D.M ) D.M.
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- Nicoletta Cicci
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1 Corso di aggiornamento in materia di prevenzione incendi per il mantenimento dell iscrizione negli elenchi del Ministero dell Interno (art. 7 del D.M. 5 Agosto 2011) Relatore: Dott. Ing. Calogero Daidone La Spezia, 24 maggio 2016 D.M. 14 luglio 2015 Disposizioni di prevenzione incendi per le attività ricettive turistico - alberghiere con numero di posti letto superiore a 25 e fino a 50 Gazzetta Ufficiale del 24 luglio 2015, n 170 Entrata in vigore il 23 agosto
2 Campo di applicazione Le disposizioni contenute nel presente decreto si applicano per la progettazione, la realizzazione e l'esercizio delle attività ricettive turisticoalberghiere, così come definite dal decreto del Ministro dell'interno 9 aprile 1994 e successive modificazioni, con numero di posti letto superiore a 25 e fino a 50, esistenti alla data di entrata in vigore del presente decreto. Campo di applicazione Titolo I del D.M Attività ricettive turisticoalberghiere, così come definite dall'art. 6 della legge n. 217 del 17 maggio 1983 (Gazzetta Ufficiale n. 141 del 25 maggio 1983). 2
3 alberghi motel villaggi-albergo villaggi turistici esercizi di affittacamere case ed appartamenti per vacanze alloggi agroturistici ostelli per la gioventù residenze turistico alberghiere OBIETTIVI Finalizzati al raggiungimento dei primari obiettivi di sicurezza relativi alla salvaguardia delle persone e alla tutela dei beni contro i rischi di incendio. Pertanto realizzate e gestite in modo da: 3
4 OBIETTIVI minimizzare le cause di incendio; garantire la stabilità delle strutture portanti al fine di assicurare il soccorso agli occupanti; limitare la produzione e la propagazione di un incendio all'interno della struttura ricettiva; limitare la propagazione di un incendio ad edifici od aree limitrofe; assicurare la possibilità che gli occupanti lascino i locali e le aree indenni o che gli stessi siano soccorsi in altro modo; garantire la possibilità per le squadre di soccorso di operare in condizioni di sicurezza. Applicazione delle disposizioni tecniche Le disposizioni dell allegata regola tecnica si applicano alle attività ricettive turistico-alberghiere anche nel caso di interventi di ristrutturazione o di ampliamento, limitatamente alle parti interessate dall'intervento e comportanti l'eventuale rifacimento dei solai in misura non superiore al 50%. È fatta salva la facoltà, per il responsabile delle attività di optare per l'applicazione delle pertinenti disposizioni di cui al decreto del Ministro dell'interno 9 aprile 1994 e successive modificazioni. (Condizioni plano-volumetriche, strutturali, di arredo,..lavori di adeguamento già eseguiti, ecc.). 4
5 Disposizioni finali Ai fini dell'applicazione del decreto del Ministro dell'interno 16 marzo 2012 e successive modificazioni, alle attività ricettive turisticoalberghiere con numero di posti letto superiore a 25 e fino a 50, esistenti alla data di entrata in vigore del decreto del Ministro 9 aprile 1994, si applicano le corrispondenti prescrizioni della regola tecnica di prevenzione incendi di cui all'art. 3 del presente decreto, con le modalità e i tempi fissati dal citato decreto del Ministro dell'interno 16 marzo 2012 e successive modificazioni. Allo stato attuale 31 dicembre 2016 D.M. 16 MARZO 2012 TERMINE PER L ISTANZA DI AMMISSIONE AL PIANO STRAORDINARIO DI ADEGUAMENTO 31 OTTOBRE 2012 TERMINE ADEGUAMENTO ATTIVITA QUALORA AMMESSI AL PIANO 31 DICEMBRE 2013 L ISTANZA DI AMMISSIONEPUO ESSERE PRESENTATA OLTRE IL 31 OTTOBRE 2012 A CONDIZIONE CHE L ATTIVITA SIA CHIUSA O RIDOTTO IL NUMERO DEI POSTO LETTO. (Da dimostrare tramite atto notorio o dichiarazione sostitutiva dell atto di notorietà) 5
6 ATTIVITA N. 66 DELL ALLEGATO I AL D.P.R. 151/2011 (ex 84 del D.M ) Alberghi, pensioni, motel, villaggi albergo, residenze turistico alberghiere, studentati, villaggi turistici, alloggi agrituristici, ostelli per la gioventù, rifugi alpini, bed & breakfast, dormitori, case per ferie, con oltre 25 postiletto; Strutture turistico-ricettive nell aria aperta (campeggi, villaggi-turistici, ecc.) con capacità ricettiva superiore a 400 persone. TERMINI, DEFINIZIONI E TOLLERANZE DIMENSIONALI D.M SPAZIO CALMO: luogo sicuro statico contiguo e comunicante con una via di esodo verticale od in essa inserito CORRIDOIO CIECO: corridoio o porzione di corridoio dal quale è possibile l'esodo in un'unica direzione La lunghezza del corridoio cieco va calcolata dall'inizio dello stesso fino all'incrocio con un corridoio dal quale sia possibile l'esodo in almeno due direzioni, o fino al più prossimo luogo sicuro o via di esodo verticale. 6
7 TERMINI, DEFINIZIONI E TOLLERANZE DIMENSIONALI Colonna a secco: installazione di lotta contro l'incendio ad uso dei Vigili del fuoco, comprendente una tubazione rigida metallica che percorre verticalmente l'edificio, di norma all'interno di ciascuna via d'esodo verticale. TITOLO II - DISPOSIZIONI RELATIVE ALLE ATTIVITA' RICETTIVE CON CAPACITA' SUPERIORE A 25 POSTI LETTO (D.M ) UBICAZIONE Gli edifici devono essere ubicati nel rispetto delle distanze di sicurezza, stabilite dalle disposizioni vigenti, da altre attività che comportino rischi di esplosione od incendio. in edifici indipendenti in edifici anche a destinazioni diverse, nel rispetto delle specifiche normative, tali destinazioni, se soggette ai controlli di prevenzione incendi, siano limitate a quelle di cui ai punti 49, 65, 66, 67, 68, 69, 71, 72, 74, 75 e 77 del D.P.R. 1 AGOSTO 2011, n 151 7
8 TITOLO II - DISPOSIZIONI RELATIVE ALLE ATTIVITA' RICETTIVE CON CAPACITA' SUPERIORE A 25 E < 50 POSTI LETTO UBICAZIONE in edifici costruiti per tale specifica destinazione, isolati o tra essi contigui. in edifici costruiti per tale specifica destinazione, contigui e separati da altri aventi destinazioni diverse. nel volume di edifici aventi destinazione mista: è ammessa la presenza di attività normalmente inserite in edifici a destinazione civile e/o ad esse funzionali, (impianti termici, autorimesse, gruppi elettrogeni e di cogenerazione, attività commerciali e simili); non è ammessa la presenza di quelle attività, ricomprese nell'elenco I del decreto del Presidente della Repubblica n. 151/2011, in cui sono detenute o manipolate sostanze o miscele pericolose, o in cui si effettuano lavorazioni pericolose ai fini dell'incendio o dell'esplosione. Separazioni e Comunicazioni (D.M ) NO CON ATTIVITA NON PERTINENTI DIRETTAMENTE CON ATTIVITA PERTINENTI- NON SOGGETTE A CONTROLLO TRAMITE FILTRI A PROVA DI FUMO O SPAZI SCOPERTI CON ATTIVITA AMMESSE NEL VOLUME EDILIZIO STRUTTURE SEPARANTI ALMENO REI/EI 90 PER ATTIVITA DI PUBBLICO SPETTACOLO PERTINENTI SI APPLICA IL PUNTO 8.4 DELLA REGOLA TECNICA 8
9 Separazioni Comunicazioni - NUOVO D.M. Le attività ricettive possono comunicare con le altre attività di seguito indicate: attività ad esse pertinenti, nel rispetto delle specifiche norme tecniche di prevenzione incendi attività non ad esse pertinenti, tramite filtro a prova di fumo ed a condizione che le rispettive vie di esodo siano indipendenti, salvo quanto previsto per le destinazioni miste Gli elementi di separazione dalle attività devono avere caratteristiche di resistenza al fuoco almeno pari alla classe di resistenza al fuoco più elevata tra quella richiesta per l'attività ricettiva e quella richiesta per l'attività adiacente e comunque non inferiore a REI 30. Accesso all'area dei mezzi VF NO! larghezza: 3,50 m altezza libera: 4 m raggio di svolta: 13 m resistenza al carico: almeno 20 tonnellate (8 sull'asse anteriore, 12 sull'asse posteriore, passo 4 m) pendenza: non superiore al 10 % 9
10 Accostamento mezzi di soccorso NO! Per le strutture ricettive ubicate ad altezza superiore a 12 m, deve essere assicurata la possibilità di accostamento all'edificio delle autoscale dei Vigili del fuoco almeno ad una facciata, al fine di raggiungere, tramite percorsi interni di piano, i vari locali. Qualora tale requisito non sia soddisfatto, gli edifici di altezza superiore a 12 m devono essere dotati di scale a prova di fumo. CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE (D.M ) Altezza Antincendio dell'edificio R REI < 12 m > 12 m < > 54 m In alternativa é consentito che: Altezza antincendio dell'edificio R/REI (*) R/REI (**) Superiore a 12 m fino a 24 m Superiore a 24 m fino a 54 m 45 Oltre 54 m 60 (*) impianto di rivelazione e di segnalazione d incendio esteso all intera attività; (**) impianto di rivelazione e di segnalazione d incendio esteso all intera attività e di un servizio interno di sicurezza costituito da un congruo numero di addetti antincendio (non inferiore a 2) (attestato + corso rischio elevato) 10
11 CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE Resistenza al fuoco delle strutture I requisiti di resistenza al fuoco degli elementi strutturali devono essere valutati secondo le prescrizioni e le modalità di prova stabilite dal D.M. 9 marzo 2007 ed in ogni caso: Per le strutture portanti e gli elementi di compartimentazione, orizzontali e verticali, deve essere garantita una classe di resistenza al fuoco non inferiore a 30 ; oltre il quarto piano fuori terra, deve essere garantito il Livello III di prestazione : Le classi di resistenza al fuoco necessarie in funzione del carico d incendio specifico di progetto (q f,d ) CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE Livello III di prestazione d.m
12 CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE Vanno determinati con le tabelle e secondo le modalità specificate nel D.M. 16 febbraio 2007: gli spessori e le protezioni da adottare per i vari tipi di materiali. I requisiti di resistenza al fuoco delle porte e degli altri elementi di chiusura. Per le strutture di pertinenza delle aree a rischio specifico devono applicarsi le disposizioni emanate nelle relative normative. inoltre CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE Nel caso di tetti di copertura non collaboranti alla statica complessiva del fabbricato è consentito che gli elementi strutturali della copertura stessa, indipendentemente dall'altezza dell'edificio, abbiano caratteristiche di resistenza al fuoco commisurate alla classe dei locali immediatamente sottostanti e comunque non inferiore a R 30; a condizione che la situazione al contorno escluda la possibilità di propagazione di un eventuale incendio ad ambienti o fabbricati circostanti 12
13 Reazione al fuoco dei materiali (d.m ) LUNGO I PERCORSI DI ESODO MATERIALI IN CLASSE 1 > 50% A CONDIZIONE CHE L IMPIANTO DI RILEVAZIONE ED ALLARME INCENDIO SIA ESTESO ALL INTERA ATTIVITA CON ESCLUSIONE DELLE CAMERE QUALORA DOTATE DI PORTE EI 15 POSTI LETTO < 100 LUNGO I PERCORSI DI ESODO MATERIALI NON CLASSIFICATI < 25% ALLE STESSE CONDIZIONI + 2 ADDETTI CORSO ELEVATO CON VERIFICA BIENNALE ALTRI AMBIENTI MATERIALI NON CLASIFICATI < 25% CON IMPIANTO DI RILEVAZIONE ED ALLARME INCENDIO + 2 ADDETTI COME SOPRA D.M Reazione al fuoco dei materiali atri, nei corridoi, nei disimpegni, nelle scale, nelle rampe, nei passaggi, ecc. 13
14 Reazione al fuoco dei materiali prodotti isolanti con classi di reazione al fuoco in funzione del tipo di impiego previsto. Reazione al fuoco dei materiali Qualora per il prodotto isolante sia prevista una protezione da realizzare in sito affinché lo stesso non sia direttamente esposto alle fiamme. A1 A2 B C D E - F 14
15 Reazione al fuoco dei materiali INOLTRE Negli atri, nei corridoi, nei disimpegni, nelle scale, nelle rampe, nei passaggi in genere ed in tutti gli spazi adiacenti e non separati dalle vie di esodo, è consentito mantenere in opera materiali, ivi compresi arredi non classificati ai fini della reazione al fuoco, fino ad un massimo del 25% della superficie totale dell'ambiente in cui sono collocati. Nel computo dei materiali suddetti devono essere inclusi i rivestimenti lignei posti in opera anche non in aderenza a supporti incombustibili, mentre devono essere esclusi i mobili imbottiti. A condizione che: carico di incendio specifico qf sia < 175 MJ/m² In alternativa: servizio interno di emergenza permanentemente presente, composto da un congruo numero di addetti (> 2), in possesso dell'attestato di idoneità tecnica (corso di tipo B). I requisiti di idoneità tecnica di tali addetti dovranno essere verificati ogni due anni da parte dei Comandi provinciali dei VV.F. qf e qf,d sistema di controllo automatico di fumi e calore, realizzato in conformità alle vigenti norme tecniche, finalizzato a garantire, lungo le vie di esodo, un'altezza libera dal fumo pari almeno a 2,00 metri. IL CALCOLO DEL CARICO DI INCENDIO SPECIFICO DI PROGETTO q f,d Fattore di limitazione della partecipazione alla combustione (0,0; 0,85, 1,00) Fattore di partecipazione alla combustione (0,80, 1,00) 15
16 Reazione al fuoco dei materiali Nei restanti ambienti deve essere assicurata l'adozione di una delle due soluzioni alternative, di seguito descritte: I. utilizzare materiali di classe di reazione al fuoco non superiore a 2, secondo quanto indicato dalle tabelle 1, 2 e 3 allegate al decreto del Ministro dell'interno del 15 marzo 2005 e installare prodotti isolanti con prestazioni di reazione al fuoco conformi all'art. 7 del decreto del Ministero dell'interno del 15 marzo 2005 e successive modificazioni. II. mantenere materiali, ivi compresi quelli di arredamento, non classificati ai fini della reazione al fuoco (inclusi i rivestimenti lignei posti in opera anche non in aderenza a supporti incombustibili) a condizione che i detti ambienti garantiscano unaclasse di resistenza al fuoco non inferiore a 30. Prodotti installati in altri ambienti PARETE SOFFITTO A2-s1, d0 A2-s1, d1 A2-s1, d2 A2-s2, d0 A2-s2, d1 A2-s2, d2 A2-s3, d0 A2-s3, d1 A2-s3, d2 B-s1, d0 B-s1, d1 B-s1, d2 B-s2, d0 B-s2, d1 B-s2, d2 B-s3, d0 B-s3, d1 B-s3, d2 C-s1, d0 C-s1, d1 C-s1, d2 C-s2, d0 C-s2, d1 C-s2, d2 C-s3, d0 C-s3, d1 C-s3, d2 D-s1, d0 D-s1, d1 D-s1, d2 D-s2, d0 D-s2, d1 D-s2, d2 D-s3, d0 D-s3, d1 D-s3, d2 E F A2-s1, d0 A2-s1, d1 A2-s1, d2 A2-s2, d0 A2-s2, d1 A2-s2, d2 A2-s3, d0 A2-s3, d1 A2-s3, d2 B-s1, d0 B-s1, d1 B-s1, d2 B-s2, d0 B-s2, d1 B-s2, d2 B-s3, d0 B-s3, d1 B-s3, d2 C-s1, d0 C-s1, d1 C-s1, d2 C-s2, d0 C-s2, d1 C-s2, d2 C-s3, d0 C-s3, d1 C-s3, d2 D-s1, d0 D-s1, d1 D-s1, d2 D-s2, d0 D-s2, d1 D-s2, d2 D-s3, d0 D-s3, d1 D-s3, d2 E F EQUIVALENTI CLASSE 1 EQUIVALENTI CLASSE 2 EQUIVALENTI CLASSE 3 CLASSI NON AMMESSE 32 16
17 PAVIMENTI lungo le vie di esodo in altri ambienti A2 fl -s1 A2 fl -s2 B fl -s1 B fl -s2 C fl -s1 C fl -s2 D fl -s1 D fl -s2 A2 fl -s1 A2 fl -s2 B fl -s1 B fl -s2 C fl -s1 C fl -s2 D fl -s1 D fl -s2 E fl E fl F fl F fl EQUIVALENTI CLASSE 1 EQUIVALENTI CLASSE 2 EQUIVALENTI CLASSE 3 CLASSI NON AMMESSE 33 Prodotti isolanti protetti installati in altri ambienti PARETE A2-s1, d0 A2-s1, d1 A2-s1, d2 A2-s2, d0 A2-s2, d1 A2-s2, d2 A2-s3, d0 A2-s3, d1 A2-s3, d2 B-s1, d0 B-s1, d1 B-s1, d2 B-s2, d0 B-s2, d1 B-s2, d2 B-s3, d0 B-s3, d1 B-s3, d2 C-s1, d0 C-s1, d1 C-s1, d2 C-s2, d0 C-s2, d1 C-s2, d2 C-s3, d0 C-s3, d1 C-s3, d2 D-s1, d0 D-s1, d1 D-s1, d2 D-s2, d0 D-s2, d1 D-s2, d2 D-s3, d0 D-s3, d1 D-s3, d2 E F SOFFITTO A2-s1, d0 A2-s1, d1 A2-s1, d2 A2-s2, d0 A2-s2, d1 A2-s2, d2 A2-s3, d0 A2-s3, d1 A2-s3, d2 B-s1, d0 B-s1, d1 B-s1, d2 B-s2, d0 B-s2, d1 B-s2, d2 B-s3, d0 B-s3, d1 B-s3, d2 C-s1, d0 C-s1, d1 C-s1, d2 C-s2, d0 C-s2, d1 C-s2, d2 C-s3, d0 C-s3, d1 C-s3, d2 D-s1, d0 D-s1, d1 D-s1, d2 D-s2, d0 D-s2, d1 D-s2, d2 D-s3, d0 D-s3, d1 D-s3, d2 E F CLASSI AMMESSE CON PROTEZIONE EQUIVALENTE CLASSE 1 CLASSI AMMESSE CON PROTEZIONE ALMENO A2-s3,d0 CLASSI AMMESSE CON PROTEZIONEA1 esclusi materiali metallici CLASSI AMMESSE CON PROTEZIONE EI
18 Reazione al fuoco dei materiali INOLTRE: i materiali suscettibili di prendere fuoco su entrambe le facce (tendaggi, drappeggi e sipari) devono essere di classe di reazione al fuoco non superiore ad 1; i mobili imbottiti posizionati nelle vie d'esodo ed in tutti gli spazi adiacenti e non separati dalle vie di esodo, ed i materassi devono essere di classe 1 IM e di classe 2 IM nei restanti ambienti. Reazione al fuoco dei materiali INOLTRE: materiali suscettibili di prendere fuoco su entrambe le facce (tendaggi, drappeggi e sipari) e i mobili imbottiti non classificati, in quantità tale che la loro superficie (considerando per i mobili imbottiti la superficie in proiezione a pavimento e a parete) < al 20% della superficie totale dell'ambiente in cui sono collocati (pavimento + pareti + soffitto). A CONDIZIONE CHE: i materiali siano in ambienti presidiati da addetto antincendio (atrio/soggiorno con addetto alla reception) o qf < 175 MJ/mq e servizio di emergenza o qf < 175 MJ/mq e sistema di controllo dei fumi. 18
19 Compartimentazioni (D.M ) Altezza Antincendio Sup. Max Compartimenti (max 2 piani) Fino 24 m 3000 mq. Superiore a 24 m fino a 54 m 2000 mq. Oltre 54 m 1000 mq. su un solo piano COMPARTIMENTO SU PIU PIANI < 4000 mq. CON CARICO DI INCENDIO < 30 KG./MQ. ED IMPIANTO DI RILEVAZIONE ED ALLARME INCENDIO IN TUTTI GLI AMBIENTI IL COMPARTIMENTO PUO ESSERE COMPRESO TRA 4000 E 8000 MQ. CON L AGGIUNTA DI IMPIANTO AUTOMATICO DI SPEGNIMENTO ESTESO ALL INTERO COMPARTIMENTO INTERESSATO Compartimentazione L'intera struttura ricettiva, ad eccezione delle aree a rischio specifico, può costituire unico compartimento. Le aree a rischio specifico dovranno essere compartimentate con strutture e serramenti aventi caratteristiche di resistenza al fuoco non inferiori alla classe di resistenza al fuoco determinata ai sensi del decreto del Ministro dell'interno del 9 marzo 2007.??? 19
20 Compartimentazione Piani interrati Le aree comuni a servizio del pubblico possono essere ubicate non oltre il secondo piano interrato fino alla quota di -10,00 m; Le predette aree ubicate a quota compresa tra -7,50 e -10,00 m, devono essere protette mediante impianto di spegnimento automatico ad acqua frazionata comandato da impianto di rivelazione di incendio. Corridoi I tramezzi che separano le camere per ospiti dai corridoi devono avere caratteristiche di resistenza al fuoco non inferiore a REI 30 (EI30). Le porte delle camere devono avere caratteristiche non inferiore a RE 15 con dispositivo di autochiusura. (solo dispositivo di autochiusura) Nei piani interrati non possono essere ubicate camere per ospiti: NO! Scale Le caratteristiche di resistenza al fuoco dei vani scala devono essere congrue in funzione dell altezza antincendio dell edificio. (NO!) Le scale a servizio di edifici a più di due piani fuori terra e non più di sei piani fuori terra, devono essere almeno di tipo protetto. (NO!) Le rampe delle scale devono essere rettilinee avere > 3 gradini e < 15. I gradini devono essere a pianta (NO!) rettangolare, devono avere alzata e pedata costanti rispettivamente non superiore a 17 cm e non inferiore a 30 cm. Il vano scala deve avere superficie netta di aerazione permanente in sommità non inferiore a 1 m2. La larghezza delle scale non può essere inferiore a 1,20 m. (NO!) Le scale a servizio di edifici a più di sei piani fuori terra devono essere del tipo a prova di fumo. (NO!) Sono ammesse rampe non rettilinee, a condizione che vi siano pianerottoli di riposo almeno ogni quindici gradini e che la pedata del gradino sia di almeno 30 cm misurata a 40 cm dal montante o dal parapetto interno. (NO!) Può essere protetta tramite infisso apribile automaticamente (tramite rivelatori di incendio) o manualmente a distanza. 20
21 Scale È consentito non realizzare nel vano scala la superficie di aerazione se sono rispettate tutte le seguenti condizioni: Vano scala protetto Materiali di arredo classe 1 e mobili imbottiti classe 1IM Materiali in classe 0 o A1 > 50% della sup. (pavimento + pareti + soffitto + proiezioni orizzontali delle rampe); per la restante parte classe 1, isolanti 1, 0-1, 1-0, 1-1, ecc. Qualora la protezione del vano scala non sia garantita a causa, unicamente, della mancanza della porta di compartimentazione in corrispondenza dello sbarco nell'atrio di ingresso, è consentito realizzare, in alternativa alla superficie di aerazione permanente in sommità, un sistema di evacuazione forzata di fumo e calore che garantisca tre ricambi/ora del volume del corpo scala. MISURE PER L'EVACUAZIONE IN CASO DI EMERGENZA Affollamento Aree camere: numero dei posti letto Pranzo/colazione dichiarazione del titolare; Spazi per riunioni, trattenimenti e simili dichiarazione titolare o 0,7 per./mq. Altre aree comuni: densità di affollamento pari a 0,4 persone/mq aree destinate ai servizi: persone effettivamente presenti più il 20 %. Capacità di deflusso (MODULO) 50 per il piano terra 37,5 per gli altri piani elevato a 50 21
22 MISURE PER L'EVACUAZIONE IN CASO DI EMERGENZA le scale siano almeno di tipo protetto, con la possibilità di sbarco nell'atrio d'ingresso a condizione materiali installati nell'atrio e nei locali adiacenti e non separati da esso classificati ai fini della reazione al fuoco; non devono essere installate apparecchiature a fiamma ed ogni altra apparecchiatura da cui possa derivare pericolo di incendio lungo i percorsi di esodo siano installati materiali di classe di reazione al fuoco 0 - A1 - (A2- s1,d0); eventuali corsie di camminamento centrale e tendaggi abbiano almeno la classe 1 di reazione al fuoco ed i mobili imbottiti la classe 1IM SISTEMA DI VIE D USCITA Larghezza utile delle vie di uscita (escluso ingombro elementi sporgenti esclusi maniglioni antipanico!) Non considerati ad altezze > 2,00 mt. e corrimano con ingombro < 8 cm. è vietato collocare specchi che possano trarre in inganno sulla direzione da seguire nell'esodo. Le porte di accesso alle scale e quelle che immettono all'esterno o in luogo sicuro, devono aprirsi nel verso dell'esodo, a semplice spinta! 22
23 SISTEMA DI VIE D USCITA strutture alberghiere site in immobili a destinazione mista ed in edifici storici vincolati le porte, che immettono all'esterno o in luogo sicuro, possono essere prive di maniglione antipanico e non aprirsi nel verso dell'esodo alle seguenti condizioni: Deroga in via generale! siano dotate di cartellonistica che ne indichi le modalità di apertura, con traduzione in varie lingue; lungo le vie di esodo che conducono alle porte suddette, i materiali siano classificati ai fini della reazione al fuoco devono essere comunque apribili manualmente, anche in assenza di alimentazione elettrica, e devono essere dotate di un sistema di blocco meccanico in posizione di massima apertura. Le modalità di gestione di tali porte devono essere esplicitate nel piano di emergenza. Larghezza delle vie di uscita La larghezza utile delle vie di uscita e passaggi > 0,90 computato pari a 1 modulo. No scale mobili nel computo Restringimenti puntuali 0,80 comprensivo delle tolleranze e materiali sulle vie di esodo 0 A1 (A2-s1,d0) Nel computo anche gli ingressi apribili nel verso dell esodo a semplice spinta. Larghezza totale di piano determinata da max affollamento/capacità deflusso. Larghezza totale uscite all aperto, per attività su più piani, affollamento su 2 piani consecutivi di maggiore affollamento. 23
24 Vie di uscita ad uso esclusivo DUE O PIU SCALE Sulle comunicazioni dei piani interrati con i vani scala devono essere installate porte con resistenza al fuoco > EI 30, con congegno di autochiusura Il percorso di esodo, dalla porta di ogni camera e da ogni punto dei locali comuni: 40 m. luogo sicuro o scala di sicurezza esterna; 30 m. per scala protetta facente parte del sistema di via di esodo Corridoi ciechi < 15 m. INCREMENTO LUNGHEZZE incrementate di 5 m qualora i materiali installati a parete e a soffitto siano di classe 0 - A1 - (A2-s1,d0) di reazione al fuoco e NO materiale suscettibile di prendere fuoco su entrambe le facce. dalla porta di ogni camera e da ogni punto dei locali comuni, può essere incrementato di ulteriori 5 m, mentre i corridoi ciechi possono essere incrementati di ulteriori 10 m, se: tutti i materiali installati in tali percorsi siano di classe 0 - A1 - (A2-s1,d0) di reazione al fuoco le porte delle camere aventi accesso su tali percorsi possiedano caratteristiche di resistenza al fuoco EI 30 e siano dotate di dispositivo di autochiusura 24
25 Vie di uscita ad uso esclusivo UNA SOLA SCALA Comunicazioni dei piani interrati con i vani scala tramite disimpegno, anche non aerato, con porte > EI 60, con congegno di autochiusura; In edifici > 2 piani fuori terra la scale deve essere almeno di tipo protetto. Per le attività ricettive ubicate in edifici aventi altezza antincendio maggiore di 24 m e non superiore a 32 m, è consentita la presenza di una sola scala, purché sia rispettata una delle seguenti condizioni: a) la scala sia di tipo a prova di fumo od esterna; b) la scala sia di tipo protetto e sia installato un impianto di spegnimento automatico esteso all'intera attività conforme al D.M (d.m. impianti). Scala in vano costituente compartimento antincendio avente accesso per ogni piano, mediante porte di resistenza al fuoco almeno RE predeterminata e dotate di congegno di autochiusura, da spazio scoperto o da disimpegno aperto per almeno un lato su spazio scoperto dotato di pa-rapetto a giorno. SCALA A PROVA DI FUMO (punto 3.8 del D.M ) 25
26 SCALA A PROVA DI FUMO INTERNA (punto 3.9 del D.M ) Sala in vano costituente compartimento antincendio avente accesso, per ogni piano, da filtro a prova di fumo. SCALA PROTETTA (punto 3.10 del D.M ) Scala in vano costituente compartimento antincendio avente accesso diretto da ogni piano, con porte di resistenza al fuoco REI predeterminata e dotate di congegno di autochiusura. 26
27 INCREMENTO LUNGHEZZE CORRIDOI < 15 M. incrementate di 5 m qualora i materiali installati a parete e a soffitto siano di classe 0 - A1 - (A2-s1,d0) di reazione al fuoco e NO materiale suscettibile di prendere fuoco su entrambe le facce. dalla porta di ogni camera e da ogni punto dei locali comuni, può essere incrementato di ulteriori 10 m se: tutti i materiali installati in tali percorsi siano di classe 0 - A1 - (A2-s1,d0) di reazione al fuoco le porte delle camere aventi accesso su tali percorsi possiedano caratteristiche di resistenza al fuoco EI 30 e siano dotate di dispositivo di autochiusura EDIFICI < 3 PIANI FUORI TERRA - NO SCALE PROTETTE a condizione: - la lunghezza dei corridoi che adducono alle scale sia limitata a 20 m; - i materiali installati a parete e a soffitto siano di classe di reazione al fuoco 0-A1-(A2-s1,d0); - no materiale suscettibile di prendere fuoco su entrambe le facce. Edifici < quattro piani fuori terra, è consentito non realizzare le scale di tipo protetto con l'adozione di: Materiali classe di reazione al fuoco 0 - A1 - (A2- s1,d0), con la sola eccezione di eventuali corsie di camminamento centrale, per le quali è ammessa la classe 1 di reazione al fuoco; - le porte delle camere >EI 15; -nelle camere coperte e copriletto di classe 1 di reazione e guanciali e mobili 1 IM; o in alternativa: i materiali installati nelle scale e nei corridoi che adducono alle scale abbiano classe 0 - A1 - (A2-s1,d0), con la sola eccezione di eventuali corsie di camminamento centrale con classe 1; - NO eventuale altro materiale combustibile; - le porte delle camere > EI 15. per gli edifici serviti da scale non protette, la lunghezza totale del percorso che adduce su luogo sicuro è limitata a 40 m; tale lunghezza può essere incrementata di 5 m alle seguenti condizioni: - i materiali installati a parete e a soffitto siano di classe di reazione al fuoco 0 - A1 - (A2-s1,d0); - non sia presente materiale suscettibile di prendere fuoco su entrambe le facce. 27
28 Atrio di ingresso Nel caso in cui le scale immettano nell'atrio di ingresso, quest'ultimo costituisce parte del percorso di esodo e devono essere rispettate le seguenti disposizioni: i materiali installati nell'atrio e nei locali adiacenti e non separati da esso, devono essere conformi a quanto prescritto per le vie di esodo; nell'atrio non devono essere installate apparecchiature a fiamma ed ogni altra apparecchiatura da cui possa derivare pericolo di incendio. Vie di uscita ad uso promiscuo Attività ricettive in edifici a destinazione mista e scale ad uso promiscuo: Edificio con altezza antincendio < a 32 m; l'attività ricettiva separata dalla scala e dal resto del fabbricato con elementi almeno REI/EI 60; le comunicazioni dei vani scala, costituenti vie di esodo, con i piani cantinati siano dotate di porte > EI 60; le scale siano dotate di impianto di illuminazione di sicurezza. 28
29 Inoltre! Vie di uscita ad uso promiscuo Attività ricettive in edifici a destinazione mista e scale ad uso promiscuo: presenza di due o più scale: la lunghezza massima dei percorsi dalla porta delle camere alle scale dell'edificio < a 25 m e corridoi ciechi < 15 m; tali lunghezze possono essere incrementate di 5 m, a condizione che i materiali installati a parete, a pavimento o a soffitto siano di classe di reazione al fuoco 0 - A1 - (A2-s1,d0) e che le porte delle camere almeno EI 30; presenza di una sola scala: l'attività ricettiva deve essere distribuita in compartimenti < a 250 m²; la lunghezza massima del percorso dalla porta di ogni camera alla scala < 15 m; è consentito che tale lunghezza massima sia incrementata di 5 m e che la superficie massima dei compartimenti < 350 m², a condizione che lungo i percorsi d'esodo, i materiali in classe 0 - A1 - (A2-s1,d0) e che le porte delle camere > EI 30; Vie di uscita ad uso promiscuo Attività ricettive in edifici a destinazione mista e scale ad uso promiscuo: È consentita la comunicazione tra gli ambienti di ricevimento dell'attività ricettiva e le parti comuni dell'edificio alle seguenti condizioni: l'ambiente di ricevimento sia permanentemente presidiato; nell'ambiente di ricevimento non siano presenti sostanze infiammabili; la larghezza della scala e della via di esodo che conduce all'esterno dell'edificio sia commisurata al piano di massimo affollamento dell'attività ricettiva. 29
30 AREE A RISCHIO SPECIFICO Locali adibiti a depositi di materiale combustibile > 12 mq. locali destinati a deposito, di superficie qualsiasi, in diretta comunicazione con il sistema di vie di esodo; lavanderie e stirerie Per le aree a rischio specifico devono essere previste le seguenti misure: AREE A RISCHIO SPECIFICO le strutture e le porte di separazione devono possedere caratteristiche di resistenza al fuoco valutate in funzione al qf,d; ventilazione naturale > a 1/40 della superficie in pianta. È consentito limitare la superficie di ventilazione ad 1/100, mediante camini o condotte, realizzati a regola d'arte, e strutture di compartimentazione congrue con il qf (< 1052 MJ/m²), a condizione che lo stesso sia integrato da un sistema di controllo automatico dei fumi e calore. In alternativa al sistema di controllo automatico di fumi e calore: impianto di spegnimento automatico a protezione del locale; Oppure un servizio interno di emergenza permanentemente presente, composto da almeno due unità con attestato di idoneità tecnica e corso di tipo B di cui all'allegato IX del decreto del Ministro dell'interno 10 marzo NO! resistenza al fuoco e ventilazione con superficie < 5 m² e qf < a 350 MJ/m²; qualora il locale sia in diretta comunicazione con le vie di esodo, o con spazi adiacenti e non separati dalle vie di esodo: PORTE CON AUTOCHIUSURA! 30
31 AREE A RISCHIO SPECIFICO Depositi di liquidi infiammabili All'interno del volume dell'edificio è consentito detenere prodotti liquidi infiammabili strettamente necessari per le esigenze igienicosanitarie, posti in armadi metallici dotati di bacino di contenimento. Tali armadi devono essere ubicati nei locali deposito, con esclusione dei locali aventi le caratteristiche descritte al punto della regola tecnica ( < 5 mq., qf < a 350 MJ/mq e porte con autochiusura!). IMPIANTI A RISCHIO SPECIFICO servizi tecnologici tipologie di impianto ascensori e montacarichi; termici e/o preparazione cibi; condizionamento e/o ventilazione; elettrici; produzione di energia (es. fotovoltaico, cogeneratori, ecc.); trattamento delle acque; frigoriferi; protezione attiva. Detti impianti devono essere progettati, realizzati e gestiti secondo la regola dell'arte, in conformità alle disposizioni legislative e regolamentari applicabili! 31
32 IMPIANTI A RISCHIO SPECIFICO servizi tecnologici tipologie di impianto Negli attraversamenti di strutture resistenti al fuoco dovrà essere garantita la continuità delle caratteristiche di resistenza al fuoco. Autonomia degli impianti di sicurezza: rivelazione e allarme: 30 minuti; illuminazione di sicurezza: 1 ora; impianti idrici antincendio (ove previsti): 30 minuti. L'impianto di illuminazione di sicurezza almeno 5 lux ad 1 m di altezza dal piano di calpestio. Il quadro elettrico generale deve essere ubicato in posizione facilmente accessibile e segnalata; in prossimità dell accesso principale, segnalato, il dispositivo di sgancio elettrico generale. 5. È consentita la presenza di caminetti e di stufe tradizionali esclusivamente nelle aree comuni. A condizione: IMPIANTI A RISCHIO SPECIFICO servizi tecnologici tipologie di impianto I caminetti e le stufe tradizionali, sia del tipo a fiamma libera (caminetto a focolare aperto) sia del tipo protetto (caminetto a focolare chiuso), possono essere installati se sono rispettate le seguenti prescrizioni specifiche: devono essere progettati, realizzati e gestiti secondo la regola dell'arte; i canali da fumo devono essere realizzati in modo da non costituire causa d'innesco e propagazione d'incendio; non devono essere posizionati in corrispondenza dei percorsi di esodo; devono essere installati in locali separati dal sistema di vie di esodo principale mediante strutture e serramenti > EI 30; Informazione e formazione al personale addetto alla gestione della sicurezza; almeno un estintore a polvere 34A-233B, in prossimità dell'installazione; attorno al caminetto deve essere presente esclusivamente materiale incombustibile; tale area di sicurezza deve svilupparsi, sia in altezza che in larghezza, per una distanza dal caminetto pari ad almeno 200 cm nel caso di focolare aperto e ad almeno 100 cm nel caso di focolare chiuso. 32
33 AREE ED IMPIANTI A RISCHIO SPECIFICO Spazi per riunioni, trattenimento e simili conferenze; convegni; sfilate di moda; riunioni conviviali; piccoli spettacoli di cabaret; NON VIENE DETTO NULLA! feste danzanti; esposizioni d'arte e/o merceologiche OCCORRE TENERE CONTO DI?: UBICAZIONE? COMUNICAZIONI! STRUTTURE E MATERIALI! MISURE PER L'EVACUAZIONE! DISTRIBUZIONE DEI POSTI A SEDERE! 33
34 IMPIANTI ELETTRICI Gli impianti elettrici devono essere realizzati in conformità alla legge n. 186 del 1 marzo 1968 e certificati secondo il D.M , n. 37 In particolare, ai fini della prevenzione degli incendi, gli impianti elettrici: non devono costituire causa primaria di incendio o di esplosione; non devono fornire alimento o via privilegiata di propagazione degli incendi. Il comportamento al fuoco della membratura deve essere compatibile con la specifica destinazione d'uso dei singoli locali; devono essere suddivisi in modo che un eventuale guasto non provochi la messa fuori servizio dell'intero sistema (utenza); devono disporre di apparecchi di manovra ubicati in posizioni "protette" e devono riportare chiare indicazioni dei circuiti cui si riferiscono. MEZZI ED IMPIANTI DI ESTINZIONE INCENDI ESTINTORI D INCENDIO devono essere di tipo approvato dal M.I. DOVE INSTALLARLI IN PROSSIMITA DEGLI ACCESSI/USCITE DI PIANO; IN VICINANZA DI AREE A RISCHIO SPECIFICO; IN POSIZIONE FACILMENTE ACCESSIBILE E VISIBILE; DEVONO ESSERE SEGNALATI TRAMITE APPOSITI CARTELLI 34
35 ESTINTORI AVERE ADEGUATA CAPACITA ESTINGUENTE A SERVIZIO DI AREE E IMPIANTI A RISCHIO SPECIFICO IDONEI AL LUOGO DI INSTALLAZIONE A DISTANZA RECIPROCA < A 30 MT. 1 ESTINTORE OGNI 200 MQ. DI PAVIMENTO O FRAZIONE CON ALMENO UN ESTINTORE PER PIANO Impianti idrici antincendio - IDRANTI (per attività ubicate oltre il 3 piano fuori terra) DEVONO CONSENTIRE L INTERVENTO SULL INTERA ATTIVITA ALIMENTAZIONE IDRICA DI TIPO SINGOLO CONFORMI AL D.M LIVELLO DI PERICOLOSITA 1 NEL CASO DI NORMA UNI SOLO PROTEZIONE INTERNA 35
36 RETI IDRANTI - EDIFICI SINO A 3 PIANI Negli edifici fino a tre piani fuori terra non sussiste l'obbligo di realizzare la rete di idranti, a condizione che siano installati estintori carrellati a polvere con carica nominale non inferiore a 30 Kg, in ragione di almeno uno per piano, e che sia assicurata la presenza di addetti antincendio addestrati al loro utilizzo. Impianti idrici antincendio - IDRANTI (per attività ubicate oltre il 3 piano fuori terra) in alternativa alla rete di idranti UN ATTACCO UNI 45 PER PIANO IN PROSSIMITA DELL USCITA E CORREDO N 1 ESTINTORE CARRELLATO DA 30 KG. PER PIANO E ADDETTI ADDESTRATI ATTACCO DI MANDATA PER LE AUTOBOTTI VV.F. UNA COLONNA A SECCO 36
37 Impianti idrici antincendio - IDRANTI (per attività ubicate oltre il 3 piano fuori terra) INOLTRE GARANTIRE AI 3 ATTACCHI PIU SFAVOREVOLI, E A TUTTI SE INFERIORI, 120 LT./MIN. E PRESSIONE > 2 BAR devono essere installati dei dispositivi di sfiato dell'aria DIMENSIONATA PER PRESSIONE > 8 BAR lo sviluppo planoaltimetrico dell'impianto deve essere tale da garantirne il completo drenaggio IMPIANTI DI RIVELAZIONE E SEGNALAZIONE DEGLI INCENDI TUTTE LE ATTIVITA DEVONO ESSERENE DOTATE DEVONO ESSERE REALIZZATI SECONDO LA REGOLA DELL ARTE 37
38 Caratteristiche PERTANTO: L impianto dovrà consentire l'azionamento automatico dei dispositivi di allarme posti nell'attività entro: 2 minuti dall'emissione della segnalazione di allarme proveniente da due o più rivelatori o dall'azionamento di un qualsiasi pulsante manuale di segnalazione di incendio; 5 minuti dall'emissione di una segnalazione di allarme proveniente da un qualsiasi rivelatore, qualora la segnalazione presso la centrale di allarme non sia tacitata dal personale preposto. Caratteristiche POSSONO ATTIVARE: CHIUSURA AUTOMATICA DI PORTE TAGLIAFUOCO DISATTIVAZIONE DI IMPIANTI DI VENTILAZIONE E CONDIZIONAMENTO ATTIVAZIONE DI FILTRI IN SOVRAPPRESSIONE CHIUSURA DI SERRANDE TAGLIAFUOCO TRASMISSIONE A DISTANZA DEL SEGNALE DI ALLARME 38
39 COMPONENTI DEI SISTEMI AUTOMATICI RILEVATORI AUTOMATICI DI INCENDIO CENTRALE DI CONTROLLO E SEGNALAZIONE DISPOSITIVI D ALLARME COMANDI DI ATTIVAZIONE ELEMENTI DI CONNESSIONE PER IL TRASFERIMENTO DI ENERGIA ED INFORMAZIONI SEGNALETICA DI SICUREZZA DOVRA ESSERE CONFORME A QUANTO PREVISTO DAL D.LGS. 81/2008 IMPIANTI DI PROTEZIONE ATTIVA SISTEMI DI VIE DI ESODO E SPAZI CALMI 39
40 GESTIONE DELLA SICUREZZA VIE DI ESODO PRIVE DI OSTACOLI PROVVEDIMENTI DI SICUREZZA DURANTE LAVORI DI MANUTENZIONE VERIFICHE PERIODICHE DEI SISTEMI DI SICUREZZA EFFICIENZA DEGLI IMPIANTI ELETTRICI EFFICIENZA IMPIANTI DI VENTILAZIONE, CONDIZIONAMENTO E RISCALDAMENTO GESTIONE DELLA SICUREZZA In edifici a destinazione mista dovrà essere assicurato il coordinamento della gestione della sicurezza e delle operazioni di emergenza tra le attività presenti nell'edificio. 40
41 ADDESTRAMENTO DEL PERSONALE IL PERSONALE DEVE ESSERE IN GRADO Primo intervento ed azionamento del sistema di allarme Azioni da svolgere REGISTRO DEI CONTROLLI PERIODICI DEVE RIPORTARE TUTTI GLI INTERVENTI E CONTROLLI: IMPIANTI ELETTRICI IMPIANTI DI ILLUMINAZIONE IMPIANTI DI SICUREZZA PRESIDI ANTINCENDIO CONTROLLO DELLE AREE A RISCHIO SPECIFICO RIUNIONI DI ADDESTRAMENTO ED ESERCITAZIONI DI EVACUAZIONE 41
42 ISTRUZIONI DI SICUREZZA All'ingresso della struttura ricettiva devono essere esposte precise istruzioni relative al comportamento del personale e del pubblico in caso di sinistro ed una planimetria dell'edificio per le squadre di soccorso riportante la posizione: - delle scale e delle vie di evacuazione; - dei mezzi e degli impianti di estinzione disponibili; - dei dispositivi di arresto degli impianti di distribuzione del gas e dell'elettricità; - del dispositivo di arresto del sistema di ventilazione; - del quadro generale del sistema di rivelazione e di allarme; - degli impianti e locali che presentano un rischio speciale; - degli spazi calmi. ISTRUZIONI DI SICUREZZA Istruzioni da esporre a ciascun piano PLANIMETRIA DI ORIENTAMENTO SEGNALAZIONE DELLO SPAZIO CALMO Istruzioni da esporre in ciascuna camera ISTRUZIONI IN CASO DI INCENDIO NELLE VARIE LINGUE PLANIMETRIA SCHEMATICA DIVIETI DI UTILIZZO DI SOSTANZE INFIAMMABILI E/O FONTI DI CALORE 42
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