L E S C S O C P O E P E DE D L E L L E L E ST S R T E R G E H G E

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2 LE SCOPE DELLE STREGHE Questi boschi erano comunemente noti come la "foresta delle streghe" le quali vivevano, qua e là, in piccole capanne costruite sugli alberi. Ogni sera, le streghe di tutta la foresta, volando come il vento, si riunivano sotto un grande noce dove si divertivano a lanciare sortilegi contro la popolazione o disturbarli nel sonno. Le streghe però, di giorno, pur avendo sembianze di donna, erano costrette a nascondersi, mentre di notte, cospargendosi con un unguento, volavano a cavallo di una scopa seminando terrore. L unguento magico che utilizzavano permetteva loro di diventare incorporee, spiriti simili al vento. Per questo riuscivano ad entrare nelle casa passando sotto la porta. Gli uomini, impauriti e stanchi dei dispetti delle streghe, cercavano in ogni modo di proteggersi, chiudendo le porte a chiave, tappando ogni buco o fessura delle loro case, bloccando l ingresso con ogni cosa. Ma questo non era sufficiente. Una delle famiglie del villaggio una notte, chiuse la porta bloccando la maniglia con una scopa. Il giorno seguente si resero conto che non erano stati in nessun modo disturbati dalle streghe. La voce si sparse in fretta nel paesino e da lì in avanti tutti gli abitanti erano soliti lasciare una scopa sull'uscio. Questo perché le streghe aggirandosi tra le case, trovavano irresistibile mettersi a contare le scope, ma nel frattempo sarebbe giunto il giorno e sarebbero state costrette ad andarsene. Torna alla mappa Immagine

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4 STREGHE E FATE: LA FATINA PRIGIONIERA Qui attorno, proprio qui dove siete voi ora, viveva una volta una fatina dei boschi. Dire una volta nelle favole, vuol dire tutto o niente. Questa volta, era una volta lontanissima nel tempo, quando gli uomini erano pochi e selvaggi ed invece fate, streghe, gnomi e soprattutto folletti erano molti di più. C erano però due tipi di folletti, quelli buoni e quelli cattivi. In questo bosco, i folletti cattivi erano in maggioranza, e si aggiravano nella selva digrignando i denti e lanciando urla terrificanti. La fatina era sola, perchè i suoi genitori erano morti da tempo sotto una terribile valanga che aveva devastato tutta la montagna. Lei era bellissima, ed è per questo che uno dei satiri, il più brutto e cattivo, si invaghì di lei. La tormentava, cercava di assalirla, non le dava pace. La fatina, spaventata, non faceva altro che piangere. Era disperata e non sapeva come uscire da quella situazione; sicuramente non voleva che quel satiro malvagio diventasse il suo compagno. Una volta che il folletto la inseguiva con più cattiveria e determinazione del solito, la fatina si rifugiò tra i rami di un antico e maestoso larice. Ella lo implorò di difenderla e il larice, che era buono, propose alla bella fatina di rimanere sempre con lui in cambio della sua protezione. La fatina scelse il male minore, e da allora è qui, abbracciata al tronco dell albero salvatore e un po egoista. Torna alla mappa Immagine

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6 STREGHE O FATE? (CASTAGNO) Qui sotto c è una piccola foresta di castagni. Un bel gruppo di castagni assai vecchi. Anche il castagno che vedete qui faceva parte di quel gruppo, tanti e tanti anni fa. Quel boschetto era frequentato da una fatina, la più bella di gran lunga di tutte le Maddalene e dintorni; si diceva che bisognasse andare fino in Austria per trovarne una così bella. Non si sa come, la fatina si innamorò dell imponente castagno e lui di lei. La cosa suscitò l invidia degli altri castagni che riunirono il consiglio e decisero che il bel castagno dovesse andarsene. Lo obbligarono a trasferirsi da solo qui, in mezzo ai pini neri, dove la fatina di nascosto a volte lo viene ancora a trovare. Qualcuno l ha intravista e quando scappa alla vista degli uomini, lascia piccoli pezzi del suo vestito impigliati tra i rami del castagno. Se guardate bene, forse li potete vedere. Torna alla mappa Immagine

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8 VEDO E NON VEDO In una calda notte di luglio di tanto tempo fa uno gnometto, seduto sulla cima di un monte, piangeva a più non posso. In cielo splendeva una sottile falce di luna che ogni tanto giocava a nascondersi dietro soffici nuvole, o danzava tra esse, armoniosa e lieve. Le lacrime del piccolo gnomo arrivarono fino all argentea regina della notte che, alquanto infastidita da tutto quel baccano, gli chiese:- Cos hai da piangere tanto? Lui gli rispose che si sentiva solo di notte su quella gigantesca montagna, che non aveva nessuno con cui parlare e giocare. Infatti lo gnomo, abile scultore, aveva intagliato in un tronco d albero una sagoma, che di giorno, illuminata dalla luce del sole, magicamente si animava e gli teneva compagnia, mentre di notte ciò non poteva accadere. La luna, allora, cominciò lentamente a gonfiarsi. E si gonfio, si gonfiò, si gonfiò, fino a diventare una grossa, luminosissima palla. Il bagliore della luna sull albero intagliato fece sì, che come di giorno, il piccolo amico dello gnomo apparisse. Per premiare la bontà della luna, le fate dei boschi le fecero un bellissimo regalo: ogni trenta giorni può ridiventare tonda, grossa, luminosa, facendo si che lo gnometto anche durante la notte non si sentisse più solo. Torna alla mappa

9 GLI ANIMALI DEL BOSCO C'era una volta un orso bruno che passeggiava tranquillo in questi boschi. Lui era grande e grosso e si divertiva a fare i dispetti ai più piccoli animali della foresta. Nascondeva le noci e le ghiande che gli scoiattoli raccoglievano nelle loro tane per l'inverno; prendeva le lepri e i conigli per le orecchie fingendo di volerli mangiare facendoli così tremare di paura; tirava i sassi agli uccellini per farli cadere dai rami e molto altro. Un giorno però i piccoli animali decisero di riunirsi per difendersi dall orso. Prepararono una grande buca, la riempirono di resina e la ricoprirono di foglie, poi appesero un alveare pieno di miele ad un ramo al di sopra della trappola e attesero l'arrivo dell orso. Quando quest ultimo cercò di prendere il miele cadde con un bel tonfo dentro la buca e tutti scoppiarono a ridere. Si vergognò tanto e da quel giorno diventò mansueto e amico di tutti. Torna alla mappa Immagine

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11 LE CAMPANE Una volta si credeva che il suono delle campane avesse facoltà di rendere inutili i malefizi delle streghe e dei maghi, i quali erano causa dei temporali. Si narra che un tempo, in questi luoghi non cresceva più nulla, perché un mago aveva lanciato una maledizione. Infatti ogni volta che la terra produceva i suoi frutti, le nubi che scendevano dalla montagna, portavano con sè un vento fortissimo che distruggeva i raccolti. Un giorno un contadino della zona incontrò un santo che gli diede in dono una campana dicendogli che dovevano averne cura nel suo paese, poiché avrebbe permesso che il raccolto crescesse abbondante e più rigoglioso. Il contadino, se pure scettico inizialmente, corse al villaggio e sistemò la campana nella torre del paesino ed ogni volta che il forte vento cominciava a soffiare, la campana sospinta, suonava incessantemente allontanando le nubi minacciose; e fu così, gli abitanti del villaggio riuscirono, da allora in avanti, a raccogliere tutto ciò che la loro terra produceva. Torna alla mappa Immagine

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13 I LEGNI Ogni albero, cespuglio, pianticella ha la sua energia. Impara a riconoscerli, toccarli, sentirne il suono e vedrai che potrai anche tu ricavare energie insospettabili e capire che anche ciò che non cammina, non parla ha un anima con cui possiamo entrare in simbiosi e diventare migliori. Torna alla mappa Immagine

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