Circolare ISPESL 13/2004

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1 Circolare ISPESL 13/2004 Pubblicato il: 27/05/2005 Aggiornato al: 27/05/2005 di Gianfranco Ceresini É stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 62 del 16 marzo 2005 il Decreto Legge 14 marzo 2005, n. 35 con il quale il Governo ha inteso indurre, con la procedura d'urgenza, alcune misure relative allo sviluppo economico, sociale e territoriale, il cosiddetto decreto legge sulla competitività. Esso si compone di 15 articoli che riguardano le materie più svariate, e fra le tante disposizioni ne contiene alcune riguardanti le libere professioni. 1. Linee guida Linee guida per le verifiche a campione degli impianti di terra e scariche atmosferiche (DPR 462/01) Il DPR 462/01, all art. 3, prevede che sia compito dell ISPESL effettuare le verifiche a campione sugli impianti di terra e sugli impianti di protezione dalle scariche atmosferiche: Articolo 3 1. L ISPESL effettua a campione la prima verifica sulla conformità alla normativa vigente degli impianti di protezione contro le scariche atmosferiche ed i dispositivi di messa a terra degli impianti elettrici e trasmette le relative risultanze all ASL o ARPA. 2. Le verifiche a campione sono stabilite annualmente dall ISPESL, d intesa con le singole regioni sulla base dei seguenti criteri: o localizzazione dell impianto in relazione alle caratteristiche urbanistiche ed ambientali del luogo in cui è situato l impianto; o tipo di impianto soggetto a verifica; o dimensione dell impianto. 3. Le verifiche sono onerose e le spese per la loro effettuazione sono a carico del datore di lavoro. Allo scopo di chiarire gli aspetti applicativi di questo articolo, il 28 dicembre 2004, l ISPESL ha emanato una circolare (n.13/04) in cui ha indicato le linee guida da seguire per effettuare le verifiche a campione. Vediamo i risvolti più significativi della circolare. 1

2 2. Verifiche a campione Dove si effettuano le verifiche a campione Viene definito ciò che si intende nell articolo 3 per prima verifica : la prima verifica va effettuata solo su impianti di nuova installazione o che abbiano subito un rifacimento totale (esempio: variazione della categoria dell'impianto, cambio di destinazione dell'utenza con diversa applicazione normativa). Non sono pertanto oggetto di prima verifica gli ampliamenti, le modifiche dei quadri elettrici principali e secondari, il cambio di ragione sociale. Significato e scopo delle verifiche a campione Le verifiche a campione hanno lo scopo di monitorare e sorvegliare il corretto stato di installazione degli impianti. Questo diventa quindi il compito del verificatore dell ISPESL, il quale deve effettuare tutti i controlli, a vista e con prove, secondo la normativa e la legislazione vigente. Le verifiche a campione vanno effettuate da parte dell'ispesl entro un tempo non maggiore di 24 mesi su impianti di cui sono state inviate le dichiarazione di conformità. Al fine di monitorare lo stato di sicurezza delle apparecchiature e impianti elettrici, ogni dipartimento ISPESL deve predisporre una scheda di raccolta dei risultati delle verifiche, utilizzando dei modelli che sono stati allegati alla circolare (Modello MSA per le scariche atmosferiche e MSB per gli impianti di terra). Con periodicità annuale i risultati saranno inviati al Dipartimento Centrale insieme al resoconto statistico del campionamento (Modello RSC) per l'elaborazione dei dati. I resoconti della campionatura dovranno essere comunicati alle principali organizzazioni imprenditoriali e parti sociali (associazioni di categoria, UNAE, Confartigianato, ANIE, sindacati, ordini professionali, stampa, etc.). Quali sono i criteri e la periodicità delle verifiche a campione La circolare ISPESL precisa i criteri enunciati al comma 2 dell articolo 3 del DPR 462/01, secondo i quali vengono stabilite, ogni anno, le verifiche a campione: a. Caratteristiche urbanistiche (densità e tipologia degli insediamenti: es. aree metropolitane, agricole, industriali, etc.) e ambientali (impatto degli insediamenti sulle caratteristiche del territorio che coinvolge rischi specifici anche di natura diversa dal rischio elettrico) del luogo in cui è situato l impianto; b. Tipo di impianto soggetto a verifica (destinazione e utilizzazione dell'attività); c. Dimensioni dell'impianto (estensione volumetrica e caratteristiche del sistema di alimentazione: bassa, media e alta tensione). Inoltre viene effettuata una suddivisione degli impianti in due categorie, in relazione alla tipologia di impianto e alla sua destinazione: 1. Impianti ad alto rischio elettrico: nei cantieri, nei locali adibiti ad uso medico, nelle attività agricole e zootecniche, nelle industrie ad alto rischio e negli ambienti a maggior rischio in caso di incendio; 2. Impianti a basso rischio elettrico: qualsiasi tipologia non compresa nella categoria ad alto rischio. Questa suddivisione viene utilizzata per decidere la percentuale di impianti da sottoporre alla verifica a campione: % tra gli impianti ad alto rischio ed il restante % tra gli impianti a basso rischio. Viene precisato poi che tra gli impianti ad alto rischio vanno considerati (oltre a quelli installati in ambiente con rischio di esplosione) anche le attività elencate nella direttiva Seveso 96/82/CE (recepita con il Dlgs 334/99). 2

3 3. Gestione delle dichiarazioni e dei pagamenti Gestione delle dichiarazioni di conformità che giungono all ISPESL Le dichiarazioni di conformità, accompagnate dal modello di trasmissione, possono giungere all ISPESL per consegna diretta, per raccomandata con ricevuta di ritorno o per posta ordinaria. Solo nei primi due casi, all utente spetta una ricevuta dell avvenuta consegna, in forma cartacea nel primo caso, attraverso il timbro sulla ricevuta di ritorno nel secondo. Gestione dei pagamenti delle verifiche a campione effettuate Insieme alla comunicazione della verifica a campione da effettuarsi da parte del dipartimento ISPESL verrà inviato, preferibilmente per raccomandata, un apposito bollettino di c.c.p. per il pagamento in via anticipata. Successivamente l ISPESL darà comunicazione scritta o telefonica della data di verifica. L'attestazione del versamento potrà essere consegnata il giorno della verifica, direttamente al funzionario incaricato della stessa, per il prosieguo degli adempimenti amministrativo-contabili. In caso di mancato pagamento il tecnico effettuerà ugualmente la verifica ed annoterà sul verbale da conservare agli atti dell'ispesl che non si è ancora provveduto al pagamento. 3

4 4. Procedura di verifica per gli impianti di terra Documentazione necessaria Per gli impianti soggetti alla legge 46/90, la documentazione tecnica dell'impianto è costituita dalla dichiarazione di conformità e dagli allegati obbligatori previsti. Per gli impianti non soggetti alla legge 46/90, la dichiarazione di conformità ai sensi della legge 186/68 deve sempre essere prevista come atto omologativo dell'impianto. Anche in questo caso la dichiarazione di conformità deve essere accompagnata da una documentazione di progetto secondo quanto indicato dalla norma tecnica. La documentazione del progetto esecutivo è essenziale per poter procedere alla verifica dell'impianto. Per poter procedere alla verifica degli impianti di terra, si ritengono essenziali almeno le seguenti documentazioni con i relativi dati tecnici (tratte dalla tab. A-1 della Guida CEI 0-2) : 1. Relazione tecnica-specialistica o dati del sistema elettrico, tipo di alimentazione, etc o criteri di dimensionamento dell'impianto di terra o misure di protezione contro i contatti diretti e indiretti o scelta del tipo di impianti e componenti in relazione ai parametri elettrici e condizioni ambientali 2. Elaborati grafici o schemi di sistema (per gli impianti complessi) o schemi elettrici (quadri elettrici MT e BT principali e secondari) o schemi planimetrici (impianto di terra, ubicazione dei quadri elettrici principali e destinazione d'uso locali) 3. Tabelle e diagrammi di coordinamento delle protezioni (per la protezione dai guasti a terra) o tipi di dispositivi di protezione o curve di intervento Ulteriori documentazioni potrebbero essere necessarie per impianti complessi. Strumentazione necessaria Per l'effettuazione delle prove relative alla verifica dell'impianto di terra, si ritiene necessaria per ogni dipartimento ISPESL una dotazione che comprenda almeno le seguenti apparecchiature: apparecchio per la prova della continuità dei conduttori di terra ed equipotenziali misuratore della resistenza di isolamento misuratori di resistenza (sistema TT) e impedenza (sistema TN) dell'anello di guasto misuratore o apparecchiatura per la misura della resistenza di terra con metodo volt-amperometrico e relativa attrezzatura apparecchiatura per la misura della tensione di passo e di contatto (con corrente di prova fino a 10 A ) apparecchio per la prova di funzionalità degli interruttori differenziali amperometro ad alta sensibilità per le misure delle correnti di primo guasto a terra multimetri e voltmetri misuratore di resistenza dei collegamenti equipotenziali (con caratteristiche richieste per locali ad uso medico) misuratore di resistività del terreno e relativa attrezzatura (può essere utilizzato, se previsto per tale misura, il misuratore di resistenza di terra) Durante l'effettuazione delle misure si commettono errori strumentali, legati al tipo di strumento, e errore operativi, dovuti alla misura "in campo" come ad esempio resistenze addizionali nei circuiti di misura, disturbi nel terreno, disturbi convogliati, vicinanza di corpi metallici, procedure di misura non rispettate, etc. Questi si possono compensare o sommare rendendo "incerto" il risultato della misurazione. La valutazione, pertanto, della attendibilità della misura rappresenta la condizione perché si possa ritenere accettabile l'errore complessivo. 4

5 Procedure di sicurezza La verifica deve essere eseguita con la collaborazione e la presenza di una persona responsabile, esperta delle caratteristiche dell'impianto, degli ambienti e delle procedure per l'effettuazione in sicurezza delle prove. Le richieste necessarie alla effettuazione della verifica devono essere date dal verificatore direttamente alla persona responsabile che deve stabilire le forme di intervento. Se durante l'effettuazione delle prove si presentano rischi per la presenza di parti attive, si devono adottare le procedure per effettuazione dei lavori elettrici (EN CEI Esercizio degli impianti elettrici e CEI 11-27) e devono essere utilizzati, ove necessario, i dispositivi di protezione individuali. Si ricorda che per lavoro elettrico si intende "Lavoro su, con od in prossimità di un impianto elettrico quale prove e misure, riparazioni, sostituzioni, modifiche, ampliamenti, montaggi e ispezioni". E' compito e responsabilità del datore di lavoro stabilire se il personale elettrico assegnato per l'assistenza al verificatore abbia i requisiti professionali e sia in grado di effettuare le operazioni richieste, essendo inoltre opportunamente dotato di attrezzature e dispositivi di protezione individuali idonei. In via del tutto generale, non esistono rischi per la presenza di parti attive, se le misure vanno effettuate senza rimuovere la protezione degli involucri. A solo titolo di esempio, e in via del tutto generale, non comportano rischi per la presenza di parti attive: le prove di continuità; la misura della resistenza dei collegamenti equipotenziali; la misura della resistenza di terra col metodo volt-amperometrico con strumento di misura autoalimentato; la misura della resistenza di terra con il metodo della resistenza globale; se la tensione viene prelevata da una apparecchiatura come ad esempio una presa a spina; la prova di funzionamento dell'interruttore differenziale, se la tensione viene prelevata da una apparecchiatura come ad esempio una presa a spina; ecc. Possono comportare rischi per la presenza di parti attive, in quanto le misure vanno in genere effettuate, aprendo i quadri elettrici, su o in prossimità di parti attive non adeguatamente protette: la misura dell'impedenza di guasto nei circuiti TN la misura della resistenza di terra con il metodo della resistenza globale se la tensione viene prelevata all'interno di un quadro elettrico o altra apparecchiatura con rimozione dell'involucro. In tal caso le prove devono essere effettuate con tutte le precauzioni del caso e adottando tutte le procedure di sicurezza necessarie. Per la presenza delle parti attive bisogna tenere presente anche i rischi dovuti all'arco, per eventuali cortocircuiti o guasti a terra durante le prove. Si ricorda che il rischio dovuto all'arco è maggiore nei punti di impianto dove maggiore è la corrente di corto circuito, (es. le misure di impedenza di guasto in prossimità del quadro generale), e pertanto viene raccomandato un continuo controllo sullo stato e requisiti di sicurezza dei puntali della strumentazione e della cavetteria di misura. Possono presentare rischi per la presenza di parti attive anche i circuiti di misura che si preparano "in campo", come ad esempio le misure di tensione di passo e di contatto o la misura della resistenza di terra con metodo volt-amperometrico quando si iniettano correnti di prova elevate mediante trasformatore. In tal caso devono essere adottate delle misure precauzionali perché non si verifichino situazioni pericolose durante le misure, delimitando i passaggi e recintando il dispersore ausiliario se questo può raggiungere tensioni pericolose durante l'effettuazione delle misure. Controlli da effettuare La verifica va effettuata prendendo come riferimento la Guida CEI-ISPESL "Guida alla verifica degli impianti elettrici utilizzatori" per la parte pertinente all'impianto di terra. La verifica della corretta installazione va estesa anche a quelle parti dell'impianto elettrico che nel corso della verifica dell'impianto di terra sono di 5

6 evidente e immediata osservazione da parte del tecnico verificatore con un controllo a vista (es. protezione dai contatti diretti, protezione dalle influenze esterne, installazione dei dispositivi di sezionamento e comando, colorazione dell'isolamento dei conduttori, etc). Sono di seguito indicate in tabella, a titolo di esempio, le parti della Guida CEI che normalmente sono interessate al controllo durante l'effettuazione della verifica a campione in un ambiente ordinario. Capitoli GUIDA CEI-ISPESL Cap. 1 - Scopo e procedure fondamentali Cap. 2 - Protezione contro i contatti indiretti Cap. 3 - Protezione contro i contatti diretti Cap. 4 - Protezione contro gli effetti termici e l incendio Cap. 5 - Installazione dei dispositivi di sezionamento e comando Cap. 6 - Scelta dei componenti elettrici e corretta installazione Cap. 7 - Identificazione dei circuiti e dei dispositivi di protezione Cap. 8 - Accessibilità per interventi operativi e di manutenzione Cap. 9 - Condutture e connessioni Applicazione totale Per quanto applicabile si si Applicazione parziale = per quanto riscontrabile durante la verifica, significa che non costituisce oggetto della verifica ma che comunque può essere riscontrato durante il controllo delle apparecchiature. Una dichiarazione di conformità sprovvista di documentazione tecnica e degli allegati obbligatori non si può considerare atto omologativo dell impianto. Pertanto la verifica dell impianto di terra deve comportare anche l esame della presenza delle documentazioni tecniche e allegati. Nel caso di verifiche nei sistemi AT che necessitino per il completamento del controllo delle misurazioni delle tensioni di passo e contatto, qualora non documentate dall utente, saranno effettuate d ufficio dall Istituto con fatturazione oraria, previa informazione al datore di lavoro sul verbale di verifica. Casi particolari Per gli impianti di terra negli ambienti a rischio di esplosione si ritiene necessario in relazione al tipo di impianto, che sarà valutato a discrezione del Dipartimento ISPESL, effettuare la verifica congiuntamente all'organismo Omologatore (ASL/ARPA) o in caso di impossibilità, di soprassedere alla verifica fino a quando l'impianto non sarà omologato. Per impianti nei quali le aree classificate pericolose sono limitate ad ambienti ristretti la verifica da parte dell'ispesl può essere effettuata senza coinvolgere l'organismo Omologatore (ASL/ARPA). 6

7 5. Procedure di verifica per impianti di protezione contro le scariche atmosferiche Documentazione necessaria Per gli impianti soggetti alla legge 46/90, la documentazione tecnica dell'impianto è costituita dalla dichiarazione di conformità e dagli allegati obbligatori previsti. Per gli impianti non soggetti alla legge 46/90, la dichiarazione di conformità ai sensi della legge 186/68 deve sempre essere prevista come atto omologativo dell'impianto. Anche in questo caso la dichiarazione di conformità deve essere accompagnata da una documentazione di progetto secondo quanto indicato dalla norma tecnica. La documentazione del progetto esecutivo è essenziale per poter procedere alla verifica dell'impianto. Per la verifica degli impianti di protezione contro le scariche atmosferiche, si ritengono necessarie le documentazioni previste dalla norma CEI 81-1 e CEI In particolare esse consistono in: valutazione del rischio dovuto al fulmine progetto esecutivo dell' LPS esterno e interno Strumentazione necessaria Per l'effettuazione delle prove relative alla verifica dell LPS, si può ritenere necessaria per ogni dipartimento ISPESL una dotazione che comprenda almeno le seguenti apparecchiature: apparecchio per la prova della continuità degli elementi dell LPS misuratore della resistenza di isolamento misuratori di resistenza con corrente di prova di almeno 10 A misuratore o apparecchiatura per la misura della resistenza di terra con metodo volt-amperometrico e relativa attrezzatura Durante l'effettuazione delle misure si commettono errori strumentali, legati al tipo di strumento, e errore operativi, dovuti alla misura "in campo" come ad esempio resistenze addizionali nei circuiti di misura, disturbi nel terreno, disturbi convogliati, vicinanza di corpi metallici, procedure di misura non rispettate, etc. Questi si possono compensare o sommare rendendo "incerto" il risultato della misurazione. La valutazione, pertanto, della attendibilità della misura rappresenta la condizione perché si possa ritenere accettabile l'errore complessivo. Procedure di sicurezza La verifica deve essere eseguita con la collaborazione e la presenza di una persona responsabile, esperta delle caratteristiche dell'impianto, degli ambienti e delle procedure per l'effettuazione in sicurezza delle prove. Le richieste necessarie alla effettuazione della verifica devono essere date dal verificatore direttamente alla persona responsabile che deve stabilire le forme di intervento. Se durante l'effettuazione delle prove si presentano rischi per la presenza di parti attive, si devono adottare le procedure per effettuazione dei lavori elettrici (EN CEI Esercizio degli impianti elettrici e CEI 11-27) e devono essere utilizzati, ove necessario, i dispositivi di protezione individuali. E' compito e responsabilità del datore di lavoro stabilire se il personale elettrico assegnato per l'assistenza al verificatore abbia i requisiti professionali e sia in grado di effettuare le operazioni richieste, essendo inoltre opportunamente dotato di attrezzature e dispositivi di protezione individuali idonei. In via del tutto generale, non esistono rischi per la presenza di parti attive, se le misure vanno effettuate senza rimuovere la protezione degli involucri. A solo titolo di esempio, e in via del tutto generale, non comportano rischi per la presenza di parti attive: le prove di continuità; la misura della resistenza dei collegamenti equipotenziali; 7

8 la misura della resistenza di terra col metodo volt-amperometrico con strumento di misura autoalimentato; la misura della resistenza di terra con il metodo della resistenza globale; se la tensione viene prelevata da una apparecchiatura come ad esempio una presa a spina; Controlli da effettuare La verifica in genere consiste in: controllo della rispondenza dell impianto ai dati di progetto relativamente all impianto di terra esame a vista circa il corretto stato di installazione dell LPS esterno e interno prove e misure Le prove di continuità sono necessarie per accertare i collegamenti equipotenziali fra LPS esterno e interno. Le strutture autoprotette, come definite dalla norma tecnica, non sono sottoposte alla verifica a campione dell ISPESL. Ciò in quanto: 1. per le strutture metalliche autoprotette non esiste l obbligo di denuncia; 2. per le attività elencate nel DPR 689/59, ma autoprotette non può essere inviata la dichiarazione di conformità dal momento che non esiste LPS. Se in occasione di una verifica (es. impianto di terra), il tecnico verificatore viene portato a conoscenza di una struttura sottoposta agli obblighi di cui al DPR 547/55 (es. attività DPR 689/59), ma autoprotette, il tecnico dovrà controllare l esistenza della documentazione di autoprotezione della struttura, in quanto si considera attività connessa. 8

9 6. Cosa fare in caso di risultato negativo della verifica a campione L ISPESL effettua a campione la prima verifica sulla conformità alla normativa vigente degli impianti di protezione contro le scariche atmosferiche e impianti di messa a terra trasmettendo i relativi verbali agli organi di vigilanza. In caso in cui dalla verifica emergano inosservanze alla legislazione vigente dovrà essere trasmesso il verbale di verifica accompagnato dal rapporto giudiziario ai sensi dell articolo 331 del Codice di Procedura Penale. Poiché le inosservanze possono riguardare anche aspetti relativi alla Legge 46/90, e in considerazione che la dichiarazione di conformità è considerata dal DPR 462/01 atto omologativo dell impianto, secondo quanto previsto dalla stessa Legge 46/90 e dal suo regolamento di attuazione DPR 447/91 art. 10, dovranno essere inviate anche comunicazioni alla Camera di Commercio in caso in cui si ravvisano gravi inadempienze da parte dell installatore. Anche la guida CEI 0-14 fornisce indicazioni riguardo a questa situazione: nel caso di verifica straordinaria effettuata da un Ente verificatore conseguente ad un verbale negativo derivante dall applicazione dell art. 3 del DPR 462/01 (verifiche a campione eseguite dall ISPESL), copia del verbale di verifica dovrà essere trasmesso alla ASL/ARPA) competente per territorio. 9

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