Il contesto europeo. Il Piano Forestale Regionale nel contesto degli strumenti comunitari e internazionali di politica forestale 21/06/2007

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1 Politiche ambientali Politiche delle risorse idriche Regione Emilia Romagna Assessorato Ambiente e Sviluppo Sostenibile Pavullo nel Frignano, 8 giugno 2007 Il Piano Forestale Regionale nel contesto degli strumenti comunitari e internazionali di politica forestale Politiche cambiamenti climatici Politiche dell energia Cambiamenti climatici Produzioni biomasse Biodiversità Legname e protezione idro-geologica Urban forestry Turismo e ricreazione Politiche del lavoro Politiche di sviluppo rurale Davide Pettenella e Paola Gatto Dip:TeSAF Università d Padova Politiche forestali dal Piano Forestale Regionale: rilevanza delle problematiche di portata internazionale per la politica forestale (pag. 5) in coerenza con i contenuti della risoluzione del Consiglio UE relativa alla Strategia forestale dell Unione ed al Piano d azione della UE per le Foreste 2006 (pag. 5) in relazione agli obiettivi del Protocollo di Kyoto (pagg. 7, 8 ) Questo, se ha comportato la necessità di ridiscutere a livello nazionale i confini dell azione politica, deve anche rispondere a delle driving forces esterne che rendono sempre più importante il confrontarsi con il processo di internazionalizzazione delle politiche a diversi livelli e contesti: europeo internazionale Organizzazione della presentazione Il contesto Europeo: Piano di Azione Forestale Il contesto internazionale: accordi e istituzioni Approfondimento sul Protocollo di Kyoto Conclusioni: le sfide per il futuro Il contesto europeo 1

2 Strategia forestale dell Unione Europea ( ) Comunicazione della CE sull attuazione della Strategia (marzo 2005) Conclusioni del Consiglio (maggio 2005) Piano d Azione Forestale dell Unione Europea ( ) WSSD Johannesburg, MCPFE, riforma PAC, Lisbona e Gottenburg, allargamento, Necessità di rivedere obiettivi e strumenti di azione Mandato alla CE per definire un PAF Un quadro d unione per le azioni nel settore forestale a livello della Comunità e degli Stati membri Durata: 5 anni, a decorrere dal 1 gennaio Verifica intermedia dell attuazione nel 2009 e valutazione finale nel Obiettivi Migliorare la competitività a lungo termine Migliorare e tutelare l ambiente Migliorare la qualità di vita Favorire il coordinamento e la comunicazione =PSR (Reg.1698/05) 18 azioni della CE Ulteriori azioni ricordate come possibili iniziative degli SM Politiche settoriali Strategia Forestale UE (Council Resolution of ) Piano d'azione comunitario nel campo delle biomasse (COM def. del 7/12/2005) Politiche di sviluppo rurale Principali obiettivi individuati dal Reg. (CE) n. 1698/99 e priorità comunitarie definite negli "Orientamenti strategici comunitari" (OSC); quadro di riferimento per gli interventi: Reg. (CE) n. 1698/2005 Azione 1 Migliorare la competitività nel lungo periodo Strategia UE per i Biocarburanti Piano di Azione Forestale dell'unione Europea adottato dalla Commissione [COM (2006) 302 def.]. Linee guida di programmazione forestale Decreto Min.dell'ambiente e della tutela del territorio (Gazzetta ufficiale 2 novembre 2005 n. 255) Programma quadro per il settore forestale Piano Strategico Nazionale (PSN) relativo agli interventi di sviluppo rurale per il periodo Documenti Strategici Regionali (DSR) Programmi di Sviluppo Rurale (PSR) 1. Analisi degli effetti della globalizzazione sulla redditività e competitività 2. Ricerca e sviluppo tecnologico 3. Valutazione e condivisione esperienze su PFNL 4. Promozione biomasse forestali per energia 5. Cooperazione tra proprietari e stimolo educazione e formazione Studio della CE 7PQ Forest Sector Technology Platform Research Agenda Forum su interfaccia scienza/politica Intelligent Energy-Europe Programme (IEE) Innovation Framework Programme (CIP) Piano d Azione per Biomasse (2005) Programma Erasmus Mundus I contenuti del PAF 4 Principi Programmi Forestali Nazionali = lo strumento per la realizzazione degli impegni internazionali assunti in materia forestale. Maggiore coerenza e coordinamento per la politica forestale Necessità di accrescere la competitività e di promuovere la governance del settore forestale nell UE. Rispetto del principio di sussidiarietà Azione 2 Migliorare e tutelare l ambiente 6. Cambiamenti climatici, adattamento agli effetti 7. Mantenere e valorizzare la diversità biologica 8. Sistema di sorveglianza forestale 9. Migliorare la tutela delle foreste Art. 3.3 e 3.4 PK: coordinamento monitoraggio e azioni Siti forestali Natura 2000 Attuazione CBD (GreenEnforce Network) Da Forest Focus a LIFE+ Organizzazione di Eur.For.Monitoring System EurForest Data Centre da creare al JRC MCPFE Sviluppo dell Eur For Fire Information System 2

3 Azione 3 Migliorare la qualità di vita 10. Educazione e informazione ambientale 11. Mantenere e migliorare la funzione di difesa delle foreste 12. Boschi urbani e periurbani Una crescita continua degli accordi e degli strumenti di regolamentazione internazionali Azione 4 Favorire il coordinamento e la comunicazione 13. Rafforzare il ruolo del Comitato permanente forestale 14. Coordinamento tra le politiche settoriali per le foreste 15. Metodo aperto di coordinamento ai Programmi forestali nazionali 16. Più incisivo ruolo dell UE in ambito internazionale dell Unione per le foreste 17. Impiego dei prodotti legnosi 18. Informazione e comunicazione Coordinamento con Advisory Gr For&Cork e Adv. Comm.Policy on For & For Industries 1 Coordinatore per ogni DG Applicare l OMC (Open Method of Coordination) di Lisbona (vd. considerazioni successive) 2 Comunicazioni Applicazione Direttiva sugli Appalti Pubblici Sviluppare una strategia di comunicazione (2011 Anno Foreste Sito Foreste della CE) Gli accordi internazionali: un quadro di sintesi Campi prevalenti di intervento La regolamentazione degli scambi WTO, ITTA, CITES, FLEGT e ENA- FLEG altri La gestione, conservazione e lo sviluppo sostenibile delle foreste UNCED 1992 (Principi Forestali, cap. 11 e altri di Agenda 21), UNFF Proposals for Action Risoluzioni Confer. Minister. Protez. Foreste, Protocollo Foreste, G8APF, altri La prevenzione del global change CBD, FCCC e KP, CCD, altri Raccordo tra la gestione sostenibile e la prevenzione del global change Il contesto internazionale Principi forestali Cap. 11 Agenda 21 CBD UNCED FCCC Rio (92) CSD IPF Interagency Task Force on Forests Collaborative Partnership on Forests Conferenza Ministeriale per la Protezione delle Foreste (Work Programme Element 4.1) Programmi Forestali Nazionali IFF UNFF ca 280 IPF-IFF Proposals for action 3

4 Definizioni attività (art ARD) Obbligatorie Il Protocollo di Kyoto Afforestazione (A Afforestation): Conversione a foresta di un suolo che non è stato forestato per almeno 50 anni Riforestazione (R Reforestation) Conversione a foresta di un suolo non forestato al 1990 (poteva essere coperto da foresta prima del ) Deforestazione (D Deforestation) Conversione da foresta a non-foresta Si può partire da una semplice constatazione Definizioni attività addizionali (art.3.4) Si sta creando un mercato del carbonio; le quotazioni sono variate tra i 7 e i 25 Euro/t CO 2 (25-35 nel 2010) I boschi, crescendo gli stock unitari e estendendosi le superfici, assorbono CO 2 4 mc/ha/a x 0,6 t/mc x 0,5 t C/t x 1,3 (BEF) = 1,56 t C x 3,67 = 5,72 CO 2 5,72 t CO 2 x 20 Euro/t = 114,5 Euro/ha/anno Volontarie, da eleggere entro 2006 a) Gestione forestale (FM Forest Management) b) Rivegetazione (RV Revegetation) c) Gestione dei coltivi (CM Cropland Management) Con tetti (cap) di utilizzo crediti No limiti è possibile una internalizzazione? d) Gestione dei pascoli (GM Grazing land Management) PK e attività agricole e forestali Land use, land-use change and forestry LULUCF Art. 3.3 del PK: afforestazione, riforestazione, deforestazione (ARD) Art. 3.4 del PK: attività addizionali CRITERI: devono aver avuto inizio dopo il 1990 devono essere intenzionali (human-induced) Once Kyoto land, always Kyoto land Una volta inserite delle aree nei propri sistemi di contabilità per l applicazione degli articoli 3.3 e 3.4, i paesi dell Annesso I hanno l obbligo di monitorare costantemente gli assorbimenti e, simmetricamente, le emissioni 4

5 L Emission Trading Scheme dell Unione Europea (EU ETS) - Direttiva 87/2003 Il singolo schema per il mercato del C più ampio al mondo Nella fase pilota ( ) impone un cap legalmente vincolante alle emissioni di CO 2 che interessa il 45% delle emissioni totali dell UE impianti interessati (2.900 in Italia) Agricoltura e foreste nel Piano nazionale Emission Trading Scheme (ETS): Cap and trade Definizione di un tetto massimo di emissioni complessive (cap) Allocazione (individual emissions caps) Creazione di un mercato di scambio delle quote EU-ETS Chi deve superare il proprio cap riduce le emissioni o compra delle quote Chi emette di meno del proprio cap vende le quote addizionali Impegni di riduzione relativi al PK Riduzione delle emissioni del 6,5% rispetto ai valori del 1990 da ottenere nel periodo emissioni 1990 (APAT, 2001) = 521 Mt CO 2 eq. - emissioni (media) = 487,1 Mt CO 2 eq. 33,9 Mt CO 2 + incremento delle emissioni nel periodo = ca 100 M t Agricoltura e foreste: la posizione della CE rispetto al mercato delle quote No all inclusione delle attività agroforestali nello schema They (i progetti agro-forestali nell ambito del mercato delle quote - NdA) do not bring technology transfer, they are inherently temporary and reversible, and uncertainty remains about the effects of emission removal by carbon sink (CE, 2003) Grande enfasi sui fenomeni di ricolonizzazione naturale: 3,0 Mt (6,5 MEuro) e sulla gestione forestale: 4,12 Mt (10 MEuro) 10,2 dopo COP Nairobi nov 06 un certo ruolo per i rimboschimenti: Vecchi impianti (1 Mt 6 MEuro) Misure forestali (1 Mt 200 MEuro) Nuovi interventi L. 183 (1 Mt 300 MEuro): Kyoto forest 5

6 La fattibilità di un sistema di compensazione a. Coerenza generale con i principi del controllo del global warming b. Fattibilità formale-amministrativa: rispetto delle regole del PK c. Fattibilità organizzativa-finanziaria: costi di transazione e disponibilità/origine dei fondi per la compensazione ARD (art. 3.3) ha rimboschiti con il 2080 (con pioppeti e altra arboricoltura reversibile) ha rimboschiti/da rimboschire con le Misure forestali della 2a programmazione (prime stime ha - INEA) ha con la L. 183/1989 (300 MEuro: effettivamente disponibili? Si riescono a trovare ha?) b. Fattibilità: aspetti formaliamministrativi Attività opzionali elette dall Italia: solo Gestione forestale (nessun ruolo riconosciuto all agricoltura) Pioppicoltura considerata come Gestione di coltivazioni (Crop management), se non c è cambio permanente delle coltivazioni. Considerazione estendibile a tutta l arboricoltura da legno e alle SRF. solo Gestione forestale e AR legata a boschi permanenti Grande ruolo quindi alla Gestione forestale (art. 3.4) 10,2 Mt, valore molto elevato: non sarà semplice sfruttarlo criterio dell addizionalità/intenzionalità - rinfittimenti - allungamento dei turni - conversione di cedui - protezione da danni (incendi, fitopatie, ) -. ARD (art. 3.3): gli impianti intenzionali Le ipotesi: = 3,0 Mt CO2 Ma sec il 2 IFN: ha di impianti di arboricoltura in Italia (anche pre 1990) x 5-10 ton CO 2 /ha/anno = c. Fattibilità: aspetti organizzativi-finanziari Creazione di un Registro Proprietà quote registrate nel Registro: Stato: espropriazione di un diritto di proprietà Proprietario: disturbi e reversibilità (assicurazione?), costi registrazione Associazioni (superfici minime?) Chi paga? (federalismo nell applicazione del PK?) 0,7-1,4 Mt CO 2 6

7 un quadro ancora in via di definizione Nel piano nazionale di riduzione dei CC il settore forestale ha un peso notevole; quello agricolo nullo Non è ancora chiaro quali saranno le condizioni dirette di reddito per i gestori L UE ETS non si applicherà alle attività forestali in Italia (alcuni interventi possibili in futuro all estero) Al settore agro-forestale e della bioenergia è comunque riconosciuto un ruolo supporto politico Le tradizionali azioni verticali di coordinamento Contesto internazionale Unione Europa Stato Regioni Revisione delle azioni verticali di coordinamento Le sfide del futuro Contesto internazionale Unione Europa Stato Società civile? Regioni Dalla gestione diretta con strumenti di comando e controllo al coinvolgimento della società civile Governance Decentramento e Sussidiarietà Dal governo alla governance La distinzione sottintende un importante passaggio: da una gestione gerarchica delle politiche (il Governo ), basata su un forte potere centrale, su una logica top-down, a nuove forme di gestione delle politiche basate sulla partecipazione e negoziazione con la società civile (la governance ), sul coordinamento orizzontale e verticale, su una amministrazione leggera che coinvolge e delega 7

8 Un peso accresciuto della società civile comporta: Nuovi strumenti di informazione e partecipazione Minor peso degli strumenti di comando e controllo e maggiore peso delle misure ad adesione volontaria, del partenariato, della negoziazione Un cambiamento profondo che crea ulteriori problemi di sfasatura nei tempi del settore forestale Pochi mesi Tempi del mercato Diversi mesi Tempi di adattamento delle politiche Alcuni anni Tempi di adattamento/maturazione delle istituzioni Diversi decenni Tempi biologici della foresta Copia delle slide sul sito: 8

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