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1 associazione nazionale dentisti italiani Circolare n P Roma, 19 luglio 2007 Prot P AI PRESIDENTI DEI DIP.TI REG.LI E DELLE SEZIONI PROV.LI ANDI AI SEGRETARI SINDACALI DEI DIP.TI REG.LI E DELLE SEZIONI PROV.LI ANDI e p.c. AI COMPONENTI IL CONSIGLIO DI PRESIDENZA ANDI Loro Sedi Oggetto: Profilo dell odontotecnico Lettere Aperte Caro Collega, in riferimento alla nota tematica inerente il profilo dell'odontotecnico, Ti trasmetto in allegato il testo delle due "Lettere aperte" indirizzate agli odontoiatri ed agli odontotecnici, che la Presidenza ha diffuso nei giorni scorsi attraverso "ANDI News". Con questa iniziativa, si è voluto puntualizzare, con la trasparenza ed il tempismo che ci sono propri, lo "Stato dell'arte" della situazione in essere tanto in termini di contenuto per una corretta informazione, quanto per contrastare il perpetrarsi di atteggiamenti sterilmente e pretestuosamente demagogici sulla vicenda rispetto alla quale, ancora una volta, si è agito e si continuerà evidentemente e doverosamente a farlo per una reale e significativa difesa del cittadino-paziente e per la salvaguardia della professione. L'invito al coinvolgimento dell'odontotecnico con la distribuzione del comunicato dedicato, vuole rappresentare un leale e trasparente gesto di comunicazione diretta con un collaboratore prezioso ed essenziale ed è l'espressione di quella odontoiatria di qualità cui fruisce il paziente italiano. Cordiali saluti. IL PRESIDENTE NAZIONALE (dott. Roberto Callioni) Lungotevere R. Sanzio 9, Roma Tel Fax

2 Profilo LETTERA APERTA AI DENTISTI ITALIANI In merito al Profilo Professionale degli Odontotecnici In attesa che il testo ufficiale del "Profilo Professionale dell'odontotecnico", licenziato in data 11 luglio u.s. dall'apposita Commissione prevista dall'art. 5 comma 3 della Legge 1 febbraio 2006 n. 43, istituita presso il Consiglio Superiore di Sanità venga diramato dagli organi istituzionali competenti, prendendo spunto da un documento fatto circolare nelle ultime ore e sostanzialmente conforme allo scritto approvato dalla Commissione di cui sopra, si ritiene opportuno formulare alcune considerazioni nel merito. Il testo ricalca in buona parte quello approvato nel 2001 e rimasto bloccato per la mancanza dell'iter legislativo dopo la riforma del titolo V della Costituzione, a parte l'aggiunta del paragrafo 5 (norma transitoria) e di alcune importanti modifiche apportate dalla Commissione della quale faceva parte come noto, anche il Presidente Nazionale ANDI (vedi il confronto allegato tra i due profili). Nello specifico, per quanto concerne il paragrafo 1 comma 3, è stato inserito al penultimo rigo:...omissis... l'odontotecnico, su richiesta, alla presenza e sotto la responsabilità dell'abilitato a norma di legge all'esercizio dell'odontoiatria, può collaborare... agli atti di verifica e congruità dei dispositivi medici su misura al solo scopo di ottimizzare, al di fuori del cavo orale, tutti gli elementi relativi esclusivamente al manufatto che egli stesso realizza."...omissis... Tale inciso, attraverso il quale la Commissione votandolo all'unanimità con un'unica astensione, ha voluto dirimere definitivamente rispetto al testo del 2001 ogni dubbio circa le competenze della nuova figura professionale, acquista ulteriore valore laddove è contestualizzato con quanto previsto al capoverso 'b', del comma 2 del paragrafo 2, laddove testualmente recita:...omissis..."esegue, su indicazione dell'abilitato all'esercizio dell'odontoiatria, le modifiche"...omissis... In sostanza come risultante dai verbali, la Commissione ha voluto chiarire che la nuova figura professionale individuata non potrà in alcun modo accedere al cavo orale del paziente soprattutto rispetto alle prove di congruità dei manufatti che rimangono esclusivo appannaggio dell'odontoiatra. Un altro aspetto significativo aggiunto al comma 2 del paragrafo 1 è che: oltre a ribadire le competenze dell'odontotecnico rispetto alle specifiche cliniche e progettuali stabilite dall'abilitato a norma di legge l'esercizio dell'odontoiatria, viene a quest'ultimo riservato in via esclusiva ogni atto

3 preventivo, diagnostico, terapeutico e riabilitativo. Questa integrazione assume particolare rilevanza se riferita all'art. 2 della Legge 251 del Da segnalare inoltre ulteriori integrazioni, tra cui quella al comma 3 del paragrafo 3, laddove è previsto che le Università provvedano alla formazione dell'odontotecnico attraverso la facoltà di medicina e chirurgia, in collaborazione con altre facoltà. L'Associazione Nazionale Dentisti Italiani si è sempre schierata contro la formulazione di un nuovo profilo dell'odontotecnico, peraltro sostenuto dagli interessati sulla base di un impianto legislativo il cui iter comunque è tutto da verificare. Primaria obiezione è che, proprio in base a quanto previsto dalla legge n. 43 del 2006, è facoltà della Conferenza Stato Regioni individuare il fabbisogno sul territorio delle nuove figure professionali in ambito sanitario. Non risulta che tale fabbisogno sia mai stato espresso per la figura dell'odontotecnico. Al conseguimento del risultato ottenuto è stata certamente determinante la presenza in ambito della preposta Commissione del Presidente Nazionale ANDI, che si è espresso per il NO all'istituzione del profilo dell'odontotecnico in ambito sanitario ed ha votato NO al suo inserimento in un percorso formativo in ambito della facoltà di Medicina e Chirurgia. Determinante l'intervento del Presidente FNOMCeO Dr. Amedeo Bianco unitamente a quello del Dr. Guido Marinoni entrambi componenti del CSS, per la modifica al testo del profilo, salvo ugualmente votare NO rispetto all'approvazione del testo finale. Durante i confronti su argomenti come quello in oggetto è da tenere conto che evidentemente non vengono rappresentati solamente gli interessi di una parte, cioè quelli dei dentisti italiani, ma vengono anche significate le posizioni del Ministero, dell'università, degli odontotecnici e comunque dei vari componenti la Commissione preposta. Queste importanti realtà hanno manifestato posizioni spesso in antitesi con quelle dell'odontoiatria, ed in generale della professione medica rendendo quindi possibile l'approvazione a larga maggioranza del testo in oggetto. In tal senso si desidera nuovamente ringraziare i Colleghi sopracitati, per l'incisivo sostegno dimostrato alle tesi di ANDI. Siamo convinti che solamente un "interesse verticistico" ha portato alla approvazione del nuovo testo. In conclusione, le modifiche apportate al testo del profilo in realtà lo "sterilizzano", creando una grave criticità per le organizzazioni sindacali degli odontotecnici. In tal senso è comprensibile l'estremo tentativo da parte delle stesse di cercare di sminuire il grave insuccesso conseguito, soprattutto in funzione della mancata istituzione della figura dell'odontoprotesista. Più volte in questi mesi si era riaffermato l'impegno di ANDI per evitare che nel cavo orale del paziente venissero apposte "più di venti dita", le dieci del dentista e le dieci dell'igienista. L'impegno, ancora una volta, è stato mantenuto. Grave preoccupazione si manifesta per il reale rischio del depauperamento progressivo dell'importante realtà rappresentata dall'odontotecnica nel contesto del panorama dentale italiano.

4 Ammesso e non concesso che il testo del profilo approvato venga reso operativo in un futuro DPR, verremmo a trovarci infatti tra qualche anno a dover cercare odontotecnici all'estero in quanto del tutto sconveniente sarebbe l'iscrizione ad un corso di laurea triennale che di fatto permetterebbe le medesime mansioni previste ora, mentre attualmente l'iter formativo del quinquennio di scuola secondaria odontotecnica garantisce una formazione completa ed adeguata. Riprendendo un passaggio della lettera aperta agli odontotecnici italiani, divulgata contenstualmente alla presente: meglio un grande artigiano che un piccolo professionista che rischia di approcciarsi al mondo del lavoro con delle "mani già vecchie". E' fondamentale stigmatizzare il clima spesso improntato alla sterile ed inefficace demagogia alimentato da più parti volto a determinare un conflitto intercategoriale tra odontoiatri ed odontotecnici. L'Associazione Nazionale Dentisti Italiani in tal senso ha sempre mantenuto in questi mesi, e continuerà a farlo, un atteggiamento responsabilmente costruttivo, soprattutto in favore del cittadino-paziente italiano la cui tutela passa anche dalla più volte richiesta di inasprimento delle pene per reati ascrivibili all'esercizio abusivo della professione ma anche rispetto al prestanomismo, sino alla revisione della normativa che consente la costituzione di società interprofessionali. In tal senso è evidente che il comma 3 del paragrafo 1 responsabilizza fino in fondo l'atteggiamento etico e deontologico dell'odontoiatra. Questo impegnativo confronto è servito comunque per palesare che rispetto alle logiche del passato gli ordinamenti della Professione andranno d'ora innanzi definiti con la Professione stessa e non imposti da chicchessia, nel contesto di un sistema di moderna governance in cui l'estremo appello ai principi non deve essere inteso come mancanza di argomentazioni od esaurimento della normale dialettica rispetto ad una situazione socio economica, come quella italiana, in fase di profondi cambiamenti ed in cui è assolutamente necessario confrontarsi senza atteggiamenti di retroguardia con realtà quali la concorrenza, il mercato e sinanco il sociale. L'Associazione Nazionale Dentisti Italiani invita tutti i propri iscritti a sostenere il "Made in Italy" soprattutto in ambito odontotecnico, in una fase in cui, come risaputo, v'è la tendenza a ricercare anche in questo settore mercati all'estero. Il patrimonio costituito dall'odontotecnico italiano va preservato anzitutto coltivando un rapporto sempre più sinergico, nell'ambito delle proprie competenze, teso a valorizzare sempre più la qualità di quel sistema assistenziale odontoiatrico che ha portato la salute del cavo orale del paziente italiano ad essere tra le migliori al mondo. La Segreteria di Presidenza. L'Associazione Nazionale Dentisti Italiani conta ad oggi iscritti certificati, che rispetto al codice di attività degli studi di settore costituiscono oltre il 57% degli esercenti l'attività professionale in modo prevalente. Roma, 17 luglio 2007

5 Pagina 1 di 3 18/07/2007 Per ricevere l' in formato testo clicca qui LETTERA APERTA AGLI ODONTOTECNICI ITALIANI In merito al Profilo Professionale dell'odontotecnico Confronto Invitando tutti gli iscritti ANDI a consegnare una stampa di questo messaggio al proprio odontotecnico E' unanimemente riconosciuto che lo stato di salute orale del paziente italiano è tra i migliori tra le popolazioni del mondo. L'odontoiatria italiana ha raggiunto questo lusinghiero risultato certamente grazie al livello di preparazione dei dentisti del nostro paese, ma anche per la qualità dei manufatti realizzati dagli odontotecnici italiani. In questi ultimi mesi, relativamente all'approvazione del nuovo profilo professionale dell'odontotecnico, avvenuta, come primo momento, mercoledì 11 u.s. da parte dell'apposita Commissione prevista dall'articolo 5 comma 3 della legge 1 febbraio 2006 n. 43 ed istituita presso il Consiglio Superiore di Sanità, si è venuto a determinare un clima, alimentato da più parti, atto a determinare una sorta di scontro intercategoriale tra odontoiatri ed odontotecnici, la maggior parte dei quali in realtà gran poco sapevano di quanto si stava verificando. Al di là dei comprensibili tentativi in corso in queste ore da parte delle rappresentanze sindacali degli odontotecnici di attenuare i contraccolpi politico-sindacali per l'approvazione da parte della Commissione sopracitata di un profilo che non consente di fatto al futuro odontotecnico laureato nessuna nuova mansione ne un diretto contatto con il paziente, si deve prendere atto della realtà dei fatti. Nessuno si è mai permesso di negare all'odontotecnico italiano la possibilità di intraprendere un percorso formativo di laurea breve, anche se in fondo ci si chiede che cosa possano dare in termini di apprendimento tre anni di studi universitari rispetto ai cinque di scuola media superiore. In sostanza meglio un grande artigiano che un piccolo professionista che rischia di approcciarsi al mondo del lavoro con "mani già vecchie". La normativa attuale prevede tuttavia di fatto, seppur con molte nostre perplessità, di definire il percorso formativo in essere. Non si è mai realmente dubitato del fatto che alcuni odontotecnici italiani volessero, con queste aspettative, immaginare un contatto diretto con il paziente. Chiunque abbia una particolare vocazione in tal senso può liberamente, come già in moltissimi casi è accaduto, iscriversi al Corso di Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria e svolgere a pieno titolo la professione di odontoiatra.

6 Pagina 2 di 3 18/07/2007 In realtà il documento fatto circolare nelle ultime ore e sostanzialmente conforme al testo licenziato dalla Commissione indetta presso il Consiglio Superiore di Sanità (vedi allegato) di fatto prevede un corso di laurea triennale per esercitare le stesse mansioni attuali, senza abilitare l'odontotecnico a fare nulla di più e nulla di diverso rispetto a quanto non faccia ora. In tal modo si è garantita, in termini di trasparenza e non solo, la tutela della salute del cittadino-paziente italiano. Certamente ha vinto l'università italiana che ha raggiunto il proprio obiettivo di avere in ambito medico il Corso di Laurea in Scienze Odontotecniche, sempre ammesso che la Conferenza Stato Regioni ed altre situazioni istituzionali diano il via libera definitivo al nuovo profilo approvato. Non dimentichiamo infatti che proprio la legge n. 43/2006 prevede che il fabbisogno dell'istituenda nuova figura rispetto alle necessità del territorio venga definito dalla Conferenza Stato Regioni, ed allo stato attuale la necessità di questa figura non è stata ancora da nessuna Regione esplicitata. L'odontoiatria italiana si è schierata contro l'ipotesi di questo profilo non certo per una difesa corporativa di interesse, ma perchè ha individuato in questa operazione un qualcosa di deleterio che non avrebbe favorito in alcun modo il paziente, il dentista ne tantomeno l'odontotecnico italiano, un profilo in antitesi tra l'altro con la realtà formativa del resto dell'europa. Siamo preoccupati dal fatto che con questa situazione tra qualche anno, l'importante figura dell'odontotecnico come è ora intesa nel panorama dentale italiano verrà gradualmente a scomparire. Quale l'interesse ad iscriversi ad un corso di laurea che non da sbocco alcuno in termini occupazionali, se non esercitare le mansioni svolte a tutt'oggi? L'odontoiatria italiana dovrà rivolgersi sempre più all'estero per trovare valide figure che realizzino i manufatti indispensabili per la riabilitazione del paziente? Crediamo che il modello di assistenza odontoiatrica che si è affermato con successo nel nostro Paese debba invece consolidarsi sempre più, e l'invito ai dentisti italiani è di promuovere anche e soprattutto per l'ambito odontotecnico il "Made in Italy". La preparazione e l'esperienza dell'odontotecnica italiana è un partimonio che non si può depauperare in virtù di qualsiasi logica di interesse verticistico. E' probabile che questo scritto possa determinare reazioni di vario genere, ma l'atteggiamento della dirigenza ANDI è improntato unicamente al confronto leale e diretto per la concreta salvaguardia del "sistema dentale italiano". La Segreteria di Presidenza. L'Associazione Nazionale Dentisti Italiani conta ad oggi iscritti certificati, che rispetto al codice di attività degli studi di settore costituiscono oltre il 57% degli esercenti l'attività professionale in modo prevalente. Roma, 17 luglio 2007

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