Allegato al Decreto n. 42 del 7 luglio 2015 pag. 1/6
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1 Allegato al Decreto n. 42 del 7 luglio 2015 pag. 1/6 Ditta AGRILUX Srl. con sede legale e ubicazione impianto a Lozzo Atestino (PD), via Condotto n.3. Autorizzazione Integrata Ambientale Punto 5.3b dell Allegato VIII, Parte II del Decreto Legislativo n 152/2006. Premessa L unità tecnica permanente nel caso in esame è costituita dal complesso Impianto di recupero rifiuti mediante digestione anaerobica con produzione di energia, sito in via Condotto 3, in Comune di Lozzo Atestino (PD), in cui sono svolte le seguenti attività (IPPC) elencate all'allegato VIII alla Parte Seconda: 1. recupero rifiuti mediante digestione anaerobica con produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili con una capacità produttiva tecnica pari a tanno; Le altre attività accessorie, tecnicamente connesse con le attività svolte nel sito, e prese in esame sono: - attività di produzione energia da fonti rinnovabili in cogeneratori a biogas; - impianto di depurazione interno per il trattamento delle acque di processo e digestato. Descrizione impianti Gli impianti attualmente in esercizio sono costituiti da due sezioni impiantistiche di digestione anerobica con recupero energetico dal biogas prodotto, denominate rispettivamente Agrilux1 (IAFR 3386) e Agrilux 2 (IAFR 5715), ciascuna costituita da: n. 1 fermentatore anaerobico in acciaio; n. 1 serbatoio in acciaio di precarica con miscelatore, con relativa pompa e linea di carico per alimentazione del fermentatore dedicato; gruppo di cogenerazione JENBACHER da 998 kwe; rete di trasporto del biogas; una stazione intermedia di pre-trattamento e controllo del biogas; L impianto è inoltre completato da un gasometro con capacità di stoccaggio di circa 500 m 3 che funge da deposito tampone per l accumulo di biogas in caso di fermo temporaneo di un cogeneratore; torcia di emergenza; le linee di trasporto fanghi/rifiuti; stazione di disidratazione fanghi; un biofiltro per trattamento delle arie esauste del capannone di ricezione; vasche di raccolta fanghi e spanti; depuratore biologico con sezione di ultrafiltrazione e osmosi inversa.
2 Allegato al Decreto n. 42 del 7 luglio 2015 pag. 2/6 Gli impianti di digestione anaerobica sono completi di capannone per la ricezione rifiuti, movimentazione mezzi e disidratazione. Descrizione processo Si faccia riferimento alla documentazione allegata alla domanda di AIA: - schema a blocchi (allegato A25) - planimetrie datate (allegati B20, B21, B22) Presso l impianto viene svolto il recupero di sostanze organiche mediante digestione anerobica con produzione di biogas, per il successivo recupero energetico dello stesso. In particolare presso l impianto vengono ricevuti la FORSU proveniente dalla raccolta differenziata e dalle operazioni di spremitura, i colaticci della FORSU, il percolato da compostaggio, gli scarti dell agroindustria, i fanghi dell agroindustria, i fanghi da depurazioni civili e altri rifiuti speciali compatibili con la digestione anaerobica. La ricezione (fase A1) avviene all interno del capannone di conferimento, mantenuto in depressione e con trattamento arie esauste, su due serbatoi indipendenti da 153 mc/cad. (fase A2) completi di miscelatore per omogeneizzare anche eventuali fanghi palabili conferiti. Inoltre presso l impianto possono essere trattati nel limite della potenzialità dell impianto anche le biomasse - sottoprodotti, così come definiti all art 184 bis del D.Lgs 152/2006, provenienti da attività agricola, di allevamento, dalla gestione del verde e da attività forestale e sottoprodotti provenienti da attività alimentari ed agroindustriali e da attività industriali con esclusione dei sottoprodotti di origine animale. La ricezione (fase A1) avviene all interno del capannone di conferimento, mantenuto in depressione e con trattamento arie esauste, su due serbatoi indipendenti da 153 mc/cad. (fase A2) completi di miscelatore per omogeneizzare anche eventuali fanghi palabili conferiti. Da ciascun serbatoio, il rifiuto da trattare viene avviato, mediante propria pompa e condotta al rispettivo biodigestore dove avviene la fermentazione anaerobica (fase A4). La miscela costituita da frazione liquida entra nei digestori e viene costantemente miscelata sia da delle pompe collegate a tubazioni che effettuano un ricircolo dal basso verso l alto, sia da un agitatore ad asse verticale con motore/riduttore posto sulla sommità dei digestori stessi. Il substrato viene riscaldato con la rete interna di teleriscaldamento alimentata dagli scambiatori di calore dei gruppi di cogenerazione, affinché sia mantenuto a temperatura costante. I parametri di processo monitorati sono: - temperatura: ogni digestore è dotato di sensori di temperatura; - livello di riempimento: è importante controllare il livello di substrato presente all interno dei digestori, al fine di evitare sovraccarichi o carenze nell alimentazione. Sono presenti due oblò per il controllo visivo in ogni digestore (uno sul tetto e uno sulla parete laterale) e delle sonde di livello capacitive all interno; - pressione: è fondamentale, ai fini della sicurezza, evitare l instaurarsi di sovrapressioni eccessive all interno dei digestori; a questo scopo sono stati installati dei sensori per il monitoraggio della pressione e dei dispositivi di sicurezza e guardia idraulica. Nel caso la
3 Allegato al Decreto n. 42 del 7 luglio 2015 pag. 3/6 pressione aumenti il sistema di controllo avvia la torcia di sicurezza per eliminare il biogas in eccesso e contemporaneamente invia un allarme tramite sms ai tecnici. Il processo di digestione anaerobica trasforma i rifiuti organici fortemente putrescibili in: - biogas; - fanghi digeriti (digestato). Il digestato dai fermentatori viene inviato, tramite pompa e condotta al depuratore interno (fase A7) e/o avviato a impianti di trattamento autorizzati di terzi. In particolare il digestato può essere inviato tal quale in impianto di recupero esterno (impianti di compostaggio e/o depuratori), oppure venire disidratato internamente in una centrifuga, ed in questo caso vengono separate due fasi: - un fango digerito-digestato che può essere inviato ad impianto di compostaggio; - un refluo che viene trattato nell impianto di depurazione biologico per il successivo riutilizzo; in alternativa il refluo dopo pretrattamento nel depuratore viene avviato secondo necessità ad impianti di trattamento di terzi. Le acque depurate ottenute dal trattamento del digestato vengono riutilizzate internamente per i lavaggi dei mezzi, per il circuito antincendio e per il biofiltro/scrubber. Il biogas prodotto viene condotto separatamente da ogni fermentatore al rispettivo impianto di compressione e deumidificazione ed infine al gruppo di cogenerazione (fase A5) per la produzione di energia elettrica e termica. I due impianti di cogenerazione sono indipendenti tra loro. In particolare in caso di manutenzione e/o fermo impianto di una sezione le altre sezioni non vengono interrotte. La potenza elettrica generata da ciascun gruppo di cogenerazione viene ceduta alla rete nazionale al netto dei consumi degli ausiliari di impianto, mentre la potenza termica alimenta la rete di teleriscaldamento interna (riscaldamento digestori e uffici). I due impianti di cogenerazione a biogas producono in cogenerazione energia elettrica e termica. Ogni singolo impianto è costituito da un gruppo di cogenerazione di potenza nominale pari a 998 kwe. DENOMINAZIONE IMPIANTI Potenza elettrica Potenza termica AGRILUX kw el. 615 kw th. AGRILUX kw el. 580 kw th. Il rendimento elettrico di ciascun impianto è del 42% circa, mentre quello termico è del 24% circa ed è dato dalla somma delle seguenti voci: 4,7% recupero dal calore dell olio motore (circuito acqua di raffreddamento motore); 13% recupero dal calore dell acqua di raffreddamento del motore (circuito acqua di raffreddamento motore);
4 Allegato al Decreto n. 42 del 7 luglio 2015 pag. 4/6 6,3% recupero dallo scambiatore di calore intercooler (1 stadio) (circuito acqua di raffreddamento motore); Presso il polo è presente anche un impianto fotovoltaico da circa 200 kw la cui energia viene autoconsumata per gli usi interni. Rifiuti Durante le attività di recupero vengono prodotti anche altri rifiuti quali ad esempio l olio esausto dei motori di cogenerazione che viene stoccato negli appositi skid completi di bacino di contenimento per eventuali spanti. Il conferimento dei rifiuti in entrata avviene principalmente con botti in base alla frequenza delle raccolte dei rifiuti stessi. Il prodotto finito ottenuto dall attività di digestione anaerobica è costituito dal digestato, un fango digerito che, se non depurato internamente, viene avviato a recupero in impianti di compostaggio che lo utilizzano per l umidificazione della matrice in biocella e/o in depuratori di terzi. Il trasposto del digestato avviene mediante botti in base alle richieste degli utilizzatori. In questo caso il digestato viene identificato con il codice CER Qualora il digestato venga preventivamente pretrattato nel depuratore interno viene avviato a depuratori di terzi con il codice CER Emissioni in atmosfera Presso l impianto si generano le seguenti emissioni in atmosfera: sigla punto di emissione descrizione E2 Emissione da camino gruppo di cogenerazione Agrilux 1 E3 Emissione da camino gruppo di cogenerazione Agrilux 2 Emissione da biofiltro annesso al capannone di ricezione e E1 lavorazione rifiuti Emissioni da biofiltro capannone ricezione e relativo sistema di abbattimento/trattamento La sorgente di tali emissioni è costituita dalle aree di lavoro (capannone ricezione) compartimentate ove avviene la ricezione e lo stoccaggio dei materiali in ingresso. L edificio dedicato alla ricezione è confinato e mantenuto in depressione e dotato di aperture d accesso di facile manovra con dispositivo a fotocellule e a chiusura automatica ad impacchettamento.
5 Allegato al Decreto n. 42 del 7 luglio 2015 pag. 5/6 L aria aspirata viene purificata nell impianto di abbattimento/contenimento emissioni in atmosfera composto da scrubber e biofiltro (identificato con la sigla T1 nella planimetrie), prima di essere immessa in atmosfera. L emissione avviene direttamente dalla superficie del biofiltro (identificato con la sigla E1 nella planimetrie). In particolare le arie provenienti dall attuale edificio di ricezione sono trattate mediante scrubber e biofiltro aperto, posizionato in testa al capannone stesso. Il biofiltro ha una struttura aperta ed è costituito da un letto di materiale lignocellulosico della superficie totale di circa 140 mq. La matrice che costituisce il letto filtrante del biofiltro è di tipo ligneo e/o ligneo cellulosico. Per quanto riguarda lo scrubber si ha un importante consumo di acqua per evaporazione e umidificazione, con un reintegro continuo di acque provenienti dalla raccolta di quelle meteoriche dei piazzali (acque di prima pioggia trattate) e/o acque depurate provenienti dal depuratore interno. Emissioni camini cogeneratori sezione di produzione energia e relativi sistemi di abbattimento La sorgente di tali emissioni è costituita dai cogeneratori a biogas che utilizzano il biogas come combustibile per produrre energia. L abbattimento di eventuali inquinanti presenti nelle emissioni in atmosfera viene preliminarmente eseguito mediante la depurazione del gas su sistema trattamento biogas costituito dall Impianto di deumidificazione del biogas. Il biogas prodotto prima di essere inviato al gruppo di cogenerazione passa attraverso un impianto di compressione (soffianti) e attraverso un gruppo di deumidificazione, che raffredda il gas e condensa l acqua in esso contenuto eliminando eventuali impurezze. Successivamente alla fase di pretrattamento del biogas utilizzato nel cogeneratore, la riduzione degli inquinanti nelle emissioni si ottiene mediante: - sistema di regolazione della combustione con formazione di miscela magra nella fase di carburazione del motore a scoppio ciclo Otto; - utilizzo dell ossidazione termica (post combustore presente nell impianto Agrilux 1); - utilizzo del depuratore catalitico ossidante (nell impianto Agrilux 2). Le operazioni di manutenzione del sistema di abbattimento sono eseguite secondo le indicazioni del costruttore e contenute nel libretto d uso e manutenzione, in modo da mantenere constante l efficienza degli stessi. Scarichi idrici Presso l impianto non sono presenti scarichi idrici assoggettati ad autorizzazione. Tutte le acque interne di processo e di dilavamento (prime piogge) vengono trattate internamente e riutilizzate per lo scrubber, per il biofiltro per i lavaggi interni e per il circuito antincendio. Per quanto riguarda le acque di prima pioggia da dilavamento piazzali si prevede la raccolta dei primi 5 mm di acqua dai piazzali esterni per essere sottoposti ai trattamenti necessari.
6 Allegato al Decreto n. 42 del 7 luglio 2015 pag. 6/6 La rete di raccolta delle acque di prima pioggia è realizzata con una pendenza tale da convogliare le acque meteoriche all interno delle vasche di raccolta previo passaggio in pozzetto scolmatore il quale provvede automaticamente al bypass delle acque di seconda pioggia (eccedenti i primi 5 mm raccolti) al raggiungimento della capacità massima delle vasche stesse. Le acque di seconda pioggia e le acque delle coperture, che non necessitano di trattamento vengono recapitate in acque superficiali.
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