Il Dirigente Scolastico: Dott.ssa Teresa RIZZO. Il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione: Prof. Francesco PARAVATI

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1 A.S AGGIORNAMENTO AL MAGGIO 2014 PLANIMETRIE SEDE CENTRALE DOCUMENTO PER LA SICUREZZA E SALUTE DEI LAVORATORI art.28 D. Legislativo n. 81 del 09/04/2008 FASC.1 Il Dirigente Scolastico: Dott.ssa Teresa RIZZO Il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione: Prof. Francesco PARAVATI Il Direttore S.G.A.: Sig.ra RUSSO MARIA Pag. 1 di 64

2 INDICE 1. Dati Identificativi 2. INTRODUZIONE 2.1 Definizione della Valutazione dei Rischi 2.2 Metodologia Seguita e Fattori di Rischio 2.3 Criteri Utilizzati nella, Valutazione dei Rischi 2.4 Identificazione dei Fattori di Rischio 2.5 Elenco dei Fattori di Rischio per la Scuola 2.6 Identificazione dei Lavoratori Esposti 2.7 Quantificazione dei Rischi Stima-Entità-Gravità 2.8 Definizione delle Priorità degli Interenti Necessari 2.9 Individuazione Programmazione e messa in atto delle misure di prevenzione e protezione necessarie 2.10 Obiettivi Specifici Perseguiti 3. CARATTERISTICHE GENERALI DEI LUOGHI DI LAVORO 4. RISULTATI DELLE VALUTAZIONE Rischi per la Sicurezza dei Lavoratori Arredi Aree di Transito Spazi di Lavoro Attrezzature Attrezzi Manuali Manipolazione manuale di Oggetti Immagazzinamento di Oggetti Rischi Legati ad Attività Svolte in Ambienti Specifici Impianto Elettrico Reti ed Apparecchiature di Distribuzione Gas Appareccbi di Sollevamento Mezzi di Trasporto Antincendio/Vie ed Uscite di Emergenza Rischio Chimico 4.2 Rischi per la Salute dei Lavoratori Illuminazione Ventilazione dei Locali di Lavoro Climatizzazione dei Locali di Lavoro Microclima Termico Esposizione ad Agenti Chimici Esposizione ad Agenti Cancerogeni Esposizione ad Agenti Biologici Rumore e Comfort Acustico Esposizione a Vibrazioni Esposizione a Radiazioni lonizzanti Esposizione a Radiazioni non Ionizzanti Movimentazione Manuale dei Carichi Carico di Lavoro Mentale Pag. 2 di 64

3 Videoterminali 5. RISCHI LEGATI AGLI ASPETTI ORGANIZZATIVI E GESTIONALI 5.1 Aspetti Organizzativi e Gestionali 5.2 Organizzazione del Lavoro 5.3 Compiti Funzioni e Responsabilità 5.4 Analisi Pianificazione e Controllo 5.5 Informazione e Formazione 5.6 Partecipazione 5.7 Norme e Procedure di lavoro 5.8 Dispositivi di Protezione Individuale 5.9 Emergenza e Pronto Soccorso 5.10 Sorveglianza Sanitaria/Vaccinazioni 5.11 Lavori in Appalto 5.12 Segnali e Cartelli 5.13 Identificazione delle Sostanze Pericolose e natura dei rischi 6. LAVORATORI ESPOSTI PER GRUPPO OMOGENEO 6.1 Principali Mansioni 6.2 Scuola, fattori di rischio e interventi di prevenzione 6.3 Esposizioni 7. STIMA ENTITÀ ESPOSIZIONE, GRAVITÀ E PROBABILITÀ DI ACCADIMENTO DEGLI EFFETTI 8. PROGRAMMA DEGLI INTERVENTI DI ADEGUAMENTO 9. ALTRI ASPETTI ORGANIZZATIVI 9.1 Informazione e Formazione 9.2 Coinvolgimento delle Componenti Aziendali 9.3 Professionalità Utilizzate per la Valutazione 10. CONCLUSIONI 10.1 Certificazione e sottoscrizione Pag. 3 di 64

4 1. DATI IDENTIFICATIVI Denominazione Ditta I.T.A.S. B. CHIMIRRI di Catanzaro Tipo Di Attivita Pubblica Istruzione Indirizzo Via Domenico Romeo, 25 Telefono/Fax Tel. : Fax: Datore Di Lavoro Sede Dirigente scolastico: Dott.ssa Teresa Rizzo Catanzaro Indirizzo Via M.Torcia 12 Telefono Fax Luogo di lavoro Sede Plesso - I.T.A.S. B. CHIMIRRI di CZ Medico Responsabile Servizio di Prevenzione e rotezione Rappresentante dei Lavoratori Dott. Ing. Francesco PARAVATI Sig. ra Eleonora Lanzo Orario Di Lavoro 8,00-14,00 Alunni nr. = 842 Personale docente: Personale ATA nr.125 nr. 23 (nr. 6 A.A.- nr. 3 A.T. - nr. 12 C.S. )+1 D.S.G.A. Pag. 4 di 64

5 2. INTRODUZIONE Il presente aggiornamento del documento di valutazione dei rischi è stato redatto, ai sensi dell artt del Decreto Legislativo n. 81 del 09/04/2008, dal datore di lavoro, con la collaborazione del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, previa consultazione del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza : Sig.ra Eleonora LANZO Il presente documento è stato aggiornato alla data del 30/05/2013 REVISIONI ed Integrazioni documentali successive (al 30/05/2013: 2.1. Allegati 1 Elenco dei lavoratori (Personale Docente, A.T.A. ed Alunni) D.S.G.A. ; 2 Responsabile del servizio di protezione e prevenzione (Procedure di nomina) 3 Documento di Valutazione dei Rischi anni precedenti 4 Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (Procedure di designazione e/o nomina) 5 Servizio di prevenzione e protezione 6 Registro degli infortuni ( D.S.G.A.) 7 Planimetrie (Scala 1: ) 8 Struttura: Certificato di agibilità e collaudo statico (o richieste Ente proprietario); 9 Certificato di Collaudo statico delle scale d emergenza (o richieste Ente proprietario 10 Impianti elettrici (certificati di conformità o richieste documentali) 11 Impianto di riscaldamento (certificati di conformità o richieste documentali) 12 Verbale di Verifica Impainto di protezione scariche atmosferiche (o richieste Ente proprietario); 13 Registri di Prevenzione Incendi (istituiti nel mese di febbraio dell'anno dal Responsabile protempore del Servizio di Prevenzione e protezione) 14 Programma Formazione e informazione 2.2. I soggetti della prevenzione Pag. 5 di 64

6 All attuazione delle procedure di valutazione dei rischi, nel luogo di lavoro hanno concorso, secondo i livelli di responsabilità e le competenze rispettive, i soggetti previsti dal D.Lgs. n. 81 del 09/04/ Servizio di prevenzione e protezione dai rischi Il servizio di prevenzione e protezione dai rischi è organizzato tramite un responsabile esterno e con personale interno all azienda. A) RESPONSABILE: la funzione di responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi è stato assunta per l anno scolastico dal Ing. Francesco Paravati su incarico del datore di lavoro e Dirigente Scolastico, Dott.ssa Teresa Rizzo B) ADDETTI ALLA SICUREZZA: (Figure Sensibili) Signori: 2.4. Medico competente Tale figura non è stata nominata dal datore di lavoro, né tantomeno dall'aggiornamento di tale documento, è emersa la necessità di ricorrere alla sua nomina, non essendo presenti in azienda dei soggetti esposti a rischi soggetti a monitoraggio sanitario. Pag. 6 di 64

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8 2.5. Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza In conformità a quanto previsto dalla normativa in vigore, la R.S.U., ha designato rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (R.L.S.), la Sig.ra Eleonora LANZO che ha accettato l incarico (Allegato n. 3) Prevenzione incendi, evacuazione e pronto soccorso A) SERVIZIO INTERNO: essendo che all inizio del corrente a.s , molte delle figure sensibili da nominare, quali addetti antincendio addetti evacuazione ed addetti pronto soccorso, non erano opportunamente formati, al fine di assicurare un minimo di prevenzione e protezione,, sono state designate le figure predette, in attesa che le stesse possano completare, la formazione specifica in materia antincendio, primo soccorso ed evacuazione presso l Istituto Tecnico Scalfaro di Catanzaro.. B) Servizi esterni per il pronto soccorso, l assistenza medica di emergenza, il trasporto infortunati e per la gestione dell emergenza: la natura dell attività svolta e le dimensioni dell azienda, è stato comunque redatto il Piano di Pronto Soccorso, così come previsto dal D. LGS. N. 81 del 09/04/ D.M,. 388 DEL 15/07/2003 (Vedasi Fasc.3) 2.7. Lavoratori tutelati Vedasi ai sensi della Legge sulla Privacy l elenco in possesso del D.S.G.A. Pag. 8 di 64

9 2.8. Equipe dei consulenti Agli studi preliminari, ai sopralluoghi, all elaborazione ed alla redazione del presente documento hanno collaborato con il datore di lavoro, il responsabile del servizio di prevenzione e protezione Prof. Francesco PARAVATI, il R.L.S. Sig.ra Eleonora LANZO ed il S.P.P Ing Roberto SARACENO Normativa di Riferimento oltre al Decreto Legislativo n 81 del 09/04/2008 Si riportano di seguito l elenco delle principali norme considerate. Agenti biologici: D. Lgs n Attuazione di direttive CEE in materia di protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti dall esposizione ad agenti chimici, fisici e biologici durante il lavoro. D. Lgs n. 81 Attuazione di direttive CEE sul miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro. Agenti chimici: DPR n. 962 concernente il cloruro di vinile; L n.256 Classificazione e disciplina dell imballaggio e della etichettatura delle sostanze e dei preparati pericolosi; D. Lgs n in materia di protezione dai rischi derivanti da esposizione da agenti chimici, fisici e biologici durante il lavoro; DM Concernente la classificazione/imballaggio ed etichettatura dei preparati pericolosi (scheda di sicurezza); DM Ultimo elenco di sostanze etichettate; D. Lgs miglioramento della sicurezza e salute dei lavoratori sul luogo di lavoro; Norme tecniche UNICHIM. Attrezzature lavoro: Elettricità: Illuminazione: Incendio e esplosione: di DPR n Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro; DPR n Norme integrative di quelle emanate con il DPR 547/55; DPR n Norme generali per l igiene del lavoro; DPR n Norme per la prevenzione degli infortuni nelle costruzioni; L n Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari, installazioni e impianti elettrici e elettronici; DPR n Segnaletica di sicurezza sul posto di lavoro; D. Lgs n in materia di protezione dai rischi derivanti da esposizione da agenti chimici, fisici e biologici durante il lavoro; D. Lgs n Norme relative ai carrelli elevatori; D. Lgs n miglioramento della sicurezza e salute dei lavoratori sul luogo di lavoro; Direttiva 89/392/CEE - Direttiva macchine; UNI EN 292/1/ Sicurezza del macchinario; CEI 44/5/93 - Equipaggiamento elettrico della macchina. DPR n Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro; DM Luoghi di lavoro per i quali sono prescritte le particolari norme di cui agli artt. 329 e 331 del DPR 547/55; DM Verifiche e controlli dei dispositivi e delle installazioni di protezione contro le scariche atmosferiche e degli impianti di messa a terra; L n Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari, installazioni e impianti elettrici e elettronici; L n Garanzie di sicurezza del materiale elettrico; L n Norme per la sicurezza degli impianti. CEI Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V c.a. e a 1500 V c.c.; CEI Impianti di messa a terra; CEI Prese a spina per usi industriali; CEI e Apparecchi d illuminazione; CEI Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione; CEI Protezione contro le scariche atmosferiche. DPR n Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro; DPR n Norme generali per l igiene del lavoro; L n Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari, installazioni e impianti elettrici e elettronici; L n Norme per la sicurezza degli impianti; D. Lgs n miglioramento della sicurezza e salute dei lavoratori sul luogo di lavoro; UNI Illuminazione di interni con luce artificiale; pr EN Sicurezza del macchinario-illuminazione integrale del macchinario; pr EN Illuminazione d emergenza. DM Oli minerali; DPR n Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro; L n Identificazione delle attività Pag. 9 di 64

10 Luoghi, locali e posti di lavoro: Microclima: Movimentazion e manuale dei carichi: Radiazioni ionizzanti Radiazioni non ionizzanti: soggette ai controlli di prevenzione incendi; L n Norme sulle attività alberghiere; DM Identificazioni delle aziende e delle lavorazioni soggette alle visite periodiche e al rilascio del Certificato di Prevenzione Incendi; DPR n Segnaletica di sicurezza nel posto di lavoro; DPR n.577 (art.22 - elevazione al rango di legge di tutte le circolari e lettere circolari pubblicate in apposito volume edito dal Poligrafo dello Stato); Circolari e lettere circolari del Ministero degli Interni; Norme UNI, UNI-CIG e CEI - specifiche. DPR n Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro; DPR n Norme generali per l igiene del lavoro; DPR n Norme per la prevenzione degli infortuni nelle costruzioni; L n. 118, DPR n. 384 e L n. 104 art. 24 Superamento delle barriere architettoniche negli edifici pubblici; DPR n. 524 Segnaletica di sicurezza nel posto di lavoro; D. Lgs n miglioramento della sicurezza e salute dei lavoratori sul luogo di lavoro. DPR n Norme generali per l igiene del lavoro; Circolare del Ministero dei LL. PP n Per costruzioni edili e ospedaliere; L n. 10 e DPR n Contenimento dei consumi energetici; UNI EN Ambienti caldi; UNI EN Ergonomia (dispendio energetico); EN Ambienti termici moderati (benessere termico). L n Tutela del lavoro dei fanciulli e degli adolescenti; L Tutela delle lavoratrici madri; D. Lgs. 81 del Miglioramento della sicurezza e salute dei lavoratori sul luogo di lavoro; NIOSH Modello per il calcolo del limite di peso raccomandato. RD n Regolamento d attuazione del T.U. leggi sanitarie relative a impianti di radiologia. DPR n Sicurezza impianti nucleari. Norme per la sorveglianza sanitaria. DPR n Trasporto materie radioattive. DM Denuncia detenzione materie radioattive. Legge n Modifica L. n. 1860/62 sull impiego pacifico dell energia nucleare. DM Esoneri, denunce ed autorizzazioni prescritte dalla L. n. 1860/62. DPR n Esperti qualificati e medici autorizzati alla sorveglianza. DM Certificato garanzia trasporto materie nucleari. DM n Regolamento concernente le modalità di tenuta della documentazione relativa alla sorveglianza medica dei lavoratori esposti al rischio di radiazioni. D. Lgs n Attuazione delle direttive EURATOM in materia di radiazioni ionizzanti. DPR n Norme generali per l igiene del lavoro; DM Aggiornamento di alcune norme concernenti l autorizzazione all installazione e all uso di apparecchiature a risonanza magnetica. Rumore: DPR n Norme generali per l igiene del lavoro; DPR n Segnaletica di sicurezza sul posto di lavoro; D. Lgs n in materia di protezione dai rischi derivanti da esposizione da agenti chimici, fisici e biologici durante il lavoro. Vibrazioni: Videoterminali: DPR n Norme generali per l igiene del lavoro; UNI 9670 (90) - UNI SS (90) - UNI ENV (94) - UNI EN , 2, 3 E 5 (93). D. Lgs n Miglioramento della sicurezza e salute dei lavoratori sul luogo di lavoro - e successive modificazioni ed integrazioni. CEI EN Sicurezza delle apparecchiature elettriche d ufficio; UNI EN Requisiti ergonomici per il lavoro di ufficio con VDT; UNI Posto di lavoro: scrivania, sedia e tavolo per VDT; UNI 9095 e UNI Mobili per ufficio. Pag. 10 di 64

11 2.10. DOCUMENTAZIONE NECESSARIA PER LA VALUTAZIONE DEI RISCHI (di pertinenza dell Istituto scolastico) Esistente reperibile presso Planimetria della scuola con destinazione d uso dei locali dei vari plessi (DOCUMENTO VALUTAZIONE RISCHI ANNO PROT. ) Lay-out dei locali adibiti ad attività di laboratorio Si no ente nome persona referente Χ D.S.G.A. Sig.ra RUSSO MARIA Elenco dei presidi sanitari e loro ubicazione Χ D.S.G.A. Sig.ra RUSSO MARIA Elenco del contenuto dei presidi sanitari (allegato 5) Χ D.S.G.A. Sig.ra RUSSO MARIA Elenco delle macchine/attrezzature e VDT Χ D.S.G.A. Sig.ra RUSSO MARIA Elenco delle sostanze pericolose utilizzate nei laboratori e in altre lavorazioni Χ D.S.G.A. Sig.ra RUSSO MARIA Caratteristiche degli impianti di ventilazione Χ Generale, localizzata e di condizionamento Elenco dei presidi antincendio e loro ubicazione (allegato ) Χ D.S.G.A. Sig.ra RUSSO MARIA Misure tecniche, organizzative, procedurali identificate per lavorazioni particolari (V,D,T,) Χ D.S.G.A. Sig.ra RUSSO MARIA Elenco delle mansioni con obbligo d uso dei DPI Χ D.S.G.A. Sig.ra RUSSO MARIA Documentazione dei verbali di esercitazioni (evacuazioni ecc.) e Controlli - Χ D.S.G.A. Sig.ra RUSSO MARIA Χ Presenze giornaliere nel plesso scolastico (media/potenziale) Χ D.S.G.A. Sig.ra RUSSO MARIA Pag. 11 di 64

12 2.1 - Definizione della valutazione dei rischi A norma dell'art.28 del D. Lgs. N 81 del 09/04/2008,, la valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori è il primo e più importante adempimento a cui il datore di lavoro deve ottemperare, per arrivare ad una conoscenza approfondita di qualunque tipologia di rischio presente nella realta lavorativa; passo questo che è preliminare, a tutta la successiva, fase di individuazione delle misure di prevenzione e protezione e di programmazione temporale delle stesse. L'obiettivo della valutazione dei rischi consiste nel consentire al datore di lavoro di prendere i provvedimenti che sono effettivamente necessari per salvaguardare la sicurezza e la salute dei lavoratori. In particolare all'art. 28 è prescritta l elaborazione di un documento contenente: una relazione sulla valutazione dei rischi; l'individuazione delle misure, di prevenzione e protezione da attuare in conseguenza agli esiti della valutazione; il programma di attuazione delle misure di prevenzione e protezione individuate; Pag. 12 di 64

13 2.2 - Metodologia seguita e fattori di rischio I fattori di rischio presenti negli ambienti dell I.T.A.S B. CHIMIRRI di Catanzaro in conseguenza dello svolgimento delle attività, possono essere divisi in tre grandi categorie: Rischi per la sicurezza dovuti a : (rischi di natura infortunistica) Rischi per la salute dovuti a: (rischi di natura igienico ambientale) Rischi per la sicurezza e la salute dovuti a: (rischi di tipo cosiddetto trasversale) Strutture Macchine Impianti elettrici Sostanze pericolose Incendio - Esplosioni Agenti chimici Agenti fisici Agenti biologici Organizzazione del lavoro Fattori psicologici Fattori ergonomici Condizioni di lavoro difficili I fattori di rischio sopra riportati sono contenuti, nell elenco seguente, in un ordinamento di tipologie organizzative e di lavoro più utile alle procedure di valutazione dei rischi. La metodologia seguita nell analisi dei fattori di rischio ha tenuto conto del contenuto specifico del D.lgs. 626/94 e successivi aggiornamenti e si è basata sulle seguenti fasi: 1. Identificazione dei fattori di rischio; 2. Identificazione dei lavoratori esposti; 3. Stima dell'entità delle esposizioni; 4. Stima della gravità degli effetti che ne possono derivare; 5. Stima della probabilità che tali effetti si manifestino, 6. Verifica della disponibilità di misure tecniche, organizzative procedurali per eliminare o ridurre 1'esposizione e/o il numero degli esposti; 7. Verifica del1'applicabilità di tali misure, 8. Definizione di un piano per la messa in atto delle misure individuate; 9. Verifica dell'idoneità delle misure in atto; 10. Redazione del documento; 11. Definizione dei tempi e modi per la verifica e/o l'aggiornamento della valutazione. Pag. 13 di 64

14 2.3 - Criteri utilizzati nella valutazione dei rischi Nel seguito si descrivono i criteri adottati per la Valutazione dei rischi (art. 4, comma 2) attraverso una descrizione dei passi da compiere per identificare i mezzi più opportuni per eliminare i rischi, ovvero per controllarli. L obiettivo della valutazione dei rischi consiste nel fornire al datore di lavoro gli elementi utili a prendere i provvedimenti che sono effettivamente necessari per salvaguardare la sicurezza e la salute dei lavoratori. L intervento di valutazione dei rischi deve portare a: 1. suddividere le attività in relazione agli ambienti specifici in cui vengono svolte 2. identificare i fattori di rischio (potenziali fonti di pericolo) 3. identificare i lavoratori esposti 4. quantificare i rischi (stima dell entità dell esposizione e della gravità degli effetti) 5. definire le priorità degli interventi necessari 6. individuare, programmare e mettere in atto le misure di prevenzione necessarie; Operativamente tali fasi conducono a: individuazione delle aree/posizioni di lavoro; individuazione dei compiti e mansioni dei lavoratori; individuazione delle macchine, impianti, lavorazioni e sostanze utilizzate; esperienze e/o osservazioni dei lavoratori; osservazioni del Rappresentante per la Sicurezza; esperienze ed osservazioni dei lavoratori; osservanza delle disposizioni di legge in materia di sicurezza ed igiene del lavoro, esistenti e vigenti nel nostro Paese (DPR n.547/55, DPR n.303/56, D.Lgs.n.277/91, contenuti specifici del D.Lgs. n 81/2008, Circolari Ministeriali e tecniche, varie; standard e norme di buona tecnica nazionali ed intemazionali; acquisizione ed esame della documentazione già disponibile (lay-out, denunce di impianti e verifiche periodiche analisi degli infortuni verificatisi e rilevati dal Registro degli Infortuni); eventuali denunce di malattie professionali; schede di sicurezza di sostanze/prodotti/apparecchiature; schede tecniche manuali operativi di macchine ed impianti; atti autorizzativi; eventuali precedenti risultati di igiene ambientale; eventuali risultati sanitari periodici dei lavoratori. Pag. 14 di 64

15 2.4 - Identificazione dei fattori di rischio (potenziali fonti di pericolo) Tale fase viene eseguita attraverso una breve ma dettagliata analisi di tutte le attività che vengono svolte in ciascuna tipologia di ambiente di lavoro. La valutazione deve riguardare i rischi che risultino ragionevolmente prevedibili. E opportuno fare una prima valutazione complessiva per separare i rischi in due categorie: quelli ben noti per i quali si identificano prontamente le misure di controllo, e i rischi per i quali è necessario un esame più attento e dettagliato. L identificazione dei fattori di rischio sarà guidata dalle conoscenze disponibili su norme di legge e standard tecnici, dai dati desunti dall esperienza e dalle informazioni raccolte, dai contributi apportati da quanti, a diverso titolo, concorrono all effettuazione della stessa valutazione: responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione, Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, medico competente, altre figure che possono essere utilmente consultate nel merito (docenti, non docenti, responsabili di laboratorio, ecc.). Questo procedimento consentirà di identificare i pericoli non soltanto in base ai principi generalmente noti, ma anche all esistenza di fattori di rischio peculiari delle condizioni in cui ha luogo l attività lavorativa. Si avrà cura di controllare l influenza che su tale identificazione può esercitare la percezione soggettiva del rischio, che talvolta può portare a sottostimare o sovrastimare un pericolo sulla base dell abitudine al rischio o dell eccessiva fiducia concessa alle impressioni sensoriali Elenco dei Fattori di Rischio per la Scuola Aspetti Organizzativi e Gestionali 1. organizzazione del lavoro 2. compiti, funzioni e responsabilita 3. analisi, pianificazione e controllo 4. informazione - formazione 5. partecipazione 6. norme e procedimenti di lavoro 7. dispositivi di protezione individuale 8. emergenza e pronto soccorso 9. sorveglianza sanitaria/vaccinazioni 10. lavori in appalto Salute e Sicurezza di Lavoratori e Studenti 11. impianto elettrico 12. antincendio/vie ed uscite d emergenza 13. rumore e comfort acustico 14. carico lavoro fisico (movimentazione manuale carichi) 15. microclima 16. illuminazione 17. arredi 18. attrezzature Rischi Legati alle Attività Svolte in Ambienti Specifici 19. aule normali 20. aule speciali / laboratori 21. aula magna / auditorio 22. uffici (direzione e amministrazione) 23. biblioteca Pag. 15 di 64

16 24. attivita sportive (palestra e spazi esterni attrezzati) 25. servizi e spogliatoi 26. barriere architettoniche Analisi del ciclo lavorativo; Per "fattore di rischio" si deve intendere ogni aspetto che può in qualche modo generare o influenzare il livello di rischio professionale individuabile all'interno delle attiviti aziendali. Per l'individualizzazione dei rischi specifici nella Scuola si è inteso procedere individuando tre categorie di fattori di rischio: 1. rischi per la sicurezza dei lavoratori, 2. rischi per la salute dei lavoratori; 3. rischi legati a fattori gestionali di prevenzione (si sono esaminate le misure generali di tutela e prevenzione presenti, aventi a che fare con gli aspetti organizzativi, formativi e procedurali). All'interno della singola categoria, il fattore di rischio è stato analizzato sotto i due principali aspetti che caratterizzano la fase, dell'identificazione dei rischi: le diverse tipologie e le forme che le fonti di pericolo connesse a quel fattore di rischio possono assumere e contestualmente le diverse misure protettive e preventive che ciascuna di esse, può o deve presentare; le diverse rnisure di prevenzione e protezione che i soggetti esposti a rischio possono o debbono avere, sia di tipo collettivo che individuale, oltre a quelle misure legate ad aspetti organizzativi e formativi Identificazione dei Lavoratori Esposti In relazione alle situazioni pericolose messe in luce dalla prima fase della valutazione, si evidenzierà il numero dei lavoratori che è possibilmente esposto ai fattori di rischio, individualmente o come gruppo omogeneo. E necessario che i lavoratori esposti siano identificati nominalmente o come gruppi omogenei per la programmazione dei successivi interventi di informazione/formazione. Tale fase non potrà prescindere da una modalità partecipativa dei lavoratori nella raccolta delle informazioni necessarie. Pag. 16 di 64

17 2.7 - Quantificazione dei rischi (stima dell entità dell esposizione e della gravità degli effetti) La quantificazione del rischio deriva dalla possibilità di definire il rischio come prodotto della Probabilità (P) di accadimento per la gravità del Danno (D) atteso: R = P x D La definizione della scala di Probabilità fa riferimento principalmente all esistenza di una correlazione più o meno diretta tra la carenza riscontrata e la probabilità che si verifichi l evento indesiderato, tenuto conto della frequenza e della durata delle operazioni/lavorazioni che comportano rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori: Valore Livello probabilità Definizioni/Criteri 3 molto probabile Esiste una correlazione diretta tra la mancanza rilevata e il verificarsi del danno ipotizzato per i lavoratori. Si sono già verificati danni per la stessa mancanza rilevata nella stessa Azienda o in aziende simili. Il verificarsi del danno conseguente la mancanza rilevata non susciterebbe alcuno stupore. 2 probabile La mancanza rilevata può provocare un danno, anche se non in modo automatico e diretto. E noto qualche episodio in cui alla mancanza ha fatto seguito il danno. Il verificarsi del danno ipotizzato susciterebbe sorpresa. 1 poco probabile La mancanza rilevata può provocare un danno solo in circostanze sfortunate di eventi. Sono noti solo rarissimi episodi già verificatisi o addirittura nessun episodio. Il verificarsi del danno ipotizzato susciterebbe grande sorpresa e incredulità. Tale giudizio può essere misurato in modo indiretto attraverso il livello di sorpresa che l evento provocherebbe, secondo una interessante prassi interpretativa in uso nei paesi anglosassoni. La definizione della scala di gravità del danno fa riferimento principalmente alla reversibilità o meno del danno: Valore Livello gravità danno Definizioni/Criteri 3 grave Infortunio o episodio di esposizione acuta con effetti di invalidità totale o addirittura letale. Esposizione cronica con effetti totalmente o parzialmente irreversibili e invalidanti. 2 medio Infortunio o episodio di esposizione acuta con inabilità reversibile. Esposizione cronica con effetti reversibili. 1 lieve Infortunio o episodio di esposizione acuta con inabilità rapidamente reversibile. Esposizione cronica con effetti rapidamente reversibili. Pag. 17 di 64

18 L incidente con rischio di conseguenze mortali, anche se improbabile, va considerato come priorità nella programmazione delle misure di prevenzione. N.B.: Deve essere preso in considerazione il danno più grave che può essere associato al rischio in esame: a tal fine non può essere utilizzato il solo dato statistico aziendale che mostra un basso numero di incidenti di quel tipo: di per sè tale dato non autorizza ad adottare misure di sicurezza meno restrittive. Definiti la Probabilità (P) e la gravità del Danno (D), il rischio (R) viene calcolato con la formula R = P x D e si può raffigurare in una rappresentazione a matrice, avente in ascisse la gravità del Danno ed in ordinate la Probabilità del suo verificarsi. P D In tale matrice i rischi maggiori occupano le caselle in alto a destra, quelli minori le posizioni in basso a destra, con tutta la serie disposizioni intermedie. Una tale rappresentazione è un importante punto di partenza per la definizione delle priorità e la programmazione temporale degli interventi di prevenzione e protezione da adottare. La valutazione numerica e cromatica del livello di rischio permette di identificare la priorità degli interventi da effettuare, ad es.: R 6 Azioni correttive immediate 3 R 4 Azioni correttive da programmare con urgenza 1 R 2 Azioni correttive/migliorative da programmare nel breve-medio termine Definizione delle Priorità degli Interventi Necessari In base al risultato di classificazione dei rischi e della loro quantificazione con il metodo sopra riportato il Datore di Lavoro avrà semplificato il compito di stabilire un ordine di priorità con il quale attuare le misure di prevenzione/protezione individuate per ciascun rischio. Si nota come tale scala di priorità sia fondamentale in situazioni complesse per poter organizzare la programmazione delle misure necessarie. Il metodo utilizzato è un valido aiuto per cercare di rendere il più oggettivo possibile il giudizio sui vari rischi presenti, in quanto scompone la decisione di priorità in una serie di scelte successive più semplici. All inevitabile soggettività che sempre rimarrà nella scelta della scala di probabilità e di gravità del danno, si potrà ovviare con il confronto continuo con più operatori, e con coloro che di fatto eseguono le varie operazioni o utilizzano le varie attrezzature. L ordine di priorità delle misure da attuare dovrebbe prescindere dal discorso economico, ma naturalmente i vincoli economici possono suggerire modifiche all ordine che deriva dalla pura applicazione del metodo seguito. Pag. 18 di 64

19 2.9 - Individuazione, programmazione e messa in atto delle misure di prevenzione/protezione necessarie. L individuazione delle misure di prevenzione e protezione rispetterà quanto indicato dal D. Lgs. 81//2008 (Misure generali di tutela) ed in particolare farà riferimento ai principi gerarchici della prevenzione dei rischi in esso indicati: evitare i rischi utilizzare al minimo gli agenti nocivi sostituire ciò che è pericoloso con ciò che non è pericoloso o che lo è meno combattere i rischi alla fonte applicare provvedimenti collettivi di protezione piuttosto che individuali limitare al minimo il numero di lavoratori che sono o che possono essere esposti al rischio adeguarsi al progresso tecnico cercare di garantire un miglioramento del livello di protezione integrare le misure di prevenzione/protezione con quelle tecniche e organizzative Il piano di attuazione dovrà contemplare i tempi previsti per la realizzazione degli interventi, la verifica della loro effettiva messa in opera, la verifica della loro efficacia, la revisione periodica in merito ad eventuali variazioni intercorse nelle operazioni svolte o nell organizzazione del lavoro che possano compromettere o impedire la validità delle azioni intraprese (istituire un registro delle verifiche con relative procedure) Obiettivi Specifici Perseguiti Nel seguito si richiamano le principali leggi e normative riferite ai vari fattori di rischio elencati; le indicazioni in esse contenute costituiscono altrettanti obiettivi per il miglioramento della Salute e Sicurezza dei lavoratori e degli studenti. 3. Caratteristiche Generali dei Luoghi di Lavoro L'attività presa in esame nel presente documento, rientra fra quelle della P.A. ed in particolare della Pubblica Istruzione; si svolge, per quanto riguarda l aspetto logistico ed organizzativo, nell I.T.A.S. B. CHIMIRRI di Catanzaro con accesso dalle via Romeo,25 e Via F. Paglia. (Allegato -1-) L'attività in esame, si svolge all interno di un edificio avente le sotto elencate caratteristiche: Pag. 19 di 64

20 Descrizione dell immobile Il fabbricato è situato nella immediata periferia di Catanzaro, in via Romeo n 25, l edificio si sviluppa su cinque piani di cui uno seminterrato. La struttura del fabbricato è in c.a. Le finestre sono in legno, mentre tutte le porte interne alla scuola sono in legno tamburato, ad esclusione di quelle di comparto del vano scala e di quelle dei laboratori che sono del tipo REI 120. Tutte le porte esterne sono in alluminio con maniglione antipanico ad esclusione della porta esterna dell ingresso secondario. L impianto elettrico (con canaline esterne ) è stato adeguato nell anno 2005 ed è stato rilasciato certificato di conformità ai sensi della Legge 46/90, da parte delle ditta esecutrice. I pavimenti e rivestimenti dei bagni sono in graniglia, ceramica e in marmo. L impianto di riscaldamento è centralizzato con alimentazione a gas metano con certificazione di messa a norma. L edificio è dotato di impianto antincendio, perfettamente a norma con rilevatori di fumo e di gas e di pulsanti di allarme ai vari piani, collegati ad una centralina di rilevazione posta negli uffici di segreteria. Gli estintori e gli idranti sono opportunamente posizionati nei vari piani in modo da essere, in caso di necessità immediatamente utilizzabili. Una idonea cartellonistica completa le misure di sicurezza. L immobile è inoltre dotato di impianto parafulmine contro le scariche atmosferiche. L intero edificio è provvisto,complessivamente, di n 62 bagni, n 5 per i portatori di handicap. Pag. 20 di 64

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