PIANO DI RECUPERO DI INIZIATIVA PRIVATA DELL AREA EX AMGA IN RAVENNA VIA VENEZIA ANGOLO VIA ROMA
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- Gianleone Manfredi
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1 Dott. ANGELO ANGELI geologo - Studio Geologia Tecnica Impresa Geotecnica CESENA, Via Don G. Dossetti n.28 già Via Padre Genocchi n.222 Tel Fax P.IVA: C.F.: NGL NGL 34D13 F139U Committente : ACMAR s.c.p.a di Ravenna PIANO DI RECUPERO DI INIZIATIVA PRIVATA DELL AREA EX AMGA IN RAVENNA VIA VENEZIA ANGOLO VIA ROMA INTEGRAZIONE ED AGGIORNAMENTO ALLA RELAZIONE GEOLOGICA-GEOTECNICA REDATTA DAL DOTT. MARCO RONCUZZI NEL SETTEMBRE 2012 Cesena, Giugno 2014
2 Studio di Geologia Tecnica dr. ANGELO ANGELI CESENA, Via Don G.Dossetti n.28 - Tel PREMESSA Su richiesta della Società ACMAR di Ravenna si redige la presente relazione geologica-geotecnica ad integrazione ed aggiornamento di quella già redatta nel 2012 dal Dott. Marco Roncuzzi. Per questa relazione si utilizzano le prove geognostiche ed i rilievi sismici già allegati alla relazione del dr. Roncuzzi. Nella presente relazione, dopo un inquadramento geomorfologico del sito, si descrivono le indagini disponibili, la stratigrafia e le caratteristiche geotecniche del terreno che ne risultano. Si esaminano infine gli aspetti sismici con riferimento all approfondimento sismico di II livello indicato dalla normativa della Regione Emilia-Romagna ed alle richieste fatte dalla Provincia di Ravenna, Settore Ambiente e Territorio in data 16/04/ INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO DEL SITO L area dell intervento è situata sul lato sud di quello che fino a circa metà 700 era l alveo del Fiume Montone ed a cui corrisponde una fascia con quote rialzate rispetto alle zone circostanti. L area di intervento, posta sul lato Est di Porta Serrata, presenta quote del terreno variabili, con la parte lato sud, dove è stata fatta la CPT.1/08, di circa un metro più elevata rispetto alla parte lato Nord, dove sono state fatte le prove CPT.2/08, 3/08 e 4/12. L area del centro storico di Ravenna è caratterizzata dalla presenza in superficie, per uno spessore dell ordine in genere di 5-7 metri, di depositi recenti con resti antropici (macerie e manufatti vari); depositi parte naturali (soprattutto palustri e lagunari) e parte artificiali (riporti e demolizioni). Questi depositi recenti poggiano su sabbie di duna e spiaggia che in epoca romana erano affioranti. La situazione geologica generale della zona è illustrata dalla Carta Geologica in Scala 1/ riportata in Tavola III e dalla sezione geologica schematica di Tavola III-ter. La successione dei terreni superficiali della zona di Ravenna è stata condizionata dagli effetti della subsidenza combinati con quelli dell ingressione marina olocenica (Flandriana) che circa anni fa aveva portato, con rapido avanzamento, la linea di costa circa lungo la direttrice Fosso Ghiaia-Madonna dell Albero-Fornace Zarattini-Alfonsine, con deposizione di spessi strati di sabbia con lenti di ghiaia fine. Successivamente il mare si è ritirato con fasi alterne fino a raggiungere la costa attuale e durante questa fase regressiva si sono depositati forti spessori di sabbie data la subsidenza che caratterizza l area ravennate. Mentre la linea di costa si ritirava si veniva a formare a monte della zona litorale, per effetto della subsidenza, una zona depressa con formazione di una laguna, poi colmata da Pag.1
3 Studio di Geologia Tecnica dr. ANGELO ANGELI CESENA, Via Don G.Dossetti n.28 - Tel alluvioni dei fiumi della zona. Ancora in epoca recente il Fiuma Lamone non aveva sbocco al mare, ma finiva in questa zona depressa lagunare e palustre. Nella zona del centro storico di Ravenna il banco di sabbia poggia direttamente,a metri di profondità, sulle alluvioni del Pleistocene superiore, mentre più vesto mare il banco sabbioso ha spessore più ridotto ed è seguito da depositi di ambiente marino, argilloso-limosi, normalconsolidati, con lenti di sabbia fine intercalate. La zona di Ravenna è quindi caratterizzata dalla presenza di cordoni sabbiosi che corrispondono a posizioni in cui vi è stata una più lunga permanenza della linea di costa durante la fase regressiva del ciclo sedimentario olocenico, corrispondente all ingressione Flandriana. In posizione intermedia fra i vari cordoni sabbiosi sono presenti aree caratterizzate da una maggiore copertura superficiale di terreni argilloso-limosi, consistenti in alluvioni recenti e depositi delle bonifiche in superficie ed in depositi di laguna e palude in profondità. Il cordone sabbioso più antico, con banco di sabbia coperto da un esiguo spessore di alluvioni recenti, corrisponde circa al tracciato della Via di Sant Alberto e prosegue verso Sud nella zona di Via di Roma e della Stazione Ferroviaria e quindi nella zona dell intervento. Più ad Oriente vi è il cordone sabbioso delle Bassette, che, con andamento arcuato, si dirige a Nord verso la località di Casalborsetti. Al cordone sabbioso delle Bassette si giustappone sul lato Est, con quote mediamente un poco più elevate, il cordone sabbioso della Pineta di San Vitale, il quale, più a Nord, interseca quello delle Bassette, avendo un andamento più rettilineo. Il cordone sabbioso della Pineta di San Vitale corrisponde quindi ad una linea di costa che ha in parte eroso il cordone sabbioso delle Bassette. In corrispondenza dei cordoni sabbiosi delle Bassette e delle Pinete la base del banco di sabbia è in genere a metri di profondità. Fra il cordone sabbioso della Via di Sant Alberto e quello delle Bassette è presente una fascia che si restringe progressivamente verso Sud e che è caratterizzata dalla presenza di un rilevante spessore di depositi di laguna e palude, coperti da uno strato di alluvioni recenti e depositi delle bonifiche di colmata. Ad Oriente del cordone sabbioso delle pinete e fino al cordone sabbioso della costa attuale si estende un ampia zona caratterizzata dalla presenza in superficie di alluvioni recenti e depositi vallivi e lagunari di spessore variabile e generalmente non elevato, ma che può aumentare notevolmente in corrispondenza di vecchi canali e paleoalvei. In genere lo spessore di depositi di palude e laguna che ricopre il banco sabbioso è di modesto spessore fino in corrispondenza di una linea che passa per Largo Trattaroli. Ad oriente di questa linea, nell area portuale e nella zona delle pialasse, i depositi di laguna e palude diventano spesso rilevanti ed il banco di sabbia si riduce notevolmente di spessore, essendo la sua base in genere a soli 9-10 metri di profondità. In questa zona persistono zone paludose e lagunari ( pialasse ), solo in parte bonificate in tempi recenti per la realizzazione di insediamenti industriali e portuali. Sono anche presenti zone limitate con sabbia affiorante o subaffiorante, corrispondenti a dune dell antico delta triangolare dei Fiumi Uniti, che fino a circa metà del 700 sfociavano a Punta Marina. Pag.2
4 Studio di Geologia Tecnica dr. ANGELO ANGELI CESENA, Via Don G.Dossetti n.28 - Tel Nella zona verso mare rispetto alla città, al banco sabbioso segue, fino a metri di profondità, terreno argilloso-limoso, circa normalconsolidato, con molte lenti di sabbia fine e sabbia limosa intercalate. Questo banco rappresenta i depositi di ambiente marino della fase di maggiore avanzata del mare durante l ingressione olocenica. Alla base dei depositi di ambiente marino sono presenti solo scarsi depositi costieri sabbioso-limosi e ciò è dovuto sia al fatto che l ingressione è stata rapida, ma soprattutto al fatto che mentre la linea di costa avanzava i depositi sabbiosi di spiaggia venivano trascinati verso l entroterra. Questo complesso di terreni olocenici poggia su un substrato di alluvioni del Pleistocene superiore. Le alluvioni pleistoceniche consistono in terreno argillosolimoso da mediamente consistente a compatto (moderatamente sovraconsolidato) con intercalate lenti sabbioso-limose. 3. IDROGEOLOGIA SUPERFICIALE Nella zona in esame il livello della falda freatica è stato rilevato a profondità variabili da m 2.20 a m 2.70 dalla superficie del terreno (m rispetto alla quota della CPT.1/08). L area del centro storico, avente quote mediamente più elevate delle zone circostanti, corrisponde ad una zona di culmine delle isofreatiche (Tavola VIII-1). La profondità della falda rispetto alla superficie del suolo nella zonadel centro storico è in prevalenza dell ordine dei 2 metri con massimo di circa 3 metri poco ad oriente del sito in esame (Tavola VIII-2). Le oscillazioni stagionali della falda possono essere rilevanti e nei periodi di piogge abbondanti possono registrarsi innalzamenti dell ordine del metro rispetto ai valori medi. 4. INDAGINI IN SITO Si dispone di quattro prove penetrometriche eseguite a cura del Dott. Roncuzzi, delle quali tre spinte a 20 metri (CPT.1/08-2/08-3/908) ed una a 30 metri di profondità (CPT.4/12). Quest ultima prova è stata fatta entro uno scavo più basso di 2 metri rispetto alla superficie del terreno della zona dove è stata fatta la prova CPT.1/08. L ubicazione delle prove è indicata in Tavola IV ed i relativi digrammi sono riportati nelle Tavole VI Nella Tabella che segue si riportano le quote di inizio delle varie prove e le profondità della falda misurate. n. prova Quota rilievo Diff. quota da CPT.1/08 Profondità acqua Profondità acqua da quota CPT.1/08 CPT.1/ CPT.2/ CPT.3/ CPT.4/ Pag.3
5 Studio di Geologia Tecnica dr. ANGELO ANGELI CESENA, Via Don G.Dossetti n.28 - Tel Si dispone inoltre di un indagine sismica eseguita a cura del Dott. Roncuzzi dalla Ditta Anfibia srl che ha eseguito una prova MASW ed una prova Re-Mi. Della relazione della Ditta Anfibia, allegata alla relazione del Dott. Roncuzzi, si riportano in calce alla presente relazione solo le pagine coi risultati finali. 5. STRATIGRAFIA DEL TERRENO DI FONDAZIONE La stratigrafia del terreno, quale si può ricostruire sulla base delle prove penetrometriche e delle conoscenze sulla geologia locale, è illustrata dalle sezioni stratigrafiche riportate in Tavola V-1 e V-2. In superficie è presente uno strato di terreno limoso-argilloso molle misto a macerie minute più o meno abbondanti. Questo strato (post-romano) ha uno spessore variabile dai 6 ai 7 metri circa in relazione alle diverse quote della superficie topografica, mentre la sua base è pressoché orizzontale. Segue un potente banco di sabbia da mediamente densa in alto a densa in basso, la cui base è stata raggiunta dalla CPT.4/12 a 23 metri di profondità dalla superficie del terreno. In qualche prova sono presenti lenti argilloso-limose di spessore trascurabile intercalate al banco di sabbia. Segue uno strato di circa 1.50 metri di spessore, argilloso-limoso, di media consistenza, con una sottile lente limoso-sabbiosa intercalata. Questo strato, spesso leggermente torboso, rappresenta depositi di un ambiente palustre che, per la subsidenza, tendeva a precedere l arrivo della linea di costa in avanzamento accompagnata dalle dune costiere. Seguono le alluvioni tardo-pleistoceniche argilloso-limose di consistenza in prevalenza compatta (moderatamente sovraconsolidate) a cui sono intercalate lenti di sabbia fine di deposito fluviale, aventi andamenti molto irregolari. 6. ORIENTAMENTI GEOTECNICI In Tavola VII si sono riportati cumulativamente i diagrammi delle quattro prove riferiti tutti alla quota della CPT.1/08 e corredati di stratigrafia media e schematizzazione geotecnica. Dall esame di questa tavola si rileva come la successione dei terreni attraversati dalle varie prove sia sostanzialmente la stessa e come la base dello strato con terreni molli e macerie sia sempre alla stessa quota. Le differenze in questo strato derivano unicamente nella maggiore o minore presenza di macerie a cui corrispondono picchi della resistenza alla punta. La resistenza alla punta del banco sabbioso aumenta quasi linearmente con la profondità e ciò indica che si tratta di sabbie circa normalconsolidate. L inizio delle alluvioni pleistoceniche è ben marcato a 25,50 metri di profondità e corrisponde ad uno strato argilloso nettamente sovraconsolidato (paleosuolo). I parametri geotecnici indicati per i vari strati sono stati ricavati con note correlazioni coi dati penetrometrici, tenendo conto di valori prossimi ai minimi e possono quindi essere assunti come valori caratteristici. Pag.4
6 Studio di Geologia Tecnica dr. ANGELO ANGELI CESENA, Via Don G.Dossetti n.28 - Tel Il progetto prevede la costruzione di piastre interrate ad uso garages su parte delle quali si elevano fabbricati in prevalenza di quattro piani fuori terra. Il terreno fino ai 7 metri di profondità è di scarsa consistenza e molto compressibile, tuttavia il peso dei fabbricati risulterà in gran parte compensato dal peso del terreno scavato per la costruzione del piano interrato e gli assestamenti non saranno quindi eccessivi anche adottando una fondazione diretta costituita da una platea. Infatti i cedimenti seguiranno per la maggior parte una curva di ricarico. La platea è indispensabile anche per il fatto che il piano interrato andrà completamente impermeabilizzato. Il fatto che la parte in elevazione dei fabbricati occupa solo una porzione eccentrica delle piastre interrate comporta una tendenza ad assestamenti differenziati: trascurabili per le parti senza piani fuori terra ed apprezzabili anche se contenuti per le parti con fabbricato in elevazione. In sede di progettazione esecutiva si dovranno fare valutazioni circa questi possibili assestamenti differenziali per valutare la migliore soluzione idonea ad evitare inconvenienti ( per es.: forte irrigidimento della struttura interrata nella zona di passaggio oppure realizzazione di giunti che svincolino le due parti di struttura con diverse caratteristiche). In ogni caso l interrato dovrà avere una struttura con elevata rigidità capace di rendere uniformi gli assestamenti. Fabbricati senza piano interrato richiederebbero il ricorso a fondazioni profonde. 7. ASPETTI SISMICI Il Comune di Ravenna è classificato Zona Sismica 3 e la Regione Emilia-Romagna indica una valore di accelerazione sismica di riferimento a=0.163 g. Dalle tabelle delle NTC-2008 si ricavano, per manufatto di Classe II e Stato Limite di Salvaguardia della Vita, i seguenti parametri di pericolosità sismica: Tr = 475 anni a = g Fo = Tc* = sec. I rilievi sismici eseguiti dalla Ditta Anfibia hanno fornito i seguenti valori del Vs30 da 0 a 30 metri: Vs30 = 208 m/s dalla prova MASW Vs30 = 218 m/s dalla prova ReMi Sulla base di valori medi di qc ricavati dalla Tavola VII si è fatta una valutazione del Vs30 da 3 a 33 m di profondità coi seguenti risultai: Vs30 = 197 m/s sulla base delle correlazioni ricavabili dalla normativa Vs30 = 214 m/s sulla base della correlazione suggerita da Lo Presti e Lai (1989) Il sottosuolo della zona dell intervento rientra quindi nella Categoria C : Depositi di terreni a grana grossa mediamente addensati o terreni a grana fine mediamente Pag.5
7 Studio di Geologia Tecnica dr. ANGELO ANGELI CESENA, Via Don G.Dossetti n.28 - Tel consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs,30 compresi tra 180 m/s e 360 m/s (ovvero 15 < N SPT,30 < 50 nei terreni a grana grossa e 70 < c u,30 < 250 kpa nei terreni a grana fine). Tale classificazione è da considerarsi valida per tutta l area dell intervento essendo la stratigrafia del terreno uniforme. Secondo le NTC-2008 il Coefficiente di amplificazione stratigrafica risulta Ss=1.452, mentre il Coefficiente di amplificazione topografica è St=1, essendo il sito pianeggiante. L accelerazione massima risulta: amax = x x 1 = g. Il Coefficiente riduttivo per opere di sostegno risulta: βm = Dalla Tabella PINURA 2 della Regione Emilia-Romagna si ricava il Fattore di Amplificazione P.G.A.=1.5 e quindi un accelerazione massima: amax = x 1.5 = g. Sulla base delle quattro prove disponibili si è fatta una verifica del potenziale di liquefazione. Si è adottata una magnitudo M=5.88 corrispondente a quella massima dei terremoti di riferimento. Il CRR7.5 è stato calcolato con le correlazioni con qc dovute a Rbertson e Wride (1998). Il coefficiente MSF che tiene conto della magnitudo locale è stato adottato secondo quanto suggerito da Youd ed Al. (2001). Il coefficiente rd è stato calcolato secondo la formula suggerita da Idriss e Boulanger (2004) che tiene conto della magnitudo. La correzione per la frazione fine è stata fatta secondo le indicazioni di Ishihara (1993) assumendo prudenzialmente FC=10%. Solo in qualche livello sottile, chiaramente di sabbia limosa, si è assunto FC=15%. Per la correzione per strato sottile si è fatto riferimento al criterio suggerito da Robertson e Wride ed adottato da NAVFAC, anche se nel caso in esame tale coefficiente è praticamente sempre eguale ad 1. Nessuno degli strati sabbiosi è risultato liquefacibile ed il Coefficiente di sicurezza risulta praticamente sempre superiore ad 1.3. Si è quindi calcolato il cedimento post-sismico per addensamento delle sabbie utilizzando il diagramma di Ishihara e Yoshimine (1992) che correla la deformazione volumetrica εv(%) con il coefficiente di sicurezza nei confronti della liquefazione. I valori ottenuti sono riassunti nella Tabella che segue: CPT n. Cedimento (cm) 1/ / / / media 1.26 Gli assestamenti post-sismici in caso di sisma con magnitudo M=5.88 sono quindi da considerare trascurabili. Pag.6
8 Studio di Geologia Tecnica dr. ANGELO ANGELI CESENA, Via Don G.Dossetti n.28 - Tel In tavola XIII è riportato lo Spettro di risposta elastico ricavato secondo le NTC per un manufatto di Classi II e Stato Limite di Salvaguardia della Vita, mentre in Tavola XV si è riportato lo Spettro di risposta elastico, Componente orizzontale, dedotto secondo le indicazioni contenete negli Indirizzi per gli studi di microzonizzazione sismica in Emilia-Romagna per la pianificazione territoriale e urbanistica,2007. I valori ricavati valgono per tutta l area dell intervento data l uniformità della successione dei terreni. Pag.7
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31 Studio Geologia Tecnica dr. Angelo Angeli - Cesena FATTORI DI AMPLIFICAZIONE SISMICA AMPLIFICAZIONE STRATIGRAFICA Località: Ravenna - area ex AMGA Tavola XI Dati: a/g = Fo Categoria terreno C Stato Limite di Salvaguardia della Vita Categoria Formule Valori Classe di manufatto sottosuolo Ss = Ss II A B 1,00<=1,41-0,40Fo x a/g<=1, C 1,00<=1,70-0,60Fo x a/g<=1, valore da usare D 0,90<=2,40-1,50Fo x a/g<=1, E 1,00<=2,00-1,10Fo x a/g<=1, AMPLIFICAZIONE TOPOGRAFICA Caratteristiche superficie topografica T1 T2 T3 T4 pianeggiante con inclinazione media i<=15 Pendio con i>15 Rilievo con larghezza in cresta < della base e con 15 <i<30 Rilievo con larghezza in cresta molto < della base ed i>30 Categoria topogr. St T T2 Alla sommità del pendio 1.20 T3 In corrispondenza della cresta del pendio 1.20 T4 In corrispondenza della cresta del pendio 1.40 Riferimenti: NTC-2008 D.M. 14/01/2008 arif/g = Ss = St = 1.00 S=Ss x St = amax = arif x Ss x St = g Kh = amax/g = (fondazioni) Coefficienti riduttivi sismici: βm (opere di sostegno) accelerazioni ag Categorie Sottosuolo B, C, D, E A βm βm 0,2g<ag<=0,4g valore da usare = ,1g<ag<=0,2g ag<=0,1g Kh = βm β x St x Ss x a/g = g Kv = 0,50 Kh = g Coefficienti riduttivi sismici: βs (verifiche di stabilità delle scarpate) accelerazioni Categorie Sottosuolo pendenza versante (gradi): 0 ag 0,2g<ag<=0,4g A βs 0.30 B, C, D, E βs 0.28 valore da usare = ,1g<ag<=0,2g ag<=0,1g Kh = βs x St x Ss x a/g = g Kv = 0,50 Kh = g
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RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA
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