La soluzione giusta. Il fatto che i portatori continuano ad utilizzare. per la secchezza oculare

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1 secchezzaoculare la soluzione unica Biotrue TM per i portatori di lac La soluzione giusta per la secchezza oculare di Brad Giedd, OD ABSTRACT Chi applica lenti a contatto e gestisce gli utilizzatori di lenti riconoscerà in base alle proprie esperienze che i sintomi di secchezza associati all utilizzo di lenti morbide sono molto frequenti. Certamente non c è bisogno di cercare con molta attenzione nella vostra lista di appuntamenti giornalieri per trovare un paziente che presenti sintomi di secchezza quando porta le lenti a contatto morbide. In pratica non dovrebbe essere una sorpresa trovare questo sintomo nel primo o nel secondo paziente di ogni giorno. I risultati di un recente studio globale su soggetti con correzione visiva indicano che il 52% dei portatori di lenti a contatto dice di soffrire di sintomi di secchezza oculare 1. E il 56% degli intervistati dice di avere questi sintomi almeno 3 volte a settimana 1. Il fatto che i portatori continuano ad utilizzare lenti a contatto nel tempo è certamente una misura indicativa del successo sia per il paziente che per coloro che hanno prescritto le lenti e il loro sistema di manutenzione. Con un drop-out di portatori portatori di lenti simile al numero di nuovi utilizzatori in molti anni il numero totale degli utilizzatori attivi non è sostanzialmente cambiato. Quanto è importante la secchezza oculare nel garantire il successo applicativo delle lenti morbide nel tempo? Un recente studio condotto negli Stati Uniti su oltre soggetti con correzione visiva ha evidenziato che il 21% ha smesso di utilizzare lenti a contatto proprio a causa dei sintomi di secchezza oculare 2. Questo problema associato all uso di lenti non può essere trascurato visto che fa perdere 2 portatori su 10. Nella battaglia quotidiana contro questa sintomatologia si possono fare progressi raccomandando fortemente l utilizzo di un prodotto adeguato per la corretta manutenzione delle lenti. È quanto favorevolmente emerso nel corso di una ricerca con questionario condotta sui portatori di 20 professionisti della visione 3. In questa indagine sono state evidenziate le esperienze di portatori (n = 389) ai quali era stato fatto utilizzare per due settimane Biotrue TM al posto delle loro abituali soluzione uniche, tra cui OPTI-FREE, AO SEPT e ReNu. Tra i 237 portatori che dichiaravano di avere abitualmente sintomi di secchezza associata all uso delle lenti, il 93% ha valutato il comfort generale come da buono a eccellente. Inoltre l 83% era d accordo nel ritenere che Biotrue TM impediva alle lenti di disidratarsi e l 83% pensava che Biotrue TM rende ogni giorno più piacevole per gli occhi. Immaginate 8 o 9 su 10 tra i vostri clienti con sintomatologia cronica di secchezza che possono migliorare il modo di portare le lenti a contatto! La sensazione di secchezza è un grande problema e l esperienza con la soluzione unica Biotrue TM ha un forte impatto tra i portatori che ne soffrono. A cosa è dovuta questa performance di Biotrue TM? Due sono i fattori chiave a questo riguardo nella soluzione unica Biotrue TM : i surfattanti presenti e lo ialuronano che lavorano insieme per creare una superficie più bagnabile. I surfattanti presenti in Biotrue TM sono attratti dalla superficie della lente, trasformando le aree idrofobe della lente in aree idrofile, e contribuendo così a favorire una distribuzione più uniforme dell acqua sulla superficie della lente. Lo ialuronano, il lubrificante naturale dell occhio che attrae acqua fino a 1000 volte il suo peso, contribuisce a mantenere idratata la superficie della lente per un periodo di tempo più lungo. Uno studio in vitro con Biotrue TM ha dimostrato che lo ialuronano è trattenuto sulla superficie di lenti hydrogel e silicone hydrogel fino a 20 ore 4. Allo stesso modo, studi in vitro separati sul rilascio di agenti umettanti da parte di lenti silicone hydrogel hanno dimostrato che la soluzione unica Biotrue TM 32 PROFESSIONAL OPTOMETRY MAGGIO 2011

2 aiuta a mantenere le lenti bagnabili fino a 20 ore 5. Questi risultati spiegano perché gli utilizzatori di Biotrue TM hanno un esperienza positiva prolungata con questa soluzione unica, ed un eccellente comfort a fine giornata. Biotrue TM ha una formulazione esclusiva che lo rende molto simile all ambiente oculare nel mantenere un uso confortevole nel tempo delle lenti a contatto morbide. Visto l elevato gradimento di Biotrue TM da parte dei portatori con sintomi di secchezza, immaginate come potrà soddisfare anche gli altri vostri portatori. Bibliografia 1. N e e d s, S y m p t o m s, I n c i d e n c e, G l o - bal Eye Health Trends (NSIGHT) Study. Market Probe Europe: Dicembre The 2009 Study of Consumer Contact Lens Market. Multi-Sponsor Surveys. Settembre Risultati di una ricerca con questionario sulle esperienze di 389 utilizzatori (e 20 professionisti della visione) a cui erano state sostituite per due settimane d uso le loro soluzioni uniche per lenti a contatto morbide, tra cui OPTI-FREE, AO SEPT e ReNu, con Biotrue TM. Tra questi utilizzatori 237 portatori si identificavano come affetti da sintomi di occhio secco. 4. Sulla base di test in vitro. 5. Sulla base di test in vitro. 6. Risultati di studio in vitro effettuato per valutare il rilascio di sodio ialuronano (HA) sia da lenti hydrogel tradizionali (lenti a contatto Bausch+ Lomb SofLens 38, SofLens for astigmatism, e Vistakon ACUVUE 2) e lenti a contatto silicone hydrogel (lenti a contatto Bausch +Lomb PureVision, Vistakon ACUVUE OASYS, Vistakon ACUVUE Advance, CIBA O2OPTIX, CIBA Night & Day e CooperVision Biofinity) per un periodo di tempo di 20 ore. Le lenti sono state inserite in un portalenti Bausch +Lomb standard e immerse durante la notte in Biotrue preparato con HA marcato con fluoresceina. È stata poi fatta gocciolare sulle lenti soluzione salina bilanciata di Hank (HBSS) ad un tasso simile a quello della secrezione lacrimale normale dell occhio come determinato da Reddy I, et al. Ocular Therapeutics and Drug Delivery. Technomic Publishing Co. 1996; 174. La soluzione raccolta da questo risciacquo delle lenti è stata prelevata ogni ora per un periodo di 20 ore, e ne è stata misurata la fluorescenza. È stata utilizzata una curva standard per determinare la concentrazione di HA con fluoresceina marcata presente in ogni soluzione di risciacquo testata. La presenza di HA con fluoresceina marcata nelle soluzioni di risciacquo indica la percentuale di HA trattenuta sulla superficie della lente. PROFESSIONAL OPTOMETRY MAGGIO

3 La radiazione ultravioletta (UV) e la vostra pratica Quanto siete esposti? Karen Walsh riesamina nuove ricerche sull argomento e presenta un framework utile per migliorare l educazione dei portatori Karen Walsh Professional Affairs Manager presso Johnson & Johnson Vision Care ABSTRACT In uno studio precedentemente pubblicato descritto in La radiazione ultravioletta (UV) e l occhio, è stata presentata una panoramica degli effetti oculari provocati dall esposizione alla radiazione ultravioletta e la sfida di fornire una protezione adeguata 1. Il presente articolo passa in rassegna una nuova ricerca condotta nell ambito di questa importante area che verte in modo specifico sui vantaggi di una protezione della radiazione ultravioletta e mirerà ad aiutare i professionisti nella pratica a fornire ai portatori una migliore educazione sull importanza della protezione UV. Che cos è la radiazione ultravioletta (UV)? La radiazione ultravioletta (UV) è la porzione di spettro elettromagnetico adiacente alle lunghezze d onda blu visibili. Viene in genere suddivisa in base alla lunghezza d onda e alla sorgente naturale del sole; la radiazione che raggiunge la terra, e alla quale siamo quindi esposti, è la radiazione UVA ( nm) e UVB ( nm) 2. Che cosa può provocare nei tessuti oculari? È ormai noto all opinione pubblica l effetto dell esposizione alla radiazione UV sulla pelle; si riscontra infatti che l 85% di essa sia a conoscenza del rischio di insorgenza di melanoma cutaneo 3. Quando si parla dei danni che la radiazione ultravioletta possa provocare agli occhi, il livello di conoscenza tuttavia scende notevolmente, in quanto soltanto il 7% delle persone associa tale esposizione all insorgenza di danni oculari 3. I tessuti oculari assorbono prontamente la radiazione UV, con la cornea che assorbe essenzialmente la radiazione inferiore ai 300nm (UVB) e il cristallino principalmente lunghezze d onda inferiori a 370nm (UVA) 4. Nel punto in cui la radiazione viene assorbita, la sua energia viene trasferita al tessuto 5 e ha il potenziale di arrecargli danno. Il tipo di danno provocato dipende dalla lunghezza d onda. In letteratura c è ormai ampia evidenza del fatto che gli occhi sono esposti al rischio di subire effetti dannosi in seguito ad un esposizione acuta e cronica alla radiazione UV. Esiste una solida evidenza epidemiologica a sostegno dell associazione fra esposizione cronica alla radiazione UV e sviluppo di pterigio 6. Un elevata prevalenza di pinguecola è stata riscontrata tanto nelle popolazioni che vivono in climi soleggiati quanto nelle popolazioni che vivono in ambienti innevati 7. La fotocheratite è la risposta acuta della cornea alla radiazione UV 8. La camera anteriore oculare contiene acido ascorbico, un antiossidante in grado di proteggerla dal danno al DNA UV-indotto attraverso il meccanismo di difesa costituito dallo scavenging dei radicali liberi 9 ; è stato dimostrato che i livelli di ascorbato si riducono in misura significativa in seguito all esposizione ai raggi UV 10. Il legame esistente fra radiazione UV e insorgenza di cataratta è stato stabilito chiaramente 11 e nonostante soltanto una bassa percentuale di raggi UV raggiunga la retina di una persona adulta, gli studi hanno dimostrato l esistenza di una significativa correlazione fra l incidenza di una manifestazione precoce di degenerazione maculare e un esposizione prolungata al sole nei mesi estivi 12. Qual è la probabilità di esposizione? Gli effetti dell esposizione oculare ai raggi ultravioletti sono cumulativi per tutta la durata della vita. I bambini sono a maggior rischio rispetto agli adulti; generalmente passano più tempo fuori, alla luce del sole, e proteggono meno gli occhi; inoltre i bambini hanno le pupille più grandi e un cristallino più trasparente, il che significa che la loro retina è sottoposta ad un aumentata esposizione ai raggi UV. In effetti, un ragazzo può avere già ricevuto prima dei 18 anni fino all 80% dell esposizione alle radiazioni ultraviolette dell intera vita 13. L importanza di una buona educazione del portatore fin dall età infantile è di fondamentale importanza. L esposizione alla radiazione UV non si verifica solo attraverso un esposizione diretta alla luce del sole ma anche in seguito all effetto di sorgenti indirette come le superfici di riflessione della radiazione (come neve e acqua, e persino sabbia e cemento, anche se in misura minore) per non dimenticare sorgenti diffuse come ad esempio una copertura nuvolosa alta, che può ancora arrivare ad emettere fino al 90% delle radiazioni PROFESSIONAL OPTOMETRY MAGGIO 2011

4 È difficile prevedere quando gli occhi sono più a rischio essendo stato dimostrato che l esposizione massima a cui viene sottoposto il tessuto oculare si ha nei momenti più improbabili, sia in termini di ora del giorno e di mesi dell anno 15. Da ciò si evince quanto sia importante educare il portatore sulla necessità di indossare una protezione oculare adeguata per tutto il tempo dell anno. Le sfide della protezione L effetto di focalizzazione periferica della luce (PLF) è un fattore da valutare attentamente al momento di scegliere una protezione UV. La cornea funge da lente secondaria che mette a fuoco e intensifica la radiazione UV incidente sul lato temporale al lato opposto in corrispondenza del limbus nasale e della corteccia del cristallino (Fig. 1) 16. Tale processo è stato posto in relazione allo sviluppo sia di pterigio nasale sia di cataratta corticale nasale (Fig. 2) 17,18. È stato dimostrato che l uso di occhiali non avvolgenti o di lenti per occhiali con filtro UV offre una protezione limitata dalla radiazione UV periferica 19. LaC con filtro UV Un paio di lenti a contatto morbide che permettono di ottenere una buona applicazione coprono interamente la cornea e il limbus. L integrazione nelle lenti di un filtro UV di classe I o II ha dimostrato alta efficacia nella protezione oculare rispetto a tutti gli angoli di incidenza della luce, compreso l effetto di focalizzazione periferica della luce 20. Infatti gli autori hanno concluso il loro studio indicando la possibilità di ridurre il rischio di malattie oculari quali lo pterigio e la cataratta corticale precoce, grazie all uso di lenti a contatto dotate di apposito filtro di protezione dalla radiazione UV. Non tutte le lenti con filtro UV offrono lo stesso livello di protezione oculare. Alcuni marchi di lenti a contatto disponibili sono dotati di proprietà filtranti nei confronti della radiazione UV di classe II e le lenti ACUVUE offrono proprietà filtranti di classe I o di classe II su tutta la gamma. Aggiornamento della ricerca Pericoli dell esposizione alla radiazione UV Un recente studio condotto in Giappone e presentato al meeting dell American Academy of Optometry (Accademia Americana di Optometria) nel 2009, ha misurato l esposizione alla radiazione UV sia sulla sommità della testa sia sull occhio utilizzando la testa di un manichino alla quale erano stati applicati sensori per la misura della radiazione UVB 20. La conclusione alla quale è pervenuto lo studio ha indicato che l esposizione oculare alla radiazione UVB segue pattern molto diversi da quelli della testa e della pelle, in particolare in alcuni momenti del giorno e periodi dell anno (Fig. 3). Mentre l esposizione della sommità del capo risultava proporzionale all altezza del sole, con il picco raggiunto verso mezzogiorno, è stato riscontrato che caratteristiche anatomiche come l arcata sopraccigliare, offrivano una protezione oculare dal sole alto di mezzogiorno. Al contrario, l occhio risulta essere più vulnerabile nelle ore del giorno e nelle stagioni dell anno in cui il sole è più basso nel cielo, posizionato ad una angolazione di circa 40. Un altro studio svolto dallo stesso gruppo di ricercatori, presentato in maggio alla conferenza BCLA (British Contact Lens Association), ha valutato l effetto della latitudine sull esposizione alla radiazione UV 21. Utilizzando anche in questo caso un manichino, questa volta dotato di appositi sensori per la misurazione della radiazione sia UVA sia UVB, dati concernenti l intensità dei raggi UV rispetto ad un certo Lente per occhiali dotata di filtro UV Lente per occhiali dotata di filtro UV Lente a contatto con filtro UV Un esposizione alla radiazione UV da sorgenti periferiche è ancora possibile anche quando si indossano lenti per occhiali dotate di filtro di protezione UV L utilizzo di una lente a contatto con filtro UV offre ulteriore protezione oculare. Figura 1 Effetto di focalizzazione periferica della luce (PLF) PROFESSIONAL OPTOMETRY MAGGIO

5 Figura 2 Cataratta corticale angolo solare sono stati raccolti sia nell isola di Okinawa, nel Giappone meridionale, sia alla latitudine più a nord di Reykjavik, in Islanda. Lo studio ha decretato che pur essendo l ambiente UV massimo in Giappone, l esposizione degli occhi alla radiazione UV è risultata significativamente più elevata a Reykjavik a causa dell angolo persistentemente inferiore del sole nel cielo per tutto il giorno. La notevole conclusione raggiunta dallo studio è stata che le popolazioni che vivono alle latitudini più settentrionali hanno più probabilità di ricevere una radiazione UV totale a livello oculare superiore a causa del maggior tempo in cui il sole si trova al di sotto di angoli solari di circa 40. Vale la pena notare che la latitudine di Londra (51.3N) è più vicina a quella di Reykjavik (64.1N) rispetto all isola di Okinawa (26.2N). Questa considerazione sottolinea nuovamente la necessità di educare il portatore sull importanza di una protezione dall esposizione oculare alla radiazione UV per tutto il tempo dell anno. Efficacia delle lenti a contatto con filtro UV È stata recentemente pubblicata la trasmittanza spettrale delle lenti a contatto con filtro UV, con misurazioni compiute nell ambiente esterno, nella città di Houston, in Texas 22. Delle tre lenti in silicone idrogel dotate di filtro UV testate, la lente in galyfilcon A (ACUVUE ADVANCE ) e la lente in senofilcon A (ACUVUE OASYS ) sono risultate essere le più efficaci in termini di blocco delle radiazioni ultraviolette. Questi filtri UV di classe I erano caratterizzati da un cut off della trasmittanza del 50% ad una lunghezza d onda di circa 380nm. La lente in enfilcon A (Avaira) ha dimostrato di consentire un maggior passaggio di raggi UVA evidenziando un cut off inferiore ad una lunghezza d onda approssimativamente di 370nm. Tutte e tre le lenti hanno messo in evidenza la capacità di ridurre efficacemente la radiazione UV a livelli di sicurezza, variabili fra il 90 e il 98%, in confronto al 13% osservato in una lente in silicone idrogel, realizzata in lotrafilcon B, non dotata di apposito filtro (Air Optix). Lo studio era inoltre teso a modellare il fattore di protezione oculare (PF) consentito da ognuna delle lenti in esame. Gli autori hanno ritenuto utile mettere a punto un sistema standard, in modo analogo a quello utilizzato nei prodotti per la cura della pelle, che consentisse di classificare facilmente le proprietà bloccanti le radiazioni UV delle lenti allo scopo di aumentare la consapevolezza dell opinione pubblica e dei professionisti del settore. Il calcoli del PF sono stati giudicati funzionali, anche se non sempre si raffrontavano con precisione ai dati misurati per via di fattori quali la natura dello spettro solare incidente e la risposta spettrale del sensore. Uno studio pubblicato nell anno in corso ha valutato se il danno UV-indotto provocato al segmento anteriore potesse o meno essere evitato con l uso di lenti a contatto dotate di filtro UV di classe I 23. In seguito all esposizione alla radiazione UV, all interno della cornea può essere indotta la produzione di metalloproteinasi di matrice (MMP), un gruppo di enzimi associato all inizio di numerose cascate infiammatorie patologiche. Come già detto, l acido ascorbico presente nella camera anteriore dell occhio protegge dal danno UV-indotto provocato al cristallino 9. I livelli di MMP, l acido ascorbico presente nella camera anteriore e l impatto sulle cellule epiteliali del cristallino attraverso una frammentazione del DNA causata dall esposizione ai raggi UV, sono stati misurati in un modello di coniglio con e senza una lente a contatto dotata di filtro UV in situ. Lo studio ha concluso che le lenti a contatto in senofilcon A (ACUVUE OASYS ) dotate di filtro UV di classe I consentono di proteggere la cornea, l umore acqueo e il cristallino dei conigli da modificazioni patologiche UV-indotte. Intensità media oraria della radiazione UVB (V) Ora del giorno (dalle 7.00 alle 17.00) Figura 3 Intensità media della radiazione UVB dall alba al tramonto (secondo Sasaki 20 ) 36 PROFESSIONAL OPTOMETRY MAGGIO 2011

6 Discussioni pratiche Il livello di consapevolezza dell esposizione oculare alla radiazione UV attualmente è basso, anche se, una volta educati sull argomento, i portatori si dimostrano assai motivati nel prendere le misure necessarie per fornire ai loro occhi una protezione più efficace 24. L American Academy of Optometry ha rilasciato nel 1997 una dichiarazione secondo la quale era evidente come gli effetti della radiazione UV fossero insidiosi e dannosi per tutte le parti dell occhio che la assorbivano. Riteneva inoltre prudente includere un filtro di protezione dalla radiazione UV in tutti i tipi di occhiali, incluso gli occhiali soggetti a prescrizione medica e non, gli occhiali di sicurezza, le lenti a contatto e gli occhiali da sole. Di conseguenza, parlare con i portatori della necessità di utilizzare un adeguata protezione dalle radiazioni UV deve diventare una prassi standard, soprattutto con i portatori che esercitano professioni e svolgono attività ricreative che implicano una loro esposizione ai raggi UV, per consentire loro di prendere decisioni informate. La Tabella 1 riporta alcuni suggerimenti da utilizzare con i portatori, dell ampia gamma di patologie oculari associate alla radiazione UV e dei vantaggi che si possono ottenere proteggendo gli occhi dagli effetti dell esposizione a lungo termine. Educazione del portatore Il danno provocato dalla radiazione UV è cumulativo e può portare all insorgenza di una patologia oculare È importante utilizzare una protezione oculare adeguata sin da bambini L uso di una protezione ai raggi UV è importante per gli occhi tanto quanto l utilizzo di una crema con filtro solare lo è per la pelle La protezione oculare dai raggi UV deve essere utilizzata per tutto il tempo di esposizione diretta ai raggi solari nonché di esposizione a sorgenti indirette (che agiscono per riflessione e dispersione) Protezione oculare dai raggi UV Per i portatori di lenti a contatto, raccomandare le lenti dotate di un alto livello (classe I o II) di protezione UV per ridurre l esposizione oculare alla radiazione UV implicata nell insorgenza della maggior parte delle patologie correlate all esposizione solare Raccomandare l uso di lenti a contatto in grado di offrire protezione alle radiazioni UV in contesti che non consentono di portare occhiali o occhiali da sole Raccomandare occhiali da sole completamente avvolgenti di buona qualità Raccomandare occhiali da sole completamente avvolgenti di buona qualità L uso di un cappello a tesa larga e lenti dotate di filtro UV consente di proteggere ulteriormente gli occhi Tabella 1 Principali consigli per comunicare con i portatori Bibliografia 1 Walsh K. UV radiation and the eye. Optician, May 2009; Bergmanson J & Sheldon T. Ultraviolet radiation revisited. CLAO, 1997; 23:3: Transitions UK. Transitions European Study Longstretch J et al. Health risks. J Photochem Photobiol B, 1998; 46: Young R. The family of sunlight-related eye diseases. Optom Vis Sci, 1994; 71: Taylor H. Aetiology of climatic droplet keratopathy and pterygium. Br J Ophthalmol, 1980; 64: Loeffler K et al. Is age-related macula degeneration associated with pingueculae or scleral plaque formation? Curr Eye Res, 2001; 23: Bergmanson J. Corneal damage in photokeratitis why is it so painful? OptomVis Sci, 1990; 67: Reddy V, Giblin F, Lin L et al. The effect of aqueous humor ascorbate on ultraviolet-b induced DNA damage in lens epithelium. Invest Ophthalmol Vis Sci, 1998; 39: Tessem M, Bathen T, Cejkova J et al. Effect of UVA and UV-B irradiation on the metabolic profile of aquoes humor in rabbits analysed by 1H NMR spectroscopy. 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