Progetto Labor - Linea 4 Emersì Sicurezza nei luoghi di lavoro ed Emersione del lavoro irregolare

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1 Progetto Labor - Linea 4 Emersì Sicurezza nei luoghi di lavoro ed Emersione del lavoro irregolare Prevenzione e promozione della sicurezza Percorso formativo sulla sicurezza per i lavoratori 1

2 SOMMARIO 1. Introduzione Scopi e finalità della formazione e dell informazione Formazione degli adulti Formazione di giovani lavoratori Formazione lavoratori stranieri Strategie dell intervento di informazione/formazione Conclusioni

3 1. Introduzione L art. 2 del decreto legislativo 81/2008 contiene le definizioni dei termini utilizzati nel testo: un elenco notevolmente più lungo di quello contenuto nel precedente D.Lgs. n. 626 di cui si vogliono evidenziare soltanto alcune particolarità. Il lavoratore non è più soltanto colui che opera alle dipendenze di un datore di lavoro, ma è la persona che indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un attività lavorativa nell ambito dell organizzazione di un datore di lavoro (art. 2 c.1 lettera a). Si pone così l accento sul fatto di operare in un ambito organizzato per la gestione di un attività economica, piuttosto che sul rapporto contrattuale. La tutela si estende, quindi anche ai volontari e ai soggetti beneficiari di tirocini formativi. Vengono definiti i dirigenti e i preposti, soggetti che, anche se con diversicompiti e funzioni, sono chiamati a garantire il funzionamento dell attività aziendale e dell insieme del sistema della prevenzione. Anche per loro è prevista e ritenuta necessaria, come misura generale di tutela, una adeguata informazione e formazione. Proprio la formazione, l informazione e l addestramento vengono definiti e qualificati come finalizzati all acquisto di competenze per lo svolgimento in sicurezza dei rispettivi compiti, come conoscenze utili all identificazione, alla riduzione e alla gestione dei rischi, come apprendimento delle attività necessarie all uso corretto di attrezzature, macchine, impianti, dispositivi. Sotto il profilo oggettivo del campo di applicazione è da sottolineare l estensione della tutela a tutti i settori dell attività pubblica e privata, a tutti i lavoratori e lavoratrici, subordinati e autonomi, ai lavoratori somministrati, ai lavoratori a progetto, alle collaborazioni coordinate e continuative, ai lavoratori che effettuano prestazioni occasionali. I soggetti coinvolti nella gestione della prevenzione in ambito aziendale sono sostanzialmente gli stessi previsti dalla precedente normativa: il datore di lavoro, a cui si affiancano il dirigente e il preposto, il responsabile del servizio prevenzione e protezione, il medico competente, i lavoratori e i loro rappresentanti. L aggiornamento, l informazione e la formazione devono essere visti dalle aziende come un investimento e non solo una spesa. Il processo di apprendimento deve trasformare le attitudini di ciascun lavoratore in capacità utili per l azienda. Un lavoro formato conosce il proprio ambiente di lavoro e gli impianti, le macchine e le sostanze che vengono utilizzate, i mezzi di protezione da usare e quali sono i rischi: in altre parole sa cosa sta usando e cosa può succedere. In questo modo lavora meglio, sia ai fini produttivi che ai fini di igiene e sicurezza. Un lavoratore formato, quindi consapevole, rende più facile la gestione della sicurezza. La sicurezza in azienda è la risultanza della cooperazione e partecipazione di tutti i soggetti aziendali. Per ottenere ciò bisogna adottare una politica di in-formazione aziendale partecipativa affinché tutte le informazioni, conoscenze, problematiche relative alla sicurezza diventino oggetto di 3

4 comunicazione fra tutti i dipendenti e a tutti i livelli. Non si deve trascurare la possibilità che il processo di formazione dia l opportunità ai lavoratori di suggerire soluzioni tecniche e organizzative e di socializzare accorgimenti sperimentati individualmente, né si deve dimenticare che l informazione costituisce una delle principali misure previste dal DLgs 81/09, perché provato unico provvedimento efficace rispetto a comportamenti lavorativi non corretti e pericolosi, i quali determinano la maggioranza degli infortuni. 2. Scopi e finalità della formazione e dell informazione Informare sui rischi e sulle misure di tutela i soggetti sottoposti a rischio lavorativo è un atto doveroso ed è un indiscutibile diritto dei lavoratori. Realizzare corsi-percorsi di formazione per arricchire ed approfondire le tematiche della sicurezza e dei rischi nei luoghi di lavoro, deve essere la priorità assoluta. Informazione (sapere): trasmettere notizie e conoscenze relative ai rischi lavorativi, alle misure di prevenzione e protezione idonee a ridurre il rischio, agli obblighi derivanti dalle normative e dalle disposizioni aziendali inerenti alla sicurezza. In particolare il lavoratore deve essere informato su: 1. rischi per la sicurezza e la salute connessi all attività dell impresa in generale; 2. le misure, le attività e l organizzazione della prevenzione in azienda; 3. i rischi specifici cui è esposto in relazione all attività svolta, le normative di sicurezza e le disposizioni aziendali in materia; 4. i pericoli connessi all uso delle sostanze e dei preparati pericolosi sulla base delle schede dei dati di sicurezza previste dalla normativa vigente e dalle norme di buona tecnica; 5. le procedure che riguardano il pronto soccorso, la lotta antincendio, l evacuazione dei lavoratori; 6. i ruoli del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, del medico competente, del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza; 7. i nominativi dei lavoratori incaricati ad applicare le misure d emergenza; 8. rischi per la sicurezza e la salute connessi a comportamenti discriminatori (stereotipi e pregiudizi); 9. strategie di gestione di relazioni conflittuali. 4

5 Formazione: fornire gli strumenti in termini di conoscenze e competenze (saper fare), supportate da adeguati convincimenti e motivazioni (saper essere), per adottare procedure e comportamenti lavorativi conformi alla prevenzione e alla sicurezza. La formazione dei lavoratori è costituita da addestramento o affiancamento relativamente ai rischi particolari presenti nell azienda, alle procedure di sicurezza relative alle macchine cui è addetto il lavoratore in azienda. Dunque, gli obiettivi della formazione sono: Eliminare o ridurre gli infortuni e le malattie professionali addebitabili all errore umano; Rendere partecipi e responsabili i lavoratori della propria e altrui sicurezza; Ottenere il consolidamento dei comportamenti corretti ed il cambiamento di quelli errati. La formazione in azienda si rivolge a persone adulte, le quali necessitano di una formazione diversa da quella tradizionale scolastica, ma in azienda possono esserci anche dei lavoratori che necessitano di una formazione particolare: i giovani e gli stranieri. Per questo motivo sono previsti tre corsi di formazione paralleli che cercano di far fronte alle diverse esigenze di utenza. 2.1 Formazione degli adulti Il corso è rivolto a tutti i lavoratori che con gli anni sono riusciti ad acquisire i requisiti e le competenze attraverso la pratica del lavoro e non con la teoria, tralasciando così l apprendimento delle conseguenze negative che si nascondono dietro ogni azione lavorativa giornaliera. Le iniziative formative devono comprendere metodi d insegnamento basati sul coinvolgimento dei soggetti e avvalersi di tecniche attive. Ad esempio: attivare la discussione dei lavoratori su problemi verificatisi o su soluzioni trovate, diffondere la conoscenza di esperienze positive per la sicurezza o dell utilizzo di tecnologie più sicure, portare esempi di comportamenti sicuri. Proprio per questo è conveniente utilizzare risorse interne all azienda (datore di lavoro, responsabili, addetti al servizio di prevenzione e protezione /ASPP, medico competente, preposti, lavoratori esperti), perché conoscono le persone, le situazioni di lavoro e le relazioni e sono in grado di usare gli stimoli più adatti a motivarle. Chi coordina le attività del proprio personale ha la possibilità e l autorità di verificare nel tempo l apprendimento e di capire quali sono gli aspetti che devono essere ripresi. 5

6 2.2 Formazione di giovani lavoratori Per i giovani lavoratori è prevista una modalità di approccio specifica perché in questa fascia di età (18-35 anni), le pratiche di comunicazione si differenziano da quelle degli adulti (35-60 anni). Inoltre la scarsa/assenza di esperienza di lavoro e di situazioni di rischio lavorative, richiede di fornire le competenze di base che permettano loro di imparare lavorando, e senza farsi male. In generale per i giovani valgono le regole di una buona comunicazione applicabili in tutti i contesti ( chiarezza, disponibilità all ascolto, coerenza tra il dichiarato e l agito, e tra il verbale e il non verbale ), con alcune attenzioni particolari, considerando la situazione di dipendenza e di vulnerabilità di chi entra in un contesto preesistente che ha proprie logiche, regole e sistemi di relazione, reso più difficile dallo stato di fragilità emotiva di chi non ha ancora raggiunto la piena maturità. L esperienza insegna come i giovani siano più propensi ad adottare le misure di sicurezza impartite, verosimilmente in rapporto all assenza di comportamenti pericolosi consolidati oltre al loro minor potere contrattuale, dall altra il desiderio di uniformarsi e di essere accettati dai colleghi induce spesso processi di adeguamento che, in relazione al contesto lavorativo, possono risultare favorevoli o sfavorevoli in termini di sicurezza. 2.3 Formazione lavoratori stranieri Caratteristiche particolari presenta la formazione dei lavoratori stranieri legate specialmente alla lingua e quindi alle difficoltà di comunicazione. Allo scopo di superare queste difficoltà possono essere rintracciati strumenti informativi in lingua straniera edite dai servizi di prevenzione delle regioni, dai sindacati, associazioni di categoria. Per facilitare la comunicazione e per l addestramento si può far ricorso ai mediatori culturali reperibili anche attraverso associazioni imprenditoriali e sindacali. 3. Strategie dell intervento di informazione/formazione Il processo in-formativo deve essere progettato in modo corretto tenendo presente i seguenti aspetti: il programma d intervento deve partire dai bisogni dei partecipanti; le tecniche didattiche usate devono essere congruenti per il raggiungimento dell obiettivo; i risultati devono essere valutati e misurati; 6

7 l attività deve essere documentata. Esempio di piano di informazione di base sui rischi generali d impresa COSA COME CHI QUANDO (contenuti) (modalità didattica) (docenti) Caratteristiche Colloquio e Datore di lavoro o All atto dall assunzione dell azienda sopralluogo Organigramma Colloquio e Scheda Datore di lavoro o All atto aziendale dall assunzione/modifiche (dirigenti,,rls, aziendali incaricati delle emergenze) Norme generali di Colloquio e materiale Datore di lavoro o All atto dall assunzione/nuove sicurezza informativo leggi e modifiche (principi generali di leggi quadro italiane e norme comunitarie) Regole contrattuali Colloquio, schema e Datore di lavoro o All atto dall assunzione (orari, turni, diritti e materiale informativo doveri) Rischi generali Presa in visione del Datore di lavoro o All atto dell impresa e misure rapporto di dall assunzione/modifiche di prevenzione valutazione dei rischi adottate aziendali ciclo produttivo (processi produttivi, sostanze impiegate, rischi e misure di prevenzione collettive e individuali) Piani di emergenza ed Sopralluogo Datore di lavoro o All atto evacuazione dall assunzione/modifiche (vie ed uscite di strutturali sicurezza, segnaletica, dispositivi di emergenza) 7

8 Esempio di piano di in-formazione di base sui rischi specifici della mansione COSA COME CHI QUANDO (contenuti) (modalità didattica) (docenti) Rischi specifici della Colloquio e Capo reparto o All atto dall assunzione, mansione svolta, sopralluogo cambio mansione, modifiche misure e attività di ciclo produttivo, prevenzione e aggiornamento di routine protezione adottate (procedure specifiche, fasi di lavoro, dotazioni di sicurezza e regolamenti) Uso della macchina o Colloquio, Capo reparto All atto dall assunzione, attrezzatura (dove dimostrazione pratica, cambio mansione, acquisto previsto): affiancamento, presa nuovi macchinari, (funzionamento visione libretto d uso aggiornamento di routine pulsanti, modalità di pulitura, possibilità di malfunzionamento) Schede tecniche di sicurezza dei prodotti impiegati Dispositivi di protezione individuali (quali, quando, perché e come indossarli) Colloquio, presa visione delle schede Colloquio, dimostrazione pratica, affiancamento, consegna sottoscritta Medico competente o All atto dall assunzione, cambio mansione, introduzione nuovi prodotti, aggiornamento di routine o capo reparto All atto dall assunzione, cambio mansione, aggiornamento di routine Esempio di piano di in-formazione di base sugli stereotipi e pregiudizi nei luoghi di lavoro COSA COME CHI (contenuti) (modalità didattica) (docenti) Dinamiche di gruppo Colloquio, schema e Medico (relazioni conflittuali, materiale competente/psicologo/sociologo discriminazione, informativo fraintendimenti) QUANDO Aggiornamento routine di 8

9 Stereotipi e pregiudizi Colloquio, schema e Medico Aggiornamento di (definizioni, rischi materiale competente/psicologo/sociologo routine correlati, gestione e informativo strategie d intervento per prevenire situazioni di mobbing) In sintesi la in-formazione deve avvenire in occasione: dell assunzione, del trasferimento o cambiamento di mansioni, dell introduzione di nuove attrezzature di lavoro o di nuove tecnologie, di nuove sostanze e preparati pericolosi, di problemi o criticità correlati ai comportamenti e disfunzioni organizzative. Esempio di espletazione dell attività formativa Tipo di Modalità Durata Argomento Docente Valutazione formazione finale Formazione di Corso 4 ore circa Organizzazione Questionario base sicurezza aziendale Formazione Affiancamento 8 ore circa Rischi della Capo Reparto Controllo specifica postazione di operato lavoro, DPI, procedure Formazione di Corso 4 ore circa Stereotipi e Psicologo/Sociologo Questionario base pregiudizi nei luoghi di lavoro Altri aspetti importanti da tener presenti sono: rispetto allo sporadico incontro assembleare, si suggerisce in questa sede di proposte d interventi di in-formazione, di privilegiare la riunione di reparto su problemi intercorsi, incidenti e infortuni accaduti, e altre tecniche che permettano la partecipazione, il confronto e la condivisione di soluzioni; attivare un processo di in-formazione continua diversificando gli strumenti di comunicazione, ponendo la sicurezza ogni giorno all ordine del giorno; non trascurare l importanza dell esempio dei comportamenti del datore di lavoro e dei 9

10 preposti. 4. Conclusioni L obiettivo finale dell attività di in-formazione è quello che i lavoratori siano in grado di autotutelarsi (non si facciano male), ma siano anche soggetti promotori della sicurezza in azienda. In tutti i casi si deve agire sulle capacità e sulle motivazioni ad adottare comportamenti lavorativi corretti, ma anche di relazionare positivamente con colleghi e preposti. In questa prospettiva bisogna lavorare su tre livelli: -conoscenza (so), -atteggiamento (saper essere, voglio fare), -abilità (so fare, metto in pratica). Per migliorare il processo di apprendimento (conoscenze e competenze) è indispensabile associare più tecniche di comunicazione e non limitarsi a quella verbale. È dimostrato che si recepisce: -il 20% di quanto si ascolta, -il 30% di quanto si vede, -il 50% di quanto si vede e si ascolta, -il 90% di quanto si vede, si ascolta e si fa. Ecco quindi l opportunità di accompagnare la lezione con supporti visivi, di introdurre esercitazioni, simulazioni, ecc. 10

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