GLI IMPIANTI ANTINCENDIO: PROCEDURE E ADEMPIMENTI AUTORIZZATIVI

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1 MONTICELLI D ONGINA (PC) - 05 dicembre 2011 GLI IMPIANTI ANTINCENDIO: PROCEDURE E ADEMPIMENTI AUTORIZZATIVI Dott.Ing. Michele De Vincentis

2 Depositi intensivi con impianto meccanico automatico per immagazzinamento merci C.C.T.S. del 22 marzo 2011 Numerosi quesiti riguardanti la piena assoggettabilità dei depositi intensivi automatizzati alle prescrizioni di cui al D.M. 9 marzo 2007 concernente i requisiti di resistenza al fuoco delle strutture. Indicazioni sulle misure di prevenzione e protezione più idonee per minimizzare il rischio incendio in queste attività e per il procedimento di Deroga Dott.Ing. Michele De Vincentis

3 Il deposito è in generale costituito da un ambiente monopiano a forma di parallelepipedo con larghezza e lunghezza variabili a seconda delle esigenze del committente, in cui trovano spazio le scaffalature stesse e la relativa automazione, in genere senza compartimentazioni ne longitudinali nè trasversali. Dott.Ing. Michele De Vincentis

4 L automazione consiste in un numero variabile di trasloelevatori a funzionamento automatico, senza presenza di operatori, che corrono longitudinalmente in apposite corsie e che prelevano o depositano i prodotti dalle o nelle unità di carico della struttura Dott.Ing. Michele De Vincentis

5 Depositi intensivi con impianto meccanico automatico per immagazzinamento merci Il DM 9 marzo 2007, per depositi di materiali combustibili, prevede la necessità di garantire una resistenza al fuoco almeno pari a R/REI 30 (qualora fosse possibile attribuire il livello II di prestazione: mantenimento dei requisiti di resistenza al fuoco per un periodo sufficiente all evacuazione degli occupanti in luogo sicuro all esterno della costruzione). Dott.Ing. Michele De Vincentis

6 LIVELLI DI PRESTAZIONE DELLE STRUTTURE Livello II Requisiti di resistenza al fuoco per un periodo sufficiente a garantire l evacuazione degli occupanti in luogo sicuro Gli eventuali crolli non arrecano danni ad altre costruzioni L affollamento è modesto Non sono previsti posti letto o persone non autonome

7 La presenza di persone all interno del deposito è limitata alle attività di manutenzione ordinaria e straordinaria che comportano la presenza di pochi operatori per un tempo contenuto e in prefissate zone di arresto dei trasloelevatori.

8 Il DM 9 marzo 2007, per depositi di materiali combustibili, prevede, per tutte le costruzioni l obbligo di garantire requisiti di resistenza al fuoco delle strutture in funzione del livello di prestazione I II III IV V Nessun requisito specifico di resistenza al fuoco dove le conseguenze della perdita dei requisiti stessi siano accettabili o dove il rischio di incendio sia trascurabile Mantenimento dei requisiti di resistenza al fuoco per un periodo sufficiente all evacuazione degli occupanti in luogo sicuro all esterno della costruzione Mantenimento dei requisiti di resistenza al fuoco per un periodo congruo con la gestione dell emergenza Requisiti di resistenza al fuoco tali da garantire, dopo la fine dell incendio, un limitato danneggiamento della costruzione Requisiti di resistenza al fuoco tali da garantire, dopo la fine dell incendio, il mantenimento della totale funzionalità della costruzione stessa Non applicabile Classi di resistenza al fuoco prescritte (30 o 60) prescindendo dal valore del carico d incendio Classi di resistenza al fuoco determinate in funzione del carico di incendio Non richiesti per il caso in esame Non richiesti per il caso in esame

9 Le strutture essendo realizzate con profilati metallici, per lo più di tipologie a sezione aperta e aventi alti valori del fattore di sezione, risultano vulnerabili all azione del fuoco e in grado di garantire la richiesta prestazione di resistenza al fuoco solo in presenza di consistenti rivestimenti protettivi.

10 Depositi intensivi con impianto meccanico automatico per immagazzinamento merci Alla luce dell assenza di persone all interno dell impianto automatizzato, per suddette strutture è consuetudine non adottare specifici provvedimenti di resistenza al fuoco confidando sull elevata iperstaticità della struttura, che ne evita in caso di incendio il collasso immediato e affidandosi alla presenza di impianti fissi di spegnimento automatizzati. Dott.Ing. Michele De Vincentis

11 Depositi intensivi con impianto meccanico automatico per immagazzinamento merci Criticità connessa con: l esigenza di garantire al contempo la sicurezza degli operatori VF impegnati nelle operazioni di spegnimento il confinamento dell incendio al solo deposito. A volte non può essere ammesso il crollo della struttura in quanto se si tratta di un edificio molto alto, i soccorritori sarebbero messi in grave pericolo in caso di incendio. Per lo stesso motivo anche la previsione che sia possibile ammettere una resistenza al fuoco pari a R/REI 30 pari a quanto richiesto per il livello II del DM 9 marzo 2007 potrebbe in alcuni casi essere considerata una misura troppo poco cautelativa. Dott.Ing. Michele De Vincentis

12 Il problema di accessibilità delle squadre di soccorso Il deposito dispone generalmente di una o più interfacce di ingresso/uscita con area confinante o posta nelle vicinanze in cui sono scaricati o preparati i prodotti in ingresso uscita dal deposito stesso. Dott.Ing. Michele De Vincentis

13 Depositi intensivi con impianto meccanico automatico per immagazzinamento merci Necessità di valutare caso per caso le misure compensative proposte ricorrendo all istituto della deroga come previsto dalla lettera circolare P414 del 28 marzo 2008: Si precisa, infine, che in linea di principio, qualora non sia possibile l integrale osservanza di qualche disposizione tecnica del DM 9 marzo 2007, è consentito ricorrere all istituto della deroga Dott.Ing. Michele De Vincentis

14 Per il previsto procedimento di deroga il Comitato Tecnico Regionale oltre alle prescrizioni dettate dal Comando VVF di competenza, potrà tenere in considerazione, anche le ulteriori misure di sicurezza: l eventuale crollo parziale o totale della costruzione non arreca alcun danno alle eventuali costruzioni limitrofe, le quali devono comunque essere strutturalmente e funzionalmente separate dalla prima; l eventuale crollo parziale o totale della costruzione non interessa la viabilità limitrofa funzionale alle operazioni di soccorso; Dott.Ing. Michele De Vincentis

15 Ulteriori misure di sicurezza per il procedimento di deroga : presenza di pareti resistenti al fuoco per la separazione del deposito da altre attività; presenza di impianto di rilevazione fumi, portato ai vari piani di stoccaggio degli imballi; realizzazione di un impianto di spegnimento automatico, portato ai vari piani di stoccaggio degli imballi; installazione di un impianto di evacuazione fumi, realizzato anche sulle pareti perimetrali dell edificio; realizzazione di una rete idrica antincendi per la protezione sia interna che esterna; per quest ultima possono essere considerati idonei oltre gli idranti UNI 70 anche cannoncini monitori per raggiungere le rilevanti altezze dell edificio Dott.Ing. Michele De Vincentis

16 Ulteriori misure di sicurezza per il procedimento di deroga : sistema di comando dei carrelli realizzato in un compartimento antincendi; uscite di sicurezza per gli eventuali manutentori previste e segnalate; pallet confezionati utilizzando una pellicola con caratteristiche di reazione al fuoco almeno pari a 1 (uno); porte di accesso al deposito dotate di dispositivo di interblocco che impedisca l apertura dall esterno ad impianto funzionante (mentre dall interno è sempre possibile la loro apertura mediante maniglione antipanico; Dott.Ing. Michele De Vincentis

17 Ulteriori misure di sicurezza per il procedimento di deroga : realizzazione di un impianto di video sorveglianza con postazione di controllo presidiata 24/24 ore dalla quale deve essere possibile comandare anche l attivazione degli impianti di protezione attiva antincendi, nonché diramare le istruzioni da attuare in caso di emergenza; serramenti resistenti al fuoco installati sugli eventuali vani di comunicazione con le restanti attività (porte pedonali, portoni industriali, chiusure di nastri trasportatori); adozione di un Sistema di gestione della sicurezza antincendio che garantisca nel tempo l affidabilità dei sistemi di funzionamento dell impianto di stoccaggio, di controllo della quantità e tipologia delle merci in deposito, di efficacia degli impianti di rilevazione e spegnimento automatici e di chiusura dei serramenti resistenti al fuoco. Dott.Ing. Michele De Vincentis

18 1 2 Misure di sicurezza adottate per la protezione dei depositi intensivi automatizzati Campione esaminato: Direzioni Regionali VVF del Lazio, Marche, Campania, Friuli Venezia Giulia, Calabria, Lombardia l eventuale crollo parziale o totale della costruzione non arreca alcun danno alle eventuali costruzioni limitrofe, le quali devono comunque essere strutturalmente e funzionalmente separate dalla prima; 2 l eventuale crollo parziale o totale della costruzione non interessa la viabilità limitrofa funzionale alle operazioni di soccorso; 1 3 presenza di pareti resistenti al fuoco per la separazione del deposito da altre attività; 6 4 presenza di impianto di rilevazione fumi, portato ai vari piani di stoccaggio degli imballi; 7 5 realizzazione di un impianto di spegnimento automatico, portato ai vari piani di stoccaggio degli imballi; 10 6 installazione di un impianto di evacuazione fumi, realizzato anche sulle pareti perimetrali dell edificio; 6 7 realizzazione di una rete idrica antincendi per la protezione sia interna che esterna; per quest ultima possono essere considerati idonei oltre gli idranti UNI 70 anche cannoncini monitori per raggiungere le rilevanti altezze dell edificio; 6 8 sistema di comando dei carrelli realizzato in un compartimento antincendio; 1 9 uscite di sicurezza per gli eventuali manutentori previste e segnalate; 2 10 pallet confezionati utilizzando una pellicola con caratteristiche di reazione al fuoco almeno pari a 1 (uno); porte di accesso al deposito dotate di dispositivo di interblocco che impedisca l apertura dall esterno ad impianto funzionante (mentre dall interno è sempre possibile la loro apertura mediante maniglione antipanico; l eventuale apertura di una porta di accesso deve provocare l immediata fermata dei carrelli traslo elevatori); 1 realizzazione di un impianto di video sorveglianza con postazione di controllo presidiata 24/24 ore dalla quale deve essere possibile comandare anche l attivazione degli impianti di protezione attiva antincendi a normale attivazione automatica, nonché diramare le istruzioni da attuare in caso di emergenza; 3 13 serramenti resistenti al fuoco installati sugli eventuali vani di comunicazione con le restanti attività (porte pedonali, portoni industriali, chiusure di nastri trasportatori); 1 14 protezione dei binari dei carrelli dalle cariche elettrostatiche; 1 15 adozione di un Sistema di gestione della sicurezza antincendio 2 16 controllo dello smaltimento delle acque reflue antincendio. 1 Frequenza

19 Ulteriori misure di sicurezza per il procedimento di deroga : In alternativa o in aggiunta a quanto sopra esposto può essere richiesta un apposita analisi, da eseguire mediante le tecniche della fire safety engineering, dalla quale emerga che le misure di sicurezza adottate sono idonee a conseguire gli obiettivi generali di sicurezza antincendio. Dott.Ing. Michele De Vincentis

20 Gli impianti antincendio: procedure e adempimenti autorizzativi Progettazione Verifiche Dott.Ing. Michele De Vincentis

21 FORUM LOGISTICA DI PREVENZIONE E PREVENZIONE INCENDI - MILANO INCENDI 2010 La corretta progettazione degli impianti antincendio manuali Necessità e scelta del tipo di impianto; Caratteristiche dell impianto; Prestazioni. Dott.Ing. Michele De Vincentis -

22 La corretta progettazione degli impianti antincendio I sistemi di protezione attiva contro l incendio costituiscono accorgimenti intesi a ridurne le conseguenze a mezzo di rivelazione, segnalazione allarme, controllo o estinzione, evacuazione di fumo e calore. A tal fine i sistemi di protezione attiva devono essere progettati, realizzati e mantenuti a regola d arte secondo quanto prescritto dalle specifiche regolamentazioni, dalle norme di buona tecnica e dalle istruzioni fornite dal fabbricante.

23 La corretta progettazione degli impianti antincendio Consente di controllare la variazione termica dell evento, impedendo lo sviluppo dell incendio generalizzato

24 La progettazione degli impianti antincendio I depositi intensivi con impianto meccanico automatico per immagazzinamento merci sono attività non normate e pertanto la necessità di realizzare l impianto e le relative prestazioni dipenderanno rispettivamente dalla valutazione del rischio incendio dell attività e dagli scenari ragionevolmente ipotizzabili. Dott.Ing. Michele De Vincentis -

25 La corretta progettazione degli impianti antincendio Valutazione del Rischio : la responsabilità esclusiva del progettista consiste nel decidere se tali impianti sono necessari, nella definizione della strategia antincendio ipotizzata, oppure possono essere omessi. (punto 5.3 dell Alleg.V al DM 10/03/98): In relazione alla valutazione dei rischi, ed in particolare quando esistono particolari rischi di incendio che non possono essere rimossi o ridotti, in aggiunta agli estintori occorre prevedere impianti di spegnimento fissi, manuali od automatici.

26 La Regola tecnica (in corso di emanazione) di prevenzione incendi per i sistemi di protezione attiva contro l incendio installati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi L individuazione dei parametri e delle caratteristiche posti a base del progetto dei sistemi di protezione attiva è a carico dei soggetti responsabili della valutazione del rischio incendio e della progettazione. Il mantenimento delle condizioni che hanno determinano l individuazione dei suddetti parametri e caratteristiche è a carico dei titolari delle attività. Dott.Ing. Michele De Vincentis -

27 SCHEMA DECRETO IMPIANTI PROTEZIONE ATTIVA Regola tecnica di prevenzione incendi per i sistemi di protezione attiva contro l incendio installati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi Strategia del nuovo decreto: Fissare univocamente gli obiettivi degli impianti (prestazioni, progettazione, verifica e manutenzione); Valorizzare competenze e responsabilità nelle diverse fasi (Professionisti iscritti Albo Min. Interno) Dott.Ing. Michele De Vincentis -

28 SCHEMA DECRETO IMPIANTI PROTEZIONE ATTIVA La corretta progettazione degli impianti antincendio Fonti normative DECRETO 22 gennaio 2008, n. 37: Regolamento delle disposizioni in materia di attivita' di installazione degli impianti all'interno degli edifici DM 04 maggio 1998 (in corso di aggiornamento) DISPOSIZIONI RELATIVE ALLE MODALITÁ DI PRESENTAZIONE ED AL CONTENUTO DELLE DOMANDE PER L'AVVIO DEI PROCEDIMENTI DI PREVENZIONE INCENDI D. Lgs. 81/2008 Eventuali Regole Tecniche Norme volontarie

29 SCHEMA DECRETO IMPIANTI PROTEZIONE ATTIVA Regola tecnica di prevenzione incendi per i sistemi di protezione attiva contro l incendio installati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi (probabile evoluzione nel tempo - C.C.T.S. del 23/03/2010) Eliminare le incongruenze delle Regole Tecniche emanate in passato relativamente alle prestazioni idrauliche degli impianti antincendio Regolamentare la progettazione, l installazione, le prestazioni richieste e l esercizio degli impianti di protezione attiva installati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi, qualora previsti da specifiche regole tecniche di prevenzione incendi o richiesti dai Comandi Provinciali dei Vigili del Fuoco Dott.Ing. Michele De Vincentis -

30 decreto 22 gennaio 2008 n. 37 a) Obbligo del Progetto L obbligo del progetto sussiste sempre. Nei seguenti casi deve essere redatto da professionista iscritto all albo: 1) edifici che ospitano attività soggette al controllo dei VV.F. 2) impianti con numero di idranti >= 4; 3) impianti con numero di sensori di rilevamento >= 10.

31 decreto 22 gennaio 2008 n. 37 I progetti devono contenere: schemi dell'impianto e i disegni planimetrici; relazione tecnica sulla consistenza e sulla tipologia dell'installazione, della trasformazione o ampliamento dell'impianto, con particolare riguardo alla tipologia e alle caratteristiche dei materiali e componenti da utilizzare e alle misure di prevenzione e di sicurezza da adottare.

32 SCHEMA DECRETO IMPIANTI PROTEZIONE ATTIVA Regola tecnica di prevenzione incendi per i sistemi di protezione attiva contro l incendio installati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi DEFINIZIONI Specifica dell impianto di protezione contro l incendio: insieme dei dati tecnici che descrivono le prestazioni dell impianto, le sue caratteristiche dimensionali (portate specifiche, pressioni operative, caratteristica e durata dell alimentazione dell agente estinguente, l estensione dettagliata dell impianto, ecc..) e le caratteristiche dei componenti da impiegare nella sua realizzazione (es.: tubazioni, erogatori, sensori, riserve di agente estinguente, aperture di estrazione, ecc.). La specifica comprende, inoltre, il richiamo della norma tecnica che si intende applicare, la classificazione del livello di pericolosità, ove previsto, lo schema a blocchi dell impianto che si intende realizzare, nonché l attestazione dell idoneità dell impianto in relazione al rischio di incendio presente nell attività. Dott.Ing. Michele De Vincentis -

33 SCHEMA DECRETO IMPIANTI PROTEZIONE ATTIVA Regola tecnica di prevenzione incendi per i sistemi di protezione attiva contro l incendio installati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi DEFINIZIONI Progetto dell impianto: insieme dei documenti indicati dalla norma tecnica assunta a riferimento per la installazione, la trasformazione o l ampliamento dell impianto. Il progetto deve includere almeno gli schemi e i disegni planimetrici dell impianto, nonché una relazione tecnica comprendente l insieme dei dati di cui alla specifica tecnica, i calcoli di progetto ove applicabili e la descrizione dell impianto, con particolare riguardo alla tipologia ed alla caratteristica dei materiali e dei componenti da utilizzare ed alle prestazioni da conseguire. Dott.Ing. Michele De Vincentis -

34 la regola dell arte Con il comma 1 dell art. 6 (comma 3 dell art. 5 ) del DECRETO 22 gennaio 2008, n. 37 gli impianti (e i progetti) realizzati in conformita' alla vigente normativa e alle norme dell'uni, del CEI o di altri Enti di normalizzazione appartenenti agli Stati membri dell'unione europea o che sono parti contraenti dell'accordo sullo spazio economico europeo, si considerano eseguiti secondo la regola dell'arte.

35 SCHEMA DECRETO IMPIANTI PROTEZIONE ATTIVA la regola dell arte In futuro Regola dell arte: Stadio dello sviluppo raggiunto in un determinato momento storico dalle capacità tecniche relative a prodotti, processi o servizi, basato su comprovati risultati scientifici, tecnologici o sperimentali. Fermo restando il rispetto delle disposizioni legislative e regolamentari applicabili, la presunzione di Regola dell arte è riconosciuta alle norme emanate da Enti di normazione nazionali, europei o internazionali.

36 SCHEMA DECRETO IMPIANTI PROTEZIONE ATTIVA Regola tecnica di prevenzione incendi per i sistemi di protezione attiva contro l incendio installati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi DEFINIZIONI Impianti di protezione attiva o Sistemi di protezione attiva contro l incendio si intendono: gli impianti di rivelazione e segnalazione allarme incendio; gli impianti di estinzione o controllo dell incendio di tipo automatico o manuale; gli impianti di controllo del fumo e del calore. Dott.Ing. Michele De Vincentis -

37 Nuove procedure di Prevenzione Incendi Il nuovo Regolamento (DPR 151/2011) e i primi chiarimenti forniti con lettera circolare n del 6 ottobre 2011 da parte del Dipartimento VV.F., nel riformare le procedure di prevenzione incendi per le attività soggette a controllo da parte del Vigili del fuoco, delineano un nuovo ruolo del professionista abilitato, chiamato ad assumersi in alcuni casi maggiori responsabilità. Dott.Ing. Michele De Vincentis -

38 Nuove procedure di Prevenzione Incendi Per bilanciare gli interessi fondamentali di tutela della sicurezza delle persone e dell integrità dei beni con le esigenze di semplificazione amministrativa e di riduzione degli oneri a carico delle imprese e dei cittadini, si è fatto ricorso all utilizzazione del principio di proporzionalità con riguardo alla gravità del rischio, alla natura giuridica del soggetto destinatario delle norme e alla dimensione delle attività. Privilegiare i controlli da parte del CNVVF per le attività a maggior rischio (categoria C), lasciando maggior spazio ai professionisti abilitati per i controlli nelle attività più semplici (categoria A e B), nelle quali saranno effettuati controlli prevalentemente a campione. Dott.Ing. Michele De Vincentis -

39 Nuove procedure di Prevenzione Incendi Art.3 - DPR 151/2011 Valutazione dei progetti; Art. 8 Nulla osta di fattibilita' I progetti delle attivita' di categoria B e C (nelle quali sono classificati i depositi intensivi) sono corredati dalla documentazione prevista (i progetti redatti avvalendosi della F.S.E. devono essere redatti da un Professionista iscritto all Albo del Min. Int.) Dott.Ing. Michele De Vincentis -

40 Regola tecnica di prevenzione incendi per i sistemi di protezione attiva contro l incendio installati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi Progettazione Gli impianti devono essere progettati secondo la regola dell arte, da un professionista iscritto negli albi professionali secondo la specifica competenza tecnica richiesta. Il progetto dell impianto, così come effettivamente realizzato, a firma del professionista progettista, deve essere consegnato al titolare dell attività e da questo reso disponibile ai fini di eventuali controlli da parte delle autorità competenti. Dott.Ing. Michele De Vincentis -

41 SCHEMA DECRETO IMPIANTI PROTEZIONE ATTIVA Progettazione: Documentazione da presentare in sede di domanda di parere di conformità sui progetti. Gli impianti di protezione contro l incendio previsti nella documentazione tecnico-progettuale allegata all istanza, dovranno essere documentati come segue: Impianti da realizzare secondo le norme pubblicate dall Ente di normalizzazione Europea : la documentazione da presentare è costituita dalla specifica degl impianti che si propone di realizzare; Dott.Ing. Michele De Vincentis -

42 SCHEMA DECRETO IMPIANTI PROTEZIONE ATTIVA Progettazione: Documentazione da presentare in sede di domanda di parere di conformità sui progetti. Gli impianti di protezione contro l incendio previsti nella documentazione tecnico-progettuale allegata all istanza, dovranno essere documentati come segue: Impianti da realizzare secondo norme tecniche non pubblicate dall Ente di Normalizzazione Europea ma pubblicate da organismi di standardizzazione internazionalmente riconosciuti nel settore antincendio: la documentazione da presentare è quella di cui al precedente punto, a firma di professionista iscritto negli albi di cui all art. 16 del Decreto Legislativo 8/3/2006 n Dott.Ing. Michele De Vincentis -

43 DOCUMENTAZIONE RICHIESTA Le dichiarazioni e certificazioni sono finalizzate a comprovare che le strutture, gli impianti, le attrezzature e le opere di finitura sono stati realizzati, installati o posti in opera in conformità alla vigente normativa in materia di sicurezza antincendio. Dott.Ing. Michele De Vincentis -

44 Nuove procedure di Prevenzione Incendi Art. 4 DPR 151/2011 Controlli di prevenzione incendi Tra la documentazione da presentare prima dell inizio dell attività: un asseverazione con la quale un tecnico abilitato attesta la conformità dell opera alla regola tecnica e, ove previsto, al progetto approvato dal Comando provinciale (mod. PIN ASSEVERAZIONE); le certificazioni e/o le dichiarazioni, atte a comprovare che gli elementi costruttivi, i prodotti, i materiali, le attrezzature, i dispositivi, gli impianti e i componenti d impianto rilevanti ai fini della sicurezza in caso d incendio sono stati realizzati, installati o posti in opera in conformità alla vigente normativa in materia di sicurezza antincendio. Dott.Ing. Michele De Vincentis -

45 Nuove procedure di Prevenzione Incendi Tale asseverazione accompagna la SCIA e che dunque riguarda tutte le attività dell'allegato I al DPR, di qualsiasi categoria (per le attività in categoria A, la SCIA è corredata oltre alle certificazioni e/o dichiarazioni probanti ai fini antincendio, dalla relazione tecnica e dagli elaborati grafici) Con la SCIA compare un nuovo professionista incaricato di asseverare la conformità delle opere alle prescrizioni previste dalla normativa di prevenzione incendi nonché la sussistenza dei requisiti di sicurezza antincendio di cui ai progetti eventualmente approvati e/o presentati. Dott.Ing. Michele De Vincentis -

46 modulistica Prevenzione Incendi La modulistica inerente gli impianti di protezione attiva da allegare alla SCIA ai fini dei controlli di prevenzione incendi è costituita dai modelli : Dichiarazione di conformità rilasciata ai sensi del decreto interministeriale 22 gennaio 2008 n. 37, i cui allegati obbligatori e non, devono essere consegnati al titolare dell attività e da questi tenuti a disposizione delle autorità competenti per eventuali controlli. mod. DICH.IMP Dichiarazione di corretta installazione e funzionamento dell impianto (non ricadente nel campo di applicazione del D.M. 22 gennaio 2008, n. 37); mod. CERT.IMP Certificazione di corretta installazione e funzionamento dell impianto.

47 modulistica Prevenzione Incendi Il progetto e gli allegati obbligatori dovranno essere tenuti a disposizione per eventuali controlli da parte del responsabile dell istruttoria tecnica dei VV.F.; Lo schema di impianto realizzato e la relazione sintetica sui materiali e componenti impiegati, dovranno essere acquisiti solo qualora non siano già stati forniti con la documentazione allegata all istanza di parere di conformità sul progetto di cui all art. 2 del D.P.R. n. 37/1998, ovvero nel caso in cui siano state apportate modifiche significative in corso d opera rispetto alla documentazione presentata.

48 Documentazione relativa agli impianti di protezione attiva da allegare alla SCIA ai fini dei controlli di prevenzione incendi: Sarà necessario integrare la dichiarazione di conformità, rilasciata ai sensi del decreto interministeriale 22 gennaio 2008 n. 37 con la certificazione di corretta installazione e funzionamento dell impianto, a firma di professionista iscritto negli albi di cui all art. 16 del Decreto Legislativo 8/3/2006 n. 139, per gli impianti installati in attività per le quali sono stati utilizzati i criteri di valutazione del livello di rischio e di progettazione delle conseguenti misure compensative previsti dal decreto del Ministero dell interno (F.S.E.) o nel caso di impianti realizzati seguendo norme non europee. Dott.Ing. Michele De Vincentis -

49 modulistica Prevenzione Incendi Nei casi residuali di impianti non disciplinati dal D.M. 37/2008 (p.e. impianti per l evacuazione del fumo e del calore) dovrà essere predisposto e consegnato al competente Comando provinciale VV.F., il mod. DICH.IMP nel caso sia stato redatto il progetto dell impianto, ovvero il mod. CERT.IMP in assenza di detto progetto.

50 Dichiarazione di rispondenza Nel caso in cui la dichiarazione di conformita' non sia stata prodotta o non sia piu' reperibile, tale atto e' sostituito, per gli impianti eseguiti prima del 27/03/2008, da una dichiarazione di rispondenza, (eventualmente sul modello CERT.IMP.-2008) da un professionista che oltre ad essere iscritto nell elenco del Ministero dell Interno di cui alla legge n. 818/84, sia in possesso dei requisiti previsti dallo stesso art. 7, comma 6, (iscrizione all'albo professionale per le specifiche competenze tecniche richieste, aver esercitato la professione, per almeno cinque anni, nel settore impiantistico a cui si riferisce la dichiarazione).

51 Nuove procedure di Prevenzione Incendi Art. 5 - Attestazione di rinnovo periodico di conformita' antincendio Per il rinnovo periodico di conformità, che sostituisce la richiesta di rinnovo del CPI, deve essere allegata l'asseverazione del professionista iscritto alle liste del Ministero nella quale si attesta la funzionalità e l'efficienza non solo degli impianti di protezione attiva, ma di tutto il sistema Prevenzione Incendi dell Azienda (mod PIN ASSEVERAZIONE). Anche se tale documento non deve essere reso più sotto forma di perizia giurata (il professionista non dovrà più recarsi in tribunale), si configurerà con l emanazione del nuovo DM 04/05/1998 una accresciuta responsabilità professionale che grava sul tecnico asseveratore. Dott.Ing. Michele De Vincentis -

52 FORUM DI PREVENZIONE INCENDI - MILANO 2011 Nuove procedure di Prevenzione Incendi Art. 7 - Deroghe Il professionista della Prevenzione Incendi deve essere iscritto all albo del MIn. Interno per le istruttorie di deroga per le quali ci si avvale per es. della F.S.E., (in futuro anche se è prevista l installazione di imp. Protezione attiva progettati avvalendosi non di normativa europea). Dott.Ing. Michele De Vincentis -

53 D.M. 5 agosto 2011 (Gaz. Uff. n. 198 del 26/08/2011) Procedure e requisiti per l'autorizzazione e l'iscrizione dei professionisti negli elenchi del Ministero dell'interno di cui all'articolo 16 del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139 Con l aggiornamento delle procedure di iscrizione (formazione iniziale e aggiornamento), il decreto dà concretezza all evoluzione della figura del Professionista nel settore della Prevenzione Incendi, precedentemente stabilite del DM 25 marzo 1985, a partire dalla data della sua entrata in vigore: 27 agosto 2011 Dott.Ing. Michele De Vincentis -

54 I professionisti iscritti nell elenco del Min. Interno sono autorizzati per: Rilascio di certificazioni e dichiarazioni attestanti la conformità delle attività alla normativa di prevenzione incendi Redazione dei progetti elaborati con l approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio, di cui al decreto ministeriale 9 maggio 2007 Redazione del documento relativo al sistema di gestione della sicurezza antincendio (SGSA). Dott.Ing. Michele De Vincentis -

55 In futuro i professionisti iscritti nell elenco del Min. Interno potrebbero essere autorizzati per: Rilascio di certificazioni e dichiarazioni attestanti la conformità delle attività alla normativa di prevenzione incendi Redazione dei progetti elaborati con l approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio, di cui al D.M. 9 maggio 2007 Redazione del documento relativo al sistema di gestione della sicurezza antincendio (SGSA). Redazione di progetti di impianti antincendio conformi a norme non emanate da Enti di normazione europei Certificazione di corretta installazione e funzionamento degli impianti antincendio realizzati in conformità a norme non emanate da Enti di normazione europei o installati in attività valutate con F.S.E. Determinazione della continuità dell alimentazione elettrica e idrica, in alternativa alle dichiarazioni degli Enti erogatori. Dott.Ing. Michele De Vincentis -

56 Ricordando che la Sicurezza Antincendio è un complesso sistema in cui il risultato finale si ottiene solo se i vari attori ne condividono gli obiettivi e lavorano in modo coordinato e sinergico RINGRAZIO PER L ATTENZIONE Dott.Ing. Michele De Vincentis -

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