4.4 Acque superficiali

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1 RELAZIONE SULLO STATO 4.4 Acque superficiali Le acque superficiali costituiscono un elemento ambientale indubbiamente significativo nel territorio provinciale, non solo per la presenza del lago di Como, di alcuni laghi Briantei e del fiume Adda. Nel presente paragrafo viene illustrato lo stato di qualità delle acque superficiali provinciali e viene analizzato il quadro degli scarichi che vi recapitano, che determinano, insieme all inquinamento diffuso, il livello di contaminazione di tali ambienti I corpi idrici superficiali Lo stato dei corpi idrici superficiali è valutato attraverso l analisi dei risultati dell attività di monitoraggio effettuata dall ARPA. Nella Tabella 4.12 viene riportato, stazione per stazione, lo stato ecologico dei corsi d acqua (SECA) relativamente al periodo , e il nuovo descrittore LIMeco (Livello di Inquinamento dei Macrodescrittori per lo stato ecologico) introdotto a partire dall anno 2009 a seguito di quanto previsto dal D.Lgs. 152/2006 (Norme in materia ambientale) per la cui attuazione, a partire dal 2008, sono stati emanati diversi decreti. Lo stato ecologico dei corpi d acqua si articola in 5 classi, corrispondenti a diversi livelli di qualità, decrescenti dalla classe 1 alla classe 5 (classe 1: elevato, classe 2: buono, classe 3: sufficiente, classe 4: scarso o sufficiente e classe 5: cattivo o pessimo). CORSO STAZIONE DI MONITORAGGIO SECA SECA SECA SECA SECA D'ACQUA COMUNE LOCALIZZAZIONE F. ADDA CALOLZIOCORTE T. CALDONE LECCO T. GERENZONE LECCO T. PIOVERNA BELLANO T. RIO TORTO VALMADRERA In corrispondenza dell'idrometrografo della diga di Olginate Loc. Società Canottieri, al termine del tratto coperto prima dell'immissione nel lago Loc. Malpensata, in corrispondenza del ponte comunale di Via Belvedere. Nel centro abitato, in corrispondenza del ponte della S.S.36 Loc. Maglio, in corrispondenza del ponte di v. del Maglio T. VARRONE DERVIO Alla foce, immediatamente a valle del lungolago Levi Loc. Molino del Conte, circa 500 m a valle T. MOLGORETTA LOMAGNA del manufatto di scarico impianto consortile di Lomagna F. LAMBRO SETTENTRIONALE In corrispondenza dell'idrometrografo COSTAMASNAGA ubicato in prossimità del ponte della strada tra Costamasnaga e Lambrugo Fraz. Brenno della Torre, località Boscaccio T. BEVERA COSTAMASNAGA di Rogeno, 700 m a monte del frantoio "Cementerie di Merone" Tabella 4.12 Stato ecologico dei corsi d acqua monitorati in provincia di Lecco, Fonte: ARPA Lombardia 119

2 RISORSE IDRICHE 4 CORSO STAZIONE DI MONITORAGGIO LIM LIMeco D'ACQUA COMUNE LOCALIZZAZIONE F. ADDA CALOLZIOCORTE T. CALDONE LECCO In corrispondenza dell'idrometrografo della diga di Olginate Loc. Società Canottieri, al termine del tratto coperto prima dell'immissione nel lago T. GERENZONE LECCO Loc. Malpensata, in corrispondenza del ponte comunale di Via Belvedere. T. PIOVERNA BELLANO Nel centro abitato, in corrispondenza del ponte della S.S T. RIO TORTO VALMADRERA Loc. Maglio, in corrispondenza del ponte di v. del Maglio 3 3 T. VARRONE DERVIO Alla foce, immediatamente a valle del lungolago Levi 2 1 T. MOLGORETTA LOMAGNA Loc. Molino del Conte, circa 500 m a valle del manufatto di scarico impianto consortile di Lomagna 4 4 F. LAMBRO In corrispondenza dell'idrometrografo ubicato in prossimità SETTENTRIONALE COSTAMASNAGA del ponte della strada tra Costamasnaga e Lambrugo Fraz. Brenno della Torre, località Boscaccio di Rogeno, T. BEVERA COSTAMASNAGA m a monte del frantoio "Cementerie di Merone" Nella successiva Tabella 4.13, invece, viene riportato lo stato ecologico dei laghi (SEL) della provincia, oggetto di monitoraggio. Tabella 4.13 Stato Ecologico dei Laghi (SEL) monitorati in provincia di Lecco, Fonte: ARPA Lombardia Lago Comune ubicazione stazione SEL 2004 SEL 2005 SEL 2006 SEL 2007 SEL 2008 SEL 2009 ABBADIA LARIANA COMO DERVIO LECCO SARTIRANA MERATE ANNONE EST CIVATE ANNONE OVEST CIVATE GARLATE LECCO PUSIANO PUSIANO Dall analisi delle tabelle si evince una sostanziale stazionarietà della qualità della maggior parte dei corpi idrici provinciali monitorati Gli scarichi idrici Nei corpi d acqua superficiali recapitano scarichi di acque reflue urbane, scarichi di acque reflue industriali e meteoriche provenienti da attività produttive, scarichi di acque reflue domestiche. Gli scarichi di acque reflue domestiche sono quelli che provengono da insediamenti di tipo residenziale, da servizi e derivanti prevalentemente dal metabolismo umano e da attività domestiche non collettati alle reti pubbliche e che, quindi, hanno sistemi di scarico autonomi. Gli scarichi di acque meteoriche sono quelli che derivano dal dilavamento di una superficie scolante impermeabile da parte degli eventi meteorici. Gli scarichi di acque reflue industriali sono quelli che provengono da edifici od impianti in cui si svolgono attività commerciali o di produzione di beni, diverse dalle acque reflue domestiche e dalle acque meteoriche di dilavamento. Gli scarichi di acque reflue urbane sono quelli che recapitano acque reflue domestiche o il miscu- 120

3 Relazione ambiente :48 Pagina 121 Altri usi RELAZIONE SULLO STATO 3% 4% 10% 83% Pozzo glio di acque reflue domestiche, di acque reflue industriali ovvero meteoriche di dilavamento convogliate Corso d acqua in reti fognarie, anche separate, e provenienti da agglomerato. superficiale Le acque reflue urbane: collettamento Lago Di seguito, si riporta, sinteticamente, la situazione del sistema di collettamento delle acque reflue Sorgente urbane, desumibile dal Piano d Ambito vigente predisposto dall A.ATO della Provincia di Lecco. La copertura del servizio di fognatura, a livello aggregato, è del 94,6%. Le condotte di tipo separato (rete per acque bianche distinta dalla rete per acque nere) costituiscono il 58% della lunghezza complessiva delle reti, mentre le condotte 5% di tipo misto, convoglianti indi10% stintamente acque nere e acque Ottimo meteoriche, costituiscono il restante 42% delle reti. I dati dibuono sponibili riguardano 1.561,4 km Sufficiente su 1.622,1 km di rete totale (96,3%). Insufficiente 38% 47% Lo stato di conservazione delle reti fognarie è sinteticamente illustrato nel Grafico 4.9. Grafico 4.9 Stato di conservazione delle reti fognarie, Le acque reflue urbane: depurazione Anche le informazioni di seguito riportate sono desumibili dal Piano d Ambito vigente predisposto dall A.ATO della Provincia di Lecco ed aggiornati dall Ufficio Acque del medesimo Ente. La copertura generale del servizio di depurazione nel territorio provinciale è del 91,9%. Complessivamente, sul territorio provinciale sono localizzati 36 impianti di depurazione e 14 fosse Imhoff a servizio di reti pubbliche. Il quadro delle infrastrutture depurative a servizio del territorio lecchese è completato da 2 ulteriori impianti localizzati fuori Provincia ma parzialmente a servizio di alcuni comuni dell ATO di Lecco (Merone e Monza). Viceversa 2 impianti localizzati sul territorio della provincia di Lecco (Nibionno e Valmadrera) trattano una quota di reflui provenienti da comuni esterni all ATO. Dei 36 impianti funzionanti sul territorio provinciale, 13 hanno una potenzialità di progetto minore di abitanti equivalenti, soglia in corrispondenza della quale il legislatore nazionale si limita a prescrivere un trattamento appropriato mentre per l imposizione di limiti allo scarico rimanda ad apposita disciplina regionale; i restanti 23 impianti hanno una potenzialità compresa tra e abitanti equivalenti. Sussiste inoltre un certo numero di scarichi di acque reflue urbane che recapitano direttamente in corpo d acqua e talora anche sul suolo, senza subire, preventivamente, alcun trattamento depurativo. Più di 1/3 è di entità inferiore a 50 abitanti residenti allacciati. In ben 3 situazioni, invece, sono i reflui dell intera popolazione comunale ad essere scaricati senza depurazione. È il caso di Oliveto Lario (15 reti raggruppate in 3, una per ciascuno dei 3 nuclei originari del comune, cui sono 121

4 Relazione ambiente 4 RISORSE IDRICHE :48 Pagina complessivamente allacciati 905 residenti e fluttuanti), Carenno (4 reti, residenti e fluttuanti), Monte Marenzo (1.925 residenti e 20 fluttuanti allacciati alla rete principale a servizio del centro paese, a quota 440 m s.l.m.), con l eccezione di 4 brevi tratti fognari che corrono nella valle dell Adda, immediatamente a ridosso del fiume, serviti da altrettante vasche Imhoff. È, altresì, vero che le situazioni più gravi segnalate sono avviate, quasi tutte, a risolversi, alcune anche in tempi brevi. In particolare, relativamente a Carenno sono in fase di conclusione i lavori per il collettamento dei reflui verso il depuratore intercomunale di Calolziocorte, attualmente in fase di avvio. Anche per Monte Marenzo sono in corso le opere per l allacciamento al medesimo impianto. Di seguito, si riassumono le caratteristiche salienti degli impianti di depurazione provinciali. Figura 4.4 Ubicazione degli impianti di trattamento delle acque reflue urbane con potenzialità 2000 AE in provincia di Lecco, Impianti di depurazione con potenzialità abitanti equivalenti Dei 23 impianti di depurazione che hanno una potenzialità abitanti equivalenti uno è in fase di dismissione: si tratta dell impianto di Vercurago-Canneto. Questo impianto verrà infatti trasformato in una stazione di sollevamento che convoglierà i reflui verso l impianto principale di Calolziocorte. Quindi, nel seguito verranno considerati solo 22 impianti. Di essi 14 recapitano direttamente o indirettamente nei laghi, ossia nelle aree sensibili interne al territorio regionale. Gli altri 8 recapitano in corsi d acqua affluenti del Po (bacino del Lambro e dell Adda sub-lacuale) e, pertanto, contribuiscono all eutrofizzazione del Mar Adriatico nord occidentale, area sensibile esterna al territorio regionale. Relativamente agli scarichi recapitanti nei laghi, il corpo idrico principalmente interessato è il lago di Como. Solo il depuratore di Lecco recapita direttamente nel lago di Garlate, mentre nessuno scarico proveniente da impianti di depurazione interessa i laghi di Annone e Pusiano. In Figura 4.4 viene riportata l ubicazione degli impianti in parola. La maggioranza degli impianti applica una tecnologia di tipo tradizionale, in cui i reflui, dopo i normali pretrattamenti (grigliatura, dissabbiatura, desoleatura) vengono sottoposti a ossidazione biologica, mediante processo a biomassa sospesa. Il processo di rimozione del-

5 Relazione ambiente :48 Pagina 123 RELAZIONE SULLO STATO l azoto, laddove presente, normalmente è realizzato secondo lo schema a carbonio interno con ricircolo della miscela aerata ad una fase di pre-denitrificazione mentre il processo di rimozione del fosforo avviene sempre per via chimica, normalmente in assenza di specifica fase terziaria ad essa dedicata. Alla fase biologica segue la fase di sedimentazione secondaria, realizzata quasi sempre con classici decantatori, in genere a pianta circolare. Gli unici due impianti che applicano tecnologie non tradizionali sono quello di Dervio e quello nuovo di Bellano. Il depuratore di Dervio utilizza un sistema a biomassa adesa a letto mobile (MBBR, Moving Bed Biological Reactor) con flottatore finale, in cui al normale trattamento di nitrificazione / pre-denitrificazione è affiancato un ulteriore affinamento mediante post-denitrificazione e post-defosfatazione. Il depuratore di Bellano è stato recentemente ammodernato impiegando la tecnologia MBR (Membrane Biological Reactor). Il classico trattamento a fanghi attivi a biomassa sospesa è stato associato ad un processo di separazione liquido-solido a membrana, che sostituisce i classici sedimentatori secondari, consentendo una consistente riduzione di spazio e rese di abbattimento decisamente superiori. Rara è la presenza di un trattamento primario, di tipo meccanico. D altra parte, la sedimentazione primaria è giustificata normalmente da una finalità di risparmio energetico ed è associata alla stabilizzazione anaerobica dei fanghi, che generalmente è considerata inadatta per impianti di piccola potenzialità (fino a A.E.), come sono la maggior parte dei depuratori in provincia di Lecco. Tra gli impianti in questione, solo 5 sono dotati di sedimentazione primaria. Di questi 2 effettuano la digestione anaerobica (Nibionno e Osnago) dei fanghi, mentre un terzo (Valmadrera) effettua un trattamento di stabilizzazione dei fanghi di tipo chimico. A Premana la sedimentazione primaria, in abbinamento al pre-dosaggio di reagenti chimici atti a favorire la coagulazione - flocculazione, è stata aggiunta nel corso di una recente ristrutturazione al fine di proteggere il trattamento biologico dalla forte componente industriale dei reflui in ingresso. L ultimo depuratore dotato di sedimentazione primaria è Lomagna, provvisto di stabilizzazione aerobica dei fanghi. Tutti gli impianti, con l eccezione di Vendrogno, sono dotati di un trattamento di disinfezione, come richiesto dalla normativa al fine di fronteggiare eventuali emergenze sanitarie, oltre che per consentire specifici usi dei corpi idrici recettori, quali l approvvigionamento idrico, la balneazione e la pesca. La disinfezione viene quasi sempre effettuata mediante clorazione, tranne presso il depuratore di Verderio Inferiore e Calco Toffo, dove, in alternativa all ipoclorito di sodio, come reagente viene dosato acido peracetico e presso il depuratore di Olginate e di Osnago dove viene utilizzata la radiazione UV. Si segnala inoltre la particolarità del depuratore di Verderio Inferiore, che dopo il trattamento deve pompare i reflui depurati per diversi chilometri fino al corpo idrico recettore (Naviglio di Paderno d Adda). La disidratazione dei fanghi usualmente viene condotta mediante nastropressa, tecnologia che consente di raggiungere concentrazioni di secco dell ordine del 20%. A Nibionno la nastropressa è impiegata come riserva alla macchina centrifuga. Centrifughe sono altresì installate presso alcuni dei depuratori più piccoli (Dervio, Imbersago, Perledo, Premana, Bellano). Solo a Valmadrera, Osnago, Olginate 123

6 Relazione ambiente 4 RISORSE IDRICHE :49 Pagina ed Esino Lario la disidratazione avviene tramite filtropressa, con rendimenti decisamente superiori (concentrazioni di secco dell ordine del 40%). A Vendrogno, infine, i fanghi di supero vengono semplicemente depositati in un bacino di stoccaggio che funziona come ispessitore. Figura 4.5 Ubicazione degli impianti di trattamento delle acque reflue urbane con potenzialità 2000 AE in provincia di Lecco, 2010 Impianti di depurazione con potenzialità abitanti equivalenti Si tratta nella stragrande maggioranza dei casi di impianti a fanghi attivi, spesso ad aerazione estensiva. Tale tipologia impiantistica, normalmente adatta per impianti di bassa potenzialità, consente l estrazione di fanghi di supero già stabilizzati e dunque non necessitanti di un ulteriore fase di digestione. Spesso risulta però assente anche la successiva fase di disidratazione: talora i fanghi vengono semplicemente addensati, talvolta si procede alla loro disidratazione in letti di essiccamento o mediante metodologie semplificate quali i sacchi filtranti. In 2 casi (Calolziocorte - Sopracornola e Colle Brianza-Cagliano) la tecnologia installata è quella dei dischi biologici. Nel caso di Sopracornola, il comune di Calolziocorte ha però già avviato un progetto di collettamento dei reflui di questa località alla rete allacciata al depuratore principale Le acque reflue urbane: qualità dell acqua scaricata Complessivamente nel periodo la quasi totalità dei gestori degli impianti con potenzialità maggiore di AE, che scaricano entro i confini provinciali, ha subito un accertamento del mancato rispetto dei limiti allo scarico. La situazione che emerge come maggiormente critica è quella del depuratore di Lecco. La motivazione è certamente da ascriversi all inadeguatezza impiantistica (assenza di fasi di trattamento specifiche per l azoto e sottodimensionamento della sedimentazione secondaria) in relazione ai limiti di emissione da rispettare. Il problema degli scarichi industriali è presente certamente presso il depuratore di Premana, agglomerato caratterizzato da una componente industriale significativa. Tale situazione inibisce, infatti, la funzionalità del depuratore. 124

7 RELAZIONE SULLO STATO Tra gli impianti di dimensioni maggiori, un'altra situazione critica è costituita dell impianto intercomunale di Calco, in località Toffo, per il quale sono in fase di progettazione alcune modifiche impiantistiche tali da ovviare alle attuali carenze strutturali. Nella Tabella 4.14 viene riportato il dettaglio dei risultati dei controlli effettuati dall ARPA nel periodo presso gli impianti di depurazione attivi della provincia, quindi con esclusione dei depuratori dismessi in tale periodo. Per una maggior comprensione della tabella, si precisa che con esito sfavorevole si è inteso che il valore del parametro rilevato è risultato superiore al valore tabellare di riferimento, previsto dalla norma. Per alcuni parametri l adozione delle sanzioni di legge scatta solo dopo un certo numero massimo di superamenti ammessi. Comune di Numero controlli ARPA Impianto ubicazione nel periodo Controlli sfavorevoli BALLABIO Impianto di Ballabio 20 5 BARZIO Impianto intercomunale di Barzio 16 2 BELLANO Impianto intercomunale di Bellano (nuovo) 1 0 CALCO Impianto intercomunale dell'adda CALCO Impianto di Calco (loc. Adda) 2 1 CALOLZIOCORTE Impianto di Calolziocorte (vecchio impianto) 18 7 COLICO Impianto intercomunale di Colico (Olgiasca) 4 2 COLICO Impianto di Colico (P.I.P.) 2 0 COLICO Impianto di Colico (Monteggiolo) 17 7 COLLE BRIANZA Impiano di Colle Brianza (Cagliano) 1 1 DERVIO Impianto di Dervio 10 3 DORIO Impianto di Dorio 3 3 ERVE Impianto di Erve 2 1 ESINO LARIO Impianto di Esino Lario 6 1 IMBERSAGO Impianto di Imbersago 8 3 LECCO Impianto di Lecco LOMAGNA Impianto intercomunale di Lomagna 19 2 MANDELLO DEL LARIO Impianto intercomunale di Mandello del Lario NIBIONNO Impianto intercomunale di Nibionno 23 7 OLGINATE Impianto intercomunale di Olginate 9 4 OSNAGO Impianto intercomunale di Osnago 21 6 PERLEDO Impianto intercomunale di Perledo 6 5 PREMANA Impianto di Premana TACENO Impianto intercomunale di Taceno 19 5 TORRE DE' BUSI Impianto di Torre de Busi (Via Favirano) 2 1 TORRE DE' BUSI Impianto di Torre de Busi (Loc. San Michele) 2 0 VALMADRERA Impianto intercomunale di Valmadrera 42 4 VARENNA Impianto comunale di Varenna 1 0 VENDROGNO Impianto di Vendrogno 2 2 VERCURAGO Impianto di Vercurago (Gallavesa) 4 4 VERCURAGO Impianto di Vercurago (Canneto) 6 2 VERDERIO INFERIORE Impianto intercomunale di Verderio Inferiore VESTRENO Impianto intercomunale di Vestreno 4 2 Tabella 4.14 Esito dei controlli effettuati da ARPA presso gli impianti di trattamento delle acque reflue urbane ubicati in provincia di Lecco,

8 Relazione ambiente 4 RISORSE IDRICHE :49 Pagina Le acque reflue industriali Gli scarichi di acque reflue industriali che recapitano in corso d acqua superficiale sono 63, di cui la maggior parte presenti nel comune di Lecco (23 scarichi) e nel comune di Calolziocorte (14 scarichi) Le acque meteoriche Gli scarichi di acque meteoriche che recapitano in corso d acqua superficiale sono 186, di cui la maggior parte presenti nel comune di Calolziocorte (26 scarichi), nel comune di Lecco (22 scarichi), nel comune di Bosisio Parini (22 scarichi provenienti da un'unica azienda), nel comune di Valmadrera (20 scarichi) e nel comune di Molteno (19 scarichi, di cui 17 provenienti da un'unica azienda) Le acque reflue domestiche Gli scarichi di acque reflue domestiche che recapitano in corso d acqua sono 10, di cui 6 saranno a breve dismessi e collegati ad un impianto di depurazione comunale a seguito dei lavori di realizzazione di nuovi tronchi fognari Altri scarichi Inoltre, preme evidenziare che sono presenti ulteriori scarichi idrici che trovano recapito: in acque sotterranee: 8 scarichi derivanti da acque utilizzate per scopi geotermici, di cui 7 in comune di Lecco; sul suolo: 83 scarichi di acque reflue domestiche, di cui 1 con un numero di abitanti equivalenti superiore a 50. La maggior parte degli scarichi sono presenti nel comune di Abbadia Lariana (9 scarichi), nel comune di Carenno (8 scarichi), nel comune di Lecco (8 scarichi), nel comune di Sueglio (8 scarichi) e nel comune di Brivio (7 scarichi). Si evidenzia che gli scarichi di acque reflue domestiche agli atti della Provincia di Lecco risultano molto inferiori rispetto a quelli esistenti sul territorio in quanto, fino all entrata in vigore del R.R. n. 3/2006, la competenza per il rilascio delle autorizzazioni era comunale L attività di aspirazione delle acque del lago di Annone A partire dal 2007, in comune di Civate sulle rive del lago di Annone è in funzione un impianto in grado di aspirare e allontanare l ipolimnio del lago, cioè gli strati di acqua più profondi che, durante l estate, sono particolarmente ricchi di fosforo. L allontanamento delle acque di fondo permette quindi l eliminazione dal lago di elevate quantità di fosforo oltre che di azoto e di zolfo; questi due ultimi elementi chimici, durante il periodo estivo, formano alcuni composti tossici per i pesci e sono in grado far diminuire l ossigeno presente nell intero bacino del lago. Perché è importante allontanare il fosforo e anche l azoto? 126

9 RELAZIONE SULLO STATO Il fosforo e l azoto sono gli elementi chimici che fungono da principali nutrienti per gli esseri vegetali, sia per le alghe mono e pluricellulari che popolano le acque del lago sia per la restante vegetazione lacustre (erbe galleggianti, canne di palude etc.). L azoto entra nella composizione delle proteine mentre il fosforo serve soprattutto per la produzione di energia. Chiaramente i vegetali hanno bisogno anche di acqua e di anidride carbonica (CO 2 ) per formare la maggior parte dei loro tessuti; ma fra i due gruppi di composti vi è una fondamentale differenza: acqua e CO 2 sono estremamente abbondanti mentre fosforo e azoto sono relativamente rari. Sono quindi questi ultimi due a regolare la crescita dei vegetali, in funzione della loro abbondanza. In particolare per i nostri laghi il fosforo risulta l elemento meno abbondante, quindi in grado di condizionare lo sviluppo dei vegetali e, di conseguenza, di tutta la catena alimentare. L eccessiva proliferazione della vegetazione acquatica comporta, alla morte delle piante, fenomeni di putrefazione che, sommati all eccessiva presenza di azoto e zolfo, possono portare alla totale eliminazione dell ossigeno presente nel lago; nei casi estremi si può causare la morte di buona parte dei pesci. Questo fenomeno avviene generalmente fra la fine dell estate e l inizio dell autunno. Evidentemente se nel lago di Annone vi fosse una concentrazione di nutrienti vicina a quella naturale i fenomeni di eccessiva proliferazione vegetale, putrefazione e conseguente anossia non si verificherebbero. L abbondanza dei nutrienti all interno dei corpi idrici è indicata con il termine di trofia ed, in particolare, si definiscono: oligotrofiche le acque con pochissimo azoto o fosforo, eutrofiche le acque con tanto fosforo e azoto e mesotrofiche quelle intermedie. Il lago di Annone, se non ricevesse scarichi, per vocazione naturale sarebbe un lago mesotrofico, con un valore approssimativo di fosforo pari a µg/l. Oggi non è così, soprattutto in conseguenza del prolungato accumulo di materiale organico proveniente dagli scarichi civili. Anche se attualmente tali scarichi sono raccolti dal collettore che poi li recapita al depuratore di Rio Torto, il lago contiene ancora una gran quantità di fosforo e azoto accumulatasi nei fanghi del fondo durante il periodo pregresso. Il fatto che vi sia tanto fosforo nei fanghi del fondo non comporta automaticamente che vi sia sempre tanto fosforo anche nelle acque. Infatti, senza entrare nello specifico dei fenomeni che governano il chimismo del lago, si può affermare che la concentrazione di fosforo dipende principalmente dalla presenza o assenza di stratificazione delle acque, dall apporto diretto degli eventuali scarichi ancora presenti o da episodici malfunzionamenti del circuito di raccolta dei reflui, dalla concentrazione nelle acque che gli immissari apportano abitualmente e dalla quantità di fitoplancton e zooplancton presente nel lago. In ogni caso, nel corso degli ultimi 25 anni la quantità media di fosforo e azoto presente nelle acque è drasticamente diminuita facendo passare il lago da uno stadio di spiccata eutrofia, o addirittura ipertrofia, a uno di mesotrofia P tot Lineare (P tot) Grafico 4.10 Andamento della concentrazione media di fosforo nelle acque del lago di Annone,

10 RISORSE IDRICHE 4 La concentrazione di fosforo è variata da valori prossimi ai 400 µg/l della metà degli anni 80 agli attuali µg/l, misurati negli autunni 2009 e 2010, alla conclusione delle campagne estive di aspirazione delle acque di fondo. La concentrazione di fosforo indicata come ottimale dalla Regione Lombardia nel Piano di Tutela delle Acque (PTUA), pone come obiettivo ultimo il raggiungimento della concentrazione di 25 µg/l entro il 2016, con un obiettivo intermedio per il 2008 di 50 µg/l. Il valore raggiunto negli ultimi due anni di lavoro è prossimo all obiettivo intermedio posto dalla Regione Lombardia. Fino all entrata in funzione del sistema di aspirazione, la diminuzione del fosforo, e parimenti dell azoto e dello zolfo, è avvenuta per via naturale, dato che questi elementi sono stati allontananti dal lago attraverso le acque del Rio Torto. L allontanamento naturale avviene in misura insufficiente ad abbassare sensibilmente il carico di nutrienti e di inquinanti presenti nel lago di Annone, mentre il processo di aspirazione effettuato dalla Provincia di Lecco allontana una quantità di sostanza molto superiore. In altre parole, attraverso l attività 400 di sifonamento risulta verosimile poter rientrare nei parametri previsti dal PTUA nei tempi previsti. 383 E questo sembra essere confermato dalle misure del fosforo effettuate negli autunni 2009 e P tot Lineare (P tot) Il sistema di aspirazione è in funzione unicamente durante l estate. Infatti il lago di Annone, a partire 300 dall inizio della primavera, presenta un fenomeno di stratificazione delle acque, detto stratificazione termica, generato 265 dal riscaldamento della massa d acqua ad opera del sole: le acque di superficie si scaldano 250 velocemente e tendono a rimanere a galla, senza più mischiarsi con quelle di fondo che rimangono fredde Sul fondo sono presenti numerosi batteri che decompongono 173 tutti gli organismi che muoiono nelle acque soprastanti e precipitano negli strati inferiori nonché gli eventuali apporti di sostanza organica 150 provenienti ancora dai torrenti affluenti. 100 Una volta iniziata la stratificazione, l attività batterica elimina dai livelli più profondi tutto 86 l ossigeno. Questo fenomeno dà inizio alla trasformazione chimica dei composti che legano al fango del fondo il fosforo il quale, in presenza di abbondante ossigeno, è quasi tutto sotto forma di composti insolubili, quindi 0 non utilizzabili per la vita. Questa liberazione avviene quindi solo durante l estate, la concentrazione sale lentamente mano a mano che l ossigeno diminuisce e termina bruscamente quando, in autunno, le acque del lago perdono la stratificazione a seguito del totale rimescolamento causato dell abbassamento della temperatura delle acque superficiali al di sotto di quelle del fondo. Il Grafico 4.11 mostra come varia la concentrazione del fosforo disciolto nelle acque del fondo dal momento dell inizio del pompaggio al momento del rimescolamento Grafico 4.11 Andamento della concentrazione di fosforo nelle acque dell ipolimnio del lago, 2008 µg P/l Ingresso Uscita Rio Torto Lago 0 7/8 14/8 21/8 28/8 4/9 11/9 18/9 25/9 2/10 9/10 16/10 23/10 30/10 Evidentemente, la mancanza di ossigeno sul fondo modifica anche i composti chimici che contengono azoto e zolfo i quali danno origine a sostanze tossiche come l ammoniaca, prodotta dall azoto, 128

11 RELAZIONE SULLO STATO o semplicemente maleodoranti come l anidride solforosa prodotta dallo zolfo. Queste sostanze, che vengono allontanate con le acque dell ipolimnio, devono poi essere trattate prima di essere immesse nel Rio Torto; le acque sono infatti sottoposte ad un trattamento di ossigenazione presso l impianto di Civate. Al momento, terminata a ottobre 2010 l attività di aspirazione annuale dell ipolimnio, è in corso una campagna di monitoraggio sia delle condizioni generali del lago sia del carico di fosforo e azoto, al fine di giungere dopo un anno di controlli a definire un bilancio di massa complessivo del bacino est del Lago di Annone. In termini numerici, la quantità di fosforo allontanata complessivamente nel 2008 è stata di 606 kg a fronte di un uscita naturale annua di soli 181 kg; l azoto allontanato è stato pari a kg a fronte un uscita naturale di 262 kg. Analogo rapporto fra uscita naturale e aspirazione si ha per lo zolfo. Nel 2009 la quantità di fosforo allontanata complessivamente è stata di 568 kg contro un uscita naturale annua di soli 126 kg; l azoto allontanato è stato pari a kg contro un uscita naturale di 304 kg. Infine, anche se al momento i dati raccolti nei mesi estivi non sono ancora completamente analizzati e quindi il valore complessivo del fosforo rimosso dal lago non è un dato definitivo, si stima che nel corso del 2010 siano stati aspirati ed allontanati circa 450 kg di fosforo. Evidentemente la differenza di sostanza allontanata con l aspirazione rispetto alla fuoriuscita naturale è notevole e sicuramente ha portato dei benefici al lago già a partire dall autunno 2008, quando non si è verificata alcuna mancanza di ossigeno nel lago e si è riscontrata l assenza di elementi tossici in quantità dannosa per i pesci. In particolare al momento di massima circolazione, nel 2008 il bilancio dell ossigeno si era attestato sui 2,7 mg/l mentre nel 2009 è salito a ben 5,8 mg/l che è il valore più alto degli ultimi 22 anni. Inoltre, come si può vedere dai confronti delle quantità di fosforo allontanato nei mesi estivi, il valore cala progressivamente dal 2008 al 2010, anche se nei tre anni si è mantenuta costante la quantità di acqua aspirata. Sembra quindi che l azione svolta fino ad oggi dalla Provincia di Lecco stia dando i frutti sperati, facendo diminuire nel complesso la concentrazione media di fosforo presente nel lago. µg/l Grafico 4.12 Concentrazione media ponderata di fosforo totale durante la stagione estiva nel lago di Annone (est), Infatti, come si può vedere dal Grafico 4.12, la concentrazione media di fosforo misurata nel lago di Annone nei mesi estivi mostra un progressivo calo dal 2008 al In merito ai benefici complessivi che l attività di aspirazione apporterà al lago è chiaramente prematuro trarre conclusioni, dato che l attività stessa si protrarrà almeno per il 2012 e continuerà ad essere accompagnata da un programma di controllo, in grado di determinare l effettiva e duratura variazione del carico di sostanza nutriente Volume (litri) Vetro PET 129

1) Dati anagrafici richiedente autorizzazione

1) Dati anagrafici richiedente autorizzazione PROVINCIA DI PISA Documentazione tecnica ed elaborati grafici necessari al rilascio dell autorizzazione allo scarico, non in pubblica fognatura, ai sensi del Decreto Legislativo 152/06 e successive modifiche

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