tabella 7.11 Partecipanti ai master finanziati dal PON Ricerca. Coerenza oggettiva del lavoro con il settore disciplinare del corso seguito Fonte: ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR 7 LA COERENZA TRA IL PROFILO PROFESSIONALE PREVISTO E L ATTIVITÀ LAVORATIVA 175

178 Tabella 7.12 Partecipanti ai master finanziati dal PON Ricerca. Coerenza oggettiva del lavoro per area disciplinare del corso seguito Area disciplinare del master Coerenza oggettiva del lavoro trovato (valori percentuali) Totale Medio-alta Bassa Nulla Agro-industria 33,7 24,2 42,1 100,0 Ambiente 45,7 33,0 21,4 100,0 Analisi e monitoraggio del rischio 36,4 52,3 11,4 100,0 ambientale Beni culturali 28,0 42,9 29,2 100,0 Biologie avanzate e le sue 65,8 10,5 23,7 100,0 applicazioni Conservazione, valorizzazione, 13,0 58,2 28,8 100,0 fruizione beni culturali/ambientali Nuove tecnologie per le attività 48,3 23,9 27,8 100,0 produttive Produzioni agro-alimentari 48,0 6,2 45,8 100,0 Tecnologie ICT 27,9 34,1 38,0 100,0 Trasporti 39,7 35,6 24,7 100,0 Altro 28,2 40,2 31,6 100,0 Totale 32,4 35,9 31,8 100,0 Fonte: ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Un risultato interessante si ottiene se incrociamo l indicatore di coerenza oggettiva con la tipologia di ente attuatore del master, aggregata in due macro tipologie (università e enti non universitari). In questo caso è preponderante la coerenza medio-alta, pari al 41,3% dei casi, quando l ente attuatore è un università. Un andamento opposto si registra invece quando l ente attuatore non è un università: prevale, infatti, la coerenza bassa o nulla, rispettivamente nel 37,4% e nel 31,8% dei casi (tab. 7.13). Tabella 7.13 Partecipanti ai master finanziati dal PON Ricerca. Coerenza oggettiva del lavoro per tipologia di ente attuatore del corso seguito Coerenza oggettiva del lavoro trovato Tipologia ente attuatore del master (valori percentuali) Totale Non universitario Universitario Medio-alta 30,8 41,3 32,6 Bassa 37,4 31,5 36,4 Nulla 31,8 27,2 31,0 Totale 100,0 100,0 100,0 Fonte: ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR LA COERENZA TRA IL PROFILO PROFESSIONALE PREVISTO E L ATTIVITÀ LAVORATIVA

179 Se si confronta la percezione soggettiva di coerenza, dichiarata dai partecipanti ai master, con l indicatore oggettivo, si osserva una correlazione positiva tra i casi di coerenza bassa o nulla, rilevata attraverso l indicatore, e i giudizi di coerenza scarsa espresso dagli intervistati. Infatti il 54,9 di coloro che risultano avere una coerenza oggettiva bassa esprimono un giudizio negativo e, similmente il 66,6% di coloro che registrano un livello di coerenza oggettiva nullo (tab. 7.14). In generale, si può dire che l opinione del 40% circa degli intervistati sulla coerenza del lavoro trovato vada nella stessa direzione dell indicatore oggettivo. 7.2 La coerenza oggettiva del lavoro svolto con il percorso formativo Coerenza soggettiva Coerenza oggettiva (valori percentuali) Medio-alta Bassa Nulla Totale Molto 25,6 15,1 12,8 17,7 Abbastanza 39,7 30,0 20,7 30,2 Poco 34,7 54,9 66,6 52,1 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR Tabella 7.14 Partecipanti ai master finanziati dal PON Ricerca. Incrocio tra la coerenza oggettiva del lavoro e quella auto-percepita rispetto al corso seguito Per quanto riguarda lo sbocco occupazionale dei partecipanti ad un master (tab. 7.15), a fronte della prevalenza di casi di nulla o bassa coerenza oggettiva del lavoro trovato, si registrano risultati migliori per coloro che lavorano nel comparto della ricerca, e negli ospedali e nelle aziende sanitarie (anche se il totale degli occupati in quest ultimo settore è piuttosto esiguo). Un risultato negativo è quello che si riferisce alle aziende private: su un totale di persone che, a seguito del master, hanno trovato lavoro in azienda privata si registrano livelli di coerenza nulla o bassa rispettivamente nel 43,7% e nel 24,3% dei casi. Questi dati evidenziano il carattere scarsamente specialistico del master, verosimilmente per la sua durata, più breve del dottorato, e per un probabile scarso collegamento degli enti attuatori con il sistema delle imprese. L analisi di genere mostra una situazione sfavorevole per le donne, per quanto riguarda la coerenza tra percorso formativo e lavoro. Infatti, mentre gli uomini registrano un indicatore di coerenza medio-alta, nel 49,9% dei casi, per le donne lo stesso indicatore è pari al 25,3%. 7 LA COERENZA TRA IL PROFILO PROFESSIONALE PREVISTO E L ATTIVITÀ LAVORATIVA 177

180 Tabella 7.15 Partecipanti ai master finanziati dal PON Ricerca. Coerenza oggettiva del lavoro trovato per genere e per tipologia di azienda, ente, organismo Tabella 7.15 Partecipanti ai master finanziati dal PON Ricerca. Coerenza oggettiva del lavoro trovato per genere e per tipologia di azienda, ente, organismo Coerenza oggettiva del lavoro trovato (valori percentuali) Medio-alta Bassa Nulla Donne Uomini Totale Donne Uomini Totale Donne Uomini Totale 60,0 24,6 45,2 18,8 57,4 34,9 21,2 18,0 19,9 Tipologia di azienda, ente, organismo Università, consorzio università o interuniversitario Istituto scolastico o centro di formazione 5,4 0,0 4,7 79, ,4 14,8 0,0 12,9 100,0 50,0 80,0 0,0 50,0 20,0 0,0 0,0 0,0 Centro servizi di innovazione e trasferimento tecnologico Policlinico o clinica universitaria 0,0-0,0 0,0-0,0 100,0-100,0 100,0 0,0 84,0 0,0 100,0 16,0 0,0 0,0 0,0 Ospedale, azienda sanitaria o altro istituto pubblico sanitario Ente/istituto di ricerca pubblico 56,6 77,8 60,2 36,1 0,0 29,1 7,2 22,2 10,7 Ente/istituto di ricerca privato 46,4 20,0 44,3 21,4 0,0 19,7 32,1 80,0 36,1 25,0 48,3 28,9 36,6 37,9 36,8 38,4 13,8 34,3 Pubblica amministrazione, difesa e assicurazione sociale obbligatoria Azienda pubblica 24,6 45,0 32,1 42,0 50,0 45,0 33,3 5,0 22,9 Azienda privata 19,4 50,1 32,0 24,1 24,4 24,3 56,6 25,5 43,7 Organismo non-profit 0,0 0,0 0,0 61,3 100,0 66,7 38,7 0,0 33,3 Lavoro autonomo 23,0 72,0 35,5 66,2 17,2 53,8 10,8 10,8 10,8 Altro 33,3 56,3 36,8 33,3 0,0 27,4 33,3 43,8 35,8 Totale 24,9 48,6 32,5 38,7 30,1 35,9 36,4 21,3 31,6 Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR LA COERENZA TRA IL PROFILO PROFESSIONALE PREVISTO E L ATTIVITÀ LAVORATIVA

181 Se si prende in considerazione il tipo di contratto attraverso cui i formati sono stati assunti, a fronte di una presenza consistente di casi di coerenza nulla o bassa in tutte le tipologie contrattuali, è interessante rilevare un livello di coerenza medio-alto soprattutto per quanto riguarda coloro che lavorano con contratti a tempo indeterminato (40,4% dei casi) (tab. 7.16). Viceversa è il lavoro svolto nell ambito di contratti a tempo determinato e i parasubordinati a presentare basso livello di coerenza, rispettivamente nel 36,6% e nel 34,4% dei casi. Significativa anche l elevata percentuale di casi di coerenza del lavoro nulla, pari al 38,7% di contratti a tempo determinato e al 31,7% di contratti parasubordinati. La situazione appare critica per le donne, che per tutte le tipologie contrattuali presentano valori molto più bassi di coerenza medio-alta. Limitatamente alla popolazione maschile, si osserva un andamento opposto, rispetto ai dottori di ricerca: infatti, nel caso dei dottorati, sono i contratti parasubordinati a registrare più frequentemente, sia per gli uomini che per le donne, un indice di coerenza medio-alto, mentre per quanto riguarda i master, i contratti a tempo indeterminato si correlano con una coerenza più elevata, almeno per gli uomini. 7.2 La coerenza oggettiva del lavoro svolto con il percorso formativo 7 LA COERENZA TRA IL PROFILO PROFESSIONALE PREVISTO E L ATTIVITÀ LAVORATIVA 179

182 Tabella 7.16 Partecipanti ai master finanziati dal PON Ricerca. Coerenza oggettiva del lavoro trovato per tipologia di contratto Tabella 7.16 Partecipanti ai master finanziati dal PON Ricerca. Coerenza oggettiva del lavoro trovato per tipologia di contratto Coerenza oggettiva del lavoro trovato (valori percentuali) Tipologia di contratto Medio-alta Bassa Nulla Donne Uomini Totale Donne Uomini Totale Donne Uomini Totale Contratto a tempo indeterminato 23,0 61,4 40,4 22,0 20,5 21,1 55,0 18,1 38,5 Contratto a tempo determinato 20,8 30,6 24,6 37,1 36,0 36,6 42,1 33,5 38,7 Contratto parasubordinato 28,1 50,3 34,0 35,6 31,0 34,4 36,3 18,7 31,7 Rapporto di tipo sovvenzionato 14,3 100,0 42,9 64,3 0,0 42,9 21,4 0,0 14,3 22,4 24,3 23,0 27,6 64,9 37,8 50,0 10,8 39,3 Accordo informale senza pagamento dei contributi Totale 25,2 45,9 32,0 34,0 31,6 33,1 40,8 22,6 34,8 Fonte: elaborazioni ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE su dati MIUR LA COERENZA TRA IL PROFILO PROFESSIONALE PREVISTO E L ATTIVITÀ LAVORATIVA

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