Provvedimento n. 268 del 01/07/2009 IL DIRIGENTE DEL SETTORE AMBIENTE E SUOLO

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1 Provincia di Ravenna settore ambiente e suolo Piazza dei Caduti per la Libertà, 2 / 4 Provvedimento n. 268 del 01/07/2009 Oggetto: D.LGS 59/05 - L.R. 21/04 DITTE HERAMBIENTE S.R.L. E HERA S.P.A. AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE PER L IMPIANTO IPPC ESISTENTE DI TRATTAMENTO CHIMICO-FISICO E BIOLOGICO DI RIFIUTI PERICOLOSI E NON PERICOLOSI (PUNTI 5.1 E 5.3 ALL. I D.LGS N. 59/05) SITO IN COMUNE DI LUGO, VIA TOMBA, N. 25 VOLTURA AIA - IL DIRIGENTE DEL SETTORE AMBIENTE E SUOLO PREMESSO che con proprio provvedimento n. 727 del 31/10/2007, come modificato con successivo provvedimento n. 450 del 18/08/2008, è stata rilasciata l'autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), ai sensi dell art 10 della L.R. n. 21/04, nelle persone dei loro legali rappresentanti alle Ditte HERA S.p.A., avente sede legale in Comune di Bologna, viale Berti Pichat n. 2/4 e HERA Ravenna S.r.l., avente sede legale in Comune di Ravenna, via Romea Nord n. 180/182, per la prosecuzione dell attività esistente di cui ai punti 5.1 e 5.3 dell Allegato I al D.Lgs 59/05 nell impianto di trattamento chimico-fisico e biologico di rifiuti pericolosi e non pericolosi sito in Comune di Lugo, Via Tomba, n. 25, ognuno per i rispettivi ambiti di competenza: sezione di trattamento chimico-fisico con processo in monostadio, ovvero in doppio stadio, specializzato, e linea trattamento fanghi con ispessitore e filtropressa, gestita da HERA S.p.A., compresa la tubazione di collegamento con il depuratore biologico (trattamento biologico di rifiuti non pericolosi e acque reflue urbane, gestito da HERA Ravenna S.r.l.) fino ai limiti di batteria dello stesso; sezione di trattamento biologico a fanghi attivi e fase preliminare di denitrificazione, oltre a una linea di trattamento fanghi con pre-ispessitore, gestita da HERA Ravenna S.r.l., che comprende una fase di digestione anaerobica a doppio stadio (seguita da post-ispessitore e 2 unità di centrifugazione) a cui sono destinati anche rifiuti ad elevato carico organico (la tubazione di scarico che recapita le acque reflue industriali derivanti dalla sezione di digestione anaerobica, trattandosi di tubazione della rete fognaria interna al depuratore biologico, è gestita da HERA Ravenna S.r.l.); la gestione delle unità di centrifugazione, destinate anche alla disidratazione dei fanghi biologici in esubero provenienti dal preispessitore, avviene in maniera separata a seconda del fango trattato; VISTA la nota pervenuta a questa Provincia in data 13/02/2009 (PG 18434/2009 del 17/02/2009) contenente precisazioni in merito alla titolarità della gestione dell impianto di trattamento biologico di rifiuti non pericolosi e acque reflue urbane (Depuratore di Lugo) autorizzato con l AIA di cui al sopracitato provvedimento n. 727 del 31/10/2007 e s.m.i. per cui, per il rispettivo ambito di competenza, i riferimenti a HERA Ravenna s.r.l. (società operativa territoriale del Gruppo HERA, controllata integralmente da HERA S.p.A., che espleta il Servizio Idrico Integrato per conto dell affidataria HERA S.p.A. all interno dell Ambito Territoriale Ottimale della Provincia di Ravenna e, pertanto, conduce operativamente gli impianti afferenti al sopracitato SII), in termini di responsabilità sociali, sono da intendere in capo a HERA S.p.A. avente sede legale in Comune di Bologna, Viale Berti Pichat, n. 2/4, nella persona del suo legale rappresentante; VISTA la comunicazione ex art. 10, comma 4) del D.Lgs. n. 59/05 pervenuta a questa Provincia in data 26/06/2009 (PG 61029/2009 del 26/06/2009) relativa alla variazione di titolarità della gestione dell impianto di trattamento chimico-fisico e biologico di rifiuti pericolosi e non pericolosi autorizzato con l AIA di cui al sopracitato provvedimento n. 727 del 31/10/2007 e s.m.i., a seguito del conferimento di ramo d azienda da parte di HERA S.p.A. a favore di ECOLOGIA AMBIENTE s.r.l. (società del Gruppo HERA controllata integralmente dalla stessa HERA S.p.A.) con effetto dal 01/07/2009; contestualmente agli effetti giuridici dell operazione di conferimento relativo alle attività di gestione di tutti gli impianti di smaltimento/trattamento/recupero di rifiuti in titolarità a HERA S.p.A. (tra cui l impianto di trattamento integrato chimico-fisico e biologico di rifiuti oggetto della presente AIA), la conferitaria ECOLOGIA AMBIENTE s.r.l. assume altresì la denominazione sociale di HERAMBIENTE s.r.l. e varia la propria sede legale da Ravenna Via Baiona, n. 182 a Bologna Viale Berti Pichat, n. 2/4; 1

2 PRESO ATTO pertanto che a far tempo dal 01/07/2009, per effetto dell Atto notarile a rogito del notaio dott. Federico Tassinari del 25/06/2009 (Rep. n ), la titolarità dell attività di gestione dell impianto di trattamento chimico-fisico e biologico di rifiuti pericolosi e non pericolosi sito in Comune di Lugo, via Tomba, n. 25, viene trasferita per il rispettivo ambito di competenza (attività di gestione rifiuti) nelle persone dei loro legali rappresentanti dalla società HERA S.p.A. alla società HERAMBIENTE s.r.l., entrambe con sede legale in Comune di Bologna, Viale Berti Pichat, n. 2/4, fermo restando in capo a HERA S.p.A. (soggetto individuato dall ATO di Ravenna quale affidatario del SII) la titolarità dell attività di gestione del Depuratore di Lugo, per il rispettivo ambito di competenza (servizio di depurazione); PRESO ATTO altresì che nulla muta nelle modalità di gestione dell impianto di trattamento chimico-fisico e biologico di rifiuti e acque reflue urbane oggetto della presente AIA; RICHIAMATO il Decreto Legislativo 18 Febbraio 2005, n. 59 Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell inquinamento e in particolare l art. 10 Modifica degli impianti o variazione del gestore ; VISTA la Legge Regionale n. 21 del 11 ottobre 2004 che attribuisce alle Province le funzioni amministrative derivanti dalla disciplina della prevenzione e riduzione integrate dell inquinamento; RICHIAMATA la Deliberazione di Giunta Regionale n del 13/10/2003 in materia di direttive per la determinazione e la prestazione delle garanzie finanziarie per il rilascio delle autorizzazioni all esercizio di operazioni di smaltimento e recupero rifiuti; DATO ATTO che tutte le attività di smaltimento e recupero rifiuti autorizzate ai sensi dell art. 210 del D.Lgs. n. 152/06 devono prestare, ovvero adeguare, la garanzia finanziaria secondo le modalità indicate nella direttiva regionale soprarichiamata; PRESO ATTO con nota PG 7629/2009 del 27/01/2009 della proposta presentata a questa Provincia in data 23/12/2008 (PG /2008 del 29/12/2008 del 27/12/2007), in ottemperanza all AIA, in merito ad alcuni indicatori per il trattamento sia chimico-fisico, sia biologico, che a partire da dati noti di quantitativi di rifiuti in ingresso, consumi di materie prime ovvero risorse energetiche, nonché emissioni compresa la produzione di rifiuti, rendono conto della performance ambientale dell impianto e possono pertanto essere utilizzati come indicatori indiretti di impatto ambientale; tali indicatori vengono acquisiti come parte integrante del Piano di Monitoraggio dell impianto; DATO ATTO che un intervento di miglioramento ambientale ha riguardato l installazione di un sistema di automatismi che consente l arresto in automatico delle pompe di alimento rifiuti/reflui al digestore in caso di alto livello del post-ispessitore, al fine di rendere più agevole la gestione del processo di trattamento biologico mediante digestione anaerobica di rifiuti liquidi; Si informa che ai sensi dell art. 13 del D.Lgs. n. 196/03 il titolare dei dati personali è la Provincia di Ravenna, con sede in Piazza dei Caduti, n. 2/4 e che il Responsabile del trattamento dei medesimi dati è il Dirigente del Settore Ambiente e Suolo Dott. Stenio Naldi. VISTO l art. 107, comma 5, del Decreto Legislativo 18 Agosto 2000, n. 267; VISTO l'art. 4, comma 8, del regolamento di attribuzioni di competenze al Presidente della Provincia, alla Giunta Provinciale, ai Dirigenti e al Segretario Generale che stabilisce che:..."ai dirigenti competono, in generale, nell'esercizio delle attribuzioni di competenza: il rilascio, la sospensione, la revoca, la riforma, le modifiche delle licenze, delle autorizzazioni e delle concessioni previste dalle leggi statali, regionali, dallo statuto e dai regolamenti"; SU proposta del Responsabile del procedimento: DISPONE 1. Di prendere atto del conferimento da parte della società HERA S.p.A., avente sede legale in Comune di Bologna, Viale Berti Pichat, n. 2/4, del ramo d azienda relativo alle attività di gestione di tutti gli impianti di smaltimento/trattamento/recupero di rifiuti (tra cui l impianto di trattamento chimico-fisico e biologico di rifiuti pericolosi e non pericolosi oggetto della presente AIA) a favore di ECOLOGIA AMBIENTE s.r.l., avente sede legale in Comune di Ravenna, Via Baiona, n. 182 (società del Gruppo HERA controllata integralmente dalla stessa HERA S.p.A.) con effetto dal 01/07/2009 (atto notarile a rogito del notaio dott. Federico Tassinari del 25/06/ Rep. n ); 2

3 2. Di prendere atto altresì che, contestualmente agli effetti giuridici della sopracitata operazione di conferimento, la conferitaria ECOLOGIA AMBIENTE s.r.l. a far tempo dal 01/07/2009 assume la denominazione sociale di HERAMBIENTE s.r.l. e varia la propria sede legale da Ravenna Via Baiona, n. 182 a Bologna Viale Berti Pichat, n. 2/4; 3. Di dare atto che le Ditte HERAMBIENTE s.r.l. e HERA S.p.A., entrambe aventi sede legale in Comune di Bologna, viale Berti Pichat, n. 2/4, nelle persone dei loro legali rappresentanti risultano titolari dell Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) rilasciata, ai sensi dell art 10 della L.R. n. 21/04 con proprio provvedimento n. 727 del 31/10/2007 come modificato con successivo provvedimento n. 450 del 18/08/2008, per la prosecuzione dell attività esistente di gestione dell impianto di trattamento chimico-fisico e biologico di rifiuti pericolosi e non pericolosi sito in Comune di Lugo, Via Tomba, n. 25, di cui ai punti 5.1 e 5.3 dell Allegato I al D.Lgs 59/05, ognuno per i rispettivi ambiti di competenza come sopra esplicitati; 4. Di dare atto che tutte le condizioni e prescrizioni dell AIA impartite con proprio provvedimento n. 727 del 31/10/2007, come modificato con successivo provvedimento n. 450 del 18/08/2008, nell allegato Condizioni dell AIA vengono sostituite con l allegato al presente provvedimento; 5. Di subordinare la validità dell AIA con le relative condizioni e prescrizioni di cui all allegato, parte integrante del presente provvedimento, al rispetto delle seguenti condizioni e prescrizioni: 5.a) Il presente provvedimento sostituisce la precedente Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata con proprio provvedimento n. 727 del 31/10/2007 come modificato con successivo provvedimento n. 450 del 18/08/2008 e le seguenti autorizzazioni settoriali già di titolarità dei precedenti gestori: - Autorizzazione alla gestione dell impianto di trattamento integrato chimico-fisico e biologico (D8/D9) di rifiuti speciali liquidi pericolosi e non pericolosi prodotti da terzi rilasciata, ai sensi del D.Lgs. n. 22/97 e s.m.i., dalla Provincia di Ravenna con provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo n. 689 del 27/11/2002 così come modificato e integrato con successivi provvedimenti n. 623 del 16/09/2003 e n. 666 dl 21/11/2006; - Autorizzazione alle emissioni in atmosfera provenienti dall impianto chimico-fisico rilasciata, ai sensi del D.Lgs. n. 152/06, dalla Provincia di Ravenna con provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo n. 662 del 11/10/2007; - Autorizzazione allo scarico di rete fognaria pubblica quasi completamente mista recapitante in acque superficiali scarico fognario n. 001 in Comune di Lugo rilasciata, ai sensi del D.Lgs. n. 152/99 e s.m.i., dalla Provincia di Ravenna con provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo n. 299 del 12/05/2006; - Autorizzazione allo scarico di acque reflue industriali contenenti sostanze pericolose provenienti dall impianto chimico-fisico, recapitanti in pubblica fognatura collegata al depuratore biologico, rilasciata, ai sensi del D.Lgs. n. 152/99 e s.m.i., dal Comune di Lugo con provvedimento n. 33 del 17/12/2003; - Iscrizione al numero 5 dell elenco provinciale dei gestori di impianti di trattamento che hanno effettuato la comunicazione di cui all art. 36, comma 3, del D.Lgs n. 152/99, per l impianto di depurazione di acque reflue urbane, con provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo della Provincia di Ravenna n. 572 del 03/10/2006; 5.b) L impianto dovrà essere condotto con le modalità tecniche, prescrizioni e condizioni previste nel presente atto in continuità con le autorizzazioni settoriali di cui al precedente punto 5.a); 5.c) I gestori devono comunicare a questa Provincia la data di fine lavori e/o attività per il miglioramento delle attuali prestazioni ambientali dell impianto indicati nella Sezione D) dell Allegato del presente provvedimento; 5.d) Il presente provvedimento è comunque soggetto a riesame nei casi di seguito indicati: - qualora si verifichi una delle condizioni previste dall art. 9, comma 4 del D.Lgs. n. 59/05; - qualora si verifichino modifiche sostanziali sull assetto dell impianto rispetto alle condizioni indicate nella domanda AIA per l impianto esistente; - sulla base del quadro informativo ottenuto a seguito dell esame dei dati del piano di monitoraggio e controllo; 5.e) Nel caso in cui intervengano variazioni nella titolarità della gestione dell impianto, il vecchio gestore e il nuovo gestore ne danno comunicazione entro 30 giorni alla Provincia di Ravenna anche nelle forme dell autocertificazione; 3

4 5.f) In caso di modifica dell impianto i gestori comunicano alla Provincia di Ravenna, all ARPA e al Comune di competenza le modifiche progettate dell'impianto. Tali modifiche saranno valutate ai sensi dell art. 10 del D.Lgs. n. 59/05; 5.g) I gestori devono provvedere al perfezionamento dei Protocolli interni di autodisciplina relativi agli effluenti prodotti dalla sezione di trattamento chimico-fisico di rifiuti speciali liquidi pericolosi e non pericolosi e dalla sezione di trattamento biologico mediante digestione anaerobica di residui agroalimentari, percolati di discarica e di compostaggio, convogliati tramite tubazioni dedicate al depuratore biologico, ora a firma di HERA S.p.A. e HERA Ravenna s.r.l. Le nuove versioni dei Protocolli sopracitati, sottoscritti dalla due Società HERAMBIENTE s.r.l. e HERA S.p.A., che dovranno essere a trasmesse alla Provincia di Ravenna e all ARPA entro 30 giorni dalla data del presente provvedimento, saranno acquisiti come parte integrante della presente AIA. 5.h) Con riferimento all attività di gestione rifiuti pericolosi e non pericolosi, il gestore HERAMBIENTE s.r.l. è tenuto entro 90 giorni dalla data del presente provvedimento, pena la revoca dell autorizzazione in caso di mancato adempimento, a prestare una garanzia finanziaria per un importo pari a ,00 secondo le modalità di seguito indicate ovvero ad adeguare, tramite appendice, la garanzia finanziaria attualmente in essere facendo riferimento alla presente AIA. Tale garanzia finanziaria è calcolata in base ai seguenti dati: D8/D9 (rifiuti pericolosi e non pericolosi): ton/anno * 15,00 /ton = ,00 (-40%) = ,00 nella considerazione che l impianto in oggetto risulta certificato secondo la norma UNI EN ISO per cui, ai sensi dell art. 210, comma 3, lettera h) del D.Lgs. n. 152/06 e della DGR n. 1991/2003, è ridotto del 40% l ammontare della garanzia finanziaria da prestare per lo svolgimento dell attività di gestione dell impianto integrato di trattamento chimico-fisico e biologico di rifiuti pericolosi e non pericolosi sito in Comune di Lugo, Via Tomba, n i) La garanzia finanziaria viene costituita secondo le seguenti modalità: - reale e valida cauzione in numerario od in titoli di Stato, ai sensi dell art. 54 del regolamento per l amministrazione del patrimonio e per la contabilità generale dello Stato, approvato con R.D , n. 827 e successive modificazioni; - fidejussione bancaria rilasciata da Aziende di credito di cui all art. 5 del R.D.L , n. 375 e successive modifiche ed integrazioni; - polizza assicurativa rilasciata da impresa di assicurazione debitamente autorizzata all esercizio del ramo cauzioni ed operante nel territorio della Repubblica in regime di libertà di stabilimento o di libertà di prestazione di servizi. La durata della garanzia finanziaria sopracitata deve essere pari a quella dell autorizzazione maggiorata di 2 anni. Fino alla scadenza del termine sopraindicato di 90 giorni, l attività può essere proseguita alle condizioni indicate nella presente AIA. I gestori sono tenuti a presentare eventuale CONGUAGLIO alle spese istruttorie già versate ai sensi della DGR n. 667/2005 per il rilascio dell AIA così come previsto dalla Delibera di Giunta Regionale n del 17/11/2008 Prevenzione e riduzione integrate dell inquinamento (IPPC) Recepimento del tariffario nazionale da applicare in relazione alle istruttorie ed ai controlli previsti dal D.Lgs. n. 59/2005 così come modificata con DGR n. 155/ Di mantenere inalterata la scadenza dell AIA indicata al 31/10/2013 nel provvedimento n. 727 del 31/10/2007 e s.m.i. Per il rinnovo della presente autorizzazione, almeno sei mesi prima della scadenza, i gestori devono inviare a questa Provincia una domanda, corredata da una relazione contenente un aggiornamento delle informazioni di cui all'articolo 5, comma 1 del D.Lgs. n. 59/05. Fino alla pronuncia dell'autorità competente in merito al rinnovo, i gestori continuano l'attività sulla base della precedente AIA. Il monitoraggio e il controllo delle condizioni dell AIA sono esercitate dalla Provincia di Ravenna ai sensi dell art. 11 del D.Lgs. n. 59/05, avvalendosi del supporto tecnico, scientifico e analitico di ARPA, al fine di verificare la conformità dell impianto alle condizioni contenute nel provvedimento di autorizzazione. La Provincia, ove rilevi situazioni di non conformità alle condizioni contenute nel provvedimento di autorizzazione, procederà secondo quanto stabilito nell atto stesso o nelle disposizioni previste dalla vigente normativa nazionale e regionale. 4

5 5 IL DIRIGENTE DEL SETTORE AMBIENTE E SUOLO (Dott. Stenio Naldi)

6 ALLEGATO A) SEZIONE INFORMATIVA Le attività di HERAMBIENTE s.r.l. e HERA S.p.A. oggetto della presente Autorizzazione Integrata Ambientale si sviluppano nell unica sede di Via Tomba, n. 25 in Comune di Lugo (RA); si tratta di un impianto esistente di depurazione biologica acque reflue (urbane e industriali) in cui sono svolte attività di trattamento integrato chimico-fisico e biologico di rifiuti speciali liquidi pericolosi e non pericolosi prodotti da terzi, riconducibile alle fattispecie di cui ai punti 5.1 e 5.3 dell Allegato I del D.Lgs. n. 59/05. Impianto di trattamento chimico-fisico di rifiuti liquidi pericolosi e non pericolosi Attività Cod. IPPC Gestore Note Impianto di trattamento biologico di reflui civili e rifiuti liquidi non pericolosi HERABIENTE s.r.l. 5.3 HERA S.p.A. (servizio depurazione SII) HERAMBIENTE s.r.l. (attività gestione rifiuti) I reflui risultanti dal trattamento chimicofisico di rifiuti pericolosi e non pericolosi sono convogliati a mezzo tubazione al depuratore biologico. Nell impianto di depurazione è svolto anche il trattamento biologico di rifiuti non pericolosi. I reflui risultanti dal trattamento biologico mediante digestione anaerobica di rifiuti non pericolosi sono convogliati a mezzo tubazione al depuratore biologico. Le due attività sono gestite in modo indipendente ma strettamente correlate tra loro; gli elementi di connessione sono sostanzialmente rappresentati dal condotto di scarico dei reflui risultanti dal trattamento chimico-fisico, dalla tubazione di alimentazione dei rifiuti non pericolosi alla sezione di trattamento biologico mediante digestione anaerobica e dai condotti di scarico delle acque di risulta delle centrifughe (quando alimentate dai fanghi estratti dal post-ispessitore). La logistica dell impianto prevede che le due attività abbiano in comune: - sistema DCS (sistema di controllo del processo); - uffici - piazzali e viabilità. Le sale quadri sono invece distinte e dedicate in modo specifico alle due attività. A1) Informazioni sull impianto L impianto nel suo complesso è costituito da due sezioni integrate e complementari: sezione di trattamento chimico-fisico con processo in monostadio, ovvero in doppio stadio, specializzato, e linea trattamento fanghi con ispessitore e filtropressa; sezione di trattamento biologico a fanghi attivi e fase preliminare di denitrificazione, oltre a una linea di trattamento fanghi che comprende una fase di digestione anaerobica (seguita da ispessimento e disidratazione meccanica) a cui sono destinati, oltre al fango in esubero proveniente dal trattamento biologico, anche reflui ad elevato carico organico. Per entrambe le sezioni sono disponibili strutture di ricevimento e stoccaggio provvisorio rifiuti; in tali strutture di stoccaggio si provvede alla caratterizzazione e all eventuale miscelazione dei rifiuti, ovvero ad alcune particolari fasi di pretrattamento specializzato (ossidazione forzata con metodo Fenton). Ad entrambe le sezioni di trattamento sono conferite, tramite mezzi mobili, rifiuti speciali liquidi pericolosi e non pericolosi. I rifiuti provenienti dalla sezione di trattamento chimico-fisico, previo accumulo, sono destinati in testa alla sezione di trattamento biologico, che tratta a sua volta rifiuti speciali liquidi oltre le acque reflue delle pubbliche fognature e diversi insediamenti produttivi collegati. A tal proposito si assumono le informazioni descrittive dell impianto esistente riportate nella domanda di AIA presentata. Nel giugno 2006 è stata avviata una prova sperimentale finalizzata al trattamento biologico tramite digestione anaerobica (unitamente al fango biologico proveniente dal pre-ispessitore) di rifiuti speciali liquidi non pericolosi ad elevato contenuto organico, anche in presenza di limiti di concentrazione di metalli pesanti superiori ai limiti di cui alla Tabella 3 dell Allegato 5 alla Parte Terza del D.Lgs. n. 152/06 proprio per abbattere tali inquinanti (oltre al carico organico) prima dell ingresso al trattamento biologico mediante fanghi attivi. Nell ambito di tale prova sperimentale, sono state installate 2 unità di centrifugazione in uscita dal postispessitore, in sostituzione delle esistenti nastropresse asservite al depuratore biologico, con la funzione di aumentare il tenore di secco sul fango ispessito (destinato a smaltimento in discarica) e migliorare le caratteristiche, relativamente al contenuto di metalli e solidi sospesi, dell acqua di risulta avviata in testa all impianto di depurazione biologico. Si ritiene opportuno precisare che le unità di centrifugazione sono destinate anche alla disidratazione dei fanghi biologici in esubero provenienti dal pre-ispessitore; la gestione dei fanghi provenienti dal postispessitore, posto a valle della sezione di digestione anaerobica e quindi interessato dal trattamento biologico di rifiuti in oggetto, e di quelli provenienti dal pre-ispessitore, posto a monte della sezione di digestione anaerobica, avviene in maniera separata. 6

7 Si evidenzia altresì che le unità di centrifugazione sono in grado di disidratare la totalità del fango in ingresso al post-ispessitore, pertanto viene evitato lo stramazzo superficiale dei reflui dal post-ispessitore e il conseguente rilancio degli stessi in testa alla sezione d depurazione biologica. In condizioni di emergenza che determinano un alto livello dei fanghi contenuti nel post-ispessitore, si procede con l immediato arresto delle pompe che alimentano rifiuti/reflui alla sezione di digestione anaerobica, evitando lo stramazzo degli stessi. Considerato l esito positivo della prova sperimentale sopracitata, attualmente si svolge con continuità (per un quantitativo annuo massimo pari a tonnellate) il trattamento biologico mediante digestione anaerobica di residui agroalimentari, percolati di discarica e di compostaggio, anche in presenza di limiti di concentrazione di metalli pesanti superiori ai limiti di cui alla Tabella 3 dell Allegato 5 alla Parte Terza del D.Lgs. n. 152/06, a seguito delle difficoltà riscontrate nel trattamento di tali rifiuti in impianti chimico-fisici tradizionali. Si prende infine atto dell intervento di modifica riguardante la gestione delle operazioni di scarico dei sedimi da autospurghi, per cui è prevista la realizzazione di una piccola piazzola circoscritta che permette agli autospurghi che conferiscono i reflui provenienti dallo spurgo dei pozzi neri situati nel territorio alla sezione di trattamento biologico, di poter scaricare i sedimi che si formano periodicamente nelle cisterne degli autospurghi stessi; tali rifiuti, infatti, essendo particolarmente densi, non possono essere lavorati nella macchina utilizzata per il trattamento bottini, bensì richiedono l apertura della cisterna stessa e lo scarico del rifiuto ad altezza suolo. Il piazzale in cemento ha una superficie inclinata utile di 25 m 2 circa ed è preposto allo stoccaggio massimo pari a 5 m 3 di rifiuto. L area di scarico è circoscritta su tre lati mediante la realizzazione di un muretto di contenimento di altezza pari a 70 cm; l eventuale parte liquida del rifiuto scaricato sarà convogliata, per effetto della superficie inclinata del piazzale, verso un apposita canaletta con recapito nel sollevamento esistente di rilancio in testa all impianto di depurazione. Il rifiuto scaricato sul suddetto piazzale viene periodicamente raccolto mediante idoneo mezzo d opera e trasferito all interno dell adiacente cassone scarrabile di capacità pari a 13 m 3, in attesa di essere avviato a definitivo smaltimento; si precisa che in tale cassone confluisce anche il vaglio da operazioni di grigliatura dei rifiuti classificati come fanghi da pulizia di fosse settiche, provenienti dalla raccolta effettuata dagli autospurghi sul territorio (bottini). A2) Autorizzazioni sostituite Elenco autorizzazioni settoriali sostituite: - Autorizzazione alla gestione dell impianto di trattamento integrato chimico-fisico e biologico (D8/D9) di rifiuti speciali liquidi pericolosi e non pericolosi prodotti da terzi rilasciata, ai sensi del D.Lgs. n. 22/97 e s.m.i., dalla Provincia di Ravenna con provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo n. 689 del 27/11/2002 così come modificato e integrato con successivi provvedimenti n. 623 del 16/09/2003 e n. 666 dl 21/11/2006; - Autorizzazione alle emissioni in atmosfera provenienti dall impianto chimico-fisico rilasciata, ai sensi del D.Lgs. n. 152/06, dalla Provincia di Ravenna con provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo n. 662 del 11/10/2007; - Autorizzazione allo scarico di rete fognaria pubblica quasi completamente mista recapitante in acque superficiali scarico fognario n. 001 in Comune di Lugo rilasciata, ai sensi del D.Lgs. n. 152/99 e s.m.i., dalla Provincia di Ravenna con provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo n. 299 del 12/05/2006; - Autorizzazione allo scarico di acque reflue industriali contenenti sostanze pericolose provenienti dall impianto chimico-fisico, recapitanti in pubblica fognatura collegata al depuratore biologico, rilasciata, ai sensi del D.Lgs. n. 152/99 e s.m.i., dal Comune di Lugo con provvedimento n. 33 del 17/12/2003; - Iscrizione al numero 5 dell elenco provinciale dei gestori di impianti di trattamento che hanno effettuato la comunicazione di cui all art. 36, comma 3, del D.Lgs n. 152/99, per l impianto di depurazione di acque reflue urbane, con provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo della Provincia di Ravenna n. 572 del 03/10/2006. B) SEZIONE FINANZIARIA I gestori hanno provveduto al versamento delle spese istruttorie per il rilascio dell Autorizzazione Integrata Ambientale di cui al provvedimento n. 727 del 31/10/2007 per complessivi 1.450,00, conformemente a quanto previsto dalla DGR n. 667/05, con due distinti versamenti, rispettivamente di 1.210,00 in data 30/01/2006 e di 240,00 al momento del ritiro dell AIA (a seguito di un errore riscontrato nel versamento effettuato contestualmente alla presentazione della domanda AIA). Eventuale CONGUAGLIO alle spese istruttorie per il rilascio dell AIA sarà versato ai sensi della Delibera di Giunta Regionale n del 17/11/2008 Prevenzione e riduzione integrate dell inquinamento (IPPC) 7

8 Recepimento del tariffario nazionale da applicare in relazione alle istruttorie ed ai controlli previsti dal D.Lgs. n. 59/2005 così come modificata con DGR n. 155/09. C) SEZIONE DI VALUTAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE DELL IMPIANTO Si dà atto che alla luce del quadro informativo attualmente disponibile, quadro che dovrà essere integrato e migliorato utilizzando i dati che deriveranno dal piano di monitoraggio e controllo, e delle valutazioni effettuate rispetto alle precedenti autorizzazioni settoriali, l attuale assetto dell impianto risponde ai principi della normativa IPPC (art. 3 del D.Lgs. n. 59/05). D) SEZIONE DI VALUTAZIONE DEL PIANO DI ADEGUAMENTO DELL IMPIANTO E PROPOSTE VOLONTARIE AVANZATE DAL GESTORE PER IL MIGLIORAMENTO AMBIENTALE Con riferimento alla valutazione delle prestazioni ambientali dell impianto di cui al precedente punto C), dall individuazione delle Migliori Tecniche Disponibili (MTD) applicabili all impianto e dal confronto con l impianto stesso, si conviene nel ritenere non necessaria la predisposizione di un Piano di Adeguamento, non essendosi riscontrate disarmonie evidenti rispetto alle MTD. Al fine di rendere più agevole la gestione del processo di trattamento biologico mediante digestione anaerobica di rifiuti liquidi, per cui si è già provveduto all installazione di un sistema di automatismi che consente l arresto in automatico delle pompe di alimento rifiuti/reflui al digestore in caso di alto livello del post-ispessitore, dovrà essere fornita continuità all ulteriore intervento proposto dal gestore quale Piano di Miglioramento delle attuali prestazioni ambientali dell impianto; in particolare: realizzazione entro il 31/12/2009 di un sistema di raccolta delle acque di risulta dalle due unità di centrifugazione prima dell immissione delle stesse nella rete fognaria dell impianto biologico, consentendone così il ricircolo al post-ispessitore, durante il verificarsi di condizioni non ordinarie di funzionamento delle centrifughe (avviamento, manutenzione, guasto tecnico, ecc.). Si dà infine atto che, in ottemperanza all AIA di cui al provvedimento n. 727 del 31/10/2007, in data 30/11/2007 è stato attivato il sistema di aspirazione e abbattimento odori, costituito da filtro a zeolite e successiva neutralizzazione con apposito reattivo per il trattamento delle emissioni odorigene provenienti dalla sezione di trattamento chimico-fisico, afferente al punto di emissione E3. E) SEZIONE EMISSIONI (CONDIZIONI DI ESERCIZIO DELL IMPIANTO) E1) Condizioni generali per l esercizio dell impianto Per l esercizio dell impianto i gestori devono rispettare le condizioni, i valori limite di emissione e le prescrizioni gestionali di seguito indicate, in continuità con le autorizzazioni settoriali di cui al precedente punto A2) formalmente sostituite dalla presente AIA. E2) Gestione rifiuti L attività di trattamento integrato chimico-fisico e biologico (D8/D9) di rifiuti speciali liquidi pericolosi e non pericolosi prodotti da terzi deve essere svolta nel rispetto delle prescrizioni di seguito indicate: 1. L impianto nel suo complesso è costituito da due sezioni integrate e complementari: a) sezione di trattamento chimico-fisico con processo in monostadio, ovvero in doppio stadio, specializzato, e linea trattamento fanghi con pre-ispessitore e filtropressa; b) sezione di trattamento biologico a fanghi attivi e fase preliminare di denitrificazione, oltre a una linea di trattamento fanghi che comprende una fase di digestione anaerobica (seguita da ispessimento e centrifugazione) a cui sono destinati anche rifiuti ad elevato carico organico. Per la sezione a) sono disponibili strutture di ricevimento e stoccaggio provvisorio dei rifiuti liquidi conferiti tramite autobotti costituite da 2 vasche (9 e 11) da 400 m 3 ciascuna, 1 vasca (10) da 200 m 3, 3 serbatoi (20, 21, 22) da 180 m 3 ciascuno e 8 vasche (1-2, 3-4, 5-6, 7-8) da 32 m 3 ognuna, per un totale di m 3 disponibili. Nelle vasche 7 e 8 viene effettuato un pre-trattamento di ossidazione forzata con metodo Fenton. All interno dello stesso capannone di alloggiamento della sezione di trattamento chimico-fisico è presente, oltre ad un serbatoio di capacità pari a circa 30 m 3 per l eventuale stoccaggio di rifiuti liquidi in condizioni di emergenza, un apposita area attrezzata per lo stoccaggio provvisorio dei rifiuti liquidi ritirati in colli. I fanghi conferiti da altri impianti sono avviati direttamente alla linea trattamento fanghi (filtropressa), in una vasca in cemento da 150 m 3 (ispessitore). Per la sezione b) sono disponibili strutture di ricevimento e stoccaggio provvisorio dei rifiuti costituite da 6 vasche ( , ) da 50 m 3 ciascuna, per un totale di 300 m 3 disponibili. In tali strutture di stoccaggio si provvede alla caratterizzazione e all eventuale miscelazione di rifiuti. È infine disponibile per la sezione b) una vasca in cemento da 180 m 3 per il ricevimento e lo stoccaggio di prodotti chimici (nutrienti) atti a migliorare l efficienza di abbattimento dell impianto di trattamento biologico. 8

9 2. Ad entrambe le sezioni di trattamento sono conferiti, tramite mezzi mobili, rifiuti speciali liquidi pericolosi e non pericolosi. I reflui originati dalla sezione di trattamento chimico-fisico sono accumulati in 2 vasche della capacità complessiva di 160 m 3 (2x80 m 3 ) e 1 serbatoio (19) da 180 m 3 e sono destinati in testa alla sezione di trattamento biologico, che tratta a sua volta rifiuti speciali liquidi oltre le acque reflue delle pubbliche fognature e diversi insediamenti produttivi collegati. Il serbatoio 19 deve essere dedicato esclusivamente allo stoccaggio di reflui pretrattati nella sezione chimico-fisico. L attività di trattamento di rifiuti liquidi conferiti da terzi con mezzi mobili deve essere programmata e gestita in relazione alla potenzialità residua dell impianto di trattamento biologico che riceve le acque reflue delle fognature e, soprattutto, di diversi insediamenti produttivi con lavorazioni stagionali che possono impegnare in maniera rilevante la capacità depurativa dell impianto nella sezione biologica. 3. I rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, prodotti da terzi e conferiti tramite mezzi mobili, ammessi al trattamento sono quelli elencati, rispettivamente, nella Tabella 1 per la sezione di trattamento chimicofisico e nella Tabella 2 per la sezione di trattamento biologico, allegate al presente provvedimento. Per i rifiuti indicati con il codice CER XXYY99 nei formulari e nel registro di carico/scarico deve comunque essere indicata la descrizione qualitativa dei rifiuti stessi. 4. La quantità massima di rifiuti trattabili è fissata, rispettivamente, in ton/anno per la sezione di trattamento chimico-fisico e in ton/anno per la sezione di trattamento biologico compesa la linea di digestione anaerobica. Sono ammessi anche rifiuti con provenienza extraregionale per una quantità non superiore al 70% del totale e garantendo comunque la priorità alle utenze locali e regionali. 5. I rifiuti vengono ammessi all impianto secondo le modalità e procedure di caratterizzazione indicate nel Manuale Operativo che la Società ha definito all interno del sistema di gestione integrata qualitàambiente certificato ISO 9001 e ISO Il controllo del processo di trattamento e la gestione operativa dell impianto avvengono secondo le modalità indicate nello stesso Manuale di gestione che viene assunto integralmente a riferimento vincolante con le integrazioni validate da ARPA. 6. Rispetto alle procedure previste nel Manuale di cui al precedente punto 5), particolare attenzione deve essere posta nei controlli della qualità dei rifiuti conferiti e delle miscele destinate a trattamento, oltre al monitoraggio dei parametri operativi di processo, al fine di garantire il rispetto dei limiti di cui al successivo punto 10). Devono essere in ogni caso costantemente aggiornate le registrazioni relative a: - controllo periodico ph e taratura delle sonde; - anomalia verificatesi nel processo e attivazione dei sistemi di allarme e intervento; - interventi effettuati relativamente alle anomalie sopraindicate; - non conformità rispetto alle procedure previste dal sistema integrato qualità-ambiente. 7. Le operazioni di carico/scarico, movimentazione e stoccaggio dei rifiuti destinati al trattamento devono essere gestite con modalità tali da evitare ogni danno o pericolo per la salute degli addetti e ogni rischio di inquinamento dell aria, dell acqua e del suolo, nonché inconvenienti igienico-sanitari dovuto a rumore e cattivi odori. 8. I rifiuti da trattare vengono conferiti nelle strutture di stoccaggio indicate al precedente punto 1) secondo le caratteristiche e la tipologia di trattamento a cui sono destinate. I rifiuti incompatibili fra loro per caratteristiche chimico-fisiche e che possono reagire pericolosamente dando luogo a formazione di prodotti esplosivi e/o infiammabili, ovvero sviluppo di calore, devono essere stoccati in modo distinto per escludere possibilità di contatto diretto. A tale proposito le vasche e i serbatoi di stoccaggio devono essere dotati di idonea segnaletica che consenta di identificare in modo univoco il contenuto. Nelle zone di stoccaggio e movimentazione dei rifiuti devono essere apposte idonee tabelle che riportano le norme di comportamento per gli addetti. 9. Sono ammesse operazioni di miscelazione e omogeneizzazione fra tipologia diverse di rifiuti anche pericolosi esclusivamente al fine di ottenere miscele omogenee di rifiuti destinati a rendere più sicuro lo smaltimento finale. Al riguardo la miscelazione è consentita ma deve essere limitata a rifiuti appartenenti a categorie fra loro omogenee e compatibili sotto l aspetto chimico-fisico e con l obiettivo di rendere ottimale e più sicuro il trattamento finale. Deve essere comunque evitata la miscelazione di rifiuti che possono produrre emissioni di sostanze maleodoranti. 10. La sezione di trattamento chimico-fisico deve garantire, in ogni caso i limiti per lo scarico in pubblica fognatura di cui alla Tabella 3 dell Allegato 5 alla Parte Terza del D.Lgs. n. 152/06 per i metalli pesanti e le altre sostanze definite tossiche persistenti (cianuri, solventi organici aromatici e azotati, oli minerali, solventi clorurati, pesticidi clorurati e fosforati) ad esclusione dei fenoli per cui è consentito un limite fino a 10 mg/l. 9

10 Prima del convogliamento alla sezione di trattamento biologico, nelle vasche di accumulo, deve essere previsto un apposito sistema di presa campione per il controllo della qualità delle acque trattate nella sezione chimico-fisico. 11. Ad esclusione dei rifiuti non pericolosi ad elevato contenuto organico, costituiti da residui agroalimentari, percolati di discarica e di compostaggio, di cui al successivo punto 12), alla sezione di trattamento biologico sono direttamente ammessi solo rifiuti per cui sono rispettati i limiti relativamente allo scarico in pubblica fognatura di cui alla Tabella 3 dell Allegato 5 alla Parte Terza del D.Lgs. n. 152/06 per i metalli pesanti e le altre sostanze tossiche persistenti sopracitate al punto 10) ad esclusione dei fenoli per cui è ammesso un limite fino a 10 mg/l. Per la verifica di tali limiti deve essere approntato un punto di prelievo a monte dell immissione nella sezione di trattamento biologico. 12. I rifiuti speciali non pericolosi ad elevato contenuto organico per cui è ammesso direttamente il trattamento biologico mediante digestione anaerobica, anche in presenza di limiti di concentrazione di metalli pesanti superiori ai limiti di cui alla Tabella 3 dell Allegato 5 alla Parte Terza del D.Lgs. n. 152/06 proprio per abbattere tali inquinanti (oltre al carico organico) prima dell ingresso al trattamento biologico mediante fanghi attivi, sono esclusivamente i seguenti: Codice CER Descrizione dei rifiuti RIFIUTI LIQUIDI DI ORIGINE AGROALIMENTARI fanghi da operazioni di lavaggio e pulizia rifiuti non specificati altrimenti fanghi da operazioni di lavaggio e pulizia fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti rifiuti non specificati altrimenti fanghi prodotti da operazioni di lavaggio, pulizia, sbucciatura, centrifugazione e separazione di componenti fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti rifiuti non specificati altrimenti fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti rifiuti non specificati altrimenti scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti rifiuti non specificati altrimenti fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti rifiuti non specificati altrimenti rifiuti prodotti dalle operazioni di lavaggio, pulizia e macinazione della materia prima rifiuti prodotti dalla distillazione di bevande alcoliche fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti rifiuti non specificati altrimenti RIFIUTI LIQUIDI DA ATTIVITÁ DI COMPOSTAGGIO E PROCESSI ANALOGHI rifiuti non specificati altrimenti rifiuti non specificati altrimenti RIFIUTI LIQUIDI DA DISCARICHE PER RIFIUTI NON PERICOLOSI (PERCOLATO) percolato di discarica, diverso da quello di cui alla voce I rifiuti di cui al precedente punto 12), unitamente al fango biologico proveniente dal pre-ispessitore, sono alimentati nella sezione di trattamento biologico mediante digestione anaerobica a doppio stadio e, dopo avere subito il processo di stabilizzazione e abbattimento dei metalli, defluiscono per gravità nel post-ispessitore. I fanghi estratti dal post-ispessitore sono sottoposti a disidratazione meccanica in due unità di centrifugazione; tali centrifughe sono altresì destinate alla disidratazione dei fanghi biologici in esubero provenienti dal pre-ispessitore. La disidratazione dei fanghi provenienti dal post-ispessitore, posto a valle della sezione di digestione anaerobica e quindi interessato dal trattamento biologico di rifiuti anche in presenza di limiti di concentrazione di metalli pesanti superiori ai limiti di cui alla Tabella 3 dell Allegato 5 alla Parte Terza del D.Lgs. n. 152/06, e quelli biologici provenienti dal pre-ispessitore, posto a monte della sezione di digestione anaerobica, deve avvenire in maniera separata. Il foglio di marcia delle centrifughe deve indicare la centrifuga che opera la disidratazione dei fanghi provenienti dal post-ispessitore e quella che opera la disidratazione dei fanghi provenienti dal preispessitore. 14. La sezione di trattamento biologico mediante digestione anaerobica deve garantire, in ogni caso i limiti per lo scarico in pubblica fognatura di cui alla Tabella 3 dell Allegato 5 alla Parte Terza del D.Lgs. n. 152/06 per i metalli pesanti e le altre sostanze tossiche persistenti sopracitate al punto 10) ad esclusione dei fenoli per cui è consentito un limite fino a 10 mg/l. 10

11 Prima del convogliamento in testa alla sezione di depurazione biologica, a valle delle singole unità di centrifugazione, deve essere previsto un apposito campionamento per il controllo delle acque reflue di risulta dalla centrifugazione del fango proveniente dal post-ispessitore. Al fine di individuare il flusso di acque di risulta da campionare, e quindi verificare il rispetto dei limiti sopraindicati, presso l impianto deve essere tenuto il foglio di marcia delle centrifughe su cui devono essere annotati i periodi di funzionamento di ciascuna centrifuga operante la disidratazione dei fanghi provenienti dal post-ispessitore. 15. Alla sezione di trattamento biologico non sono direttamente ammessi rifiuti pericolosi ad esclusione dei rifiuti di cui al codice CER * che risultano compatibili con il trattamento biologico e sono di ausilio alla fase di denitrificazione. I percolati di discarica di cui al codice CER sono ammessi direttamente al trattamento nella sezione biologica solo se provengono da discariche per rifiuti non pericolosi. I percolati delle discariche ex II^ categoria tipo B e C, o comunque per le quali è ammesso lo smaltimento di rifiuti pericolosi, devono essere comunque pretrattati nella sezione chimico-fisico. Le diverse tipologie di percolati sopraindicati devono essere stoccate in modo separato. Per la sezione di trattamento biologico è fatta salvo quanto disposto per lo scarico finale (S1) dell impianto in acque superficiali al successivo punto E4) Scarichi idrici. 16. Presso l impianto deve essere tenuto un registro di carico/scarico dei rifiuti su cui devono essere annotate le movimentazioni dei rifiuti in ingresso (registrando in maniera distinta i conferimenti alle due sezioni di impianto) e dei fanghi residui da smaltire. 17. I fanghi residui dei trattamenti devono essere conferiti a impianti di smaltimento autorizzati. Al riguardo i fanghi provenienti dal trattamento chimico-fisico devono essere classificati tramite periodiche analisi la cui documentazione deve essere mantenuta a disposizione degli organi di controllo. 18. È fatto salvo l obbligo del rispetto delle normative specifiche in materia di etichettatura e imballaggio e manipolazione di rifiuti pericolosi, di inquinamento acustico, di sicurezza, igiene e tutela del lavoro e di prevenzione incendi. A tale riguardo si deve provvedere ad aggiornare, se necessario, le procedure di competenza dei servizi dell AUSL e dei VV.FF. E3) Emissioni in atmosfera Limiti emissioni I limiti risultano i seguenti, in condizione di normale funzionamento così come definito nel D.Lgs. n. 152/06 (art. 268 definizioni bb) cc) dd) ee)): il numero delle ore in cui l impianto è in funzione, con l esclusione dei periodi di avviamento e di arresto e dei periodi di guasto, salvo diversamente stabilito dalle normative adottate ai sensi dell art. 271, comma 3, o della autorizzazione (art. 271, comma 14 e art. 273, comma 8 del D.Lgs. n. 152/06). Punto di emissione E1 IMPIANTO BIOLOGICO Centrale termica a biogas Portata massima [Nm 3 /h] Altezza minima [m] 20 Concentrazione massima ammessa inquinanti [mg/nm 3 ] Polveri 30 NOx 500 Nel caso di alimentazione con biogas, non si indicano limiti specifici per gli ossidi di zolfo. Il biogas utilizzato deve avere comunque le seguenti caratteristiche: CH 4 min. 30%vol H 2 S max 1,5%vol p.c.i. min kj/nm 3 Punto di emissione E2 IMPIANTO CHIMICO-FISICO Sfiato silo di stoccaggio calce idrata Per tale punto di emissione, non si indicano limiti specifici, poiché, trattandosi di uno sfiato, i parametri sono difficilmente quantificabili. Su tale emissione é comunque previsto un sistema di abbattimento (filtro a cartucce) con caratteristiche idonee per il contenimento delle polveri. In proposito, il gestore é tenuto a mantenere costantemente in efficienza tale sistema di abbattimento. 11

12 Punto di emissione E3 IMPIANTO CHIMICO-FISICO Impianto di deodorizzazione Per tale punto di emissione, si prende atto della tecnologia di abbattimento installata senza indicare limiti specifici alle emissioni. Il gestore dovrà mantenere costantemente in efficienza tale sistema di abbattimento provvedendo alla sostituzione o alla rigenerazione della zeolite quando necessario. Punto di emissione E4 IMPIANTO CHIMICO-FISICO Strippaggio solventi Portata massima [Nm 3 /h] 200 Altezza minima [m] 4 Concentrazione massima ammessa inquinanti [mg/nm 3 ] NOx 350 Sostanze Organiche (come COT) 20 CO 10 Acido cloridrico (HCl) 10 Tale punto di emissione E4 risulta essere a servizio di un impianto non più utilizzato, ma comunque mantenuto installato e sul quale, qualora riattivato, dovranno essere effettuate opportune verifiche e registrazioni: in particolare, per gli inquinanti soprariportati, un autocontrollo, i cui esiti dovranno essere inviati alla Provincia di Ravenna, al Comune di Lugo e all ARPA, al momento dell attivazione e con frequenza almeno annuale qualora l impianto ritorni costantemente in utilizzo. Prescrizioni 1. Deve essere rispettato quanto previsto al successivo punto F) Sezione Piano di Monitoraggio dell impianto, parte integrante della presente AIA. A tal proposito, per il punto di emissione indicato con E1 il gestore è tenuto ad effettuare almeno un autocontrollo annuale per tutti i parametri autorizzati. 2. La data, l orario, il risultato delle misure di autocontrollo, le caratteristiche di funzionamento dell impianto nel corso dei prelievi dovranno essere annotati su un apposito registro con pagine numerate e bollate dal Servizio Territoriale di ARPA Area Bassa Romagna di Lugo - e firmato dal responsabile dell impianto, a disposizione degli organi di controllo competenti. 3. Sullo stesso registro di cui al precedente punto 2) devono essere annotate le manutenzioni da effettuare al sistema di abbattimento installato sul silo di stoccaggio della calce idrata e la sostituzione/rigenerazione della zeolite al servizio del sistema di abbattimento delle sostanze odorigene. 4. Per la verifica del rispetto dei valori limite di emissione sopraindicati, dovranno essere utilizzati i metodi di prelievo e analisi e le strategie di campionamento adottati dall UNI così come modificati con Decreto del 25/08/2000 ed integrati da norme tecniche di successiva emanazione. 5. Per l effettuazione delle verifiche è necessario che i condotti di adduzione e scarico degli impianti di abbattimento siano dotati di prese di misura posizionate e dimensionate in accordo con quanto specificatamente indicato nella norma tecnica UNI E4) Scarichi idrici Dall intero processo di trattamento integrato chimico-fisico e biologico si individua un unico scarico finale (S1) in acque superficiali (Scolo Arginello facente parte del bacino idrografico del Canale Destra Reno) costituito dallo scarico della rete fognaria pubblica, quasi completamente mista, trattato nel depuratore biologico gestito da HERA S.p.A.; il processo di depurazione è operato con potenzialità pari a AE da due linee biologiche a fanghi attivi, con le seguenti caratteristiche: Trattamenti primari (in comune tra linea 1 e linea 2): sollevamento iniziale, grigliatura media, dissabbiatura-disoleatura, sedimentazione primaria, sollevamento intermedio e ripartizione portata tra le due linee; Trattamenti secondari: trattamento biologico a fanghi attivi di denitrificazione-nitrificazione (2 linee), sedimentazione secondaria (2 linee); Trattamenti terziari: disinfezione (mediante clorazione). Gli scarichi delle acque reflue urbane, quasi completamente da rete mista, che confluiscono nella rete fognaria in oggetto provengono da un agglomerato di circa AE (abitati di Lugo, Cotignola, S.Agata sul Santerno, Bagnara di Romagna, Solarolo, Castelbolognese) e una serie di attività produttive collegate; al carico in AE dell impianto di depurazione si aggiungono anche i rifiuti immessi direttamente nella stessa sezione di trattamento biologico per circa AE. Recapitano altresì in rete fognaria pubblica collegata al depuratore sia la sezione di trattamento chimico-fisico, sia la sezione di trattamento biologico mediante digestione anaerobica, entrambe destinate al trattamento di rifiuti speciali conferiti da terzi con mezzi mobili; in particolare sono avviati, tramite tubazione diretta, in testa al depuratore biologico i seguenti scarichi di acque reflue industriali contenenti sostanze pericolose di cui all art. 108 del D.Lgs. n. 152/06 e s.m.i.: - acque reflue provenienti dall impianto di trattamento chimico-fisico (S1/A); 12

13 - acque reflue di risulta dalla centrifugazione del fango proveniente dal post-ispessitore (S1/C). Contribuisce infine alla formazione dello scarico finale S1 anche lo scarico delle acque meteoriche provenienti da strade/piazzali di pertinenza del sito interessate da transito di mezzi (S1/B), avviate al depuratore biologico; su tale punto di scarico parziale è presente un punto di scarico di emergenza delle acque meteoriche nello scolo Arginello (SE), nel caso in cui, a seguito di piogge intense e persistenti, l impianto di depurazione non sia in grado di trattare anche le acque meteoriche raccolte nell intero sito. Prescrizioni 1. Lo scarico nello scolo Arginello, bacino idrografico del Canale Destra Reno, di rete fognaria pubblica quasi completamente mista recapitante in acque superficiali scarico fognario n. 001 in Comune di Lugo a servizio dell agglomerato costituito dagli abitati di Lugo, Cotignola, S.Agata sul Santerno, Bagnara di Romagna, Solarolo, Castelbolognese, con una serie di attività produttive collegate, successivamente al trattamento presso l impianto di depurazione, deve essere effettuato nel rispetto delle seguenti condizioni e prescrizioni: 1.a) L impianto di depurazione è costituito da una sezione di trattamento biologico a fanghi attivi che provvede alla depurazione delle acque reflue urbane e industriali delle reti fognarie pubbliche dei comuni di Lugo, Cotignola, Bagnara di Romagna, Solarolo, Castelbolognese e S.Agata sul Santerno. Nella stessa sezione vengono altresì trattati rifiuti liquidi conferiti tramite mezzi mobili, nonché gli scarichi della sezione di trattamento chimico-fisico e della sezione di digestione anaerobica, entrambe dedicate al trattamento di rifiuti speciali conferiti tramite mezzi mobili (la sezione di digestione anaerobica è dedicata anche al trattamento dei fanghi biologici provenienti dal preispessitore). L attività di trattamento integrato chimico-fisico e biologico (D8/D9) di rifiuti speciali liquidi pericolosi e non pericolosi prodotti da terzi è regolamentata al precedente punto E2) Gestione rifiuti, ed è comunque fatto salvo quanto previsto all art. 110 del D.Lgs.n. 152/06, al punto 6) della DGR n. 1053/2003 e dalle variazioni normative e dei criteri tecnici di riferimento; 1.b) Lo scarico finale, attraverso il punto ufficiale di prelevamento denominato S1, deve rispettare i limiti di cui alla Tabella 1, Tabella 2 (limitatamente al parametro Fosforo Totale) e alla Tabella 3 dell Allegato 5 alla Parte Terza del D.Lgs. n. 152/06 ovvero quelli stabiliti dalla regione ai sensi dell art. 101, comma 2) del D.Lgs. n. 152/06. Ai fini del controllo della qualità dello scarico e dei relativi parametri, sono fatte le condizioni tecniche e operative previste dal Documento tecnico per i controlli degli scarichi degli impianti di trattamento delle acque reflue urbane di cui al provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo n. 714 del 30/12/2005 e s.m.i. 1.c) Dal 01/01/2009 deve essere rispettato per il parametro Azoto Totale il valore limite in concentrazione media annua fissato dalla Tabella 2 dell Allegato 5 alla Parte Terza del D.Lgs. n. 152/06. 1.d) L impianto di depurazione deve essere dotato di un trattamento di disinfezione da utilizzarsi in caso di eventuali emergenze relative a situazioni di rischio sanitario ovvero per garantire il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientali o gli usi in atto del corpo idrico recettore. 1.e) Il pozzetto di ispezione, idoneo al prelevamento di campioni delle acque di scarico (conforme alla normativa tecnica prevista in materia), localizzato nella planimetria di cui al successivo punto 4), dovrà essere mantenuto costantemente accessibile, a disposizione degli organi di vigilanza. Su di esso deve essere garantita una periodica attività di manutenzione e sorveglianza per mantenere una costante efficienza del sistema. 1.f) Dovranno essere adottati tutti gli accorgimenti atti ad evitare impaludamenti o ristagni di acque reflue nei corpi recettori onde impedire o evitare al massimo esalazioni moleste o sviluppo di insetti. 1.g) Ogni eventuale variazione strutturale che modifichi permanentemente il regime o la qualità degli scarichi o comunque che modifichi sostanzialmente l infrastruttura fognaria che recapita nello scarico stesso dovrà essere comunicata a questa Provincia. Vanno inoltre comunicati i progressivi allacciamenti delle reti fognarie di località o parti di località ai collettori che afferiscono all impianto di depurazione. 1.h) Eventuali interruzioni del funzionamento dell impianto o di parti significative di esso, programmate per manutenzione o per collaudo dovranno essere comunicate a questa Provincia con anticipo di almeno 10 giorni. Nel caso di verifichino imprevisti tecnici che modifichino provvisoriamente il regime e la qualità degli scarichi, il gestore dell impianto dovrà darne immediatamente comunicazione alla Provincia di Ravenna e all ARPA, indicando tra l altro le cause dell imprevisto e i tempi necessari per ripristino della situazione preesistente. 13

14 1.i) 1.j) 1.k) Il gestore dell impianto deve assicurare un adeguato numero di autocontrolli sullo scarico e sulle acque reflue in entrata secondo quanto previsto dall Allegato 5 alla Parte Terza del D.Lgs. n. 152/06. A tal riguardo il gestore ha installato un campionatore automatico fisso refrigerato, posto a monte dello scarico finale. Entro il 30 aprile di ogni anno, deve essere presentata a questa Provincia e all ARPA una sintetica relazione riferita all anno solare precedente, descrittiva del funzionamento dell impianto di depurazione e dei risultati dei periodici autocontrollo effettuati secondo quanto previsto al successivo punto F) Sezione Piano di Monitoraggio dell impianto, parte integrante della presente AIA. Tale relazione è ricompresa nel report annuale delle attività di monitoraggio di cui al successivo punto F). È altresì autorizzato il punto di scarico di emergenza nello scolo Arginello delle acque meteoriche provenienti da strade/piazzali di pertinenza del sito interessate da transito di mezzi (SE), solitamente avviate al depuratore biologico, che viene attivato solo in caso di eventi meteoclimatici eccezionali; deve comunque essere data comunicazione, anche per vie brevi (FAX), all ARPA territorialmente competente e tenuta idonea registrazione dei casi in cui tale scarico di emergenza è attivato. 2. Gli scarichi parziali di acque reflue industriali contenenti sostanze pericolose, derivanti dall attività di trattamento integrato chimico-fisico e biologico di rifiuti speciali liquidi pericolosi e non pericolosi prodotti da terzi, e recapitanti in rete fognaria pubblica collegata al depuratore biologico devono essere effettuati nel rispetto delle seguenti condizioni e prescrizioni: 2.a) Gli scarichi sono relativi a: - acque reflue derivanti dalla sezione di trattamento chimico-fisico di rifiuti speciali liquidi pericolosi e non pericolosi, costituite dalle acque trattate in tale sezione dell impianto che vengono scaricate in testa all impianto biologico; - acque reflue derivanti dalla sezione di trattamento biologico mediante digestione anaerobica di rifiuti speciali liquidi non pericolosi e fango biologico proveniente dal pre-ispessitore, costituite dalle acque di risulta dall operazione di centrifugazione fanghi da post-ispessitore che vengono scaricate in testa all impianto biologico. In entrambi tali scarichi si riscontra la presenza di sostanze di cui alla Tabella 5 dell Allegato 5 alla Parte Terza del D.Lgs. n. 152/06; ai sensi di quanto previsto all art. 108 del D.Lgs. n. 152/06 e della DGR n. 1053/03, con le acque reflue industriali è autorizzato lo scarico di sostanze pericolose alle condizioni di cui ai successivi punti 2.b) e 2.c). 2.b) Gli scarichi parziali nella rete fognaria pubblica collegata al depuratore biologico delle acque reflue industriali provenienti dalla sezione di trattamento chimico-fisico e delle acque reflue industriali provenienti dalla sezione di trattamento biologico mediante digestione anaerobica, in corrispondenza dei punti di scarico denominati rispettivamente S1/A e S1/C indicati nella planimetria di cui al successivo punto 4), devono avvenire nel rispetto dei limiti imposti dalla Tabella 2 del Regolamento Comunale per il Servizio di Fognatura approvato con delibera di C.C. n. 2 del 17/01/2002 e s.m.i. ad eccezione dei parametri per i quali l Ente Gestore dell impianto di depurazione biologico ha valutato la possibilità di concedere deroga e precisamente per i seguenti parametri: S1/A Parametri VALORE LIMITE mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l kg/giorno (2) mg/l kg/giorno (2) 50 mg/l mg/l 200 mg/l 15 mg/l ph Materiali sedimentabili Materiale in sospensione totale COD (come O2) BOD5 (come O2) Solfati Cloruri Fosforo totale (come P) Azoto totale (come N) Tensioattivi totali (1) Cloro attivo (come Cl2) 14

15 S1/C Parametri ph Solidi Sospesi Totali (3) COD (come O2) BOD5 (come O2) Solfati (SO4) Cloruri (Cl) Fluoruri (F) Fosforo totale (P) Azoto totale (come somma di Fenoli totali biodegradabili (4) Tensioattivi totali (1) Aldeidi (5) Alluminio (Al) Boro (B) Ferro (Fe) N-NH4 + N-NO2 + N-NO3 + N-org) VALORE LIMITE mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l 30 mg/l 50 mg/l mg/l 10 mg/l 300 mg/l 5 mg/l 20 mg/l 20 mg/l 20 mg/l (1) Tensioattivi totali come somma dei tensioattivi anionici e tensioattivi non ionici secondo metodica analitica APAT-IRSA_CNR 5170 e APAT-IRSA_CNR 5180 (2) L.C.G. Limite di Carico Giornaliero massimo espresso come kg/giorno e ricavato come di seguito specificato: L.C.G.[ kg / gg ] C.M.[ mg / l ] 25[mc / h] 24[h / gg ] 0,001[(l kg ) /(mc mg )] (3) S.S.T. secondo metodica analitica APAT-IRSA_CNR 2090 Metodi-B (4) Fenoli totali espressi come indice fenolo secondo metodica analitica APAT-IRSA_CNR 5070 MetodiA (5) Aldeidi secondo metodica analitica APAT-IRSA_CNR 5010 Metodi-B 2.c) 2.d) 2.e) 2.f) 2.g) 2.h) Per quanto concerne i parametri non derogati e non menzionati al precedente punto 2.b), il gestore è tenuto a rispettare i valori limite di emissione previsti per lo scarico in rete fognaria nella Tabella 3 dell Allegato 5 alla Parte Terza del D.Lgs. n. 152/06, ad esclusione dei fenoli per cui è consentito un limite fino a 10 mg/l. Per tali scarichi parziali in pubblica fognatura di acque reflue industriali contenenti sostanze pericolose, derivanti dall attività di trattamento integrato chimico-fisico e biologico di rifiuti speciali liquidi pericolosi e non pericolosi prodotti da terzi, è fatto salvo quanto stabilito al precedente punto E2) Gestione rifiuti, con particolare riguardo al punto 10) per la sezione di trattamento chimico-fisico e al punto 14) per la sezione di trattamento biologico mediante digestione anaerobica. La Ditta HERAMBIENTE è tenuta altresì al rispetto di quanto stabilito nei Protocolli interni di autodisciplina relativi agli effluenti prodotti dalla sezione di trattamento chimico-fisico di rifiuti speciali liquidi pericolosi e non pericolosi e dalla sezione di trattamento biologico mediante digestione anaerobica di residui agroalimentari, percolati di discarica e di compostaggio, convogliati tramite tubazioni dedicate al depuratore biologico gestito da HERA, sottoscritti dalle due Società, che vengono acquisiti come parte integrante della presente AIA. Gli scarichi devono comunque avvenire nei limiti della capacità residua dell impianto biologico in modo tale da garantire prioritariamente la corretta depurazione dei reflui della pubblica fognatura. I valori limite di emissione sopraindicati non possono in alcun caso essere conseguiti mediante diluizione con acque prelevate esclusivamente allo scopo. I punti di prelievo, nei punti di scarico S1/A e S1/C, ai fini del controllo degli scarichi devono essere idonei al prelevamento di campioni delle acque reflue. Essi vanno mantenuti costantemente accessibili, a disposizione degli organi di vigilanza. Su di essi va garantita una periodica attività di manutenzione e sorveglianza per mantenere una costante efficienza del sistema. A tal proposito devono essere adottate adeguate procedure di controllo e un adeguato livello di manutenzione e/o pulizia del sistema tramite periodiche asportazioni del materiale sedimentato e periodiche asportazioni del materiale raccolto. Tutti i rifiuti prodotti in tali operazioni dovranno essere smaltiti in ottemperanza di quanto previsto dal D.Lgs. n. 152/06 e s.m.i. 15

16 2.i) Devono essere assicurati gli autocontrolli sugli scarichi idrici previsti nel Piano di Monitoraggio aziendale che costituisce parte integrante della presente AIA (punto F dell Allegato). 2.j) In caso di nuovo allacciamento e/o ristrutturazione dell allacciamento esistente, dovrà essere presentata idonea richiesta di allacciamento alla fognatura pubblica all Ente Gestore, nel rispetto di quanto stabilito nel Regolamento per la gestione degli allacciamenti alla pubblica fognatura dello stesso gestore, il quale provvede direttamente all esecuzione dell allacciamento e ai ripristini della pavimentazione stradale. 2.k) L immissione, in proprietà privata e nelle immediate vicinanze del suolo pubblico, deve essere intercettata da un pozzetto sifonato a TE delle dimensioni interne di cm 60x60 per altezza utile, completo di chiusino carrabile posto a filo pavimentazione esistente che sarà installato dal gestore. 2.l) È fatto obbligo al titolare dello scarico di non immettere e di evitare l immissione nella pubblica fognatura di sostanze vietate ai sensi della vigente normativa e dell art. 6 del Regolamento di Fognatura. 2.m) Ogni eventuale variazione strutturale che modifichi permanentemente il regime o la qualità degli scarichi, deve essere comunicata a questa Provincia e all ARPA. 2.n) Nel caso si verifichino imprevisti tecnici che modificano provvisoriamente il regime o la qualità degli scarichi, ne va data immediata comunicazione a questa Provincia e all ARPA. 3. Con riferimento all iscrizione al numero 5 dell elenco provinciale dei gestori di impianti di trattamento delle acque reflue urbane che hanno effettuato la comunicazione di cui all art. 110 del D.Lgs. n. 152/06, l attività di trattamento di rifiuti liquidi nell impianto di depurazione è soggetta al rispetto delle prescrizioni di seguito elencate: 3.a) L attività oggetto della presente iscrizione potrà essere esercitata presso l impianto di depurazione di acque reflue urbane solo per i rifiuti di cui alle lettere a), b), c) dell art. 110, comma 3 del D.Lgs. n. 152/06 con riferimento alle seguenti tipologie: I. Rifiuti costituiti dal materiale proveniente dalla manutenzione ordinaria dei sistemi di trattamento di acque reflue domestiche previsti ai sensi dell art. 100, comma 3 del D.Lgs. n. 152/06 Codice CER Altri rifiuti urbani Fanghi delle fosse settiche Descrizione dei rifiuti II. Materiali derivanti dalla manutenzione ordinaria della rete fognaria nonché quelli derivanti da altri impianti di trattamento delle acque reflue urbane, nei quali l ulteriore trattamento dei medesimi non risulti realizzabile tecnicamente e/o economicamente Codice CER Descrizione dei rifiuti Rifiuti prodotti dagli impianti per il trattamento delle acque reflue, non specificati altrimenti Rifiuti dell eliminazione della sabbia Fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane Rifiuti della pulizia delle fognature Rifiuti della pulizia delle fognature 3.b) Il quantitativo complessivo annuale di rifiuti da smaltire che il gestore può accettare nell impianto in oggetto è di m 3. 3.c) I rifiuti di cui al precedente punto 3.a) comma I) e II) dovranno provenire dal medesimo ambito territoriale ottimale di cui alla L.R. n. 25/99 ATO 7 che coincide con il territorio della Provincia di Ravenna. 3.d) All impianto vanno conferiti solo le tipologia di materiali, liquami e rifiuti indicati al precedente punto 3.a) e in quantitativi nei limiti della capacità residua dell impianto valutata in rapporto al bacino d utenza dell impianto e alle esigenze di collettamento delle acque reflue urbane non ancora soddisfatte, in quanto l utilizzo dell impianto per il trattamento delle acque reflue urbane è da ritenersi comunque prioritario. In ogni caso l alimentazione dei rifiuti nel ciclo depurativo deve essere bilanciata e correlata all effettiva capacità di trattamento in quel periodo. 3.e) Va garantito il costante monitoraggio della capacità residua di trattamento che si intende ai sensi dell art. 110, comma 3 del D.Lgs. n. 152/06. 3.f) Sui rifiuti conferiti il gestore deve garantire periodici autocontrolli per verificare la composizione e la compatibilità con il processo di trattamento. 16

17 3.g) Non deve essere compromesso il riutilizzo dei fanghi prodotti. 3.h) Non deve essere compromesso il rispetto dei valori limite di emissione allo scarico finale del depuratore nonché il raggiungimento e il mantenimento degli obiettivi di qualità del corpo idrico recettore dello scarico finale del depuratore. 3.i) È fatto comunque obbligo del rispetto dell art. 190 del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. 3.j) Dovranno essere rispettate le metodologie di trattamento e controllo descritte nella relazione tecnica allegata alla comunicazione. 3.k) Va data immediata comunicazione alla Provincia di ogni situazione di emergenza che si venisse a creare a causa del trattamento dei rifiuti liquidi sopraindicati. 3.l) Dovrà essere effettuata nuova comunicazione qualora si modifichino le condizioni descritte nella comunicazione in oggetto del presente atto. 3.m) Qualora le condizioni di cui sopra non siano rispettate questa Amministrazione si riserva di intervenire a termini di legge. 4. La planimetria della rete idrica dell impianto dove sono indicati il punto ufficiale di prelevamento sullo scarico finale (S1) e i punti di controllo sugli scarichi di acque reflue industriali nella rete fognaria pubblica collegata al depuratore (S1/A e S1/C) costituisce parte integrante della presente AIA e viene allegata. Tale planimetria va resa disponibile agli agenti accertatori in caso di eventuale controllo. E5) Dismissione e ripristino del sito Il sito di interesse è stato occupato in un epoca relativamente recente, con l avvio nel 1979 dell attività di depurazione biologica cui è seguita nel 1997 l attività di trattamento chimico-fisico di rifiuti liquidi; nella considerazione che al tempo di un eventuale futuro intervento di ripristino ambientale dell area, gli impianti e le strutture potrebbero aver subito modifiche e integrazioni oggi non prevedibili, in risposta ad esigenze funzionali e a vincoli normativi futuri, non appare pertanto realistico delineare oggi un piano di ripristino e reinserimento del sito. All atto della cessazione dell attività, il sito su cui insiste l impianto dovrà essere ripristinato ai sensi della normativa vigente in materia di bonifiche e ripristino ambientale, tenendo conto delle potenziali fonti permanenti di inquinamento del suolo e del sottosuolo ovvero degli eventi accidentali che si siano manifestati durante l esercizio. In ogni caso i gestori dovranno provvedere a: lasciare il sito in sicurezza; svuotare vasche, serbatoi, contenitori, reti di raccolta acque reflue (canalette, fognature) provvedendo ad un corretto recupero ovvero smaltimento del contenuto; rimuovere tutti i rifiuti provvedendo ad un corretto recupero ovvero smaltimento degli stessi. Prima di effettuare le operazioni di ripristino del sito, le Ditte dovranno comunicare alla Provincia di Ravenna un cronoprogramma di dismissione approfondito, relazionando sugli interventi previsti. F) SEZIONE PIANO DI MONITORAGGIO DELL IMPIANTO F1) Finalità del monitoraggio Il monitoraggio è mirato principalmente a: verifica del rispetto dei valori di emissione previsti dalla normativa ambientale vigente; raccolta dati per la conoscenza del consumo di risorse e degli impatti ambientali dell azienda inserita nel contesto territoriale in cui opera; definire interventi di miglioramento delle prestazioni ambientali dell impianto; implementazione di procedure di carattere gestionale per rispondere alle esigenze di controllo e conoscenza degli impatti. F2) Tipologia del monitoraggio E stata svolta un analisi dell impianto finalizzata alla stima dei livelli di rischio potenziale di inquinamento dell ambiente. In base alle risultanze di queste stime si è definito il Piano di Monitoraggio dell impianto che individua: i parametri significativi dell attività delle Ditte caratterizzanti le emissioni idriche e in atmosfera; i parametri di riferimento per emissioni sonore; le frequenze dei monitoraggi; i metodi di campionamento e analisi, nonché i riferimenti per la stima dell incertezza del dato; le comunicazioni degli esiti dei controlli e dei monitoraggi all Autorità competente. La documentazione presentata costituente il Piano di Monitoraggio è vincolante al fine della presentazione dei dati relativi alle attività, di seguito indicate per le singole matrici, monitorate. Qualsiasi variazione in relazione alle metodiche analitiche, strumentazione, modalità di rilevazione, ecc. dovranno essere 17

18 tempestivamente comunicate all Autorità competente e ad ARPA: tale comunicazione costituisce modifica del Piano di Monitoraggio. Tutte le verifiche analitiche e gestionali svolte in difformità a quanto previsto dalla presente AIA verranno considerate non accettabili e dovranno essere ripresentate nel rispetto di quanto sopraindicato. F3) Prescrizioni Generali I gestori dovranno attuare il presente Piano di Monitoraggio rispettando frequenza, tipologia e modalità dei diversi parametri da controllare. I gestori sono tenuti a mantenere in efficienza i sistemi di misura relativi al presente Piano di Monitoraggio, provvedendo periodicamente alla loro manutenzione e alla loro riparazione nel più breve tempo possibile. ARPA effettuerà i controlli programmati dell impianto rispettando quanto previsto al successivo punto G) - Piano di Controllo, parte integrante della presente autorizzazione. ARPA può effettuare il controllo programmato in contemporanea agli autocontrolli dei gestori. Come previsto dall art. 7 comma 6) del D.Lgs. n. 59/05, i gestori sono tenuti a redarre annualmente una relazione descrittiva delle attività di monitoraggio effettuate e dei relativi risultati con una verifica di conformità rispetto ai limiti e alle prescrizioni contenute nella presente autorizzazione. Tale relazione (Report annuale) deve essere inviata entro il 30 aprile di ogni anno alla Provincia di Ravenna, al Comune di riferimento e al Servizio Territoriale ARPA Distretto di Ravenna-Faenza. Una volta disponibili saranno forniti ai gestori i modelli standard per il reporting dei dati. Fino a quel tempo i dati del monitoraggio vengono forniti sulla base di formati standard eventualmente già in uso ovvero su modelli predisposti dai gestori stessi. SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE IN NORMALI CONDIZIONI DI ESERCIZIO E IN CONDIZIONI ECCEZIONALI PREVEDIBILI L impianto dovrà essere esercito secondo le procedure previste dal SGA conforme alla norma UNI EN ISO già adottato dalla Ditta, opportunamente modificate, ove necessario, dalle prescrizioni indicate nel presente Piano di Monitoraggio. Deve essere garantito il corretto funzionamento dei sistemi analitici e strumentali di cui dispone l impianto, con particolare riguardo ai sistemi di controllo previsti nella gestione dei cicli di trattamento di rifiuti liquidi, che segnalando andamenti anomali concorrono a prevenire possibili situazioni di emergenza ambientale. Nel caso in cui si verifichino delle particolari circostanze quali superamento dei VLE (Valori Limite Emissioni), emissioni non controllate da punti di emissione non regolati dall AIA, malfunzionamenti e fuori uso dei sistemi di controllo e monitoraggio, incidenti, occorrerà avvertire la Provincia di Ravenna, l AUSL, l ARPA e il Comune di riferimento nel più breve tempo possibile anche rivolgendosi ai servizi di pubblica emergenza (118) e per le vie brevi con contatto telefonico diretto. MATRICE ARIA Tenendo in considerazione quanto indicato al precedente punto E3) Emissioni in atmosfera, il Piano di Monitoraggio aziendale prevede le seguenti attività di monitoraggio e controllo: Aspetto ambientale Oggetto del controllo Frequenza controllo Emissione in atmosfera E1 Portata massima, Polveri, NOx Annuale Biogas Metano, H 2 S, potere calorifico inferiore Annuale Emissione in atmosfera E2 Stato del filtro e operazioni di manutenzione eseguite Mensile Emissione in atmosfera E3 Stato del sistema e operazioni di manutenzione eseguite Mensile Emissione in atmosfera E4 (qualora riattivato secondo quanto previsto al precedente punto E3 Emissioni in atmosfera ) Sostituzione o rigenerazione della zeolite Portata massima, NOx, COT, CO, HCl All occorrenza Annuale La data, l orario, il risultato delle misure di autocontrollo, le caratteristiche di funzionamento dell impianto nel corso dei prelievi dovranno essere annotati su un apposito registro con pagine numerate e bollate dal Servizio Territoriale di ARPA Area Bassa Romagna di Lugo - e firmato dal responsabile dell impianto, a disposizione degli organi di controllo competenti. Sullo stesso registro di cui al precedente punto devono essere annotate le manutenzioni da effettuare al sistema di abbattimento installato sul silo di stoccaggio della calce idrata e la sostituzione/rigenerazione della zeolite al servizio del sistema di abbattimento delle sostanze odorigene. 18

19 Modalità operative Per la verifica dei limiti dovranno essere utilizzati dei format specifici di ritorno delle informazioni, oltre ai risultati degli autocontrolli; in particolare possono essere considerate ottimali le informazioni previste ed indicate dal Rapporto ISTISAN 91/41, punto 7 ovvero: ditta, impianto, fase di processo, condizioni di marcia e caratteristiche dell emissione; data del controllo; area della sezione di campionamento, temperatura, umidità e velocità dell effluente; portata volumetrica e percentuale di ossigeno; metodo di campionamento ed analisi, durata del campionamento; risultati della misura: sostanza determinata, concentrazione e unità di misura; condizioni di normalizzazione dei risultati della misura. Tali informazioni possono essere anche riportate in documenti quali verbali di prelievo, schede di misura e campionamento alle emissioni, ecc. che vengono allegati ai rapporti di prova o ai rapporti tecnici. I risultati dei controlli e la relativa relazione tecnica, previsti dal Piano di autocontrollo, devono essere tenuti a disposizione degli enti di controllo. Tale relazione tecnica dovrà contenere le valutazioni in merito al rispetto o meno dei valori limite autorizzati. Verifica di conformità e rispetto dei limiti Per ogni misura di inquinante e/o parametro di riferimento effettuata alle emissioni in atmosfera sia in maniera continua che periodica, deve essere reso noto dal laboratorio/sistema di misura l incertezza della misura con un coefficiente di copertura almeno pari a 2 volte la deviazione standard (P95%) del metodo utilizzato. Per la verifica delle caratteristiche delle emissioni autorizzate possono essere utilizzati: metodi UNI/Unichim/UNI EN metodi normati metodi ufficiali (nazionali o internazionali) o pubblicati su autorevoli riviste scientifiche I metodi utilizzati alternativi e/o complementari ai metodi ufficiali devono avere un limite di rilevabilità complessivo che non ecceda il 10% del valore limite stabilito. In casi particolari l utilizzo di metodi con prestazioni superiori al 10% del limite deve essere preventivamente concordato con la Provincia ed ARPA. Qualora non fosse indicata l incertezza della misura eseguita si prenderà in considerazione il valore assoluto della misura per il confronto con il limite stabilito. I rapporti di prova relativi agli autocontrolli devono riportare, insieme al valore del parametro analitico, il metodo utilizzato e la relativa incertezza estesa (P95%) conformi, devono riportare altre all esito analitico, anche le condizioni di assetto dell impianto durante l esecuzione del rilievo, se pertinenti. Per quanto concerne i metodi presentati dal laboratorio di riferimento nel Piano di Monitoraggio, si ribadisce che al momento della presentazione dei rapporti di prova, relativi a quanto previsto nel Piano stesso, dovrà essere data evidenza dell incertezza estesa associata al dato analitico. Si rammenta altresì che l incertezza estesa deve essere compatibile con i coefficienti di variazione (Cv) di ripetibilità indicati nei Metodi ufficiali. Accessibilità dei punti di prelievo e loro caratteristiche I camini in cui si devono eseguire i controlli manuali e/o automatici devono essere dotati di prese di misura posizionate in accordo a quanto specificato nei metodi di riferimento e dimensionate in accordo a quanto indicato dall ARPA. Per quanto riguarda l accessibilità, per l esecuzione dei controlli alle emissioni autorizzate, l azienda è tenuta a renderle accessibili e campionabili secondo quanto previsto dalle norme tecniche (UNI 10169, ecc.) e dalle normative vigenti sulla sicurezza. Per quanto riguarda i lavori da eseguire per svolgere i controlli alle emissioni in atmosfera, la loro numerazione (in modo indelebile), il corretto posizionamento e dimensionamento delle prese di misura, nonché l accesso alle stesse in condizioni di sicurezza, tali compiti possono essere verificati e prescritti da ARPA, che ne può fissare i termini temporali per la loro realizzazione. Nel caso tali prescrizioni non venissero realizzate nei tempi richiesti, le emissioni saranno considerate non campionabili. MATRICE ACQUA All interno dell impianto di trattamento integrato chimico-fisico e biologico di rifiuti speciali liquidi pericolosi e non pericolosi si identificano i seguenti scarichi idrici: S1 scarico finale in acque superficiali (Scolo Arginello) delle acque trattate nell intero complesso integrato costituito dal depuratore biologico e dalle attività di trattamento rifiuti; S1/A scarico parziale in pubblica fognatura collegata al depuratore biologico delle acque reflue derivanti dalla sezione di trattamento chimico-fisico di rifiuti; S1/B scarico parziale in pubblica fognatura collegata al depuratore biologico delle acque meteoriche provenienti da strade/piazzali interessati da transito mezzi; 19

20 S1/C scarico parziale in pubblica fognatura collegata al depuratore biologico delle acque di risulta dall operazione di centrifugazione del fango proveniente da post-ispessitore nella sezione di trattamento biologico; SE scarico di emergenza in acque superficiali (Scolo Arginello) di acque meteoriche. Tenendo in considerazione quanto indicato al precedente punto E4) Scarichi idrici, il Piano di Monitoraggio prevede con cadenza programmata i seguenti autocontrolli aziendali: Aspetto ambientale Parametri misurati Frequenza controllo ph, COD, BOD 5, Materiale in sospensione totale, Fosforo Scarico in pubblica fognatura (depuratore biologico) S1/A Scarico in pubblica fognatura (depuratore biologico) S1/C Scarico in acque superficiali S1 totale (come P), Tensioattivi totali, Arsenico, Cromo VI, Cromo totale, Mercurio, Selenio, Idrocarburi totali, Pesticidi fosforati, Pesticidi totali (esclusi i fosforati), Solventi organici azotati, Fluoruri, Alluminio, Ferro, Azoto ammoniacale, Azoto nitroso, Azoto nitrico, Oli e grassi animali e vegetali ph, COD, NH 3, Cloruri, Solfati COD, Azoto totale (come somma di N-NH 4 + N-NO 2 + N-NO 3 + N-org), SST, Rame, Zinco, Cromo totale COD, BOD 5, SST, Azoto totale (come somma di N-NH 4 + N- NO 2 + N-NO 3 + N-org), Solventi organici azotati (compreso PCB-PCT), Solventi clorurati, Pesticidi fosforati, Pesticidi totali (esclusi i fosforati), Idrocarburi totali, Cromo totale, Cromo VI, Mercurio, Nichel, Piombo, rame, Selenio, Zinco BOD 5, COD, SST, Fosforo totale, Azoto totale Ammoniaca, BOD 5, COD, Cloruri, Fenoli, IPA, Nitrati, Nitriti, Grassi e Oli, Idrocarburi totali, Pesticidi fosforati, Pesticidi totali, Aldrin, Dieldrin, Eldrin, Isodrin, ph, SST, Solventi Clorurati, Tensioattivi totali, Solfati, Alluminio, Rame, Zinco, Saggio di tossicità acuta, Arsenico, Bario, Boro, Cadmio, Cromo VI, Cromo totale, Ferro, Mercurio, Manganese, Nichel, Piombo, Selenio, Stagno, Solventi organici aromatici, Solventi organici azotati, Fluoruri, Aldeidi mensile giornaliera quindicinale mensile 36 volte/anno 2 volte/anno Per lo scarico finale S1 è fatto salvo quanto indicato nel Documento tecnico per i controlli degli scarichi degli impianti di trattamento delle acque reflue urbane di cui al punto 1.b) delle prescrizioni al precedente punto E4) Scarichi idrici. Sul punto ufficiale di prelevamento relativo allo scarico finale in acque superficiali (S1) è previsto un misuratore automatico di portata con strumento a ultrasuoni; dovrà pertanto essere fornita continuità a tale rilevamento in continuo. Modalità operative I campionamenti dovranno essere effettuati nei punti denominati S1, S1/A e S1/C indicati nella planimetria di cui al punto 4) delle prescrizioni al precedente punto E4) Scarichi idrici, con le modalità previste nel Documento tecnico per i controlli degli scarichi degli impianti di trattamento delle acque reflue urbane di cui al provvedimento del Dirigente del Settore Ambiente e Suolo n. 714 del 30/12/2005 e s.m.i. ovvero nei Protocolli di autodisciplina interna sottoscritti dalle due Società, acquisiti come parte integrante della presente AIA. Verifica di conformità e rispetto dei limiti Per ogni misura di inquinante e/o parametro di riferimento effettuata allo scarico sia in maniera continua che periodica deve essere reso noto dal laboratorio/sistema di misura l incertezza della misura con un coefficiente di copertura almeno pari a 2 volte la deviazione standard (P95%) del metodo utilizzato. Per la verifica delle caratteristiche delle emissioni autorizzate possono essere utilizzati: Metodi normati quali: - Metodiche previste nel Decreto 31 gennaio 2005 Emanazione di line Guida per l individuazione e l utilizzazione delle migliori tecniche disponibili, per le attività elencate nell allegato I del Decreto legislativo n. 59/05 - Manuale n 29/2003 APAT/IRSA-CNR Metodi normati emessi da Enti di normazione - UNI/Unichim/UNI EN - ISO - ISS (Istituto Superiore Sanità) - Standard Methods for the examination of water and wastewater (APHA-AWWA-WPCF) I metodi utilizzati alternativi e/o complementari ai metodi ufficiali devono avere un limite di rilevabilità complessivo che non ecceda il 10% del valore limite stabilito. I casi particolari con l utilizzo di metodi con prestazioni superiori al 10% del limite devono essere preventivamente concordati con la Provincia e ARPA. 20

21 Qualora non fosse indicata l incertezza della misura eseguita si prenderà in considerazione il valore assoluto della misura per il confronto con il limite stabilito. I rapporti di prova relativi agli autocontrolli devono riportare insieme al valore del parametro analitico il metodo utilizzato e la relativa incertezza (P95%) conformi devono riportare oltre all esito analitico anche le condizioni di assetto dell impianto durante l esecuzione del rilievo se pertinenti. Accessibilità dei punti di prelievo e loro caratteristiche Il punto di prelievo dovrà essere posizionato e manutentato in modo da garantire l accessibilità in ogni momento e da permettere il campionamento in sicurezza nel rispetto della normativa vigente in materia di sicurezza. Inoltre l azienda dovrà assicurare la presenza di idonei strumenti per l apertura (chiavi, paranchi, ecc) del pozzetto d ispezione onde consentire il prelievo dei reflui. Il pozzetto di campionamento, parimenti agli altri manufatti quali tubazioni, sistemi di depurazione e trattamento, pozzetti di raccordo ecc, dovranno sempre essere mantenuti in perfetta efficienza e liberi da sedimenti, al fine di permettere il regolare deflusso dei reflui e la loro depurazione. MATRICE RUMORE Nel caso di installazione di nuove significative sorgenti di rumore dovrà essere effettuata un indagine previsionale di impatto ai sensi della DGR n. 673/04; tale relazione dovrà essere inviata alla Provincia di Ravenna, all ARPA e al Comune di pertinenza. MATRICE RIFIUTI I rifiuti speciali liquidi pericolosi e non pericolosi in ingresso all impianto di trattamento integrato chimico-fisico e biologico, compresi i rifiuti prodotti dalle stesse attività svolte nel sito, devono essere gestiti in conformità a quanto previsto nelle procedure gestionali individuate dalle Migliori Tecniche Disponibili. La gestione dei rifiuti in ingresso è regolamentata internamente da apposite procedure gestionali facenti parte di procedura aziendale Procedura per l accettazione dei rifiuti liquidi presso gli impianti di depurazione autorizzati. Per quanto riguarda la produzione dei rifiuti, il Piano di Monitoraggio aziendale prevede le seguenti attività di monitoraggio e controllo: Aspetto ambientale Oggetto del controllo Frequenza controllo Rifiuti prodotti dal trattamento chimico-fisico Indagine di Almeno annuale (fanghi) classificazione/caratterizzazione Verifica di conformità e rispetto dei limiti Per ogni misura di inquinante e/o parametro di riferimento effettuata sui rifiuti sia in maniera continua che periodica deve essere reso noto dal laboratorio/sistema di misura l incertezza della misura con un coefficiente di copertura almeno pari a 2 volte la deviazione standard (P95%) del metodo utilizzato. MATRICE SUOLO E SOTTOSUOLO Nel perimetro di stabilimento non sono presenti serbatoi interrati; potenziali impatti su suolo e sottosuolo connessi all esercizio dell impianto di trattamento integrato chimico-fisico e biologico sono pertanto sostanzialmente riconducibili ad eventuali rilasci accidentali dai serbatoi di stoccaggio dei reagenti e dei residui fangosi prodotti dal trattamento chimico-fisico. In proposito, si evidenzia che tali strutture di stoccaggio sono ubicate in apposite aree dedicate opportunamente cementate, nonché dotate di idonei dispositivi di protezione e contenimento. Per garantire altresì un corretto e sicuro funzionamento dell impianto, i dosaggi dei reagenti contenuti nei serbatoi avvengono in automatico. CONSUMI MATERIE DI SERVIZIO/AUSILIARIE L abituale prassi operativa prevede di tenere monitorato il consumo dei principali reagenti tramite consuntivo periodico; il gestore dell impianto può eseguire inoltre verifiche di funzionalità dei reagenti nel laboratorio aziendale. Per quanto riguarda il consumo di combustibili, viene utilizzato metano come combustibile per il riscaldamento degli uffici e come combustibile ausiliario nelle caldaie asservite al riscaldamento dei digestori; mensilmente i tecnici provvedono alla lettura dei contatori fiscali. Tutte le registrazioni e i consuntivi annuali devono essere resi disponibili alle autorità di controllo. CONSUMI IDRICI E ENERGETICI L approvvigionamento idrico dell impianto è garantito esclusivamente da acquedotto industriale comunale. Considerati i valori piuttosto limitati su cui si attestano i consumi idrici dell impianto non si ritiene di sottoporre l aspetto in esame a monitoraggi specifici. È comunque cura del gestore, secondo l abituale prassi operativa, 21

22 rilevare periodicamente i consumi idrici tramite lettura dei contatori installati per entrambi gli approvvigionamenti. Si prende atto dei controlli con frequenza mensile, mediante lettura dei contatori fiscali, dei consumi di energia elettrica dell impianto. Relativamente all energia termica prodotta nella fase di recupero energetico da biogas proveniente dalla sezione di digestione anaerobica che viene recuperata per il riscaldamento del digestore anaerobico, mensilmente i tecnici provvedono alla lettura del contatore che registra la produzione di biogas. Tutte le registrazioni e i consuntivi annuali devono essere resi disponibili alle autorità di controllo. INDICATORI DI PERFORMANCE AMBIENTALE Per quanto attiene agli indicatori di prestazione ambientale dell impianto integrato di trattamento chimicofisico e biologico di rifiuti pericolosi e non pericolosi, si prende atto della proposta formulata dalle Ditte in merito ad alcuni indicatori che a partire da dati noti di quantitativi di rifiuti in ingresso, consumi di materie prime ovvero risorse energetiche, nonché emissioni compresa la produzione di rifiuti, rendono conto della performance ambientale dell impianto e possono pertanto essere utilizzati come indicatori indiretti di impatto ambientale. Indicatori di performance ambientale per il trattamento chimico-fisico: Indice specifico di consumo materie prime [tonnellate materia prima consumata/tonnellate rifiuti in ingresso] Indice specifico di produzione rifiuti [tonnellate fanghi prodotti/tonnellate rifiuti in ingresso] Fattore di emissione specifico di As [mg Arsenico nello scarico idrico parziale S1-A/tonnellate rifiuti in ingresso] Fattore di emissione specifico di Cr totale [mg Cromo totale nello scarico idrico parziale S1-A/tonnellate rifiuti in ingresso] Indicatori di performance ambientale per il trattamento biologico: Indice specifico consumo energia elettrica [kwh energia elettrica consumata/m 3 reflui in ingresso] [kwh energia elettrica consumata/kg COD abbattuto] Indice efficienza processo di depurazione biologica [kg fanghi prodotti/kg COD abbattuto] [m 3 biogas utilizzato/tonnellate fanghi prodotti] [kg fanghi disidratati prodotti/m 3 reflui in ingresso] I gestori devono registrare con cadenza almeno mensile i valori degli indicatori di performance ambientale sopraindicati; tutte le registrazioni e i consuntivi annuali devono essere resi disponibili alle autorità di controllo. Si rammenta che gli indicatori di performance ambientale devono essere: 1. semplici; 2. desumibili da dati di processo diretti monitorati e registrati e verificabili dalla Provincia e dall ARPA; 3. definiti da algoritmi di calcolo noti. COMUNICAZIONI Qualora nel corso delle verifiche e autocontrolli svolti dalle Ditte sia rilevato il superamento certo (P95%) di un limite stabilito dalla presente autorizzazione deve essere data comunicazione, nel più breve tempo possibile dalla disponibilità del dato, alla Provincia di Ravenna e all ARPA. Insieme con la comunicazione ovvero a seguire nel minimo tempo tecnico dovranno altresì essere documentate con breve relazione scritta da inviare alla Provincia e all ARPA le cause di tale superamento e le azioni correttive poste in essere per rientrare nei limiti previsti dall autorizzazione. In caso di emissioni accidentali in aria, acque e suolo non prevedibili e con potenziali impatti sull ambiente dovrà essere data comunicazione a mezzo fax nel più breve tempo possibile alla Provincia di Ravenna e all ARPA. 22

23 G) SEZIONE PIANO DI CONTROLLO - ORGANO DI VIGILANZA (ARPA) CICLI PRODUTTIVI Verifica Ispettiva con periodicità ANNUALE per il controllo dell applicazione di quanto previsto dal Piano di Monitoraggio SCARICHI IDRICI Verifica Ispettiva con periodicità ANNUALE delle analisi effettuate con eventuale prelievo sullo scarico della sezione di trattamento chimico-fisico EMISSIONI IN ATMOSFERA Verifica Ispettiva con periodicità BIENNALE per il controllo del registro degli autocontrolli delle emissioni in atmosfera e degli interventi di controllo e manutenzione degli impianti di abbattimento EMISSIONI SONORE Verifica Ispettiva con periodicità TRIENNALE per il controllo del piano di intervento e di misura che le Ditte dovranno eseguire RIFIUTI Verifica Ispettiva con periodicità ANNUALE per controllo dei registri di carico e scarico rifiuti La periodicità riportata è da ritenersi indicativa e comunque da valutarsi anche in base alle risultanze contenute nei report periodici che le Ditte sono tenute a fornire, come da prescrizioni e da Piano di Monitoraggio, alla Provincia e all ARPA. Le spese occorrenti per le attività di controllo programmato da parte dell Organo di Vigilanza (ARPA) previste nel Piano di Controllo dell impianto sono a carico dei gestori e saranno determinate secondo quanto previsto nel Piano stesso. Il corrispettivo economico relativo al Piano di Controllo verrà valutato in base alle tariffe fissate a livello regionale per questa attività con DGR n del 17/11/2008 così come modificata con DGR n. 155/

24 TABELLA 1 ELENCO RIFIUTI AMMESSI AL TRATTAMENTO CHIMICO-FISICO 24

25 TABELLA 1 ELENCO RIFIUTI AMMESSI AL TRATTAMENTO CHIMICO-FISICO 25

26 TABELLA 1 ELENCO RIFIUTI AMMESSI AL TRATTAMENTO CHIMICO-FISICO 26

27 TABELLA 1 ELENCO RIFIUTI AMMESSI AL TRATTAMENTO CHIMICO-FISICO 27

28 TABELLA 1 ELENCO RIFIUTI AMMESSI AL TRATTAMENTO CHIMICO-FISICO 28

29 TABELLA 1 ELENCO RIFIUTI AMMESSI AL TRATTAMENTO CHIMICO-FISICO 29

30 TABELLA 2 ELENCO RIFIUTI AMMESSI AL TRATTAMENTO BIOLOGICO 30

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