Policy Open Access delle università italiane: comparazione, relazione con le best practice e raccomandazioni
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- Vincenzo Garofalo
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1 Policy Open Access delle università italiane: comparazione, relazione con le best practice e Authors: Antonio Vetrò, Miryam Bianco (Nexa Center for Internet & Society DAUIN-, Politecnico di Torino) Reviewer: Paola Gargiulo (CINECA) Abstract In questo documento, è presentata la metodologia empirica utilizzata per omologare le classificazioni delle Università Italiane sul catalogo delle policy ROARMAP, superandone i limiti di soggettività e scarsa definizione dei campi, e proponendo alcuni criteri per la catalogazione. Usando tale classificazione, abbiamo condotto un analisi comparativa, il cui obiettivo è stato quello di verificare il livello di omogeneità tra le policy e l allineamento con le buone pratiche di riferimento, identificate nelle linee guida di Horizon 2020 (e il rispettivo e il General Model Grant Agreement) e nelle di S. Shieber e P.Suber, e con riferimenti alle dichiarazioni BBB che hanno dato vita al movimento Open Access. La metodologia empirica impiegata ha coinvolto i referenti delle policy delle 14 Università italiane che ne hanno adottata una, ed usando come supporto lo schema di classificazione offerto dal registro delle policy ROARMAP, sono stati evidenziati fattori comuni e di differenziazione tra le policy esaminate. Tra i fattori comuni spicca la legittimazione dal basso delle policy, il deposito obbligatorio dei prodotti della ricerca ed il loro collegamento al sistema di valutazione, nonché l assenza di vincoli stringenti sull embargo e sulla pubblicazione in riviste Open Access. Tra i fattori discriminanti, i più importanti riguardano le modalità di deposito (versione degli articoli, tempistiche, possibilità di esercitare la deroga -waiver-) e di accesso in Open Access, e la tipologia di licenze per il riuso. Dal confronto con le buone pratiche di riferimento, sono state infine stilate una serie di per il miglioramento delle policy, tra cui: l utilizzo del deposito obbligatorio congiuntamente all assenza di una deroga (waiver) come abilitatore di un successivo Open Access by default, un migliore supporto riguardo alla Gold Road, l utilizzo della licenza CC-BY, l esplicitazione dei dati della ricerca e l individuazione di un infrastruttura per il loro deposito. April
2 Introduzione Al momento della redazione di questo documento, 14 università in Italia hanno adottato una politica interna per incoraggiare e regolamentare l accesso aperto ai risultati della ricerca. Sebbene la stesura di queste policy sia stata fatta prendendo come riferimento le Linee guida per la redazione di policy e regolamenti universitari in materia di accesso aperto alle pubblicazioni e ai dati della ricerca 1 della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, ciascuna Università le ha declinate secondo il proprio contesto e bisogni. Per questo motivo, si è voluto analizzarle e compararle, con due finalità: capire il livello di allineamento tra le policy (similarità e differenze) e capire come esse si posizionino in relazione alle best practice di riferimento, e nello specifico sono state selezionate le Linee Guida per l Open Access (OA) del programma di finanziamento europeo Horizon (e il rispettivo e il General Model Grant Agreement) e le di Stuart Shieber e Peter Suber 3,4. Metodologia e dati L Associazione italiana per la promozione della scienza aperta (AISA) elenca sul proprio sito tutte le università che si sono dotate di una politica sull Open Access 5. Al momento dell inizio dell analisi 6, le università italiane che avevano adottato una policy OA e che sono dunque oggetto dell analisi erano 14, e le elenchiamo in Tabella 1. Nella tabella, accanto al nome dell università (prima colonna), sono indicate due URL: quella relativa alla pagina in cui è stata reperita la policy (seconda colonna) e quella a cui è reperibile la classificazione nel catalogo internazionale delle policy OA ROARMAP (terza colonna). Il catalogo ROARMAP 7 offre una struttura di descrizione delle policy attraverso venti campi, elencati in Tabella 2. I possibili valori assumibili dai campi sono segnalati nella seconda colonna: per il campo nr. 5 è possibile selezionare più di un valore, mentre per tutti gli altri (Version 2.1, 16 Febbraio 2016) 3 Stuart Shieber and Peter Suber. Good practices for university open-access policies Tra le altre presenti nello stato dell Arte, citiamo anche le linee guida elaborate della dal progetto europeo MEDOANET ( Mediterranean Open Access Network), Dicembre April
3 campi è possibile selezionare un solo elemento. La terza colonna indica l URL a cui è possibile consultare i criteri adoperati per operare la classificazione, nonché i valori assunti dalle policy per quello specifico campo. Lo schema di classificazione di ROARMAP è stato usato come supporto per la comparazione delle policy. Tale schema, nonostante alcune limitazioni, quali la mancanza di descrizioni dei campi e la poca flessibilità delle opzioni, offre il vantaggio di essere quello di riferimento per la comunità internazionale che studia l Open Access (al momento della scrittura di questo testo, più di 700 policy sono state registrate nel catalogo). Per diminuire l impatto delle limitazioni sulla classificazione e renderla il più possibile replicabile, è stata ideata una metodologia di analisi a più fasi, che ha coinvolto i due autori del presente documento e tutti i referenti delle policy OA delle 14 università elencate in Tabella 1. La metodologia è rappresentata in Figura 1 ed è spiegata brevemente qui di seguito, seguendo gli stessi passi elencati nella figura: 1) Inizialmente, il primo autore ha letto ed analizzato le policy OA delle 14 università italiane, stilando una serie di criteri di classificazione per ogni campo ROARMAP. Da qui è nata la prima versione (v1) delle classificazioni delle 14 politiche e dei criteri. 2) La seconda autrice di questo documento ha rivisto le 14 classificazioni, unitamente con i criteri, e prodotto una seconda versione per entrambi. 3) Gli autori hanno analizzato insieme, in un reconciliation meeting, le classificazioni ed i criteri, stilando una versione comune per entrambi (v2). 4) In seguito, sono stati contattati telefonicamente ciascuno dei referenti delle 14 politiche analizzate: la classificazione è stata discussa, e laddove fosse già presente una versione validata dal referente nel catalogo ROARMAP gli eventuali conflitti tra classificazioni sono stati evidenziati e dibattuti. Ciascuno degli autori ha esaminato sette politiche con i rispettivi referenti istituzionali. 5) A seguito dell attività di discussione con i referenti, gli autori si sono ritrovati in un secondo reconciliation meeting per ridiscutere, alla luce dei colloqui telefonici, le classificazioni e i criteri. Il prodotto di questa ulteriore analisi è la terza versione della classificazione e dei criteri (v3). 6) I referenti sono stati nuovamente contattati, al fine di ottenere la loro validazione della versione definitiva delle classificazioni. Sono state ottenute 12 validazioni e per ciascuna il nome e i contatti del referente sono stati inseriti su ROARMAP. Laddove non sia stato possibile ricevere una risposta di convalida, è stato considerato il silenzio-assenso sulla base del primo colloquio telefonico, ma non sono stati apposti nome e contatti dei referenti su ROARMAP. April
4 Le classificazioni sono consultabili sia sul catalogo ROARMAP alle URL segnalate in Tabella 1, sia su di una Wiki semantica raggiungibile al seguente indirizzo: La Wiki, a differenza del catalogo ROARMAP, include altresì con riferimento a ciascun singolo campo di descrizione le citazioni dei paragrafi delle policy che sono stati dirimenti nell'effettuare la classificazione, nonché eventuali note aggiuntive. Figura 1. Metodologia di analisi delle policy OA delle università italiane policies + criteria 1 R1 policies classifications 2 R2 policies classifications Reconciliation Meeting 3 5 Reconciliation Meeting 4 Verification with policy referents criteria (v2) + classification (v2) criteria (v3) classification (v3) 6 Notification April
5 Allineamento tra le policy OA Una volta stilate le classificazioni finali e considerati i commenti e le osservazioni dei referenti, i due autori hanno comparato in maniera qualitativa i fattori comuni e di diversità. La Tabella 3 riassume i risultati aggregati della classificazione. Per ogni campo ROARMAP viene riportata la frequenza (vengono mostrate solamente le opzioni selezionate almeno una volta). Una tabella sinottica di tutte le classificazioni è anche disponibile alla seguente URL: A partire dalle statistiche, abbiamo estratto fattori comuni (ove più della metà delle policy presenta lo stesso valore in un determinato campo) e discriminanti (laddove nessun valore è selezionato da più del 50% delle policy), che elenchiamo qui di seguito (in parentesi l id dei campi presentati in Tabella 2). Fattori comuni: o L implementazione delle policy passa sempre attraverso un voto del senato accademico (1) o Il deposito dei prodotti della ricerca è obbligatorio nella maggior parte dei casi (2), e il luogo è sempre il repository istituzionale (3) o I più comuni prodotti della ricerca sono contemplati dalle policy, ma solo una minoranza prevede il deposito dei dati della ricerca (5) o La valutazione della ricerca è nella maggior parte dei casi vincolata ai soli prodotti della ricerca inseriti nel repository istituzionale (11) o L autore rimane proprietario dei diritti del prodotto della ricerca, relativamente al repository (12) o L embargo per la pubblicazione in OA non è chiaramente specificato (15, 16, 17) o Non ci sono obblighi per la via aurea all OA (19) e nulla è previsto dalle policy quanto alle rispettive opportunità di finanziamento (20) Fattori discriminanti: o Il momento del deposito, che si divide tra data di accettazione e data di pubblicazione (4) o La versione della pubblicazione da depositare, che si divide tra pre-print, post-print, oppure l una o l altra indifferentemente (6) o La possibilità di esercitare una deroga (waiver) sul deposito (7) o L obbligatorietà dell Open Access (8), la rispettiva deroga (9), e la data entro la quale è richiesto/raccomandato l OA (10) o La possibilità di rinuncia ai diritti sul prodotto della ricerca (13) e sulla pubblicazione in OA (14) o L uso di licenze specifiche per regolamentare il riuso dei prodotti della ricerca depositati (18) April
6 Relazione con buone pratiche e In questa sezione analizziamo i principali fattori emersi nella sezione precedente, alla luce delle linee guida della Commissione Europea sulla pubblicazione dei risultati provenienti da progetti Horizon 2020 [4] e delle buone pratiche di Shieber e Suber [1], entrambe largamente condivise nella letteratura di riferimento. Quando necessario, sono state anche tenute in conto le dichiarazioni BBB [5][6][7][8], su cui si posano le fondamenta dell Open Access. Open Access By Default e suoi abilitatori. La raccomandazione più largamente condivisa dai promotori dell OA e dalle buone pratiche di riferimento è quella di prevedere un regime di Open-Access-by-default (ovvero: il deposito è di default in Open Access), accompagnato o meno dalla possibilità di esercitare la deroga (waiver). L OA-by-default è implementato da sette policy, e per tutte si può esercitare in determinate circostanze la deroga (waiver). Nell ottica di un avvicinamento graduale delle pratiche universitarie all OA, l evidenza in letteratura ([2][3]) mostra che il miglior abilitatore dell OA-by-default è un deposito dei prodotti della ricerca che sia obbligatorio, e su cui non si possa esercitare la deroga (waiver). Tutte le policy che implementano l'oa by default applicano il deposito obbligatorio, ma fra esse la maggior parte ammette l'esercizio della deroga su tale deposito. Al netto di queste, dunque, possiamo affermare che soltanto tre Università applicano l OA-by-default. Analizzando invece le policy che raccomandano solamente l OA e dunque non è obbligatorio, solamente una richiede il deposito del contributo come obbligatorio e non sottoponibile a deroga: per le altre policy non sono state riscontrate informazioni sulla deroga oppure è stato evinto che la deroga è prevista dalla politica. Politica vs pratica. I colloqui con i referenti hanno fatto emergere un gap tra la policy e la sua applicazione, gap spesso rispecchiato nella vaghezza di alcune formule della policy. Ad esempio, la formula versione editoriale consentita, riscontrata nel testo di due policy, lascia appositamente spazi interpretativi: potrebbe riferirsi sia alla versione pubblicata, che al post-print o addirittura al pre-print. Le ambiguità ed il divario tra linee guida e pratica sono dovuti principalmente a due cause: 1) limiti tecnici o di fattibilità nel far rispettare alcuni obblighi (ad esempio, il deposito), 2) cautela nell introdurre l OA, per la complessità delle questioni implicate, come ad esempio la proprietà intellettuale degli autori. Mentre è senz altro buona pratica lasciare il tempo agli autori di interiorizzare i concetti dell OA, d'altro lato le ambiguità dei testi delle policy sono causa di incertezze, variabilità e non omogeneità sotto vari aspetti (ad esempio, la determinazione del grado di allineamento con la policy OA di Horizon2020): per questo motivo, suggeriamo di April
7 eliminare o minimizzare tali ambiguità. Da una prospettiva di policy making a livello più ampio, invece, una riforma del copyright che rafforzi i diritti degli autori, come proposta dall AISA per l Italia 8 e come vigente in Germania e nei Paesi Bassi, potrebbe aiutare a colmare questo divario tra politica e pratica. Obbligo imprescindibile del deposito. Come già detto in precedenza, un deposito obbligatorio e su cui non sia esercitabile la deroga (waiver) è una best practice largamente condivisa. Tale combinazione contempla anche il cosiddetto dark deposit, ovvero il deposito di contributi il cui accesso non si tramuterà in OA. Il dark deposit, per quanto sia auspicabile che resti limitato ad una minoranza delle pubblicazioni, svolge comunque delle funzioni utili. In primo luogo, il deposito costituisce pur sempre disseminazione e condivisione della conoscenza (limitatamente ai metadati, e seppur all interno dell università in questione, e secondo regole di accesso definite dalle stesse università); in secondo luogo, migliora l indexing, la ricerca e servizi avanzati di catalogazione basati sul text mining, in quanto l intero testo e non i soli metadati possono essere indicizzati sebbene il full text non sia accessibile. Pur restando l open repository il luogo principale per la visibilità e l accesso alla produzione accademico-scientifico dell istituzione a livello nazionale e internazionale, il dark deposit raccoglie e mantiene memoria di tutti i contributi depositati, facilitando altresì le attività di amministrazione (es.: valutazione, statistiche, ecc.). Lo schema di deposito obbligatorio e senza deroghe (waiver) del testo del contributo è tuttavia presente in sole quattro università. Per quanto riguarda i metadati del contributo, l'obbligo di deposito non derogabile è riscontrabile in nove università. Infine, una nota riguardo alla versione dei contributi depositati: la versione raccomandata è il post-print (nella forma della versione editoriale referata in Horizon 2020 e in quella della versione peer-reviewed in Suber-Shieber): in questo caso, le policy italiane sono abbastanza allineate, in quanto il pre-print è ammesso solo in tre università. I dati della ricerca, una risorsa trascurata. I dati della ricerca sono una risorsa importante per corroborare, complementare e rendere replicabili i contributi scientifici. Apparsi inizialmente nella Dichiarazione di Berlino [7], sono stati fortemente ripresi nelle linee guide di Horizon 2020, nonostante non costituiscano obbligo assoluto, poiché gli Stati Membri dell Unione hanno facoltà di decidere in merito sulla base delle proprie esigenze. La tendenza generale delle policy delle università italiane segue quella della legislazione italiana 9, che non menziona i dati della ricerca. Solo 4 policy lo fanno, di cui due li menzionano in maniera chiara ed inequivocabile, mentre le rimanenti lo fanno in modo meno chiaro (nel primo caso si parla di banche dati ; nel secondo si menzionano dati quali tabelle, immagini, video che contribuiscano al dibattito scientifico). E auspicabile un migliore allineamento con le linee guida Horizon 2020, attraverso la stesura di data Art. 4 Decreto-legge 8 agosto 2013, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 ottobre 2012 April
8 management policy 10 e laddove manchi un infrastruttura tecnica ad hoc per i dati le policy potrebbero fare riferimento ai data repository ad accesso libero attualmente esistenti in Internet 11. Una forte spinta in questa direzione verrà data dal fatto che a partire dal 2017 gli Open Research Data saranno l opzione di default per tutti i progetti di Horizon 2020 che produrranno dati. Quest obbligo si prefigura come uno degli abilitatori del prossimo grande cambio di paradigma nel campo dell Open Access: il Big Open Access, ovvero la questione dell accesso aperto a grandi moli di dati (in questo caso provenienti dalla ricerca, ma da inquadrare in un contesto più generale Big Open Data). Gold Road, un alternativa? Seguire la cosiddetta via aurea la Gold Road significa pubblicare in una rivista ad accesso aperto 12. La Green Road consiste invece nel deposito del contributo scientifico nella versione consentita in un archivio indipendentemente se pubblicato su una rivista. Nel contesto di Horizon 2020, gli autori posso scegliere tra una delle due opzioni; tuttavia, qualsiasi sia la loro scelta, devono comunque procedere ad archiviare una copia in uno dei repository ammissibili (specificati nelle linee guida) e renderlo accessibile. Similmente, Shieber e Suber ritengono la Gold Road un opzione aggiuntiva al self-archiving, e non un alternativa. Nella maggior parte dei casi (12 su 14, opzione Other nel campo nr. 19), le policy italiane sono conformi allo schema Shieber-Suber. Tuttavia, quasi tutte le policy (eccetto Padova) sono silenti per quanto riguarda i finanziamenti per perseguire le pubblicazioni in riviste OA (i quali comprendono non solo la pubblicazione per se, ma anche numerosi altri costi accessori quali quelli dell infrastruttura informatica, delle risorse umane, ecc.). Per cui, di fatto, la Gold Road è un opzione contemplata e incoraggiata nelle policy OA, ma senza un esplicito riferimento al supporto finanziario. Licenze di riuso. L Open Access non si limita al solo accesso gratuito ad una risorsa (free access), ma anche al riuso del contributo che ne deriva (libre access). Nonostante la legislazione italiana 13 contempli il free access ma non il libre access, dal punto di vista della disseminazione della conoscenza il secondo caso è migliore. A conferma di ciò, le linee guida Horizon2020 menzionano, seppur in via illustrativa e non esaustiva, il diritto alla copia, distribuzione, link, crawling e mining, e consigliano le licenze Creative Commons CC-BY e CC0 (così com era stato fatto nella Budapest Open Access Initiative). 10 Si vedano, ad esempio, la Roadmap della League of European Research Universities ( e le del progetto europeo RECODE ( 11 Il catalogo permette di cercare quali repository di dati della ricerca esistono già 12 Per una panoramica dei modelli di business delle riviste OA si veda 13 Decreto-legge 8 agosto 2013, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 ottobre 2012, n. 112 April
9 Sulla base di ciò, nonché delle indicazioni dalla letteratura, è auspicabile che una policy OA abbia le seguenti caratteristiche: 1) richieda all autore il free access come condizione minima, specificando che tale accesso include anche il download e la stampa; 2) incoraggi gli autori a rendere le risorse riutilizzabili (libre access), usando una licenza Creative Commons (se possibile, nella sua versione CC-BY). Tra le università italiane che implementano l OA by default, tre considerano il free access sufficiente, e di queste solo due incoraggiano altresì il libre access. Le licenze Creative Commons non sono uniformemente menzionante, e nessuna policy indica esplicitamente la CC-BY, Approccio dal basso. Sebbene le best practice prese in considerazione non facciano riferimento al processo di costruzione della policy, nel Ten years on from the Budapest Open Access Initiative [6] viene consigliato un esplicito voto da parte dell organo deliberante nell Università. Tale coinvolgimento è auspicabile per legittimare la policy, poiché gli autori, nel momento del deposito, trasferiscono una licenza non esclusiva dei propri contributi scientifici all Università. Le policy italiane sono perfettamente in linea con questa buona pratica, essendo state tutte approvate da un voto del Senato accademico. Conclusioni In questo documento, abbiamo descritto la metodologia empirica utilizzata per omologare le classificazioni delle Università Italiane sul catalogo delle policy ROARMAP, superandone i limiti di soggettività e scarsa definizione dei campi, e proponendo alcuni criteri per la catalogazione. Usando tale classificazione, abbiamo condotto un analisi, il cui obiettivo è stato quello di verificare il livello di omogeneità tra le policy e l allineamento con le buone pratiche di riferimento, identificate nelle linee guida di Horizon 2020 e nelle di Suber e Shieber. Tra i fattori comuni identificati, spiccano sicuramente la legittimazione dal basso delle policy e il deposito obbligatorio dei prodotti della ricerca, il loro collegamento al sistema di valutazione, nonché l assenza di vincoli stringenti sull embargo e sulla pubblicazione in riviste Open Access. Tra i fattori discriminanti, i più importanti riguardano le modalità di deposito (versione degli articoli, tempistiche, possibilità di esercitare la deroga) e di accesso in Open Access, e la tipologia di licenze per il riuso. Infine, sono state individuate alcune per un migliore allineamento con le buone pratiche di riferimento, tra cui evidenziamo: l utilizzo del deposito obbligatorio in congiunta all assenza di una deroga come abilitatore di un successivo Open-Access-bydefault; un migliore riferimento alle possibilità di supporto finanziario della Gold Road ; l utilizzo della licenza CC-BY; l esplicitazione dei dati della ricerca e l individuazione di un April
10 infrastruttura per il loro deposito. Queste possono essere di aiuto e guida per tutti gli atenei italiani che devono ancora adottare una politica per l Open Access. Infine, segnaliamo un appendice a questo lavoro, ovvero un applicazione online che compara le singole policy presenti nel catalogo ROARMAP con le linee guida di Horizon 2020 e il General Model Grant Agreement, basata sui valori assunti dai campi della classificazione. L applicazione è disponibile all indirizzo e mostra per ogni campo l allineamento con le linee guida e il General Model Grant Agreement, puntando alla specifica sezione di riferimento: in questo modo è possibile appurare direttamente sul testo i motivi dei disallineamenti. April
11 Riferimenti bibliografici [1] Stuart Shieber and Peter Suber. Good practices for university open-access policies [2] Alma Swan. Open Access policy effectiveness: A briefing paper for research funders Progetto Pasteur4OA. [3] Simon J Frankel and Shannon M Nestor. Opening the door: How faculty authors can implement an open access policy at their institutions, San Francisco: Science commons [4] European Commission. Guidelines on open access to scientific publications and research data in Horizon 2020 (version 2.1), 15 February [5] Budapest Open Access Initiative et al. Budapest open access initiative. soros. org/openaccess/read. shtml, [6] Budapest Open Access Initiative et al. Ten years on from the budapest open access initiative: setting the default to open. URL [7] Berlin Declaration on Open Access to Knowledge in the Sciences and Humanities, October 22, [8] Bethesda Statement on Open Access Publishing, June 20, 2003, April
12 Allegati Tabella 1. Università e policy Nome Università URL policy URL Roarmap Politecnico di Milano Università di Bergamo ads/media/policy_open_acces s.pdf t/files/normativa/ /70098.pdf Università di Cagliari Università di Ferrara Università di Firenze Università di Milano Università di Napoli Federico II Università di Padova Università di Pisa ages/interface/policy_oa_30gi u15.pdf yoaunife.pdf policy-oa-unifi.pdf htm Policy: php?id=468 Licenza di deposito: php?id=469 Regolamento: hoca-prova/category/2- regolamenti-diateneo?download=1845:regola mento-per-la-promozionedellaccesso-aperto-ai-risultatidella-ricerca-scientifica-inattuazione-dellart-4-comma-2- del-dl-8-agosto-2013-n April
13 Indirizzo: hoca-prova/category/2- regolamenti-diateneo?download=1844:lineedi-indirizzo-delluniversita-dipisa-sullaccesso-aperto Università di Torino Università di Trento Università di Trieste Università di Udine Università di Venezia Ca Foscari t/files/reg_openaccess_2014.p df 8/1/policy-ateneo-openaccess pdf t/files/cir/allegati/policy%20op en%20access.pdf pen-access/presentazioneoa/policydiateneo.pdf ato/bda/reg_di_ateneo_per_il _deposito_nell_archivio_ist_le _e_l_accesso_aperto_alla_lett eratura_scientifica.pdf April
14 Tabella 2. Campi della classificazione ROARMAP e possibili valori ID camp o Nome campo Possibili valori Criterio 1 Source of Policy Administrative/ management decision ; Faculty vote; Not mentioned;oth er OfPolicy 2 Deposit of item Required; Requested; Unspecified OfItem 3 Locus of deposit Institutional Repository; Subject repository; Any suitable repository; Not Specified fdeposit 4 Date of deposit No later than the time of acceptance; No later than the publication date; By end of policy-specified embargo; When publisher permits; Not Specified; Other Deposit 5 Content types specified under the mandate: 6 Journal article version to be deposited: Peer-reviewed manuscripts; ETDs; Books; Book Sections; Data; Not Specified; Other Author's final peer-reviewed ContentType ArticleVersion April
15 ID camp o Nome campo Possibili valori Criterio 7 Can deposit be waived? 8 Making deposited item Open Access 9 Can making the deposited item Open Access be waived? 10 Date deposit to be made Open Access 11 Is deposit a precondition for research evaluation (the 'Liège/HEFCE Model')? version; Published edition (version of record); Other; Not Specified Yes; No; Not specified; Not Applicable Required; Requested or recommended; Not Mentioned; Other Yes; No; Not Specified; Not applicable Acceptance date; Publication date; By end of policypermitted embargo; When publisher permits; As soon as the deposit is completed; Not Mentioned; Other Yes; No; Not Specified eposit OpenAccess epositopenaccess positopenaccess odel 12 Rights holding Author grants key rights to institution; Holding April
16 ID camp o Nome campo Possibili valori Criterio 13 Can rights retention be waived? 14 Can author waive giving permission to make the article Open Access? 15 Policy's permitted embargo length for science, technology and medicine Institution or funder retains key rights; Author retains key rights; None of these; Not Mentioned Yes; No; Not Applicable; Not specified Yes; No; Not Applicable; Not specified 0 months; 6 months; 12 months; 24 months; Longer; Not Specified ightsretention OA osciencetechnologymedicine 16 Policy's permitted embargo length for humanities and social sciences: 17 Can maximal allowable embargo length be waived? 18 Open licensing conditions 0 months; 6 months; 12 months; 24 months; Longer; Not Specified Yes; No; Not Applicable; Not specified ohumanitiessocialscience mbargolength Does not require any reuse licence; Requires an open licence without specifying which one; Requires CChttps://wiki.nexacenter.org/view/Property:OpenLi censingconditions April
17 ID camp o Nome campo Possibili valori Criterio 19 Gold OA publishing option BY or equivalent; Requires CC- BY-NC or equivalent; Requires a different open licence; Other; Not specified Required; Recommended as an alternative to Green selfarchiving; Permitted alternative to Green selfarchiving; Not Specified; Other A 20 Funding for APCs where charged by journals Funder allows APCs to be paid from research grant; Funder provides specific additional funding for APCs; Institution provides funding; Not Mentioned; Other gforapc April
18 Tabella 3. Risultati aggregati della classificazione ID campo Nome campo Possibili valori 1 Source of Policy Faculty vote 14 2 Deposit of item Requested 2; Required: 12 3 Locus of deposit Institutional Repository:14 4 Date of deposit No later than the time of acceptance: 5 No later than the publication date: 6; Not Specified 3 5 Content types specified under the mandate: Peer-reviewed manuscripts 11 ETDs 11 Books 11 Book Sections 11 Data 4 Not Specified 3 Other 11 6 Journal article version to be deposited: Author's final peer-reviewed version; 2 Published edition (version of record): 7 Other 4 Not Specified : 1 7 Can deposit be waived? Yes; 4 No 4; Not specified; 4 Not Applicable: 2 8 Making deposited item Open Access Required; 6 Requested or recommended: 7 Other: 1 9 Can making the deposited item Open Access be waived? Yes; 6 No 1; Not applicable: 7 10 Date deposit to be made Open Access By end of policy-permitted embargo; 3 When publisher permits; 1 Not Mentioned; 2 Other 8 11 Is deposit a precondition for research evaluation (the 'Liège/HEFCE Model')? Yes; 9 No; 2 Not Specified 3 12 Rights holding Author retains key rights;14 April
19 ID campo Nome campo Possibili valori 13 Can rights retention be waived? Yes 7 No 1 Not specified 6 14 Can author waive giving permission to make the article Open Access? 15 Policy's permitted embargo length for science, technology and medicine 16 Policy's permitted embargo length for humanities and social sciences: 17 Can maximal allowable embargo length be waived? Yes 3 No 1 Not Applicable 6 Not specified 4 6 months : 1 12 months: 2 24 months : 1 Not Specified: months: 3 24 months: 1 Not Specified: 10 Yes 1 No 1 Not Applicable 10 Not specified 2 18 Open licensing conditions Does not require any re-use licence: 4 CC-BY-NC or equivalent: 4 Requires a different open licence: 1 Other 1 Not specified 4 19 Gold OA publishing option Not Specified 2 Other Funding for APCs where charged by journals Not Mentioned 13 Other 1 April
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