IL PIANO PER LA RD DEL COMUNE DI NAPOLI. OSSERVAZIONI E PROPOSTE CONCRETE DEL WWF: RACCOLTA PORTA A PORTA per step e PREMI per i cittadini virtuosi

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1 WWF Italia Sezione regionale Campania Via Andrea Da Salerno, Napoli Tel: Fax: sito: Napoli IL PIANO PER LA RD DEL COMUNE DI NAPOLI. OSSERVAZIONI E PROPOSTE CONCRETE DEL WWF: RACCOLTA PORTA A PORTA per step e PREMI per i cittadini virtuosi Il WWF, nonostante il suo dissenso sul percorso seguito dall Amministrazione per l approvazione del piano della raccolta differenziata del Comune di Napoli, ha comunque prodotto le proprie osservazioni nello spirito di collaborazione comune per il raggiungimento dell obbiettivo finale. Il Piano proposto dal Comune appare nel complesso una guida alla buone pratiche mancante in gran parte di indicazioni precise ai tempi e alle modalità, alcune di queste sono rimandate al regolamento attuativo, per altre non c è alcuna indicazione. Il WWF sarà presente oggi alla seduta del consiglio comunale per presentare le proprie osservazioni integrate con due emendamenti fondamentali. Abbiamo presentato due emendamenti da inserire nel testo- dichiara Ornella Capezzuto Presidente WWF Campania- che riteniamo necessari per la riuscita del piano. La nostra proposta è quella di partire da subito con la raccolta differenziata porta a porta dividendo la città per moduli con un primo step che coinvolga abitanti per poi passare nel secondo semestre ad un secondo modulo di cittadini per arrivare ad un totale di a fine anno. Questo obbiettivo è il minimo raggiungibile ed è sicuramente inferiore a quello di abitanti in un anno già sperimentato in città come Roma. Rispettando questo percorso nel giro di tre anni si riuscirà ad estendere la raccolta domiciliare ad almeno il 70% della popolazione napoletana. Il secondo emendamento proposto dall associazione riguarda i criteri di premialità, una proposta fondamentale. Come è ampiamente dimostrato da tutte le città che già hanno una raccolta domiciliare, infatti, è necessario introdurre dei criteri di premialità basati su significative riduzioni della tariffa sui rifiuti. Solo così questo sistema darà risultati positivi e la parte dei cittadini coinvolta si sentirà ricompensata per un impegno più gravoso rispetto alla parte che continuerà ad usare il vecchio sistema. In questo grave momento che vive la città e tutta la Regione Campania è per noi questo l unico modello da applicare per evitare che quanto accaduto si riproponga ciclicamente- conclude Ornella Capezzutogaranzia inderogabile che questo processo funzioni è che tutti gli attori coinvolti dall amministrazione, alle aziende addette alla raccolta ai cittadini credano in questo sistema facendo al meglio la loro parte. Si allegano le osservazioni e gli emendamenti proposti dal WWF. Si fa presente che le osservazioni del WWF sono state appoggiate e firmate in data di oggi anche dal Meetup amici di Beppe Grillo di Napoli e dal comitato della prima municipalità. La gestione dei Soci e del Tesseramento WWF è certificato ISO 9001:2000 (cert. n ) Lo scopo finale del WWF è fermare e far regredire il degrado dell ambiente naturale del nostro pianeta e contribuire a costruire un futuro in cui l umanità possa vivere in armonia con la natura. Registrato come: WWF Italia Via Po, 25/c Roma Cod.Fisc P.IVA IT Ente morale riconosciuto con D.P.R. n.493 del Schedario Anagrafe Naz.le Ricerche N. H 1890AD2. O.N.G. idoneità riconosciuta con D.M. 2005/337/000950/5 del ONLUS di diritto

2 Napoli OSSERVAZIONI DEL WWF CAMPANIA AL PIANO DI RACCOLTA DIFFERENZIATA DI NAPOLI Aggiornamento presentato per la seconda convocazione del Consiglio Comunale di Napoli con all ordine del giorno il Piano della Differenziata ( ex art. 3 dell Ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n dell 11 gennaio 2008) Si allegano 2 emendamenti al testo. Capitolo 1: Piano Regionale Nel capitolo 1, riguardante obiettivi e strategie del Piano Regionale per la raccolta differenziata della città di Napoli, si osserva quanto segue: Il 50% di RD, posto come obiettivo, rappresenta il minimo di legge, ed è veramente troppo poco in una città in emergenza. Inoltre è assolutamente da respingere l ipotesi di conteggiare come RD la frazione organica derivante dalla separazione post raccolta dell indifferenziato perchè in contrasto con la normativa vigente e in quanto questa frazione per le inevitabili impurità non è utilizzabile come compost. E assolutamente inefficace un piano che a regime si pone l obiettivo risibile di portare la produzione di RU pro-capite da 566 a 550 kg/pro capite. Un piano serio ed adeguato alla gravità della situazione dovrebbe puntare, attraverso interventi di prevenzione, a non superare i 450 kg/pro capite. E addirittura ridicolo l obiettivo di portare, a regime, la raccolta differenziata della frazione organica e di quella verde al 7,27% e al 3,64% rispettivamente, soprattutto perché si tratta di quelle frazioni che se compostate hanno un mercato sicuro in agricoltura, e la cui sottrazione agevola la separazione degli altri materiali. I riferimenti del Piano Regionale, per la loro totale inadeguatezza non meritano alcuna considerazione per il Piano della città di Napoli. Capitolo 2: Piano Comunale E importante che il Piano del Comune di Napoli abbia condiviso le suddette critiche (inizio cap.2)

3 Capitolo 3: il modello di raccolta Le premesse del piano (cap.3) sono condivisibili. Tuttavia nella strategia si ravvisa una eccessiva prudenza e lentezza nella diffusione delle raccolte domiciliari, che, sebbene comprensibile di fronte ai fallimenti passati, non è coerente sia con la situazione di emergenza che con la sensibilità crescente da parte della popolazione. Non è accettabile la motivazione della mancanza di impianti di compostaggio, in quanto questi, ad un primo stadio di realizzazione per una digestione aerobica semplice, possono essere realizzati in poche settimane, a partire dall adeguamento di quelli già esistenti, dal completamento di quelli già progettati, fino alla riconversione tecnica di alcuni impianti di CDR, attualmente fuori norma, e che risulterebbero inutili di fronte all aumento del materiale avviato al riciclaggio. Con tempi necessariamente più lunghi si potrà pensare alla realizzazione di impianti più sofisticati, con un primo trattamento anaerobico per l estrazione di biogas. Troppo modesta la sperimentazione su abitanti nel primo anno. La sperimentazione dovrebbe partire per abitanti nei primi sei mesi (vedi esempio di Roma), da estendere a entro il primo anno. Negli anni successivi si deve puntare al raddoppio per arrivare in tre anni a coprire la totalità della popolazione. Questo obiettivo,nella situazione contingente napoletana, viene ridotto, nell emendamento allegato a queste Osservazioni, con una proposta che si attesta su abitanti, per il primo anno. E inoltre fondamentale per la buona riuscita dell intervento, che l area di sperimentazione sia sufficientemente estesa da non creare una eccessiva prossimità con le aree limitrofe dove continua la raccolta stradale. Esperienze in tal senso insegnano che questo costituisce un fattore critico in quanto induce parte dei cittadini dell area di sperimentazione a non cambiare abitudine ed a portare i loro rifiuti nei cassonetti delle aree limitrofe. Per tali ragioni ci sembrano troppo piccole le dimensioni dei moduli di sperimentazione ( abitanti). Altro aspetto importante, per sostenere un più veloce passaggio alla raccolta domiciliare, è che con i quantitativi esigui derivanti dalla Rd prevista risulterebbe più difficile trovare una congrua destinazione dei materiali secchi separati (plastica, vetro, metalli, carta). Se si raggiungono quantità di materiale differenziato sufficienti è possibile stimolare ed incentivare la realizzazione di filiere locali per il riutilizzo creando un circolo virtuoso che a sua volta richiede un aumento delle quantità, con benefici anche sul fronte dell occupazione. Le raccolte domiciliari devono inoltre riguardare non solo carta e organico, ma essere estese a tutte le frazioni secche, secondo quanto previsto dal Piano, per evitare di creare situazioni miste domiciliare/stradale che disorientano il cittadino e lo inducono a comportamenti scorretti, soprattutto nella fase iniziale in cui è molto forte l inerzia dell abitudine al cassonetto stradale.

4 Capitolo 4: la riduzione Bene tutta la parte che riguarda le differenti azioni di riduzione della produzione di rifiuti, ma mancano ancora una volta gli obbiettivi, le azioni da intraprendere e i tempi di realizzazione. E opportuno che nel Piano sia prevista, in maniera molto più specificata e articolata, la modalità di passaggio dal pagamento della tassa sui rifiuti, alla tariffa per la raccolta differenziata. Capitolo 6: il fabbisogno impiantistico Importante che sia stata inserita nel piano la previsione della realizzazione dell impianto di compostaggio del Parco delle Colline, ma non è sufficiente. Sono necessari tempi certi e scadenze sia per questo impianto che per quelli previsti per Bagnoli e per l area occidentale, soprattutto visto il breve tempo di realizzazione. Emendamento n. 1 Dopo la frase che comincia con Attraverso questi progetti pilota di pag 26 viene sostituita la frase Nel corso del primo anno si procederà quindi all avvio della raccolta integrata attraverso esperienze pilota in quartieri della città, coinvolgendo un numero complessivo di utenze circa pari a abitanti, attivata per moduli. Con la seguente: Considerando che in contesti di grandi dimensioni, quale il Comune di Napoli, risulta difficile adottare in tempi brevi contemporaneamente su tutto il territorio comunale una nuova tipologia di raccolta domiciliare, anche perché risulta poco credibile chiedere all azienda che gestisce attualmente il servizio di riorganizzarsi immediatamente in questa nuova funzione. Inoltre una fase di verifica sperimentale del nuovo servizio appare quanto mai opportuna per mettere a punto le nuove modalità di riorganizzazione. Nel corso del primo anno si procederà quindi all avvio della raccolta integrata attraverso esperienze pilota in quartieri della città, coinvolgendo un numero complessivo di utenze circa pari a abitanti, attivata per moduli. Per raggiungere tale importante obiettivo si dovrà però individuare una prima zona di circa abitanti in cui sperimentare il modello per poi facilitarne l estensione agli altri abitanti nel secondo semestre quale fase di estensione ed ulteriore ottimizzazione del servizio. Nell arco di tre anni ci si impegna ad estendere il servizio di raccolta integrata almeno al 70% della popolazione. Risulta dunque necessario agire con gradualità senza incorrere però in errori progettuali che consistono, ad esempio, nella sperimentazione di sistemi domiciliari in porzioni della città che costringono a chiedere a cittadini che abitano a pochi metri di distanza (ma in zone con modalità di raccolta molto diverse) un comportamento molto responsabilizzato in

5 un caso (nella zona domiciliarizzata) ed un comportamento assolutamente libero (anche di non praticare la RD) nell altro. Si intende quindi adottare tali nuove modalità di raccolta a partire dalle zone di Napoli che rispondono a tale requisiti (zone di pertinenza dove posizionare i bidoni domiciliari) e che risultano ben circoscrivibili (con arterie a grande scorrimento, ferrovie ecc.) rispetto al resto della Città. La scelta dei quartieri oggetto della sperimentazione verrà quindi compiuta tenendo conto principalmente dei criteri di seguito elencati: - struttura urbanistica, in particolare delle abitazioni (locali rifiuti, spazi interni accessibili); - localizzazione del quartiere rispetto agli ecocentri ed agli impianti di recupero; - riproducibilità del modello sperimentale in altre parti omogenee della città; - possibilità di delimitare le aree oggetto della trasformazione evitando sovrapposizioni dei modelli di raccolta da utilizzare (porta a porta da un lato, cassonetti stradali presenti nei quartieri limitrofi dall altro); - previsioni di un più facile coinvolgimento degli utenti in considerazione delle sensibilità già dimostrate Emendamento n. 2 Dopo la tabella di pag. 69 si propone l inserimento del seguente paragrafo: Il Comune di Napoli ritiene inoltre che, per ottenere un sicuro successo in una situazione molto complessa come quello napoletana, risulta indispensabile introdurre delle significative forme di incentivazione economica dei cittadini coinvolti, del soggetto affidatario del servizio e dei soggetti affidatari dei servizi di progettazione e comunicazione con i cittadini attraverso l erogazione di incentivi economici legati al raggiungimento dei risultati. Di seguito vengono illustrate le criticità e le soluzioni proposte in base all esperienza acquisita da altre grandi Città (quali Roma, Bari ecc.). A) nelle grandi realtà urbane che avviano servizi di raccolte domiciliari si opera, almeno inizialmente, su aree parziali della Città. E perciò necessario premiare i cittadini residenti in tali aree con significative riduzioni tariffarie in modo da far percepire loro che l impegno che viene loro chiesto a differenza di altre zone della città non viene solo ricompensato con il maggior decoro urbano del quartiere. Tali forme premiali sono state la chiave di volta di iniziative andate a buon fine specie anche in Città del centro sud. Tali forme di incentivazione servono a prevenire eventuali tensioni e proteste da parte dei cittadini coinvolti dalle iniziative sperimentali che possono sentirsi cittadini di serie B rispetto agli altri che possono continuare a comportarsi in modo meno diligente e

6 responsabile senza incorrere in alcuna sanzione. Si propone di utilizzare una premialità massima ed una minima. Quella massima deve essere condizionata a: 1. il raggiungimento del 50% di raccolta differenziata 2. il conferimento di materiale conformi 3. l esposizione fronte strada in orari prestabiliti dei bidoni o mastelli e, dopo lo svuotamento, il successivo ritiro degli stessi all interno delle pertinenze condominiali cura dell amministrazione del condominio (che lo possono affidare a coop., imprese di pulizie o a persone disponibili dello stesso condominio). Tale attività permette una celerità nel servizio di raccolta che consente risparmi significativi rispetto alle modalità di svuotamento con esposizione e ritiro dei contenitori a carico dell azienda affidataria del servizio di raccolta. Le premialità adottate normalmente sono dell ordine del 15 20% del totale della tassa rifiuti; per un contesto come quello napoletano nel quale il servizio di raccolta risulta ormai gravemente delegittimato si suggerisce una riduzione più alta pari al 40-50%. La premialità minima viene sempre condizionata al raggiungimento del 50 % di RD e di materiali conformi ma non prevede che l onere dell esposizione fronte strada ed il successivo rientro dei contenitori sia posto in capo agli amministratori del condominio poiché tale servizio viene svolto, in questo caso, dagli stessi addetti alla raccolta a da cooperative incaricate direttamente dal Comune. B) Il nuovo servizio di raccolta domiciliare, rispetto al precedente stradale richiede un elevato grado di efficienza aziendale. Per assicurare tali performance è necessario applicare anche all azienda affidataria, degli elementi di premialità. Tali elementi di corresponsabilizzazione del risultato debbono essere applicati soprattutto ai protagonisti del nuovo servizio, cioè gli operatori, poiché essendo questi a contatto diretto con gli utenti rappresentano il più efficace elemento di comunicazione dell azienda. In alcuni contesti sono stati selezionate le risorse umane più motivate e diligenti (spesso quello assunto da poco con contratti a termine), in altre si è affidato il servizio ad aziende o cooperative esterne che potevano essere meglio e più facilmente motivate al risultato.

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