PREMESSO CHE. osservazioni
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- Liliana Rosso
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1 ORDINE DEL GIORNO DEL CONSIGLIERE AIELLO SU: OSSERVAZIONI SUL PROCEDIMENTO DI VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE RELATIVO AL PROGETTO POLO VERDE FASE I: IMPIANTI PER LA PRODUZIONE DI MANOMERI ED OLI LUBRIFICANTI BIODEGRADABILI DA OLI VEGETALI - MATRICA S.P.A. - PORTO TORRES PREMESSO CHE con avviso pubblicato sul quotidiano La Nuova Sardegna, edizione del 13 agosto 2011, è stato avviato il procedimento di valutazione di impatto ambientale V.I.A. concernente il Progetto Polo Verde Fase I. Impianti per la produzione di monomeri ed oli lubrificanti, biodegradabili, da oli vegetali naturali da parte della Matrica s.p.a., in Comune di Porto Torres (SS). In data 21 settembre 2011 si svolge a Porto Torres la conferenza di presentazione al pubblico. Detto progetto prevede la realizzazione di un nuovo stabilimento per la produzione di derivati di oli vegetali naturali non modificati, comprendente un impianto di produzione di monomeri biodegradabili e un impianto di produzione di oli lubrificanti biodegradabili da materie prime derivate da fonti rinnovabili, funzionalmente integrati e aventi capacità produttiva rispettivamente di tonnellate/anno di monomeri biodegradabili e di tonnellate/anno di oli lubrificanti biodegradabili. Pertanto, ai sensi e per gli effetti di cui all art. 24, commi 4-6, del decreto legislativo n. 152/2 006 e s.m.i., si inoltrano le seguenti osservazioni - in via preliminare, si deve ricordare che, in data 26 maggio 2011 a Palazzo Chigi, alla presenza di Gianni Letta Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Stefania Prestigiacomo Ministro dell'ambiente, Paolo Romani Ministro dello Sviluppo Economico, Maurizio Sacconi Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Paolo Scaroni Amministratore Delegato Eni, Catia Bastioli Amministratore Delegato Novamont, il Presidente della Regione Sardegna ha sottoscritto col Governo nazionale, Eni e Novamont Spa, il protocollo d'intesa sulla Chimica Verde a Porto Torres in cui le parti firmatarie si impegnano a favorire la riconversione industriale del sito petrolchimico di Porto Torres che conta circa lavoratori compresi quelli dell'indotto in un polo di produzione di monomeri-bio, bio-plastiche, bio-lubrificanti, additivi per gomme ed elastomeri, nonché di cogenerazione energetica da biomasse che diventino volano per la ripresa dell'economia locale del comparto chimico e di quelli collegati dell'agricoltura, della ricerca e dell'innovazione e per promuovere lo sviluppo e l'utilizzo su larga scala di fonti energetiche compatibili. Una joint venture paritetica tra polimeri europa SpA e Novamont SpA, che rappresenterà formalmente il promotore e gestore dell iniziativa industriale denominata Matrìca SpA, dovrebbe essere il fulcro per la realizzazione e
2 gestione del nuovo polo verde con impianti produttivi di monomeri bio, lubrificanti bio, biofillers, intermedi/additivi bio per elastomeri e bioplastiche alimentati da una centrale elettrica "a biomasse" di minimo 40 MWe. Il progetto che dovrebbe svilupparsi nel corso dei prossimi cinque o sei anni (sono previste almeno tre fasi) presuppone la chiusura di tutti gli impianti della chimica di base dello stabilimento di Porto Torres e la ricostruzione di nuovi impianti con il contestuale avvio delle attività agricole destinate a fornire materia prima per il loro approvvigionamento. Tuttavia, molti particolari sui processi industriali proposti e sui pesanti, possibili sviluppi sociali e occupazionali rimangono oscuri. Inoltre, mancano ancora precise garanzie per i lavoratori occupati, in particolare quelli dell indotto. Questo ha determinato in seno alle organizzazioni sindacali, in particolare della Cgil di Sassari, forti perplessità; i circa 640 posti di lavoro previsti non rappresenterebbero una prospettiva valida dal punto di vista occupazionale per la soluzione della crisi nel Nord Ovest della Sardegna. Nella conferenza stampa di presentazione sulla chimica verde a Porto Torres, l'amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, ha dichiarato che l investimento previsto sarebbe stato di complessivi 1200 milioni di euro circa, così suddivisi nei diversi progetti: 450 milioni di euro per i prossimi sei anni nella chimica verde ( che entrerà a produzione piena nel 2013); 230 milioni di euro come Enipower, per produrre energia elettrica da biomasse per 40 MWe e per adeguamento della centrale a olio combustibile e FOK già esistente da 160 MWe ; 530 milioni di euro per tutte le bonifiche degli almeno 600 ettari fortemente inquinati; 50 milioni di euro per le infrastrutture industriali e la realizzazione del centro di ricerca a carattere universitario. Lo scorso 13 agosto è stata depositata da parte di Matrìca SpA, presso l ufficio S.A.V.I. dell Assessorato all Ambiente della Regione, la documentazione per la procedura di VIA ai sensi dell art. 20 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.; tale documentazione interessa la Fase I della realizzazione del Polo verde riguardante gli impianti per la produzione di monomeri ed oli lubrificanti, biodegradabili, da oli vegetali naturali; è interessante osservare come alcune articolazioni di tale progetto non siano del tutto coerenti, quando non in evidente contraddizione, con gli enunciati del protocollo di Intesa sulla Chimica Verde già citato. - In tale protocollo, nell ambito dell investimento di milioni di euro, sono compresi, arbitrariamente, i 530 milioni destinati alla bonifica del sito industriale di Porto Torres. La bonifica è da considerarsi atto dovuto e risarcitorio per il grave inquinamento provocato anche nel corso dell ultimo decennio e, per stessa ammissione di Eni, la somma disposta costituisce solo un anticipo di quella complessiva necessaria che ammonta a milioni di euro, tenuto conto dell entità e della gravità dell inquinamento provocato. Della suddetta bonifica non si conoscono, a tutt oggi, le modalità tecniche, i tempi, l estensione dei terreni da bonificare ed il numero dei lavoratori che dovranno essere impiegati. Nell addendum sono riportate, in allegato, delle linee generali: ma a riprova della poca chiarezza si evince una mancata sintonia, fino a rasentare la
3 polemica, tra l istituzione Provinciale (assessorato all ambiente) e il Comune di Porto Torres; da un Iato l Assessorato Provinciale, ai primi di Settembre, emana un ordinanza che impone alla Syndial S.p.A l immediata cessazione dello sversamento di benzene nella darsena, ritenendola unica responsabile del grave inquinamento; dall altra il Comune di Porto Torres continua, però, ad individuare come unico interlocutore tecnico per l esecuzione delle bonifiche la stessa società Syndial S.p.A del gruppo Eni. - Va sottolineato che detta società, dallo scorso venerdì 29 luglio, si trova ad assumere (assieme ad altre tre imprese) nella persona del suo dirigente, il ruolo di imputato rinviato a giudizio per disastro ambientale e per avvelenamento doloso continuato del ciclo delle acque e degli alimenti. Il reato è da considerarsi di estrema gravità e, nel riconoscimento del dolo, indica la consapevolezza degli amministratori di Syndial e delle altre società implicate, dei rischi e delle conseguenze che i comportamenti messi in opera potevano avere e che, nonostante questo, nulla hanno fatto per evitare, perseverando per interesse nella loro attività. - Per la bonifica e il decommissing la documentazione prodotta da Matrica SpA sul sito petrolchimico di Porto Torres, che costituisce un Sito di bonifica di Interesse Nazionale (SIN) ai sensi del D.M. 7 febbraio 2003, fa riferimento ad indagini condotte tra il 2005 ed il 2007 e previste dal Piano di caratterizzazione dell area dello Stabilimento Petrolchimico di Porto Torres, in conformità con i contenuti del documento Adeguamento del Piano della Caratterizzazione alle Linee guida operative, redatte all interno del protocollo d Intesa per gli interventi di risanamento della regione Sardegna, approvato con prescrizioni nella Conferenza di Servizi Decisoria del 22/06/2004 ed elaborato in conformità alla normativa vigente. E evidente che tali riferimenti siano datati e non rispecchino la gravità attuale della condizione d inquinamento da benzene ed altri inquinanti, particolarmente nell area della darsena. Non riportano inoltre le condizioni di inquinamento e quindi la preliminare necessità della bonifica dell area scelta per l insediamento del nuovo impianto. - E altresì necessario che le istituzioni comunali, provinciali e regionali creino un tavolo tecnico che coinvolga istituzioni di ricerca pubbliche (Università e CNR), ma anche private, capaci di elaborare progetti di risanamento anche attraverso soluzioni comparate. La necessità di risolvere in tempi brevi le criticità presenti nell area della darsena, dove lo sversamento di benzene appare particolarmente grave anche secondo le ultime analisi dell ARPAS, impone che i 50 milioni di euro previsti per la costituzione di un centro di ricerca siano destinati allo studio di piani di bonifica adeguati alla gravità della situazione. - Le esperienze maturate in Sardegna per i piani di bonifica nell area del Sulcis e, più recentemente, alla Maddalena spesso hanno reso evidente l inefficacia delle azioni messe in essere o la non corretta conduzione delle stesse; è auspicabile pertanto la creazione di un comitato di garanti che veda coinvolti ordini professionali e mondo dell associazionismo sociale nella verifica dell attuazione delle azioni di bonifica.
4 - La prospettiva di riconversione verso una chimica verde presuppone la cessazione di attività energivore caratterizzate da un elevato consumo energetico e da una bassa resa. Pertanto, la presenza nel progetto di Eni Power appare fuori luogo e la creazione di una centrale a biomasse da 40 MWe è oltremodo sovradimensionata. Gli studi effettuati dalla Facoltà di Agraria dell Università di Sassari e dall Ente Foreste prevedono per l intera isola una disponibilità di biomassa naturale, su ettari di territorio boscato e con macchia, di circa tonnellate annue che, con un potere calorifico medio di 3500 Kcal/Kg, basterebbero al raggiungimento di una produzione di potenza di 20 MWe. - La legislazione italiana (art.17 D.Lgs 387/03, D.Lgs. 152/06 e D.Lgs 28/2011) non conforme alla normativa europea e quindi sotto infrazione, assimila la parte non biodegradabile dei rifiuti solidi urbani alle biomasse per la combustione in impianti di produzione di energia elettrica, così da accedere all acquisto a tariffe incentivate (circa il doppio del prezzo corrente) attraverso i meccanismi del CIP6 ed i certificati Verdi. Tale elemento, assieme al sovradimensionamento dell impianto, fa intravedere il rischio che la megastruttura possa essere adibita ad incenerimento di rifiuti solidi urbani, anche extra-regionali. A confermare questa ipotesi concorrono i riferimenti nel protocollo d intesa e nell addendum ai D.Lgs succitati. Mancano inoltre, per quanto riguarda il revamping della termocentrale a olio combustibile e a FOK (rifiuto speciale del cracking dell etilene) da 160 MWe, le tempistiche e le successive modalità di utilizzo. - E evidente che la creazione di un nuovo polo energetico a combustione nelle vicinanze di quello ad elevata potenza, di proprietà di E.ON (640 MWe da carbone, 320 MWe da olio combustibile e 80 MWe da gasolio), sempre a combustione di fossili, peggiorerebbe in termini di emissioni e di produzioni di ceneri tossiche le condizioni sanitarie già precarie del territorio di Porto Torres, caratterizzato da dati epidemiologici allarmanti riguardo alle patologie tumorali (anche della prima infanzia e dell adolescenza) e cronico-degenerative; ciò genera grossa preoccupazione nella classe medica ed in particolare in seno all' OdMCeO, la cui finalità primaria è la tutela dalla salute dei cittadini. Si consideri, peraltro, che la regione ha già una sovrapproduzione energetica ed il progetto è in contrasto con l'auspicio che le centrali attualmente presenti e che producono energia attraverso la combustione, vengano sostituite da centrali che utilizzino vere energie rinnovabili a minor impatto ambientale e sanitario. Si ricorda a tal uopo che gli impianti a combustione sorgerebbero di fianco ai nuovi due gruppi fotovoltaici da 12 e 17 MWe attualmente in realizzazione da parte di E.On. - A conferma che la proposta della centrale a biomassa da 40 MWe poco abbia a che fare con gli impianti per la produzione di monomeri, polimeri oli lubrificanti, biodegradabili, da oli vegetali naturali c è la presenza nel progetto presentato da Matrica SpA di un Combustore rigenerativo e di una centrale termica. Il primo ha il compito di abbattere degli sfiati di processo derivanti dalla sezione di produzione monomeri biodegradabili. L impianto è costituito da una camera di combustione che collega 3 torri di preriscaldamento e recupero calore riempite con materiale ceramico inerte in modo da formare masse distinte di notevole
5 capacità termica. Il funzionamento dell impianto è ciclico (programmato in un PLC) e utilizza alternativamente la capacità termica dei letti per riscaldare l aria in ingresso e recuperare calore dal gas in uscita. Il sistema consentirebbe in via teorica, secondo descrizione, rese di abbattimento dei COV (composti organici volatili) di oltre il 99 % e in termini di calore un recupero termico di oltre il 95 %. La centrale termica prevede l installazione di due caldaie ad olio diatermico (a circa 300 C) da 5,8 MW (5 milioni di kcal/h), alimentate a gpl. Una delle due caldaie è progettata anche per la combustione della frazione altobollente vegetale (FAV), intermedio derivato dall olio vegetale naturale non modificato; In caso di black-out l energia elettrica sarebbe garantita dalla presenza di un gruppo elettrogeno di emergenza, della potenza di 1,5 MWe, alimentato a gpl oppure a gasolio. La potenza elettrica installata dichiarata nello stesso progetto sarebbe kw (3.1MW) per dei consumi di MWh/anno, un impego t/anno di gpl e ton/anno di vapore. - In termini di emissioni questo impianto di chimica verde produrrebbe 32,4 t/anno di NOx, 4,2 t/anno di COV, 16,6 t/anno di CO, 10,3 t/anno Polveri e 5,4 T/anno di SO2. E sintomo di scarsa attenzione ai parametri della qualità dell aria considerare le polveri e non le loro frazioni (PM 10, PM 2,5 e tanto meno PM 0,1, UF e nano particelle); queste carenze sono presenti anche nella rete dei sistemi di monitoraggio nel territorio della nostra Provincia e dell intera Isola. Dal 6 novembre 2008 il sistema di monitoraggio della qualità dell aria della Provincia di Sassari è sotto il controllo dall ARPAS; a tutt oggi i valori di riferimento presi in considerazione non rispondono alla seconda fase attuativa temporale del D.M n. 60/2002, e tanto meno a quelle del nuovo DLg 13 agosto 2010; il valore del PM 2,5, elemento centrale della normativa più recente, non viene preso in considerazione. - Lo sforzo di ricerca applicato nella produzione di nuovi materiali, quali i monomeri e i polimeri di origine vegetale, merita attenzione in un momento dove è quanto mai necessario trovare alternative ai derivati del petrolio, risorsa le cui riserve si immaginano finite in tempi non lontani. Nel progetto presentato da Matrica SpA, relativamente alle ricadute sul settore agricolo locale, prevale la prudenza e si afferma: Per il settore agricolo, il Progetto può rappresentare uno stimolo allo sviluppo di colture integrate nella filiera della Chimica Verde. - Nel protocollo di intesa e nelle dichiarazioni di presentazione, invece, il legame con la filiera agricola locale dovrebbe consistere nella produzione di amido e di una qualche varietà di cardo per ricavarne olio vegetale e biomassa per la centrale. Se tutto ciò fosse prodotto in Sardegna, sarebbero impegnate enormi estensioni di terreno: ettari di mais, ettari circa di cardo; ciò equivale a più di tutta la superficie attualmente impegnata in Sardegna dalle colture in atto. Il dubbio che possano essere impiegati in maniera estensiva OGM, fertilizzanti chimici, pesticidi ed altri composti chimici per l'agricoltura di cui si conosce il potenziale nocumento per la salute, genera preoccupazione dal punto di vista sanitario. - Tale progetto è inoltre in conflitto con un altro da realizzare nel sito industriale di Macchiareddu per il quale è previsto un inceneritore a biomasse da 50 MWe
6 diviso tra una linea a biomassa solida ed una a olio combustibile di origine vegetale. La presenza di un altra centrale renderebbe ancora più problematico il reperimento di quella materia prima che, come sopra sottolineato, non sarebbe disponibile, in quantità sufficiente, neanche per l impianto di P.Torres. Tutto questo confligge inoltre con le politiche agrarie comunitarie tese al miglioramento delle rese dell attività agricola per colture alimentari, in considerazione del fatto che la produzione di alimenti di qualità è alla base di una corretta alimentazione e parte integrante di una strategia di prevenzione primaria e di mantenimento della salute. SI IMPEGNA il Sindaco, la Giunta e tutto il Consiglio a sollecitare le società in oggetto ad adempiere in tempi brevi agli obblighi previsti dalla procedura VIA e di sottoporre le medesime risposte, appena ricevute, ad una attenta valutazione politica dedicando un ulteriore Consiglio comunale alla discussione di queste tematiche, così importanti per il futuro del nostro territorio. Consiglieri firmatari: Aiello, Tedde e Manunta. DISCUSSO E APPROVATO CON EMENDAMENTO DAL CONSIGLIO COMUNALE NELLA SEDUTA DEL 17 GENNAIO 2012
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