contro nei confronti di per l'annullamento,

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Bernarda Pizzi
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1 N /2016 REG.PROV.COLL. N /2009 REG.RIC. R E P U B B L I C A I T A L I A N A IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Terza) ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 3649 del 2009, proposto da: E. Stancampiano spa, rappresentata e difesa dagli avv.ti Carlo Comandè e Giovanni Pitruzzella, con domicilio eletto presso Carlo Comandè in Roma, Via Antonio Stoppani,1; contro Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca, rappresentato e difeso per legge dall'avvocatura dello Stato, con domicilio eletto in Roma, Via dei Portoghesi, 12; nei confronti di Vittorio Bellò, MPS Banca per l'impresa spa; per l'annullamento, dell atto n.1145 del 12 febbraio 2009, notificato il successivo 16 febbraio 2009, di rigetto della richiesta di rimozione dei tagli ai costi ammessi al finanziamento per la realizzazione di un progetto di ricerca, all occorrenza della relazione tecnico-

2 contabile finale del 7 agosto 2008, di ogni altro atto presupposto, connesso e conseguente. Visti il ricorso e i relativi allegati; Visto l'atto di costituzione in giudizio del Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca; Viste le memorie difensive; Visti tutti gli atti della causa; Relatore nell'udienza pubblica del giorno 2 dicembre 2015 il dott. Silvio Lomazzi e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale; Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue: FATTO e DIRITTO E. Stancapiano spa impugnava l atto n.1145 del 12 febbraio 2009, notificato il successivo 16 febbraio 2009, con cui il Ministero dell Istruzione dell Università e della Ricerca respingeva la richiesta di rimozione dei tagli ai costi ammessi al finanziamento per la realizzazione di un progetto di ricerca. L Amministrazione si costituiva in giudizio per la reiezione del gravame. Con decreto n del 2013 il ricorso veniva dichiarato perento. Con successiva ordinanza n.7254 del 2014 veniva accolta l opposizione avverso la suindicata misura dichiarativa della perenzione con fissazione dell udienza di merito. La ricorrente deduceva la violazione del D.Lgs. n.297 del 1999 e dell art.5 del D.M. n.593 del 2000 nonché l eccesso di potere per contraddittorietà manifesta ed errore sui presupposti di fatto e di diritto. L interessata in particolare, premesso che l Amministrazione approvava e ammetteva a finanziamento, con D.D. n.790 del 21 giugno 2004, per il costo

3 complessivo preventivato di ,00 ed un costo finanziabile di ,00 per la parte di competenza della Società ricorrente, il progetto cosiddetto SAIME, predisposto unitamente a TARI Industriale scarl, relativo alla messa a punto di sistemi analitici innovativi per la determinazione del titolo di leghe di metalli preziosi, ha fatto presente in particolare con un primo motivo che in sede di esecuzione del progetto non era possibile da parte dell esperto, incaricato di verificarne la corretta realizzazione, tornare a sindacare la congruità dei costi del progetto medesimo, ormai ammesso a finanziamento, dovendosi lo stesso limitare alla verifica contabile degli stati di avanzamento e non potendo dunque stralciare, come avvenuto, ben ,00, reputando congrua quindi solo la restante somma di ,00; che inoltre la relazione del suddetto tecnico sul punto risultava contraddittoria, da un parte avendo riconosciuto che il progetto in esame era eseguito secondo il capitolato tecnico e le previsioni di costo ammesse a finanziamento, dall altra ritenendo che i costi stessi erano stati sopravvalutati; con un secondo motivo che altresì erano da riconoscere le agevolazioni per le Società di consulenza SPIN ed Eupolis, al servizio anche della ricorrente, svolgendo le stesse attività in zone economicamente depresse; con un terzo motivo che in ultimo era censurabile lo scomputo dal finanziamento di varie voci di costo (per personale, consulenze e macchinari) preventivamente ammesse. Con memoria l Amministrazione pubblica segnalava in fatto che al menzionato decreto di ammissione al finanziamento erano seguiti il relativo contratto del 7 settembre 2005 e la relazione tecnico-contabile finale del 7 agosto 2008, deduceva in rito l inammissibilità del ricorso per difetto di giurisdizione del Giudice amministrativo, essendo munito della stessa il Giudice ordinario, e nel merito l infondatezza dell impugnativa. Con altra memoria la parte ricorrente ribadiva i propri assunti.

4 Nell udienza del 2 dicembre 2015 la causa veniva discussa e quindi trattenuta in decisione. Occorre in primo luogo evidenziare, quanto all eccezione di rito sollevata dall Amministrazione resistente, che la questione del difetto di giurisdizione del Giudice amministrativo non risulta fondata con riferimento al primo motivo di ricorso, essendo ivi dedotta la violazione dei presupposti procedurali del finanziamento, di cui all art.5, commi 36, 15, 33 del D.M. n.593 del 2000 (cfr. Cons. Stato, VI, n.5700 del 2007); che inoltre il gravame risulta fondato, dunque da accogliere, proprio con riferimento al suddetto primo ordine di censure; che pertanto difetta di rilevanza la questione di rito in rapporto agli altri due motivi di ricorso, assorbiti, ove erano contestati inadempimenti in base alla regolazione convenzionale del rapporto di finanziamento. E invero, quanto al cennato primo motivo, è necessario rilevare che, in sede di esecuzione del progetto, in base all art.5, commi 36, 15, 33 del D.M. n.593 del 2000, l esperto incaricato di verificarne la corretta esecuzione non poteva riconsiderare la congruità dei costi ammessi a finanziamento, già riscontrata preventivamente, dovendosi lo stesso limitare all esame tecnico-contabile degli stati di avanzamento, al cui positivo esito subordinare le relative erogazioni; che inoltre la cennata relazione tecnico-contabile finale risulta all evidenza contraddittoria, laddove prima riconosce che il progetto è stato eseguito secondo le indicazioni del capitolato tecnico e che il consuntivo finale è in linea con le previsioni di costo del decreto ministeriale di finanziamento e poi afferma che gli stessi costi sono stati sovrastimati (cfr. all.3 al ricorso). Va dunque annullata per illegittimità l impugnata determina n.1145 del 12 febbraio Per la particolarità della vicenda contenziosa sussistono nondimeno giusti motivi per compensare le spese di giudizio tra le parti.

5 P.Q.M. Definitivamente pronunciando, accoglie il ricorso n.3649/2009 indicato in epigrafe e per l effetto annulla l atto impugnato. Compensa le spese di giudizio tra le parti. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa. Così deciso in Roma nella camera di consiglio del giorno 2 dicembre 2015 con l'intervento dei magistrati: Daniele Dongiovanni, Presidente FF Silvio Lomazzi, Consigliere, Estensore Claudio Vallorani, Referendario L'ESTENSORE IL PRESIDENTE DEPOSITATA IN SEGRETERIA Il 03/03/2016 IL SEGRETARIO (Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)

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ha pronunciato la presente Pubblicato il 20/09/2017 N. 09838/2017 REG.PROV.COLL. N. 00064/2017 REG.RIC. R E P U B B L I C A I T A L I A N A IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio ha pronunciato