La nuova Ordinanza sindacale per il sito Caffaro Critiche e perplessità
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- Diana Negri
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1 La nuova Ordinanza sindacale per il sito Caffaro Critiche e perplessità La Nuova ordinanza sindacale sui divieti per il Sito Caffaro, del 25 luglio, oltre alla motivata e circostanziata contestazione formalizzata alle Autorità preposte e alla Magistratura da Medicina democratica nazionale e da alcuni Comitati ambientalisti locali, ha sollevato numerose critiche e perplessità, di cui peraltro l'amministrazione comunale, a tutt'oggi, sembra non tenere in nessun conto (anche recentemente l'assessore all'ambiente ha citato detta Ordinanza come virtuosa dimostrazione dell'operatività bresciana, contrapposta all'inerzia della burocrazia romana). Comunicato di Legambiente Brescia Brescia 5 agosto 2013 Legambiente Brescia prende atto della nuova ordinanza emessa dal Comune di Brescia circa il regime delle aree della cosiddetta Zona Caffaro. Alla base del provvedimento vi era l urgenza di intervenire data la scadenza della precedente ordinanza e gli interventi dell Autorità Giudiziaria. Le novità dell ordinanza adottata dimostrano una positiva ripresa di interesse dopo anni di colpevole inerzia. Tuttavia, Legambiente invita l'amministrazione a mettere in campo una serie di iniziative di approfondimento dei punti critici, anche in vista dei successivi provvedimenti da adottare per il rinnovo dell ordinanza stessa. Gli elementi di maggiore novità sono l apposizione di limiti e divieti espliciti su aree recentemente colpite da provvedimenti dell autorità giudiziaria, e la differenziazione delle limitazioni in funzione del grado di contaminazione delle diverse aree. Nelle aree a contaminazione media l ordinanza sostanzialmente dice che, secondo le autorità sanitarie, il rischio per chi le frequenta consiste nel contatto diretto con il terreno. Se tale contatto appare ridotto in quanto è presente uno strato erboso, i rischi per la salute si ridurrebbero drasticamente dal punto di vista della rilevanza statistica. A nostro avviso questo punto richiede massima prudenza e attenzione da parte delle Autorità Comunali. Primo, occorre che l Amministrazione chiarisca al più presto quali siano le basi scientifiche a sostegno della tesi secondo la quale la presenza di manto erboso riduce significativamente i rischi per la salute. In particolare, i cittadini devono sapere se la valutazione poggi su studi epidemiologici o piuttosto derivi da vecchie o nuove caratterizzazioni del suolo e, ancora, se è stata aggiornata l analisi di rischio commissionata nel 2007 all'istituto Superiore di Sanità e consegnata al Comune nei primi mesi del L'analisi indica quale livello di rischio corrono le varie fasce della popolazione, tenendo conto delle possibili vie d'ingresso degli inquinanti in questione: alimentare, cutanea, respiratoria. Secondo, deve essere chiarito al meglio che la frequentazione di quelle aree, pur se inerbate, espone comunque a una certo livello di rischio per la salute, e che solo attraverso l adozione di una serie di accurati accorgimenti da parte dei frequentatori (evitare il contatto con terra, fango e polvere; pulizia delle scarpe e 1
2 degli indumenti; vigilanza sull ingestione accidentale da parte dei bambini, ecc.) tali rischi si abbassano a livelli insignificanti. Terzo, resta da chiarire cosa debba considerarsi come manto erboso, come monitorarne lo stato nel tempo, e garantirne l integrità. Quarto, occorre che l Amministrazione integri il provvedimento sulle aree pubbliche con informazioni semplici e dettagliate ai cittadini dei quartieri coinvolti sullo stato di contaminazione di tutti i suoli, in modo che ciascuno sappia come affrontare il tema dell uso e dell eventuale bonifica delle proprietà private. Alla luce di queste problematiche, e del doveroso rispetto del principio di precauzione al quale le autorità sanitarie, Sindaco in primis, devono attenersi, ci chiediamo se valesse effettivamente la pena di consentire, nelle complesse condizioni attuali, la frequentazione delle aree pubbliche critiche. E decisamente apprezzabile lo sforzo informativo e di trasparenza che l Amministrazione sta mettendo in campo. Proprio in tal senso, occorrerà comunicare molto chiaramente ai cittadini cosa si possa fare e cosa non si possa in quelle aree, per evitare ambiguità ed equivoci, anche se rimane evidente che la priorità resta la bonifica, anche delle aree inerbate. Sotto tale profilo invitiamo l Amministrazione Comunale anche a chiarire come e quando cominceranno le bonifiche e quale sia in concreto la strategia del Comune per reperire le necessarie risorse finanziarie. Ribadiamo che la città necessita di un vero e proprio Piano Strategico di Riqualificazione Ambientale, ossia di un progetto organico di rigenerazione delle matrici ambientali (aria, acqua, suolo) che parta dall analisi rigorosa delle criticità esistenti e sviluppi con coerenza politiche di breve, medio e lungo termine per affrontarle e risolverle, a partire dal SIN Caffaro, ma non solo. Come associazione ambientalista, ci impegniamo a seguire questi passaggi nel modo più attento perché è fondamentale che ogni passaggio di questa delicata operazione avvenga nel modo più trasparente possibile. Legambiente Brescia 2
3 Interrogazione scritta di alcuni deputati del M5S Alberti Basilio Cominardi - Sorial Al Ministro della Salute Al Ministro dell ambiente - per sapere-premesso che: l Amministrazione comunale di Brescia appena insediata ha emesso una nuova Ordinanza (protocollo n 79272/13 del 25 luglio 2013) innalzando vertiginosamente i limiti minimi accettabili di contaminazione nell uso dei terreni della zona Caffaro. La nuova ordinanza sindacale ha modificato i limiti massimi di contaminazione di giardini pubblici e privati della zona a sud del Sito di Interesse Nazionale Caffaro e esattamente al punto 1.3 la nuova ordinanza recita che sono assoggettate a divieto di utilizzo a scopo ricreativo che comporti il contatto diretto con il terreno, anche se inerbito, le aree adibite a giardini pubblici e privati con livelli di inquinamento SUPERIORI ai limiti della tabella B allegato 5 al Titolo V del D.lgs. 152/06. Sono invece escluse dal divieto le zone ed aree pavimentate dei medesimi giardini. Inoltre al punto 1.4 si precisa che il divieto di utilizzo a scopo ricreativo che comporti il contatto diretto con il terreno di giardini pubblici e privati con livelli di inquinamento INFERIORI ai limiti della già citata Tabella B. Sono escluse dal divieto le zone ed aree il cui terreno è inerbito o pavimentato o che sia stato oggetto di riporti con materiali provenienti da aree non contaminate. Il D.lgs. 152/2006, Allegato 5, titolo V, parte quarta, tabelle, A e B, stabilisce le concentrazione soglia di contaminazione (CSC) dei diversi inquinanti nei suoli in relazione alla specifica destinazione del sito Per PCB e diossine sono le seguenti: unità misura di Siti ad uso Verde pubblico, privato e residenziale PCB mg/kg 0,06 5 sommatoria PCDF PCDD, (conversione T. E.) * (A) Siti ad usocommerciale edindustriale (B) ngte/kg *[ovvero sommatoria di diossine e furani, misurati in Tossicità Equivalente alla diossina più tossica, quella di Seveso]. 3
4 Vale a dire che per i giardini o meglio le aree ad uso verde pubblico utilizzati a scopo ricreativo, in particolare da bambini, sono state fatte valere le concentrazioni della tabella B del D.lgs. 152/2006, Allegato 5, titolo V, riferite ai siti ad uso commerciale e industriale nonostante si tratti di giardini privati e pubblici per i quali andrebbe utilizzata la Tabella A del medesimo. Dato cheil livello di contaminazione REALE delle aree verdi è da 10 a 80 volte superiore al limite posto dalla tabella A, ma comunque inferiore al nuovo limite imposto dall ordinanza, ovvero quello della tabella B, ne conviene che buona parte dei giardini pubblici e privati tornerebbero fruibilicon l unico accorgimento di inerbire il terreno o pavimentare parte dello stesso. Lo stesso decreto stabilisce che le Concentrazioni Soglia devono considerarsi valore di attenzione, superato il quale, occorre svolgere una caratterizzazione e quindi, l analisi di rischio sanitario e ambientale sito-specifica, sia per identificare i livelli di contaminazione residua accettabili, rispetto a cui impostare gli interventi di messa in sicurezza e/o bonifica, sia pervalutare gi effetti sulla salute umana derivanti dall esposizione prolungata all azione delle sostanze presenti nelle matrici ambientali contaminate (comma s, art. 240, D.lgs. 152/2006). Dunque è prevista la possibilità di discostarsi dalle concentrazioni soglia, ma a condizione che si realizzi l analisi di rischio sanitario e ambientale sito-specifica. In passato sono state effettuate per il sito Caffaro ben due analisi di rischio sanitario e ambientale sito-specifiche da parte delle istituzioni preposte e competenti in materia: una prima, nel 2003, da parte del Dipartimento Insediamenti produttivi e Interazione con l Ambiente dell Istituto per la Prevenzione e la Sicurezza sul Lavoro (Ispesl) di Roma; una seconda, nel 2007, da parte dell Istituto Superiore di Sanità. Quest ultima si è occupata in particolare delle colture agricole nella zona Chiesanuova - Noce,ritenendole in parte ammissibili con le proibitive (se rispettate) restrizioni di cui al punto 3dell Ordinanza; inoltre ha elaborato le concentrazioni di contaminazione accettabili nel suolo profondo a bonifica effettuata (1 m di scavo); invece, non si è occupata espressamente di giardini perché il tema era già considerato nell Ordinanza sindacale, con i divieti previsti,appunto, in forza della precedente Analisi di rischio dell Ispesl. L analisi di rischio dell Ispesl fu a suo tempo validata dall Asl di Brescia e servì da supporto al perfezionamento dell Ordinanza sindacale sui divieti e della relativa cartellonistica per la popolazione, quella che ora si ritiene in parte superata. L'analisi di rischio dell'ispesl prevedeva in considerazione esattamente i casi di cui trattasi, ovvero giardini privati (sim.4) e giardini pubblici (sim.6), ovviamente inerbiti, ad uso ricreativo, definendo per PCB e diossine le seguenti concentrazioni limite accettabili: sim. 4 Zona residenziale di tipo condominiale conpresenza di giardino sim. 6 Zona verde ad uso pubblico ricreativo PCB mg/kg 0,068 0,098 5 Diossine ngte/kg 3,7 5,4 100 Concentrazioni di cui alla tab B accettabili secondo la nuova Ordinanza Va notato che, per le zone in questione, l analisi di rischio sanitario, se per i PCB indica valori di poco sopra l attuale tabella A, per le diossine pone concentrazioni addirittura inferiori alla tabella A. Ma i dati dell inquinamento ambientale sono rimasti uguali e se fatti nuovi sono intervenuti, andrebbero esattamente nella direzione opposta a quella della nuova Ordinanza sindacale, 4
5 aumentando le restrizioni invece di ridurle: i PCB ora, a differenza del 2003, sono dichiarati dall Oms cancerogeni certi per l uomo; negli ultimi anni si è consolidata la conoscenza di 12 PCB- DL, ovvero diossina simili, che nei monitoraggi biologici, vengono sommati a diossine e furani per calcolare la tossicità equivalente (TE) e che, dunque, vanno misurati e sommati alla TE anche nei terreni (ciò che a Brescia non è mai stato fatto). Si segnala, infine, che in data 21 giugno 2013 l ASL recapita al Comune di Brescia una nota avente come oggetto: Ordinanza contingibile ed urgente sito inquinato Brescia Caffaro e territorio comunale nella zona sud ovest della Città integrazione e che recita: Con riferimento alla nota del , prot. n , inoltrata a codesta Amministrazione Comunale, in merito a quanto in oggetto emarginato ed in seguito a quanto convenuto in seno al Comitato Tecnico Scientifico PCB di ieri,si rappresenta la necessità che il punto 1.3) del testo dell ordinanza sindacale contingibile ed urgente del prot. N , venga corretta con i seguenti perfezionamenti: Divieto di utilizzo ricreativo che comporti il contatto diretto con il terreno di giardini pubblici e privati con livelli di inquinamento superiore ai limiti della Tab. B allegato 5 al Tit. V del D.Lgs. 152/06, non pavimentati; Divieto di utilizzo a scopo ricreativo che comporti il contatto diretto con il terreno di giardini pubblici e privati, con livello di inquinamento inferiore alla Tab. B allegato 5 al Tit. V del D.Lgs. 152/06, se con terreno non inerbito nelle aree non pavimentate oppure non oggetto di riporti con materiali provenienti da aree non contaminate. Si chiede di sapere: Alberti Dino Basilio Cominardi Sorial Se la soluzione espressa dalla nuova Ordinanza emessa dal comune di Brescia, rispettail principio di precauzione per la tutela della salute e le concentrazioni minime accettabili della specifica analisi di rischio sanitario; Se si ritiene l operato dell Asl di Brescia e del suo Comitato Tecnico Scientifico PCB, in linea con il ruolo di garante della salute dei cittadini e se non si riscontrino atteggiamenti approssimativi e superficiali, ancorché legali, che hanno influenzato negativamente l Amministrazione Comunale; Se l Asl di Brescia abbia effettuato una nuova analisi di rischio in quanto all interrogante risulta che non sia stata effettuata nessuna analisi di rischio sanitario e ambientale sitospecifica come previsto dalla normativa italiana; Se si ritiene utile procedere ad una nuova analisi di rischio sanitario e ambientale svolta da un ente competente quale l Istituto Superiore di Sanità. Roma 7 agosto
6 Infine la presa di posizione del dottor Paolo Ricci, epidemiologo. 6
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