Comune di SAN DONATO MILANESE Provincia di Milano Via C. Battisti San Donato Milanese (Mi)

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1 Comune di SAN DONATO MILANESE Provincia di Milano Via C. Battisti San Donato Milanese (Mi) Area Territorio Ambiente e Attività Produttive INTRODUZIONE E RIFERIMENTI NORMATIVI Piano di Emergenza Comunale L Assessore alla Protezione Civile Andrea Battocchio Approvato con delibera G.C. n.121 del Aggiornato con Deliberazione GC n. 251 del 29/12/2011 Aggiornato con deliberazione di C.C. n. del /./2014 FASCICOLO 1 1

2 Responsabili di Progetto Responsabile Servizio Comunale Protezione Civile Dirigente Area Territorio Ambiente ed Attività Produttive Ing. Giovanni Biolzi Responsabile Operativo Comunale (R.O.C.) - Geom. Ivan Cavenaghi redazione tavole grafiche - Sig. Pierangelo Tosi Hanno collaborato: ex Coordinatore del Gruppo Comunale di Protezione Civile - Sig. Mario Spurio Gruppo Comunale di Protezione Civile 2

3 INTRODUZIONE Il Piano di Emergenza Comunale è costituito dall insieme di tutte le attività coordinate e delle procedure da attivare per fronteggiare un qualsiasi evento calamitoso possibile all interno del territorio comunale. Lo scopo principale della stesura di tale piano è quindi l organizzazione delle procedure di emergenza, dell attività di monitoraggio del territorio e dell assistenza alla popolazione. All interno del piano vi sono le dettagliate procedure di emergenza differenziate per scenario di rischio, cui attenersi al verificarsi dei vari eventi calamitosi nonché la cartografia del territorio. Il presente Piano di Emergenza Comunale, redatto per la prima volta nel 2007 e successivamente aggiornato nel 2011, ha come scopo la protezione della popolazione e del territorio del Comune di San Donato Milanese nei confronti di possibili calamità ed è stato redatto seguendo le linee guida contenute nel piano intercomunale di emergenza già realizzato in collaborazione con i Comuni limitrofi dell hinterland milanese facenti parte del COM 20. Esso si articola nei seguenti fascicoli e tavole planimetriche: Fascicolo 1 Introduzione e riferimenti normativi; Fascicolo 2 Inquadramento del territorio; Fascicolo 3 Scenari di rischio; Fascicolo 4 Norme di comportamento suddivise per rischio; Fascicolo 5 Risorse comunali e del volontariato; Fascicolo 6 Strutture ed aree di emergenza; Fascicolo 7 Rubrica telefonica di emergenza; Fascicolo 8 Procedure di intervento per le Autorità; Fascicolo 9 Piano relativo al rischio aereo; Fascicolo 10 Rischi da incidenti rilevanti; Fascicolo 11 Regole per l aggiornamento del Piano Comunale di Emergenza; 3

4 Tav. n. 1 Inquadramento territoriale Tav. n. 2 Ubicazione aree di attesa, edifici strategici ed elisuperfici Tav. n. 3 Principali vie di comunicazione Tav. n. 4 Reti elettriche interrate ed aeree Tav n. 4/A - Rete fibre ottiche Tac. N. 4/B Rete fognaria Tav. n. 4/C Rete acqua potabile, antincendio, teleriscaldamento e acqua calda Tav. n. 4/D Reti metanodotto Tav. n. 5 Attività a rischio incidente Tav. n. 6 Reticolo idrografico Tav. n. 7 Emergenza esondazioni Tav. n. 7/A Profilo di piena Tav. n. 8 Aree a rischio caduta aeromobili Tav. n. 9 Individuazione quartieri Tav. n. 10 Tipologia dei rischi possibili sul territorio 4

5 RIFERIMENTI NORMATIVI Ruolo dei comuni Ai sensi della Legge 225/92 gli enti locali hanno il compito di dotarsi di una struttura di protezione civile e di predisporre un Piano di Emergenza Comunale. In particolare l'articolo 15 della suddetta legge assegna al Comune un ruolo da protagonista in tutte le attività di protezione civile (previsione, prevenzione, soccorso e superamento dell'emergenza), con particolare riferimento alla fase di gestione dell'emergenza. La delibera della G:R:L: VI/46001 del 1999 stabilisce che in ogni Comune deve essere individuato un referente operativo comunale (ROC), che può essere il Sindaco o persone da lui nominata, al quale spettano i seguenti compiti: - coordinare l attività di previsione e prevenzione dei rischi in ambito comunale; - -organizzare i rapporti con il volontariato locale (comunale, ed intercomunale); - sovrintendere alle operazioni di stesura ed aggiornamento del piano di emergenza comunale; - -tenere contatti con le istituzione coinvolte in attività idi protezione vigilie; - -coordinare l attività esercitativi e la sua pianificazione. Per un più completo espletamento delle competenze ad esso affidate, ogni Comune ha il diritto-dovere di dotarsi di una struttura di Protezione Civile, come stabilito anche dalla L.R. 16/2004. Tale struttura interviene, in particolare, per fronteggiare gli eventi di livello comunale e per assicurare la necessaria collaborazione alle operazioni di soccorso coordinate dalla Provincia o dalla Regione. I Comuni possono promuovere la formazione di un gruppo comunale di Volontari di Protezione Civile anche attraverso il convenzionamento con una o più associazioni di volontariato presenti sul territorio, assicurandone comunque la formazione di base e l aggiornamento secondo gli standard minimi stabiliti dalla Regione. In particolare i Comuni (D.Lgs 267/2000): 5

6 curano la predisposizione dei piani comunali o intercomunali di emergenza anche nelle forme associative e di cooperazione e curano altresì la loro attuazione, in base alle direttive regionali di cui all articolo 4, comma 11; provvedono, in ambito comunale, alle attività di previsione e agli interventi di prevenzione dei rischi, contemplati dai programmi e dai piani regionali e provinciali. dispongono l utilizzo delle organizzazioni di volontariato di protezione civile a livello comunale e intercomunale, sulla base degli indirizzi nazionali e delle direttive regionali di cui all articolo 4, comma 11; curano l attivazione dei primi soccorsi alla popolazione e degli interventi urgenti necessari a fronteggiare l emergenza nonché la vigilanza sull attuazione, da parte delle strutture locali di protezione civile, dei servizi urgenti; curano la raccolta dei dati e l istruttoria delle richieste di risarcimento per i danni occorsi sul proprio territorio alle infrastrutture pubbliche, a beni privati mobili ed immobili, ad insediamenti agricoli, artigianali, commerciali, industriali e di servizio. Funzioni particolari del Sindaco L art. 2 lettera a) citata dalla legge 225/92 specifica che nel caso di eventi localizzati e limitati all'ambito comunale il Sindaco, che è l Autorità comunale di protezione civile, al verificarsi di una situazione d'emergenza, acquisite le opportune e dettagliate informazioni sull'evento, assume la direzione dei servizi di soccorso ed assistenza alla popolazione colpita ed adotta i necessari provvedimenti. Il Sindaco quindi, in emergenza, è il responsabile, in accordo con il Prefetto, della gestione dei soccorsi sul territorio comunale nonché dell impiego e del coordinamento di tutte le forze disponibili. Ulteriori funzioni in materia di protezione civile sono poi attribuite al Sindaco dal D. Lgs. 112/98, art. 108, punto c) ed in particolare esse riguardano: la predisposizione dei piani comunali e/o intercomunali di emergenza, anche nelle forme associative e di cooperazione previste dalla Legge e la cura della loro attuazione sulla base degli indirizzi regionali; l attuazione, in ambito comunale, delle attività di previsione e prevenzione dei rischi, stabilite dai programmi e dai piani regionali; 6

7 l adozione di tutti i provvedimenti, compresi quelli relativi alla preparazione dell emergenza, necessari ad assicurare i primi soccorsi in caso di eventi calamitosi in ambito comunale; l attivazione dei primi soccorsi alla popolazione e degli interventi urgenti necessari a fronteggiare l emergenza; la vigilanza sull attuazione, da parte delle strutture locali di protezione civile, dei servizi urgenti; l utilizzo del volontariato di Protezione Civile a livello comunale e/o intercomunale, sulla base degli indirizzi nazionali e regionali. La L.R. 22 maggio 2004, n. 16 Testo unico delle disposizioni regionali in materia di protezione civile si allinea con la normativa nazionale stabilendo che al verificarsi di una situazione di emergenza nell ambito del territorio comunale, il Sindaco assuma la direzione e il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alle popolazioni colpite e provveda agli interventi necessari anche avvalendosi del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco e delle organizzazioni di volontariato operanti a livello comunale o intercomunale, dandone immediata comunicazione alla provincia e alla Regione. L obbligo di realizzare piani di emergenza specifici per i siti individuati e classificati "a rischio idrogeologico" è poi sancito dalla L. 267/1998, mentre la L. 265/1999, art.12 trasferisce al Sindaco il dovere di informare tempestivamente la popolazione sulle situazioni di pericolo o comunque connesse ad esigenze di protezione civile. Il servizio di Protezione civile Il D.M. 28 maggio 1993 Individuazione dei servizi indispensabili dei comuni, ha stabilito che tra i servizi indispensabili dei Comuni, oltre ad acquedotto, fognatura, ufficio tecnico, anagrafe e polizia locale devono essere compresi anche i servizi di Protezione Civile, di Pronto Intervento e di Sicurezza Pubblica. La Protezione Civile in un Comune è dunque indispensabile trattandosi di un servizio che non è da intendersi semplicemente come risposta straordinaria del Comune di fronte all emergenza, bensì come istituzione continuativa cui garantire il funzionamento anche in tempo ordinario. 7

8 Piani intercomunali La DGR del 21 febbraio 2003 stabilisce: la costituzione di organismi intercomunali e la conseguente realizzazione di Piani di Emergenza Intercomunali deve essere valutata con accortezza in quanto il coinvolgimento di aree estese e di popolazioni numerose tenderà necessariamente a far salire di scala tutto il processo, avvicinandolo ai criteri realizzativi di un Piano Provinciale. Allo stesso tempo, però, il Piano Intercomunale dovrà prevedere gli approfondimenti di dettaglio propri di un Piano Comunale che pertanto non avrà più alcuna ragione di esistere come documento singolo. Il fulcro della struttura intercomunale dovrà essere una Sala Operativa unificata, che non si dovrà sostituire alle funzioni del Comune ma fungerà da coordinamento ed appoggio. Collaborazione intercomunale La morfologia di aree omogenee o soggette ai medesimi tipi di rischio sul territorio di più Comuni limitrofi rappresenta un valido motivo per la costituzione di una struttura intercomunale cui affidare la gestione associata di funzioni e servizi riferiti alle attività di protezione civile. L affermazione e la funzionalità di questo avanzato sistema organizzativo è vincolato all impegno ed alla reale volontà delle singole amministrazioni comunali di garantire una produttiva collaborazione per conseguire l obiettivo di una maggiore e concreta azione per la sicurezza della popolazione. Con la realizzazione del progetto di aggregazione si conseguono i seguenti benefici: - valutazione complessiva del territorio e maggiore possibilità di interventi coordinati per la prevenzione dei rischi; - adozione di un unico piano intercomunale di emergenza; - maggiori risorse disponibili sul territorio ed ottimizzazione delle reciproche sinergie; - ripartizione delle spese derivanti dalla gestione della struttura; - migliori risultati in termini di efficienza e di coordinamento. - semplificazione dell attività di comunicazione con le altre componenti del Servizio Nazionale e con la popolazione; 8

9 La gestione della struttura associata deve essere assegnata ad un Comune capo-area che operi tramite la costituzione di un organo collegiale composto da rappresentanti qualificati di tutti i Comuni compresi nell area intercomunale, al quale affidare la adozione dei provvedimenti e delle decisioni fondamentali per la conduzione della struttura stessa. Il Comune di San Donato Milanese con delibera di G.C. n. 34 del ha aderito al Servizio Intercomunale di Protezione Civile Area Sud Est Milano Ambito COM 20, successivamente individuato dall acronimo COM 20, congiuntamente ai comuni di Carpiano, Colturano, Dresano, Mediglia, Melegnano, Pantigliate, Paullo, Peschiera Borromeo, San Giuliano Milanese, Tribiano, Vizzolo Predabissi e Settala. La sede operativa del Com 20 è a San Giuliano Milanese, in via Labriola. 9

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