LA POPOLAZIONE DELLE MARCHE
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1 LA POPOLAZIONE DELLE MARCHE ANNO 2012 Fotografia di una regione che invecchia e gli scenari futuri
2 Autori A cura di: Cristina Mancini, Fabio Filippetti Osservatorio Epidemiologico Regionale, ARS Marche 1
3 INDICE 1. Dinamica Demografica Indicatori di sintesi Struttura per età dei marchigiani residenti Piramidi... 4 Indicatori di sintesi Speranza di vita Indicatori di sintesi Natalità e fecondità Indicatori di sintesi Mortalità Previsioni demografiche Conclusioni Glossario
4 1. DINAMICA DEMOGRAFICA Indicatori di sintesi Tasso di crescita totale: 2,9 per abitanti Tasso di crescita naturale: - 2,5 per abitanti Tasso di crescita migratorio: 5,4 per abitanti Al 1 gennaio 2012 la popolazione delle Marche era costituita da residenti; nel corso dell'anno essa è cresciuta di unità, pertanto il bilancio demografico finale dei residenti al 31 dicembre 2012 conta abitanti. Il tasso di crescita totale è pari a circa 3 unità per abitanti: la crescita è risultata dovuta esclusivamente al tasso migratorio pari al 5,4 in quanto il tasso di crescita naturale è stato negativo (- 2,5 ). In Italia sempre nel 2012 il tasso di crescita totale è pari al 4,9 ed anch esso è stato è dovuto esclusivamente al tasso migratorio (6,2 ) essendo quello di crescita naturale negativo (-1,3 ). Il bilancio demografico finale degli italiani residenti al 31 dicembre 2012 conta abitanti. Nel 2012 la popolazione marchigiana residente corrisponde al 2,6% del totale della popolazione italiana. 3
5 2. STRUTTURA PER ETA DELLA POPOLAZIONE MARCHIGIANA RESIDENTE Piramidi Fig. 1 Popolazione marchigiana residente, per fasce quinquennali d'età e sesso (valori %). Confronto anni fasce d'età uomini > donne Donne_Marche '12 Donne_Marche '02 Uomini_Marche '12 Uomini_Marche 02 10,00 8,00 6,00 4,00 2,00 0,00 2,00 4,00 6,00 8,00 10,00 % popolazione Fonte: elaborazioni OER, su dati Istat Nel 2012 la struttura della popolazione marchigiana (Fig.1) mostra una tendenza generale al calo delle nascite (rappresentata dalla base ristretta della piramide) ed al progressivo invecchiamento della popolazione: la fascia d'età più rappresentata è infatti, in entrambi i sessi, quella dei enni, mentre nel 2002 era quella dei enni. Sempre nel 2012 l età media dei marchigiani corrisponde a 44,8 anni 1 e la percentuale di individui di 65 anni ed oltre è pari al 22,9% del totale della popolazione (20,8% in Italia). Nel 2002 invece i marchigiani avevano un età media di 34 anni e gli ultrasessantaquattrenni erano il 21,8%: ciò conferma la tendenza all invecchiamento della popolazione e la sua progressiva trasformazione. 1 Fonte: 4
6 Indicatori di sintesi Indice di vecchiaia: 170,7 per 100 abitanti Indice di dipendenza strutturale: 56,9 per 100 abitanti Nelle Marche (come in Italia) i processi demografici che perdurano ormai da diversi anni e che influenzano l indice di vecchiaia sono riconducibili all incremento della popolazione in età anziana, alla riduzione di quella in età giovanile, all aumento della sopravvivenza e al contenimento della fecondità, ben al di sotto del livello di sostituzione delle generazioni (2,1 figli per donna). In ragione di tali fattori, il rapporto tra gli anziani di 65 anni ed oltre e i giovani tra 0-14 anni ha assunto proporzioni notevoli nella nostra regione, raggiungendo nel 2012 circa quota 171 per cento (il dato italiano è del 170% 2 ). L indice di dipendenza strutturale nel 2012 è pari al 57% il dato italiano è del 56% 2. Tale indice fornisce una misura, seppur approssimativa, del grado di dipendenza economico-sociale tra le generazioni fuori e dentro il mercato del lavoro esprimendo il rapporto tra i soggetti fra 0-14 anni e quelli con più di 64 anni, e le persone tra anni. Gli indici di vecchiaia e di dipendenza strutturale hanno evidenziato una importante e costante crescita negli ultimi trent anni: infatti, come mostrato nella figura 2, essi dal 1981 al 2012 sono più che raddoppiati. Fig. 2 Indici di vecchiaia e di dipendenza strutturale. Regione Marche, anni '81, '91,'02, '12. indici x ,5 130,5 26,1 30,5 168,4 170,7 53,1 56, anni Indice di vecchiaia (%) Indice di dipendenza strutturale (%) Fonte: elaborazioni OER, su dati Istat 2 Fonte: 5
7 3. SPERANZA DI VITA Indicatori di sintesi Speranza di vita alla nascita Maschi: 80,6 anni Speranza di vita alla nascita Femmine: 85,7 anni Nel 2012 la speranza di vita alla nascita (cioè il numero medio di anni che restano da vivere a un neonato nell ipotesi in cui, nel corso della sua futura esistenza, sperimenti i rischi di morte che si sono rilevati nell anno di riferimento) è per gli uomini di 80,6 anni, per le donne di 85,7 anni. La speranza di vita alla nascita è in costante crescita negli ultimi anni. Dal 2000 al 2012 sono stati guadagnati 2,8 anni di speranza di vita alla nascita per gli uomini e 2,2 per le donne. La sopravvivenza delle donne è maggiore rispetto agli uomini a tutte le età, tuttavia il differenziale nella speranza di vita tra maschi e femmine risulta in progressiva diminuzione nel corso degli anni (da 5,7 anni nel 2000 si è passati a 5,1 anni nel 2012) (fig.3). Fig. 3 Speranza di vita alla nascita e differenza di genere. Regione Marche, anni ,0 speranza di vita alla nascita (anni) ,7 5,5 5,6 5,7 5,7 5,6 5,5 5,4 5,1 5,0 5,2 5,1 5,1 5,0 4,0 differenza di genere (anni) anni Maschi Femmine Differenza femmine-maschi 3,0 Fonte: elaborazioni OER, su dati Istat 6
8 In miglioramento appaiono anche le condizioni di sopravvivenza della popolazione anziana. Nel 2012 all età di 65 anni la speranza di vita residua è di 19,2 anni per gli uomini e di 22,9 anni per le donne. In confronto al 2008 gli uomini di 65 anni guadagnano in media cinque mesi di vita supplementare, le donne di pari età circa 4 mesi (fig 4). Fig. 4 Speranza di vita a 65 anni, per genere. Regione Marche, andamento Speranza di vita a 65 anni, in anni ,4 22,5 22,5 22,7 22,9 18,6 18,7 18,8 19,0 19, Maschi anni Femmine Fonte: 7
9 4. NATALITA E FECONDITA Indicatori di sintesi Tasso di natalità: 8,6 per abitanti Tasso di fecondità totale: 1,37 figli per donna Tasso di fecondità per le italiane: 1,21 figli per donna Tasso di fecondità per le straniere: 2,20 figli per donna Età media della madre per le italiane: 32,6 anni Età media della madre per le straniere: 28,3 anni Nel 2012 i bambini nati e residenti nelle Marche sono stati : circa 9 nuovi nati ogni residenti. Tra il 1995 ed il 2008 a livello nazionale ed anche nelle Marche si è registrato un incremento delle nascite dopo 30 anni di calo. A partire dal 2009 però tale fenomeno si arresta (fig. 5). Fig. 5 Tasso di natalità (x 1.000). Regione Marche, anni '00, '04,'08, '12. tasso di natalità (x 1.000) 10 9,5 9 8,5 8 7,5 7 6,5 6 5,5 5 4,5 4 3,5 3 2,5 2 1,5 1 0,5 0 9,4 9,0 8,5 8, anni Fonte: elaborazioni OER, su dati Istat Questa diminuzione delle nascite è in parte riconducibile ad un "effetto strutturale": infatti stanno via via uscendo dall'esperienza riproduttiva le generazioni di donne nate a metà degli anni '60, molto più numerose delle generazioni più giovani che progressivamente raggiungono le età feconde. 8
10 Le cittadine straniere hanno, fino ad ora, compensato questo squilibrio strutturale andando a riempire i "vuoti" di popolazione femminile ravvisabili nella struttura per età delle donne italiane 3. Negli ultimi anni però si nota un calo della fecondità anche nelle donne straniere: infatti anche se nel 2012 il numero medio di figli per donna (o tasso di fecondità totale) è nelle straniere residenti nella nostra Regione pari a 2,20, circa il doppio rispetto a quello delle marchigiane residenti (1,21), tuttavia esso è in diminuzione rispetto al 2008 quando nelle Marche si erano registrati tassi di fecondità di 2,36 per le straniere e di 1,25 per le italiane 4. Pertanto si sta assistendo ad una nuova fase di diminuzione delle nascite che si realizza in un quadro di congiuntura economica sfavorevole. Tale quadro verosimilmente sta agendo nel verso di una procrastinazione delle nascite sia per le donne italiane che per le donne straniere 5. Si conferma anche nel 2012 il calendario della fecondità decisamente più anticipato nelle cittadine straniere, che hanno un età media alla nascita del primo figlio di 28 anni, rispetto alle cittadine italiane la cui età media è di circa 32 anni. Ciò è in linea con quanto avviene a livello nazionale. 3 Istat,"Natalità e fecondità della popolazione residente. Anno 2012", 4 Istat. Natalità e fecondità della popolazione residente: caratteristiche e tendenze recenti. Anno Statistiche in Breve, 18 marzo Istat. "Natalità e fecondità della popolazione residente. Anno 2012", 9
11 5. MORTALITA Nelle Marche nel 2012 si è registrato un numero complessivo di decessi, pari a unità corrispondente ad un tasso grezzo di mortalità dell 11,1. Esso risulta aumentato (+ 0,7) rispetto al L incremento del tasso grezzo di mortalità è un evento che nel 2012 si è verificato in tutte le regioni italiane eccetto che in Valle d Aosta ed in Molise dove è rimasto stabile 6. L analisi del trend temporale dal 2008 al 2012 mostra una sostanziale stabilità del dato di mortalità per gli anni precedenti il 2012 (fig. 6) Fig. 6 Tasso grezzo di mortalità (x residenti). Regione Marche, andamento Tasso grezzo di mortalità (x residenti) ,1 10,5 10,4 10,4 10, anni Fonte: anni anno Osservando però l andamento del tasso standardizzato di mortalità (che a differenza del tasso grezzo neutralizza l influenza della eventuale diversa composizione per età della popolazione marchigiana nel corso degli anni), nello stesso periodo temporale, si nota come l aumento del valore dell indicatore per l anno 2012 sia molto più contenuto (+ 0,3 rispetto al 2011) e sostanzialmente in linea con i valori degli anni precedenti (fig. 7). 6 Istat. Bilancio demografico nazionale. Anno 2012,. 10
12 Fig. 7 Tasso standardizzato di mortalità (x residenti). Regione Marche, andamento ,0 11,0 10,0 9,6 9,3 9,1 8,9 9,2 9,0 Tasso standardizzato di mortalità (x residenti) 8,0 7,0 6,0 5,0 4,0 3,0 2,0 1,0 0, anni Fonte: elaborazioni OER, su dati Istat 11
13 6. PREVISIONI DEMOGRAFICHE Le proiezioni demografiche sono utili per conoscere gli eventuali cambiamenti nel tempo della struttura di una popolazione in modo da valutarne l impatto sull organizzazione sociale. Tra le trasformazioni da affrontare nel prossimo futuro infatti vi è quella dell invecchiamento della popolazione che comporta grandi mutamenti nell organizzazione della vita dei singoli e delle società e che richiede risposte politiche innovative. Per la stesura del presente paragrafo, riguardante le caratteristiche degli scenari demografici della popolazione residente delle Marche nel 2013, 2023 e 2033, si è fatto riferimento alle elaborazioni Istat relative alle previsioni della popolazione per gli anni Nota Metodologica Le previsioni demografiche dell Istat sono predisposte in ragione di standard metodologici riconosciuti in campo internazionale. In particolare, si ricorre al cosiddetto modello per componenti (cohort component model), secondo il quale la popolazione, tenuto conto del naturale processo di avanzamento dell età, si modifica da un anno al successivo sulla base del saldo naturale (differenza tra nascite e decessi) e del saldo migratorio (differenza tra movimenti migratori in entrata e in uscita). Le previsioni sono aggiornate periodicamente rivedendo e/o riformulando le ipotesi evolutive sottostanti la fecondità, la sopravvivenza e la migratorietà; queste ultime vanno dal 1 gennaio 2011 al 1 gennaio Esse sono finalizzate al disegno dell evoluzione demografica futura del Paese nel breve, medio e lungo termine. Pur tuttavia, i dati di lungo termine vanno trattati con estrema cautela. Le previsioni demografiche divengono, infatti, tanto più incerte quanto più ci si allontana dalla base di partenza, in particolar modo nelle piccole realtà geografiche. La popolazione base di queste previsioni è quella rilevata dalla fonte Popolazione residente comunale per sesso, anno di nascita e stato civile (Posas) al 1 gennaio Le previsioni sono inoltre articolate secondo tre distinti scenari. Con il primo di essi, lo scenario centrale, viene fornito un set di stime puntuali ritenute verosimili che, costruite in base alle recenti tendenze demografiche, forniscono il quadro demografico considerato più probabile. Accanto a questo vengono costruiti due scenari alternativi che hanno il ruolo di disegnare il campo dell incertezza futura. Tali due scenari, denominati rispettivamente basso e alto, sono impostati definendo una diversa evoluzione per ciascuna componente demografica rispetto allo scenario centrale. Le due varianti tracciano idealmente un percorso alternativo, dove ciascuna componente apporterà maggiore (scenario alto) o minore (scenario basso) consistenza alla popolazione. Per lo scenario alto ciò significa fecondità, sopravvivenza e flussi migratori (interni e con l estero) più sostenuti, mentre vale esattamente l opposto nello scenario basso. Entrambi sono da intendersi esclusivamente come alternative plausibili. Per le previsioni demografiche, di seguito riportate, si è fatto riferimento allo scenario centrale cioè quello più probabile. 7 Istat: Previsioni della popolazione. Anni , 12
14 Le previsioni demografiche si fondano su un set d ipotesi nei confronti della fecondità, mortalità, speranza di vita alla nascita, saldo migratorio interno e con l estero. Dalla lettura dei dati della tabella 1 si evince che nei prossimi 20 anni per la regione Marche vi è la prospettiva di: una longevità tendenzialmente crescente della popolazione, testimoniata dall aumento della speranza di vita alla nascita in entrambi i sessi, questa nel 2023 si attesterà intorno agli 82 anni per gli uomini e 88 per le donne, per arrivare rispettivamente ad 84 ed 89 nel 2033; una sostanziale stabilità dei valori stimati del tasso grezzo di mortalità; un lieve aumento del numero medio di figli per donna che nel 2023 si attesterebbe intorno a 1,43 per arrivare a 1,46 nel La riproduttività però si mantiene sempre sotto la soglia di sostituzione delle generazioni che corrisponde al valore di 2,1 figli per donna; una sostanziale decrescita dei valori dei tassi migratori (interno e con l estero). Tab. 1 Principali indicatori a supporto delle previsione demografiche. Regione Marche, anni 2013, 2023, 2033 Indicatori Speranza di vita alla nascita: maschi (in anni) 80,7 82,3 83,7 Speranza di vita alla nascita: femmine (in anni) 85,9 87,5 88,8 Tasso grezzo di mortalità (x 1.000) 10,5 10,5 10,5 N medio di figli per donna (TFT) 1,40 1,43 1,46 Tasso migratorio interno (x 1.000) 2,3 1,9 1,6 Tasso migratorio con l'estero (x 1.000) 5,9 4,6 4,0 Fonte: Nella prospettiva di una longevità tendenzialmente crescente e di una riproduttività sotto la soglia di sostituzione delle generazioni, il cambiamento demografico dei prossimi anni vedrà ancora una volta protagonista il processo di invecchiamento della popolazione. Quella che nel lessico demografico, già da oggi si fa fatica a definire piramide della popolazione in futuro continuerebbe ad allontanarsi sempre più da tale forma e la struttura per età della popolazione non potrà che ulteriormente sbilanciarsi a favore delle età più anziane. Se nel 2013 infatti la fascia d età più numerosa è quella dei enni, nel 2023 lo diventerà quella dei enni e nel 2033 quella dei enni (fig.8). 13
15 Fig. 8 Piramide della popolazione marchigiana residente. Anno 2013 e scenari 2023 e uomini 2013 > donne ,00 8,00 6,00 4,00 2,00 0,00 2,00 4,00 6,00 8,00 10,00 > 94 uomini donne ,00 8,00 6,00 4,00 2,00 0,00 2,00 4,00 6,00 8,00 10,00 > uomini donne ,00 8,00 6,00 4,00 2,00 0,00 2,00 4,00 6,00 8,00 10,00 Fonte: 14
16 Nella tabella 2 viene evidenziato come nei prossimi 20 anni gli aumenti della popolazione non saranno omogenei in termini di classi di età. La crescita più elevata riguarderà la fascia di persone con più di 64 anni: ciò è dovuto all'invecchiamento delle generazioni del baby-boom e degli stranieri attualmente presenti sul territorio. Si assisterà invece ad una decrescita della popolazione compresa tra i 15 e i 39 anni, seguita da quella con 0-14 anni. Sulla prima fascia si ripercuoterebbero sia i riflessi della diversa consistenza generazionale dovuta al progressivo calo delle nascite da metà degli anni 60 a fine anni 80, sia l ipotesi di riduzione della quota annuale di immigrati in ingresso che si colloca in maniera preponderante proprio su queste età; la fascia 0-14 anni invece risentirebbe della diminuzione della fecondità. Tab. 2 indicatori di struttura per età della popolazione marchigiana residente. Previsioni demografiche 2013, 2023, Indicatori di struttura della pop per fasce di età Pop di 0-14 anni su pop. totale (%) 13,4 12,9 12,2 Pop di anni su pop. totale (%) 28,6 26,6 26,1 Pop di anni su pop. totale (%) 35,3 36,4 34,0 Pop di >=65 anni su pop. totale (%) 22,8 24,1 27,7 Pop di anni su pop. totale (%) 15,3 15,7 18,4 Pop di >=80 anni su pop. totale (%) 7,5 8,4 9,3 Fonte: elaborazioni OER su fonte Istat Lo spostamento della popolazione sulle fasce di età più elevate (a partire dai 65 anni in poi) comporterà un peggioramento dell'indice di vecchiaia che aumenterebbe a circa 187 anziani per 100 giovani (dai 170 attuali) attorno al 2023, per salire ancora fino a 227 nel Peggiorerà anche l indice di dipendenza anziani che dagli attuali 36 soggetti con 65 anni e più per 100 persone attive (tra anni), aumenterebbe fino a 46 (tab.3) Tab. 3 indicatori di invecchiamento della popolazione marchigiana residente. Previsioni demografiche 2013, 2023, 2033 Indicatori Indice di vecchiaia (%) 170,2 186,5 226,8 Indice di dipendenza anziani (%) 35,6 38,3 46,0 Fonte: 15
17 In termini di invecchiamento inoltre, uno dei grandi temi da affrontare sarà probabilmente l invecchiamento della popolazione attiva e la conseguente riorganizzazione della vita lavorativa (tab.4). Infatti l indice di struttura della popolazione attiva mostra che nel 2023 la forza lavoro sarà caratterizzata da circa 137 persone tra i ogni 100 soggetti tra i 15-39, a fronte dei 123% attuali. Tale indice diminuirebbe poi nel 2033 a 130% in seguito all'uscita dal mercato del lavoro delle generazioni del baby-boom. Un indicazione sulla sostituzione generazionale nella popolazione in età attiva è inoltre fornita dall indice di ricambio della popolazione cioè il rapporto tra coloro che stanno per uscire dalla popolazione potenzialmente lavorativa (età anni) e il numero di quelli potenzialmente in ingresso sul mercato del lavoro (età anni) moltiplicato per Tale indice passerebbe dall attuale 37% di persone in più che stanno per uscire dal mercato del lavoro, rispetto a quelle che vi entrerebbero, al 46% circa del 2023 fino al 69% del Tab. 4 indicatori di invecchiamento della popolazione attiva residente. Regione Marche, previsioni demografiche 2013, 2023, 2033 Indicatori Indice di struttura della pop. in età attiva (%) 123,2 136,7 130,4 Indice di ricambio (%) 136,9 145,7 169,0 Indice di dipendenza strutturale della popolazione (%) 56,6 58,8 66,3 Fonte: elaborazioni OER su fonte Istat Il tutto comporterebbe peggioramento dell indice demografico di dipendenza strutturale della popolazione che dagli attuali 57 soggetti in età non attiva (tra 0-14 più quelli con età > 64 anni) ogni 100 persone in età attiva (tra anni) aumenterebbe fino al 66% nel un valore dell indice pari a 100 costituisce la soglia di equilibrio: significa cioè che tutti quelli che potenzialmente sono in uscita dal mercato del lavoro sono sostituiti da quelli che vi stanno entrando. Valori inferiori a 100 indicano che le persone potenzialmente in uscita sono meno di quelle in entrata, mentre valori superiori a 100 rilevano che le uscite sono maggiori delle entrate. 16
18 7. CONCLUSIONI L allungamento della vita è il risultato del progresso scientifico e tecnologico che, insieme al benessere economico, ha consentito una migliore risposta ai bisogni di salute e di servizi sanitari della popolazione. Dal 1960 ad oggi la speranza di vita alla nascita è in costante crescita, nelle Marche nel 2012 essa è attorno agli 81 anni per gli uomini ed agli 86 per le donne: tra circa 20 anni si attesterà rispettivamente a 84 ed 89 anni. L aumento dell aspettativa di vita, congiuntamente ad un rallentamento della natalità, ha prodotto nella nostra regione un invecchiamento complessivo della popolazione, infatti l età media dal 2002 ad oggi è aumentata di più di 10 anni passando da 34 a 49 anni. Inoltre se nel 2002 la fascia d età più rappresentata, in termini percentuali, era quella dei enni, nel 2012 diviene quella dei enni per salire ai enni nel Sempre nel 2012 infine circa il 23% dei marchigiani ha più di 64 anni (sono il 21% in Italia). Questa fascia di popolazione sarà quella per cui si prospetta una crescita più elevata con una previsione del 24% sul totale dei residenti marchigiani nel 2023, per arrivare al 28% nel All invecchiamento generale della popolazione marchigiana corrisponde un cambiamento epidemiologico complessivamente inteso, ad esempio alcuni grandi temi che dovranno essere affrontati saranno probabilmente: - l invecchiamento della popolazione attiva e la conseguente riorganizzazione della vita lavorativa; - l aumento dell incidenza delle malattie croniche a cui contribuiscono l invecchiamento della popolazione e gli stili di vita non salutari. A ciò corrisponderebbe un aumento dei bisogni di salute e la loro traduzione in domanda di servizi sanitari. Di qui la necessità di pensare ed attuare strategie preventive, diagnostiche e terapeutiche e Politiche a sostegno del mantenimento di una buona salute e di una vita lavorativa e indipendente prolungata nel tempo. 17
19 8. GLOSSARIO Tasso di crescita totale 9 : somma del tasso di crescita naturale e del tasso migratorio. Tasso di crescita naturale: rapporto tra il saldo naturale (differenza fra nati vivi e morti) e la popolazione media di un determinato anno, per mille individui. Tasso di crescita migratorio: rapporto tra il saldo migratorio (migrazione interna ed esterna) e l ammontare medio annuo della popolazione residente per mille Saldo migratorio con l estero: differenza tra il numero degli iscritti per trasferimento di residenza dall estero ed il numero dei cancellati per trasferimento di residenza all estero. Saldo migratorio interno: differenza tra il numero degli iscritti per trasferimento di residenza da altro Comune e il numero dei cancellati per trasferimento di residenza in altro Comune. Saldo migratorio totale: differenza tra il numero degli iscritti ed il numero dei cancellati dai registri anagrafici per trasferimento di residenza. Saldo naturale (o dinamica naturale): differenza tra il numero di iscritti per nascita e il numero di cancellati per decesso dai registri anagrafici dei residenti. Saldo totale: somma del saldo naturale e del saldo migratorio. Vecchiaia (indice di) 10 : rapporto tra la popolazione di 65 anni e più e la popolazione di 0-14 anni Dipendenza strutturale (indice di) 11 : rapporto tra popolazione in età non attiva (0-14 anni e 65 anni e più) e popolazione in età attiva (15-64 anni), moltiplicato per 100. Dipendenza anziani (indice di): rapporto tra la popolazione di 65 anni e più e la popolazione in età attiva (15-64 anni), moltiplicato per 100. Speranza di vita alla nascita (o vita media): il numero medio di anni che una persona può contare di vivere dalla nascita nell ipotesi in cui, nel corso della propria esistenza, fosse sottoposta ai rischi di mortalità per età dell anno di osservazione. Speranza di vita all età x : il numero medio di anni che una persona di età compiuta x può contare di sopravvivere nell ipotesi in cui, nel corso della successiva esistenza, fosse sottoposta ai rischi di mortalità per età (dall età x in su) dell anno di osservazione. Natalità (tasso di): rapporto tra il numero dei nati vivi dell anno e l ammontare medio della popolazione residente, moltiplicato per Il tasso di crescita totale di una popolazione esprime la variazione (per abitanti) della sua consistenza in un determinato periodo di tempo (solitamente un anno). Tale variazione è la risultante del saldo naturale (differenza fra nati e morti) e di quello migratorio (differenza fra immigrati ed emigrati). Ovviamente le componenti naturale e migratoria possono avere andamenti molto diversificati. A parità di mutamenti nell ammontare di popolazione, possono verificarsi situazioni in cui le variazioni dipendono quasi esclusivamente dal saldo naturale, altre invece dal saldo migratorio, o altre ancora in cui i cambiamenti sono dovuti a entrambe le componenti. 10 L indice di vecchiaia permette di valutare il livello d invecchiamento degli abitanti di un territorio. La variazione dell indice nel tempo dipende dalla dinamica sia della popolazione anziana che di quella giovane. 11 L indice di dipendenza strutturale calcola quanti individui ci sono in età non attiva ogni 100 in età attiva, fornendo indirettamente una misura della sostenibilità della struttura di una popolazione. Tale rapporto esprime il carico sociale ed economico teorico della popolazione in età attiva: valori superiori al 50 per cento indicano una situazione di squilibrio generazionale. Un altro aspetto rilevante dell indicatore è la composizione della popolazione dipendente: a parità di ammontare di questa possiamo avere un maggior peso della componente giovanile o di quella senile. 18
20 Nato vivo: Il prodotto del concepimento che, una volta espulso o completamente estratto dal corpo materno, indipendentemente dalla durata della gestazione, respiri o manifesti altro segno di vita. Numero medio di figli per donna (o tasso di fecondità totale - TFT): il numero di figli che una donna metterebbe al mondo nel caso in cui, nel corso nella propria vita riproduttiva, fosse soggetta ai tassi specifici di fecondità (14-50 anni) dell anno di osservazione. I tassi specifici di fecondità sono dati dal rapporto tra i nati vivi da donne di una determinata età e la popolazione femminile media di tale età. L età considerata è in anni compiuti. Età media al parto: l età media al parto delle madri espressa in anni e decimi di anno, calcolata considerando i soli nati vivi. Mortalità (tasso di): rapporto tra il numero dei decessi nell anno e l ammontare medio della popolazione residente, moltiplicato per Mortalità standardizzata con metodo indiretto (tasso di) 12: misura utilizzata per i confronti della mortalità nello spazio e/o nel tempo, in quanto consente di annullare l effetto dovuto alla differente struttura per età della stessa popolazione in periodi diversi. Struttura della popolazione in età attiva (indice di): rapporto tra popolazione in età anni e popolazione in età anni, moltiplicato per 100. Ricambio della popolazione in età attiva (indice di) 13 : rapporto tra coloro che stanno per uscire dalla popolazione potenzialmente lavorativa (età anni) e il numero di quelli potenzialmente in ingresso sul mercato del lavoro (15-19 anni), moltiplicato per Il tasso standardizzato di mortalità indica il numero di decessi in un anno per mille abitanti, esprimendo indirettamente il grado di salute e benessere di una popolazione, e neutralizzando, a differenza del tasso grezzo, l influenza della eventuale diversa composizione per età delle popolazioni poste a confronto. 13 L indice di ricambio della popolazione fornisce un indicazione della sostituzione generazionale nella popolazione in età attiva. Un valore dell indice pari a 100 costituisce la soglia di equilibrio, significa cioè che tutti quelli che potenzialmente sono in uscita dal mercato del lavoro sono sostituiti da quelli che vi stanno entrando. Valori inferiori a 100 indicano che le persone potenzialmente in uscita sono meno di quelle in entrata, mentre valori superiori a 100 rilevano che le uscite sono maggiori delle entrate. 19
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